Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: BigEyes    05/06/2012    2 recensioni
Lei si voltò sconcertata e infastidita da quel suo modo di fare.
- Sono un figlio di Dio. Il mio compito è proteggere, non aggredire. Ho una specie di divisa che allontana i demoni. Il nome di Gesù è la mia arma. –
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'In The Name of Jesus.'
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Attorno alla ragazza si stava materializzando una colonna di fuoco. La piccola Ariel aveva gli occhi chiusi . Appena li aprì il fuoco si espanse in tutta la stanza; Joshua e gli angeli rimasero incolumi, ma le arpie nere vennero immediatamente incenerite. Lo sguardo sfolgorante di Ariel, si rivolse a Judas, che lasciò cadere il discorso in terra, digrignando i denti e sudando freddo. Tuttavia:
-non ce la farai mai a farmi fuori, piccola- affermò Judas
-l’Amore spera ogni cosa!-disse, tenendo tra le mani il suo ciondolo a forma di leoncino; guardò fisso il demone che finì a terra come se avesse ricevuto un colpo allo stomaco. Rialzatosi a stento, il demone scappò saltando fuori dalla finestra, bestemmiando.
 
Joshua era sbigottito: “non ci posso credere, da dove l’ha presa quella potenza? Sono anni che mi alleno, ma non ho mai ricevuto questo fuoco, perché lei l’ha ricevuto subito?!”. In lui, configgevano sentimenti contrastanti: invidia , ammirazione, gelosia.
 
-Ariel sei stata bravissima !– esclamò Gabriel
-Grazie. – disse timidamente, poggiando le mani sulle guance accaldate dal fuoco celeste -Mentre combattevo sentivo la voce di Dio che mi diceva: io ho fiducia in te! Io ho creduto, poi ho ricevuto quel fuoco …- Ancora non ci poteva credere, si guardava le braccia e le mani: non aveva rossore dovuto al calore.
- Ariel, i miei complimenti , hai ricevuto lo Spirito Santo, non hai più bisogno del mio aiuto. Ora vi saluto ragazzi devo incontrarmi con Heliu.- disse Joshua tutto d'un fiato, porgendole la mano -  Adesso sai cavartela da sola- continuò, scurendosi  in volto. Voltò le spalle alla ragazza, che avrebbe voluto condividere quella gioia con lui. – ...Joshua – sussurrò lei, mentre lui se ne andava con le mani dentro le tasche.
 
Mikael cercò di capire cosa gli fosse successo: gli corse incontro. Poggiò la mano sulla spalla del ragazzo, che la tolse con uno scatto.  
- non pensavo che lei ricevesse il fuoco dello Spirito Santo prima di me. Sono rimasto pietrificato. Non mi sembra giusto che una novellina debba avere quello per cui io ho faticato per tanto tempo.
- sei impazzito?- rispose incredulo Mikael - Cosa ti passa per la testa? Si vede che non avevi il cuore completamente rivolto a Dio. Da quel che mi dici, miri solo a diventare un grande nel Regno dei Cieli. Bhe sappi una cosa: gli ultimi saranno i primi!
- Se è così voglio fare della mia vita quello che non ho potuto fare fino ad esso; dato che nessuno considera il mio potenziale e che dovrei pensare solo a questa ragazza, che prima era perfino atea.. Uscirò dal Regno! 
-Chi ti da il potere di giudicare il volere di Dio ? chi è come Lui ? –
-sono libero no?-  esclamò Joshua aprendo le braccia, mentre  camminava verso l’uscita guardando al Custode.
-sei libero di fare il male – affermò l’angelo, stringendo i pugni.
Mikael sapeva che la prova più grande per Joshua sarebbe stata proprio quella di abbassare l’orgoglio.
Ariel intanto ascoltava la discussione senza dire una parola, con la testa bassa. Era stata certa, fino ad allora, che quel ragazzo avesse un  cuore puro.
 
Joshua uscì dall’università con lo sguardo basso, guardando la croce che portava al collo, regalo di padre Max, per il suo quindicesimo compleanno. Camminò a lungo osservandola e giocherellandoci. Voleva abbandonarla sulla strada, ma sentiva che gli sarebbe potuta servire.
 
Incontrò Heliu nel luogo previsto: una Cafè di lusso. Appena entrò un cameriere lo squadrò dalla testa ai piedi, poi volgendo lo sguardo alla collana lo invitò ad entrare, porgendogli il braccio per il cappotto. L’arredamento era in stile moderno, con tavoli, sedie e pareti dipinte di bianco e nero. Heliu lo aspettava in un privè, oltre una tenda nera. Era al cellulare, seduto su una poltroncina, con le gambe incrociate, vestito con un gilet grigio, camicia nera, cravattino nero lucido, jeans e scarpe nere lucide.
 
-allora fratello , come stai ? ti vedo scuro in volto è successo qualcosa?- disse l’amico, dopo aver chiuso la chiamata. In realtà, dalla chiamata, sapeva perfettamente cosa fosse successo. Acab, un altro adepto del male, aveva preso le sembianze dell’amico fidato di Joshua: il vero Heliu stava gemendo in catene,nell’oscurità di una cella, nel regno delle tenebre.
- niente- rispose Joshua - è che, non mi sento valorizzato. Tu invece,- continuò sorseggiando caffè - che fine hai fatto? è da un po’ che non ci si vede- 
- beh, devi sapere che ho fatto un affare, sto con Judas adesso..- rispose, con sorriso malizioso.
A sentire  quel nome, Joshua sentì una fitta alla testa. 
-  Devi stare attento, ti consiglio di lasciarlo perdere..- facendo una smorfia di dolore, stringendo i denti -non è una persona di cui fidarsi- concluse, rivolgendogli uno sguardo truce, portando la mano alla tempia.
-Invece sbagli amico, lui mi ha arricchito da quando sono uscito dal Regno. Per questo ho mollato Rafael. Io penso che possiamo battere il loro capo infiltrandoci nel loro team. Lascia perdere quello che dicono, dammi retta! –  lo incoraggiò lo pseudo Heliu, mettendogli la mano sulla spalla.
Joshua rifletteva e più lo faceva, più si rendeva conto che il suo amico aveva ragione.
 
Erano le 7 di sera e Ariel dopo aver fatto tutto il possibile per far acquisire consensi alla Christian for Justice, tornò a casa, con occhi gonfi di pianto e stanchezza. Nel letto, con le cuffie alle orecchie pensò alle parole di Joshua. “novellina? E così, è solo questo che sono per lui? Pensavo di essere sua amica..”. L’angelo le tolse le cuffie dalle orecchie.
-ehi ma che diavolo fai?-
- ..diavolo?- 
-ops..scusa è che..- 
-lo so che stai pensando a lui, ma devi alzarti e reagire!- disse, prendendola per le braccia, mentre lei opponeva resistenza.
-non ho voglia di alzarmi…- disse la ragazza, abbracciando il cuscino .
-invece devi alzarti, perché ho ricevuto un messaggio: è una missione per te e Lucia –
-me e Lucia? Come mai pure lei?- domandò stranita, alzando un sopracciglio  
-devi sapere – iniziò Gabriel, alzandola di forza dal letto –che pure lei tempo fa, prima che tu ti convertissi, aveva già ricevuto il fuoco dello Spirito Santo- 
-wow…non pensavo.- sussurrò ad occhi sbarrati-va bene, ora che so che sarà lei la mia compagna, sono più energica- disse saltando sul letto.
-ne ero sicuro – sorrise l’angelo, facendole segno con la testa di avviarsi, per andare dal loro padre spirituale, che le avrebbe dato le direttive. 
 
Nella chiesa di Filadelfia , Max stava aspettandole per comunicare la brutta notizia.
Lucia ed Ariel  si incontrarono alla fermata poco prima della chiesa. L’edificio aveva sette piani, il colore si confondeva con il cielo limpido del mattino, era celeste. I sette piani contenevano un’ infermeria, una mensa, dei posti letto per i bisognosi.
Al terzo piano, vi era l’ufficio di padre Max, una camera da letto, dato che la guida stava giornate intere accanto ai malati e ai poveri da dormire lì, pronto per ogni evenienza, e la sala di culto adorna solo di una umile croce dietro il pulpito.
Il padre spostò la tendina della finestra, affacciandosi vide arrivare le due che chiacchieravano allegramente, mentre il suo sorriso si spegneva pensando a come dire loro la brutta situazione in cui era capitato il loro compagno.
Le due bussarono alla porta di legno ambrato dell’ufficio. Il padre sussultò,  mentre leggeva le Sacre Scritture. Quando aprì le ragazze notarono il sorriso forzato del padre e quindi la loro spensieratezza scemò. Il padre le invitò a sedersi, mentre a passi lenti andava dietro la scrivania.
- Padre! – esclamò Lucia - cosa è successo ad Heliu?
Gli occhi marroni della guida si spalancarono, facendogli battere il cuore più velocemente di quanto già facesse.
- Ah già, - poi disse, sedendosi – tu hai il dono della profezia…
- Come? – domandò Lucia, rimanendo a bocca aperta. Poi continuò – ecco cos’erano quei sogni l’altra notte…- abbassò lo sguardo, fissando il vuoto.
- Cosa significa ? – domandò Ariel ansiosa, respirando spasmodicamente.
- Raccontami il sogno cara…- disse padre Max, poggiando le mani congiunte sulla fronte, chiudendo gli occhi.
- Vedevo Heliu avvolto nelle spire di un serpente…che gridava perdono..- raccontò con voce rotta dal pianto.
La guida sospirò.
-Non posso più negarlo:Heliu è in catene nel regno delle Tenebre..
Su Lucia cadde il mondo, abbassò lo sguardo singhiozzando, portandosi la mano alla bocca.
-          Non è possibile…- sussurrò Ariel, pensando a Joshua e al suo destino.
 
(ndr. Mikael è famoso nell’antico testamento per aver cacciato Lucifero dicendo proprio “chi è come Dio”.)
  
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