Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: BigEyes    06/06/2012    2 recensioni
Lei si voltò sconcertata e infastidita da quel suo modo di fare.
- Sono un figlio di Dio. Il mio compito è proteggere, non aggredire. Ho una specie di divisa che allontana i demoni. Il nome di Gesù è la mia arma. –
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'In The Name of Jesus.'
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Lucia non ci voleva credere. I ricordi correvano nella sua mente: quel sorriso, il modo con cui toglieva il ciuffo dall’occhio destro, che lo rendeva così affascinante… Si, era stato un colpo di fulmine.
Lei era timida fino al midollo, non era affatto come Ariel, sicura di sé;  i suoi capelli lunghi mossi, biondi, gli occhi piccoli, verdi con un pizzico di giallo, nascondevano il suo potere nascosto: un potere che risiedeva nel suo nome: Lucia come lux, luce di Dio. Forse era per questo che era stata scelta, pensava tra le lacrime. Tutti questi pensieri vennero rotti da una frase di padre Max:
-          Dovete fare presto- disse alzandosi dal seggio, andando verso la finestra, mettendosi le mani dietro la schiena - le cose si stanno mettendo male anche per Joshua..-
- C- Cosa? N-Non può essere…-balbettò Ariel.
 Fu schiacciata da un enorme peso, fissando il vuoto ad occhi sbarrati non riusciva a credere che il suo angelo si era fatto trascinare nel vortice dell’oscurità. Come avrebbe potuto salvarlo?
-  Non dovete però occuparvi di lui adesso. Heliu ha più bisogno..- disse il padre, mostrando le spalle alle ragazze.
-  Ma perché? Perché?- disse Ariel, alzandosi di scatto dalla sedia.
 La ragazza era ansiosa , tremava , girava per la stanza senza sapere dove fermarsi, torturandosi il labbro interno.
- Ariel calmati! –  esclamò il padre puntando un sguardo autorevole verso la ragazza, che si fermò con gli occhi lucidi -sicuramente aiuteremo anche lui ma ora non è il momento: deve fare esperienza. La vita del cristiano è così: se prima non ubbidisci al mandato e hai un cuore malvagio, se ti ribelli al bene, fai esperienza; se continui ad ostinarti nell’orgoglio arriverai alla sofferenza…-
“Sofferenza?” pensò la giovane ” sporco demone te la farò pagare!!” stingendo i pugni.
-   Andiamo Lucia dobbiamo agire in fretta!- disse poi rivolendo all’amica  uno sguardo truce. Lucia si asciugò in fretta le lacrime, si alzò decisa di voler trovare il suo caro Heliu.
-  Questo è lo spirito giusto!- esclamò il loro padre, facendo un sorriso a trentadue denti, abbracciandole - Gabriel vi accompagnerà al luogo previsto, poi dovrete continuare da sole..-
 
Ariel provava un immenso odio per quei demoni che da secoli torturano il mondo con le loro angherie. Soprattutto odiava il fatto che avessero perverso un cuore puro come quello di Joshua. Il telefono di padre Max squillò mentre le ragazze stavano per uscire dall’ufficio. Gli occhi di Ariel si illuminarono, pensando che forse Joshua sarebbe tornato prima del previsto.

-          Davvero? – Disse padre Max, volgendo un sorriso e uno sguardo sorpreso alle ragazze. Lucia strinse la mano della giovane Ariel scuotendo la testa con il volto scurito. Ariel capì. Non era come pensava.
-          Ragazze abbiamo vinto alle elezioni! Judas non ce l’ha fatta! –
Ariel non reagì alla notizia, stette immobile a fissare il vuoto. Il padre le si avvicinò alzandole il capo, dicendo – Se stai in Cristo, il vuoto non potrà coglierti. Se credi in me, credi in Colui che mi ha mandato. Joshua non ha fatto così, ma Dio non spegnerà il lucignolo fumante. Abbi fede. – esclamò. 
 
Forti di questa vittoria e delle parole di padre Max, le ragazze uscirono con passo veloce verso l’uscita dove le aspettava il custode accovacciato ad accarezzare un cagnolino spelacchiato. Le due osservarono la scena in silenzio. Lui si girò con uno sguardo sorpreso- ah eccovi! – disse sorridendo, tenendo in braccio il cucciolo – pensavo di darlo a padre Max, così da dargli una famiglia.- diceva accarezzandolo, mentre il piccolo gli mordicchiava le dita.
-Lo prendo io! – esclamò Lucia, alzando la mano al cielo – i miei lo possono regalare ai miei cuginetti..hanno una villa con un grande giardino – sorrise entusiasta
- bene! Intanto lo lascerò entrare nell’edificio…sembra che si stia avvicinando un brutto temporale – disse guardando preoccupato le nuvole grigie che occupavano minacciose l’orizzonte.

 
 
 Il cammino era lungo, fischiava un vento che non prometteva niente di nuovo, l’arcangelo le precedeva mostrando loro le spalle: Ariel pensava a Joshua, Lucia ad Heliu. Il silenzio veniva spezzato dai tuoni. Il luogo era deserto, l’erba secca si muoveva violentemente a causa del soffio. In lontananza tuonavano nuvole nere. Il mare grigio agitava le sue onde, infrangendosi sullo scoglio sul quale erano arrivati.
Solo una cosa attirò la loro attenzione: il volo di una colomba bianca che, dopo qualche piroette, si poggiò sulla spalla di Ariel:
-          e tu cosa vuoi qui piccola?- domandò la ragazza alla colombina, mentre le accarezzava il petto candido.
-          Credo che sia un messaggio di Dio: la colomba indica lo Spirito Santo – affermò l’angelo fissando il cielo plumbeo. Lucia gli si avvicinò e volgendo lo sguardo prima al custode,  poi al mare tempestoso disse:  
-          Penso che dovremmo fare un salto per arrivare nel regno delle tenebre.. – sporgendosi per calcolarne l’altezza, si sbilanciò, poi sentendo la mano pesante dell’angelo sul suo braccio, continuò- …fare un salto nelle profondità del mare..o sbaglio? – domandò alzando lo sguardo verso Gabriel.
 L’arcangelo annuì, sporgendosi anch’egli.
-          bene sono pronta,andiamo!- esclamò poi volgendo lo sguardo torvo al cielo minaccioso.
-          aspetta, devo informarvi di alcune cose..- sostenne autorevole la guida.
Ariel intanto stava camminando tra i papaveri mossi dal vento, mossi dal vento come i suoi capelli scuri. Rivolgendo lo sguardo ai due li vide parlare, e cominciò ad avvicinarvisi sfiorando l’erba alta.
-          Una volta sott’acqua – incominciò fissando il vuoto – dovete richiedere il soffio di Dio, solo così potrete respirare, il passaggio si trova a seicentosessantasei metri di profondità …
-          Guarda caso… – intervenne Ariel con sguardo accigliato, stringendo i pugni dentro le tasche della giacca nera.
-          Arrivare dal prigioniero non sarà facile…
-          Lo immaginavo…- proseguì Lucia incominciando a togliersi la giacca beige e gli stivali. Lo stesso fece Ariel.

Così le ragazze si presero per mano, si rivolsero un sorriso e si tuffarono verso l’ignoto. Dopo aver richiesto il soffio, riuscirono a respirare. L’acqua cominciò a farsi torbida a causa delle onde che smuovevano la sabbia sottostante. Si inoltrarono in un una spaccatura del fondale da cui usciva fumo nero. Non c’erano pesci, l’oscurità le avvolse.
Non appena si inoltrarono nella nube, le due vennero risucchiate con forza. Vorticosamente arrivarono in un luogo familiare.
Ariel e Lucia si ritrovarono accasciate a terra. Avevano preso i sensi. Un brivido le attraversò. Così si svegliarono spalancando gli occhi, l’una di fronte all’altra. Si alzarono di scatto, strisciando verso una parete sudicia. Cominciarono a sudare freddo, a tremare di paura. Urlarono ma nessuno poteva sentirle. La paura le fece ad un tratto pietrificare. “ Cosa ci succede “ pensò Ariel guardando le mani tremanti.
-   A…riel –  pronunciò tremante l’amica- i-io so perché stiamo così. – volgendo lo sguardo senza poter vedere il suo viso.
 Ariel si accasciò a terra pronunciando queste parole: - Gesù, ho bisogno di te, lo Spirito è forte, ma la carne è debole!-
Cominciò ad urlare e a sbattere i bugni al suolo.
 
-   Questa è una sensazione indescrivibile..m…ma il f..fatto è che..- Lucia faceva fatica a respirare e a parlare, si strofinava le spalle per accaldarsi, ma non valse a nulla.- Qui non c’è la presenza di Dio!- sentenziò la ragazza. – L’uomo, Ariel, non si accorge che in ogni soffio di vento, in ogni tramonto, nella risata di un bambino, nella stessa quotidianità…c- c’è la p- presenza di Dio, anche per chi non chi non lo sa scorgere.
 
-  Gesù!! – urlò Ariel, stringendosi il capo tra le mani, piangendo stridulamente.
 
Dall’oscurità una piccola luce , che pian piano le inondò di calore, rivelò una figura conosciuta: le ragazze ritrovano le forze, ritrovarono la pace perduta. Ariel spalancò gli occhi: era Lui la sua salvezza, l’Amore,  la Via, la Verità, la Vita.
Si avvicinò alla figura a gattoni. Lucia riuscì ad alzarsi e tendendo la mano tremante verso la luce sentì la vita scorrerle nelle vene.
  
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