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Autore: MyImmortal_    07/06/2012    7 recensioni
Conoscerete tutti il film Titanic, vero? Bene.
Qui troviamo un Jack/Louis, una Rose/Harry, un Fabrizio/Zayn, un Tommy/Liam ed un nuovo personaggio. Il cugino di Rose/Niall.
Principalmente Larry e Ziall, se non gradite non leggete!!
Spero in qualche recensione e di non aver rovinato il film!
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'They Don't Know About Us'
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Harry

Eravamo tutti nella nostra cabina. Neanche una cabina normale, era chiedere troppo, certo. Avevamo una suite presidenziale addirittura.
Giusto, non una. Ben tre. Una tutta per mia madre, una per Caroline ed Holly ed una per me e Niall. Che schifo.
Mischiarsi alla gente non se ne poteva neanche pensare, in quanto avevamo addirittura un ponte di passeggiata privato.
-E’ questo signorino?-, mi domandò una cameriera, riportandomi alla realtà. Mi voltai e la vidi con uno dei miei quadri in mano.
–No, aveva tante facce…-, mormorai soprapensiero, riprendendo a cercarlo con lo sguardo.
–Questo, Harry?-, chiese Niall estraendone un altro dal baule.
–Si! Esatto! Sei sempre il migliore cugino!-, esultai avvicinandomi a Niall e prendendo il dipinto.
–In questa stanza ci vuole un po’ di colore…-, mormorai poi, andandolo ad appendere ad una parete. –Vuole che li tiri fuori tutti, signorino Styles?-,
disse ancora Trudy, la nostra donna di servizio. –Si, grazie Trudy.-, le dissi sorridendole.
-Ancora quei quadri fatti con le dita? Quelli si che sono stati un grosso spreco di denaro!-, commentò acida Caroline,
entrata in quel momento, mentre con Niall e Trudy appendevamo altri dipinti ai muri. Alzai gli occhi al cielo, mormorando
–Tra il gusto per l’arte che ha Caroline e il mio c’è una piccola differenza: io ce l’ho!-. Niall ridacchiò sottovoce.
–Sono affascinanti, è come ritrovarsi in un sogno, o nelle vicinanze.
C’è verità, ma non c’è logica…-, aggiunsi guardando attentamente l’ultimo dipinto appeso. –Come si chiama l’arista?-, chiese timidamente Trudy.
Era più giovane di me, di due anni. Era un’amica oltre che una donna di servizio. Io la consideravo più come la prima opzione, però.
–Qualcosa tipo Picasso…-, le risposi ritornando in suite, trovando Caroline comodamente seduta su una poltrona.
–Qualcosa tipo Picasso.-, mi fece il verso. –Non sfonderà mai!-, aggiunse subito dopo. Non le prestai attenzione e presi un altro quadro.
–Mettiamo il Degas in camera…-, dissi rivolto a Niall, che mi annuì. –Almeno sono costati poco…-, sentii Caroline aggiungere,
prima che mi chiudessi la porta alle spalle. Appesi il quadro e mi sedetti sul letto.
–Non la sopporto, è più forte di me…-, mormorai prendendomi la testa tra le mani. Niall sospirò, sedendosi al mio fianco.
–Ti capisco Harry, anche io con Holly non ho vita facile. Ma dobbiamo farlo per tua madre, per il nome degli Styles…-, mi disse con fare comprensivo.
Mi fece adagiare la testa sulla sua spalla, abbracciandomi. –Dai Harry, dobbiamo essere forti.
Saremo solo Nialler ed Hazza, ricordi? Insieme, cugino.-, esclamò poi, rassicurandomi. Annuii.
–Si, insieme. Grazie Nialler!-, gli dissi alzandomi e scompigliandogli i capelli. Nialler era il soprannome che gli avevo affibbiato da piccolo,
come lui aveva fatto con me, chiamandomi da allora Hazza. Mi sorrise complice, alzandosi e dicendo a bassa voce,
-Che ne dici di fare una scappatella, questo pomeriggio, prima di cena?-. –Del tipo?-, gli chiesi non capendo dove volesse arrivare,
ma allo stesso tempo curioso. –Io, te, a vedere il tramonto sul ponte normale di prima classe. Di più non credo che riusciremmo a fare…-, mi spiegò.
Un sorriso mi illuminò il volto. –Ci sto! Assolutamente si!-, confermai. Ci scambiammo uno sguardo d’intesa e tornammo nel salone della suite.
Dopo aver finito di riordinare la suite, mamma decise di portarmi con sé, a fare un giro in quella che sarebbe stata la nostra “casa” sino a New York.
Mentre attraversavamo il corridoio d’ingresso, notai una donna. Era bella rotonda, di quarant’anni passati, con i capelli rossi e un cappello più grande di lei.
La salutammo cordialmente e lei ricambiò, prima che continuassimo il nostro giro.
Mamma mi spiegò che quella era Molly Brown, una donna di quelli che mia madre definiva i “nuovi ricchi”.
Il marito aveva trovato l’oro nel West e così erano diventati parte del ceto sociale più alto.
Mia madre mi raccontò anche di quanto detestava profondamente la gente di quel tipo, ed io annuii, nonostante la pensassi diversamente.
Insomma, erano pur sempre persone, perché mai doverli detestare?
Una volta terminata la nostra passeggiata tornai in suite da Niall, che mi aspettava fremente.
–Mentre tu e la zia Anne eravate via io ho fatto un piccolo giro di perlustrazione della nave.
Possiamo arrivare al ponte di prima classe tranquillamente, tanto Holly e Caroline saranno nella loro suite a prepararsi per la cena.
Dobbiamo fare attenzione solo a non beccare il loro leccapiedi, quel Lovejoy. Se non lo becchiamo, allora stiamo tranquilli!-, mi spiegò lui,
controllando che non ci fosse nessuno. Gli diedi una pacca sulla spalla, solidale. –Fantastico Niall, davvero fantastico!-,
mi complimentai con il mio adorato cugino, che sorrise orgoglioso. Si lisciò la camicia con fare da esperto, dicendo
-Modestia a parte, sono il migliore in campo!-. Scoppiammo a ridere entrambi, zittendoci subito dopo.
Durante il pranzo incontrammo il signor Thomas Andrews, il progettista della nave, e Bruce Ismay, l’ideatore.
Mentre i camerieri chiedevano cosa volessimo per pranzo, Caroline esclamò
–Dell’agnello con un pizzico di salsa di menta. Due porzioni! Ti piace l’agnello, vero Harry?-. Sospirai, evitando di rispondere.
–Per me e Niall, invece, del salmone!-, la seguì subito Holly, mentre Niall la guardava stranito.
Da questo, dedussi che non potevamo neanche più decidere cosa mangiare da noi.
–Ragazze, avete intenzione di tagliarli anche la carne?-, fece Molly, scoppiando a ridere e facendo ridacchiare me e Niall.
–Chi ha pensato al nome Titanic? È stato lei, Bruce?-, chiese subito dopo. L’uomo assunse un’aria altezzosa, mentre Niall roteava gli occhi.
–A dire il vero sì. Volevo dare l’idea di…grandezza, ecco. Grandezza pura! La grandezza trasmette sicurezza, stabilità, ma soprattutto forza!-, spiegò orgoglioso.
Io non lo stavo neanche più ascoltando, troppo intento a fumare una sigaretta che avevo tirato fuori dalla tasca.
Aspirai una boccata di fumo e mia madre mi riprese. –Lo sai che non è di mio gradimento, Harry…-, mormorò seduta alla mia destra.
Per tutta risposta le soffiai il fumo in viso. Caroline mi sfilò prontamente la sigaretta di mano e me la spense, dicendo –Lo sa!-.
Ma perché doveva sempre impicciarsi? Mi alzai, chiedendo scusa, e me ne andai in cabina, buttandomi poi sul letto. Quanto la odiavo.
Dopo poco tempo arrivò anche Niall, spiegandomi che Caroline ed Holly si stavano arruffianando i due uomini e lui non veniva più calcolato.
Passammo il pomeriggio a chiacchierare come i ragazzini quali eravamo, fino a che non arrivò l’ora del tramonto, ed automaticamente la nostra fuga.
Aprimmo la porta e come due ladri sgattaiolammo in fretta e furia lungo il corridoio. Incontrammo qualche ufficiale qua e là,
ma non fecero domande, così potemmo arrivare sul ponte sani e salvi. Una volta fuori respirai a pieni polmoni.
–Da qui si vedono i ponti delle altre due classi!-, mi spiegò Niall, appoggiandosi accanto a me, contro il parapetto.
–Non è libertà vera e propria, ma meglio di niente. Chiamiamola “libertà vigilata”.-, gli dissi guardandolo negli occhi.
Gli avevo sempre invidiati. I miei erano verde smeraldo, mentre i suoi erano così blu… l’oceano impallidiva a confronto.
Lui mi annuì, sorridendo. –Dai, godiamoci questa semi libertà!-, disse poi sorridendo e facendo sorridere anche me automaticamente.


Zayn

Dopo esserci sistemati nella cabina seguii Louis sulla poppa della nave. Quel ragazzo era qualcosa di unico e fenomenale al tempo stesso.
Nonostante le nostre condizioni di povertà non si era mai arreso. Vedeva sempre il lato positivo delle cose e per questo lo ammiravo.
Era il mio migliore ed unico amico. Mio fratello, diciamo.
Una volta sul ponte, Lou corse verso la parte estrema della poppa, con me al seguito ovviamente. C’era una ringhiera che fungeva da parapetto e,
dopo averlo superato nella corsa, mi ci appoggiai, guardando la distesa infinita d’acqua che ci si prospettava davanti.
Il mio amico, dietro di me, salì con i piedi sulla prima parte della ringhiera, reggendosi ad una corda.
–Riesco già a vedere la Statua della Libertà! Minuscola naturalmente!-, gli dissi facendolo scoppiare a ridere sonoramente.
La risata di Louis era unica. Avendo un timbro vocale leggermente infantile, la sua risata assumeva un tono… “appaperato”,
come mi piaceva definirlo.
–Sono il re del mondo!!-, urlò una volta finito di ridere, mettendosi successivamente ad ululare come un lupo alla luna piena.
Mi fece ridacchiare, lui era così. Non gliene fregava niente se eravamo in un luogo pieno zeppo di gente. Era un’esibizionista nato!
Passammo il pomeriggio così, a guardare l’oceano e scorgendo ogni tanto dei delfini, rimanendo poi entrambi incantati dai loro spettacolari salti.
Nel tardo pomeriggio ci spostammo a prua. Louis aveva estratto il suo blocco da disegno,
ed aveva iniziato a ritrarre alcuni dei passeggeri che erano lì a godersi il tramonto. Lou era proprio bravo a disegnare.
Modestamente, gli avevo insegnato io. Io disegnavo fin da bambino, poi lo avevo insegnato a lui ed ero orgoglioso di come avesse imparato bene.
-E’ proprio una gran bella nave, questa!-, commentai ad alta voce, senza nemmeno rendermene conto.
–Già, è una nave irlandese!-, commentò un ragazzo al mio fianco. –E’ inglese, vero?-, chiese Louis, continuando a tratteggiare la figura di Cora,
una bimba di terza classe. –No, è stata costruita in Irlanda! Quindicimila irlandesi l’hanno costruita.
Una roccia, grosse mani irlandesi!-, spiegò sempre lo stesso giovane. Mi voltai a guardarlo,
proprio mentre lui guardava storcendo il naso un ufficiale che portava a passeggio dei cani. Da come erano ben tenuti, di prima classe.
–Beh, vedi, questo è tipico: i cani di prima classe le fanno quaggiù le loro cagatine!-, commentò acidamente. Lou ridacchiò divertito.
–Ci fanno capire quale posto occupiamo nell’ordine delle cose!-, disse poi. –E chi può dimenticarselo!-, aggiunsi io subito dopo. I
l giovane sconosciuto ridacchiò, porgendomi la mano. –Sono Liam Payne!-, si presentò. Gliela strinsi rispondendo –Zayn Malik!-.
–Piacere!-, disse per poi stringere quella di Lou. –Louis Tomlinson!-, fece il mio amico.
–Piacere. Riesci a guadagnare qualcosa con i tuoi disegni?-, domandò poi, notando il book di Louis. Lui però non rispose.
–Ehi? Tommo, che ti  prende?-, dissi confuso. Non dava segno di vita, era immobile a fissare un punto.
Seguii il suo sguardo e arrivai al ponte di prima classe. Al parapetto c’erano appoggiati due ragazzi. Louis era preso ad ammirare un ricciolino,
di più o meno diciotto anni, con gli occhi verde smeraldo, che guardava attentamente il paesaggio. Era risaputo che entrambi fossimo omosessuali,
ma non ce ne facevamo peso. Era molto bello, certo, ma se lo aveva puntato il mio amico non volevo essere d’intralcio,
così spostai lo sguardo sul giovane che aveva accanto. E rimasi colpito nel profondo, come un fulmine a ciel sereno.
I capelli color oro riflettevano tutte le sfumature del sole che stava tramontando in quel momento,
ombreggiandogli il viso con un gioco di luci ed ombre bellissimo. Gli occhi erano di un blu intenso, così blu che l’oceano era bianco a confronto,
così limpidi e puri…riflettevano i giochi del sole sull’acqua in un modo ipnotico, in un gioco di luci che li rendeva ancora più belli.
Il viso aveva i tratti raffinati, dolci e gentili. Le gote leggermente piene, ancora infantili. Ed il sorriso…la cosa più bella che avessi mai visto.
Portava un apparecchio all’arcata superiore, che luccicava di luce impropria per i raggi solari, ma non per questo era meno bello o stupefacente.
Era Dio sceso in terra. E non sapevo neanche il suo nome.
 
 
Louis

Il giovane, Liam, mi aveva chiesto qualcosa, ma non lo avevo ascoltato, troppo preso ad osservare una delle meraviglie del mondo.
C’era questo ragazzo, che definire bellissimo era riduttivo, appoggiato lì, al parapetto, qualche metro sopra la mia testa.
Aveva i capelli scuri, ricci, ma non quel riccio crespo e disordinato. Davano l’aria di morbidezza,
facevano venire voglia di immergervi le dita e accarezzarli, massaggiarli ripetutamente. Ero sicuro che avrebbero avuto un effetto rilassante.
Mossi dal vento, ribelli, gli incorniciavano il viso perfetto, quasi sembrasse fatto di porcellana.
Aveva l’aspetto giovane, infantile, con le fossette sulle guance quando sorrideva al ragazzo che aveva accanto, anche lui molto bello.
Non doveva avere più di diciotto anni. Il sorriso era qualcosa di meraviglioso.
Luminoso, brillante, ipnotico…si ci poteva incantare a guardarlo per ore, se non anni, e non stancarsene mai.
Il giorno sembrava più luminoso con quel sorriso. E gli occhi…due prati verdi, due pietre preziosi, due smeraldi di una bellezza e lucentezza unica,
che il sole rendeva luminosi come le stelle. Era così bello… -Che guardate?-, chiese poi Liam, seguendo il nostro sguardo.
Sbarrò leggermente gli occhi, per poi commentare –Ah, lasciate perdere ragazzi.
Dovrete svuotare una miniera di carbone a testa prima che vi possiate avvicinare a due come loro!-. Sospirai, purtroppo aveva ragione.
Erano di prima classe, entrambi. Il ricciolino non si sarebbe mai interessato ad uno straccione come me.
Lo guardai sparire assieme al biondo, e mormorai
–Probabilmente hai ragione. Ma nessuno mi impedisce di sognare, giusto?-. –Non ci farai sogni erotici voglio sperare!-, disse ridendo Liam.
–Stupido! -, lo apostrofai sorridendo. –Però quasi, quasi…che ne pensi Zayn? Zayn?-, lo chiamai, notando che era nel suo mondo.
Lui mi guardò, riprendendosi solo in quel momento. –Lo hai visto Lou? Lo hai visto? Era…bellissimo. Un principe!
No, no, no, no…un…un angelo, ecco. Si! Proprio un angelo!-, mi disse con gli che luccicavano per l’emozione.
–Si, Zayn. Era molto bello.-, gli risposi sorridendogli dolcemente. Aveva sofferto già troppo per amore.
–Beh ragazzi, io mi ritiro. Si ci vede in giro!-, ci salutò Liam dileguandosi. Mi aveva dato un’impressione positiva, simpatico e spigliato.
Mi piaceva come persona. –Lou, credo di starmi innamorando…-, mormorò poi Zayn.
–Sicuro? Zayn, non per rovinare il tuo sogno, ma non so se…ecco…lui è un ragazzo di prima classe…noi siamo dei topi per loro!-, gli dissi.
Mi sentivo crudele, un insensibile a dirglielo, ma era la cruda verità purtroppo. –Hai ragione, non lo nego, ma lo hai detto tu.
Chi mi impedisce di sognare?-, mi rispose prontamente. Sorrisi, circondandogli le spalle con un braccio.
–Giusto!-, accordai facendolo sorridere.


#angolo Kikka
4 recensioni, 4 preferite, 1 ricordata e ben 8 seguite *W*
Grazie mille e come promesso ecco il capitolo nuovo :D
Facciamo che se anche questo arriva come minimo a tre la continuo definitivamente e non vi stresso più?
Ci riuscite? Lo spero!!! ^^
Lo voglio dedicare alle ragazze che hanno recensito, ovvero
_Giuuu, PayneDiStelle_x, Kilari97 e Fedeh!


  
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