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Autore: Cassie95    05/06/2012    4 recensioni
Parte dalla 3x19
Dalla storia:
“ Ecco- continuò Elena spostando gli occhi verso il camino- una volta mia madre mi disse che non si capisce niente della vita finchè non si comprende la morte, e anche se io mi sono trovata faccia a faccia con la morte milioni di volte, non ho mai capito che cosa significasse vivere. Forse perché ho visto più morti che vite, non ho mai avuto un esempio completo di chi sia vissuto fino alla fine e sia morto in un letto circondato da nipoti e nipoti di nipoti. Ma quando ieri abbiamo condiviso un momento così significativo, ho capito che devo vivere ciò che mi è dato di vivere e non avere paura del futuro, perché del doman non c’è certezza.”
**********************
"Non ci provare Elena- le disse il vampiro con aria minacciosa- giuro che se le dai fiducia, ti soggiogo con le mie mani.” Assottigliò gli occhi in un’aria severa e intimidatrice. Elena non se ne curò, e cercando di sciogliere la presa dal vampiro gli disse: “ Non lo faresti mai, Damon, ti odierei a morte dopo”.
Il vampiro sorrise sghembo, e avvicinando il volto a quello dell’umana, gli sussurrò, così che solo lei potesse sentirlo: “ E poi mi amerai a morte nel mio letto, non è vero, Buffy?”.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lo scroscio dell’acqua che scorreva a pochi metri dal morbido materasso su cui era distesa, le giunse ovattato, il cuscino le copriva interamente il volto e le orecchie, ma riusciva perfettamente a udire quel particolare che l’aveva ridestata dal suo sonno.
Tolse con aria assonata il cuscino, mentre alzava il volto dal materasso e si guardava intorno socchiudendo gli occhi. La luce che  entrava dall’ampia vetrata le confondeva le idee: camera sua non dava verso oriente, e il sole non entrava mai in maniera così eccessiva, se non dei piccoli raggi al mattino. Annusò le coltri di coperte e il morbido e candido lenzuolo, trovandolo impregnato del suo odore certo, ma anche di un profumo forte e virile, che le entrava nelle narici e la rendeva preda di eccitanti sensazioni: il profumo di Damon.
Non era la prima volta che si svegliava nel suo letto, ma era sicura di non esserci andata con i suoi piedi, probabilmente gliela aveva portata lui e, fatto da non tralasciare, era ancora tutta vestita, per quanto una lunga felpa che le lasciava scoperte le gambe potesse farlo.  Ricadde sul cuscino, sentendo dei punti del suo corpo pizzicare dolorosamente, trattenne a stento un grugnito per non provocare l’ansia del vampiro che anche sotto la doccia aveva benissimo la capacità di ascoltarla.
Poi, come in un lampo, la consapevolezza che fosse appena accaduto qualcosa di brutto la colpì in pieno petto. Le ferite che ancora bruciavano, la sensazione di pienezza che il sangue di un vampiro può donarti, la voglia di voler sprofondare fin sotto le coperte fino a non riemergerne mai più, le fecero capire che il tremendo incubo che aveva vissuto solo il giorno precedente era davvero accaduto.
Un lieve pizzicare degli occhi fece brillare alcune stille salate sulla sua guancia, ma lei si affrettò ad asciugarle: quello che le aveva fatto non meritava di essere pianto, sarebbe andata avanti, anche se la sua fiducia era stata ancora una volta malriposta.
Un fischiettio la portò nuovamente ad alzare impercettibilmente la testa dal cuscino, in tempo per vedere Damon a piedi nudi e con una asciugamano in vita, danzare per la stanza muovendo i fianchi a ritmo di una musica immaginaria che solo lui poteva sentire. Le morbide ciocche di capelli erano incollate alla fronte, ancora umide e l’acqua dal suo corpo stava scolando per tutto il pavimento.
Il vampiro, continuando a fischiettare, trafficava con il suo armadio, mentre con una mano scartava le numerose camicie che gli passavano davanti. Completamente ignaro dello sguardo divertito che Elena gli lanciava da dietro le spalle, non si accorse del rossore e del battito di un cuore che nella stanza aleggiava più vivido, probabilmente troppo concentrato sulla sua decisione mattiniera.
Stava quasi per togliersi l’asciugamano e incominciare a vestirsi, quando un lieve colpo di tosse lo portò a voltarsi. Trovò Elena sdraiata sul suo letto, mentre si appoggiava su entrambi i gomiti e lo fissava con aria sognante.
“Ecco che la bella addormentata si è svegliata! Elena finalmente, non ce la facevo più a vederti sbavare sul mio cuscino”.
Elena si riscosse dallo stato di totale assenza in cui era caduta solo vedendo delle goccioline d’acqua che scendevano lungo la possente schiena del vampiro, giusto in tempo per lanciare con un’espressione imbronciata, il cuscino al suddetto vampiro, che da parte sua lo schivò soltanto voltando la testa alla sua destra.
“Che mira! Sai potresti fare il tiro al bersaglio, sono sicuro riusciresti a mancarlo.
Io non lo farei fossi in te”. Damon aveva alzato entrambe le sopracciglia, mentre tendeva un dito accusatorio verso Elena e lo agitava in senso di diniego. La ragazza, presa da un impeto di irritazione per la costante ironia che la voce di Damon, l’atteggiamento di Damon, il sorriso sghembo di Damon, lasciavano trapelare, aveva afferrato la prima cosa entrata nella sua visuale e l’ultima che si sarebbe azzardata a lanciare, e stava per scagliare proprio la possente lampada del comò verso il vampiro.
“Non te lo dico perché non potrei schivarla- continuò Damon, spostando il peso da un piede ad un altro e permettendo all’asciugamano di scendere ancora un po’ più in basso, lasciando intravedere lembi di pelle del basso ventre e quella rada peluria scura, terribilmente eccitante per la ragazza- ma ci tengo a quella lampada, sai era un regalo di zio Zach”.
“Lo stesso che hai barbaramente ucciso spezzandogli il collo?”. Gli chiese ironica Elena, spostando lo sguardo dall’interessante punto debole del ragazzo, che a quanto pareva era diventato anche il suo.
“Dettagli”. Damon non sembrava per nulla infastidito dallo sguardo languido che di tanto in tanto gli lanciava la ragazza, così, avvicinandosi ancora di più verso il letto, si distese sul materasso facendolo ondeggiare con il suo peso.
Elena, dal canto suo, aveva posato la lampada al suo posto e aveva intravisto i movimenti del vampiro farsi sempre più lenti e misurati, quasi come se aspettasse una sua qualche reazione. Adesso se ne stava lì, sdraiato a qualche centimetro di distanza da lei, con le braccia sotto la testa, gli occhi chiusi e un sorriso malandrino ad incorniciargli il volto.
Sospirò, senza accorgersi che la reazione che aspettava il vampiro era proprio la stessa che lei gli aveva dato la soddisfazione di ottenere.
“Allora non ti sono del tutto indifferente”. Pronunciò, alzando un angolo della bocca e rimanendo ad occhi socchiusi. Elena si irrigidì, non si aspettava certamente quella considerazione che nemmeno lei stessa aveva il coraggio di fare.
“Come scusa?”. Cercò di fare l’indifferente, tanto più imbarazzata non poteva sentirsi.
“Oh dai, ammettilo per una volta: io sono troppo per resistermi, non puoi farcela, nessuno può farcela. Neanche io mi resisterei se fossi in te, sono troppo bello”
“tu hai un ego infinito”. Gli disse Elena usando lo stesso tono del vampiro.
Damon piegò le labbra in una candida e sensuale smorfia, mentre piccole rughe contornavano gli occhi ancora chiusi: “ Devo darti ragione: ho un ego smisurato, ma guarda dove mi ha portato, sto comodamente e placidamente sdraiato a farmi fissare dalla donna più bella che io abbia mai desiderato”. Elena incontrò due pozze azzurre che la osservavano curiosi all’ombra di sottili ciglia lunghe, mentre il suo cuore faceva una capriola nel petto e si perdeva tra i sentimenti che  le parole di Damon le avevano suscitato.
“non…Non..mi sembra il caso, Damon”. Balbettò cercando di ritrovare la sua lucidità mentale,  e ricordandosi che gettarsi tra le braccia del fratello di chi l’aveva quasi stuprata, non era un buon modo per lasciarsi tutto alle spalle.
“Perché, Elena? Soltanto perché Stefan è stato un bastardo a farti quello che ti ha fatto, questo non vuol dire che io non possa prendermi la mia occasione”.
“La tua occasione?- Elena parve riscuotersi e capire il significato celato dietro le parole che le erano appena giunte alle orecchie- ah, quindi  per te io sarei un’occasione, la possibilità per dimostrare che tu sei migliore di tuo fratello, che questa volta ho scelto te perché lui è diventato troppo cattivo per meritarmi, perché mi ha fatto soffrire terribilmente. Ma sai cosa ti dico Damon, anche tu mi hai fatto soffrire, tutti mi avete fatta soffrire, e io sono stanca di esserlo, è per questo che vi mando bellamente a quel paese.” Scese dal letto, scontrandosi con il freddo pavimento ai suoi piedi e con la cruda realtà di stare per chiudere un capitolo della sua vita.
“Io non ti avrei mai fatto una cosa del genere, lo sai Elena. Neanche lui te l’avrebbe mai fatta se fosse stato più lucido.” Damon aveva avvertito la mancanza di Elena al suo fianco, e per evitare che potesse crollare da un momento all’altro, l’aveva seguita.
“Non era questione di lucidità mentale: mi ha attaccata solo perché pensava che avessi scelto te”.
“Ed è così? Hai scelto me?”. La domanda di Damon, sottile e sussurrata, sembrò disincantare l’armonia che quella giornata sembrava potesse portare.
Elena non rispose, troppo preoccupata su quale risposta dare. Provava qualcosa per Damon, questo era evidente, ma pensava che dovesse cavarsela da sola: non poteva appoggiarsi totalmente a lui, permettergli di sconvolgere la sua vota più di quanto non lo fosse già e rimanere debole quando lui non fosse stato vicino a lei.
Era tempo che riprendesse a essere parte per se stessa, e per farlo doveva ritrovare la stessa se stessa che di fronte alla possibilità di avere una protezione più potente, si era lasciata andare, divenendo completamente dipendente dall’amore che provava per i due fratelli Salvatore.
Non era più convinta di ciò che era rimasto dei suoi sentimenti per Stefan, ma quelli per Damon erano fin troppo evidenti per essere assopiti, doveva allontanarsi da lui se voleva ritrovare se stessa, e per farlo avrebbe dovuto ferirlo una volta ancora.
“Anche se io ti avessi scelto Damon, questo non vuol dire che voglia stare con te, non ora. Adesso ho solo bisogno di stare da sola, prendermi un po’ di tempo e rimuginare sulla mia vita. Voglio essere libera”.
Damon la guardò, lo sguardo duro  e serio testimoniato dal colorito più scuro dei suoi occhi, infine, incrociando le braccia al petto, le disse: “ Bene, se è questo che vuoi chi sono io per impedirtelo? Vai, raggiungi ciò che vuoi e riprenditi la tua vita. Sappi però che non ci sarò io alla fine del percorso ad aspettarti, non farò il tifo per te, non ti prenderò quando cadrai, dovrai cavartela da sola. E adesso preferirei che uscissi da questa stanza, non abbiamo più nulla da spartire io e te.”
Elena lo guardò un’ultima volta, poi, con il cuore a pezzi, stremata da quella conversazione, perduta e impaurita per la decisione che aveva preso, si girò, voltando le spalle alla sua vita, alle sue insicurezze e a Damon.
 
 
Esther era furibonda, l’aria attorno a lei lo comunicava apertamente, venendo elettrizzata dalla rabbia repressa della strega. Solo una cosa aveva chiesto di fare  a quella Bennett, e lei non era neanche riuscita a procurarle quello che le serviva.
“Togli via quel broncio Esther, non vorrai mica che ti appaiano più rughe di quante tu già non ne abbia”. la voce di Bonnie la infervorò ancora di più nel suo intento di bruciare e radere al suolo tutta Mystic Falls, ma si trattenne, pensando che ormai mancava poco che anche quello si avverasse come suo desiderio in cima alla lista. Quella città doveva pagare come tutti i suoi abitanti, non poteva permettere che un gruppo di ragazzetti con poteri paranormali distruggesse i suoi piani. Ma se anche la strega a cui si era affidata la deludeva, il suo lato più bestiale si risvegliava, facendola diventare un animale assetato di sangue.
“Non osare mai più parlarmi in questo modo- puntò un dito addosso a Bonnie, mentre quest’ultima non si lasciava minimamente turbare dall’agitazione mista a rabbia della strega- solo una cosa ti avevo chiesto di fare: tenere il più a lungo possibile aperte le ferite della doppelganger, in questo modo avrei potuto prendere il suo sangue, dimentichi che ne abbiamo bisogno!”.
Bonnie si rigirò una ciocca di capelli tra le proprie mani, evitando lo sguardo della strega originale appositamente: “Non è colpa mia se tu non sai fare nemmeno un incantesimo elementare, il tuo sentirti così eccelsa tra le altre streghe ti ha fatto montare la testa, credimi.
Senza parlare del fatto che è stato Damon a distruggere i tuoi piani, finchè c’era Caroline andava tutto bene, il sangue della vampira non sortiva alcun effetto sulle ferite di Elena, per merito mio naturalmente. Poi però è arrivato Damon, e a quel punto, bhè, sappiamo come è andata a finire, No?”.
“tutta fatica sprecata: Soggiogare quello Stefan con i miei poteri è stato davvero un passo difficile, figurarsi farlo diventare completamente cattivo. Non posso credere che ci siamo sprecati la possibilità di ottenere il sangue della doppelganger.”Esther continuava a passeggiare per la lurida stanza dell’albergo in cui alloggiava, terribilmente frustata per l’insuccesso doppiamente guadagnato.
“E quello che le hai rubato durante il rapimento? Dovrebbe essere abbastanza per completare l’incantesimo”.
Esther fece una smorfia: “L’ho usato del tutto per riprendere le forze, mettere te dalla mia parte e risvegliare il lato oscuro di Alaric. Dato che qui devo fare tutto io, e smettila di rigirarti quei capelli tra le dita!”.
Bonnie sbuffò, lasciando andare la ciocca di capelli: “ Comunque, penso che il nostro punto debole sia il legame tra Elena e Damon: lui sarà sempre pronto a salvarla e lei a rischiare la vita per lui, per questo quando è entrato in circolo il sangue di Damon nel corpo di Elena il mio incantesimo non ha più funzionato, penso sia tutta quella balla del vero amore o cose del genere. Se Elena è davvero colei che potrebbe annientarti soltanto dimostrando che il Bene può anche trovarsi tra i vampiri, allora  a quel punto potrà dare questa dimostrazione amando Damon. Il suo puro amore verrà inteso come qualcosa di positivo e benefico, volto a riportare a galla l’umanità di un essere dannato.”
La strega aveva ragione, quel legame era troppo intenso e pericoloso per lasciarlo ancora intatto. Sorrise, aveva appena deciso di mettere in gioco la sua nuova arma.
“Bene- disse Esther, l’ombra di un ghigno sul volto ad allargare le sue labbra sottili-allora spezzeremo anche quello."


Lo so ragazze, sono terribilmente in ritardo, e mi scuso moltissimo con tutte voi. Spero che questo capitolo possa aver ripagato per tutta l'attesa, e vi prego di non perdere le speranze su Damon ed Elena: sono destinati a stare insieme. Quindi, ringrazio chi leggerà questo capitolo, chi ha inserito la storia tra le seguite/ricordate e preferite. Spero vogliate lasciarmi un commento, e farmi sapere cosa ne pensate di questo capitolo in cui si capiscono un pò di cose. Aspetto le vostre recensioni. Un bacio e a presto.
p.s.: mi scuso ancora tantissimo per il ritardo...vogliate perdonarmi:)
  
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