Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: Dorothy257    02/06/2012    0 recensioni
La mia barca non ha tanti anni. Appena uscita in mare era bellissima, tutta tirata a lucido. Ma a causa di molte tempeste e di onde troppo alte ha cominciato a rovinarsi, a mostrare segni irreparabili di usura e decadenza.
La mia barca sta affondando, ma io non voglio abbandonarla per mettermi in salvo. Cerco comunque di rattoppare i suoi buchi, a volte grandi come voragini, con fogli di carta legati assieme da parole.
Non si sa mai che questo le permetta di navigare tranquilla ancora per molto tempo.
[I primi quattro capitoli partecipano al contest "Pensieri affollati - Quando la tristezza ti assale" di Ale HP]
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo quattro.


Citazione: “Morire è facile. È vivere che richiede coraggio.” (Licia Troisi)


Titolo: “Quanto coraggio occorre per riuscire a (soprav)vivere?"
 

E poi succede. Di punto in bianco, senza nemmeno rendermene conto. Riesco a malapena a sentirmi pizzicare il naso ed ogni tentativo di resistenza è vano. La vista mi si comincia ad appannare e l’acqua, che come bacinelle i miei occhi e le mie palpebre cercano di contenere, sembra sul punto di fuoriuscire da un momento all’altro. Sono costretta a strizzare gli occhi prima che mi si gonfino, come enormi palloncini, per il troppo peso che sono costretti a sopportare. Nell’istante in cui li chiudo vedo il buio ed il vuoto che mi circondano e sento l’acqua defluire sottoforma di lacrime. Mi scorrono con un leggero solletichio lungo i profili laterali del naso, agli angoli della bocca, sul mento e giù per il collo. Stringo i denti per non mettermi ad urlare, accontentandomi di questo silenzioso grido di liberazione scatenato improvvisamente, dopo giorni e giorni di attesa, da una delle più stupide cause che possano esistere: una caduta per strada.
A nulla era servito lo scorrere del getto d’acqua della doccia sul volto, a nulla era valso stringere con forza le coperte nel tentativo di addormentarsi tra le lacrime per liberarmi da quel nodo che mi occludeva la gola.
Sempre e solo così sono riuscita a sfogare il peso delle mie frustrazioni, con eventi insignificanti che, probabilmente, ad una persona con un’integrità psichica migliore della mia, avrebbero solamente fatto del solletico. Ed è successo così, nei posti più immaginabili e meno opportuni, che mi mettessi a piangere per un brutto voto preso a scuola, per non riuscire a posteggiare la moto o la macchina, per il peso delle borse della spesa. Ecco perché adesso sono inginocchiata a terra, su un asfalto bollente per il sole di Agosto, a piangere come un bambino mentre i passanti mi scorrono accanto senza considerarmi o voltandosi attoniti e curiosi per assistere all’inusuale scena.
Piango così, inginocchiata sull’asfalto per essere caduta mentre camminavo.
Piango così, a testa alta e guardando il sole perché, nonostante la voglia di abbandonarmi a me stessa desiderando di morire in questo istante per non dover soffrire più sia viva e presente nel mio cuore, la mia mente mi sta già aiutando a rialzarmi, sia dal suolo che dai miei problemi. Perché in fondo morire è facile. È vivere che richiede coraggio, tanto, forse troppo; e non importa quante volte dovrò ancora accasciarmi a terra, io, di coraggio per rialzarmi e per andare avanti, ne avrò sempre da vendere.
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Dorothy257