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Autore: Redrum    21/12/2006    1 recensioni
Sesta e penultima parte delle avventure di Ray Oddname... La quiete prima della tempesta. L'inizio della fine.
«Ma come, Sal?», intervenne Sid, zittendola. «Porca puttana, sei stato in Galles e non ci racconti nulla?»
«È stato per poco, ragazzi», fece Liam tranquillo versandosi vino nel bicchiere fino all'orlo.
«Ma è stato intenso», sghignazzò Sal in risposta, e lanciò un'occhiata di traverso a Steve, che aggiunse:
«E doloroso»
«E doloroso», ripeté Sal, senza smettere di sorridere, ma si vedeva che sotto sotto voleva edulcorare un po' troppo la cosa, lasciando da parte particolari sgradevoli. Ray si spinse in avanti con la sedia, fino a toccare con il ventre sul bordo del tavolo.
«Eh, no, bello, ora ci racconti tutto»
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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(6)

L'OCCHIO DEL CICLONE”



«Sal! Steve!», esclamò Ray senza riuscire a trattenersi. «Come state? Che avete fatto?»

Steve si scostò dalla motocicletta, la cui marmitta cromata riluceva ancora nonostante il sole fosse appena tramontato. Si ravviò i lunghi capelli neri, spostandoli dagli occhi, e abbozzò un sorriso.

«Non c'è male», disse sottovoce, mentre Sal annuiva nell'ombra. Ray notò che il suo amico aveva una ferita abbastanza vistosa su uno zigomo.

«Come mai con questa moto?»

«Lunga storia, Raggio Di Luce1», borbotta Sal, e la sua mano scorse lungo il braccio sinistro scoperto, anch'esso costellato di piccoli graffi e lividi, fino a raggiungere il pacchetto di Lucky Strike nascosto nella manica arrotolata. «Ho perso la bacchetta, e niente... lui mi ha salvato il culo, come sempre»

Ray sorrise lanciando un'occhiata a Steve, che nel frattempo stava parcheggiando la moto accanto al muretto di cinta.

«Mettila dentro, Stee», gli suggerì con un cenno. «È più sicuro. Meglio che nessuno la veda, fuorché noi»

«Ah, Ray», aggiunse Sal. «Ho reclutato Simon “Il Gallese”»

«Chi?»

«Quel mio amico... abitava vicino a me...», proseguì mentre si accese una sigaretta. La collana di Rumore Bianco che aveva al collo luccicò lievemente, facendo dondolare un pendaglio metallico a forma di croce. «Verrà qui tra qualche giorno, e porterà dei suoi amici, così mi ha detto. Non gli amici che credevo, comunque», concluse, e il suo volto si tinse improvvisamente di tristezza.

«Che ha?», domandò Ray a Steve. Lui si limitò a ficcarsi le chiavi della moto nelle tasche del giubbotto nero di pelle. Poi scosse la testa, e disse semplicemente:

«Donne, Ray. Donne»

Ray fece un sorrisetto a metà tra lo sdegnoso e il sarcastico.

«Già.», annuì, e appoggò la mano sulla spalla di Sal. «Dovrai spegnerla, quella, tra poco si va a cena», aggiunse indicando la sigaretta. Sal se la tolse di bocca e la gettò in terra schiacciandola con la punta delle Etnies.

«Abbi pazienza, bello», fece Ray sorridendo, «te l'ho fatta sprecare»

«Ma io me ne batto il cazzo», proferì Sal, e gli sorrise di rimando.


*


La cena fu un evento strano, ma non spiacevole, anzi. Ray ebbe modo di notare che, nonostante tutto, non stava poi così male, adesso, e che l'idea di trovarsi insieme a una quindicina di amici intorno a un tavolo lo faceva sentire felice. Fred e Chris, gli amici di Ryan, erano tornati a casa ad Addison sreet, ma c'era ancora un sacco di gente. Agguantò una sedia accanto ai suoi cugini, mentre Sal si appostava davanti a lui, dando man forte a Jack nel polverizzare tutti i grissini presenti in meno di un minuto. Steve fu circondato dalle ragazze, che lo salutarono con allegria, abbracciandolo strettamente; Ryan e suo cugino Sid si accaparrarono i posti dal lato dov'era seduto Liam, mentre di fianco a Jack si mise sua sorella. Intanto Ellie, sfoderando un sorriso isterico che faceva preoccupare seriamente per l'incolumità del vassoio che stava trasportando, stava mettendo in tavola alcuni crostini. Ray fu vagamente conscio di vederli giungere sul tavolo, prima che suo cugino li facesse misteriosamente sparire in una voragine smisurata che solo per uno scherzo della natura si poteva definire una bocca. Harry, Hermione e Ron si misero dal lato destro di Sal, mentre Julie, Mark e Ellie si disponevano davanti a Ryan e Sid. Nel giro di pochi minuti tutti mangiavano e bevevano di gusto.

«Buona la pasta, Ellie», mugugnò Sal con la bocca piena di fischiotti. Lei sorrise e arrossì un po', poi allungò la mano per prendere il formaggio, col risultato di rovesciare la saliera. «Ma Michael dov'è?»

«A casa sua, con Becky, probabilmente», rispose Harry passandosi una mano tra i capelli spettinati. «Ormai è da un po' che non sono qui»

«Lei sta bene?»

«Sì, per fortuna», rispose Mark. «Ma non credo che supererà mai la cosa»

«Michael che ha fatto poi, quando l'ha saputo?»

«Niente, ha scelto di restare con lei. Poi non si è più visto», mormorò Hermione apprensiva.

«Lui e Mark hanno litigato», intervenne Ellie in tono serio. «Interessi diversi... Non si parlano molto»

«Macché litigato, lui manco se ne rende conto, di essere così insopportabile»

«Non dovrebbe andare così. In un periodo come questo, l'ultima cosa da fare è allontanarsi se si era amici»

«Lo so, Sal, ma con lui è impossibile parlare seriamente, non si sopporta!», spiegò Mark addentando l'ultima polpettina di carne del sugo. «Almeno, io non lo reggo. Meglio se ci sto lontano»

«Povero Michael», disse Ryan serio.

«Macchè povero, cavoli suoi, se vuol stare da solo», replicò stizzita Jane.

«Come sei scema»

«Scema io?», soffiò Jane afferrando minacciosa una grattugia e spargendo riccioli bianchi di parmigiano in testa a Ellie, che le stava accanto. «È meglio se la pianti!»

«Ma come, Sal?», intervenne Sid, zittendola. «Porca puttana, sei stato in Galles e non ci racconti nulla?»

«È stato per poco, ragazzi», fece Liam tranquillo versandosi vino nel bicchiere fino all'orlo.

«Ma è stato intenso», sghignazzò Sal in risposta, e lanciò un'occhiata di traverso a Steve, che aggiunse:

«E doloroso»

«E doloroso», ripeté Sal, senza smettere di sorridere, ma si vedeva che sotto sotto voleva edulcorare un po' troppo la cosa, lasciando da parte particolari sgradevoli. Ray si spinse in avanti con la sedia, fino a toccare con il ventre sul bordo del tavolo.

«Eh, no, bello, ora ci racconti tutto», gli disse lentamente, guardandosi attorno in cerca di approvazione. Ryan e Jane, intenti a battibeccare come erano soliti fare alle cene, si bloccarono e iniziarono a tartassare Sal.

«Dai, dicci!»

«Hai reclutato gente?», chiese Mark, il tovagliolo stretto nel pugno chiuso. «Verrà qualcuno?»

«Hai trovato una che ti garba?», fece Jane sorridendo con il suo tipico sguardo voyeur, e Ray udì un tonfo sordo seguito da un mugolio, che altro non poteva essere che un calcio di Jack sotto il tavolo che aveva mancato il bersaglio. Steve si schiarì la voce, e Sal iniziò a guardarsi attorno, circondato da facce ansiose di sapere, fatta eccezione per quella di Jack, intenta ad esprimere coi lineamenti quelle che, dotate di audio, sarebbero certamente state le peggiori blasfemie mai udite prima. Sal si sistemò sulla sedia di legno, mentre Ray si accorgeva in quel preciso istante che né Ron né Julie avevano mai aperto bocca quella sera. Ebbe appena il tempo di allontanare dalla mente una sgradevole battuta che coinvolgeva entrambi con il loro 'aprir bocca', quando Sal iniziò a raccontare.

«Non vi sto a dire tutto quello che mi è successo, sarebbe troppo lungo e inutile. Le cose essenziali basteranno. È meglio arrivare dritti al punto», disse sbadigliando, e Ray si rese conto che al suo amico mancava un molare, «In poche parole, sono riuscito a rintracciare solo uno dei miei amici, il solo che non mi ha tradito»

«Che?», chiese ad alta voce Sid, ma Jack gli intimò di tacere.

«Sì, esatto...», proseguì Sal. «Quelli che pensavo fossero amici si sono rivelati essere dei veri stronzi, e ci ho pure rimediato un sacco di botte. Già, ragazzi, Liam aveva ragione quando eravamo dal sognor Galsworthy. Bisogna chiamare anche i Babbani... perché i Mangiamorte ci hanno già pensato.»

«Oh, mio Dio», gemette Ellie.

«Lo sapevo», mormorò Hermione, portandosi la mano alla bocca.

«Evasi, ladri, ubriaconi, instabili, malviventi, vandali... si sono tutti uniti in una specie di setta... erano in un pub. C'era un mago che lanciava incantesimi da far paura, e credevo fosse tipo il loro capo, almeno finché non ho visto un altro tizio, forse un Babbano, non so... mi sembrava familiare ma non doveva essere gallese... Era parecchio grosso, stava sempre nell'ombra e si faceva chiamare Big D»

«Dudley!», esclamò Harry di colpo. «Quell'idiota. Avrei dovuto immaginarlo, quel maledetto schifoso...»

«Lo conosci?»

«Mio cugino, sì, è un Babbano... fa la boxe e si crede chissà chi. E non è affatto del Galles. Ha la nostra età ma è grosso, e adora fare il vandalo»

«Insomma... mi hanno fatto nero, ma io sono riuscito a capire il loro piano»

«Piano? Che piano, Sal? Cosa faranno?», chiese Ray teso. «Ti hanno seguito?»

«No, io non c'entro niente... Sono stati stupidi, parlavano a voce alta dei loro progetti...»

«Idioti», convenne Sid scuotendo la testa.

«Allora? Che hanno intenzione di fare?», volle sapere Harry.

«Ci sarà un concerto a metà agosto, al London Arena... Una specie di Unholy Alliance, mi par di aver capito... insomma, migliaia e migliaia di Babbani riuniti in un luogo circoscritto. Quegli stronzi vogliono attaccare in massa durante il concerto... e lo faranno appena suoneranno i Korn, è quello il momento prestabilito. Quando accadrà, il pubblico sarà talmente sballato che non si renderà conto di niente»

«Oh, merda... Allora?»

«Noi dobbiamo esserci. Dobbiamo impedirlo»

«Sì, ma come? Compriamo i biglietti?», ironizzò Ryan.

«No. Ci Materializzeremo a gruppi all'interno, a concerto iniziato. Nessuno ci farà caso. Poi aspettiamo»

«Ma i Babbani? Saranno in pericolo!»

«Lo saremo anche noi, Ellie», fece Steve serio. «Sal ha ragione, non c'è altro modo»

«Sì che c'è!», intervenne Ron per la prima volta. «Non si può bloccare il concerto?»

«È vero, cazzo!», aggiunse Ryan. «Diciamo ai poliziotti che c'è una bomba, e fine della storia!»

«Così non risolveremmo nulla, coso. Otterremmo solo un casino tremendo, probabilmente verremmo denunciati o linciati dalla folla incazzata.», rispose Liam saggiamente, e Jack aggiunse:

«I Babbani possono tornarci utili. Durante un concerto sono pronti a qualsiasi cosa»

«Esatto», annuì Sal. «E so io come fare. Ho un piano anch'io». Ci fu silenzio mentre tutti annuivano convinti dalle sue parole. Poi si udì uno strano ronzio sordo, tipo feedback, e Julie scattò in piedi urlando:

«IRIS!»

Ray vide che la ragazza stave reggendo in mano quella che sembrava una piccola cornice azzurro metallico. La riconobbe essere il suo Specchio a Doppio Senso, quando vide luccicare sulla superficie all'interno il volto preoccupato di Iris Trench, la migliore amica di Julie.

«Iris, dove sei?», chiese Julie a voce alta. Gli occhi tondi di Iris saettarono da una parte all'altra, e poi finalmente sorrisero.

«Appena entrata a Godric's Hollow, ma non vi trovo!». La sua voce risultava lievemente distorta, quasi come se ci fosse un'interferenza radiofonica.

«Allora ci sei quasi, prosegui a diritto, esco a incontrarti!»

Julie si allontanò dal tavolo, spingendo rumorosamente la sedia all'indietro, e si diresse verso la porta. Gli altri ragazzi e ragazze iniziarono a rumoreggiare, in attesa. Quando Julie fu uscita, rimase solo la porta aperta, che ondeggiava al vento estivo, mentre i grilli frinivano in sottofondo. Poi si udì uno strillo di gioia, e un sacco di risate. Ray scattò in piedi insieme a Sal, e stavano per lasciare il tavolo quando Julie rientrò insieme a Iris.

«Ciao a tutti!», salutò lei, e tutti risposero schiamazzando. Sal la abbracciò e lo stesso fece Ray, prima che Iris fosse agguantata e sbaciucchiata dalle ragazze. Prima che Ellie le saltasse addosso rischiando di spezzarle una dozzina di costole – era alta un metro e ottanta, cioè venti centimetri buoni più di Iris – Ray notò che la ragazza le aveva lanciato un'occhiata complice. Gliela restituì senza capirne il motivo. A un tratto la sua attenzione fu catturata da altri rumori di passi fuori dalla porta, e il suo cuore fece un salto quando vide affacciarsi alla soglia Luke Gordon e Nicholas Nightingale.

«Guarda chi c'è!!!», esclamò Jack lasciando cadere la forchetta sul piatto.

«Li ho cercati e li ho portati con me», spiegò Iris ridendo. «Erano insieme, e non facevano nulla di costruttivo!»

«Grande Luke!», fece Ryan. «Cos'è, hai fatto altri palindromi?»

«No, ma ci ho pensato coninuamente!», rispose lui, e tutti risero.

«Bughedessantima!», esclamò Nick togliendosì il cappellino bianco. Era questa la sua espressione preferita, e sia Ray che Sal sapevano come rispondere.

«Lellellellellé!», fecero in coro, consapevoli di essere guardati interrogativamente dal resto delle persone in quella stanza.

«Dài, venite a mangiare con noi», intimò loro Jane, spostandosi con la sedia. «Se scaliamo c'è posto...»

«Via giù, arrivo», fece Nick chiudendo la porta e avvicinandosi.

«Io ho già mangiato!»

«Luke, sei un asociale di merda! Dài, vieni qui!», esclamò Sid facendogli cenno. Luke si arrese e si sedette imitando Nicholas. Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante, quando entrambi si accorsero della presenza di Harry, Ron ed Hermione. Poi Nick sparò un rutto mostruoso, si guardò intorno e disse:

«Bah, ci sono anche Larry, Bon-Bon e Efestione! Salve!»

Tutti scoppiarono a ridere, e iniziarono a chiacchierare e scherzare senza sosta. Avrebbero raccontato tutto ai nuovi arrivati più tardi, perché sapevano che quell'atmosfera serena non andava incrinata, mantenerla era più importante di qualsiasi altra cosa... forse più importante persino dei Mangiamorte. Erano tutti insieme, come veri amici... erano vicini. E in quel momento, per Ray, nulla aveva più importanza.


*


«E questo sarà quello che Voldemort farà, se non lo fermiamo». Harry si fermò, lasciando il silenzio attorno a sé. Tutti lo fissavano in silenzio, frastornati. Aveva appena rivelato il segreto degli Horcrux, il vero motivo per cui c'era stato quel silenzio improvviso, non dovuto invece all'aver pronunciato il nome di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Era mattina, e il sole splendeva caldo sopra le fronde degli alberi, intiepidendo i davanzali delle finestre. Su uno di essi stava appoggiato Ray, durante il discorso di Harry, e annuiva lentamente. Sentiva che era giunto il momento di dirlo, e una rapida occhiata ai volti preoccupati dei suoi cugini lo fece sbloccare.

«Credo che abbiamo trovato il vero Horcrux di cui parlavi. Quello della grotta. Quello che cercava Silente.», disse. Harry si voltò verso di lui, imitato dagli altri ragazzi, riuniti in cucina per la colazione.

«Cosa? Dove?!»

«Siamo andati a pescare giorni fa...», iniziò Jack gesticolando. «...e a Ray si è impigliata la lenza, pensavamo fosse una roccia, in realtà era un corpo putrefatto di un uomo, sul fondo del mare. Teneva in mano un medaglione tutto annerito.»

«Io... Noi...», intervenne Liam, «crediamo sia R.A.B.»

Calò di nuovo il silenzio, mentre Harry pensava tra sé e sé. Poi Hermione si fece avanti.

«Ma scusate, se Voldemort ha ucciso o fatto uccidere R.A.B., perché mai avrebbe dovuto lasciarlo insieme al vero medaglione? Anche se distrutto, avrebbe comunque costituito una prova dell'esistenza dei suoi molteplici Horcrux», spiegò saggiamente. Ron era stupefatto.

«Ma come fa?», chiese guardandosi intorno incredulo. «Ha sempre la risposta a tutto»

«Sai», replicò lei seccamente, ma si vedeva che gli occhi le piegavano il volto in un sorriso. «Succede quando si prendono appunti, Ronald»

«Non chiamarmi Ronald», fece Ron rabbrividendo, e tutti risero.

«Insomma», tagliò corto Harry. «Ray, può darsi che tu abbia ragione, ma io comincio a pensare che Hermione non abbia tutti i torti. Insomma, è più probabile che quell'Horcrux che R.A.B. ha già “provveduto a distruggere” sia semlicemente nascosto, altrimenti Voldemort l'avrebbe cercato, o comunque non l'avrebbe buttato via insieme al corpo di R.A.B. Voglio dire, tu trovi il suo cadavere nel mare, con l'Horcrux ancora in mano? Non so voi, ma a me sembra tanto una messinscena.»

Ci fu un brusio generale di consenso, e tutti annuirono convinti. Ron guardò i presenti, evitando palesemente di incontrare gli occhi di Ray, che lo stava ignorando.

«Io... io proporrei di fare un po' di allenamenti, no, Harry?»

«Sì, buona idea, oggi che siamo di più lavoreremo meglio»

«Facciamo un ripasso e anche qualcosa di nuovo», propose Julie titubante.

«Qualche formula figa», aggiunse Sid, che evidentemente non vedeva l'ora di provare l'Incantesimo Ingrandisci-Pene o qualcosa di simile.

«Roba per difenderci», concluse Nick.

«Okay, d'accordo ragazzi... Oggi faremo un po' di tutto, ci servirà al concerto. Quanti hai visto fra Mangiamorte e Babbani, quella sera, Sal?»

«Non te lo saprei dire con certezza... Meno di noi, comunque. Io credo che vogliano solo fare un po' di casino. E per casino intendo ammazzare un po' di gente e poi scomparire nel nulla, in modo da creare il panico. La folla impazzita farà il resto. Tremendo vero?», aggiunse dopo una pausa ad effetto.

«Già», annuì Ray. «Tremendo».


*


«Allora... adesso mettetevi di nuovo a coppie come prima, così ripassiamo tutti insieme... uno di voi fa il nemico, così abbiamo la possibilità di fare due incantesimi in uno, uno per attaccare e uno per difendersi»

Harry era in piedi su un tronco mozzato, sul giardinetto che stava sul retro della casa, posto ideale per allenarsi in quanto riparato da alberi enormi. Indicò Jane e Sid Hewitt, e fece loro segno di avvicinarsi.

«Ragazzi, venite qui... allora, tu ti metterai laggiù e attaccherai lei con un Incantesimo Di Ribaltamento, mentre Jane si difenderà con un Incantesimo Scudo»

«Perchè non ci mettiamo un altro incantesimo in mezzo, così ne sperimentiamo di più?», propose Ray sventolando la mano.

«Tipo?»

«Beh, tipo quello di Ascensione», rispose Ray. «Io lo uso per volare, e mi gasa una marea»

Harry annuì.

«L'Ascendio

«Proprio, solo che molti sbagliano a usarlo... cioè fanno come c'è scritto sul libro, puntano la bacchetta nella direzione in cui vogliono andare... invece all'opposto l'incantesimo rende il triplo»

«Cioè vuoi dire usando la bacchetta come un reattore?», chiese Hermione stupefatta.

«Kee-rect», annuì Ray imitando il pagliaccio It di Stephen King.

«Cos'è un Re Attore? Eh, cos'è, 'Mione?», fece Ron incuriosito, colpendola sulla spalla come un bambino piccolo che vuole che i genitori gli rivelino dove hanno nascosto la cioccolata.

«Smettila, Ron!», sbottò Hermione esasperata, ma si vedeva che era arrossita in modo assurdo. Ray sorrise e si rivolse a Sid.

«Dai, prova, Shewitt», gli intimò. «Tu puntala verso il terreno, piegata all'indietro, così voli in avanti. Mentre voli addosso a Jane le scagli l'Everte Statim e lei lo respinge con lo Scudo»

Sid parve pensarci un'eternità prima di raggiungere una decisione. Poi annuì a sua volta.

«Okay, gente, io provo, chissene», borbottò. «Ma smettila di chiamarmi Shewitt, mi fa cagare»

Si avvicinò all'albero che aveva alle spalle, camminando all'indietro. Jane si mise in posizione, mentre gli altri presenti guardavano incuriositi. Il ragazzo si pettinò all'indietro i capelli corvini e si rimboccò le maniche della camicia. Espirò, teso, un paio di volte, poi posizionò la bacchetta come gli aveva detto Ray.

«Sid, ricordati però di concentrarti sulla destinazione, un po' come con la Smaterializzazione, altrimenti finisci piantato in terra fino alle ginocchia», lo avvertì Ray con tono serio.

«No, che palle, le Tre 'D' di quel cazzone...», fece lui alzando gli occhi al cielo. «Jane, sei pronta?», domandò aggiustandosi gli occhiali da sole sulla fronte.

«Io son qui da un'ora, quando hai finito di farti il pedicure», ironizzò lei allargando le braccia.

«Ok... allora... Ascendio

Sid fu scagliato in alto e in avanti a una velocità incredibile. Sorpreso, ebbe appena il tempo di gracchiare 'Everte Statim', prima di piombare al suolo come un pezzo di legno marcio. Jane si precipitò a soccorrerlo, non curandosi dell'Incantesimo di Ribaltamento che Sid le aveva appena lanciato, considerando che l'unica cosa che era riuscito a ribaltare era stato un vaso di fiori a dieci metri di distanza.

«Sid, succede, non eri abbastanza concentrato, l'incantesimo ti ha mandato dove avevi puntato la bacchetta»

«Succede un par di palle!», sbraitò lui rialzandosi e spazzolandosi i jeans, con la faccia molto simile a quando Jack gli aveva inviato una Strillettera con registrato un rutto fortissimo, proprio mentre stava abbordando una tipa. «Ray, ma è impossibile farlo, te sei matto!», fece esasperato.

«Invece secondo me è interessante», fece Hermione. «Se è come dice Ray, servirà ad allenare la mente, e potrà essere una buona preparazione per la resistenza alla maledizione Imperius»

«Giusto», approvò Harry. «Allora prepariamo le coppie. Tu Ray, con chi vai? Proviamo io e te?»

«No, HP-Sauce, tu fai pure il giro e controlla tutti come vanno», gli fece Ray, «sta' tranquillo, viene Sal con me, io e te proviamo alla fine, okay?»

«Aggiudicato», annuì lui, mentre Sal si avvicinava a Ray. Quest'ultimo notò che il suo amico, accucciato, stava appoggiando qualcosa sul prato, poco prima che la coprisse con un vaso vuoto messo a testa in giù. Poi Sal si rimise in piedi e si diresse verso di lui, la bacchetta pronta.

Tutti i ragazzi provarono in coppie per una buona mezz'ora, ma alla fine i soli in grado di eseguire bene l'Ascendio erano, oltre a Ray, Liam e Harry, entrambi magri e leggeri come lui. Nessuno degli altri era riuscito a sollevarsi a più di un metro da terra senza poi ripiombare al suolo, anche se Hermione, Luke e Julie alla fine avevano raggiunto i rami più bassi dell'albero lì vicino. Jack si stava pian piano incavolando perchè a lui non riusciva nemmeno staccare le suole dal terreno, in cui erano apparentemente più che decise a sprofondare. Ryan a un certo punto era stato scagliato a faccia in avanti su un palo della staccionata, e Sid aveva trovato divertente fargli notare che quella era la stessa cosa che gli era capitata al suo primo appuntamento con una ragazza di Tassorosso. Jane, Iris e Ellie non facevano che ridere come pazze, e così gli allenamenti avevano abbandonato l'Incantesimo di Ascensione per concentrarsi sulla Maledizione Imperius, sulle Controfatture, sugli attacchi e sugli incantesimi non verbali. Le coppie venivano scambiate ogni quarto d'ora, per migliorare le prestazioni di tutti. Verso le sei Harry dette per l'ennesima volta il cambio, e si mise in coppia con Ron, che fino a quel momento era stato insieme a Julie.

«Ehi, Harry, perché non proviamo i Patronus?», chiese.

«Non credo ci serviranno, sai... Comunque c'è qualcuno qui che li sa fare? Perché l'ultima volta che li abbiamo provati con l'ES è stata quasi una disgrazia»

«Sì, io e Ray», rispose Julie evitando di guardarlo.

«A me viene un topo muschiato», intervenne Jack. «Che merda»

«A me nulla», aggiunse Sal pensieroso, «il che è peggio, credo»

«E se quei Mangiamorte al concerto sguinzagliano Dissennatori?»

«Non credo, ma è meglio non rischiare...», fece Harry annuendo. «Allora, volete provarli?»

«A coppie? E come facciamo?»

«Fatemi pensare...», cominciò Hermione, aggrottando le sopracciglia. «I Patronus fungono da scudo, no? Beh, uno dei due della coppia evoca un Patronus, l'altro lancia una fattura contro di esso per vedere se è forte o meno... Cominciando dalle più semplici, per poi arrivare a fatture sempre più potenti... è un allenamento per entrambe le parti, no? Dovrebbe funzionare, credo»

«Ma come fa?», ripeté Ron.

«Può andare», annuì Jack. «Okay, Sid, vieni con me, si prova»

«Oh, fai piano, eh? Non mi devastare come al solito»

«Ray, sei con me?», chiese Nicholas a voce alta, ma Iris si fece avanti.

«Lascia, Nick, vado io con lui», disse, e si avvicinò al ragazzo. Tutti iniziarono l'allenamento, e Ray fu occupato per dieci minuti buoni a cercare di sgombrare la mente e di smettere di pensare al profumo del collo di Julie.

Okay... concentrati...

(che cos'è quel profumo?)

Pensa a qualcosa di forte...

(un odore)

Qualcosa di potente...

(così buono)

Un pensiero felice, dannazione, come Peter Pan!

(pungente)

Pensa a quando hai scoperto di essere un mago...

(dolce)

Pensa alla tua famiglia, ai tuoi cugini, agli amici...

(fruttato)

Pensa a quel bacio.

(come di zucchero e vaniglia)

Pensa a lei.

(e pesca)

Pensa a lei.

«Expecto Patronum!», scandì Ray aprendo gli occhi, e subito una sagoma argentea sgorgò fuori dalla punta della sua bacchetta, solo che non era la solita, non era più quella dannata capra, era qualcosa di più massiccio e grosso... Iris decise di osare, e tese la sua bacchetta magica davanti a sé.

«Stupeficium!», urlò, e l'incantesimo rimbalzò contro la sagoma traslucida del Patronus, tornando indietro e mancando di un soffo la guancia della ragazza. «Accidenti, Ray», fece Iris sorpresa. «Complimenti, era potente sì!». Ray guardò il suo nuovo Patronus svanire nell'aria estiva, e per qualche secondo la sua immagine rimase impressa in negativo nei suoi bulbi oculari. Sbattè le palpebre più volte, ma continuava a vederla, anche se piano piano stava perdendo i contorni, e Ray non fu più in grado di distinguerne le forme.

«Cos'era, Iris? Hai visto che cos'era?»

«No», scosse la testa lei. «Era troppo luminoso. Ma sembrava tipo un grizzly, non so...»

«Accidenti...», fece Ray, scombussolato a sua volta. «Non immaginavo... Io stavo pensando a... non fa niente», concluse, agitando la mano come a scacciare una zanzara.

«Ti piace ancora Julie, vero?», chiese. Ray rimase in silenzio e guardo da un'altra parte, limitandosi a ripetere quel gesto stizzito.

«Cosa vuol dire?»

«Lasciamo perdere, no comment»

Iris si dette un'occhiata intorno per poi tornare a fissare Ray negli occhi.

«Guarda che non ci sta sentendo, quindi tranquillo», gli disse calma, accennando a Julie, che stava facendo pratica col Patronus disastroso di Ellie. Ray alzò gli occhi al cielo.

«Lo so, non sono mica idiota...», borbottò. «Sì, mi piace... tanto»

«Che carino che sei», gongolò Iris sbattendo le palpebre e sorridendo teneramente. Ray si puntò l'indice alla tempia e imitò il suicidio con un'arma da fuoco particolarmente potente.

«No, non fare così», si affrettò ad aggiungere, «...ma oltre a lei c'è qualcun'altra che ti piace?»

«Boh non credo... non più, adesso»

«Possibile che ora come ora hai solo Julie per la testa?», replicò spazientita Iris, mettendosi la bacchetta in tasca. Ray espirò lentamente.

«Più o meno», proferì in tono funereo, e ripose anche la sua.

«Ok. Vuoi un consiglio?»

«Devo rispondere per forza?»

«Ray, non fare lo stronzo. Lo vuoi o no?»

«Sì, via, dammelo, non mi può far altro che bene», borbottò, ma era palese che stava pensando tutto l'opposto.

«Guarda che io ti dico davvero quello che penso...»

«Spara, sono pronto»

«... perchè ci sono passata anch'io», concluse Iris seria. Ray sorrise lievemente. Finalmente una ragazza che lo capiva.

«Ci passano tutti, prima o poi», proseguì lei.

«Già... e anch'io non è che sia proprio un novizio nel campo», fece sarcastico Ray, ma Iris lo ignorò.

«Il mio consiglio è cercare di pensarci il meno possibile e andare avanti, se lei è stata chiara con te». Ray sbuffò.

«Già, lo immaginavo...», annuì. «A volte ci riesco... per poco... non è facile»

«Lo so, Ray, ed è per questo che ti dico: 'tranquillo, passerà'... basta il tempo e un pò di volontà e quella a te di certo non manca!»

«Se lo dici te», borbottò lui, cercando di ricordare l'ultima volta in cui aveva avuto volontà di fare qualcosa che non avesse comportato in seguito il prendere due di picche in piena faccia.

«E poi comunque la cosa bella è che riuscite a rimanere amici»

«Beh, sì, insomma, mica tanto»

Iris aggrottò la fronte.

«Guarda che per Julie tu sei un amico!»

«Ah, meno male, cominciavo a preoccuparmi...», grugnì Ray. «Allora che bello, perché cazzo mi preoccupo... siamo amici...». Iris fece la faccia più cattiva che si possa immaginare, e Ray decise di smettere di fare la sceneggiata.

«Sì, alla fine è vero, è una cosa importante...», ammise con un enorme sforzo. «Molto alla fine... diciamo ai titoli di coda, dopo cast e troupe, tra assistente alla steadycam e addestratore animali in scena»

«La prendo come una frase normale», fece Iris tornando a sorridere. «e comunque se ti fa piacere anche per me sei un amico»

«Certo che mi fa piacere, sono felice di averti conosciuto... di avervi conosciute...», disse. «Beh, sì vedrà... magari posso spostare la mia attenzione su qualcun altra, ma non credo che mi passerà mai definitivamente... nel senso, per me Julie sarà sempre qualcosa di veramente importante»

«Passerà, passerà... credimi, ti rimarrà un bel ricordo»

«Lo so... perché a differenza di Kirsten, dell'unica altra ragazza di cui mi ero veramente innamorato, con Julie non ho niente contro...»

«Appunto per questo potete rimanere grandi amici», concluse Iris gioiosa, ma Ray aveva una faccia lunga come un pezzo di plastica fusa.

«Beh, se mi vedrai piangere, vorrà dire che non ci sono riuscito»

«Ray, smettiamola di piangere per chi non ci vuole!!!», scattò Iris rabbiosa, e per la prima volta parve essere sul'orlo delle lacrime. «Dobbiamo andare avanti, dobbiamo smetterla... smetterla». Ray sgranò gli occhi e le si avvicinò, ma non riusciva a sostenere il suo sguardo triste.

«Okay, Iris, scusami... Non intendevo offenderti», balbettò guardandosi le scarpe.

«Ma no, lo so... Ray, io ti capisco più di quanto tu possa pensare. Davvero, ti capisco», disse guardandolo di nuovo intensamente negli occhi. «Ma dobbiamo lasciarci alle spalle queste sofferenze.»

Ray improvvisamente ebbe un dubbio atroce, e sentì che doveva chiarirsi una volta per tutte, altrimenti non ci avrebbe dormito la notte.

«Iris... tu hai detto che ci sei passata anche tu, che c'era qualcuno che non ti considerava...»

«Non era Sal, se ti interessa saperlo», borbottò Iris alzando gli occhi al cielo.

«... non sono io, vero, Iris?», concluse Ray cogli occhi sbarrati. Iris lo guardò e scoppiò a ridere.

«Ray, sei proprio un egocentrico di merda, lo sai?», abbaiò tra gli ascessi di risa. «Che scemo che sei... No, non sei tu, ci mancherebbe anche quella... senza offesa, chiaro»

«Grazie», fece Ray, mentre nell'aria risuonava la voce di Harry.

«Forza, dobbiamo cambiare le coppie... Bel Patronus, Ray», disse Iris, e si allontanò, lasciando il ragazzo da solo, con la mente percorsa da milioni di pensieri frammentati, ma tutti connessi fra loro nel voler dimostrare che non era vero, che non era possibile, che non poteva essere che Julie non lo volesse. Ma, per quanto si sforzasse, Ray non trovò argomenti a difesa di questa tesi.


*


Ormai erano finiti gli allenamenti, e Ray stava per entrare in casa e agguantare il suo lettore cd, quando Sal lo fermò. Aveva un'espressione particolare, come se stesse trattenendosi dal dire un gran segreto. Ray si voltò a guardarlo, e lui si fece vicino, evidentemente per non farsi udire dagli altri ragazzi che defluivano nella cucina. Sal lo afferrò saldamente per la spalla e lo condusse fuori, accanto alla porta di servizio, sotto alla lampada alogena circondata da una nuvoletta di zanzare. La collana con la croce che portava al collo luccicò brevemente, prima che Sal iniziasse a parlare.

«Notato qualcosa di strano, oggi, Ray?»

«Boh, non saprei... ti sei tagliato i capelli?»

«Acqua. Ti ricordi prima, quando abbiamo iniziato le coppie per l'Ascendio, e io ho--»

«...nascosto qualcosa sotto un vaso rovesciato!», concluse Ray per lui, e Sal annuì. «Era la collana?»

«Più che la collana, diciamo il pendaglio... la catenina era da tanto che ce l'avevo, da quella volta a Hogsmeade»

«Rumore Bianco, da Brandon Stewart», intervenne Ray, ricordandosi.

«Esatto. Invece il pendaglio fatto a croce è qualcosa di diverso, non è un'articolo da regalo... L'ho fregato a quello in Galles, il tizio che mi massacrava di incantesimi... non chiedermi come ci sono riuscito»

«E perché te lo togli e te lo rimetti continuamente? Perché prima degli allenamenti te lo sei nascosto?»

«Perché probabilmente ti avrei ucciso», rispose Sal serio. «Guarda»

Scese in giardino, percorse una decina di metri, seguito a ruota da Ray, e si avvicinò all'albero. Si tolse la catenina e la porse a Ray.

«Diffindo!», disse a voce alta puntando la bacchetta verso il tronco del tiglio. Sulla corteccia apparvero alcuni taglietti obliqui e paralleli, quasi invisibili, come se fossero stati fatti con un bisturi o un trincetto.

«Ridammi il pendaglio», borbottò Sal. «E guarda»

«Sal...?»

«Zitto e osserva», mormorò appendendosi la catenina al collo. «Diffindo!»

Stavolta Ray sentì qualcosa, un rumore sordo come di basse frequenze, e dalla punta della baccheta si Sal furono sparate delle accecanti scintille gialle fosforescenti, che colpirono l'albero nello stesso punto. Solo che l'urto fu tale da far tremare il tronco, e Ray percepì una vibrazione tipo assestamento sotto le suole delle scarpe. Le fronde si scossero come impazzite, e quando smisero, Ray vide un enorme incisione su tutto un lato del fusto del tiglio.

«Probabilmente adesso è meglio se lo fanno abbattere», fece Sal tanto per essere chiaro. Ray era sbalordito.

«Che cazzo è quella roba?!», balbettò portandosi le mani ai capelli.

«Per quello non me la sono nascosta in tasca. Basta che abbia contatto col corpo... Amplifica qualsiasi fattura, incantesimo, maledizione... credo diventino qualcosa come sei volte più potenti!»

«Cristo Santissimo, Sal... Perché non ce l'hai detto? Sarebbe un'ottima arma contro i Mangiamorte!»

«Lo so, ma quella Granger probabilmente avrebbe fatto storie dicendo che è roba Oscura»

«È roba Oscura?», chiese Ray, ora seriamente preoccupato.

«Il fatto che ce l'avesse un Mangiamorte fittizio non signofica che debba esserlo. Se uno la usa per far del bene, per difendersi e difenderci dai Maghi Oscuri, secondo me non lo è più.»

«Cavolo, allora quello in Galles ti deve aver massacrato!»

«Stai bravo, vai... credevo di non respirare più, dalle legnate che ho preso», grugnì Sal agitando la mano. «Non so che poteri abbia quest'affare, non saprei come definirtelo, ma non lo senti nemmeno, quando te lo metti... prima di scagliare un incantesimo non senti alcuna differenza... Potremmo provarlo, ma non ho voglia di distruggere la casa adesso, grazie... che fra l'altro è ora di cena e ho pure fame»

Ray rise insieme a lui, e i due amici si abbracciarono. Poi, dandosi pacche sulle spalle a vicenda, si diressero verso la veranda, lasciandosi alle spalle il tiglio.


*


Era un uomo parecchio grosso, minaccioso... Era lui? Non lo sapeva, non riusciva a vederlo, ma doveva evitare che accadesse. Quel ragazzo coi capelli spettinati e gli occhiali si stava avvicinando, di corsa, a lui. Un lampo rossastro, e la bacchetta gli sfuggì di mano. Attento, avrebbe voluto gridargli, ma la voce sembrava esserglisi seccata. L'uomo levò la sua bacchetta, e la puntò contro il ragazzo occhialuto.

Avada Kedavra!”, urlò l'uomo, e un fascio di luce verde investì la vittima.

Era la fine. Vide Sal Gascoyne gridare. Vide il giovane accasciarsi a terra, immobile, gli occhi sbarrati. L'uomo rise, e Harry urlò.


Harry Potter si svegliò di soprassalto nel cuore della notte. I grilli cantavano nel prato, e ogni tanto si udiva un gufo svolazzare accanto alla finestra. Si sporse al lato del letto, per prendere gli occhiali sul comodino. Stavolta non era il passato... e non era nemmeno un avvenimento del presente, ne era certo. Mentre si sedeva sul bordo del materasso, la faccia sprofondata tra le mani giunte, e ripensava al sogno, non poteva fare a meno di lasciarsi percorrere da un brivido. Perché quello che aveva visto era il futuro. Il futuro immediato. L'attacco dei Mangiamorte.

Aveva appena visto la morte di Ray Oddname.











1Gioco di parole col nome di Ray, che diventa Ray-O'-Light, contrazione di Ray Of Light.

  
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