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Autore: Rosmary    03/06/2012    7 recensioni
Tutto ha inizio l'ultimo giorno di vacanza: è un mix esplosivo! Immaginate un gruppo di ragazzi delle più svariate età, aggiungete un gioco pestifero e un'ignara ragazza che ha solo commesso l'errore di far amicizia con il suddetto gruppo di ragazzi.
Hogwarts sarà teatro di una piccola sfida sentimentale: tra professori esigenti e maghi oscuri, ci sarà anche qualcuno alle prese con guai ben diversi da questi.
«Ragazzi, ragazzi! Frenate! Siete sicuri di volerci giocare?»
«Dai, Charlie, hanno detto di sì»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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È mattina e gli abitanti della dimora Black hanno già salutato la carissima Walburga per recarsi alla stazione. Nessuno dei giovani ha aperto bocca riguardo alla conclusione del gioco. Hermione non ha fatto caso al tabellone, rivolgendo a Charlie un semplice buonanotte. Ron si è chiuso in uno strano mutismo, Harry è convinto d’aver già troppi problemi per pensare anche al guaio fatto dai fratelli Weasley. Fred e George hanno liquidato la faccenda con estrema sufficienza: a parer del primo, Hermione Granger può dormire sogni tranquilli.

«Fred! George!» Nei pressi dell’ingresso di un vagone, un moretto si sta sbracciando.

«Arriviamo!» George si volta verso la truppa, sorridendo «Noi andiamo, eh! Ci vediamo a Natale, mamma!»

«Ciao, papà!»

«Non combinate guai! Avete capito? Fate i BRAVI!»

Ma le urla isteriche di Molly non servono a granché, i
gemelli sono già spariti nella folla, probabilmente diretti verso l’amico e il resto della banda. Nel mentre, i signori Weasley salutano i due figli più piccoli, augurando un buon anno anche a Harry e Hermione, naturalmente.

«Quest’anno, lo vedo malissimo…»

«Non essere pessimista, Ron. Non è neanche iniziato»

Le orecchie del ragazzo si imporporano alle parole di Hermione, Harry, notando l’imbarazzo inspiegabile dell’amico, interviene «Speriamo non siano già occupati tutti i posti»

«Oh… Harry, noi dobbiamo andare al vagone dei Prefetti… sai…» Hermione, in evidente imbarazzo.

«Non c’è problema» E nel dirlo serra la mascella Harry, riavvertendo quello strano formicolio alle dita. Quella sensazione lo farà impazzire. Lui è contento per Hermione e Ron, ma sarebbe stato ancora più contento per se stesso – sarà anche un ragionamento egoistico ma è pur sempre un ragionamento umano.

«Ginny, fai tu compagnia a Harry?»

«Mi spiace, Hermione, ma c’è Michael…»

«E chi è Michael?»

«Non sono affari tuoi, Ron» E anche Ginny, stizzita, svanisce nella folla, lasciando un perplesso e bellicoso Ron, una Hermione affranta e un Harry più che nervoso. Se, come si suole dire, il buongiorno si vede dal mattino, questi ragazzi sono veramente rovinati.

****


«Ehi! Ragazzino, questo posto è occupato!»

«Ma non c’era nessuno quando sono entrato» Un piagnucolante dodicenne.

«Sciocchezze. Ti consiglio un bel paio d’occhiali!» Un ammiccamento di George e il bimbo è fuori.

«Non sarai stato un po’ troppo cattivo?» Ridacchia Lee.

«Io? Lui è stato cattivo. Occupare il mio posto preferito... Roba da matti!»

«George ha ragione, su quei sedili c’è scritto proprietà privata di Fred e George Weasley»

Inarca un sopracciglio Lee mentre s’accomoda «Io non vedo un bel niente»

«Metti gli occhiali anche tu!»

Occhi al cielo, lascia perdere il discorso Jordan, è una battaglia persa. Osserva Fred stendersi su un intero sedile e George poggiare la schiena alla finestra, lui stesso si accomoda come più desidera, ignorando le buone maniere: schiena contro lo schienale, gambe distese in avanti e piedi poggiati educatamente sulle gambe di Fred. Il viaggio è lungo e pretende comodità «Allora, che avete combinato quest’estate?!»

«Eravamo rinchiusi, ma siamo comunque riusciti a preparare i Tiri Vispi» Il dire entusiasta di Fred cattura entrambi gli interlocutori, facendoli sorridere.

«Fantastico! Io sono dei vostri, ovviamente, vi faccio da promotore! Direi di metterci in Sala Comune per iniziare, poi in Sal…»

«Frena! A noi più che un promotore serve un Fuffi»

«Un Fuffi, George?»

«Sì! Ricordi il coso a tre teste che al terzo anno avevano messo nella scuola… che roba era, Fred?»

«Un cane, credo. Comunque ci serve qualcuno che faccia da guardia. Quest’anno abbiamo la Granger alle calcagna…»

«…In casi estremi abbiamo già pensato d’avvelenarla…»

«…Ma temiamo che a Ronnie possa dispiacere…»

«…Anche alla mamma, in effetti…»

I palmi di Lee si mostrano come se chiedessero pietà «Frenate! Ho capito! Prefetto rombi-bolidi in azione, non c’è problema!» Un sorrisetto sadico spunta sul volto di Lee, assieme alle corna e al forcone. Degno amico dei gemelli.

«Beh, in effetti ci sarebbe un altro modo per tenerla a bada… ma Fred non vuole collaborare…» Il tono malizioso di George è tutto un programma.

«Come, come?»

«Ma niente… è una cavolata. George, te l’ho già detto: per me quella storia non esiste»

Sogghigna George, riprendendo il discorso «Abbiamo giocato al “Contratto” ieri sera, Fred e Ron sono finiti nella casella verde e hanno un mese di tempo per conquistare la Granger!»

Strabuzza gli occhi Lee «Oh, cavolo!» Porta i piedi a terra, il busto in avanti e inizia anche a sfregare le mani tra loro «Questa sì che è bella! Fred Weasley con un “perdente” stampato in fronte. Forte!»

Il sopracciglio di Fred scatta verso l’alto «Solo perché non voglio far nulla per conquistarla. Figurarsi… Hermione Granger. E poi chi lo regge Ron»

Un sonoro sbuffo si leva dal lato di George, il cui capo è ora spiaccicato contro il vetro. Vorrà morire? «Ma perché?! Sarebbe divertentissimo! E poi l’avremmo in scacco e non ci romperebbe le pluffe!»

«Io non credo» La voce di Lee attira l’attenzione dei gemelli «Tu perderai perché si parla della Granger e del tuo fratellino! Lo sanno tutti che tra quei due c’è qualcosa, non la conquisteresti neanche se le comprassi una biblioteca…» Fa una pausa, soppesando la sua stessa esternazione «Beh… forse in quel caso avresti una possibilità»

«Ma sei impazzito? Fred può avere tutte le ragazze che vuole. È uguale a me!»

«Infatti, stai dicendo una sciocchezza, Lee»

Un ghigno si increspa sulle labbra carnose dello studente, il quale torna a rilassare la schiena contro le schienale, riportando anche i piedi sulle gambe di Fred «Voi dite?» Alterna lo sguardo tra i due «Nessuno di voi due ci riuscirebbe, Ron è un rivale troppo forte se dall’altra parte c’è Hermione, credetemi»

«Sai una cosa, George?»

«Penso di aver capito, Fred»

«Pensandoci… non sarebbe un bene per i nostri affari se io andassi in giro con quella scritta»

«Concordo»

La mano destra di Lee va letteralmente a spiaccicarsi sul volto del moretto.

****


«Ron, si può sapere cos’hai?»

«In… in che senso?» La voce incerta, intimidita. Le orecchie perennemente pulsanti.

«In questo senso! Non fai che balbettare da ieri sera» Seriamente spazientita Hermione. Spalanca la porta dello scompartimento scelto da Harry «Eccoti!»

«Già di ritorno?»

«Ron sì, io devo controllare un altro vagone. Ci vediamo dopo» E detto questo lascia soli i due ragazzi. Ron, sconsolato, si siede di fronte all’amico «Sono rovinato» Harry non risponde, semplicemente lo guarda spazientito. Lui ha visto un ragazzo morire. Lui ha combattuto Voldemort. Lui è creduto un pazzo. Lui ha gli incubi e una cicatrice che brucia un giorno sì e l’altro anche. Insomma, Lui ha tutti questi guai e l’altro si permette di lamentarsi. Roba da matti! Ma Ron, che è tenace e fastidioso, continua imperterrito «Charlie mi ha messo in un guaio. Cosa faccio ora?»

«Fai quello che abbiamo già detto: niente. Non fai niente. Non puoi giocare con i sentimenti di Hermione solo perché uno stupidissimo gioco te lo impone»

«Ma Fred…»

«Fred ha già detto che non farà nulla e che non gli importa della penitenza»

Deglutisce Ron. È questo il problema, a lui importa eccome della penitenza. È così insicuro che la sola idea di dover trascorrere un'intera settimana in quelle condizioni lo terrorizza. Riesce già a immaginare le battute maligne dei Serpeverde. Scuote il capo, rifiutando quell’idea assurda.

«Non ci riesco, Harry… io non sono Fred. Io, quella scritta, non la voglio»

«Puoi fingerti malato e non uscire dal dormitorio… oppure puoi mettere una bandana»

«Una bandana?»

Sbuffa il Prescelto, questa storia lo irrita sempre più «Fai un po’ quello che vuoi, ma poi non venire a lamentarti da me quando Hermione non ti rivolgerà più la parola»

«Non glielo dirai, vero? Che è tutto per un gioco…»

«Tu dammi mezzo motivo per farlo e lo farò eccome»

«Io proverò a vincere, Harry»

«Lo fai solo per il gioco?»

Le orecchie rischiano di esplodere tanto sono arrossate e pulsanti. Volge lo sguardo azzurro altrove Ron, imbarazzato «Non capisco cosa intendi»

Un sorriso s'increspa sulle labbra dell’occhialuto ragazzo «Ma sì... forse è la volta buona»

   
 
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