Salve a tutti!!! Io sono Greta l'altra autrice! Questa è la seconda one-shot, scritta dal mio punto di vista. Spero vi piaccia!!! Alla prossima <3


La Serenissima quella sera era degna del suo nome. La tranquillità regnava sovrana. I rumori dei passi e delle risate erano attutiti dallo scosciare lento dei canali. Sotto un portico, davanti alla bottega di un falegname, due ragazze osservavano impazienti l'acqua. Si somigliavano molto, stessi occhi color dell'argento, stessi lineamenti. Solo i capelli le distinguevano; la prima li aveva color della notte, corvini. L'altra invece, li aveva canditi, rilucenti.«Mi sa che dobbiamo aspettare Dihya» la ragazza dai capelli corvini sbuffò.
«Allora vado a farmi un giro sorella» Dihya si allontanò «A dopo Greta!» sparì per il campiello. Greta si mise seduta sullo scalino della bottega chiusa, appoggiò il volto sul muro. La sua vita sarebbe cambiata drasticamente, non appena il “capo” della sede veneziana l'avrebbe recuperata. Sospirò e sorrise al ricordo del Maestro...

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Passeggiava per il mercato con sua sorella. Cercavano delle stoffe per un ballo e rimanevano incantate davanti al luccicare della merce in argento. Greta si voltò verso un altro banchetto
«Di, andiamo la?» nessuna risposta «Dihya?» la cercò con lo sguardo. Era sparita, in una frazione di secondo, sua sorella era svanita nel nulla. L'ansia la invase e iniziò a cercarla ovunque per il mercato «Sorellina!!! Dove sei?!» sentì gli occhi pizzicarle e si fermò a riprendere fiato «Di...dove sei andata?». Una risata bassa la fece voltare, verso il vicolo dietro di lei. Un mercenario la fissava ghignante, dietro di lui altri due uomini la squadravano annoiati
«E' lei Sergio?» uno dei due si avvicinò alla giovane
«Certo Luigi! Non vedi? E' identica all'altra! Però questa è più carina secondo me...» Greta sbarrò gli occhi e si voltò e con orrore constatò che un altro era giunto, sbarrandole la strada
«Te ne vuoi già andare?» quel Sergio rise di cuore, mentre l'ultimo uomo la spinse in malo modo dentro al vicolo «Non abbiamo neanche iniziato a giocare». Fu allora che la ragazza reagì, con un colpo deciso strappò la gonna dell'abito ed estrasse uno stiletto
«Volete giocare?! Fatevi sotto stronzi...» si mise in posizione, sorridendo sicura.
I quattro uomini si guardarono ed estrassero le loro armi. Il capo estrasse uno spadone a due mani«Piccola... non sai in che guai ti sei cac...» non riuscì a terminare la frase che si accasciò a terra, il sangue che sgorgava dalle labbra. Nel giro di un battito di ciglia anche gli altri tre uomini caddero a terra, mentre un lago di sangue si allargava sotto i loro corpi. Greta fissò i corpi «Ma come...»
«State bene?» la prima cosa che notò fu il candido cappuccio bianco e poi quel viso. Bellissimo e mascolino, come la sua voce.
«Chi siete?» la voce della ragazza uscì in un sussurro. L'uomo le sorrise e s'inchinò leggermente
«Perdonatemi. Mi chiamo Ezio Auditore da Firenze»
«Greta Louise. Grazie per avermi salvata» sorrise tremando «Sto bene, solo un po' turbata» l'uomo le tese la mano
«Sapete maneggiare altre armi?» il suo tono era come seta sulla pelle.
«Si messere. Arco e spada» la ragazza prese la sua mano «Devo trovare mia sorella messere»
«Permette che vi aiuti. Ho anche una proposta per voi madonna» Greta alzò un sopracciglio osservandolo
«Non verrò a letto con voi...» Auditore rise
«No madonna.. Lasciate che vi spieghi. Io sono un Assassino, combatto contro i Templari come mio padre prima di me»
«E allora?»
«Sto reclutando persone per la mia causa. Volete unirvi alla mia Fratellanza?»
«Si messere.. Accetto» la ragazza sorrise al uomo. Non sapeva perché aveva accettato, ma sentiva che era la scelta giusta...

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«Sei tu Greta?» la voce di una donna la riscosse dal ricordo, velocemente si alzò, annuendo
«Si sono io»
«Piacere, sono Denise, il capo dell'Ordine qui a Venezia» la donna si guardò intorno «Ma non dovrebbe esserci anche tua sorella?»
«Si ma è andata a farsi un giro e adesso non so dove sia.. mi dispiace» Denise scrollò le spalle
«Non importa, torneremo a prenderla domani. Adesso andiamo, ti porto al Covo» le sorrise gentilmente «La tua nuova casa»