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Autore: mjlwards    06/06/2012    0 recensioni
'quando l'amore per la pallavolo e l'amore per una persona diventano una cosa sola'
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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12.40 AM
 
Dopo essere andata in bagno a truccarmi, mi affretto con Giulia in sala mensa. E’ affollatissima, penso che dovremo mangiare sedute a terra come due barbone; poi guardando bene vediamo dei ragazzi che abbandonano il loro tavolo, afferro la mia migliore amica per un braccio e la trascino fin lì. 
 
-‘Grazie a Dio.’ Dico, sedendomi. -‘Si può che questa mensa sia più piccola di una tana per topi?’
 
-‘Zitta e mangia, sto morendo di fame.’ Dice Giulia, addentando il suo sandwich.
 
-‘Sei peggio di un bue, sappilo.’ Ribatto, ridendo insieme a lei. ‘Certo che mettere un condizionatore non sarebbe una cattiva idea.’ Tolgo il golfino, ma vengo fermata da quella bestia della mia migliore amica che mi salta addosso coprendomi il petto.
 
-‘Ma che sei scema? ALZATI!’ 
 
-‘Quella scema sei te, hai dimenticato di mettere la maglietta sotto il golfino!’ Minchia, di bene in meglio.
 
Oggi mi sento peggio di un aborto, insomma, non che gli altri giorni io sia bellissima, ma riesco a conciarmi meglio di così. Come dice Heidi Klum: ‘un giorno sei in e il giorno dopo sei out’, e diciamo che io sono out praticamente sempre. 
Dopo essermi riabbottonata il golfino in velocità record, torno dov’ero, rigustando il mio trancio di pizza margherita.
 
-‘Senti, ma Andrea’, il nostro allenatore, - ‘ti ha anticipato qualcosa per l’inizio degli allenamenti?’ Chiedo impaziente.
 
-‘Ah, ecco, volevo dirtelo ieri ma me ne ero praticamente dimenticata.. Andrea quest’anno si trasferisce in Spagna per seguire una squadra di serie B.’ Dice tutto d’un fiato, appena prima che sputassi il morso di pizza.
 
-‘Mi prendi per il culo? E che ne sarà della nostra squadra, eh? Che cazz..’
 
-‘Minchia, fammi continuare! Allora.. Visto il suo licenziamento o come vuoi chiamarlo tu, l’associazione pallavolistica ha ingaggiato un allenatore proveniente dall’Inghilterra. Si chiama Robin Styles e se non sbaglio abita ad Home Chaplin, Homo Chape, Ho..’
 
-‘Holmes Chapel?’ Chiedo affermativa.
 
-‘Sì, ecco, quel paese lì. Domani alle sette e mezza fatti trovare in palestra per le presentazioni ufficiali e per le preparazioni al campionato. Dicono che questo qui ha allenato squadre di serie A, capisci? Potremo migliorare a dismisura! Ricorda di avvisare anche le ragazze.’
 
-‘Ok, lo farò. Hai detto che è inglese quindi? Che coincidenza, oggi mentre venivo a scuola ho investito un ragazzo ing..’ La campanella suona. Fottuti venti minuti di pausa pranzo.
 
-‘Merda, ora che abbiamo? Scienze? Veloce, andiamo in classe; devo finire di copiare gli ultimi tre esercizi!’ Urla, in preda al panico.
 
-‘Esercizi? Porca vacca io non ne ho fat..’ Giulia mi trascina in classe senza farmi concludere la frase e prenota i posti in fondo vicino alla finestra. 
 
‘L’alunna Paris Taylor non ha svolto i compiti estivi e si è permessa di rispondere male alla sottoscritta, lanciando il libro dalla finestra del secondo piano. Firmare per presa visione, grazie.’ Fanculo, volevo solo verificare quanti nano secondi  ci avrebbe impiegato il libro a finire in testa ad uno studente grazie alla forza di gravità e prendo una nota. La mia condotta scolastica è messa peggio di quella di un carcerato, eppure ho una sfilza di otto e nove in ogni materia.
 
-‘Hai intenzione di farla vedere a tua madre?’ Mi chiede Giulia mentre ci incamminiamo verso casa.
 
-‘Scherzi?’ Scoppio in una risata abbastanza finta, accartocciando il foglio e buttandolo a terra, accompagnando il tutto con un -‘Olé!’. 
 
-‘Sei una rincoglionita, per questo ti amo.’ Momento di tenerezza per Miss Acidità 2012!
 
-‘Ma tutta questa dolcezza? Ti hanno iniettato dello zucchero nelle vene, ammettilo.’
 
‘Non scartavetrarmi le ovaie, e salutami che sono arrivata a casa.’ Mi dice, con la sua solita finezza.
 
L’abbraccio più forte che posso, e lei ricambia. -‘Pure io, comunque.’
 
-‘Cosa?’ Mi chiede.
 
‘Pure io ti amo.’  Concludo, prima di staccarmi dalla sua presa. Sì, io amo Giulia come si può amare una sorella e lo stesso vale per lei. Ci amiamo.
 
Torno a casa, sono le 13.35, ci ho messo molto più del solito; non sapendo che fare, mi spoglio dei miei indumenti pesanti, prendo una canotta verde e un paio di pantaloncini viola: abbinamento perfetto, ma sì, chi se ne frega. Prendo la palla nello sgabuzzino ed esco in giardino a palleggiare contro il muro del retro di casa, con tanto di cuffie alle orecchie. Il tempo passa alla velocità della luce, sono le 17.50. Cazzo, manco mi sia divertita per tutto questo tempo. Appoggio la palla sul dondolo, entro in casa e bevo un succo di pera. Io amo il succo di pera, da morire. Salgo le scale, mi immergo nella vasca da bagno con la radio al massimo; passano altri tre quarti d’ora. Uscita dal bagno senza riordinare, ovviamente, metto la solita camicia da notte e lego i capelli in uno chignon, o meglio, in un nido per uccelli. Preparo lo zaino e l’appoggio ai piedi del letto, per precauzione. Sono le 21.42, che stanchezza. Direi che la mia giornata si può concludere con questi pensieri: ho investito un inglesino niente male, sono entrata con un quarto d’ora di ritardo il primo giorno di scuola, ho dimenticato lo zaino, ho scordato la maglia sotto il golfino, ho preso una nota e la mia migliore amica, alias la mia vita, ha detto di amarmi. Poteva andare peggio. Mi rannicchio tra le coperte, prendo un bel respiro e, dopo aver spento la luce della lampada sul comodino, cado in un sonno profondo. Sono un ghiro in fatto di pennichelle.
  
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