Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Holly Rosebane    02/06/2012    11 recensioni
«Avete ventiquattrore di tempo per arrivare a conoscervi di nuovo, come quattro anni fa.
Per tornare a capire chi siano veramente Harry Styles e Billie Donovan.
Se entro la mezzanotte non ci sarete riusciti, allora rimarrete così per sempre.»

~
Mi toccai i capelli. Morbidi, corti, ricci.
No.
Doveva essere un incubo. Stavo ancora sognando.
Non avevo mai creduto al fantasy soprannaturale, perché iniziare quella mattina?
Ma non c’era altra spiegazione, se non che... sì, per forza.
Ero finita nel corpo di Harry Styles.
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 








III

 
 

Una delle cose più belle nella vita, è trovare qualcuno che riesce a capirti, senza il bisogno di dare tante spiegazioni!
(K. Gibran)
 


 
Billie
 
 
 

Muoversi con quei pantaloni aderenti e quella maglietta almeno quattro volte più larga di quanto sarebbe servito ad Harry, era stressante. Cioè, non tanto indossarli, quanto sentirsi lui dentro di essi.
Styles camminava sempre con quell’andatura disinvolta, sicura e svogliata, come quei ragazzi che sapevano sempre ciò che volevano, e non dovevano faticare per ottenerlo. E che erano obbligati da leggi non scritte a fare qualcosa di cui avrebbero volentieri fatto a meno.
Ostentare quell’atteggiamento, per una che camminava a passo spedito e testa alta, spalle dritte e busto in fuori come me, era impossibile. Oltretutto, avevo l’impressione che chiunque mi guardasse, sapesse che fossi una donna intrappolata nel corpo di un ragazzo, mod e writer per giunta.
E quei riccioli. Ondeggiavano per qualsiasi mossa facessi, andavano dove gli pareva, non stavano mai un minuto fermi. Non potevo certo trattenerli con l’elastico o le mollette, e così dovevo sempre aggiustarli con le mani, scompigliandoli. Erano passati svariati minuti e già non ce la facevo più ad essere Harry Styles.
In casa sua si respirava un’atmosfera pesante, elettrica. Sua sorella mi aveva sgridato, per aver fatto casino alle sette del mattino, e averla svegliata. Dei genitori, neanche l’ombra.
Non c’era sua madre a preparargli la colazione, a chiedergli come avesse passato la notte, a salutarlo con un bacio, prima che andasse a scuola.
Suo padre non faceva battute sarcastiche sui suoi vestiti, non lo informava delle ultime notizie che aveva sentito al tg, non lo abbracciava prima di lasciarlo andare via. Non aveva un fratello come Tom, pronto ad accompagnarlo ovunque, a farlo sentire speciale, a rompergli le scatole con le sue battutacce divertenti. Harry doveva cucinarsi la colazione da solo, tutte le mattine, in silenzio. La televisione era sempre spenta, il telecomando nascosto chissà dove.
Nessuno s’informava di come stesse, di quello che facesse, di dove andasse o con chi. Era come se vivesse da solo, a casa dei suoi. Gemma lo trattava malissimo, e lui non aveva nessuno con cui parlarne, eccetto forse i suoi amici.
Me n’ero resa conto solo dalla mattina, quando ero rientrata e avevo trovato quella ragazza sulle scale, ad attendermi, con un’aria assassina in volto. Mi aveva urlato in faccia che l’avevo svegliata, e che di conseguenza non sarebbe più potuta tornare a letto. Tuttavia, era parsa stupita di non avermi sentito replicare. Forse Harry la insultava, rendendole pan per focaccia.
Ad ogni modo, essere lui non era di certo facile. Come salire sul suo maledetto skate, quella macchina infernale prodotta dal demonio. Ci avevo provato, ed ero finita dritta a terra, fra le risate di quell’idiota che mi spiava dalla finestra di fronte. Nel mio corpo, ci terrei a sottolineare.
Arrivai a scuola, e mi sembrò di aver compiuto le dodici fatiche di Ercole. Distinsi la chioma selvaggia di Brooke e i vestiti bon ton di Mona, e corsi da loro, estremamente sollevata di poter vedere due volti amici, dopo tanta stranezza.
 Mi feci largo fra la calca della Woodrow Wilson High, smaniosa di rivelare loro tutto.
«Brooke! Mona! Non potrete mai immaginare quello che sto per dirvi…» esordii, raggiungendole, e mettendo una mano sulla spalla di Mona. Si voltarono entrambe, e mi fulminarono con un’occhiataccia.
Oh, mio Dio. Avevo rimosso di essere nel corpo di Harry Styles.
«Che vuoi, Styles? È l’ennesimo scherzo che tu e i tuoi amichetti idioti avete messo su?» mi attaccò Brooke, incrociando le braccia.
«Già, Harry. Cosa avresti mai di tanto importante da dire a noi due?» disse Mona, scrollandosi di dosso la mia mano. Indietreggiai di un passo, spettinandomi i riccioli.
Giusto.
Come raccontarglielo senza sembrare pazza o psicopatica?
Tacqui, e loro continuarono a squadrarmi, minacciose. Brooke scosse la selvaggia criniera color ebano, facendomi a pezzettini con gli occhi. Lei era quella che odiava Harry di più, perché aveva creduto che con Mona avrebbe messo la testa a posto.
Veniva dall’America, si era trasferita poco dopo dell’inizio della prima superiore. Aveva i tratti tipici di quelle bellezze latinoamericane, con gli occhi grandi e le ciglia lunghe, nasino con le narici un po’ larghe e bocca ben delineata, con labbra rosse, piene e carnose, pelle olivastra e modi schietti. Era la simpatica del gruppo, e quella che acchiappava sempre più ragazzi.
Spostai lo sguardo su Mona. La conoscevo da quando ero piccola, più o meno dai tempi delle elementari. All’inizio ci odiavamo a morte, perché l’una cercava sempre di superare l’altra, in qualunque campo. Poi, scoprimmo di avere parecchi interessi in comune, e diventammo amiche. Fu lei la prima a restarmi accanto, quando Harry aveva preso quella brutta piega, in prima liceo.
Mona aveva l’aria tipica della brava ragazza acqua e sapone, dolci occhi color cioccolato, naso alla francese, rosee labbra sottili spesso piegate in un sorriso e incarnato marmoreo. Non si abbronzava quasi mai, neanche al mare. Aveva i capelli come i miei, solo molto più corti. Fino alle spalle, più o meno. Vestivamo in maniera simile, a differenza di Brooke, che azzardava sempre, abbigliandosi in maniera piuttosto provocante.
Riflettei su come fosse meglio introdurre l’argomento. Se in maniera diretta e brutale, o pacata e gentile.
«Allora? Stiamo aspettando.» Brooke interruppe i miei ragionamenti. Sospirai.
«Ascoltate… è… è una cosa complicata, però voi dovete assolutamente credermi!» esordii, fissandole negli occhi. Mona incrociò le braccia, e la sua amica alzò un sopracciglio.
Inspirai a fondo. E poi espirai.
«Io non sono Harry.» decretai, semplicemente. Mi fissarono entrambe con gli occhi strabuzzati, come se avessi appena parlato una lingua aliena.
«Ci stai prendendo in giro, Styles?» mi chiese Brooke, mordendosi l’interno della guancia, imbastendo la sua espressione alla ghetto girl. No, si stava mettendo male.
«Per niente, Brooke, dovete credermi. Sono io, Billie. Nel corpo di Harry, però!» cercai di spiegare, ma Mona scoppiò in una risata sarcastica.
«Ne abbiamo abbastanza delle vostre commedie! Gira a largo, Styles.» mi disse, spingendomi per farla passare. Che cosa?!
La fermai, stringendole un braccio. Si voltò, guardandomi shockata.
«Mona, ti giuro che sto dicendo la verità. Sembra assurdo e folle, lo so! Ma è così, credetemi!» esclamai, implorante. Brooke si passò una mano fra i capelli, sospirando. Mona guardò la mia mano che stringeva il suo braccio, cercando una frase brutale ma cortese per farmi mollare la presa.
Dovevo trovare un modo per dimostrare loro che quanto stessi dicendo era vero. Qualsiasi modo.
«Ok, allora… chiedetemi qualcosa!… Qualcosa che solo Billie potrebbe sapere. Se sbaglio la risposta, vi lascio andare. Altrimenti, dovrete credermi.» decretai, più seria che mai. Mi spettinai i riccioli, nervosa. Non era stato un impulso del corpo di Harry, ero proprio io che mi sentivo agitata.
Vidi le due ragazze scambiarsi un’occhiata d’intesa. Lasciai andare Mona, indietreggiando di qualche passo per lasciarle parlare. Dopo alcuni istanti, fu Brooke a rivolgermi la parola.
«Come vuoi, Styles. Hai una sola possibilità, però.» ribadì la ragazza, sventolandomi l’indice davanti agli occhi. Annuii, incrociando le braccia.
Sapevo tutto, non avrei mai potuto sbagliare. E loro avrebbero dovuto credermi per forza.
«Dimmi il nome del mio peluche preferito.» disse Brooke. Sorrisi.
«Mr. Twinkle. È una foca della Trudy, che hai da quando avevi cinque anni.» risposi, decisa. La vidi spalancare la bocca, e poi coprirla con la mano di scatto. Iniziò a scuotere la testa, quando Mona mi afferrò per le spalle, piantandomi negli occhi lo sguardo più serio e inquisitorio che avesse.
«Cosa mi dicesti, quel giorno alle elementari, quando diventammo amiche per la prima volta?!» chiese, alzando un po’ la voce. Le sorrisi. Come dimenticare?
«I panda hanno sempre un occhio nero. Anzi, tutti e due.»
«Oh, mio Dio.» mormorò la ragazza, lasciandomi andare. Agganciai le mani alle spalline dello zaino, osservandole. Erano allucinate e incredule. Brooke, forse, ancora un po’ scettica.
«Mi credete, adesso?» domandai, e Mona annuii.
«Va bene, ammettiamo che dentro questo corpo ci sia Billie… ma perché è successo?!» sbottò Brooke, squadrandomi con attenzione, quasi stesse cercando una prova visibile della ragione di quanto era accaduto. Scossi la testa, mio malgrado.
«Non lo so, Brooke. Stamattina mi sono svegliata, ed ero Harry Styles. Impossibile da spiegare.» dissi, triste. Mi avevano finalmente creduta, perché le risposte a quelle domande potevo averle soltanto io. E non ci si poteva arrivare per esclusione, o lo sapevi o niente.
Vidi Brooke spostare lo sguardo oltre le mie spalle, e la sua espressione mutare in un lampo. Da frustrata, divenne nuovamente shockata. Mi accorsi che anche Mona fissava lo stesso punto, e tratteneva a stento una risata.
«Dio, Billie. Se prima avevo dei dubbi, adesso sono certa che qui dentro ci sia tu…» disse Brooke, battendomi una mano sulla spalla, senza riuscire a staccare gli occhi da quello che stava guardando. Le fissai, non capendo.
«Che cosa…»
«Voltati.» disse Mona. Feci come aveva appena detto, e per poco non svenni.
Nel cortile si era aperto un varco, e calato il silenzio. Tutti gli studenti si erano fatti da parte, per lasciar passare una ragazza.
Aveva le gambe più lunghe e belle che avessi mai visto, e uno charme impressionante. Portava i capelli sciolti sulle spalle, lisci e voluminosi, color cioccolato. Non era truccata, ma esercitava un fascino magnetico su chiunque la guardasse.
La maglietta che indossava era parecchio scollata, mettendo in mostra un generoso decolleté, e la minigonna svolazzava ad ogni suo passo. Incedeva sui tacchi come se passeggiasse con le sneakers.
I ragazzi si voltavano a guardarla, fischiandole dietro. Lei sorrise, passandosi una mano fra i capelli. Sembrava una bomba, una tigre. Una dea.
Ed ero io.
O meglio, Harry nel mio corpo. Mi coprii la bocca con la mano.
«Oh, santo cielo.» mormorai, non riuscendo a distogliere lo sguardo da lui… in me stessa.
Che cosa aveva combinato?! Neanche mi ricordavo di averli, quei vestiti.
Le scarpe, poi! L’unico paio con il tacco che avessi mai avuto il fegato di comprare, e che dovevo togliere di corsa dopo un’ora al massimo, perché mi facevano un male tremendo. E lui invece ci camminava sculettando, a lunghe falcate, come una modella alla sfilata di Prada.
Io non ero riuscita a salire su uno stramaledetto skateboard e Harry Styles si destreggiava sui miei stiletto da 12cm come se nulla fosse.
«Billie non si sarebbe mai conciata in quel modo…» disse Brooke a Mona, dietro le mie spalle. Ero troppo sconvolta per voltarmi a guardarle. «Appunto. Non può essere lei.» le rispose. Mi venne voglia di abbracciarla per aver finalmente capito, ma niente, ero paralizzata.
Harry mi individuò nella folla, e sorrise. Si avvicinò a noi, con calma, misurando i passi. Lo fulminai con lo sguardo, aspettando che mi venisse vicino per picchiarlo. Poi mi ricordai che quello era il mio corpo, e quindi non avrei potuto schiaffeggiarlo. Accidenti.
Poco prima di raggiungerci, Harry concluse la sua entrata in scena inciampando nei miei tacchi. Nel cortile scoppiò un boato di risate, mentre Billie Donovan si umiliava di fronte ad Harry Styles… in corpi diversi. Mi protesi in avanti per prenderlo al volo – per prendere me stessa al volo –, e impedirgli di farsi male.
Alzò lo sguardo, fra le mie braccia. Mi sorrise, seducente.
«Bella presa, Miss Perfezione.» sussurrò, rimettendosi in piedi. Lo fissai, con furia omicida.
«Harry… che cosa ti è saltato in mente?!» sbottai, cercando di non urlare per farmi sentire da metà corpo studentesco, che ci stava ancora fissando, fra le risate generali.
Era assolutamente indecente, con quella pezza di cotone al posto della gonna, e la maglietta più scollata che avessi mai visto addosso ad una ragazza. Ridacchiò, compiaciuto.
«Ti piacciono? Li ho trovati nel tuo armadio. Hai un corpo favoloso, dovresti scoprirlo più spesso…» commentò, sistemandosi il top. Mi affrettai a tappargli la bocca con la mano, prima che potesse sparare altre sciocchezze davanti alle ragazze. «Stai zitto, idiota, potrebbero sentirti!» sibilai, mentre lui cercava di liberarsi dalla mia presa. Mi abbassò la mano, riprendendo ossigeno.
«Di chi parli?», chiese, sporgendosi oltre la mia spalla. Vide Brooke e Mona, e le salutò con un sorriso ammaliante.
«Ah, intendevi la strafiga latinoamericana e una delle mie ex!» esclamò. Le ragazze lo salutarono sventolando una mano, cercando di frenare gli accessi di risa. Sospirai. «Si chiamano Brooke e Mona, Harry. Dovresti saperlo, sono nella tua stessa classe!» esclamai, lasciandolo andare. Roteò gli occhi, sorridendo.
«Non ricordo mai i nomi di tutte le ragazze che incontro…» commentò, spostando lo sguardo dall’una all’altra. Mi massaggiai le tempie, socchiudendo gli occhi.
Prevedevo una forte emicrania. E una lunga giornata.
«Sanno?» mi chiese, dandomi di gomito. Annuii, senza guardarlo.
«Billie non si sarebbe mai vestita così, Styles.» gli disse Brooke, squadrandolo da capo a piedi. Che rabbia vedermi conciata in quel modo, sapendo di avere un demonio scatenato dentro… e non poter fare nulla. A proposito.
«Aisha! Dobbiamo chiederle quella cosa!» esclamai, prendendolo per mano e trascinandolo via.
«Ehi, che modi sono questi? Stavo facendo conversazione…» disse, mentre le ragazze lo salutavano con un paio di smorfie, ridacchiando. Sbuffai, continuando a camminare. Lo sentivo arrancare sui tacchi, per cercare di starmi dietro.
Forse avrei dovuto essere più tollerante, con lui. Infondo era pur sempre nel mio corpo. Ma il guaio non l’avevo causato io, nonostante ne patissi le conseguenze. E quindi, niente pietà.
«Harold. Dove scappi con questa sventola? E senza salutarci nemmeno!»
Oh, accidenti.
Mi bloccai all’istante, riconoscendo fra mille quella voce sensuale e canzonatoria, che mi stava chiamando da qualche metro di distanza. Harry s’illuminò.
«Malik!» esclamò, lasciandomi la mano e correndo da Zayn. «No, Harry…!» cercai di fermarlo, ma niente, era già scappato da loro.
Come spiegare ai quattro ragazzi più ribelli e popolari dell’istituto la verità?
E cioè che l’Harry a cui loro erano abituati era nel mio corpo, di Billie Donovan?




Holls' Corner!:

Terzo capitolo, di già!! Comincio subito col dirvi che la povera Billie ne passerà di tutti i colori... specie con un pazzo scatenato come Harry nel suo corpo! Fortuna che anche le sue due amiche si son dovute ricredere, vendendolo, hahahah! Beh, nel prossimo capitolo compariranno anche gli altri quattro fenomeni, ma preparatevi... saranno molto diversi da come li conoscete voi!!
Comunque, non finirò mai di ringraziarvi abbastanza, perché appoggiate le mie folli idee... davvero, non immaginavo che la storia piacesse tanto! E Billie, poi! Lucy Hale ha spopolato, hahahaha! Per chiunque se lo fosse chiesto, Brooke ha il volto di
Jessica Jarrell, e Mona di Kay Panabaker! Mi hanno colpito molto, e le ho trovate abbastanza simili alle idee che mi ero fatta di questi due personaggi.
Bene, ora passo velocemente ai ringraziamenti, per chi recensisce e per i lettori tutti, sia che leggano e basta/seguano/preferiscano/ricordino la storia!! Grazie davvero!
Stasera vi lascio con un'altra gif Harry/Billie, sperando che vi piaccia come quella precedente! Mi farebbe piacere conoscere le vostre idee a riguardo del capitolo, sapere i vostri pareri... ci tengo!
Allora alla prossima, un bacione a tutti!


   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Holly Rosebane