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Autore: __MariMalfoy    04/06/2012    20 recensioni
July vive in una dimensione fuori dalla realtà: non è nessuno in quella insignificante scuola superiore e passa il tempo nell'aula di matematica e in biblioteca, a consumare barrette al triplo cioccolato bianco. Non essendo nessuno, vede e ascolta, proprio come una comparsa. Sa segreti che gli altri non immaginano neanche.
Liam è il contrario di July. Con una vita sentimentale intricata e quattro amici squinternati, è il protagonista costante dell'attenzione degli studenti e specialmente delle studentesse.
E se i loro destini si intrecciassero? Non resta che leggere! ;)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo ventidue

 
{And when all security fails
You’d be there
To help me through
Conspiracy – Paramore
}
 
Perché avessi cominciato a correre senza motivo non l’avevo capito.
Ma forse lo sapevo troppo bene e non volevo affrontarlo in faccia: le parole di Niall, la sua ostilità nei miei confronti faceva male quanto il pensiero che Liam ed io potessimo stare insieme. Non era possibile, era quasi un’utopia. Dove andassi poi, non ne avevo idea.
Quando piombai in biblioteca tutta affannata, mi promisi che non avrei più origliato o qualcosa del genere. Lanciai il libro da una parte, dimentica dell’inventario e tutto, indossai il piumino e recuperai il cellulare andato perso tra i fogli sulla scrivania. Volli uscire velocemente dalla scuola e pregai vivamente che non ci fosse nessuno del gruppetto a impedirmi di andare via per riflettere: che il mio cervello stesse esplodendo era riduttivo. Sembrava una spugna, aveva accumulato troppo e adesso si stava sgonfiando.
Senza neanche accorgermene, quando ormai ero a metà cortile della scuola, sbattei contro qualcuno, qualcuno – ahimé – familiare.
“Ehi, July, tutto okay?”
Alzai lo sguardo per incrociare quello di Savannah che mi scrutava preoccupato, scorsi poco più in là Harry e Louis appoggiati all’auto di quest’ultimo. Chiacchieravano, ma poco dopo si voltarono verso di me e vidi le loro facce mutare dal divertimento alla preoccupazione: evidentemente dovevo avere una faccia sconvolta.
“Sì, tutto bene, tutto bene – biascicai affannata ma la mia voce riuscì a tradirmi. Tremava, quanto la mia mano. La nascosi velocemente nella manica del giubbotto nonostante Savannah se ne fosse perfettamente accorta. – Che ci fate qui?”
Lei mi inchiodò con lo sguardo. “Ora tu vieni con me, July”
Ero così prevedibile? Savannah afferrò il mio polso, trascinandomi verso Harry e Louis, finché non si fermò di fronte a loro. “Lou, mi presti la macchina?”
Lui inarcò un sopracciglio. “E io come riporto a casa Zayn, Niall e Liam? – a quei nomi sussultai, e Louis mi guardò comprensivo fino a posarmi una mano sulla spalla. – Ehi, Juls, non è successo niente di grave. Per me sei sempre quella che ha accettato di venire a un ballo senza minimamente sapere chi fosse il suo accompagnatore e per Harry sei quella che ha spiato la sua relazione nel momento clou”
Louis rise e riuscii ad abbozzare un sorriso, coinvolgendo perfino Styles che fino a quel momento era stato serio e in silenzio. Si rilassò mentre Savannah pestava i piedi dall’impazienza: che cosa volesse fare non ne avevo idea.
“Va bene, andremo a berci una cioccolata calda arrancando nella neve per poi morire stramazzate a terra circondate da cani sanbernardo scodinzolanti che ci portano soccorso. Vuoi davvero questo, Lou?”
Harry sbiancò all’esitazione dell’amico. “Ti conviene darle le chiavi, Louis, si sta incazzando”
“Sei nel periodo premestruale, Savannah? – sospirò Louis posandole le chiavi nel palmo della mano. – Va bene, ma solo per questa volta e per July. Torneremo noi a piedi”
Savannah sorrise, soddisfatta. “Ho il diritto di essere isterica cinque giorni al mese, Lou. Grazie”
Senza dire una parola, sotto gli sguardi sospettosi di Louis e Harry, con Savannah al volante, mi gettai dentro l’auto nel sedile anteriore. Volevo solo scappare da qualcosa di sconosciuto che non sapevo neanche io come descrivere: era forse un senso di colpa ancora più grande di quello che avevo provato in passato?
Savannah al volante, pericolo costante. Che andasse molto più veloce di quanto fosse permesso, che evitasse ogni tipo di ostacolo non badando alle norme stradali, che parcheggiasse dove era proibito, significava che era totalmente di fretta e che la cosa che avremmo dovuto fare insieme era importantissima.
Scendemmo dall’auto, di fronte a un locale carino e accogliente. Dopo essere entrate, Savannah si sedette a un tavolo angolare e mi fece cenno di accomodarmi di fronte a lei, per poi chiamare il cameriere e ordinare due cioccolate calde.
Incrociò le mani sotto il mento e piantò i suoi occhi castani nei miei, così simili a quelli del suo ragazzo. Mi sentivo spaesata da tutta quella frenesia.
“So che hai bisogno di stare da sola Juls, ma evitare Niall e Liam non ti aiuterà per niente ad affrontare il problema”
Pum, colpita e affondata al primo colpo. O Savannah era un’indovina o ero troppo prevedibile, cosicché dal dubbio cominciai a sistemarmi i capelli troppo arruffati per essere migliorati.
“E so anche che non vuoi aprirti con me per colpa di Rikki – continuò, sorridendo nel momento in cui ero sobbalzata al nome della sua probabile migliore amica. – Ma July, non puoi tenere tutto quello che hai dentro… deve esserci qualcuno di cui ti puoi fidare, non puoi diffidare di tutti”
La mia espressione le parve molto eloquente perché sospirò.
“Seriamente, July – Savannah distese il tovagliolino di fronte a lei per ripiegarlo perfettamente poco dopo. – Onestamente non credo la Wilson sia molto sincera”

“Okay, apprezzo il tuo tentativo di cercare di farmi stare meglio, ma ho combinato un casino per niente e credo sia compito mio andare da Rikki e scusarmi per il mio comportamento sconsiderato” spiegai rassegnata.
Savannah si appoggiò su una mano. “July, non mi sto riferendo a ciò che hai fatto a Rikki – cominciai a guardare insistentemente lo zucchero, come se all’improvviso si fosse fatto interessante. – Che è successo quando sei uscita da scuola? Prometto che starò zitta”
“Sicura?”
Lei annuì. “Sicurissima. Sono sempre molto oggettiva per quanto riguarda le situazioni degli altri; per le mie vado continuamente nel panico”
“Insomma, fai da psicologa a tutti” commentai divertita.
Savannah si scostò una ciocca di capelli scuri dietro l’orecchio prima di sorridere al cameriere con le due cioccolate calde in mano, cominciò a girare la sua pensierosa e ci aggiunse un po’ tanto zucchero, troppo per la sottoscritta.
Non sapevo se dovevo fidarmi più di Arleen che di Savannah, era come se facessi una battaglia contro me stessa. Se la prima era allegra e sempre disponibile – ma in fondo in fondo era molto pettegola e tendente a dire tutto alle persone più svariate – e la seconda esattamente il suo contrario – un pizzichino più estroversa ma abbastanza affidabile - , avrei dovuto rivalutare perfino Rikki che non osava parlarmi. Non avevo mai avuto una migliore amica a lungo termine o un’amica in generale: era come se mi trovassi in una situazione del genere per la prima volta in vita mia.
“Già, sono la psicologa – ribadì Savannah sorridendo. Sorseggiai un po’ di cioccolata calda e giocherellai con il portachiavi a carota di Louis, strano quanto il suo padrone. – Dai, tutti si confidano con me… fai parte del nostro gruppo”
Già, un gruppo diviso da molteplici faglie che se solo si sarebbe scontrate avrebbero creato un terremoto di conseguenze terribili.
“Con ‘tutti’ intendi Harry, Louis e Rikki, vero? – osservai divertita mentre Savannah si apriva in una risata. – Liam, Niall e Zayn sono a parte”
Mi ci vollero tutte le mie forze per dire i primi due nomi: era una ferita che abbastanza bruciava per due motivi totalmente diversi. Che Niall mi odiasse non lo trovavo giusto, la reputazione che era stata messa in pericolo non era sua ma quella della sua ragazza e per quanto riguardava Liam, avrei voluto non ascoltare mai le sue parole, i miei pregi che erano stati esalati dalle sue labbra. Insieme al mio incontenibile difetto.
“Ci sono state delle tensioni in realtà, dubito che Lou te le abbia dette al ballo – confessò, torturandosi le mani. Inarcai un sopracciglio, curiosa, mentre con il cucchiaino raccoglievo il cioccolato ai lati della tazza. – Non sono mai andata molto a genio a Zayn… l’ho preso in giro varie volte”
Mi sporsi oltre il tavolo per osservarla meglio negli occhi, che aveva già abbassato. “Con quella espressione intendi che siete stati insieme?” chiesi.
Savannah si morse il labbro. “No… cioè… sì. E’ durata due settimane e basta, ma sono state terribili per entrambi”
Era stato una specie di rapporto morboso che riproduceva quello attuale di Liam con Chloe e Genevieve, solo che Zayn era nella veste della vittima e Savannah in quella della stronza di turno. Non volevo condannarla, ma la mia mente andava inevitabilmente in quella direzione.
“Ho sempre provato qualcosa per Harry, eppure stavo con Zayn nonostante lo vedessi più come il mio migliore amico… - continuò esitante. Sospirò, passandosi una mano tra i capelli scuri. – Alla fine gliel’ho detto e lui ci è rimasto male – Savannah scrollò le spalle, con un sorrisetto amaro sulla labbra. – Mi rendo conto solo ora di quanto male gli ho fatto”
Rimasi in silenzio mentre le mie mani stringevano la tazza quasi vuota di cioccolata calda. Ora capivo perfettamente il suo comportamento strano: con quelle pillole di saggezza fastidiose cercava di capire che intenzioni avessi e quali Liam, solo per non permettere che ciò che aveva subito si potesse ripetere di nuovo.
“Sì, sei una stronza - ammisi, con le labbra arricciate. – L’importante è che tu non ripeta l’errore”
“Non lo farò mai più, l’ho promesso di fronte a Harry e a Zayn stesso – Savannah batté le mani, come per dimenticare l’argomento scottante. – Ora parliamo di te, July”
Mi sarebbe sembrato scortese non dirle qualcosa di ciò che era successo poco tempo prima, inoltre Savannah non mi pareva per niente interessata a secondi fini ma a capire ciò che era successo per riuscire a migliorare la situazione. Nonostante avesse troncato un po’ i rapporti con Zayn e li avesse poi recuperati così come quelli con Liam e Niall, sembrava sicura di volersi avvicinare ancora di più per ristabilire quell’amicizia che le mancava.
“Dopo quello che è successo sai che Niall mi odia a morte quando non dovrebbe – dissi un po’ avvelenata. – E ho detto a Liam di allontanarsi da me…”
“Dio, July, non puoi fare cazzate del genere! – sbottò Savannah alzando gli occhi al cielo. Sbatté le braccia sul tavolo e piantò i suoi occhi nei miei. – Ecco perché non vi vedevo più parlare insieme o sorridervi!”
“Cosa?” chiesi sorpresa.
Lei sbuffò. “Andiamo Juls. Piaci a Liam James Payne per la miseria! È Liam James Payne, mica noccioline!”
“Ma tu non avevi un ragazzo?!”
 “Sì, ma… diamine! - Savannah rise. – Comunque, torniamo seri. Sai benissimo che Niall ha torto in questo caso, anche perché non è successo niente di rilevante e Rikki non è stata né additata né niente”
“E cosa dovrei fare, Savannah?” borbottai un po’ inviperita.
“Dovresti chiedere scusa a Rikki, com’è giusto che sia”
“Capitan ovvio”
Lei scattò sulla sedia, come colpita dalla mia affermazione. “Conosco Rikki da tempo e so come Niall si comporta. Dipende da lei, non è altro che la pura verità”
“Quando avrò tempo chiederò scusa – biascicai, meravigliandomi di quanto potesse essere benefico parlare con qualcuno di diverso ogni volta, che poteva darti un parere mai uguale. – Poi ho sentito che parlavano di me: Niall mi attaccava, Zayn mi difendeva e Liam…”
Non ebbi il coraggio di continuare la frase, ma Savannah aveva capito perché roteò gli occhi al cielo e scosse la testa con uno strano senso di divertimento.
Schioccò il palato. “Non è difficile parlargli, July. – prima che concludesse la frase, scavò nella sua borsa finché non trovò un foglietto. Me lo allungò con un sorrisetto. – Questi sono tutti i numeri dei ragazzi, compreso quello di Rikki”
“Da quanti secoli ce l’hai in borsa?” chiesi scettica, rigirandomelo tra le mani.
Savannah scrollò le spalle prima di appoggiare cinque sterline sul tavolo, avvolgersi la sciarpa al collo e sorridermi.
“Onestamente da quando è successa questa cosa – confessò, poi indicò le monete. – Offro io, July: è stato un piacere parlare con te e sono sicura che non prenderai alla leggera i consigli di oggi”
Ripiegai il fogliettino con un sorriso, lo misi in tasca e mi alzai.
“Tranquilla, mi affiderò ai tuoi consigli al momento giusto; adesso non mi sento pronta. – dissi. – Forse avevi ragione, Savannah, e sappi che posso sia fidarmi di te che di Arleen”
“Lo so, per ora mi basta. – Savannah si sistemò la borsa a tracolla. – Allora ti riaccompagno a casa e poi torno a scuola a recuperare i cinque idioti, okay?”
Annuii, seguendola tra i tavoli del locale caldo e confortevole.
Stavo sinceramente bene dopo averle parlato ed ero altrettanto felice che lei avesse condiviso quella storia scomoda che aveva coinvolto sia lei che Zayn. Sentivo anche di aver ritrovato un po’ di fiducia dentro di me, quasi come se quel bigliettino mi potesse confortare e convincermi che tutto sarebbe andato meglio.
E in fondo in fondo ci speravo proprio.

 ***

Okay, voi siete completamente pazze. Quando sono tornata martedì sera completamente distrutta - e non sapete quanto i miei genitori siano stati in ansia per le scosse che ci sono state quel giorno e che io non ho minimamente sentito - mi sono ritrovata con 18 recensioni e poi con 24 ad un solo capitolo, cosa che io non mi sarei mai immaginata e che non mi era mai successa. Voi non potete neanche immaginare come abbia iniziato a ballare la conga per la casa con mia madre che mi fissava stranita dal mio comportamento a dir poco assurdo; non so come ringraziarvi, davvero, anche per i complimenti su Twitter che non merito assolutamente. Ora però ho paura di deludervi con questo - è riduttivo dire poco - schifosissimo capitolo dove c'è anche Savannah... non mi piaceva caratterizzarla come una santarellina, perché nessuno in questo mondo lo è, ragion per cui le ho fatto fare la stronza con Zayn (ed ora si spiega il perché delle pillole di saggezza). In realtà non l'avevo neanche programmato, ma quando ho cominciato a scrivere non ci ho neanche pensato... ecco perché fa schifo, perché è prevedibile. Perdonatemi! Nel prossimo non si vedrà nessuno dei cinque gay, né Savannah, né Rikki, né Arleen, soltanto July, le sue pippe mentali e suo padre, poi scoprirete perché... mi vien male a pensare che fa schifo da morire e devo sottoporvi a sta oscenità perpetua quando voi mi lasciate 24 recensioni in un capitolo. Non so davvero come ringraziarvi in tutti i sensi possibili, perché davvero tutti questi complimenti non li merito affatto. Grazie per rendermi così felice, grazie alle 158 preferite, alle 41 ricordate, alle 208 seguite :") vi adoro, questo è poco.
Grazie davvero a tutte, ora che la scuola è finita, posterò regolarmente ogni Lunedì :) Se volete essere aggiornate su twitter, basta seguirmi e dirmelo! sono __ohluna
un bacione e a presto!
Mari xxx
  
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