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Autore: SonrakyUchiha    05/06/2012    1 recensioni
Possono due persone, lontane, che non hanno assolutamente niente in comune, essere incatenate ad un comune passato, dal filo rosso del destino?
Amicizia e amore che si sovvrastano tra passato e presente, ma che andranno a cambiare irrimedialbilmente il loro futuro.
CIT.
"...Ora che ti ho ritrovato, non lascarmi più..."
Un ghigno si dipinse sul volto diafano, mentre era immerso tra quella pazza testa bionda.
"Sarva me. Sarvabo te, ora e per sempre..." disse il moro
"Parla la mia lingua Uchiha!"
"Dobe! un giorno capirai..."
E si strinsero ancor più in quell'abbraccio, finalmente godendosi quel calore che per anni era mancato a entrambi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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 Il resto della giornatala passarono a cercare di far apprendere al biondo le basi di qualche materia:
“Ma mi spieghi perché hai scelto quest’istituto se non hai neanche la nozioni di base?!?” tuonò Sasuke.
Naruto si rabbuiò ma il più grande, preso dalla rabbia, non notò il cambio di espressione sul suo volto.
“Allora… rincominciamo da capo, 3x7?” soffiò l’Uchiha, cercando di riaqquistare la sua compostezza.
“Non è stata una mia scelta…”
“Cosa?” chiese il moro, alzando lo sguardo confuso.
“Non ho scelto io l’istituto…” rispose Naruto malinconico.
“Ah…” fu l’ennesima risposta atona dell’altro, che fissava il volto del biondo contratto in una smorfia amara.
Era chiaro che l’argomento fosse un tasto dolente e non era il caso di andare a buttare sale sulla ferita con battutine bastarde.
Però, stranamente, vedere il biondo in quello stato, riaccese in lui uno strano istinto, lo voleva consolare, lo voleva proteggere.
Contro ogni sua aspettativa Naruto continuò:
“… io nella mia vecchia città, insieme ai miei amici, frequentavamo un’istituto fisico- motorio, pensa che eravamo talmente fissati con il calcio che ci eravamo ripromessi, che una volta diventati dei grandi, avremmo formato una squadra tutta nostra…” il ragazzo sorrise malinconicamente.
Non aveva idea del perché stesse raccontando quelle cose a uno sconosciuto, ma in fondo, sentiva che si poteva completamente lasciare andare con Sasuke, come se fosse un fratello e poi, aveva un’assoluto bisogno di sfogarsi ,diversamente, non con la solita scazzottata, si sentiva esplodere, aveva bisogno di lui.
“… ma tutto, tutti i nostri sogni sono stati spazzati via, per colpa di un’arrogante atto di egoismo, lui, lui mi ha rovinato la vita, lo ha sempre fatto e continuerà a farlo, non so cosa gli ho fatto per meritarmi tanto, ha fatto bene mia madre ad andaresene senza lasciare tracce, non la biasimo, mio padre, è un mostro, mi ha portato via tutto…” gli occhi turchini cominciarono ad inumidirsi.
Sasuke poteva notare un leggero tremore nei pugni del biondo, che teneva chiusi, talmente forte, da farsi diventare bianche le nocche.
“Ti manca molto… quella vita?” chiese il moro con voce atona, gli dava un’estremo fastidio porgere quella domanda, ma doveva, sentiva che il biondo aveva bisogno di lui.
“S-si…” annuì l’altro esplodendo in un pianto liberatorio e portandosi le mani formicolanti sul volto.
Sì, gli mancava tutto, gli mancavano i suoi amici, gli mancava sua madre, gli mancava quel primo amore mai vissuto nella sua pienezza, gli mancava quella pazzesca, frenetica città che lo aveva visto crescere e maturare, ma non era solo quello, nel profondo, qualcosa di più grande gli mancava, qualcosa proveniente da un’indefinito passato, ma cosa? O meglio, chi?
Ad un tratto, sentì una mano intrufolarsi tra i suoi capelli.
Che cosa penosa, farsi consolare da uno stupido tutore, Teme e secchione.
Ma tuttavia, non si sottrasse alle apparenti carezze del moro.
Un vuoto che piano si riempiva, forse era propio questo quello che gli mancava?
Chiuse gl’occhi, godendosi appieno quel tocco, così rassicurante, eppure così lontano, fino a quando, stremato dalle lacrime, si addormentò.
***********
 
“Tsk…”
Era già passata mezz’ora da quando quel Dobe si era addormentato sui suoi libri, ricoprendoli di saliva… e lacrime.
“ Spostati stupido!” esclamò l’Uchiha, cercando di salvare l’ultimo libro rimasto miracolosamente asciutto.
In fondo… molto in fondo, era dispiaciuto per quel ragazzo.
Soffriva veramente tanto, lo dimostravano anche le interminabili lacrime che solcavano i due pozzi azzurri, anche adesso che riposavano.
E chi l’avrebbe mai detto che quella testa quadra, con quel fare sbruffone e con quel sorriso immutabile, racchiudesse dentro di se tali sentimenti.
 Ora che ci pensava, si assomigliavano parecchio; anche lui era stato privato della sua persona speciale, del suo unico, vero legame.
 I suoi genitori lo avevano abbandonato, per rincorrere la ricchezza e il potere lascandolo completamente in affidamento a suo fratello, il figlio alprodigo, che gli aveva frantumato la vita, solo che lui, al contrario del biondo, si era racchiuso in una spessa armatura di odio e freddezza, isolandosi da sentimenti che omai definiva, inutili.
Continuava ad osservare il biondino sopito, incautamente, avvicinò  un dito al volto abbronzato  raccogliendo una delle tante , piccole, gocce d’acqua salata.
La assaggiò, era acra, aspra, piena di tristezza.
Una strana fitta al petto assalì il moro.
Essendo molto popolare aveva visto molte ragazze… e ragazzi  piangere per lui, ma aveva sempre mantenuto un’ atteggiamento distaccato e menefreghista, ed era la verità, non gliene importava assolutamente niente di loro.
Ma vedere piangere quello sconoscuto, quell’Uzumaki, quel Dobe, aveva risvegliato in lui strani sentimenti.
Sentimenti, che fino ad allora, erano stati gelosamente costuditi all’interno del suo animo di ghiaccio e che solo una volta, tanto tempo fa, erano germogliati per quella persona, che poi, era scomparsa dalla sua vita.
Così, aveva deciso di accantonare tali sentimenti, di recluderli in un angolino della sua mente, ritenendoli inutili e controproducenti, dopotutto, perché soffrire inutilmente?
E sostituendoli quindi, con la fredezza e l’odio nei confronti di suo fratello, che riteneva responsabile di tutto quello che di straziante gli era accaduto.
Un’ultimo sguardo sul biondo.
Un flash.
“Naru-chan…” sussurò appena, nostalgico.
 
 
 
 
 
 
NOTE  AUTRICE: Buongiorno!!!!!!!!!!!!!!
Cari lettori, vogliate perdonarmi, l’altra volta andavo così di fretta che non ho lasciato nemmeno un saluto, ma soprattutto i RINGRAZIAMENTI!!
Rimedio subitoXD
Ringrazio tutti coloro che mi seguono, preferiscono, ricordano e recensiscono!!!!!!
I vostri commenti sono il mio carburante, il mio caffè, la mia redbull da appena sveglia (è miracolosa;D). Spero quindi di sentirvi in tanti per questo capitolo, non vorrete mica lascarmi  a secco vero?XD
Ditemi tutto, dubbi, aspettative...insultiXD
Mi rendereste felice n_n
Un bacione e ungrazie anche a coloro che vorranno seguirmi come dei fantasmini;D
Raky-chan
  
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