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Autore: bik90    06/06/2012    1 recensioni
Mai e Natsuki per questioni economiche sono costrette a tornare nella città e vivere nella casa dove era cresciuta la mora. Per Natsuki non sarà semplice, tra dolore e ricordi, destreggiarsi nella sua nuova vita. Conoscerà nuovi compagni, ritroverà i vecchi...e forse scoprirà che potrebbe esserci qualcosa di più...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mai Tokiha, Natsuki Kuga, Shizuru Fujino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era notte ma non faceva freddo. La sua moto sfrecciava nel traffico notturno superando tutte le auto incolonnate e portandosi alla testa del passaggio. Fu la prima a partire quando il semaforo segnò il verde e rombò con vigore come se fosse viva. Erano in due e i loro volti erano completamente nascosti dai caschi integrali che indossavano. Dalle fattezze, però, si comprendeva che erano due ragazze; di quella che guidava si vedevano i lunghi capelli neri oscillare al vento. Quella che le stava dietro si reggeva al suo corpo sperando che l’amica si fermasse presto. Si fidava di lei ma sapeva anche che era molto spericolata, lo aveva imparato a sue spese. Improvvisamente la moto si fermò ed entrambe scesero. Si tolsero i caschi tenendoli sottobraccio e si avvicinarono alla ringhiera dalla quale potevano contemplare tutta la città. Si trovavano su una piccola collina. La ragazza dai corti capelli rossi rivolse all’altra un sorriso radioso.
<< E’ bellissimo qui >> disse sporgendosi per vedere meglio.
Da quell’altezza riusciva solo a distinguere le luci delle auto e i rumori le giungevano ovattati.
<< Ci venivo sempre con mia madre >> rispose l’amica passandosi la mano libera tra i lungi capelli neri come l’ebano.
<< Sicura di voler restare qui? >> le chiese la rossa sapendo quanto fosse difficile per lei quella situazione.
La vide annuire mentre chinava il capo.
<< E’ l’unica soluzione che abbiamo >> si limitò a dire senza nessun tono particolare.
Questa volta anche l’altra fu costretta ad annuire. La sua era stata una domanda sciocca. Si avvicinò all’amica e l’abbracciò facendo cadere per terra i caschi. Doveva molto a quella ragazza, ora come ora rappresentava il suo unico punto di riferimento.
<< Ti voglio bene, Natsuki >>.
 
La mattina si prospettava grigia, forse avrebbe piovuto. Shizuru osservò il cielo plumbeo attraverso il vetro della sua camera e sospirò. Quel tempo le metteva tristezza. Finì di vestirsi e scese al piano inferiore per prepararsi la colazione e il pranzo. Da diversi anni ormai viveva da sola, da quando, cioè, i suoi genitori si erano trasferiti per affari in un’altra città. Lei era rimasta per finire il liceo e poi molto probabilmente li avrebbe raggiunti. Più volte le era passato per la testa di vendere la piccola villetta divenuta troppo grande per lei sola e acquistare un appartamento più consono alle sue esigenze, per i suoi genitori non sarebbe stato un problema, ma poi aveva sempre lasciato perdere. Troppi ricordi la legavano a quelle mura e a quella strada, ancora non era pronta a separarsene. Anche se erano trascorsi cinque anni, sperava di rivederla. Forse il fatto di non averle detto addio era la causa di questo suo malessere. Finì di bere il suo tè e lavò le stoviglie sporche. Per lei non era mai stato un problema occuparsi delle faccende domestiche, cucinare, lavare, stirare; essendo la figlia di un facoltoso imprenditore, i suoi genitori le avevano fin da bambina fatto seguire dei corsi di galateo e simili al fine di renderla perfettamente presentabile. E Shizuru non aveva deluso le loro aspettative. Al liceo aveva la media più alta dell’istituto, era la presidentessa del consiglio studentesco, era tenuta in considerazione da tutti i professori, le studentesse la vedevano come un modello da imitare, gli studenti la invitavano frequentemente a uscire con loro. Prese il suo zaino lasciato nella camera da letto e uscì. Chiuse a chiave la porta di casa e s’incamminò per le strade che l’avrebbero portata a scuola. Ben presto le prime voci che la salutavano iniziarono a farsi sentire. Lei rivolgeva a chiunque un sorriso gentile e un gesto con la mano in segno di saluto. Raramente si fermava a parlare con qualcuno e quando lo faceva era sempre impeccabile. Persino il suo semplice camminare ispirava eleganza. D’un tratto si fermò davanti una villetta della sua strada notando le persiane alzate e il cancello aperto.
Saranno i soliti affittuari, pensò con una nota triste abbassando leggermente il capo e riprendendo il suo percorso. Improvvisamente sentì delle voci provenire dall’interno.
<< Natsuki, muoviti! Non possiamo essere in ritardo il primo giorno! >>.
<< Ma cosa ti urli? >> disse una seconda voce << Ti ho sentito e siamo in perfetto orario. Tanto prendiamo la moto >>.
La porta di casa si aprì facendo uscire una prima ragazza con i capelli rossi.
<< Ma come con la moto? >> chiese questa leggermente delusa << Pensavo che saremmo andate a piedi! Ho visto su internet che il liceo non è molto distante >>.
<< Sì, sì certo! >> le rispose la stessa ragazza bruscamente venendo fuori << Non rompere! >>.
Le lanciò il suo casco integrale salendo a cavalcioni del suo mezzo di trasporto e mettendo in moto.
<< Solo per questa volta però! >> esclamò la rossa salendo dietro di lei.
Partirono con un rombo sordo e non si accorsero della figura che le stava osservando.
Shizuru dovette appoggiarsi ad un’auto parcheggiata mentre riprendeva fiato. Nel sentire quel nome, il suo cuore le era balzato in gola.
Possibile?, si domandò tornando ad osservare la villetta, Possibile che sia davvero tu, Natsuki?
 
  
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