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Autore: ItalianELF    01/06/2012    1 recensioni
'Beyond the borders of true love' è la mia prima storia in assoluto ed ha come protagonista il mio membro dei Super Junior preferito: Eunhyuk. Questa storia è incentrato su come vedo il 'vero amore'. Caricherò i primi capitoli molto velocemente per darvi la possibilità di leggere di più. Chiedo perdono se ci saranno errori di battitura o grammaticali. Spero di ricevere recensioni positive ma saranno ben accette anche quelle negative che aiutano sempre di più ma, per favore, siate clementi. Grazie in anticipo per il tempo che spendere nel leggere questa storia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eunhyuk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fu in quel momento che i suoi occhi erano puntati su di me, Eunhyuk si era accorto della mia presenza ed aveva un’espressione sorpresa e un po’ confusa. Era rimasto deluso?
I ripensamenti erano inutili, dovevo recitare il ruolo della ‘classica’ fan che era andata lì solo per un loro autografo…ed ecco il mio turno.
Avanzavo molto lentamente, non avevo forza nelle gambe, mi sentivo collassare da un momento all’altro, ma non potevo svenire lì.
Raccolsi tutte le forze che mi rimanevano e mi avvicinai a quel ragazzo, Siwon. Ero sicura che non sapeva chi fossi e, di certo, non sapeva che ero legata in qualche modo al suo amico. Ero completamente in imbarazzo, qualche minuto prima l’avevo visto in intimo su quella copertina ed ora ero davanti ai suoi occhi. La sua bellezza mi metteva a disagio.
“Ciao! Come ti chiami?” mi chiese con voce delicata. I suoi toni erano davvero gentili. Stavo per dirgli il mio nome quando improvvisamente mi sentii svenire, feci in tempo ad appoggiare le mani sul tavolo per evitare di cadere e di fare una figuraccia in pubblico. Siwon si precipitò ad aiutarmi, cingendomi i fianchi con un braccio e, con l’altra mano, mi aiutava a rialzarmi.
“Ti senti bene?” chiese preoccupato. Avevo tutti gli occhi dei membri puntati su di me, Kyuhyun che era seduto accanto a Siwon, si allungò per aiutarmi. Rivolsi lo sguardo dall’altro lato del tavolo. Eunhyuk si era alzato, sembrava si stesse avvicinando ma non potevo fargli correre dei rischi, così decisi di interpretare la scena dell’imbranata.
“AH! Scusami…sono scivolata!”
[Eunhyuk]
La fissavo, aveva un aspetto strano. Era pallida di viso e i suoi movimenti erano alquanto ambigui. Era forse stanca?
Con gli occhi, la seguivo di continuo. Poi improvvisamente si piegò sul tavolo, come se stesse svenendo. Mi alzai di scatto senza badare alle fan che avevo di fronte, senza curarmi dei giornalisti. Manuela non stava bene ed era evidente. Mi rivolse uno sguardo che bloccò i miei passi. La sua espressione sembrava volesse comunicarmi che non dovevo avvicinarmi a lei.
Restai in attesa mentre lei cercava di riprendersi. Siwon la stava aiutando, le sue mani la reggevano e, con un braccio, la stringeva per non farla cadere. Aish, che fastidio! Sapevo che lo stava facendo solo per aiutarla ma era fastidioso vedere che era lui a farlo e non io.
“AH! Scusami…sono scivolata!” disse mentre rivolgeva uno sguardo a Siwon. Erano troppo vicini…quello scambio di sguardi stava iniziando ad irritarmi e a preoccuparmi. Riconoscevo il fascino di Siwon e, forse, a preoccuparmi di più era proprio la mia mancanza di sicurezza. Era quello più popolare nel gruppo e temevo che anche Manuela potesse essere catturata dal suo fascino.
Mi sentii tirare la giacca, mi voltai…era Shindong.  Mi invitava a sedermi e così feci. Firmai gli autografi ma, avevo gli occhi puntati su di lei, era ancora davanti a Siwon. ‘Ma cosa sta facendo ancora lì?!” dovevo distogliere i miei pensieri su di lei e ripresi a firmare freneticamente gli autografi.
Fu il turno dell’amica di Manuela, Noemi, che chiedeva di essere firmata sulla copertina dell’album…ovviamente era fan di Siwon. Sorrisi a quella assurda coincidenza.
“Nome?” le chiesi. Sapevo chi fosse ma non potevo manifestarlo pubblicamente.
“Noemi” mi rispose con euforia. Osservai la sua espressione felice. Era sicuramente una nostra fan da tanto tempo. L’avevo vista più volte davanti al nostro studio di Sukira ed era grazie a lei se riuscii a incontrare la sua amica dopo i nostri incontri ‘furtivi’.
Rivolsi di nuovo lo sguardo verso Manuela, si avvicinava sempre di più e notai che non aveva una bella cera. Iniziava a preoccuparmi il suo stato di salute.
Dopo pochi minuti, eccola davanti ai miei occhi. Dovevo trattenerla finchè potevo. Mi era mancata particolarmente quel giorno. Allungò il suo album e notai che aveva acquistato quello con la mia copertina. Fui particolarmente contento.
“Sei una mia fan, dunque?” le dissi facendomi sfuggire una risata .
“A quanto pare…” rispose ricambiando il sorriso.
“Come ti senti?” volevo informarmi sulla sua salute, di sicuro quello era un modo per non destare i sospetti. Non potevano di certo affermare che c’era qualcosa fra noi con delle semplici domande.
“Ehm..bene….tu?” mi rispose corrugando le sopracciglia. Non aveva capito il motivo della domanda?
Sei pallida, mi stai facendo preoccupare” dissi bisbigliando, sperando che nessuno avesse sentito.
“Pare che abbia beccato l’influenza, ma nulla di grave. Basta un po’ di riposo e mi riprenderò in un attimo” mi rispose accennando un sorriso. Come se la sarà presa questa influenza? Aish, stavo rosicando perché non riuscivo ad avere un normale dialogo con lei. In quel momento avrei voluto prendermene cura.
Mi accorsi che avevo creato la fila di ragazze che attendevano che finissi con Manuela, dovevo sbrigarmi. Firmai l’autografo, la ringraziai e la salutai. Lei copiò il mio gesto.
Mi promisi di chiamarla appena fosse finito quell’evento, dovevo conoscere le sue condizioni di salute. ‘Quella ragazza mi fa sempre preoccupare’,pensai.
Avevo bisogno di comunicarle anche che sarei mancato dalla Corea per una settimana a causa dei concerti in Giappone.
[Manuela]
Tornai al mio posto, non riuscivo più a stare più all’in piedi e pensai alla lunga strada che dovevo percorrere per ritornare a casa. Sbuffai a quel pensiero.
“Che hai Manuela?” mi chiese preoccupata Valeria.
“Non mi sento bene” le dissi con voce rauca. Ero senza forze.
 Noemi mi toccò la fronte. “Ma tu scotti tantissimo!” disse con espressione meravigliata. Non avevo dubbi che si trattasse di influenza ed avevo un sospetto che mi fosse salita anche la febbre, sospetto che Noemi aveva confermato.
“Andiamocene subito a casa!” dissero in coro entrambe. Mi aiutarono ad alzarmi ma cercai di farcela con le mie forze. Non volevo che Eunhyuk si accorgesse del mio stato pietoso. Stava lavorando e doveva farlo senza che gli causassi alcuna preoccupazione.
Riuscimmo ad uscire da quella sala e ci dirigemmo alla fermata dell’autobus. Valeria mi teneva sotto il braccio cercando di aiutarmi a camminare mentre Noemi mi teneva la borsa, come se volesse alleggerirmi il peso.
In poco tempo, scendemmo alla fermata vicino casa, mancavano solo pochi metri e mi sarei gettata sul letto.
“Non abbiamo niente a casa contro l’influenza. C’è bisogno di comprare qualcosa in farmacia” disse Noemi agitata e preoccupata del mio stato di salute. “Valeria, portala a casa. Io vado in farmacia. Torno subito” lasciò il mio braccio e corse nella direzione opposta a cercare una farmacia. Le avevo sicuramente rovinato la giornata. Dovevo ricordarmi di scusarmi e di ringraziarla per le attenzioni che mi stava rivolgendo.
“Forza Manuela, manca poco…”. La vista si abbagliò di nuovo, stavo perdendo i sensi. Valeria non riuscì a reggere il mio peso e caddi a terra, sfinita.
[Christian]
Uscii da casa, Manuela tardava molto quel giorno e decisi di aspettarla fuori. Che stesse ancora con quel Eunhyuk?? Quel pensiero mi rese nervoso ma dovevo calmarmi. Sapevo della loro relazione ed avevo deciso di intromettermi fra loro. Manuela stava chiaramente commettendo un errore stando accanto a lui. Non potevo vederla soffrire…
“CHRISTIAN!!!! CHRISTIAN!!!!CORRI!!!!” delle urla avevano catturato la mia attenzione. Rivolsi lo sguardo verso quella voce, era Valeria che mi indicava di correre da lei. Distesa a terra, vidi una figura femminile, la riconobbi subito. Era Manuela.
“CAVOLO!!” sbottai correndo verso la sua direzione.  Corsi più che potevo e mi inginocchiai per sollevarla fra le mie braccia. Era svenuta. “Cosa cavolo è successo??!!” urlai preoccupato contro Valeria.
“Ha la febbre ed è svenuta. Fa presto a portarla dentro. Noemi è andata in farmacia” disse lei chiaramente spaventata.
Corsi dentro casa e mi diressi nella sua stanza appoggiandola delicatamente sul letto. Le toccai la fronte: era caldissima e stava sudando.
“Porta qualcosa di freddo da metterle sulla fronte, presto!” ordinai a Valeria. La stavo sicuramente spaventando di più con quei modi, ma io ero ancora più spaventato di lei. Quella scena…stavo rivivendo di nuovo l’ incubo di vedere quella ragazza distesa sul letto senza sensi. Quella situazione mi stava riportando alla mente i ricordi del suo tragico incidente che la trascinò in un coma profondo.
Le mie mani tremavano dalla paura. Trattenni le lacrime, non potevo farmi vedere in quello stato. Decisi di essere più coraggioso, Manuela aveva bisogno di me. Subito dopo, Valeria portò un fazzoletto bagnato con acqua fredda. Lo appoggiai sulla sua fronte.
“Valeria, in quel cassetto c’è un termometro. Misurale tu la febbre” le indicai il cassetto dove avrebbe trovato il termometro ed uscii dalla stanza per darle la possibilità di poterle misurare la temperatura.
Ero agitato, nervoso, impaurito. Speravo che Noemi arrivasse in fretta con il medicinale adatto.
“Fatto..puoi entrare” disse Valeria. Entrai e presi il termometro per controllare la temperatura segnata: 40°
Era troppo alta. Valeria bagnava continuamente quel fazzoletto con acqua fredda. Io ero rimasto seduto accanto al suo letto tenendole la mano.
Ricordai quando da piccola si beccava spesso l’influenza, io e Noemi eravamo soliti a prendercene cura ogni volta che stava male. Nonostante siano passati degli anni, io le ero rimasto sempre accanto. Per anni, continuai ad amarla segretamente. Continuai a fingermi il suo amico d’infanzia mentre lei non si accorgeva della mia presenza. Una volta decisi di dichiararmi ma seppi che stava frequentando un tizio. Quella notizia mi aveva ferito tantissimo, avevo concesso ad un altro di prendere il mio posto. Manuela non ebbe mai il mio consenso quando mi chiedeva i consigli e, per mia fortuna, quella storia durò poco.
Non potevo accettare che, anche questa volta, qualcuno, che non sia io, potesse starle accanto.
Sentii una vibrazione provenire dalla tasca dei pantaloni, era il suo cellulare. Lentamente lo estrassi dalla tasca, non volevo che quella telefonata potesse svegliarla. Guardai sul display del suo cellulare e lessi ‘quel nome’ e, senza alcuna esitazione, rifiutai la chiamata. Per evitare che le sue chiamate continuassero ad infastidirmi, decisi di spegnerlo. L’avevo avvisato che mi sarei ripreso Manuela, non gli avrei concesso più nulla, questa volta.
Valeria teneva sotto controllo la sua temperatura, misurandole la febbre che per fortuna era scesa a 38°.
Improvvisamente, sentii la mano di Manuela muoversi. Aprì lentamente gli occhi, stava riprendendo conoscenza.
“Manuela!!! Manuela, mi senti?” dissi sporgendomi su di lei. Valeria accorse in stanza, aveva sentito la mia voce e voleva costatare se davvero si fosse svegliata. In quel momento, entrò anche Noemi con una busta piena di medicinali di ogni genere.
“Cos….cos’è successo?” chiese Manuela facendo forza sulla braccia per cercare di alzarsi. Era frastornata e confusa.
“Sei svenuta! Avevi la febbre alta ma Christian è riuscito a portarti in casa. Mi hai fatto prendere un bello spavento” riassunse Valeria. Mi accorsi solo dopo che continuavo a stringerle la mano e se ne accorse anche lei. Per mia sfortuna, la ritirò subito dopo. 

  
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