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Autore: My Pride    01/06/2012    4 recensioni
~ Raccolta di flash fiction un po' assurda, sentimentale e multipairing ♥
» 26. A sweetnest moment (only for you, Chopper)
Sapendo quanto Chopper avesse faticato giorno e notte nel vano tentativo di trovare una soluzione a quello scambio di corpi non voluto - al quale il cuoco sembrava essersi abituato un po' troppo, secondo il modesto parere dello spadaccino -, aveva dovuto ammettere anche a se stesso che anche la piccola renna aveva bisogno di un momento di pace e tranquillità, di qualche attimo senza starsene chiuso in infermeria per cercare un antidoto e di tempo per sé.
[ Zoro/Chopper Nakamaship ~ Chopper Centric, Character Alternation ]
[ Partecipante alla challenge «Chi, con chi, cosa facevano» indetta da Kukiness ]
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Mugiwara, Portuguese D. Ace
Note: Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pirates «Crack!» Game'
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I can be your hero, baby Titolo: I can be your hero, baby
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot [ 1362
parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Mugiwara [ Accenni Sanji (Zoro) x Zoro (Sanji) ]
Situazione: #30. Roulette! Franky o Usopp o Brook diventa eroe per caso salvando la vita di Chopper.
Tabella/Prompt: Bevande › 01. Coca cola
Ideal Good 10&Lode: #04. Felicità
Genere: Generale, Vagamente Comico
Rating:
Arancione
Avvertimenti: Shounen ai, Slice of life, Assurdità sparse, What if?, Character Alternation


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Tutta quella situazione stava cominciando a dargli letteralmente sui nervi.
    Non solo il povero Chopper non aveva ancora trovato una soluzione accettabile per far sì che le cose tornassero normalmente, ma quello stupido cuoco, sfruttando il suo corpo come se fosse il proprio, aveva bellamente cominciato a trascurare gli allenamenti e a comportarsi come un idiota con le donne della ciurma, cosa che, se si fosse trovato nel suo corpo, non sarebbe stata poi così stramba. Lo vedeva svolazzare da un lato all'altro della nave con un vassoio fra le mani e l'aria di un perfetto deficiente, e la cosa non lo avrebbe snervato più di tanto se quell'espressione non fosse stata dipinta sul proprio viso. Dannazione, stava cominciando ad incasinarsi e non riusciva più a formulare un pensiero coerente senza impappinarsi su ciò che lui avrebbe dovuto o non dovuto fare, in quel momento. Di certo non se ne sarebbe andato in cucina a preparare il pranzo, quello potevano anche scordarselo. Né tanto meno si sarebbe acceso una sigaretta e avrebbe cominciato a fumare, per quanto quel corpo stesse andando in crisi d'astinenza da nicotina. Era già tanto se aveva permesso a quell'idiota di fumarsene una di tanto in tanto nel suo corpo.
    Anche quel giorno, con Chopper che si era rintanato sul castello di prua per far seccare al sole chissà quale erba medicinale che avrebbe potuto aiutarlo in qualche modo con quel problema, Zoro se ne stava seduto al solito posto contro il parapetto della nave, le katane strette in un braccio - era riuscito a recuperarle e non le aveva più mollate da quel momento, per quanto il cuoco gli avesse espressamente vietato di usarle con le sue mani - e lo sguardo fisso dinanzi al suo corpo, utilizzato per fare moine e piroette attorno alle ragazze della ciurma da quello scemo d'un cuoco. Una volta tornato normale l'avrebbe ammazzato, parola sua. E gli avrebbe fatto pagare caro il suo essersi approfittato della situazione per provare a stare sopra, dato che in altre circostanze non gliel'avrebbe mai permesso. Però, dannazione, aveva provato una sensazione a dir poco sgradevole nel vedere l'eccitazione nei suoi stessi occhi e l'espressione che gli si era dipinta in viso al momento dell'orgasmo, tanto che gli era venuto naturale chiedersi se lo facesse di continuo o se fosse solo un effetto collaterale dovuto alla presenza della personalità di quello stupido damerino.
    Con uno sbuffo, Zoro si scansò quel dannato ciuffo di capelli dall'occhio, domandandosi come diavolo facesse quell'idiota di un cuoco a non innervosirsi con la visuale nascosta a metà. Erano passati appena pochi giorni e lui stava già ponderando l'ipotesi di tagliarlo o di rapare direttamente a zero quella stupida testa bionda, figurarsi il tenerlo costantemente dinanzi agli occhi per un periodo che contava addirittura anni. Sapeva che era scemo, ma non aveva mai creduto fino a quel punto.
    «Nami-swan ~♥! Robin-chwan ~♥!»
    Oh, no. Eccolo che ricominciava. Perché diavolo doveva assistere a quell'umiliazione che gli veniva così amaramente sbattuta in faccia? Non bastava il ritrovarsi nel corpo di quel damerino in crisi, doveva anche vedere se stesso mentre, sorridendo come un vero e proprio marpione pervertito all'indirizzo di Nami e Robin, porgeva galantemente loro dei cocktail con ghiaccio e flirtava come un latin lover, facendole ridacchiare divertite. Come se non bastasse, quell'idiota di un cuoco aveva osato rimodernare il suo look e si era liberato del suo fedele haramaki, sostituendo maglietta e calzoni con un completo che lui non avrebbe indossato nemmeno morto. E, accidenti, era fin troppo sconcertante vedere il proprio corpo castigato in un pantalone classico talmente stretto da stringere fra le gambe, una camicia rosa di cui non voleva nemmeno sapere la provenienza e una cintura borchiata alla quale era stata fissata anche la catena dell'orologio da taschino, fedelmente riposto a un lato del pantalone. Decisamente un abbigliamento che non avrebbe mai indossato, contando anche la cravatta a righe rosse e bianche perfettamente sistemata al collo e i capelli ravvivati all'indietro. Non si era mai visto così.
    Zoro continuò a seguirlo con lo sguardo e lo vide lanciare anche una bottiglia di Cola a Franky con fare svogliato, riponendo poi il vassoio sulla piattaforma di legno dell'albero maestro prima di infilare una mano nel taschino della camicia per prendere il pacchetto di sigarette e l'accendino, sorridendo estasiato. Poi
, dopo essersi portato una stecca ormai accesa alle labbra e aver tratto una bella boccata, si ritrovò a gettare un'occhiata allo spadaccino che si trovava nel proprio corpo, accigliandosi nel vedere quell'espressione sul suo viso. «Uhm? E tu che diavolo hai da fissarmi con quella brutta faccia, marimo?»
    «Questa brutta faccia è la tua, cuoco deficiente», gli tenne presente quest'ultimo con fare ovvio, alzando lo sguardo su di lui per osservare attentamente se stesso con quell'occhio azzurro. «Vedi di piantarla di perdere tempo davanti ai fornelli con il mio corpo e riprendi gli allenamenti».
    «Scherzi? Non ci penso proprio a sollevare quei mostri che chiami pesi», sbottò indignato. «E poi, visto che tu non sai fare niente, chi credi che debba provvedere a sfamare la ciurma? Io! E devo farlo con questo tuo stupido corpo, che fa disastri anche per aprire un semplice barattolo! Come diavolo fai a controllare questa dannata forza che ti ritrovi?»
    Zoro sollevò un sopracciglio. «Sei tu che sei un buono a nulla».
   
«Che cosa vorresti insinuare, eh?!»
    «Esattamente quello che ho detto», replicò pacato, recuperando le spade prima di alzarsi in piedi. «Vado a farmi una doccia, non ho voglia di stare a sentirti».
    Sanji lo guardò per un lungo momento con i denti dignignati, mordicchiando persino il filtro della sigaretta. Poi sbuffò, incrociando le braccia al petto. «Bravo, vai, vedi di non far puzzare il mio corpo come il tuo! Ci ho messo tre ore per tirare a lucido tutta questa inutile massa di muscoli», borbottò, e fu solo quando lo spadaccino cominciò ad allontanarsi che si rese conto di ciò che aveva appena fatto, affrettandosi a seguirlo. «Nay, aspetta, non azzardarti a farlo!» sbraitò. «Non metterai così facilmente le tue manacce sui miei gioielli!»
    «Fino a prova contraria ti toccherai con le tue stesse mani, cuoco», rimbeccò, e mentre quei due riprendevano a battibeccare per tutta la strada verso il bagno, Chopper, appeso alla balaustra, aveva gettato loro una rapida occhiata, sospirando pesantemente prima di riportare la propria attenzione sulle erbe che aveva sistemato sotto il sole su una stuoia. Tutto quel casino l'aveva combinato lui, e aveva creato un sacco di disagi ai suoi amici per il disastro che era sorto a causa dei suoi intrugli.
    Per quanto nessuno di loro gli stesse facendo pesare la cosa - anche se Franky, a volte, si lamentava di quel corpo poco super -, lui si sentiva tremendamente in colpa e stava per questo cercando in tutti i modi di rimediare. Il problema, però, era che farlo non era per niente facile. Aveva provato in un milione di modi in soli pochi giorni, e non era stato per niente certo del risultato talmente tante di quelle volte che non aveva nemmeno avuto il coraggio di somministrare quella soluzione ai suoi compagni, con il timore che essa potesse causare più guai di quanto non avesse già fatto in quel lasso di tempo.
    Il dottore sospirò e scosse il capo, grattandosi la punta del piccolo naso blu prima di scendere dalla balaustra. Non era il momento per pensare a cose del genere. Doveva edere se le erbe erano pronte e rimettersi a lavoro, rimboccandosi metaforicamente le maniche per riuscire a far tornare tutto alla normalità. Nel mettere uno zoccolo in fallo, però, scivolò sul ponte del castello di prua, sgranando gli occhi nel ritrovarsi al di là del parapetto di legno; non ebbe nemmeno il tempo di gridare che si ritrovò fra le onde che spumeggiavano contro la chiglia della nave, e sarebbe di sicuro affogato se, miracolosamente, non fosse immerso dall'oceano lo Shark Submerge, facendo sì che chiunque lo stesse guidando in quel momento lo recuperasse letteralmente al volo senza nemmeno rendersene pienamente conto.
    Usopp, quando aveva aperto il boccaporto e visto la piccola renna mezza svenuta su di esso, era risalito sulla Sunny e aveva sorriso sfavillante, potendo finalmente vantarsi di essere diventato un eroe senza doversi inventare balle, per una volta.





_Note inconcludenti dell'autrice
Aye, aye... le assurdità di questa raccolta non hanno limiti, ormai. Come spero si sia capito, questo è un breve sequel del capitolo Try again, Chopper-san, che a sua volta è il seguito dei capitoli Argh! Call a doctor! (that's you!), I'm walking in your shoesTrouble on the Thousand Sunny
Alla fine è venuta fuori praticamente una mini-serie, ma la cosa era troppo divertente per fermarla in quel modo, anche perché ci sono dei poveri Mugiwara che hanno ancora i corpi scambiati... x)
Quindi, aye, credo proprio che ci sarà l'ennesimo seguito, e penso anche che soprannominerò questi capitoli con il nome di una serie per essere facilmente rintracciabili - aye, ho una mania di tenere tutto in ordine che non avete idea, quando si tratta di queste cose (in compenso la mia stanza è un casino, ma che ci si può fare)
Come sempre, commenti e critiche son ben accetti :3
Alla prossima.


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