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Autore: Marco1989    23/12/2006    5 recensioni
E' il seguito di "Dragon Ball - The Last Fight", c'è bisogno di averla letta per capire bene questa. Vegeta è coinvolto in quella che minaccia di essere la più difficile delle sue avventure...
Genere: Azione, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dragon Ball: The Last Fight

CAPITOLO SECONDO: LA BATTAGLIA

L'astronave da trasporto iniziò a rallentare, e Hanek capì che dovevano essere quasi arrivati; alzando gli occhi osservò la cinquantina di Sayan rinchiusi assieme a lui nella stiva; erano tutti più o meno uguali a lui: avevano poco più di diciotto anni, i capelli neri più o meno lunghi, erano vestiti con le armature tradizionali dei Sayan; c'era anche qualche donna, ma poche: solo le migliori venivano selezionate per i reparti da combattimento, le altre servivano solo per fare figli. Tutti avevano in comune la stessa aria rassegnata.

Erano stati istruiti sul loro compito subito dopo la partenza: Agar, un pianeta ai limiti della galassia del Nord, era stato attaccato un paio di mesi prima dalle armate dell'imperatore, ma l'assalto era fallito, e l'esercito aveva dovuto trincerarsi in una piccola zona occupataa nell'emisfero settentrionale del pianeta, assediato dal nemico; questo a causa di un forte numero di guerrieri molto potenti, dei quali il servizio informazioni non conosceva l'esistenza, che erano scesi in battaglia decimando le legioni imperiali. Loro compito, una volta arrivati su Agar, era attaccare l'esercito del pianeta per far uscire allo scoperto quei guerrieri e sterminarli. Un lavoro rapido, facile e pulito, a detta del capitano dell'astronave che aveva comunicato loro gli ordini.

Ad Hanek però quella storia sembrava tutto tranne che semplice: i loro carcerieri non avevano comunicato loro né quanti fossero questi "guerrieri potenti" né quanto fossero forti; loro non avevano ricevuto informazioni sulla conformazione del pianeta o sulle caratteristiche dei suoi abitanti, neanche uno straccio di mappa. Li stavano mandando allo sbaraglio.

Hanek si rilassò contro una paratia, rassegnato; in fondo non gli importava molto di quello che sarebbe successo; per uno come lui, nato e cresciuto da schiavo, vivere o morire faceva poca differenza. Cosa poteva aspettarsi dalla vita?

 

- Allora avete capito, scimmioni? Andate avanti fino a quella gola, lì il nemico si è trincerato un mese fa, e non siamo riusciti a snidarlo. Fate a pezzi chinque vi troviate. Quei guerrieri arriveranno appena la situazione per i loro compagni si farà critica; lo so per esperienza.

Era almeno la sesta volta che quell'ufficiale ripeteva loro quella nenia; Hanek si grattò la nuca con la coda, si aggiustò il rilevatore sull'occhio sinistro e si voltò a guadare Thena, una sua amica; Thena era una delle poche ragazze del reparto, ma era una guerriera eccezionale: era in grado di mettere al tappeto la maggior parte di loro in cinque minuti, ed era furba come una volpe; inoltre, a vederla, era decisamente meglio di tutti gli altri! Era molto più carina della maggior parte delle ragazze Sayan, anche se aveva una lingua decisamente velenosa quando voleva.

- Allora bimba, come pensi che ci andrà?- chiese Hanek ghignando.

Thena lo fissò ridacchiando:- A me bene, a te non lo so, soprattutto se mi chiami bimba un'altra volta!

Il ragazzo alzò platealmente le mani:- Colpito! Scherzi a parte, come ti sembra la situazione?

Thena diventò seria di colpo:- Non siamo il solo reparto speciale che hanno mandato su questo pianeta; in quel mucchio di cadaveri da bruciare che abbiamo superato c'erano diversi Breniani, e lo sai che sono forti quasi quanto noi Sayan. Non so come siano gli abitanti di questo pianeta, né quanto siano forti questi gerrieri che l'esercito imperiale ha incrociato, ma devono esserlo abbastanza, per essere riusciti a far fuori dei Breniani. Quindi sarà dura.

Hanek non disse altro: quelle considerazioni le aveva fatte anche lui, e sapeva bene che uscire vivi da quello scontro non sarebbe stato semplice; e in fondo non gli interessava: diciotto anni passati in quell'inferno erano anche troppi. Se doveva morire, lo avrebbe fatto dimostrando che gli ultimi Sayan non avevano ancora perso il potere di un tempo.

Il ragazzo attivò il suo rilevatore e diresse lo sguardo attraverso la piatta pianura interrotta solo da qualche albero che si stendeva davanti alle fortificazioni erette dall'esercito imperiale, dietro le quali i Sayan aspettavano di passare all'attacco, e fissò la gola nella quale gli abitanti di Agar si erano asserragliati ed avevano fermato il nemico; individuò un grosso numero di energie combattive, ma erano tutte piuttosto basse: il livello di combattimento più alto non superava il 150; nessuno di quei soldati poteva essere un nemico pericoloso per loro; i problemi sarebbero arrivati quando fossero usciti allo scoperto i guerrieri più potenti.

I minuti passavano lenti; l'ufficiale che comandava il loro reparto, un anziano Sayan dalla barba bianca, continuava a confabulare con l'ufficiale di collegamento, e ogni tanto pronunciava alcune frasi nel rilevatore, forse con il generale che comandava il corpo di spedizione sul pianeta.

Alla fine balzò in piedi, uscendo dai ripari, ed urlò:- Avanti Sayan! All'attacco!

Non aspettavano altro: quell'attesa li aveva stufati. Uscirono dalle fortificazioni come furie e spiccarono il volo, dirigendosi verso la gola come uno stormo di aerei. Quando furono a poca distanza una raffica di colpi di armi ad energia li accolse; già da due o trecento metri potevano vedere il nemico, molto più numeroso di loro, arroccato nella gola, dove erano stati eretti bunker, postazioni di artiglieria e di armi automatiche; gli arrivarono contro anche alcuni ordigni che Hanek identificò come missili a concussione, armi di solito utilizzate più per gli scontri nello spazio che sulla superfice dei pianeti. Gli abitanti di Agar, che erano di aspetto piuttosto simile al loro ma con la pelle di una sfumatura tra il verde pallido e l'azzurro e con i capelli verdastri, oltre ad essere tecnologicamente molto progrediti, dovevano conoscere bene ciò che i Sayan potevano fare, ed erano decisi a vendere cara la pelle.

I primi minuti di combattimento furono un massacro: i Sayan respinsero facilmente i proiettili che arrivavano contro di loro e piombarono nella gola lanciando urla selvagge, facendo saltare le postazioni con una serie di sfere di energia lanciate dalle mani e abbattendo rapidamente le centinaia di soldati che si riversavano contro di loro. Hanek, che da solo aveva sbriciolato una delle postazioni più grosse e munite, si asciugò il sudore dalla fronte e si voltò a vedere come si comportava Thena; la ragazza per il momento sembrava starsi divertendo: presa dall'ebbrezza della lotta, si lanciava nei punti dove il combattimento era più cruento, battendosi come una tigre e ridendo.

Per il momento non avevano subito perdite, ma Hanek sapeva che quello stato di cose non sarebbe durato a lungo; il nemico stava subendo perdite atroci senza riuscire neppure a rintuzzare l'assalto; dovevano aver già chiesto rinforzi.

Infatti pochi istanti dopo il suo rilevatore emise una serie di fischi, e sullo schermo verde apparve una freccia; Hanek lo orientò in quella direzione, verso il cielo verde di Agar, e vide qualcosa che gli fece ghiacciare il sangue nelle vene: un grosso numero di nemici si stava avvicinando in volo; erano almeno cinquecento, ed esteriormente sembravano uguali a quelli che stavano sterminando nella gola, ma la differenza gli fu subito orribilmente evidente: il livello di combattimento di  quei guerrieri superava quota 10000, ed i più forti raggiungevano addirittura i 14000. Hanek sapeva anche troppo bene che il suo livello raggiungeva a stento quota 8000, e che il loro comandante, che era il più forte, aveva un livello di appena 12000. Erano molto più forti e più numerosi di loro.

Non era il solo ad essersi accorto dei nuovi nemici in arrivo, ed il vecchio comandante, certo consapevole della loro tremenda inferiorità, urlò nel proprio rilevatore, rivolto a tutti loro:- Sono troppo potenti! Adunata! Serrate i ranghi e fate quadrato! Pronti a difendervi!

Tutti si radunarono velocemente attorno a lui, dimentichi dei nemici meno potenti che approfittavano dell'occasione per ritirasi; un istante dopo, come uno sciame di insetti famelici, i guerrieri gli piombarono addosso scagliando raggi di energia arancione e gridando:- Morte ai Sayan!!! Abbasso l'Imperatore!

 

 

Il generale che comandava il corpo di spedizione imperiale su Agar fissava il combattimento in corso da dietro le postazioni difensive; conosceva la potenza dei Sayan, ma sapeva che quei guerrieri alieni erano estremamente forti, e se gli schiavi dell'Imperatore avessero avuto la peggio era pronto ad eseguire gli ordini che aveva ricevuto.

Quando vide che le sorti del combattimento volgevano rapidamente contro i Sayan chiamò a se il proprio aiutante e gli ordinò seccamente:- Avverti tutti gli ufficiali di radunare i propri uomini e di portarli allo spazioporto; ordina a tutti i comandanti delle astronavi di prepararsi ad una partenza di emergenza; ce ne andiamo da quì, subito!

 

 

Hanek, ferito alla spalla sinistra, si addossò ad una parete rocciosa, respingendo l'avversario che lo aveva colpito con una sfera di energia; la situazione stava velocemente volgendo al peggio: loro avevano combattuto eroicamente, ma quei guerrieri di Agar erano tremendamente più forti di loro, e dopo aver facilmente spezzato il loro improvvisato quadrato difensivo avevano iniziato a massacrarli uno dopo l'altro. Loro si difendevano selvaggiamente, e parecchi nemici erano caduti, ma era evidente che non avevano scampo; il loro comandante, dopo essersi battuto come una belva ferita, era caduto con il corpo tranciato in due, in mezzo ai cadaveri di una mezza dozzina di avversari. Ormai erano rimasti in pochi, e la loro ora stava arrivando.

Hanek alzò gli occhi dolorante, e vide una scena terribile: Thena, che fino a quel momento si era battuta rabbiosamente, era circondata da una mezza dozzina di avversari, che sembravano molto divertiti dai suoi disperati tentativi di difendersi; la colpivano facilmente, spezzando senza difficoltà la sua guardia; alla fine, mentre giaceva stremata a terra, forse stanco di quel gioco, uno di loro la colpì cun un raggio di energia; la ragazza fu sparata a parecchi metri di distanza, e rimase a terra, sanguinante e immobile.

Hanek eruppe in un urlo furioso, e si lanciò contro quel gruppo di nemici; la rabbia aumentò probabilmente la sua potenza, perché riuscì a stenderne due con una serie di pugni e calci, e a trapassare un terzo con una sfera di energia; gli altri tre, quasi spaventati, si ritrassero, e lui poté avvicinarsi all'amica e controllare le sue condizioni: era viva, ma non avrebbe resistito a lungo senza cure. Alzò lo sguardo in cerca di una via di fuga ed ebbe un tuffo al cuore: tutti i guerrieri si stavano dirigendo verso di lro; gli altri Sayan giacevano già tutti a terra, immersi nel loro sangue; era rimasto solo.

Consapevole che era finita, Hanek si mise in posizione di combattimento, fronteggiando quegli oltre quattrocento avversari; sarebbe morto combattendo, da vero Sayan.

Prima che i guerrieri potessero attaccarlo però due sfere di energia piombarono sulle loro fila ed esplosero, scompaginandole; un attimo dopo due figure muscolose atterrarono ai fianchi di Hanek; avevano i capelli neri ed erano vestiti con le armature dei Sayan.

- Borak! Rebor! Accidenti, quanto sono felice di vedervi!- esclamò il ragazzo sorridendo ai due compagni, che conosceva da quando era in fasce.

- Piacere di vederti vivo, amico.- rispose Rebor, che era il più alto e potente dei due,- Abbiamo fatto unacerta fatica a restare vivi.

- Già.- aggiunse Borak, fissando la moltitudine dei nemici, che sembravano non saprsi decidere ad attaccarli e finirli,- Direi che questi sono decisamente troppo forti; è il momento di filare. Hanek, prendi in spalla Thena; noi copriremo la ritirata; ce la dovremmo fare ad arrivare alla base.

Un attimo dopo, quasi in risposta alle sue parole, alle loro spalle si levò un rombo; i tre Sayan si voltarono, e videro una dozzina di astronavi enormi alzarsi dal campo imperiale fortificato e sparire rapidamente nel cielo del pianeta.

Ogni speranza di Hanek sprofondò: li avevano abbandonati al loro destino; ora non potevano fare altro che morire combattendo.

Uno dei guerrieri di Agar scoppiò a ridere:- Avete perso il passaggio a casa, ragazzi?- poi, rivolto ai propri compagni, gridò rabbiosamente:- Addosso! Sterminiamoli!

Hanek e gli altri due li anticiparono: se dovevano morire, che almeno fosse a testa alta. Si gettarono nel mucchio, menando colpi a destra e a manca; Hanek, circondato da dozzine di nemici, colpiva qualunque porzione di corpo gli si presentasse di fronte con pugni, calci e sfere di energia; lo stesso facevano gli altri due, e parecchi di quei guerrieri cadevano al suolo privi di vita.

Ma la loro inferiorità numerica era troppo abissale, e pochi istanti dopo alle orecchie di Hanek giunse il grido di morte di Borak, che, trapassato da parte a parte da un raggio di energia, crollò al suolo, morendo prima ancora di toccare terra; pochi secondi, e anche Rebor, mortalmente ferito in una mezza dozzina di punti, si accasciò, usando l'ultimo fiato che gli restava per urlare ai suoi avversari:- Maledetti bastardi!

Hanek sapeva che ora era il suo turno: dopo aver parato due pugni diretti al suo viso ed aver respinto un raggio di energia, non poté nulla per arrestare il calcio che lo prese allo stomaco, lasciandolo senza fiato; inpochi secondi fu letteralmente seppellito dai nemici, che lo tempestarono con una gragnola di colpi, conclusa da una sfera di energia che lo colpì in pieno e lo scagliò, coperto di ferite e quasi moribondo, accanto al corpo di Thena. Ancora cosciente anche se senza forse, riuscì ad alzare lo sguardo, e vide i guerrieri avvicinarsi per finire lui e la sua amica. Consapevole che era finita, chiuse gli occhi, aspettando il colpo mortale.

Un colpo che non arrivò mai; pur con gli occhi ciusi, il ragazzo vide un ombra stagliarsi davanti a lui; li riaprì, e vide una figura in piedi davanti a loro; da dietro non poteva vedere il suo volto, ma a giudicare dai capelli neri e dalla struttura fisica, non molto alta ma possente, doveva essere un Sayan, anche se invece dell'armatura indossava una tuta da combattimento azzurra e bianca; se ne stava immobile, con le braccia incrociate sul petto; i guerrieri nemici si erano fermati a fissarlo, e uno di loro gli chiese, sorpreso dal suo intervento:- Chi diavolo sei?

- Chi se ne importa!?- urlò un'altro, e fece per attaccarlo; fu un lampo: il Sayan scansò facilmente il pugno del guerriero di Agar e lo colpì di taglio con la mano tra il collo e la spalla; il guerriero crollò a terra, con gli occhi vaqui fissi nel vuoto; doveva avergli spezzato l'osso del collo.

Il Sayan si voltò a guardare Hanek e Thena, e il ragazzo poté vedere i suoi occhi duri come l'acciaio squadrarlo da capo a piedi; era un Sayan, non c'era dubbio, ma aveva qualcosa di strano; molto strano.

Il misterioso guerriero si volse di nuovo verso i guerrieri di Agar, che si erano ritratti per la paura vedendogli uccidere tanto facilmente uno di loro, e disse, con voce decisa:- Io non ho nulla contro di voi, e non sono implicato in questa guerra. Quindi vi do una possibilità, ma una sola: lasciate questi due a me e ritiratevi, o dovrò farvi molto, molto male.

Sorpresi e spaventati da quel tipo, che da solo sembrava voler tener testa a poco meno di quattrocento guerrieri, gli abitanti di Agar si ritrassero ancora; alla fine però uno di essi, forse più coraggioso o più stupido, urlò:- Non dategli retta! E' un Sayan, come loro! Un servo dell'Imperatore!

Hanek vide il volto dell'altro Sayan contrarsi in un ghigno:- Ne hai azzeccatas una su tre, amico. Sono un Sayan, ma non sono servo di nessuno. E, soprattutto, non sono come loro.

Il ragazzo gli vide stringere le mani a pugno, e sentì l'aria riempirsi di una strana energia mentre pietre e detriti si alzavano attorno a lui; un'istante dopo le cifre sul rilevatore iniziarono a scorere ad una velocità pazzesca, e alla fine, superata quota trecentomila, il piccolo macchinario esplose; Hanek rimase senza fiato, e nonostante fosse sul punto di perdere i sensi la sua mente registrò che la potenza di quel tipo doveva essere immensa.

Passarono pochi istanti, poi quel misterioso Sayan eruppe in un urlo sovrumano, e fu avvolto da una luce abbagliante; quando tornò visibile Hanek rimase a bocca aperta: i suoi capelli erano ritti verso l'alto, ed erano diventati di uno splendente colore dorato; il suo corpo era circondato da un'aura fiammeggiante dello stesso colore.

Il ragazzo credette per un istante di essere già svenuto e di stare sognando; poi capì che, anche se si sentiva prendere dal torpore, per il momento era ancora cosciente; la sua mente sempre più prostrata si rifiutava però di accettare quello che i suoi occhi stavano vedendo: quella per lui era una leggenda che gli anziani raccontavano ai bambini come favola della buonanotte, facendo credere loro che forse da qualche parte nell'universo poteva esistere ancora un liberatore, uno della loro razza con poteri incredibili; mai avrebbe creduto di vederlo davvero.

Mentre sveniva Hanek riuscì a mormorare:- Il leggendario Super Sayan...- e l'ultima cosa che videro i suoi occhi prima di chiudersi fu l'immagine di quel guerriero leggendario che si lanciava contro i terrorizzati guerrieri di Agar.

 

 

 

Ecco finalmente pronto il secondo capitolo! Scusatemi per il ritardo, ma ho avuto un sacco di impegni ascuola, e oltretutto non ero molto ispirato. Spero comunque che questo capitolo vi piaccia. Vi chiedo di dirmi cosa ne pensate, perché questa storia non mi convince particolarmente, e spero soltanto di essermi mantenuto ad un livello simile a quello della precedente.

Per tutti quelli che me l'hanno chiesto: come si capisce da questo capitolo, Hanek è un giovane Sayan maschio.

A presto, e grazie a tutti quelli che mi commentano, in particolare a Miki, Roby e Yokari, che ormai sono mie assidue lettrici!

  
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