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Autore: kyelenia    07/06/2012    5 recensioni
Se sei in equilibrio su un filo non basta che una piccola spinta per farti cadere da un lato o dall'altro.
Mentre gli occhi di coloro che erano stati la sua famiglia al liceo squadravano lui e il suo improbabile accompagnatore, Sebastian Smythe il criceto malefico, le ragioni per cui si trovava lì, con lui, sei anni dopo gli passarono davanti agli occhi, come un film che stava andando in onda nel suo cervello.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
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Titolo: "Fairytale After Midnight"
Pairing:
 Sebastian/Kurt
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Rachel Berry e qualche comparsa
Rating: Arancione
Genere: Angst, Malinconico, Romantico
Avvertimenti: mini-long, Klaine break up, Slash, Triangolo

Note: Partecipa all'iniziativa del Gleeky Cauldron con i prompt "ricordi" e "cos'hai fatto ieri sera? E' grave se non me lo ricordo?"

 

Capitolo 1. A very alcoholic beginning

Kurt strinse più forte la mano del ragazzo al suo fianco e si decise a suonare il campanello di casa  Pilsbury-Schuester, tremando. Non gli era mai sembrato così difficile prender parte ad una rimpatriata del Glee Club, e dire che quella era almeno la decima in sei anni.

Mentre gli occhi di coloro che erano stati la sua famiglia al liceo squadravano lui e il suo improbabile accompagnatore, Sebastian Smythe il criceto malefico, le ragioni per cui si trovava lì, con lui, sei anni dopo gli passarono davanti agli occhi, come un film che stava andando in onda nel suo cervello. Ad una velocità superiore rispetto al normale.

Tutto era cominciato con una sbronza imprevista e una telefonata mattutina.

 

*°*°*°*°*

Il cellulare squillò ad un orario che Kurt riteneva improponibile - e non aveva importanza che fossero già le undici, in realtà. La prima cosa che realizzò, una volta aperti gli occhi, fu che la sua testa era probabilmente occupata da un centinaio di bulldozer.

Prese il telefono dal comodino e rispose, sole per far cessare la suoneria di Lady Gaga che gli sembrava più che altro un raduno di scimmie urlatrici.

'Pronto?'

'Ehi amore'.

A differenza della sua voce, tremante, insicura e impastata dal sonno, quella del suo ragazzo sembrava troppo sveglia.

'Ciao amore, come stai?'

'Io sto bene, tu piuttosto? Non sono io ad essere tornato a casa circa alle tre del mattino e ad aver mandato messaggi deliranti al mio ragazzo'.

Non seppe giudicare con esattezza il tono di Blaine. Gli sembrò di cogliere un misto di fastidio e preoccupazione; ma lui non era in possesso di tutte le proprie facoltà mentali e Blaine era convinto di dover essere sempre composto, di non poter dire o fare nulla che esprimesse i suoi veri pensieri e, dunque, potesse infastidire gli altri.

'Oddio scusa amore. Che ti ho scritto? Dovrebbe essere dichiarato illegale usare qualsiasi mezzo di comunicazione ad una festa con una quantità decisamente eccessiva di alcool'.

'Qualcosa di strano, tipo scusami, ti amo, sono una persona orribile e non ti merito. Ma non importa, probabilmente eri nel pieno di una sbronza triste. Ti vedo già a piangere sulla spalla di Rachel o di Mercedes. Allora, che cos'hai fatto ieri sera?'

Kurt tentò di sforzarsi, di concentrarsi, di cercare i frammenti che galleggiavano nella sua testa, intontita dai residui dell'alcool di quella notte. I suoi ricordi si fermavano al primo gioco alcolico che avevano fatto. Si ricordava il primo bicchiere, il secondo, un duetto con Rachel e poi il vuoto più totale.

'E' grave se non me lo ricordo?'

Blaine dall'altra parte rise e quel suono, solitamente così piacevole, sembrò trafiggerlo come un trapano conficcato in una delle sue tempie.

'No, non penso. Almeno, spero di no. Significa che non hai fatto nulla di importante. Non penso si dimentichi così facilmente qualcosa di davvero grosso. Soltanto che non capisco proprio il motivo di quei messaggi'.

'Probabilmente hai ragione tu, ero solo triste per colpa dell'alcool e ho dovuto fare le cose in modo melodrammatico com'è mio solito'.

'Più tardi ti va se passo a trovarti?'

'Certo, quando vuoi!'

'Allora dopo pranzo sono da te. A dopo, Kurt'.

'A dopo Blaine, ti amo'.

Blaine riattaccò e Kurt tornò a spremersi le meningi per cercare di recuperare i pezzi della sera precedente.
Sconfortato, decise di utilizzare il tempo in modo più proficuo con il suo rituale mattutino di idratazione.

Sentì il suo iPhone vibrare sul comodino e si affrettò a controllare chi altri avesse urgente bisogno di parlare con lui.

Era un messaggio di Rachel e la cosa, stranamente, non lo rassicurò in alcun modo.

'Kurt, sei sveglio?'

'Si Rachel. Che succede?'

'Volevo solo sapere come stai e se ti ricordi di ieri sera.'

'No! Ho un vuoto totale! L'ultima cosa che mi ricordo è il nostro strepitoso duetto di Defying Gravity! Sono proprio contento di non aver sbagliato la nota finale, questa volta.'

'Sìsì, grandioso grandioso. Non ti ricordi altro?'

Che Rachel non volesse parlare di una sua performance era strano. Che stessa allontanando il discorso da Wicked - tipo il suo secondo musical preferito da sempre - era ancora più strano.

Kurt si fece sospettoso.

'Rachel, ti giuro di no! Mi sa che ho bevuto troppo. Se c'è qualcosa che muori dalla voglia di dirmi, dimmela e basta.'

'Nono, non era nulla di importante. Tranquillo. Se ricevi messaggi sospetti fatti vivo. Buona giornata Kurt :)'.

Rachel non puoi piantarmi così! Dimmi che è successo!'

'Rachel?'

'Dannazione Rachel, rispondi! Tanto lo so che hai il cellulare vicino. Sento Finn russare nella stanza di fianco la mia, ciò significa che non state dormendo insieme e che tu non perdi di vista il cellulare perché lui potrebbe chiamarti. '

' Fai un po' come vuoi, tanto lo sai che prima o poi ti farò parlare. Buona giornata anche a te, piccola vipera.'

Il tono misterioso dei messaggi di Rachel non fece altro che incuriosire Kurt maggiormente, spingendolo a ricercare con insistenza nella sua testa qualsiasi frammento che potesse fornirgli una risposta. Il blackout totale del suo cervello lo esasperò tremendamente, rendendolo nervoso e facilmente irritabile.

Il pomeriggio con Blaine non fu dei migliori.

Il suo ragazzo continuava a guardarlo con sospetto, Kurt continuava a sentirsi in colpa senza riuscire ad avere un motivo reale per farlo ed entrambi trovarono utile tenersi occupati in qualcosa - qualsiasi cosa - pur di non dar nuovamente inizio ad una litigata colossale.

Ultimamente sembravano non essere capaci di far altro.

Kurt sapeva di non potersi davvero lamentare, perché Blaine possessivo e arrabbiato era una cosa inusuale; amava i suoi baci aggressivi, i morsi sulle labbra, i morsi sul collo, le sue mani che vegano sotto i vestiti alla scoperta di ogni centimetro di pelle.

«Lo sai che ti amo, vero?» gli soffiò Blaine sulle labbra arrossate.

«Lo so Blaine. Ti amo anche io, lo sai. Sei tutto».

E non era più come una volta.

Sembrava che dovessero ripeterselo per rimanere aggrappati l'uno all'altro, per rimanere aggrappati a qualcosa. Perché la loro storia era stato tutto, il loro amore era stato la loro unica ancora mentre tutto il resto delle loro vite sembrava affondare. Perché era passato poco meno di un mese da quando Kurt aveva ricevuto la lettera dalla NYADA e Blaine l'aveva salvato. Blaine l'aveva tenuto ancorato alla realtà e a se stesso con i suoi baci, con il suo amore, con la sua presenza costante.

Però il senso di colpa - e il blackout - che pungolava Kurt sembrava volergli ricordare che non era più così, che quel tutto stava diventando una prigione soffocante.

Blaine rotolò al suo fianco e Kurt ne approfittò per prendere un respiro profondo e regolarizzare il battito del suo cuore, momentaneamente impazzito.

Inspira.

Espira.

Non sarebbe dovuto risultare così difficile farlo.

Poi il cellulare sul suo comodino vibrò e Kurt, memore delle parole di Rachel e dei possibili 'messaggi sospetti', cadde in preda al terrore.

No. No. Nononononno!

«Kurt, ti è arrivato un messaggio. Non guardi di chi è?»

Il tono del suo ragazzo era calmo, però Kurt lo conosceva. Era di una calma apparente, tagliente. Dopo tutta la storia di Chandler Blaine non si fidava più di lui.

«Sì, hai ragione. E' solo che ero così rilassato...»

Allungò una mano sul comodino e bastarono le prime parole, ed il numero sconosciuto, ad allarmarlo.

'Buongiorno signorina'.

Quasi sperò che il mittente avesse sbagliato destinatario, però una vocina dentro di sé gli diceva che gli stava sfuggendo qualcosa, che gli mancava un pezzo davvero grosso. Enorme.

'Mi sa che hai sbagliato destinatario, non sono una donna e non riconosco il tuo numero.'

Rimase un attimo titubante prima di inviarlo, perso nei suoi pensieri.

«Allora, chi è?»

Il tono di Blaine era spaventosamente calmo.

«Rachel. Mi ha chiesto come va col mal di testa.»

Kurt sapeva di percorrere una strada davvero pericolosa. Sapeva che stava rischiando terribilmente tanto a mentire - di nuovo - a Blaine, per altro apparentemente senza una ragione. Tuttavia qualcosa gli diceva che quel messaggio era proprio destinato a lui, era intenzionato a scoprire che cosa fosse successo la sera prima e non aveva alcuna voglia di litigare con Blaine.

«E come stai?» gli chiese Blaine, accarezzandogli delicatamente le tempie.

Kurt chiuse gli occhi mentre la mano del suo ragazzo gli percorreva pigramente il viso - prima le palpebre, poi il naso, poi le labbra - e si abbandonò ad un sospiro soddisfatto.

«Sei così adorabile quando ti trasformi in un micione pigro.»

Poteva sentire la dolcezza ad ammorbidire il tono di Blaine e la cosa lo fece sentire orribile.

Il cellulare vibrò di nuovo e Kurt si affrettò a coprire lo schermo prima che Blaine potesse leggere che non era Rachel il mittente.

«Ho sete, vado in cucina a prendere qualcosa. Vuoi da bere?» chiese, come ultima via di fuga, sperando vivamente di essere in grado di capire chi fosse il mittente prima di tornare in camera.

«Una Diet Coke, grazie amore!»

Kurt si uscì dalla stanza e scese le scale con un occhio sullo schermo e l'altro sui gradini.

'No principessa. Ti posso assicurare che so benissimo a chi sto scrivendo e che non sono mai stato interessato ad una donna.'

Kurt trattenne un attimo il respiro, dannandosi per l'ennesima volta nella ricerca di una risposta all'interno del suo cervello vuoto.

'Io non aspettavo che mi scrivesse nessuno. Vuoi, dunque, dirmi cortesemente chi sei?'

Ebbe il tempo di aprire il frigo e versarsi una generosa quantità di tè al limone in un bicchiere prima che la vibrazione lo avvertisse di aver ricevuto nuovamente una risposta dall'altro.

'Neanche per idea, preferisco piuttosto mostrartelo. Ieri sera sembravi così entusiasta della mia presenza.'

'Va al diavolo. Non ho idea di chi tu sia e non ho voglia di scoprirlo. Sparisci'.

Premette 'invio' ferocemente, desiderando ardentemente prendere a pugni quel tipo che sembrava così fastidioso, Rachel per la sua dannata festa alcolica e anche se stesso, perché sembrava incapace di far andare bene anche una sola cosa nella sua vita.

'Rachel cara, tesoro, un tipo mi ha appena contattato parlando a vanvera di ieri sera. Se hai qualcosa da raccontarmi direi che sarebbe il momento adatto.'

Il suo cellulare vibrò nuovamente e il messaggio ricevuto finì con l'essere eliminato senza alcuna pietà. Quel giochetto gli avevo decisamente rotto le palle e non aveva alcuna voglia di continuare a leggere delle battutine maliziose ed idiote.

La chiamata della sua migliore amica fu accolta con un animo decisamente più benevolo.

'Ciao cara.'

Il tono di Kurt era dolcemente minaccioso.

'Non odiarmi. Volevo davvero evitare situazioni difficili per quanto fosse possibile, ma a quanto pare non lo è. Stasera se sei libero vieni da me e ti racconto un paio di cose, cercando di colmare i tuoi vuoti di memoria magari.'

'Non so a che ora va via Blaine, comunque ti avverto quando sto per arrivare. A dopo.'

'Ciao Kurt'.

«Amore che stai facendo?» gli urlò Blaine dalle scale.

«Mi ha chiamato Rachel per organizzarci per stasera, quindi ho perso tempo. Sto arrivando!»

Kurt si affrettò su per le scale, trovando il suo ragazzo appoggiato sul corrimano.

In quei momenti - vedendolo con i capelli leggermente scombinati, le maniche della camicia svoltate che lasciavano intravedere le sue splendide braccia - Kurt sentiva il cuore fare un saltello buffo e improvvisamente Blaine smetteva di essere il ragazzo con cui stava da più di un anno e con cui non riusciva a smettere di litigare, tornava ad essere il ragazzo più bello che lui avesse mai visto in vita propria.

Blaine gli sorrise e nella sua testa al sorriso del suo fidanzato si sovrappose quello storto e arrogante di Sebastian Smythe.

Saltò in aria per la sorpresa, imprecando tra sé  perché si stava comportando in modo stupido e avrebbe fatto insospettire l'altro.

«Che succede?» gli chiese, infatti, questi.

«Niente. E' solo che a volte la tua bellezza mi sembra troppo. Sei splendido e mi sembra incredibile averti qui con me».

Si sentì in colpa per quelle parole, ma giusto un po'; perché in fondo stava pensando proprio a quello prima che il criceto malefico disturbasse i suoi pensieri.

Blaine circondò i suoi fianchi con le braccia in una presa salda e lo baciò con irruenza, senza esitare prima di fargli schiudere le labbra con la propria lingua. E Kurt capì che entrambi stavano lottando, entrambi si stavano aggrappando disperatamente a quella cosa, alla ricerca di quello che li aveva spinti ad innamorarsi e che adesso sembrava così lontano.

Un flash si fece largo prepotentemente fra i suoi pensieri offuscati dal corpo, dal tocco e dalla lingua di Blaine. Di colpa la bocca del suo ragazzo aveva un retrogusto alcolico e il suo corpo gli sembrava più longilineo e affilato.

Aprì gli occhi di scatto perché quei pensieri estranei stavano diventando ingombranti.

Si strinse più forte contro il corpo di Blaine per assicurarsi della sua presenza, per aggrapparsi a quell'unica certezza, che Blaine era ancora lì e che era lì con lui, per lui.

La porta d'ingresso si aprì rumorosamente, spingendoli ad allontanarsi controvoglia.

«Forse è meglio che vada.»

L'affermazione di Blaine ruppe quel silenzio che li stava accompagnando da ore, ormai.

«Sono già le sette e non vorrei far preoccupare i miei. Buona serata Kurt».

Blaine gli posò un bacio delicato sulle labbra e Kurt gli prese il viso tra le mani.

Gli occhi color miele dell'altro erano lucidi e malinconici.

Quello sembrava un addio. Non lo era - Kurt lo sapeva - non aveva alcun senso, ma qualcosa gli fece sentire che in quel momento entrambi stavano diventando consapevoli di una nuova verità.

«Ciao amore».

Kurt ricambiò il bacio cercando di trasmettere all'altro calore, amore e tenerezza. Nulla gli era mai sembrato più difficile.

Blaine scese le scale di corsa, senza guardarsi indietro. Kurt lo sentì salutare educatamente i suoi e chiudersi la porta alle spalle.

Si accasciò stancamente sul pavimento chiedendosi per l'ennesima volta che stesse succedendo loro, che fine avessero fatto quei due ragazzi orgogliosi, ostinati e innamorati.

Forse stava scoprendo il senso delle parole di tutti, delle frasi intelligenti e sensate degli altri.

Perché 'le storie adolescenziali non durano in eterno' e Kurt non era mai riuscito a capirlo.

Perché loro si amavano e non aveva mai accettato il fatto che un giorno, semplicemente, avrebbero smesso.

'Sto arrivando'.

Un unico messaggio alla sua migliore amica, per parlare, per capire e forse - alla fine - per rimettere insieme tutti i pezzi.

 

La porta di casa Berry gli fu aperta da Rachel in persona.

La sua migliore amica aveva uno sguardo serio in viso, non sembrava esaltata né elettrizzata dalla sua visita. Non prevedeva una serata all'insegna di Brodway e dei duetti e questo terrorizzò Kurt ancor di più del loro scambio di messaggi precedente.

«Ciao Kurt. - lo abbracciò con forza, strano, molto strano - Saliamo in camera mia così da poter parlare senza che nessuno ci disturbi».

Rachel lo prese per mano e lo trascinò su per le scale, nonostante entrambi sapessero che lui era perfettamente in grado di raggiungere la stanza della ragazza.

Senza indugiare un attimo Rachel si sedette a gambe incrociate sul letto e lo invitò a sedersi di fronte a lei.

«Cosa ti ricordi di ieri?» cominciò.

E Kurt, improvvisamente, si sentì terrorizzato. Poteva risultare un po' paranoico - si sentiva così lui stesso - però da tutto il giorno il suo inconscio stava continuando a mandargli messaggi e lui non aveva mai, mai, mai dubitato di se stesso.

Il suo cellulare vibrò prima che potesse rispondere a quella domanda.

'Non mi arrenderò così facilmente. E appena ti avrò riportato alla mente la nostra serata di ieri neanche tu vorrai farlo.'

Kurt chiuse il messaggio, ignorandolo deliberatamente, posò il cellulare sul comodino di Rachel e cercò di focalizzare nuovamente l'attenzione sulla ragazza seduta di fronte a lui.

«Più o meno niente. L'inizio della serata, te l'ho già detto al telefono, il nostro duetto e poi è come se non fossi esistito fino a stamattina. A proposito, come sono arrivato a casa?»

«Ti ha accompagnato Finn. Non aveva bevuto e neanche io ho bevuto tanto, quindi mi ricordo tutto.»

«Bene, allora parla! E' tutta il giorno che la mia mente mi ripropone flash indesiderati e che non dovrebbero esistere. Ho bisogno di risposte!»

Rachel prese un respiro profondo, come se quel discorso costasse più a lei che a Kurt, e finalmente si decise a parlare.

Con una calma apparente e terrorizzante.

«Ieri, non so come, alla festa è riuscito ad imbucarsi Sebastian. Nessuno si è accorto del suo arrivo. E' sgattaiolato dentro insieme a qualcuno e di colpo me lo sono trovato di fronte, nel salotto di casa mia, e non sono più riuscita a dirgli di no. Dannazione, mi stava corrompendo col suo sorriso dannatamente sexy. Una persona come lui non dovrebbe essere affascinante! Lo utilizza senza scrupoli per i suoi fini malefici.»

«Ok Rachel, Sebastian è affascinante almeno quanto è stronzo, dobbiamo ammetterlo. Però non divagare.»

«Ok, ok! Ha cominciato a bere e io all'inizio lo tenevo d'occhio, giusto per capire che intenzioni avesse, però ho notato che non voleva infastidire nessuno, che stava facendo ridere un paio di persone e che sembrava, per la prima volta, quasi a suo agio, rilassato. Ho smesso di tenerlo d'occhio. Forse l'ho sottovalutato. Non so quando è cambiata l'atmosfera, però ad un certo punto vi ho visti seduti vicini sul divano. Le vostre gambe si sfioravano e lui teneva una mano sulla tua coscia. Tu stavi ridendo, mentre gli circondavi il polso con la tua, di mano. Siete stati così per un bel po', ridevate, e io non ti vedevo così sereno da tempo. Poi siete spariti. Gli altri hanno cominciato ad andarsene e io sono entrata in cucina soltanto parecchio tempo dopo. Lui era seduto su una sedia e tu eri seduto a cavalcioni su di lui. Dio, non ti avevo mai visto così. Vi stavate baciando o, per meglio dire, letteralmente divorando. Tu sospiravi, sospiravi un sacco e nessuno dei due mi ha notato perché non avevo acceso la luce.»

Rachel pensò bene di prendersi una pausa, perché colori poco sani si stavano avvicendando sul volto di Kurt ad un ritmo spaventosamente accelerato e la tonalità cadaverica che aveva assunto la sua pelle non sembrava promettere nulla di buono.

«Continua. Continua! Oddio, non ci posso credere. Perché Sebastian è finito seduto accanto a me? Per lui ero solo una faccia di checca e andava più che bene. Che ho fatto? Continua, voglio sapere tutto.»

Kurt si alzò dal letto e prese a vagare per la stanza come un'anima in pena.

Non sapeva che pensare. Non aveva mai, mai, mai tradito Blaine. E non si ricordava nulla - tranne il sorriso di Sebastian e il sapore della sua bocca, e forse era già troppo - quindi non aveva motivo di sentirsi in colpa. Ma aveva tradito Blaine, e questo sembrava essere un dato di fatto.

«Sono andata a chiamare Finn e lui ha fatto casino sulla porta della cucina. Voi vi siete staccati, siete tornati di là e poi Finn ti ha accompagnato a casa. Sebastian è sparito mentre tu eri a prendere il cappotto e io stavo salutando Finn

«Oddio Rachel. Che ho fatto? Come ho potuto?»

Kurt crollò sul pavimento, con i gomiti sulle ginocchia e le mani tra i capelli.

E Kurt non si scombinava mai i capelli.

«Può capitare Kurt, eri ubriaco! L'ultima volta che è capitato a me ho limonato con Blaine

«No Rachel. Non capita semplicemente. Non con il ragazzo che fino a due mesi prima tentava di rubarti il tuo di ragazzo. E ho mandato dei messaggi stupidissimi a Blaine, oddio. Che ho fatto?»

Rachel si chinò di fronte a lui e gli afferrò il viso con decisione.

«Guardami. Guardami negli occhi, Kurt! Non è successo nulla, non hai fatto nulla. Vedi perché non volevo dirtelo? Tu non ti ricordavi nulla ed era come se non fosse accaduto niente di quello che avevo visto.»

«Ma è successo e non potevo semplicemente non ricordarlo. Devo pensare, devo fare qualcosa.»

Rachel gli strinse con decisione le mani tra le sue, impedendogli di torturarsi i capelli - lui non scompigliava mai i suoi capelli perfetti - e guardandolo negli occhi.

«Tu non devi fare nulla! E chiaro? Ora andiamo giù, ordiniamo una pizza vegana, guardiano un bel musical e vedrai che sarà tutto a posto. Ignorerai i messaggi di Sebastian, domani ti vedrai nuovamente con Blaine e sarà tutto ok prestissimo.»

Kurt respirò profondamente.

Quel giorno il suo cuore sembrava aver preso la fastidiosa abitudine di galoppare selvaggiamente.
Rachel lo convinse ad alzarsi e lo spinse senza tanta grazia verso il bagno.

Sciacquarsi il viso fu un sollievo.
Gli schiarì le idee e improvvisamente tutta quella storia orribile non sembrava più la fine del mondo.

Tornato in camera la prima cosa che fece fu prendere il cellulare e digitare un messaggio con le mani tremanti.

'Ho parlato con Rachel. Io non mi ricordo niente e voglio continuare a non farlo. Io amo Blaine, sto con lui e quello di ieri sera è stato tutto un errore. Lasciami in pace'.

Quella sera il suo cellulare non vibrò mai e, anche se avrebbe dovuto, quella non gli sembrò una vittoria.

 

Sebastian gli lasciò la possibilità di riprendere fiato giusto per un paio di giorni.
Kurt si concentrò sul meraviglioso ragazzo che aveva al proprio fianco. Si impegnò con tutto se stesso per rimettere a posto le cose con lui.

Ricominciò a mandargli il messaggio del buongiorno e della buonanotte - quando avevano smesso di farlo? - gli sorrise di più, sempre, con le labbra e con gli occhi.

Lo riempì di baci, di attenzioni, di coccole.

Ricominciarono a fare tutto insieme e le cose tra loro sembravano essere tornate come una volta, senza i baci arrabbiati e aggressivi, senza i silenzi per non litigare. E Kurt pensò di poter sistemare ogni cosa, che in fondo era solo colpa sua se le cose con Blaine stavano andando a rotoli, perché pensava solo a se stesso, prima a New York, poi alla delusione per non esser stato ammesso alla NYADA e non stava facendo altro che creare terra bruciata attorno al suo ragazzo, tenendolo lontano senza alcun motivo.

E Blaine non aveva fatto nulla per cambiare le cose perché lui era sempre così.
Non parlava mai e se le cose andavano male si chiudeva in una stanza piccola e soffocante a tirar pugni contro qualsiasi sacco disponibile.

«Ti amo» gli disse Blaine quella sera.

E forse non c'era più la malinconia nei suoi occhi, forse le cose potevano tornare come quando non volevano far altro che tenersi per mano e baciarsi e guardarsi negli occhi. Come quando le stanze si illuminava solo grazie all'ingresso di Blaine e Kurt si sentiva il ragazzo più fortunato del mondo.

Il cellulare, quella sera, vibrò alle undici in punto e Kurt lo prese tra le mani con un sorriso perché era la prima volta che Blaine gli mandava per primo il messaggio della buonanotte - dopo troppo tempo - e gli era mancato dannatamente tanto.

'Non è stato stupido. E non è stato un errore. E' vero, io avevo bevuto, però mi ricordo tutto. Mi ricordo che abbiamo cominciato a dirci cattiverie, soltanto che questa volta l'abbiamo fatto solo per ridere e nessuno voleva ferire l'altro. Poi tu hai bevuto un poco di più e hai cominciato a parlare di Blaine. Non volevo che gli altri ti vedessero così, allora ci siamo alzati e siamo andati in cucina. E tu hai pianto sulla mia spalla e io ti ho abbracciato, perché mi sembravi indifeso e davvero infelice, e improvvisamente  non avevo più voglia di offenderti. Ti sei sporto tu per baciarmi e io te l'ho lasciato fare perché in fondo non sei così orribile e anche se vorrei ancora bruciare il tuo intero guardaroba forse tutto il resto di te è sopportabile.'

'Che vuoi da me, Sebastian?'

E Kurt era stanco mentre lo scriveva, perché quelle parole gli avevano fatto sentire qualcosa di strano e lui non aveva mai provato nulla di diverso dall'indifferenza per qualsiasi ragazzo al di fuori di Blaine.

'Niente. Voglio solo parlarti. Mi fa sentire vivo litigare con te perché mi rispondi per le rime e non rimani incantato di fronte alla mia bellezza. Al massimo cominci a baciarmi come se non ci fosse un domani.'

'Non succederà più. E puoi scordartelo che io riconosca in alcun modo la tua bellezza. Sei solo un criceto con i dentoni e i capelli che sembrano usciti direttamente da una rivista.'

'Vedi Hummel? Non fare la signorina. Se davvero ami Blaine non devi aver paura di un paio di messaggi innocenti. Se ci pensi anche lui per un periodo si è sentito con me, non è successo niente, e in questo modo anche tu potresti pareggiare i conti.'

'Non ho conti in sospeso con Blaine. Tu volevi provarci con lui, hai provato a farci lasciare ma non ci sei riuscito. Non ti permetterò di provarci nuovamente, da un'altra direzione.'

'Vedremo Hummel. Forse hai ragione, forse no. Sappi solo che se mi va di fare qualcosa io non mollo. E per tua fortuna al momento le tue risposte da checca isterica e il tuo pessimo abbigliamento sono l'unica sfida che offre Lima. Portarsi a letto un ragazzo sempre diverso allo Scandals sta diventando noioso.'

'Tremo davvero, Smythe. Il tuo sex appeal non ha eguali. E ora sparisci. Notte'.

Kurt rise, perché era divertente giocare con qualcuno solo per il piacere di farlo, senza paura di ferirlo, di perderlo o di trovarlo chiuso in una stanza puzzolente intento a prendere a pugni un sacco.

 

La mattina successiva Kurt si svegliò presto perché aveva promesso che avrebbe aiutato suo padre all'officina. Ma prima aveva disperatamente bisogno di un cappuccino del Lima Bean.

Si sedette ad un tavolo, in attesa di Blaine, quando una cameriera si avvicinò a lui con un cappuccino grande in mano.

«Te lo offre quel bel ragazzo laggiù.»

Kurt seguì il suo sguardo e la vista di Sebastian intento a sorridergli lo terrorizzò. Il Warbler gli fece l'occhiolino e lo salutò con un cenno della mano.

Kurt tornò a fissare l'uscio con insistenza, ringraziando il cielo che Blaine non fosse ancora arrivato.

L'ultima cosa di cui aveva voglia era litigare col suo ragazzo fin da subito, ancor prima della sua dose mattutina di caffeina.

Poi Blaine entrò dalla porta d'ingresso del locale e lo colpì con un sorriso luminoso.

Il sorriso di Sebastian era arrogante e presuntuoso, i suoi modi erano lusinghieri in un modo sgradevole. Sembrava sapere ogni mossa giusta e attuarle, una dopo l'altra, con la certezza che avrebbe raggiunto il suo obiettivo, alla fine.

Kurt non voleva essere la sfida - o il premio - di nessuno.

Voleva solo continuare a stare col suo ragazzo prima di dover partire per trovare un posto per sé nel grande e spaventoso mondo della moda.

Blaine si sedette di fronte a lui e lo salutò con un bacio sulla guancia.

Kurt sapeva che aveva soltanto paura delle reazioni degli altri, che non aveva perso la voglia di baciarlo.

Però si ritrovò a chiedersi se magari qualcun altro avrebbe preferito far sentire lui bene, piuttosto che il resto del mondo tranquillo.

Il suo cellulare vibrò e il nome del mittente non lo sorprese affatto .

'E' stato un piacere Porcellana. Alla festa ho sentito questo nomignolo e lo trovo davvero azzeccato'.

Si affrettò ad eliminarlo mentre il vero Sebastian li oltrepassava, non notato.

Ignorare Sebastian stava diventando sempre più difficile. Non aveva fatto nulla per incoraggiarlo, continuava ad ignorarlo quando possibile però l'altro sembrava non demordere.

Kurt era con la testa tra le nuvole e le cose con Blaine non sembravano andar meglio.

La loro oasi momentanea sembrava esser stata risucchiata nel deserto e aggrapparsi a quello che rimaneva stava diventando più difficile ogni giorno.

Kurt non aveva smesso di impegnarsi, di sorridergli, di chiedergli di uscire, però Blaine continuava ad essere scostante e diffidente e la cosa stava diventando estenuante.

Quella mezz'ora di colazione passò tra discorsi banali, silenzi sconfortanti e parole - troppe parole - non dette. Quando dovettero salutarsi sembrò quasi un sollievo e tutto ciò non era giusto, perché non era mai stato così e non avrebbe dovuto essere così.

La giornata in officina si rivelò un miracolo.
Era sfiancante trasportare pezzi di ricambio ma esigeva il suo impegno e non gli permetteva di distrarsi. Non gli era mai capitato di lavorare con suo padre per più di un paio di ore al giorno; le otto ore di quel giorno lo privarono di ogni energia, impedendogli di piangersi addosso, di rimuginare o qualsiasi altra cosa.

Alle nove di sera si buttò sul letto, esausto e incapace di pensare.

Una congiura di ordine superiore, probabilmente, sembrava intenzionata a non dargli il tempo neanche di respirare.

Dieci minuti di silenzio e poi l'ennesima, dannatissima vibrazione del cellulare.

'Com'è andata in officina? Ti ha fatto bene sporcarti un po' le mani di grasso? E' così che funziona per i veri uomini, non con le creme idratanti e le fette di cetriolo'.

Sbuffò, nevoso; solo Sebastian aveva il potere di infastidirlo con una singola e semplice domanda.

'Non credo che tu possa parlare. Probabilmente esaurisci ogni mese tutte le scorte della l'Oreal. Comunque sì, è stato davvero bello. Aiuta un sacco a sfogarsi.'

'Ci sono tanti altri modi più utili e meno rischiosi di sfogarsi. Pensavo che Blaine te ne avesse insegnati almeno un paio.'

'Non ho intenzione di parlare con te della mia vita sessuale con il mio ragazzo.'

'Allora se vuoi parliamo un po' della mia. Stasera vado allo Scandals. Un paio di sere fa ho visto un ragazzo troppo fico, ma stava ballando con un altro e quindi ho lasciaro perdere. Stasera spero di essere più fortunato.'

'Va e conquista, allora. Non sia mai che Sebastian si lasci soffiare qualcuno da sotto il naso.'

'Veramente non mi sembra di essere molto fortunato con te e Blaine. Continuate a distruggere i poveri sogni di questo ragazzo che vorrebbe solo donare il proprio amore.'

'Amore, sì? Si chiama così adesso? Sono sicuro che allo Scandals sarà pieno di ragazzi che non vedono l'ora di affondare nel tuo strepitoso amore. Divertiti criceto ;D'

'Ahahaha XD Non esiste che qualcuno affondi da nessuna parte. Io sono sempre al comando!'

Kurt non rispose, spense il cellulare e si addormentò con l'ombra di una risata ancora sulle labbra.

 

 

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NdA Salve a tutti! Questo è il mio ufficiale debutto nel fandom di Glee! Sono circa tre settimane che cerco di scrivere qualcosa ma questa è l'unica che ha un, seppur minimo, accenno di coerenza e di sensatezza. Non è betata perché mi sembra davvero cattivo imporre a qualcuno di leggere qualcosa del genere. Però l'ho riletta sei o sette volte, quindi spero di essermi accorta degli errori più e meno grossi :) Io sono tendenzialmente una Klainer ma mi è sempre piaciuto rendere le cose difficili ai miei OTP e trovo molto più interessanti, divertenti e adatti Kurt e Sebastian piuttosto che quest'ultimo con Blaine e la sua aria da scolaretto^^
Penso di aver detto tutto quello che c'è da sapere sulla storia già nello specchietto iniziale quindi se qualcuno è arrivato fino alla fine nonostante gli avvertimenti scoraggianti potrebbe fare un passo successivo e tirarmi apertamente vegetali vari nei commenti XD

Al prossimo capitolo :)

   
 
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