Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Kysa    23/12/2006    4 recensioni
...E dopo quattro anni dall'aver lasciato il nido protettivo di Hogwarts, alla porta di Harry Potter si ripresenta un Riddle che sconvolgerà la vita a lui e a Draco, legati indissolubilmente da una maledizione che li porterà alle soglie di un'altra avventura e di una nuova crudele battaglia. Il seguito di "La Scommessa"...
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 




- Attento al gradino...-
- Ci vedo, non ho bisogno che mi aiuti mezzosangue!-
- Guarda che inciampi...-
- Senti Aarons vuoi tacere!?-
Draco Lucius Malfoy continuò a imprecare ai quattro venti, mugugnando frasi a una velocità tale che May capì soltanto "...guarda se devo lavorare come uno schiavo... roba da proletari... maledetta mezzosangue..." e niente altro.
Era un bel venerdì mattina, c'era il sole ed erano in compagnia ma il principe dei serpenti non era tipo da apprezzare le piccolezze. Stavano tirando il vecchio cassettone di May in mezzo al corridoio del secondo piano e a dire il vero tutta la casa di Harry Potter era nel pieno delle pulizie di primavera, o come lo chiamava Draco, "nella rottura di coglioni che non avrebbe portato da nessuna parte."
Comunque Malfoy non era mai stato portato per i lavori manuali e quello sfacchinare in casa per i due piani portano su e giù roba che non era sua solo per fare posto agli altri, ovvero Ron, Edward, Blaise e Tom, gli aveva fatto rapidamente salire il sangue alla testa, visto e considerato poi che l'avevano lasciato da solo con l'Aarons apposta.
Stava cominciando a pensare che Potter e la piccoletta stessero facendo di tutto per farli diventare amici...al diavolo!
Una volta sbattuta rudemente la cassapanca di cedro in mezzo al salone del primo piano, May si tolse dagli occhi la frangia, accaldata e stanca.
- Grazie per l'aiuto.- gli disse, slacciandosi i primi bottoni della camicia.
Malfoy guardò altrove, stizzito - Mi hanno obbligato.-
- Proprio non sei capace di essere gentile con chi è mezzosangue eh?- gli disse dietro, sarcastica.
- Spiacente carina!- sibilò freddo - Potresti anche slacciartela tutta quella camicia, tanto non servirebbe a niente!-
- E credi che l'abbia fatto per te?- frecciò ancora May, decisa a non mollare - Guarda che non sei l'unico gallo del pollaio! Potrai anche essere appetibile a livello visivo ma nel resto sei insopportabile!-
- Ecco, visto che non ci sopportiamo perché non sgommi?-
- Insomma, basta!- sbuffò Blaise poco lontano, vistosamente legato da corde magiche, sul divano del salone - Draco ma non ti hanno insegnato un po' di buone maniere con le donne? Insomma, un po' di eleganza no?-
- Tu vedi di stare zitto!- sibilò il biondo - E stattene anche buono, almeno finché non capiamo cos'hai!-
L'espressione da cucciolo ferito di Blaise intenerì May, ma di certo non Draco che in vita sua non aveva mai visto niente che potesse lontanamente paragonarsi a ciò che era accaduto la sera prima, dopo cena.
Appena svegliato la sera prima, Zabini aveva faticato un attimo a capire dove fosse finito ma poi aveva ricordato tutto e i suoi amici erano stati molto solerti nel fargli ritornare la memoria: a momenti l'avevano quasi strangolato per essere stato tanto incosciente da andare in giro da solo, sapendo che era inseguito. Aveva dovuto descrivere dall'inizio alla fine il colloquio, se così si poteva definire, avuto con Rafeus e tutto nei minimi dettagli.
Il fatto poi che Rafeus avesse nominato Hermione parlando di Draco, aveva fatto capire a tutti che la Grifoncina aveva avuto contatti coi due fratelli Lestrange. L'unico problema era che non ne sapevano il motivo.
Tutto era stato calmo durante quella pausa, avevano cenato tranquilli, i ragazzi avevano perfino presentato May a Blaise e anche il piccolo Tom quando di colpo qualcosa negli occhi blu petrolio di Blaise era cambiato. Era scattato come una furia verso May, con lo sguardo spiritato di un assassino e per fermarlo erano stati addirittura costretti a tramortirlo.
Ore dopo, quando era tornato di nuovo in sé, non sapeva assolutamente dire cosa gli fosse successo.
- Non è che ti hanno iniettato qualcosa?- aveva ipotizzato Ron sconvolto, vedendolo tornare normalissimo.
Zabini veramente era rimasto senza parole per il suo scatto, si era praticamente scusato con May per un'ora e anche dopo un prelievo del sangue, Malfoy non era riuscito a capire cosa gli fosse successo. Aveva pensato a una pozione inventata da un gagia negli ultimi anni che aumentava l'adrenalina e portava ad attacchi di panico, attacchi di aggressività, anche a profondi stati di eccitazione...ma nel sangue del suo migliore amico non aveva trovato nulla.
- Allora gli hanno scagliato un incantesimo.- aveva detto Elettra - Forse l'Imperius.-
- Però dovrebbe funzionare sempre. Invece è successo così, di botto...- Potter era rimasto spiazzato, quasi confuso - E' strano, nemmeno Clay quando eravamo a casa ha percepito nulla. Gli fosse stata scagliata una maledizione, lui se ne sarebbe accorto.-
- Questo è vero.- Edward, seduto sulla sponda, continuava a cercare segni di qualche incantesimo...ma Blaise stava effettivamente benissimo. Non c'era marchi o simboli, nulla che avrebbe potuto spiegare quello scatto che di normale praticamente non aveva niente. Per sicurezza e molto gentilmente l'avevano legato al letto per tutta la notte e anche il giorno dopo, mentre usavano magia e muscoli per sistemare casa, il povero Zabini era dovuto restare imbrigliato come un malato di mente e la cosa ormai, specialmente dietro alle risatine di Gigì, cominciava a farlo innervosire.
Quindi se ne stava lì come in una cella da manicomio, nella camicia di forza, mentre tutti gli altri sfacchinavano.
- E' inutile che fai quella faccia...- gli disse Draco, accedendosi una sigaretta.
- Cos'è, hai paura che mi attacchi al tuo di collo?- frecciò Blaise.
- No, ma avrei fatto i salti di gioia se ieri sera avessi davvero ucciso lei.- disse, indicando col pollice May che sospirò, senza rispondergli con una battutaccia. Si rivolse a Zabini piuttosto, tutta curiosa - Anche tu stavi con Harry e il suo gruppo a Hogwarts?-
- Bhè si...ero il compagno di studi di Harry, al settimo anno.-
May sorrise, stranita - Però, questa mi mancava! Credevo che fosse Draco a stare con Harry.-
- No, Dray stava con Hermione.-
May alzò un sopracciglio, vedendo Malfoy filare dritto in cucina con fare evidentemente nervoso. Tornò a fissare Zabini, stupita da quei cambi così repentini di umore ma l'altro non disse niente, anche perché il biondo avrebbe potuto ucciderlo se solo si azzardava un'altra volta a nominare la Grifoncina. Già la sera prima, sapere che Rafeus aveva deciso di prenderla di mira per vendicarsi di lui non era stato piacevole, anzi. A sentire Harry che aveva dormito con lui, Malfoy non aveva chiuso occhio per tutta la notte.
- Dray, non lo vuoi un the?- gli chiese Blaise ad alta voce.
- Vai al diavolo tu e il the!- fu la dolce risposta.
- Mi spieghi perché sei sempre così scorbutico?- gli disse May, seguendolo in cucina - In fondo Blaise starà bene, dai! Non preoccuparti. E si tratta di me se vuoi d'ora in avanti ti starò lontano. D'accordo?-
Draco, che fino a quel momento aveva tenuto ostinatamente la testa nel frigo per cercare qualcosa di commestibile ed evitare di guardarla, ora fu costretto a farlo. Indugiò sul suo bel viso dalla forma ovale, sui capelli color del cioccolato...e su quell'espressione da bambina. Che strana ragazza...
- Allora? Vuoi che ti stia lontana?- gli chiese ancora May, testarda.
Draco schioccò la lingua, senza rispondere...e un attimo dopo, proprio per non essere più costretto a farlo, si acciambellò sul divano sotto forma serpentina facendo nuovamente ridacchiare Zabini.
Intanto al piano superiore Elettra e Tom sistemavano il bouduaire di Malfoy, sistemando la stanza e divertendosi come matti per aiutare il ragazzino a sentirsi più a suo agio. Al piccolo mago la sistemazione piaceva un sacco, specialmente grazie al bel lucernario di vetro colorato che troneggiava praticamente in mezzo alla stanza, dove decise di mettere il letto. Elettra, aiutandolo a sistemare i vari oggetti sugli scaffali notò prima di tutto che il piccolo Tom era davvero pieno d'ingegno e dotato anche di una già buona tecnica magica. Faceva levitare le cose molto facilmente e sapeva addirittura fare alcuni semplici incantesimi di Appello, però con cose molto piccole e poco pesanti.
Con dei mattoni aveva messo su una serie di scaffali davvero originali, pieni di libri di magia.
Certo, la stanza era ancora un po' vuota ma il giorno dopo sarebbero andati a fare spese.
- Però...- disse Ron, fermo sulla soglia - Ragazzi, siete stati bravi!-
- E quello cos'è?- si stupì May, portando su l'ultimo scatolone dove c'erano alcune cianfrusaglie, da chiudere nello sgabuzzino fra la stanza di Tom e il bagno. Indicò un oggetto lungo e argenteo, buttato sul letto. Era un flauto traverso.
- Che forte, sai suonare?- sorrise Elettra.
- Si, mi ha insegnato Caesar.- annuì Tom - Lui è bravissimo, io un po' meno...ma imparo!-
Mentre continuavano a spostare e a far disastri, vista la quantità di roba che volava in aria, Harry che cercava di fare di tutto per non stare a stretto contatto col ragazzino, notò che non c'era neanche una foto in giro.
Proprio come lui a quell'età, anche Tom non aveva nessuno a cui guardare con gli occhi del passato.
Stavano per decidersi a fare una pausa quando si smaterializzò nel salone Milo, abbastanza fresco ma con l'aria di uno che ha visto giorni migliori. Decisamente tornare da suo padre e suo zio, dopo che aveva appena mandato all'inferno Lucian, non era stato molto divertente. Se non altro aveva bevuto gratis nel salotto privato di Gala.
- Ehi, ci siete?- urlò, dopo aver scoccato a Blaise un'occhiata strana, visto che era tutto legato.
- Ciao Milo!- Harry mise giù la testa dalla rampa delle scale - Novità?-
- Nessuna. Sono tornato adesso dal Surrey. I vampiri non ne sanno niente di questa storia, naturalmente...- ironizzò, sarcastico - In compenso quello stronzo di mio zio Kronos ha detto che queste domande devo farle a Orloff.- e fissò May - Senti, non voglio fare il guasta feste ma se davvero quello ha in mente qualcosa potresti dircelo.-
- Io sono solo un Osservatore, santo cielo!- enfatizzò la ragazza - E comunque ti giuro che lavoro con lui da anni ed è la persona più retta che conosca! Farebbe di tutto per eliminare i Mangiamorte!-
- E con le Forze Oscure?- continuò Morrigan serafico - I vampiri dicono che coglierà l'occasione del casino fra Auror e Mangiamorte per scatenare una guerra con vampiri e quelli della Dama.-
- E' assurdo. È un dispendio di energie che non può permettersi.- disse ancora May, scuotendo il capo - Ne sono più che sicura, te lo ripeto.-
- Mah, fa un po' come ti pare.- disse Milo scocciato - Adesso scusate gente ma devo andare da Tristan e poi farmi finalmente una dormita. Se avete bisogno chiamate da lui. Siamo tutti a Cedar House.-
- Ok, ciao...- appena se ne fu andato via, Harry capì che non c'era proprio verso di stare tranquilli. Accidenti anche a Orloff. Chissà Duncan poi com'era di buon umore, dopo tutti i giornali che quel giorno erano piovuti in casa.
Notizioni assurdi, titoli giganteschi col nome Voldemort scritto a caratteri cubitali, inneggi al ritorno dei Mangiamorte, vecchie foto ripescate quattro e cinque anni prima. Un disastro insomma.
Alla fine i ragazzi avevano dovuto mettere un incantesimo sulla casa, per impedire ai gufi di tutti i maghi disperati della Gran Bretagna di trovare la casa di Harry Potter, il bambino che era sopravvissuto.
Si, pensò Harry guardando il Cavillo con i titoli che sfrecciavano come impazziti. Era ricominciata.
Si passò una mano sulla fronte, sentendosi la cicatrice scottare. Alzò il viso e vide Tom, intento ad osservarlo ma il ragazzino abbassò subito lo sguardo, tornando ad aiutare Elettra e Ron.
Possibile?, pensò ancora Potter. Possibile che quel bambino non provasse nulla a stare con il ragazzo che aveva ucciso suo padre a soli sedici anni? Perché? Perché quel bambino lo guardava senza odio, senza rancore?
Perché si sentiva così male quando stava con Tom?
In quel mentre squillò il campanello e in contemporanea anche il telefono.
- Dannazione, non se ne esce oggi!- sbottò Ron, attaccandosi alla cornetta.
Ad andare alla porta invece fu Edward e quando aprì rimase impalato davanti a un ragazzone corpulento, bello in carne, con occhi tondi ed espressione particolarmente stupida. Dudley...
- Harry!- urlò Dalton con fare annoiato - C'è quel babbano di tuo cugino alla porta!-
- Fallo salire!- gridò Potter da sopra.
Dudley Dursley in quegli anni ormai aveva dovuto fare i conti con la magia parecchie volte ma non aveva mai amato particolarmente la sua casa di suo cugino dove vivevano praticamente una cloaca di maghi mai vista e lui era terrorizzato da ogni persona che fosse in grado di sventolare una bacchetta. Comunque entrò, portandosi dietro uno scatolone vecchissimo, coperto di polvere e pure dalla muffa.
Quando salì al primo piano, divenne ancora più pallido. Accidenti...
- Dudley...- bofonchiò Harry, ficcandosi la bacchetta in tasca - Che vuoi stavolta? E ti avviso che non ti do un soldo.-
- Parlavi con me o con lui?- ironizzò Edward, attaccandosi alle tazze di caffè che aveva preparato Elettra.
- Con mio cugino.- sentenziò Harry, appoggiandosi coi fianchi al divano - Allora? Sono nel pieno di quattro traslochi come puoi vedere e non è un buon momento. Chi hai mandato all'ospedale stavolta?-
- Nessuno...- iniziò a dire Dudley, fissando Blaise con giusto un pelino di paura addosso ma si mise letteralmente a tremare quando un grosso serpente bianco si alzò dal divano e cominciò ad attorcigliarsi attorno al collo di Harry. Quello parve non farci caso ma poi, visto che suo cugino stava per collassare, si decise a farlo sedere levandosi Malfoy di dosso, lui e il suo sadismo.
- Queste le ha trovate la mamma in soffitta.- disse il babbano pochi minuti dopo.
- Che sono?- chiese May, sporgendosi su Harry che si era seduto - Foto?-
- Si, di mia madre.- Harry non poté impedirsi di sorridere - Grazie di avermele portate. E adesso dimmi per sei venuto qua per davvero.-
- Bhè, ecco...- Dudley si sentì fin troppi fissato, senza contare che il baccano che facevano quei maghi spostando tutto non gli rendeva le cose facili. A quanto pareva quella casa era proprio stata invasa per bene, comunque si fece coraggio, anche con Blaise che continuava a sbraitare per essere liberato - Ieri è arrivata a casa nostra una lettera della tua vecchia scuola.-
- Da Hogwarts?- si stupì Harry - Perché non l'hanno mandata qua?-
- Era per la mamma.- continuò suo cugino, sempre più in imbarazzo - Credo che sia stato il tuo preside a dirle di cercare quelle vecchie foto della zia. Lei ha pensato che ti fossi cacciato di nuovo dei guai...però ha detto che ora, visto che sei maggiorenne, la protezione della sua famiglia non serve più...o qualcosa di simile.-
- E' stato Silente senza dubbio.- disse Elettra, davanti a cui Dursley arrossiva sempre - Il preside si è ricordato che la protezione di tua madre ti ha salvato negli anni passati e ora deve aver pensato che attaccandoti al suo ricordo potresti trarne di nuovo la stessa protezione.-
- Certo, non è come quando era a casa loro ma si può provare no?- disse anche Ron, più ottimista.
- Secondo me è una vagonata di puttanate.- sentenziò Draco con finezza, apparendo alle spalle di Dudley e facendolo strillare per lo spavento - Non è mai stata la protezione della famiglia di tua madre a salvarti la pelle Sfregiato.-
- No, infatti...c'erano Ron ed Herm.- disse Edward, indulgente - E adesso che si fa?-
- Visto che si parla di Hermione...- iniziò Weasley - Sapete chi era al telefono?-
- Mundungus!- s'illuminò Harry, ignorando il cugino morto di paura - L'ha trovata? Un attimo, ma sa usare un telefono?-
- Ma che ne so. Diciamo che ha trovato l'ultimo posto dov'è stata Hermione prima di sparire.- spiegò Ron.
- E' sparita?- alitò Elettra - E da quando?-
- Ieri pomeriggio.- finì Ron con un tono che la diceva tutta - Un tizio della nostra età l'ha raggiunta, poi sono usciti insieme e lei è sparita, senza più tornare dove Mundungus la spiava.-
- E il tizio che era con lei?-
- E' morto. Era Terry.-
Calò un silenzio di tomba, tanto che Dudley capì che era meglio levare subito le tende. Nessuno lo notò, tutti erano troppo raggelati per pensare di notare qualcosa che non fosse quella serie a catena di guai.
- Vogliamo cominciare a considerare l'ipotesi che quando troveremo Hermione dovremo prenderla a ceffoni?- propose Ron a bassa voce, vista l'espressione addolorata degli amici - A quanto pare sapeva già tutto.-
- Si e ha cercato di fare tutto da sola...- concluse Elettra - E adesso dove può essere finita?-
- Se Terry è morto...- iniziò Blaise.
- No, lei non può aver fatto la stessa fine!- ringhiò Harry furibondo - Hermione non è così facile da fare fuori!-
- Tom, davvero non sai dove può essere?- chiese Edward, volgendosi verso il piccolo mago - Quand'è l'ultima volta che l'hai vista nel Golden Fields? Dicci tutto quello che sai su di lei.-
Il ragazzino, conscio che ormai la sua amica fosse davvero nei guai, cercò di fare mente locale, di ricordarsi ogni cosa.
- Bhè...allora, dopo essere venuta via con me dall'Italia due anni fa è tornata in Germania per qualche mese, dal suo amico Krum. Quando è tornata qui è stata da noi per circa un anno e mezzo. Poi tre mesi fa se n'è andata di nuovo. Ma ha detto solo a Caesar dove andava. Comunque è rimasta qua a Londra, ne sono sicuro.-
- Come fai a dirlo?-
- Bhè...- ora il bambino sembrava leggermente in imbarazzo - Credo che sia stata estradata...-
- Estradata? Dalla Germania?- Elettra quasi sputò tutto il caffè che stava sorseggiando - Hermione?!-
- Bhè...in Germania al Durm Strang sono quasi tutti Mangiamorte.- disse Tom - E lei non è molto diplomatica...-
- Hermione?- Ron levò un sopracciglio - Ma stiamo parlando della stessa persona?-
- Senza offesa, ma stiamo parlando di una gagia no?- disse May.
- Tu non la conosci.- replicò Harry serio - Vai avanti Tom.-
- Come dicevo...è stata estradata, credo anche per colpa dei miei fratellastri...e da quel momento potrebbe essersi messa a dare la caccia ai Mangiamorte per conto suo. Senza contare che forse anche gli Zaratrox ce l'hanno con lei.-
- E per quanto riguarda quel mezzo demone?- fece Draco con voce inquisitoria.
- Quale mezzo demone?- chiese Tom stranito - Intendete Jeager?-
- Si, Crenshaw!- annuirono gli altri.
- Oh...- il ragazzino fece un gesto nervoso con la mano - Lui ce l'ha con lei perché è stata lei a diventare l'allieva di Caesar e della mamma. Quando aveva vent'anni, Hermione l'ha battuto e da quel momento la odia.-
- Quella gagia ha battuto un mezzo demone?- si sconvolse May - Dio santo!-
- Come ha potuto battere un dannato mezzo demone eh?- sbraitò Ron incollerito, volgendosi verso Potter - Quando ce l'avrò fra le mani ti giuro che le faccio passare la voglia! E non t'azzardare a metterti in mezzo cazzo!- ma erano parole al vento perché Harry stava già infilandosi il mantello e la spada alla cinta.
- E adesso dove vai?- allibì Blaise.
- Ron, dammi l'indirizzo dell'ultimo posto dov'è stata Hermione.- scandì il moro - Ci vado adesso.-
- Vengo anche io.- disse Draco.
- Non ci pensare anche!-
Malfoy si volse a guardarlo e dall'espressione dei suoi occhi argenti incendiati, lo sfregiato capì che era meglio lasciar perdere - Ok,- disse rivolto agli altri - Ron, vieni con noi. Ed, fammi un favore. Vai nel Linkonshire.-
- Devo andare da Lord Hargrave?- si stupì Dalton - E che potrà mai sapere?-
- Là c'è Jane!- scandì anche Draco - Lei saprà qualcosa!-
- Ok, Elettra...- Harry si volse alla sua ragazza - Non voglio che restiate soli...quindi...porta tutti da Sirius!-
- Da Sirius?- la biondina sgranò gli occhi - Si metterà a fare un sacco di domande!-
- Ecco, tenetelo impegnato!- scandì Potter rapidamente - Anzi, fai conoscere al moccioso le sue zie!-
- Ecco, brava piccoletta!- disse anche Draco - Portalo da mia madre e da Andromeda!-
- Cosa?- Tom saltò su come se gli avessero appena rovesciato un secchio d'acqua gelata addosso - Ma io...io...-
- Un attimo! Io vengo con voi tre!- protestò May, seguendo Harry e gli altri.
- Col cazzo, tu te ne stai qua!- la zittì Draco.
- Un accidente, sono la vostra Osservatrice!- replicò la Aarons ignorandolo palesemente - Orloff mi ha mandato qua per impedirvi di fare guai e se devo tampinarvi lo farò! Siete già costati al Ministero fin troppo!-
- La tua linguaccia prima o poi ti costerà la vita mezzosangue!-
- Insomma Harry!- sbraitò Elettra in quel manicomio - Non puoi piantarmi tutto quanto così! E dov'è finita la chiave dei lucchetti della camicia di Blaise!? Non posso portarlo in giro conciato in questo stato!-
- Appunto, slegatemi!- la seguì Zabini.
- Ma che ne so ...prima le aveva Gigì quelle dannate chiavi!-
Andò a finire che come sempre la cosa degenerò in un macello bestiale. I vicini si attaccarono al campanello e urlavano di fare silenzio, altri rompevano per telefono così alla fine la piccola Baley non poté fare altro che trascinare davvero via sia Blaise che il povero Tom, tutto traumatizzato, per lasciare agli altri il tempo per capire dove fosse Hermione.
Se non altro, pensò Elettra fra sé, le cose incominciavano a muoversi.
Sperava solo che si muovessero nella direzione giusta!

- Com'è che hai detto a casa Malferret? Che la faccenda della protezione è una vagonata di puttanate?- bofonchiò Ron Weasley, scavalcando il cadavere di un demone impuro steso a terra.
- Precisamente.- sentenziò Draco, portandosi una mano davanti al naso e alla bocca. L'odore pestilenziale dei morti stava invadendo ogni cosa in quel posto. Ogni dannata cosa era impregnata ormai.
Si trovavano in Bedlam Drive, forse il quartiere più magico e malfamato della Londra babbana, all'interno di uno stabile dall'aspetto anonimo, bianco e grigiastro, con scritte sui muri e porte ciondolanti.
E nel corridoio dove si trovava la stanza numero 204, qualcuno aveva fatto strage di demoni impuri non più di un giorno prima. Il tizio, un grassone unto di sandwich, proprietario del condominio, a quanto pareva doveva essere almeno un Magonò per non farsi problemi davanti a quell'uso spropositato di magia. E specialmente davanti a tutti quei demoni morti. Anzi, pareva quasi che li stesse aspettando. Mundungus gli aveva parlato e gli aveva anche specificato che avrebbe dovuto essere gentile e dire tutto quello che sapeva alle persone che sarebbero arrivate, poi il mago se n'era andato, ben sapendo che all'Ordine c'era altro lavoro da sbrigare ormai.
Il grassone aprì loro la porta della 204 e poi si fece da parte.
Un letto e una finestra, con un armadio malandato. Poi un piccolo bagno. Non c'era altro.
Nessun oggetto, niente di niente.
- Me lo racconti di nuovo.- disse Harry, mentre Ron e May entravano nella stanzetta umida.
- La ragazza che cerchi stava qua da un mese.- disse il tizio, dando di nuovo un morso al panino che teneva in mano, facendosi colare sulla pancia una goccia di maionese, senza badarci - Pagava sempre in contanti, soldi babbani.-
- Sapevi cos'era?- gli chiese ancora Potter.
- Guardati attorno, ragazzo.- replicò quello serio - Qui vengono solo maghi come te e i tuoi compagni, oppure demoni. Dalla faccia che aveva la tua amica, ho capito subito che era una strega e che fosse un Auror. Due notti fa hanno fatto irruzione i cadaveri che vedete lì fuori...- un ghigno freddo mise in mostra dei denti tutti storti - Lei li ha sistemati da sola, in un sol colpo e senza l'uso della bacchetta. Sono rimasto veramente sorpreso.-
- Senza bacchetta?- alitò Ron da dentro - E come ha fatto?-
Draco, che stava guardando i cadaveri con attenzione, rispose alla domanda con tono che non prometteva niente di buono - Ha scagliato addosso a questi demoni una maledizione.- disse, digrignando i denti - Sembrano...come bruciati da dentro. Autocombustione. È una maledizione da forze oscure e da quanto vedo dev'essere stata anche molto potente. Ci sono cinque cumuli di cenere, gli altri sono carbonizzati a metà. In totale fanno quindici.-
- Dio santo...- sussurrò Harry, passandosi una mano sulla fronte - Senta...e non sa dov'è andata?-
Il tizio, sconvolto, fissò la fronte del moro e allargò gli occhi - Per la miseria! Ma tu se Harry Potter!-
- Lascia perdere, mi dica quello che sa!- sbottò l'altro.
- Dunque...- il grassone accartocciò la carta del panino e la gettò giù da una finestra del corridoio - L'altro giorno è entrato qua un ragazzo, più o meno della vostra età. Vestito normalmente, per un attimo l'ho scambiato per una persona normale. Non parlava molto...si è limitato a chiedermi della vostra amica. Ecco i registri...- e Harry vide la scrittura di Hermione. Si era firmata Hargrave di cognome. Strano, pensò. E l'entrata era di Terry Turner.
Si, Terry era stato da lei prima di morire.
- Sono usciti e non sono più tornati.- concluse il titolare, dicendo esattamente ciò che avevano già sentito da Mundungus - E adesso potete guardare ovunque in quella stanza, fate come volete. Tanto fino a stasera non devo sgombrarla.-
- Che lei sappia...nessun altro è entrato qua? Niente messaggi, niente di niente?- gli chiese Ron.
- No, in un mese è uscita solo di notte, sempre dalle due in poi. Tornava verso l'alba...ma...aspettate un attimo!- disse, illuminandosi - Ecco, una notte, circa due settimane fa, è tornata con un taglio sul viso, più o meno vicino alla tempia. Un tizio le stava correndo dietro. Era il classico tipo tirato come un modello.-
- Intende di bell'aspetto?- chiese May, pensando a Crenshaw. Tirarono fuori la foto del mezzo demone e il titolare lo riconobbe subito - Si, è questo il tipo! La seguiva da un pezzo ma lei l'ha cacciato in malo modo. Lui ha cercato di entrare con la forza e allora lei l'ha atterrato, usando la magia di fronte a me.- fece un fischio, cominciando ad andare verso le scale - La vostra amica non ci andava di mano leggera. Quello aveva una bacchetta come lei, ma non l'ha usata. Se n'è andato masticando maledizioni.-
- Va bene, la ringrazio.- disse Harry.
Una volta soli, tutti e quattro entrarono nella stanzetta misera e vuota. O era già passato qualcuno a ripulirla, o Hermione con un incantesimo aveva nascosto tutto.
- Hargrave...- borbottò May pensosa, mentre gli altri si aggiravano nella stanza - Anche nella sua scheda al Ministero è registrata con questo nome dai diciotto anni in poi. Io però pensavo si chiamasse Granger, no?-
Ron si bloccò, fissandola stranito come gli altri - Che intendi?-
- Bhè, quando sono andata al Ministero per controllare ho visto la sua scheda. E anche lì il cognome è Hargrave.-
- Perché ha cambiato il cognome di suo padre?- si stupì Weasley - Non ha senso.-
- Può averlo fatto per depistare i curiosi.- disse Harry - E' famosa anche lei.-
- Si, forse.- disse May - Ho letto che ha preso la licenza Auror in Germania in appena sedici mesi.-
- Le è sempre piaciuto ammazzarsi sui libri.- borbottò Draco, guardando sotto al letto - Gente, qua non c'è un cazzo.-
- Proviamo con un incantesimo di Svelo?- propose la Aarons.
- Si, ok...- Harry estrasse la bacchetta, poi agitandola pronunciò - Mostrati!-
Capirono che c'era qualcosa quando l'incantesimo s'infranse su una barriera invisibile. Dovettero ripeterlo tutti e quattro insieme per romperla, tanto che alla fine si chiesero che razza di forza avesse acquistato la Grifoncina in quegli anni. Alla fine comunque, lentamente, tutti gli oggetti di Hermione riapparvero.
L'armadio si colmò di vestiti e armi, sul pavimento apparvero libri e pergamene, sotto al letto altri oggetti.
Si misero così a frugare, cercando appunti, agende, qualsiasi cosa avesse potuto aiutarli.
Draco iniziò a cercare nell'armadio e rimase sconvolto quando risentì quel profumo che credeva di aver dimenticato.
Era il profumo inconfondibile di Hermione...impresso in ogni sua cosa, in ogni suo indumento.
- Stai bene?-
Staccò la mano da un mantello della Grifoncina quando May, posandogli la mano sulla spalla, lo richiamò alla realtà.
- Si!- disse secco - Qua non c'è niente. Nel mantello non c'è la sua bacchetta, quindi è uscita armata.-
- E qua ci sono tanti di quei libri proibiti che se ci pescano ci sbattono ad Azkaban tutti e quattro!- disse Ron sconvolto, sfogliandone uno che per poco non cercò di azzannarlo - I suoi gusti sono proprio cambiati...-
Harry fece una smorfia, irrigidendosi di colpo. Non aveva messo in conto che avrebbe potuto ritrovare una persona totalmente diversa da ciò che era stata in passato la sua migliore amica. Inoltre...c'era anche un'altra cosa che faceva sentire a disagio sia lui, che Draco e anche Ron. May.
Al suo posto c'era sempre stata Hermione. Ora invece c'era May. Altrettanto in gamba, altrettanto preparata.
In quelle settimane aveva imparato ad apprezzarla, ci si erano affezionati.
E ora stavano davanti al fantasma del passato di ciò che era stata Hermione Granger.
- Ehi, aspettate un attimo!-
Si volse e vide May uscire da sotto il bordo del letto con una ciotola di legno, illuminata di una luce evanescente.
Il Pensatoio di Hermione!
- Cavolo, sembra stracolmo di pensieri!- disse Ron - May, attenta...non farlo gocciolare!-
La Aarons si mise a fatica in piedi, posando il prezioso oggetto sulla scrivania.
- Accidenti!- mormorò - Non ne ho mai visto uno così pieno!-
- Deve aver tolto alcuni suoi ricordi perché non cadessero in mani sbagliate forse.- ipotizzò Harry, sogghignando - Forse ha visto qualcosa che non vuole che qualcuno sappia.-
- E probabilmente sapeva anche che sarebbe finita nei guai.- sibilò Draco sarcastico - E' furba quella. Ha pensato che qualcuno avrebbe trovato il suo Pensatoio e che avrebbe potuto continuare il suo lavoro! Accidenti mezzosangue!-
- Perché ce l'hai con me adesso?- bofonchiò May.
- Ce l'ho con la Granger!- ringhiò Malfoy, arrossendo per quello scambio così improponibile. È vero...era sempre stata la Granger la sua mezzosangue...e di colpo si vergognava di aver chiamato così quello che per lui era stata una sconosciuta. Però adesso May non era più una sconosciuta.
- Sarà meglio portarlo a casa.- disse Ron, avvolgendolo in una bolla magica protettiva.
- Si, stasera ci diamo un'occhiata.- annuì Harry - Sperando di non vedere roba troppo personale.-
- Chiudi quel becco dannato!- frecciò Draco.
- Guarda che non pensavo solo a te...- ghignò Harry, sadicamente.
- Non t'azzardare a ricominciare con questa storia Sfregiato!-
- Possibile che sei ancora geloso?-
- Non sono mai stato geloso!-
- Volete finirla?- sbuffò Ron avviandosi - Bhè, fate un po' come vi pare! Vieni May!-
- Si, così preparo la cena. Chissà Edward invece come se la starà cavando?-
E li lasciarono a litigare allegramente fra loro, visto che ormai avevano finalmente trovato qualcosa da cui avrebbero potuto partire con le ricerche della Grifoncina.


Mentre Edward era filato nel Linkolnshire e gli altri a cercare notizie di Hermione, c'era qualcuno che aveva passato un'estenuante giornataccia sul posto di lavoro, ovvero al Quartier Generale degli Auror.
Tristan Mckay era stato sommerso letteralmente, dalle sette di mattina alle sette di sera quando aveva staccato, da giornalisti, lettere, missive, pacchi minatori, insomma di tutto...e tutti volevano una cosa.
Harry Potter, il bambino che è sopravvissuto.
Ormai in Gran Bretagna i maghi si erano riuniti di nuovo, consci della nuova minaccia dei Mangiamorte e non c'era stendardo migliore che quello del fulmine, quello che ricordava il tempo in cui un neonato aveva battuto un grande mago e poi il tempo di un ragazzino diciassettenne che aveva ucciso il suo grande e malvagio nemico.
Naturalmente era stata messa sotto inchiesta l'intera squadra di Harry a cui Duncan aveva concesso il privilegio di potersene stare fuori dal Ministero per qualche giorno, mentre la caccia ai Mangiamorte aveva inizio.
Tristan però aveva dovuto rispondere a un sacco di domande e ora, davanti alla porta di casa desiderava solo cenare, giocare un po' con sua figlia e poi andare a letto. Arrivato nell'entrata però, capì che non sarebbe stato possibile.
Un elfo domestico gli stava prendendo giacca e mantello quando un calice pieno di vino sfrecciò sulla sua testa, seguito da un baccano infernale che gli fece chiedere se per caso non avesse sbagliato casa. No...
Lo capì quando raggiunse il salone e alla sua lunga tavola ovale si era riunito il Concilio di Guerra.
- Tristan!-
Tanatos Mckay stava seduto a capotavola, sorridente e col calice colmo in mano, più un sigaro in bocca.
- Allora, si può sapere dov'eri?- gli chiese suo padre - Ti ricordi dei nostri amici vero?-
Tristan rimase immobile sulla soglia. Spalancò gli occhioni verdi, credendo di essere finito per sbaglio in una dimensione parallela. Quella gente...erano anni che non li vedeva! Anni interi! A quella tavola era seduti i maghi più importanti e famosi della Gran Bretagna, nonché i più facoltosi membri del Wizengamot! Infatti, più o meno a metà, c'era Robert Rainolds, marito di Charlene Rainolds, la presidentessa del club di Elisabeth! Con Rainolds c'erano i coniugi Weasley e i loro figli, Bill e Charlie che agitarono la mano in saluto.
Rimase basito. Vide anche Kingsley Shacklebolt, Malocchio Moody, perfino Remus! Erano tutti lì per l'Ordine!
Ma il bello veniva verso il centro tavola, fra altri due vecchi famosi del Wizengamot e George Dalton, l'anticonformista padre di Edward: Tristan vide che un mago sulla quarantina lo salutava con un gran sorriso...e ammutolì ancora di più. Era Daniel King, duca di Tenterdon, magnate industriale, membro della cerchia degli amici della regina d'Inghilterra e anche prossimo candidato per il ruolo di Ministro!
- Chiudi quella bocca, sembri un pesce!- gli disse qualcuno e quel qualcuno era Duncan.
Il suo capo! Tristan quasi non ci credeva più! Gillespie in casa SUA!
Ma la cosa che gli dette il colpo di grazia fu vedere chi ci fosse seduto accanto a Liam Hargrave, amico di scorribande di suo padre. Un uomo più o meno della stessa età del duca di Tenterdon, abbigliato con una giubba verde scuro, con intarsi leggeri in argento. Era l'ultimo mago che Mckay si sarebbe aspettato di vedere in casa sua e non avrebbe mai pensato che fosse interessato alla preservazione di mezzosangue e babbani, visto che un tempo era stato il migliore amico di Lucius Malfoy.
Quell'uomo era Lord Michael Howthorne e la sua famiglia discendeva direttamente da Salazar Serpeverde in persona.
Nonostante il suo sconvolto, il giovane Auror fece finta di nulla e si limitò a salutare gli ospiti.
- Spero...starete comodi.- bofonchiò - Tutto a posto Duncan?-
- Una favola.- replicò Gillespie che come lui aveva avuto una pessima giornata in ufficio - Bella casa.-
- Grazie...- Tristan si voltò di nuovo verso suo padre - E Jess dov'è?-
- In cucina.- disse Tanatos con quella sua angelica faccia da schiaffi - Cena tranquillo e non ti preoccupare. Non ti distruggeremo la casa! Ah, Degona è di sopra con tua nonna.-
- Perfetto.- sibilò il padrone di casa fra i denti, congedandosi. Al diavolo!, pensò rabbioso. Perché quelle grane le scatenavano sempre in casa sua eh? E perché Sirius non era venuto alla riunione?
Entrato in cucina praticamente avvolto da una nuvola di fuoco, trovò quei deficienti dei suoi compagni attaccati alla porticina che gli elfi usavano per andare in salone, intenti a origliare.
A quanto pareva le follie non finivano, pensò incazzoso.
- Si può sapere che diavolo fate?-
- Zitto!- Clay gli fece segno di tacere - Non sentiamo cosa dicono!-
- Perché state di qua?-
- Perché il capo non vuole che sentiamo!- sbuffò Milo - Vuole che ce ne stiamo fuori dai guai...-
Tristan levò un sopracciglio, iniziando a sogghignare - Come prego? Fuori dai guai? Noi? Noi??? Chi cazzo c'era a Hogwarts quattro anni fa con Harry? Lui e quegli altri no di certo!-
- Vaglielo a dire.- ironizzò Sphin - Comunque ci ha dato un permesso a tutti quanti, la squadra di Harry compresa. A quanto pare Orloff gli sta col fiato sul collo e non ci vuole fra i piedi mentre i giornalisti rompono al Quartier Generale. Quando finirà di parlare con tuo padre stasera, poi verrà da noi e ci dirà cosa fare.-
- Fatemi capire un attimo...- il padrone di casa si stappò una birra, praticamente scandalizzato - Quelli organizzano in casa mia un fottuto ritrovo e poi me ne tengono fuori? Jess, che cazzo fai anche tu? Hai visto chi c'è di là?-
- Doveva esserci anche Silente sai?- cinguettò Clay, ignorando il suo scazzo - Però ha avuto problemi all'ultimo.-
- Me ne sbatto! C'è Howthorne di là!- sbottò Tristan, ma Jess non perse la calma. Anzi, sollevò le spalle - E allora? Se la pensavi così anni fa dovevi buttare Draco in cella senza fare una piega ma non si sono mai avute prove del coinvolgimento di Howthorne. O sbaglio? E se mi dici che tutta la sua famiglia è di Serpeverde...vogliamo parlare del fatto che pure tu lo eri?-
- Io ci sono andato solo per Lucilla.- sbuffò Tristan scocciato - Comunque c'è un'altra cosetta un po' strana.-
- E sarebbe?- chiese Milo.
- Damon.- disse Mc con tono sicuro - Il figlio di Howthorne. Quest'anno andrà per la prima volta a Hogwarts. Coincidenza strana, non credete?-
Tutti gli altri fecero orecchie da mercante, anche perché entrò Liz a spezzare l'atmosfera.
- Tristan! Finalmente, insomma vuoi dire qualcosa a quella gente?- sbraitò la ragazza entrando come un tornado - Tuo padre ha portato qua quella gente e a momenti si mettevano a discutere davanti a Dena!-
- Qualcuno ha visto la mia capsula di cianuro?- s'intromise Milo, sarcastico. Dopo un'occhiataccia del padrone di casa, i quattro rompiscatole se ne andarono, lasciando Tristan ed Elisabeth a discutere fra loro mentre l'Auror cercava di cenare con un minimo di calma. Dopo aver assicurato alla sua apprensiva amica che presto se ne sarebbero andati e che Nadine, che stava nella camera di Degona, non avrebbe parlato alla bambina di ciò che discutevano gli altri nel salone, s'informò sull'umore di sua figlia.
- Oggi ha di nuovo mangiato pochissimo.- gli disse Liz, seria - Tristan, devi fare qualcosa! Da quanto tua nonna ha avuto la bella idea di dirle di sua madre, Dena è diventata tristissima! Mangia solo se sei tu a supplicarla! Oggi ho provato a farle fare di tutto, l'ho anche portata al parco ma praticamente ha detto due parole in croce! Passa tutto il tempo a guardare quelle fotografie!-
- Era sua madre, dalle tempo.- sospirò l'Auror che ormai aveva perso l'appetito.
Liz però scosse il capo, con gli occhi vitrei - Io capisco cosa significhi crescere senza genitori...ma se avessi avuto una madre del genere avrei preferito non saperlo!-
Come spiegare a qualcuno che non voleva sentire? Che non voleva capire?, pensò amaramente Tristan.
Come spiegare a Liz chi era in realtà Lucilla?
- Una madre fa di tutto per stare coi propri figli!- andò avanti la strega, quasi singhiozzando.
- Si e fa anche di tutto per difenderli.- sussurrò lui, in risposta.
La Jenkins a quel punto sgranò gli occhi nocciola - Cosa? Ha tentato di fare del male a Degona!?- strillò.
Dopo quell'uscita lasciò perdere, troppo esausto per discutere. Baciò la strega sulla fronte, poi salì al piano di sopra dove raggiunse la camera della figlia. Nadine Mckay sorrise, vedendolo, e lasciò la piccola che stava guardando il grosso album di foto seduta sul suo lettone.
- Oggi Liz l'ha presa di nuovo sui libri di magia di Sofia.- gli disse la vecchia strega, prima di andarsene.
Fantastico, pensò raggiungendola. Sorrise rasserenato quando Dena lo abbracciò forte e gli regalò un sorriso bellissimo. Se non altro con lui era rimasta la bimba dolce e vitale di sempre. Ammetteva però che averle parlato di Lucilla era stato troppo avventato e se ne reso conto anche meglio quando vide la foto di lui e della Lancaster incorniciata sul comodino della figlia.
Rimase a lungo a parlare con lei, chiacchierarono molto e la piccola gli disse tutto ciò che aveva fatto nella giornata, poi lo tempestò di domande su Harry e gli altri, per chiedergli se era vero che quel mago cattivo voleva ancora fargli del male. Tristan pensò che Liz gli avrebbe graffiato tutta la faccia se fosse venuta a sapere che le aveva raccontato la storia di Voldemort e Harry, ma verso le nove e mezza l'aiutò a infilarsi il pigiama, poi la mise a letto.
- Notte diavoletta.- le disse, baciandole la guancia - E domani fai colazione ok?-
- Hn.- bofonchiò Dena con una piccola smorfia - Papà...senti...-
- Cosa?-
Dena lasciò perdere, sorridendo - No, niente. Buona notte!-
Quando se ne fu andato, la piccola chiuse gli occhi...ma quando tutte le luci di Cedar House furono spente, verso mezzanotte, Degona riaprì gli occhi verdi e accese una candela che aveva nascosto sotto il letto. Tirò fuori anche un piccolo cofanetto di legno e quando lo aprì ne uscirono una foto di Lucilla e della polverina magica.
Era formula rudimentale di Smaterializzazione, presa dagli scaffali di Tristan.
Poco dopo, la piccola era dentro a un cerchio tutto tremolante fatto della polverina, seduta a gambe incrociate con la foto di Lucilla fra le mani. La teneva strettissima e sembrava molto eccitata. Doveva vederla...voleva vederla!
Era anche spaventata, ma tenere l'immagine di sua madre fra le mani sembrava darle forza. Sospirò, poi prese la candele e bruciò l'inizio del cerchio. Ci fu un lampo colorato e quando tutto il cerchio ebbe preso fuoco, ci fu un altro sbuffo di fumo e quando la nube si fu diradata, Dena non c'era più.

C'era qualcuno...
Lucilla dei Lancaster, sdraiata nel suo grande letto nel Golden Fields, aprì gli occhi lentamente.
Mise subito a fuoco la sua stanza illuminata da un debole raggio di luna che filtrava dalle tende aperte, tagliando a metà la camera da letto con quella lama di luce. Sentiva anche la presenza sconosciuta.
Si mise a sedere sotto le lenzuola e la seta nera della sua sottoveste le frusciò sulla pelle, mentre poggiava lentamente le lunghe gambe sul pavimento di legno.
Chiunque fosse entrato doveva avere un bel coraggio, pensò minacciosa.
Nessuno aveva mai osato mettere piede nelle sue stanze, nessuno! Si aggirò attorno al baldacchino, silenziosa.
I suoi passi quasi non si sentivano...sembrava galleggiare e il suo incedere era lento e aggraziato.
Si volse su se stessa, cercando quell'invasore che di certo non avrebbe più tentato di fare qualcosa di simile. Chiunque fosse stato comunque, aveva commesso il più grande errore della sua vita.
Rimase immobile però quando davanti a sé trovò una bambina piccolissima, avvolta in un pigiamino bianco.
Lucilla rimase dov'era, senza fiatare...mentre la bimba la guardava con gli occhioni smeraldini sgranati.
Nella manina teneva una foto accartocciata ma dopo un lungo silenzio in cui la piccola la scrutò da capo a piedi, la demone la vide sollevare le braccine verso di lei, con lo sguardo pieno di attesa.
- Mamma...- sussurrò, a bassa voce.
Lucilla crollò seduta sul pavimento e quando ebbe fra le braccia sua figlia, ogni altro pensiero sparì.
Grazie...grazie....

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Kysa