Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: Cam15    04/06/2012    1 recensioni
Cercare se stessi, non è mai stato così complicato.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 

Capitolo 1.

Apro gli occhi d'improvviso e mi guardo intorno cercando di capire in che posto mi trovo. Sono distesa in un alto letto dalle ruvide coperte e sono circondata da mura bianche. Poi guardo al mio fianco, e capisco. Una macchina mostra il battito del mio cuore e la mia mano è collegata ad una flebo in funzione: devo essere in ospedale. Ma questo non è poi così importante, perché c'è un dubbio ancora più grave che mi sta tormentando: Quale è il mio nome?? Chi sono io??
Cerco di cercare qualcosa nella mia mente a cui aggrapparmi, ma tutto ciò che vedo è solo del vuoto. Non ricordo assolutamente niente, e tanto meno, come ho fatto a finire qui. 
Iniziò ad agitarmi, il cuore mi batte forte, non riesco a sentirlo in corpo quanto dai bip della macchina accanto a me sempre più forti e veloci, mi manca il respiro, cerco di alzarmi, ma sono così fioca, vedo tutto girare, e non riesco più a mettere a fuoco niente di preciso.”Che cosa succede?”
La porta si spalanca lasciando entrare un uomo e tutto cio che riesco a presumere è che sia un dottore. Mi corre appresso, mi spinge giù facendomi ritornare stesa e mi dice "tranquilla". Ma è tutto il contrario di quello che riesco ad essere in questo preciso istante. “che cosa ci faccio qui??, non riesco a ricordarmi niente.aiuto!”. I Bip si fanno ancora più veloci, il dottore mi urla contro di stare tranquilla mentre viene raggiunto da altre infermiere. E' tutto cosi surreale, non può essere vero, no, deve essere un incubo. Una delle infermiere si avvicina vuole qualcosa, vuole il mio braccio, è qui per iniettarmi qualcosa mentre io cerco di allontanarla, spingendola via con le braccia. Sembra in difficoltà, prima che tutto torna nero ancora.

 

Quando mi sveglio, tengo ancora gli occhi chiusi per un po', sperando che in realtà, era davvero un incubo.
Ma riesco immediatamente a sentire i bip del mio cuore sta volta più lenti, sento una voce che parla al di fuori della stanza e sento di respirare diversamente, perchè ho una mascherina in faccia.
Quando aprò gli occhi, nulla è cambiato da prima, stesse coperte ruvide, stesse mura bianche, stessa flebo in corpo.Stesso incubo di prima. Ma devono essere passate delle ore, perchè si è fatto notte. E' tutto vero, è reale. Non so chi sono, e non so perchè sono qui, ma soprattutto nessuno è qui per me. Sono sola.
La persona che stava parlando, era probabilmente il dottore di prima, ed è li fuori dalla porta che parla con un infermiere, non ci vuole un scienza, per capire di essere l'argomento centrare della conversazione. Dice qualcosa all'infermiera che se ne va, poi apre la porta, notando che mi sono svegliata.
“più tranquilla adesso?”

Tira un sospiro di sollievo, probabilmente perchè stavolta non mi dimeno per l'intero letto, cercando di tirargli una sberla in pieno viso. Si avvicina, e noto particolari che non avevo visto prima. Deve essere un uomo sulla cinquantina, ha dei capelli mori, ma che tendono al grigio, e degli occhiali da vista, probabilmente portati da una vita. Nel suo camice bianco c'è appesa una targhetta nella tasca, con su scritto “Doctor N.Black”. Ma quello che colpisce la mia attenzione è la penna che porta nel taschino, noto che c'è scritto qualcosa. “Charity Hospital Carson City”
Siamo in Nevada?” gli dico.
Il dottor Black alza la testa dalla cartellina appesa sulle sponde del letto, guardandomi negli occhi. “si. Sono le 19.40 del 24 ottobre 2011. Hai dormito per 10 giorni”.
Se non altro, almeno conosco 10 giorni del mio passato”. Penso.
non... sono un'adulto...vero? Voglio dire quanti-”
Hai 16 anni.”mi dice. Sedici anni di buio e vuoto. “dove... dov'è la mia famiglia?? Perchè non sono qui?? Dove sono?”
Il dottor Black si aggiusta gli occhiali, e mi si siede accanto prendendomi la mano.
Hey, so che non avresti mai pensato di finire in una situazione del genere. Ma è successo. E devi essere forte. Capito?”
I miei occhi si riempono di lacrime. “non … c'è nessuno vero?” finisco le frase in un singhiozzo, mentre il dottor Black mi accarezza il braccio.
L'infermiera di prima arriva con dei fazzoletti e me li porge.
Mi dispiace, ragazzina.” MI dice.
E' assurdo... come, come è possibile? Deve esserci qualcosa... un cellulare, un amico, un documento! Come diavolo sono finita qui??” Mi accorgo di aver urlato l'ultima frase cosi tanto che un'altra infermiera ha raggiunto la stanza.
Il dottor Black rimane calmo e mi risponde. “La polizia sta indagando. Ma non hanno trovato nulla a cui aggrapparsi”.
ma come? Chi mi a portato qui?”. I dubbi stanno diventando troppi. E come è possibile che non ci sia nessuna riposta??
ci hanno chiamato. Ti hanno ritrovata distesa per terra, ai piedi di un pendio, non c'era niente con te. E' stata una fortuna che lo hanno fatto. Ore in più, sarebbero state fatali”.
Comincio a sperare, che quelle ore in più ci fossero state. Ora non sarei qui, sarei già morta. Non costretta a passare tutto questo.
Il dottor Black mi spiega le dinamiche del mio incidente. Devo essere caduta, e devo aver avuto una commozione cerebrale. Non riesco a credere come sia possibile, ma dicono che è successo. Continua a spiegarmi dettagli di quello che sta succedendo dentro la mia testa, ma io non sto ascoltando veramente.
Tutto quello a cui riesco a pensare, è ad una madre in lacrime, perché sua figlia è sparita, penso a un padre, che la consola, dicendo che andrà tutto bene. Penso ad un'amica che riguarda le vecchie foto, chiedendosi perchè se né andata la sua migliore amica. E si, penso anche ad un ragazzo col cuore spezzato, che come me sta cercando risposte. Credere che qualcuno lo sta facendo, mi consola. Mi fa pensare che non sono poi cosi sola, in questo mondo.
10 giorni di inferno, almeno per loro. E forse, sono quella che tra tutti sta soffrendo di meno, perché non ho ricordi da rimpiangere. Non ho ricordi a portarmi lacrime.
Cosi quando il dottor Black ha finito, si alza dalla seggiola, perché ha altri di cui occuparsi. Ma io lo fermo, facendogli un'ultima domanda.
Dottor Black... riprenderò mai la memoria?”
Chiude gli occhi e mi dice “E' tutto dentro di te, ragazzina. Ma non è facile trovare il modo, di tirarlo fuori”. 
 

To be continued.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: Cam15