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Autore: Medy    07/06/2012    2 recensioni
...DAL PROLOGO: Un silenzio imbarazzante scese in quell’auto e più volte si scambiarono sguardi sfuggevoli, segreti, sorrisi imbarazzati e sorrise nascosti. Lei non parlò , e lo stesso lui. Quel silenzio era snervante, era la prova che le parole da dire erano troppe e un viaggio di soli cinque minuti non sarebbe bastato. .....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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-E...Vissero per sempre felici e Contenti?....-
-Ninth Chapter-
-Problemi di convivenza-

 

Hermione si alzò lentamente , tenendo stretta la coperta al petto. I capelli crespi le ricadevano sul viso, e il rossore che le ricopriva le gote era ancora visibile. Guardò sulla sua sinistra e notò di essere rimasta nel letto sola, cosa che per un attimo la sollevò. Ma il rumore in cucina le fece presagire che quella solitudine non sarebbe durata presto e che avrebbe dovuto affrontare l’argomento della sera precedente. Sospirò piano sentendo ancora fresco il suo odore sulla pelle, il cuore era andato all’aria e sulle labbra il calore dei suoi baci era ancora vivo e intenso. Cercò qualcosa che potesse coprirla, e trovò con sorpresa un elegante vestaglia di seta poggiata poco lontana dal letto, che indossò e sentì la pelle perdersi in brividi dovuti dal contatto di quella stoffa cosi delicata e fresca. Cercò di rendersi presentabile, ma i capelli glielo impedirono e anche il suo viso. Non riusciva a vedere nulla di bello in lei, aveva troppi difetti, difetti che lasciò allo specchio. Si diresse in cucina e si fermò sulla soglia e sorrise alla vista di Draco alle prese con i fornelli. Era gia pronto per affrontare quella nuova giornata di lavoro, ma prima di lasciare casa voleva preparare per Hermione una buona e sostanziosa colazione. Non si accorse della sua presenza fino a quando lei non si accomodò al banco accanto alla cucina.
Draco si voltò, attirato dal rumore della sedia spostarsi e l’accolse con un sorriso radioso, un sorriso che da molto non si vedeva dipinto su quel volto sottile . Fu come se il sole lo avesse illuminato improvvisamente dopo anni di buio.  Hermione ricambiò quel saluto timidamente, e riuscì a sorridere appena. Si sentì in imbarazzo, si sentì una sciocca ragazzina, di fronte al primo amore, insicura, timorosa di non essere all’altezza di lui, insicura di non essere stata all’altezza. Draco si appoggiò sui gomiti e si porse verso di lei, scoccandole un dolce bacio sulla guancia. Non smetteva di sorridere, come se la visione di lei era l’unica cosa che aveva atteso per tutta una vita, e adesso che era reale, non avrebbe rinunciato ad un solo istante in sua compagnia.
“Buon Giorno” Finalmente sentì la sua voce, era calma, calorosa.
“Buon giorno” Hermione si lasciò andare, e sorrise radiosamente. Forse la lontananza aveva posto tra i due una sottile barriera che sarebbe stata infranta presto, e che avrebbe riportato quella forte complicità che li aveva uniti per molto tempo.
“Ho preparato la colazione. Tra un po’ esco, vado a lavoro, ho alcune faccende da sbrigare. Thomas è a tua piena disposizione, chiedigli tutto ciò che vuoi….e…” Hermione zittì quel turbine di parole  poggiando  le sue labbra su quelle di Draco e si perse in quella sensazione di poche ore prima, si sentì nuovamente  viva e lo considerò il modo migliore per augurare il buon giorno. Non le importava della colazione che stava andando a fuoco, non le importava di far tardi in ufficio, non le importava della disponibilità di Thomas l’elfo, l’unica cosa che importava in quel momento era quella sensazione di vita che le era mancata tanto, quella sensazione di sentirsi donna e amata che solo lui era capace di trasmetterle. Affondò le sue mani nei morbidi capelli biondi, accarezzò quel viso sottile, e si perse in quei occhi tempestosi, che l’avevano tormentata per troppo tempo. Era lui il suo destino, aveva scelto la strada della felicità, e quella strada l’aveva condotta da lui, in quella casa, dove la sera prima si erano amati nuovamente, dove si erano scambiato le anime, la pelle . Dove tutto era ritornato al posto giusto, dove il tempo si era fermato, e dove i ricordi erano entrati violentemente riportando alla luce ciò che c’era stato , e ciò che ci sarebbe stato da quel momento in poi. Draco era ritornato per lei, e lei lo aveva accolto, anche se con fatica, nella sua nuova vita, una nuova vita che comprendeva quella parte del passato che non aveva mai realmente lasciato.
“ Devo andare….” Sussurrò lui,  amaramente, avrebbe preferito trascorrere l’intera giornata rinchiuso li, in quella casa, abbracciato a lei, e recuperare i due anni trascorsi lontano. Ma il dovere lo chiamava, e lui non poteva rimandare. Hermione comprese che il lavoro doveva avere la priorità maggiore, ma non riuscì a non trattenere il broncio. Draco indossò il soprabito, e scoccando un ultimo bacio, intenso e profondo, si diresse verso l’uscita, lasciando Hermione sola, in quell’enorme e fredda casa. Si guardò intorno. Quell’appartamento era stato arredato in modo freddo e anonimo , era molto evidente l’assenza della presenza femminile, e ne fu felice. Lei era stata la prima ad aver varcato quella soglia, e sarebbe stata anche l’ultima. Il tocco femminile non sarebbe mancato, ma dovette metterlo in secondo piano, adesso aveva altre faccende da eseguire, e prima di gettarsi nella frenesia del lavoro,  aveva una piccola faccenda da non lasciare in sospeso.
 
 
 
Si smaterializzò nel salone di casa sua e la scena che vide non fu molto gradita. Blaise sussultò sentendo l’urlo di imbarazzo che Hermione gettò, e con gesto istintivo cercò di coprirsi al meglio. Il corpo del Ministro della magia non era coperto da alcun indumento e Hermione non né fu molto entusiasta.
“COPRITI COPRITI IMMEDDIATAMENTE” Hermione si voltò di scatto dall’altra parte, sperando di eliminare al più presto quell’immagina dalla sua mente.
“Hermione, ehm..come ti salta in mente di piombare qui in questo modo” Blaise con fare nervoso si portò un cuscino all’altezza del bacino, comprendo ciò che aveva di più caro.
“Voglio ricordarti che questa è casa mia! Piuttosto, dovresti spiegarmi tu il motivo della tua presenza….”
Hermione ritornò a rivolgersi a quell’ospite inaspettato e notando anche il suo di imbarazzo, scosse il capo , rifiutandosi di ricevere risposta. Sapeva bene il motivo di tale presenza, e non voleva cadere in  particolari.
“C’è bisogno che ti spieghi…”
“No , certo che no…Ho appena fatto colazione…Luthien dov’è?”. Hermione cercò di concentrare la sua attenzione altrove, e non soffermarsi sul cuscino ricamato che copriva il sesso del ragazzo, che continuava a rimanere immobile in mezzo al salone.
“In…in bagno…” Blaise cercò di apparire naturale, e senza muovere un muscolo, indicò la strada che Hermione gia conosceva. Lei Si fiondò in bagno, e chiudendosi la porta alle spalle, tirò giu la tenda della doccia, rivelando Luthien , colma di schiuma, che senza badare al fatto di poter inzuppare l’amica, le si fiondò addosso , abbracciandola.
“Hermione! Che bello rivederti! Ho da dirti molte cose….”
“Luthien, purtroppo gia so tutto. Ho appena visto Blaise , completamente nudo nel nostro salone…..” , Luthien strabuzzò gli occhi per la sorpresa, per poi scoppiare a ridere. Si risparmiò la lunga spiegazione riguardante ciò che c’era stato tra loro la notte prima, ciò che si erano detti durante il Party in onore di Draco , ma non risparmiò di spiegarle quanto fosse stato magnifico stare con lui , e non si risparmiò di elencare le innumerevoli ragioni che designarono a Blaise Zabini il titolo di  re delle notti di passioni.
“Ok, ho afferrato. Blaise è uno stallone senza rivali….” Luthien sorrise divertita difronte a quella considerazione, che Hermione espose con tono ironico. Ritornò sotto il getto di acqua calda, e attese di ricevere le spiegazioni legate all’assenza dell’amica della notte prima, assenza che le aveva permesso di trascorrere la notte migliore della sua vita. Hermione si allontanò dalla doccia, per evitare di ritrovarsi zuppa, e attese che Luthien finisse per iniziare il suo lungo racconto su ciò che era accaduto la notte prima, per raccontare ciò che la festa in onore di Draco aveva causato, e il coraggio di scegliere la giusta strada l’aveva raggiunta poche ore prima, aiutandola di non incorrere nuovamente in errore.
“ Ma continuo a sentirmi male….Adesso sono felice perché amo Draco, ma…penso a Ron, e a quanto male gli ho fatto, non meritava tutto questo”. I sensi di colpa che tormentavano Hermione non riuscirono a rimanere nascosti, doveva dire all’amica ciò che provava, e non avrebbe solo elencato le sensazioni di benessere che la presenza di Draco le aveva dato. Lo sguardo di Ron di fronte a quella scelta finale, era ancora vivo nella sua mente, e non poteva fare altro che tormentarsi, non poteva fare a meno di sentirsi colpevole e meschina.
“ Sapeva che non aveva alcuna speranza, conosceva il pericolo di poterti perdere, ma nonostante ciò ti è rimasto accanto… è stato davvero ammirevole, ma adesso non puoi star male solo perché hai seguito il tuo cuore! Hai pensato per una volta a te stessa, e credo che non sia un reato”. Hermione considerò esagerato il tono rigido di Luthien. Aveva ragione, per la prima volta aveva messo la sua felicità prima di tutto, aveva preso la strada che da sempre era stata disegnata per lei, quel percorso interrotto dai timori di Draco, ma mai persa davvero, e Ron sapeva il rischio di poterla perdere, e adesso non poteva fare altro che essere felice per lei, ma Hermione sapeva che non sarebbe stato facile, e non avrebbe preteso nulla da lui, con ancora il cuore colmo di graffi e ferite. Era vulnerabile, e andare da lui per scusarti avrebbe solo peggiorato le cose. Non avrebbe potuto farlo, per lei e soprattutto per non ferire nuovamente tutti.
“ Hai ragione Luthien, ma non è una questione di amore, è una questione di bene. Io voglio bene a Ron, e vederlo star male per colpa mia…. È devastante” Luthien non potè trattenersi nel riservarle uno sguardo di rimprovero. Era sempre stata cosi, anteponeva la felicità degli altri alla sua, astenendosi nell’essere qualche volta egoista.
“ smettila di rendere la faccenda ancora più tragica… Hai fatto la tua scelta e adesso non rovinarla solo perché vecchi ricordi di un’amicizia ormai andata ti frenano e non ti fanno vivere la storia con Draco. Avete gia perso molto tempo, e credo che adesso la cosa migliore è gettarvi il passato alle spalle e godervi ogni attimo ….”
“ Ok, non mi farò tormentare da nulla, ma solo da te! Adesso, prima che Luna mi cruci, vado a lavoro, che ho gia perso molto tempo “. Luthien sbuffò, rifiutandosi di lasciarla andare. Voleva trascorrere altro tempo con l’amica e chiacchierare e confrontare le due novità che avevano portato una rivoluzione nella loro vita, che aveva permesso ad entrambe di trovare la loro felicità. Ma la dedizione per il lavoro era più forte della voglia di trascorrere l’intera mattina a girovagare per Londra a ciarlare con la migliore amica.
“Promettimi però che questa sera mi dedichi un po’ di tempo”
“Non posso….Devo vedermi con Draco”. Il sorriso sbarazzino di Hermione fece sorridere Luthien e le fece comprendere che adesso avrebbe visto di meno l’amica, ma ciò le portò più gioia. Finalmente era felice, e ciò contava più di tutto.
Hermione ritornò nel salone principale, e salutò di tutta fretta Blaise, che intanto, aveva indossato degli abiti che coprissero le sue intimità. Quel saluto frettoloso , fece capire ad entrambi che l’imbarazzo di poco prima non era passato con la stessa velocità con la quale il Ministro si era ricomposto.
 
 
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Ron Weasley aveva sempre condiviso le sue paure e il suo dolore con i suoi due amici più cari. Loro conoscevano tutto di lui, conoscevano ciò che più gli faceva paura, ciò che lo rendeva felice . Erano a conoscenza di quel suo mondo interiori che non tutti avevano avuto il privilegio di attraversare e conoscere. Ma adesso, Ron Weasley sentiva che quel mondo non avrebbe avuto più ospiti, sapeva che ogni cosa di lui sarebbe rimasto un mistero per tutti, adesso che un suo componente principale gli aveva fatto del male, gli aveva preso a pugni il cuore, senza rispetto, senza pensare a ciò che lui avrebbe potuto provare. Vederla allontanarsi da lui, vederla mano nella mano con il suo nemico , vederlo vincere, era stato devastante, tanto da rendere Ron un cinico uomo, senza alcuna motivazione per rendersi migliore agli occhi di qualcuno. Il suo lavoro ormai era diventato un passatempo noioso, e la voglia di far del bene era sfumata , il vento l’aveva portata lontana. Adesso di lui c’erano solo i resti di ciò che era stato. L’amore può essere devastante, e Ron lo aveva provato in prima persone, e forse quella devastazione non sarebbe stata più risanata. La voglia di una nuova donna nella sua vita l’aveva abbandonato completamente. Il viso di lei si rispecchiava negli occhi di tutte e tutte avevano il suo profumo, fattore che non contribuiva ad una guarigione. Si stiracchiò per bene sulla sua poltrona. Era passato quasi un mese da quando lei lo aveva lasciato…Lei…..  non riusciva nemmeno a pronunciare il suo nome. Aveva paura di farlo, il cuore tremava ogni volta che le sue labbra si muovevano per pronunciare quel nome che solo dolore era capace di provocare. Odiava se stesso, per aver permesso a Malfoy di portarla via da lui, odiava lei che lo aveva mentito, odiava se stesso ancora, per aver sperato in qualcosa che non poteva esserci, una sua illusione ,una sua speranza. Si stiracchiò sulla poltrona e volse lo sguardo verso l’enorme orologio astrale che ricopriva la parete del suo ufficio. Era quasi ora di cena, ma il suo stomaco non gli comunicò di aver fame. Ormai era chiuso, serrato, non voleva ricevere alcuna nutrizione, come il suo cuore. Anche esso chiuso , sbarrato, ostile a chiunque, ostile all’amore.
“ Weasley, io vado via…. Lei rimane ancora qui?”.
“Si, Sophia…. Buona serata….”
“Buona serata anche a lei….”
Non guardò la sua cadetta andar via, non si accorse dello sguardo triste e compassionevole che gli rivolse. Non si accorse del silenzio che calò intorno a lui e della solitudine che piano invase ,non solo l’intero quartier generale degli AUOR , ma anche il suo cuore. Quella solitudine era diventata  tanto piacevole, da non sentirne più il peso.
 
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Hermione spense le candele poste sulla tavola e rassegnata si diresse verso la camera da letto, dove da ormai un mese condivideva con Draco. Si spogliò velocemente e gettando gli abiti sul pavimento si gettò sotto le coperte, con la rabbia che gli ardeva dentro. Piccoli passi attirarono la sua attenzione, l’elfo Thomas entrò nella stanza e  cercando di non disturbare alzò gli abiti dal pavimento .
“Thomas, non preoccuparti, posso farlo io….” La voce di Hermione lo fece sussultare, che si inchinò come era solito fare. Hermione era contraria al ruolo che quella piccola creatura occupava in quella casa , ma l’elfo si ostinava ad informarla che lui era felice di servire sia lei che il signor Malfoy.
“No, signora Malfoy… Io sono felice di aiutare e servirla…”
“Thomas sono Hermione non la signora Malfoy” . Più volte aveva cercato di correggere quell’errore innocente, ma più volte l’elfo si era riferito a lei in quel modo.
“ Signora Malfoy, mi scusi… cercherò di non farlo più…” Hermione sorrise notando che involontariamente il piccolo elfo si era riferito a lei nel modo in cui lei gli aveva appena detto di non fare, ma tralasciò. Conosceva la natura degli elfi, e sapeva che la compagna del proprio padrone assumeva per loro lo STATUS di moglie a prescindere se i due fossero sposati o meno. Infondo era bello essere chiamata Signora Malfoy, la faceva sentire importante e degna di vivere in  quell’appartamento che solo grazie alla sua presenza aveva preso colore e calore.
“Thomas… non andare via, siediti accanto a me….ho voglia di parlare….” Thomas l’elfo si fermò in tempo sul uscio della porta, e si voltò verso di lei, con occhi spalancati e timorosi.  Non aveva mai ricevuto una richiesta del genere , e adesso si sentiva impreparato. Cosa poteva mai dirle? E cose lei voleva dirgli a lui. Si incamminò piano, trascinando gli abiti di Hermione e si accomodò ai suoi piedi. Hermione sorrise alla creatura. Nonostante fosse un mese che si trovava in quella casa, non aveva mai scambiato una semplice parola con Thomas, non conosceva nulla di lui. Non aveva mai tempo per chiamarlo a se, e conoscere i piccoli particolari che componevano la sua semplice vita. Lo scrutò, e notò uno sguardo timoroso. Forse non era abituato ad essere trattato così, semplicemente come un essere da tener in considerazione e non solo come un essere capace solo di rassettare la casa e preparare del cibo. Hermione aveva sempre considerato gli elfi domestici creature affascinanti, dotati di una grande magia ,ma sottovalutati. Dotati di un gran cuore, ma ritenuto privi di sentimenti.
“Qual è il tuo vero nome Thomas?” Quella domanda le frullava nella testa da molto. Non poteva credere che fosse l’unico elfo con un nome pronunciabile. Tutti gli elfi che lei aveva avuto il piacere di conoscere e incontrare possedevano nomi indicibili, difficili da ricordare e pronunciare.
“Signora… il mio vero nome è….Narbaleth, ma il signor Malfoy è stato tanto gentile da chiamarmi come un babbano….  E questo nome piace molto a Narbaleth…perché si senta umano….” Il piccolo elfo aveva lo sguardo basso, ma Hermione riuscì ad intravedere un sorriso dolce, come se l’idea di essere considerato un qualcosa in più di un semplice elfo gli faceva piacere. Hermione sorrise, pensando che Draco era davvero cambiato. Aveva cambiato il nome a quel piccolo elfo solo per non farlo sentire diverso, per farlo sentire un normale collaboratore domestico e non uno schiavo.
“Narbaleth è un nome stupendo…. “
“Lei è gentile signora Malfoy… Troppo con Thomas…. E Thomas è contento di servire la padrona”.
Hermione sentì pronunciare quel nome, e le suonò strano. Lei non era padrona di nessuno , tantomeno di quell’omino cosi dolce che non mancava di trattarla come una vera principessa.
“ Voglio pagarti Thomas…. Non puoi lavorare senza un contributo…..”
“No, signora Malfoy. Il signor Malfoy paga gia Thomas, tre galeoni al mese, che Thomas conserva ….”. L’elfo saltò giu dal letto, intimorito di ricevere un ulteriori compenso. Gia quello che Draco gli offriva era abbastanza per lui, e non avrebbe permesso alla Signora Malfoy di riempire le sue tasche di altri galeoni. Non sapeva come usarli. Li conservava accuratamente e intanto pensava bene di soddisfare i suoi padroni cosi gentili. Hermione guardò l’elfo per poi lasciarlo andare. Rimanere li lo metteva a disagio, e lei non voleva che non si sentisse a suo agio. Thomas piegò gli abiti e inchinandosi si congedo da quella conversazione . Hermione si rigettò tra i morbidi cuscini di quell’enorme letto che ormai sentiva vuoto troppe volte. Draco era sempre fuori per lavoro, e lei sentiva quell’assenza , che pesava . affondò il viso nel cuscino, e si addormentò. Non le andava di aspettarlo, lo aveva fatto per tutta la sera  e lui non si era degnato nemmeno di mandarle un messaggio per avvertirla che sarebbe mancato anche quella sera. Non le andava di attendere che arrivasse e pretendesse silenzio, perché la testa gli scoppiava. Non le andava tutto ciò. In quel momento l’unica cosa che voleva era dormire, e ciò accadde.
Draco entrò in casa poco dopo, e si diresse verso la stanza. La vide addormentata, e cercando di non svegliarla si diresse verso la cucina, per concedersi un bicchiere di buon schotch prima di gettarsi nelle morbide e calde coperte che l’attendevano nella stanza opposta. Ma ciò che vide gli fece comprendere che stava incorrendo nuovamente in un errore passato. Thomas stava sparecchiando una tavola colma di vassoi e pietanze, e le candele consumate gli fecero capire che Hermione lo aveva atteso quella sera per festeggiare qualcosa, o semplicemente per festeggiare loro due. Si fermò ad osservare come il suo elfo sparecchiasse quella bellissima tavola, e capì che nuovamente, stava incorrendo in vecchi errori, stava nuovamente allontanando Hermione da lui. La stava nuovamente lasciando scivolare via come sabbia tra le mani.
 
 
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“Buon Giorno” Gli occhi profondi, azzurri e terribilmente belli e spiazzanti si scontrarono con quelli di Blaise, che ebbe un risveglio ottimo , come aveva sempre sognato. Il bel viso di Luthien si sporse verso di lui, e si unirono in un bacio lungo e provocatorio. Strinse il corpo sottile della bella Lestrange e il desiderio di rimanere a letto con lei era forte, ma non potè cederci. Il sole era appena sorto, e i raggi comunicarono a Zabini che il lavoro lo reclamava. Il mondo magico aveva bisogno di lui, e quei desideri di prima mattina dovevano essere lasciati al dopo.
“Ti preparo la colazione?”. Quella domanda fece sorridere il ministro che piano si alzò dal letto, non molto convinto di quella proposta. Conosceva bene Luthien,e  conosceva le sue capacità. La cucina non risiedeva in quelle, e per evitare di mandare la casa a fuoco, con lo sguardo le privò di gettarsi in quell’impresa che si sarebbe conclusa non tanto bene.
“C’è Blanch che ci prepara la colazione!” Esclamò lui, richiamando a se la piccola elfa che entrò nella stanza inchinandosi ai suoi due padroni. Luthien essendo vissuta per molto tempo con sua zia Andromeda e poi con Hermione era stata influenzata dall’idea che gli elfi erano esseri liberi, e capaci di amare e odiare proprio come loro, e Blanch per lei non era una schiava, ma semplicemente un aiutante che si prodigava di eseguire le faccende che Luthien non era in grado di fare.
“No, ho voglia di preparartela io….” Il broncio da bambina che Luthien sfoderò fece abbassare le difese di Blaise, che senza badare all’ora e senza badare a Blanch, si fiondò su di lei e la riempì di baci. Ogni parte del suo corpo non fu risparmiato. Amava ogni cosa di lei, dalla punta del naso alla punta dei piedi. La sua pelle cosi morbida al contatto con le sue labbra. I suoi capelli pieni, e caldi , i suoi occhi, grandi e profondi . Quel risveglio lo aveva immaginato per tanto tempo e si era presentato proprio nel modo in cui lui lo aveva immaginato. Il suo sorriso che accoglieva il suo risveglio. La sua voce ancora impastata di sonno che gli augurava il buon giorno, i suoi occhi che gli comunicavano di restare ancora un po’ con lei, e la delusione su quel viso perfetto quando lui usciva di casa, per poi accoglierlo la sera, con un sorriso, quel sorriso che aveva pensato per tutto il giorno. Non aveva dubbi, Luthien Lestrange sarebbe stata la sua compagna di vita, e l’avrebbe amata sempre, per sempre e comunque. Anche quando il tempo le avrebbe reso la pelle meno morbida. Anche quando il biondo dei capelli sarebbe stato sostituito dal bianco degli anni, anche quando la forza e la vitalità le sarebbero mancati. Avrebbe amato lei come nessuno. Avrebbe amato lei per sempre.
“Il tuo sguardo mi comunica che devi andare ….ma il tuo corpo no….” La malizia che sfoderò Luthien lasciò Blaise sospeso tra passione e dovere. Il forte desiderio di rimanere li con lei sembrava avere la meglio ed ebbe la meglio. Si fiondò nuovamente sulle sue labbra e si perse in lei, incurante dei suoi doveri. Incurante di tutto. Incurante anche del gufo che planò in casa per poi andar via silenziosamente. La lettera fu letta poco dopo, e la sua presenza era richiesta il più presto possibile.
“Devo andare….” Luthien sfoderò nuovamente il broncio, ma questa volta Blaise non cedette, la baciò frettolosamente e un attimo dopo si smaterializzò per raggiungere il suo ufficio.
Luthien si perse nuovamente nelle soffici coperte e si addormentò, assaporando  l’odore di Blaise che ancora aderiva al suo corpo.
 
 
 
 
“ NON CI SEI MAI! E QUANDO DICO MIA, è MAI! NON CENIAMO INSIEME DA UN MESE, UN MESE è DA QUANDO MI SONO TRASFERITA DA TE! NON SO COSA TI TIENE IMPEGANTO , MA SPERO CHE SIA QUALCOSA DI DAVVERO IMPORTANTE!”. Le urla di Hermione rimbombarono per il salone. Quella mattina Draco si era svegliato molto presto e in punta di piedi si era vestito pronto per dirigersi in ufficio, ancora prima di attendere che Hermione potesse salutarlo o augurargli il buon giorno. Ma lei aveva atteso quel momento per scatenare tutta la sua ira. L’ira dovuta al fatto che la sera precedente l’aveva lasciata sola ad attenderlo, la furia dovuta al fatto che lui mancava di attenzione nei suoi confronti. Forse troppo sicuro di se, forse troppo impegnato. Hermione ancora in pigiama lo aveva fermato alla porta, e gli aveva urlato contro. Quella convivenza stava dando i suoi frutti, frutti indesiderati.
“Hermione calmati…” Draco cercò di rimanere calmo, e di trasmettere la sua calma ad Hermione che a quelle parole divenne paonazza. Non poteva trattarla in quel modo, voleva che l’ascoltasse, che le desse le giuste spiegazione, che le spiegasse il vero motivo per cui rimaneva in un ufficio babbano per troppo tempo. Lui che poteva evitare tutto quel lavoro, lui che poteva dedicarle del tempo, lui che non avrebbe avuto problemi a saltare un giorno di lavoro e dedicarsi magari a lei.
“NON MI CALMO! SONO STUFA DI ASPETTARTI LA SERA , DI CENARE DA SOLA E DI DORMIRE DA SOLA! CAVOLO DRACO , NON PENSI A ME? NON PENSI CHE IO DEBBA RICEVERE ATTENZIONI!? QUELLE ATTENZIONI CHE MI DAVI FINO A QUALCHE MESE FA….” Faceva male pensare che solo fino a poche settimane prima, fino a quando i due non avevano condiviso lo stesso tetto, Draco si era preoccupato di donarle tutte le attenzioni di cui lei aveva bisogno, l’aveva fatta sentire donna e amata, sensazioni che erano svanite nel momento in cui lei aveva messo piede in quell’abitazione. Non poteva pensare che Draco fosse quel tipo di uomo che una volta ottenuto ciò che aveva esasperatamente cercato, lo abbandonava per cercarsi qualcos’altro da fare, e da cercare. Il suo Draco non era cosi, lui  non si era mai preoccupato di amarla, e di darle le giuste attenzioni, anche quando il loro amore era segreto, clandestino, lui aveva sempre cercato di essere presente e non farle dimenticare quanto amore provava per lei. Eppure , in quel momento, Draco appariva cosi diverso. Il lavoro sembrava un pretesto per starle lontano.
“Hermione smettila di fare la moglie isterica. Devo andare a lavoro, ho dei doveri e non ho intenzione di trascurarli. Soprattutto adesso che non vengo visto come il cinico Malfoy, ma ho ripreso nuovamente la mia gloria. Ti prometto che stasera non mancherò a nessuna cena che riserverai per me…Ora lasciami andare a lavoro e smettila con questa stupida tragedia”. Draco non aveva mai rinunciato al suo essere egoista e dolorosamente sincero. Amava Hermione, ma quella parte di lui non sarebbe mai cambiata davvero. Non sarebbe mai stato il fidanzato perfetto, dolce,lei era avanti a tutto, lei era la sua musa, il suo raggio di sole che gli metteva allegria, ma nonostante ciò il suo lavoro, la voglia di ribalta, e la soddisfazione di essere riconosciuto nuovamente come parte integrante del mondo magico andavano a sollecitare il suo orgoglio e il suo alterego, e quindi si era visto costretto di lasciare ad Hermione meno campo, e dedicarsi un po’ di più alla sua figura che stava riemergendo. Hermione si irrigidì, strinse i pugni, e si trattenne nello schiaffeggiarlo. Le sembrò di ritornare ad Hogwarts  , quando litigi del genere sfociavano in insulti e sbattute di porte, quando la sua mano scivolava verso la bacchetta pronta ad essere puntata al viso, quando per settimane intere si evitavano e fingevano di essersi indifferenti. Draco Malfoy non aveva lasciato del tutto il suo vecchio comportamento. Si era integrato nel mondo Babbano, considerava gli elfi come suoi pari, aveva ammesso di amare una Mezzosangue, ma il suo carattere narcisista non lo aveva lasciato, il suo mettersi prima di tutto continuava a mandare su tutte le furie la fiera e orgogliosa Grifondoro, che non riuscì a sopportare quelle parole, che Draco non lasciò passare prima al vaglio della mente per poi pronunciarle. Lui era fatto cosi, ciò che pensava diceva, senza preoccuparsi delle conseguenze.
“Non sono una moglie isterica…” Esclamò Hermione, mantenendo lo sguardo fisso nelle iridi argentee di Draco, che mantenne un sorriso divertito.
“Amo quando ti arrabbi…” Sussurrò lui , sfoderando le sue doti di seduttore. Cinse i fianchi di Hermione e si avvicinò a lei, appoggiando la punta del naso sulla guancia, che Hermione gli aveva porto come punizione, rinnegandogli le labbra.
“Ed io odio quando fai cosi…” Sussurrò lei, arrossendo. Non riusciva a non arrossire. Non riusciva a frenare il cuore che batteva forte, perché quel cuore avrebbe reagito sempre cosi, solo per lui. Quel movimento frenetico ci sarebbe stato sempre e solo per lui.
“Cosi come?...” Il sussurro stuzzicante fece sorridere Hermione, sorriso che cercò di nascondere, ma che Draco colse subito. Le prese il volto tra le mani e la costrinse a voltarsi verso di lui. Guardò quegli occhi cosi intensi, cosi profondi, e non osò immaginare di non poterli rivedere nuovamente. Non avrebbe potuto reggere la lontananza da lei, era stato uno sciocco la prima volta, non sarebbe incorso in un secondo errore.
“Hermione ti prometto che questa sera non mi tratterrò a lavoro più del dovuto. Non arrabbiarti ti prego. Voglio uscire da questa porta sapendo che al mio ritorno ci sarai tu ad attendermi , senza broncio…. Ti amo, ti ho sempre amata e ti amerò per sempre, non essere paranoica e smettiamola di litigare….” . Era capace di maneggiarla come creta, era capace con la sola voce di infonderla calma e amore. Era un incantatore , e il suo sguardo glaciale, le sue parole pronunciate piano, dolcemente, erano state capaci di affievolire quella rabbia che l’aveva svegliata. Draco era capace di gettarla in un turbine di sentimenti contrastanti, era sempre stato capace di ciò, l’aveva sempre tenuta in pugno, e questo l’aveva sempre spaventata, e ancora adesso la gettava in dubbi timorosi. Qualunque cosa avrebbe fatto Draco, qualunque suo atteggiamento, qualunque sua parola, sarebbe svanita al solo incrociare il suo sguardo. E questo le fece capire quanto lei fosse debole, e la fece temere di non essere all’altezza di contrastare un qualunque atteggiamento futuro di Draco.
“Promettimi che stasera ceniamo insieme….” Gli occhi di Hermione si illuminarono di una luce infantile, che lo fece sorridere. La baciò, un bacio dolce, frettoloso, ma coinvolgente.
“Promesso….”. Hermione lo vide uscire, e una parte di se le disse di non fidarsi, di non cadere in false speranze. Quella parola l’aveva sentita pronunciata da lui troppe volte e troppe volte l’aveva infranta. Si voltò rassegnata e guardò Thomas avvicinarsi a lei , tra le mani reggeva una tazza colma di THE caldo, e con un sorriso gliela porse. Fu un gesto di comprensione e conforto, che Hermione non riuscì a percepire.

Angolo posta:
Eccomiiiii!!!! con un nuovo capitolo!!!! ..... allora per prima cosa voglio ringraziare il numero di lettrici che mi seguono che cresce ogni giorno!!!..... sono davvero felicissima di questo!! ^.^ !!!..... ringrazio come sempre chi mi ha inserito tra le preferite e anche chi tra le ricordate e chi semplicemente passa a farmi visita!!!! è davverooo strepitosoo!!!!Però   devo fare un ringraziamento particolare a ....
-Ladyathena
-titty13
-chiaram e come sempre _Giugiola, che si prodigano a recensire i capitoli della mia storia!! Ragazze vi ringrazio di vero cuore!!!! .... è bello vedere quel numerino che richiama la mia attenzione ed è bello sapere che un pokito la mia storia vi abbia appassionatee!!! :D....
Comunqueeee!!!! Alloraaa vi è piaciutoo questo capitolo!?!?! Questa sorpresinaa?!?!?! Alla fine Hermione ha fatto la sua scelta.... DRACO! olèè!!! che bello !!! apriamo lo champagne , congratulazioni , auguroni bla bla blaaa...ma dato che io sono un pò sadica e non amo molto le cose facili, vorrò rendere la vita dei due novelli fidanzati un tantino complicata...eh si...purtroppo è cosii!!!!..... convivono insieme, si amano alla follia, ma Draco, tormentato dai suoi errori passati, cerca di riemergere dedicandosi alle sue opere filantropiche per i babbani e non solo trascurando molto la sua amata, insoddisfatta della sua carriera. Si è ridotta a scrivere per il Cavillo....scusandomi con Luna, ma il Cavillo non può essere paragonato al Profeta...ed Hermione ne è consapevole..... Quindi nei capitoli seguenti nasceranno nuovi problemi, nuove incomprensioni e bla bla blaaaaaaaaa!!!!..... quindi vi avverto....questa storia sarà mooooooooooooooooooto lunga!!! Poveree voi...salvatevi finchè siete in tempo!!!!!! Fuggite viaaaaa!! hahahahahahah...no spero che non seguirete questi miei consigli dettati dal sonno, ( xk come sempre sto scrivendo alle 3:25 di notte.....O.O ! ) e continuerete a seguirmi e a commentareee!!! Ragaaa vi pregoooo ditemi come sta andandooo ho bisogno di voiiiiiii!! Quindi COMMENTATE COMMENTATE COMMENTATE ( Alla mò di Gemma del Sud..... " wuaho....che fine!! uahahahhahahahahaha ) A prestooooooo mie adorateeeee!!!!! ......un bacioo, un abbraccio e tanto amoreeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee da
SFIAMMELLA ( USCITA LETTERALMENTE FUORI DI TESTAAAAAA) <3 <3 <3 <3 <3 <3 !!!! 
 
  
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