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Autore: Ameliente    06/06/2012    1 recensioni
Il bello della vita è vivere e in fondo dato che io non potevo più permettermelo fisicamente, me lo sarei permessa mentalmente.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aprii gli occhi: mi vedevo ma al contempo ero in grado di provare tutte le sensazioni e di comandare il mio corpo.

Provavo un' immensa freschezza e anche molta felicità.

Ero su una collina, simile a quella che fa da sfondo del desktop ai computer Microsoft, ma potevo percepirla: l'umidità dell'erba a contatto con i miei bianchi piedi, sentivo il vento che mi passava tra i capelli separandoli in ciocche, il cielo era di un azzurro limpidissimo come l'acqua cristallina dei ruscelli di alta montagna e le nuvol bianche disegnavano cerchi perfetti, cornici di volti sereni. Indossavo solamente un abito bianco e mi sentivo pura, bianca e libera. Camminavo, incredula che esistesse un luogo come quello, così vero e paradisiaco.

In lontananza scorsi un salice piangente, cupo ed ingobbito si di sé: mi faceva un' estrema trostezza guardarlo e rovinava il mio paesaggio da sogno. Mi avvicinai lentamente: dormiva e sentivo il suo respiro lento, carico di preoccupazione come se qualcosa gravasse sulle sue spalle curve. Lo accarezzai e sentii la sua corteggia ruvida smuoversi a contatto con la sua pelle bianca; scosse la sua chioma e gli ultimi ramoscelli secchi caddero a terra contagiando quei fili d'erba così sottili ma carichi di colore.

Albero, non distruggere ciò che hai creato con tanta fatica, non frantumare i prodotti dei tuoi semi e non seccare questa bella collina”.

Socchiuse gli occhi cupi con estrema difficoltà: “Credevo di avere impoverito il terreno sottostante la mia chioma e sovrastante le mie radici muovendo distrattamente i miei pochi e stanchi capelli”.

Abbassai lo sguardo istintivamente: il tappeto di erba era intatto e non bruciato come quando avevo visto che le ultime foglie dell'albero erano state scagliate causando un piccolo squarcio.

Quello che avevo visto non era mai successo.

Rialzai gli occhi ma l'albero aveva ricominciato a dormire in tutta la sua malvagità.

Mi aveva ingannata.

Cominciai a correre e mentere correvo mi sfuggì una calda lacrima; continuai e mentre mi muovevo vidi piccoli fiorellini gialli crescere sotto di me: si moltiplicavano e mi solleticavano le piante dei piedi. Iniziai a ridere senza contegno elevandomi verso il cielo, incurvando la schiena e assaporando quel vuoto sotto di me girando vorticosamente: la vista era fantastica e quello spazio fertile era infinito.

Iniciampai contro qualcosa di morbido.

Caddi e venni adagiata dalla brezza su quel tappeto di fiori.

Stavo diventando io stessa parte della vegetazione: quegli amati fiorellini mi spingevano ovunque gettandosi tutti insieme sul mio corpo ed egoisticamente cercando di strapparne ognuno un pezzo da tenere con sé.

Li lasciavo fare, nin mi preoccupavo di cosa mi stessero facendo e sapevo che non potevano farmi del male.

Mi sollevarono e formarono una catena alla mia destra e alla mia sinistra unendo i loro gracili steli ed incurvandosi: mi presero le mani e mi condussero verso l'orizzonte mentre il cielo diventava sempre più rosa ed io sempre più gialla.

******************************************************************************************************************************** Ciao a tutti! Che ne pensate della storia? Vorrei che lasciaste un commento per sapere innanzitutto se vi piace e poi anche se volete darmi qualche consiglio o suggerirmi come continuarla anche se sto scrivendo il prossimo capitolo per quelli successivi per ora non ho nessuna idea in cantiere! Ciao.

  
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