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Autore: Iwantasmile    02/06/2012    9 recensioni
"Non innamorarti di me." Lo avvertii.
Rise senza capire il senso di ciò che avevo detto.
"Stà tranquilla.. Non potrei mai farlo." Disse prima di baciarmi.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
Mi indicò una panchina, dove andammo a sederci.
“Justin, io non capisco qual è il tuo problema..” Dissi gesticolando.
Mi guardò senza capire.
“Tu.. cosa vuoi da me?” Si guardò intorno e non rispose.
“Potresti avere tutte le ragazze del mondo.. ed anche i ragazzi se vogliamo dirla tutta.. quindi perché vieni da me?” Iniziò a fissarsi i piedi e non rispose.
“Parlare con un muro è più interessante.” Dissi alzandomi e avviandomi verso Rossane.
“Aspetta Bea..” Disse senza muoversi.
Questa volta fui io a non rispondere, così si alzò e vene verso di me.
Non so perché sento il bisogno di cercati.” Iniziò.
Continuai a guardarlo, cercando del senso nelle sue parole.
“Quello che dici.. non ha senso.” Si accostò a me.
“Non ha senso perché forse non hai mai provato questa sensazione Beatriz.”
“Non chiamarmi Beatriz.” Risposi nervosamente senza nemmeno pensarci.
Si mise una mano sulla fronte, e sorrise.
“Bea.. Tieni..” Disse porgendomi dei soldi ammucchiati. Li guardai e poi guardai lui senza capire.
“Sono per questa sera..”
“Sai che non è questo che mi interessa.” Ribattei rimettendoglieli in mano.
“Non mi importa. Io ti pago per stare con me. Indipendentemente da ciò che facciamo.” Me li mise in tasca, prima che me ne accorgessi, e poi iniziò a trascinarmi in strada.
“Dove andiamo?” Chiesi lasciandomi strattonare.
“Dove ci porteranno i piedi.” Mi rispose ridendo.
“No. Dove ti porteranno i piedi.. stai guidando tu in pratica.”
Si fermò di scatto, permettendomi di avvicinarmi a lui, poi mi strinse la mano e iniziammo a camminare insieme.
Non dissi una parola, finchè non ci fermammo su una panchina, in piazza.
Sbuffai.
Rise. Ancora. Mi stava snervando.
Aprii la borsa, e ignorandolo presi un libro, iniziando a leggere.
Con una mano, mi afferrò la parrucca e la spostò, lasciandomi cadere i capelli sulle spalle.
“Tu non sei così Bea..” Disse ad un tratto.
Lo guardai.
“Così come?”
“Tu sei una di quelle ragazze che legge romanzi d’amore..” indicò il mio libro, poi continuò.
“Tu sei una di quelle ragazze che piange di fronte ai film commoventi. Tu ridi quando sei nervosa, e non ti piace che ti vengano imposte le cose. Tu ti vendi ad altri ragazzi, solo perché non sai più a quale figura maschile aggrapparti.. “
Stava per continuare, ma lo bloccai.
Mi sentii bruciare dentro, le sue parole mi stavano ferendo.
“Tu credi di sapere tutte queste cose di me dopo avermi portata a letto? La verità è che tu non sai niente. Non sai niente.” Dissi alzandomi e aprendo la borsa.
Presi i soldi e glieli lanciai addosso.
Iniziai a correre verso casa mia.
Non mi importava il fatto che lui vedeva in me una persona diversa.. la cosa a darmi fastidio.. era l’ultima frase che aveva detto.
‘Tu ti vendi ad altri ragazzi, solo perché non sai più a quale figura maschile aggrapparti..’
Sin da piccola, sono stata sempre una bambina allegra, solare ed euforica.
Mi piaceva parlare con i grandi, soprattutto con i ricchi imprenditori,a cui papà mi presentava.
Trascorrevo le giornate, fra giochi e risate con mio padre.
Raggiunti i quattordici anni i punti di forza del mio carattere crebbero ancora di più.. Finchè quel 25 aprile non arrivò quella chiamata.
Mio padre stava andando a Los Angeles per affari, e quanto pare, la sua auto si era ribaltata.
Mia madre, appena chiuse il telefono iniziò a piangere, e venne verso di me.
Fece cento giri di parole, ma le sue lacrime mi bastarono a capire tutto.
Da quel giorno la mia vita cambiò.
Iniziai a fare i conti con la realtà, trasformando la mia vita in qualcosa di cui sono la prima a volermene liberare.
Non piansi allora, non versai nemmeno una lacrima.. Invece ora sembra proprio che i miei occhi vogliano sfogarsi..
Glielo impedii, reprimendo le lacrime.
Arrivai di fronte all’immensa villa di casa mia,superai il cancello, e mi fermai di fronte all’ingresso.
Forse l’unica cosa è che mi stavo rendendo conto di non voler essere quella che ero diventata.
Sentii dei passi alle mie spalle, mi voltai e lo vidi.
Era fuori il cancello, e si appoggiava ad esso, segno di stanchezza.
“Bea ti prego..” Riuscii a sentirlo dire da lontano.
Immaginai di voltarmi e sbattergli la porta in faccia, invece i miei piedi mi condussero di fronte a lui.
“Bea.. solo una cosa..” Lo guardai.
“Scappando dalla verità, non raggiungerai la felicità.”
A dividerci c’era un cancello, dargli uno schiaffo non sarebbe stata un’ottima idea.
Si abbassò il cappuccio, e si sporse verso di me.

Feci lo stesso, senza pensarci, e gli impressi un lieve bacio sulle labbra.
Poi fu come, riprendersi dopo un abbassamento di pressione.
Lo guardai sbalordita, anche se la cosa che mi scioccò, fu me stessa.
Allungai la mano, e sul suo volto rimasero le mie cinque dita.
Sorrise, e anche al buio vidi i suoi denti brillare.
Si voltò e lo vidi allontanarsi.

Restai a seguire con lo sguardo la sua figura, fin quando non scomparve nel buio.
Poi trasalii, mi guardai intorno.
Cosa stavo facendo? O meglio, cosa avevo fatto?
In realtà ero stata io a baciarlo..Cosa mi era saltato in mente?
Mi sfiorai le labbra.. e mi resi conto che l’altra sera a casa sua, oltre a sfiorarci, non c’erano stati grandi contatti fra le nostra labbra.
Ed io come un idiota, lo avevo baciato di fronte casa mia.
Entrai sbattendomi la porta alle spalle e mi diressi direttamente in camera mia.
Trovai mia madre, seduta sul mio letto ad aspettarmi.
“Beatriz..” Disse con tono severo.
“Che vuoi adesso?” Dissi scocciata.
Mi dava noia, che stesse in camera mia.
“Voglio solo parlare con te.. Tutto qui.” Mi tolsi le scarpe e iniziai a struccarmi.
“Sono stanca. Non ora.”
“Beatriz..” Disse. Poi abbassò la testa, sospirò e si alzò.
“Domani mattina devi alzarti presto.”
“Non ne ho intenzione.” Risposi guardando l’enorme strato di trucco che mi copriva il volto.
“Non mi va di ricorrere sempre alla minaccia su Will ,Beatriz..”
Sgranai gli occhi.
“Sai già che ti odio?” Dissi girandomi.
“Impossibile non saperlo me lo ripeti sempre.”
Feci una smorfia..
Lei si aggiustò il vestito ed uscì, lasciandomi sola con il mio falso sorriso.
Proprio mentre il rumore dei suoi tacchi si disperdeva in casa, Will entrò dalla porta e mi salto addosso.
Lo presi tra le braccia e accarezzai quel labrador, che mio padre mi regalò pochi giorni prima di morire.
Erano pochi i momenti di gioia ormai.. però cercavo di godermeli tutti.
Prendo dalla borsa il mio cellulare all’ultima moda che mi madre mi aveva comprato, e controllai la mia casella e-mail.
Ignoro i vari messaggi da mia madre, e apro quello di Jeiden.
‘ Ehi Bea, se non hai da fare domani mattina potremmo infiltrarci ad un concerto che ne pensi?’
Questa si che era un’ottima idea. Ma come avrei fatto con mia madre?!
‘Ci sto. Ci vediamo alle 6 da me?’
‘ Perfetto Bea a domani.’

Spensi il telefono.
L’indomani mattina avrei deciso che fare con mia madre.
Andai a dormire, portando Will con me. Lo accarezzai fin quando non mi addormentai.
L’indomani mattina alle 5.30 il mio i-phone iniziò a suonare. La sveglia.
Mi alzai, e dopo essermi sciacquata mi infilai dei vestiti a caso.
Collant a rete, shorts,maglia rossa e anfibi. Penso che per un concerto possa andare.
Non mi truccai. Non ne avevo voglia, e poi Jeiden continuava a chiamare di continuo.
Presi il telefono, lo infilai nella tasca dei pantaloncini, e scesi silenziosamente.
Bene, mia madre dormiva ancora.
Scesi sotto e salutai Jeiden.
“Ciao bestia..”
“Ciao scema..”

L’amicizia tra ragazzo e ragazza è davvero meravigliosa.
“Quindi.. chi canta?” Chiesi salendo sul sellino della sua moto.
“Justin Bieber..”
Sperai di aver sentito male, e sgranai gli occhi. Io ad un suo concerto? No.

Ragazze ehi..
Innanzitutto scusatemi per non aver postato ieri il capitolo..
Poi, mi hanno sospeso l’account Twitter, ed ora mi sto collegando
con @ILoveTheBiebes3
Oggi Justin è in Italia.. che improvvisamente sembra più bella non credete?
Ahahahaahahahaha
Io, come molte altre, continuo a sperare in Roma.
Un bacione ragazze
-Erika
  
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