PER
SCELTA E CONSEGUENZA
Certe
persone, sostengono con sicurezza che l'essere umano, dopo aver
affrontato una serie di violenti sconvolgimenti in un periodo di tempo
ravvicinato, riesca ad affrontare degli eventuali seguenti
scombussolamenti in
modo distaccato e passivo; troppo esperto in materia per potersi
stupire ancora
di qualcosa.
Secondo altre teorie, invece, i colpi di scena, i tranelli e gli
insospettati
avvenimenti che la vita preserva sono innumerevoli; e variano di
importanza e
intensità in ogni occasione, rendendo impossibile abituarsi
a chi ne è
protagonista.
Quel giorno, Harry Potter formulò la sua innovativa,
personale
filosofia
sull'argomento; affrontando sia con passività sia con
coinvolgimento il
fatto
che Draco Malfoy fosse vivo, a Godric's Hollow, di preciso nascosto
nella
vecchia casa dei suoi genitori.
Rimase in piedi, immobile, puntando la bacchetta contro il suo nemico
dall'aria
più che mai spettrale; tanto pallido da apparire quasi
fantasmagorico.
La comparsa del familiarissimo ghigno sul suo volto esangue,
dissipò in
Harry
ogni dubbio sul fatto che quello che aveva davanti non fosse uno
spettro ma una
persona in cane e ossa.
Pelle e ossa si autocorresse Harry, occhieggiando all'esilissima
corporatura di
Draco.
All'iniziale stupore di Harry, si sostituì immediatamente la
collera:
Draco
Malfoy era, fino a prova contraria, ancora un Mangiamorte.
Aveva collaborato, seppure con poca convinzione, all'omicidio di
Silente; e
aveva dato ampia prova nei mesi precedenti di essere infatuato e
particolarmente versato nelle Arti Oscure.
E ora, si nascondeva nella vecchia casa di Lily e James Potter, luogo
considerato da Harry praticamente sacro, forse per nascondersi dagli
Auror o
per architettare con tranquillità un nuovo omicidio su
ordine di
Voldemort?
Inconcepibile.
Grazie alla rabbia di quei pensieri, unita all'irritazione per
quell'insopportabile ghigno che dilagava sul volto di Draco, Harry
riuscì,
nonostante avesse gli occhi verdi, a lanciare uno sguardo nero alla sua
nemesi,
sibilando tra i denti: - Cosa diavolo ci fai tu qui? -
- Potrei fare la stessa domanda a te, Potter, - rispose Draco, senza
smettere
di sorridere - Davvero intrigante il tuo innato talento di mostrare la
tua
faccia nel posto sbagliato al momento sbagliato con sorprendente
costanza. -
- Fai l'arrogante Malfoy? Non ti sei accorto che ho una bacchetta e
posso
ucciderti seduto stante? -
- Sei tu che fai l'arrogante Potter, se ti attribuisci tale
facoltà. -
lo
canzonò Draco.
- Pensi che non lo farei? - chiese Harry con voce minacciosa.
- Penso che avrai anche una bacchetta, - gli occhi di Malfoy
scintillarono
maligni - Ma non hai le palle. -
Scintille
rosse e oro
cominciarono a sprizzare dalla bacchetta di Harry, che fece solo in
tempo ad
arrossire furiosamente, prima di trovarsi la bacchetta di Draco puntata
alla
gola.
- E sei troppo emotivo Potter, lasci che le emozioni abbassino le tue
difese, -
Harry lo fissò truce.
- Vuoi impartirmi la lezioncina sul contegno delle emozioni e sul
coraggio
Malfoy? Dopo la tua performance la notte della morte di Silente manchi
totalmente di credibilità. -
Questa affermazione fece sbiancare, se possibile, ancora di
più Draco;
e questa
volta fu lui ad abbassare le difese, permettendo a Harry di risollevare
la
propria bacchetta.
- Cosa dicevi a proposito di non lasciare che le emozioni abbassino le
difese?
- domandò sarcasticamente Harry.
Draco non rispose.
Rimasero immobili per qualche istante, entrambi con la bacchetta
puntata contro
l'altro, finché Malfoy sibilò: - Cosa diavolo sai
tu di cosa successe
quella
notte, eh Potter? Chissà dov'eri tu... cosa credi di sapere?
-
- Oh, so molto di più di quanto tu creda, Malfoy, -
ghignò Harry,
capendo di
aver toccato un nervo scoperto - Si dà il caso che io fossi
proprio
sulla Torre
di Astronomia quella notte e che abbia seguito l'intera scena sotto il
mantello
dell'invisibilità... -
- Stronzate. - sibilò l'ex Serpeverde,
gli occhi ridotti a due
fessure.
- Ricordo perfettamente, - continuò Harry, alzando la voce -
tutti i
dettagli
su come Silente ti ha offerto la sua protezione, e ti do atto di aver
abbassato
la bacchetta, prima che arrivassero i Mangiamorte... anche se dopo tu
non hai avuto la palle di opporti a loro e te la sei filata a gambe
levate. -
Harry osservò per un istante e con una certa soddisfazione
il liscio
volto
dall'espressione omicida di Draco.
- Se te lo stai chiedendo, Malfoy, non ti ritengo responsabile per la
sua
morte, anzi, più che altro mi fai pena... immagino che
Voldemort ti
stia
rendendo la vita difficile... -
Nel sentire pronunciare quel nome, Draco ebbe un sussulto, ma si
riprese
immediatamente, e tornò a puntare fermamente la bacchetta
contro Harry.
No, Potter non stava mentendo. Aveva raccontato particolari che solo
chi aveva
assistito alla scena poteva conoscere; e la consapevolezza di essersi
dimostrato debole, codardo e pauroso davanti a Potter gli bruciava
tantissimo.
Con uno sguardo agghiacciante a Harry, Malfoy sibilò: - Esci
da qui,
Potter -
- Non esco da casa mia, - lo sfidò Harry.
Malfoy scoppiò in una risata tetra: - Di tutte le idiozie
che potevi
dire hai
scelto la più patetica! Da quando questa è casa
tua, Potter? Hai
bisogno di una
bussola per riconoscere il tuo letamaio Babbano? -
- Smettila di girare intorno alle cose, Malfoy, dimmi che diamine ci
fai nella
vecchia casa dei miei genitori! -
- Nella casa... - Draco non era sicuro di aver capito bene, ma la sua
temporanea distrazione diede modo a Harry di agitare la bacchetta
pensando Expeliarmus!
cosicchè la bacchetta volò via dalle mani del
biondo, che si ritrovò
quella di
Harry puntata alla gola.
Trionfante, Harry sussurrò: - Come la mettiamo adesso,
Malfoy? -
- La mettiamo che tu hai un sacco di cose da spiegarmi, -
sussurrò
Draco in
risposta, intimamente convinto che fosse il caso di intrattenere Potter
con una
lunga conversazione, finché non avesse escogitato un piano
per
riacciuffare la
propria bacchetta.
- Non intendo fornirti informazioni su di me che poi tu andrai di corsa
a
riferire al tuo padrone, Malfoy. -
- Ma come, Potter, non dovevi uccidermi? Da quanto dicevi prima
sembrava che io
avessi i minuti contati! -
- Se non chiudi quella boccaccia ti ammazzo sul serio!
-ringhiò Harry,
sempre
più spazientito.
- Ma se chiudo la mia boccaccia no potrò rispondere alla
domanda che mi
hai
fatto prima, e tu non saprai mai cosa faccio nella casa dei tuoi
genitori...
sei tutto una contraddizione, Potter. - lo schernì il biondo.
- Non intendo nemmeno passare tutta la giornata a filosofare con te,
Malfoy. -
replicò Harry.
- Bene, allora dato che sembra che nessuno dei due abbia intenzione di
andarsene, vediamo di contrattare, e senza bacchetta. Vedi, Potter, mi
metti
ansia. Non mi è mai piaciuto essere messo sotto minaccia
durante un
dibattito.
- Draco fissò intensamente Harry negli occhi, e questi si
perse un
istante
nella contemplazione della profondità di quell'azzurro.
In uno stato simile al sogno, Harry abbassò lentamente la
bacchetta e
prese
posto sul divano.
Soddisfatto, Draco spostò una seggiola di noce e si
issò con agilità a
sedere
sul tavolo.
- Allora, Potter, quali prove hai per dimostrare che questa casa ti
appartiene?
-
Harry, ripresosi dalla momentanea ipnosi, rispose freddamente: - Questa
casa,
Malfoy, è il luogo dove sono nato e dove il tuo amicone,
Lord
Voldemort, è
venuto a sterminare me e i miei genitori. -
Di cronaca, Draco ebbe un altro sussulto nel sentir pronunciare quel
nome; ma
un dubbio si stava facendo largo nella sua mente: il Signore Oscuro gli
aveva
dato ordini precisi di nascondersi in quella casa, durante il suo
soggiorno a
Godric's Hollow... c'era forse un collegamento col fatto che la vecchia
abitazione era proprio il luogo dove il suo padrone aveva subito la sua
più
grande sconfitta?
- E tu come mai sei qui? Ti stai nascondendo dagli Auror? Dal Signore
Oscuro? O
da tutti e due? - il sarcasmo nella voce di Harry tolse Draco dalle sue
riflessioni.
- Troppe domande, Potter. Se rispondessi a tutto il mio fascino
misterioso ne
risentirebbe grandemente. Ti basti sapere che davvero non sapevo che
questa era
la casa dei tuoi genitori... ma sappi che comunque non ho nessuna
voglia di
sloggiare, -
Non è cambiato per niente si disse Harry tra sé e
sé.
La situazione era difficile: gli conveniva buttarlo con la forza fuori
di lì?
Quanto sapeva realmente di Malfoy? E se fosse stato ancora al servizio
di
Voldemort? In quel caso, sarebbe subito corso a riferirgli che Harry
Potter si
trovava nascosto a Godric's Hollow, e lui si sarebbe trovato addosso un
battaglione di Mangiamorte tempo trenta secondi.
No, non era una decisione saggia.
Rimanere lì con lui, allora, e tentare di estorcergli
informazioni sui
piani di
Voldemort... o su Piton...
Gli occhi di Harry ebbero un guizzo.
Forse il caro biondino poteva condurlo dritto dritto dallo Stronzo
Mezzosangue,
così avrebbe potuto vendicare Silente...
"No" sopraggiunse la coscienza "Non posso
rischiare di
essere catturato da Voldemort. Non prima di aver distrutto gli Horcrux."
E se
Malfoy
fosse stato
mandato proprio per spiarlo? Che lo stesse segretamente pedinando
quando lo
aveva visto al cimitero quella mattina?
E se invece non lavorasse più per Voldemort, e, anzi, si
stesse
nascondendo sul
serio?
Troppe domande.
Troppe domande a cui Malfoy non avrebbe risposto... ah, certo, per non
intaccare il suo fascino misterioso.
Lanciò uno sguardo apprensivo a Draco, che intanto era
rimasto
tranquillamente
seduto sul tavolo e lo osservava a capo inclinato.
Nessuna traccia, nei suoi occhi azzurri, di quell'angoscia che vi
trapelava
quando era entrato dalla porta.
Harry respirò a fondo prima di esalare: - Va bene, rimani.
Però se non
vuoi che
ti butti a calci e senza bacchetta fuori di qui, vedi di collaborare e
smettila
di guardarmi così e di dire cose enigmatiche... mi dai sui
nervi! -
- Va bene, Potter, la smetto di dire cose enigmatiche; ti dico chiaro e
tondo
che quando ti metti a strillare perchè qualcuno ti
dà sui nervi sembri
una
donna incinta - Draco ghignò questa cattiveria con grande,
immensa
soddisfazione.
Più di quando leggeva articoli stupidi sui giornali,
più di quando Ron
lo aveva
fatto arrabbiare il giorno prima, e più che in qualsiasi
contesto
recente,
Harry si era trovato tanto vicino dall'avere una crisi di nervi.
La cosa parve divertire parecchio il diabolico biondino, che rimase a
osservare
ghignante le varie tonalità di rosso e poi di verde che la
faccia di
Harry
assunse, e fu quasi deluso, quando si accorse che il moro cominciava a
riacquistare il controllo.
In fondo, sotto quella maschera di disperazione e oscura tragedia, si
nascondeva ancora il viziato, dispettoso, arrogante ragazzino che per
nulla al
mondo si sarebbe perso l'occasione di tormentare Harry Potter.
Quest'ultimo, dopo l'ennesimo respiro profondo, risfoderò la
bacchetta
e la
puntò contro Draco, ed esordì con tutta la calma
che riuscì a
racimolare:-
Stammi bene a sentire, Malfoy, io non ho nessuna intenzione di sorbirmi
tutte
le tue stupide battutine e... -
- Te ne sei già pentito vero? - lo apostrofò il
biondo - Scommetto che
già
rimpiangi di aver deciso di farmi restare qui. Insomma Potter, mi
conosci;
credevi davvero che me ne sarei stato buono e zitto tutto il tempo? Hai
scelto
di tenermi qui e adesso devi pagare... - Draco lanciò un
occhiata
penetrante
alla sua nemesi - Per il principio della scelta e della
conseguenza.
-
Le sue parole furono seguite da un breve silenzio durante il quale
Harry, un
po' confuso, cercò una risposta adeguata a quell'ambigua
affermazione,
ma Draco
lo anticipò: - Di certo è nel tuo carattere fare
scelte idiote... ti
basti
pensare alla tua decisione di venire qui... -
- Cosa intendi dire? - s'infervorò Harry, che adesso
cominciava sul
serio ad
averne abbastanza.
- Andiamo Potter, lo sappiamo tutti e due che quello che ti ha spinto a
tornare
qui è il tuo lato sentimentale. - Draco aveva appena deciso
che quella
conversazione, oltre a concedergli tempo per escogitare un modo per
rimpossessarsi della sua bacchetta, poteva diventare un magnifico
canale di
sfogo.
Tormentare gli altri aveva su di lui lo stesso effetto che una Pozione
della
Pace di Madama Chips avrebbe avuto su qualsiasi altra persona normale.
- Non impicciarti nei fatti miei, Malfoy, queste sono cose che non puoi
capire!
- ringhiò Harry.
- UUUh, ma come ci scaldiamo! A quanto pare ho toccato un nervo
scoperto… -
Draco, ormai, gongolava a più non posso.
- Avanti, Potter, dillo che sei venuto a Godric's Hollow soltanto per
piangere
la morte di mamma e papà. Volevi vedere il luogo dove
è successa la
tragedia?
Per favore, mi puoi avvertire prima di cominciare a piangere come una
fontana
così mi procuro un ombrello? -
Per Harry fu troppo.
Non permetteva a nessuno, meno che mai a Draco Malfoy, di fare battute
sulla
morte dei suoi genitori.
Levò la bacchetta urlando: Stupeficium!,
ma Malfoy fu più
veloce: balzò
di lato con incredibile agilità, cosicché il
fiotto di luce andò a
cozzare
contro la parete coperta dalla libreria, che cigolò
pericolosamente.
Draco, trionfante, riacciuffò la sua bacchetta che
l'incantesimo di
Disarmo di
Harry aveva spedito in fondo alla stanza.
Fuori di sé dalla rabbia, Harry si scagliò verso
Malfoy, levando di
nuovo la
bacchetta, ma inciampò sulla seggiola di legno che Draco
aveva spostato
prima,
finendo lungo disteso per terra.
Nella caduta, il medaglione, il falso Horcrux che Harry portava sempre
con sé come
se fosse un talismano, scivolò fuori dalla sua tasca,
atterrando
proprio vicino
alla gamba di Draco.
Harry sbarrò gli occhi, mentre Malfoy raccoglieva il
medaglione tra le
mani
ossute, con un misto di stupore e curiosità dipinto sul
volto.
Si affrettò a puntare di nuovo la bacchetta contro il biondo
urlando di
nuovo: Stupeficium, ma Draco, che
se l'era
aspettato, aveva sollevato la sua bacchetta sibilando:Protego!
La barriera invisibile scaturita dalla punta della bacchetta di Malfoy
bloccò
la fattura di Harry, deviandola nuovamente verso la libreria, che
questa volta
cedette.
Il mobile ricolmo di libri rovinò con un violentissimo
schianto contro
il
tavolo, distruggendolo.
Fulmineamente, Draco si allontanò dalla zona a rischio, ma
Harry non fu
altrettanto veloce.
Sentì solo qualcosa di molto pesante che lo colpì
alla testa.
Poi il buio.
Dallo spiraglio di una finestra, bene attento a rimanere nascosto,
Flick
Speculatis aveva seguito l'intera scena.
Distolse lo sguardo e si diresse a grandi passi verso il centro del
villaggio.
Era stato più forte di lui: dopo che quello che aveva
scoperto essere
il famoso
Harry Potter si era allontanato, aveva indugiato solo pochi minuti; poi
aveva
chiuso la locanda e lo aveva seguito a distanza.
Fin dall'inizio aveva avuto l'impressione di conoscere quell'intenso
sguardo
verde; adesso sapeva che aveva preservato il ricordo dello sguardo
smeraldino
di Lily Potter.
Neanche lui sapeva dire cosa lo avesse spinto a seguire il ragazzo.
Forse era curioso di saperne di più sul Prescelto, come
tutti... o,
chissà,
forse aveva avuto un presentimento.
Ora, mentre si dirigeva il più in fretta possibile verso la
sua
locanda, sapeva
che i suoi presentimenti erano fondati.
All'inizio aveva spiato Potter attraverso gli alberi del boschetto;
ciò
che lo
aveva indotto ad avvicinarsi fino a sbirciare all'interno
dell'abitazione era
stato l'arrivo di quello che era, a scanso di equivoci, il soggetto dei
manifesti che tappezzavano l'intero villaggio: il ricercato Draco
Malfoy.
Flick cercò di riflettere lucidamente, nonostante la corsa
necessitasse
l'impiego della maggior parte delle sue energie.
Forse Harry Potter aveva provato a catturare il criminale, questo
spiegava lo
scontro... forse lo aveva addirittura intrattenuto in quel dialogo del
quale,
purtoppo, Flick non era riuscito a cogliere una parola, per distrarlo...
Ora, però, essendo svenuto, di certo non poteva fare
granché, anzi, era
in
pericolo... tutto il villaggio era in pericolo!
Stando a quello che diceva il Ministero, Draco Malfoy, nonostante
apparisse
piccolo e gracile, era stato complice di un omicidio ed era un
sospettato
Mangiamorte.
Flick era convinto che non si sarebbe fatto alcuno scrupolo a uccidere
qualcuno.
L'uomo era giunto al limitare del boschetto.
Si fermò un momento a riprendere fiato, osservando la valle
che si
stendeva ai
suoi piedi con occhi sgranati.
Il suo vecchio gufo avrebbe impiegato due, al massimo tre ore a
raggiungere il
Ministero.
Era parecchio tempo, ma non c'era scelta.
Era compito suo ora, di Flick Speculatis, dare l'allarme...
*****
Nel frattempo, un'accesa discussione stava avendo luogo nella piccola
camera di
Ron Weasley, alla Tana.
I protagonisti del diverbio erano i due più grandi amici del
ragazzo
che
giaceva privo di sensi nella casa abbandonata al limitare di Godric's
Hollow;
ed era proprio lui l'oggetto del dibattito.
- Perchè diavolo non l'hai fermato? - esclamò
Ron, rivolto ad un'
angosciata
Hermione.
- Te l'ho già detto, Ron, non avevo scelta! -
ribatté la ragazza - Cosa
potevo
dirgli? Lo conosci, non mi avrebbe ascoltato... si sente responsabile
per
quello che ti è successo... -
- Ma non lo è! - s'infervorò Ron -La colpa
è solo del Signore Oscuro!
Noi
sapevamo che la scelta di seguirlo ovunque andasse avrebbe comportato
dei
pericoli! E ci siamo tirati indietro al primo ostacolo! -
Ron era in pigiama, seduto sul suo letto.
Era molto pallido, e aveva ombre scure sotto gli occhi; ma, per quello
che
aveva passato, si era ripreso fin troppo rapidamente.
- Ron, noi non ci stiamo tirando indietro! - Hermione invece era seduta
ai
piedi del letto del suo ragazzo, con l'aria affranta.
- Ascoltami, io ero in ansia per te, ed ero certa che comunque Harry
non mi
avrebbe ascoltato... mi dispiace, forse avrei dovuto tentare
comunque... ma in
fondo serve anche a noi del tempo per riflettere... -
- Ma riflettere su cosa? - chiese nervosamente Ron, che cominciava ad
arrabbiarsi - Cosa di preciso? Harry potrebbe avere bisogno di noi! -
- Con tutta probabilità, Harry è andato a
Godric's Hollow a visitare le
tombe
dei suoi genitori; e forse era una cosa che aveva bisogno di fare da
solo. Ron,
anch'io sono convinta che potrebbe avere bisogno di noi, ma dobbiamo
prima
cercare di capire con esattezza cosa è successo ieri
notte... -
- Hermione, te l'ho ripetuto un milione di volte - esclamò
Ron,
esasperato -
Improvvisamente ho sentito un dolore fortissimo e la voce di Voldemort
ha
cominciato a uscire al posto della mia senza che io potessi impedirlo.
Ma è già
successo a Harry poco più di un anno fa al Ministero della
Magia no?
Non è la
prima volta che Voldemort usa questo trucchetto... adesso possiamo dire
che con
tutta probabilità è stato lui a usare
- Ron, intanto questo trucchetto ti
ha quasi ucciso; e poi sto cominciando a pormi molte domande sul
perchè
il
Signore Oscuro abbia usato
- Cosa intendi dire? - chiese Ron
- Ho controllato su molti libri: non risulta da nessuna parte che
- Be’ sì, infatti... ma questo cosa c'entra? -
domandò Ron, un po'
confuso.
- Ma non lo trovi strano? Non ti insospettiscono tutti questi ultimi
avvenimenti? La ricerca della Profezia l'anno scorso, la morte di
Silente, il
ritrovamento del falso Horcrux, R.A.B., e ora quello che è
successo a
te... Ron
queste non sono tutte coincidenze! Il Signore Oscuro sta delineando un
percorso
ben preciso, me lo sento! -
- Se è così non possiamo lasciare Harry da solo!
- eslamò Ron -
Voldemort
potrebbe mandare qualcuno a ucciderlo! Alla fine chi ci assicura che
darà
veramente ascolto alla profezia e ucciderà personalmente
Harry? Se
manda
un'intera squadra di Mangiamorte a farlo fuori e lui è
lì da solo non
dovrà
neanche scomodarsi! Hai sentito cosa hanno detto quelli dell'Ordine:
adesso
faranno delle ricerche riguardo a quello che mi è successo.
Ci
penseranno loro
a scoprire cosa ha in mente quel pazzo... Hermione, adesso Harry ha
bisogno di
noi! -
La ragazza rimase in silenzio per qualche istante.
Poi, lentamente, annuì: - D'accordo Ron, partiremo questa
notte.
Dobbiamo fare
attenzione a non farci sorprendere da quelli dell'Ordine... che in
teoria ci
avrebbero vietato di lasciare la casa. Pochi giorni fa Lupin mi ha
detto che la
casa dei Potter si trova appena fuori dal villaggio, in
prossimità
dell'inizio
della foresta di Queerditch. Ci scommetto quello che vuoi che Harry si
trova
lì... ci teneva così tanto a visitarla.
Arriveremo dalla foresta, per
non
essere notati, spero solo che non sia troppo tardi per rintracciarlo...
-
Ron si immobilizzò, lo sguardo vitreo.
- Ron? -
Nessuna risposta.
-Ron?-
Il rosso alzò gli occhi.
- Tutto bene? - domandò Hermione, nervosa.
- Io... credo di sì. -
- Bene, allora... allora vado un momento di sotto. - mormorò
la
ragazza,
guardandolo con aria sospettosa.
Ron rimase solo nella stanza.
- Tutto bene… - mormorò a se stesso.
*****
La luce del sole che aveva illuminato la stanza di Ron, durante il suo
colloquio
con Hermione, non era la benvenuta nelle stanze remote di Casa Riddle.
Qui, infatti, le finestre sbarrate non lasciavano indizi
sull'alternarsi della
notte e del dì, e, anzi, consentivano
all'oscurità di perdurare
nell'abitazione
in ogni ora del giorno e della notte.
Lo stesso focolare che due giorni prima aveva illuminato il volto di
Severus
Prince Piton, ora gettava una luce fioca sul volto scuro, dalla
mascella
pronunciata, della donna inginocchiata a terra.
L'ampia poltrona nera davanti a lei era occupata dalla stessa persona
che vi
sedeva la notte del colloquio con Severus, e che, quando
parlò, lo fece
con la
stessa voce fredda e sibilante della volta precedente: - La segretezza
è
essenziale Bellatrix; ti impartisco ulteriori raccomandazioni sul non
trasgredire i miei ordini a riguardo. Tu e gli altri Mangiamorte non
dovete
nemmeno avvicinarvi alla zona vietata, -
Bellatrix Lestrange chinò il capo - Non vi
deluderò, Mio Signore, -
- Lo spero, Bellatrix, e per essere sicuro di avere dei risultati
efficienti
voglio che tu avverta Severus, prima di partire per Godric's Hollow.
Desidero
che partecipi all'operazione, -
La mascella della donna si contrasse.
- Voglio che tu gli riferisca tutto ciò che ti ho detto.
Certamente
questo
cambio dei piani lo istigherà a porsi molte domande... conto
su di te
per
impedirgli di ficcare il naso dove non deve. -
Bellatrix rimase in silenzio.
- Naturalmente, - continuò Lord Voldemort - niente di tutto
ciò era nei
miei
piani... avevo detto a Severus che nessun Mangiamorte avrebbe messo
piede nel
villaggio. Tuttavia, queste indesiderate circostanze mi costringono ad
alterare
i piani. Lo ribadisco: è fondamentale che l'azione
abbia successo.
-
Il Signore Oscuro lasciò la presa sulla poltrona e la
aggirò, fino a
trovarsi
davanti alla Mangiamorte inginocchiata che lo osservava con venerazione
mista a
rispetto riflessa negli occhi neri, resi brillanti dalla luce delle
fiamme.
- Li voglio morti, Bellatrix. Tutti e due... -
*****
Nel salotto dell'ultima casa di una via chiamata Spinner's End, seduto
su una
comoda poltrona e con un calice stretto nella mano destra, Severus
Piton teneva
lo sguardo perso nel vuoto, la fronte corrugata dalla preoccupazione.
I motivi di tale inquietudine erano molti; in primo luogo gli strani
comportamenti
del suo padrone.
Questi strani comportamenti, avevano avuto inizio
proprio la
notte della
morte di Silente.
Subito dopo l'attentato, Severus aveva condotto Draco nella sua casa e
lo aveva
interrogato.
Prima del colloquio tra il ragazzo e il Signore Oscuro, Severus doveva
sapere
esattamente come si erano svolti i fatti, perchè, se non
fosse riuscito
a dire
nulla a discolpa di Draco, questi sarebbe sicuramente stato ucciso.
L'uomo gettò un'occhiata al divano liso davanti a
sè, ricordando come
se fosse
il giorno precedente quella notte di quasi due mesi prima quando quello
stesso
divano era stato occupato da un Draco in lacrime, che singhiozzava in
modo
incontrollabile.
Nonostante Severus fosse stato, suo malgrado, un tantino impietosito da
quella
scena, sapeva che per il bene del ragazzo non era il momento dei
sentimentalismi.
Lo aveva costretto a raccontare tutto, fin dall'inizio. Fin da quando
era
andato da Magie Sinister l'estate precedente; scuotendolo per le spalle
quando
si interrompeva, e senza concedergli tregua neanche quando veniva
scosso da
singhiozzi tanto violenti che gli impedivano di parlare.
E, alla fine, la verità era venuta fuori; e di certo Severus
non poteva
dire di
avere molte tesi da presentare a discolpa di Draco.
Da quanto aveva appreso, infatti,se i Mangiamorte non fossero
sopraggiunti,
quasi sicuramente Draco avrebbe accettato l'aiuto di Silente e avrebbe
abbandonato il lato oscuro senza pensarci due volte.
Ed era stato questo, che aveva turbato maggiormente Severus.
Il Signore Oscuro non tollerava i tradimenti.
L'uomo aveva aspettato per quelle che gli erano parse ore fuori dalla
porta
della stanza dove si era svolta l'udienza di Draco col Signore Oscuro;
e
all'iniziale sollievo che lo aveva pervaso quando Draco ne era uscito
vivo,
anche se ancora dolorante per gli effetti della Maledizione Cruciatus,
si era
sostituito il sospetto.
Era infatti stato informato, in seguito, dallo stesso Signore Oscuro,
che Draco
era stato risparmiato per portare a termine una nuova missione che
questa volta
avrebbe dovuto svolgere nel villaggio di Godric's Hollow.
E il Signore Oscuro si era addirittura premurato di fargli trovare sul
luogo
una casetta pronta ad accoglierlo!
Inutile dire che Severus aveva scoperto con parecchio stupore questi
particolari organizzativi; ed era rimasto ancora più
sconcertato nello
scoprire
che la missione consisteva nel ritrovamento di un antico oggetto
appartenuto a
Godric Grifondoro.
Perchè tante premure per Draco, che gli aveva appena dato
una chiara
dimostrazione di infedeltà? Cosa se ne faceva il Signore
Oscuro di un
oggetto
appartenuto a Godric Grifondoro? Perchè era stato
così irremovibile
quando lui,
Severus, era andato a chiedergli di far pattugliare Draco da alcuni
Mangiamorte? Si poteva mandare un inesperto diciassettenne a compiere
una
missione senza dargli alcun tipo di indicazione? Perchè il
Signore
Oscuro aveva
definito il semplice ritrovamento di un oggetto uno dei piani
più
significativi? Perchè aveva concesso solo a lui, Narcissa e
Bellatrix
di
conoscere i piani? Qual'era il motivo di tanta segretezza?
Severus era inquieto.
Era inquieto perchè temeva per la sorte di Draco, lo
spaventavano gli
atteggiamenti del Signore Oscuro, e cominciava a sospettare che la
morte di
Silente avesse un secondo fine, oltre a quello di sgombrare la strada
del suo
padrone verso il potere assoluto.
In quel momento, qualcuno bussò alla porta.
Lentamente, l'uomo si alzò dalla poltrona, raggiungendo la
porta con
pochi
passi e aprendola piano; permettendo alla luce interna della casa di
illuminare
parzialmente il volto scuro di Bellatrix Lestrange.
La donna rimase immobile sulla soglia per qualche istante, i freddi
occhi neri
fissi su Severus, prima di mormorare:
- Abbiamo un problema, Piton -
Continua...
NOTE: Il nome Flick Speculatis viene dal latino: speculator, che
significa
spia. Ho scelto questo titolo per il capitolo ispirandomi a Matrix.
Come avrete
capito, in questo capitolo ogni personaggio fa o ha fatto delle scelte
che
comportano conseguenze: Harry ha scelto di rimanere in casa con Draco?
Adesso
si trova privo di sensi nella sua stessa casa. Hermione non ha provato
a
fermare Harry? Adesso deve sorbirsi le proteste di Ron. Piton ha
stretto il
Voto Infrangibile? Adesso di conseguenze, ve l'assicuro, ne
avrà a
bizzeffe.
Voldemort... bé... anche lui ha parecchi scheletri
nell'armadio, ma per
il
momento non vi dico altro. Di domande potete farvene parecchie adesso.
Vi dico
che ho scelto questo titolo per la mia storia perchè
Apocalisse non
vuole dire
solo fine del mondo: significa anche rivelazione, scoperta. Per questo
qualche
segreto oscuro ci vuole...
Il carattere che Draco presenterà durante tutta la storia,
è ovviamente
fedele
al personaggio originale, anche se mi sono ispirata anche al film
Licantropia
Apocalypse, che non mi è piaciuto molto, ma trovo
interessante il
personaggio
di Ghost, al quale la mia distorta fantasia ha curiosamente associato
Draco
Malfoy (Dracuccio non offenderti! Non ti sto dando della femminuccia...
dico caratterialmente.)
Alla prossima,
Babydoll