Titolo: "Fairytale
After Midnight"
Pairing: Sebastian/Kurt
Personaggi: Blaine
Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe,
Rachel Berry e qualche comparsa
Rating: Arancione
Genere: Angst,
Malinconico, Romantico
Avvertimenti: mini-long, Klaine break up, Slash, Triangolo
Note: Partecipa all'iniziativa del Gleeky Cauldron con i prompt "ricordi" e "cos'hai fatto ieri sera?
E' grave se non me lo ricordo?"
Capitolo
1. A very alcoholic beginning
Kurt strinse più
forte la mano del ragazzo al suo fianco e si decise a suonare il campanello di
casa Pilsbury-Schuester,
tremando. Non gli era mai sembrato così difficile prender parte ad una
rimpatriata del Glee Club, e dire che quella era
almeno la decima in sei anni.
Mentre gli
occhi di coloro che erano stati la sua famiglia al liceo squadravano lui e il
suo improbabile accompagnatore, Sebastian Smythe il
criceto malefico, le ragioni per cui si trovava lì, con lui, sei anni dopo gli
passarono davanti agli occhi, come un film che stava andando in onda nel suo
cervello. Ad una velocità superiore rispetto al normale.
Tutto era cominciato con una sbronza
imprevista e una telefonata mattutina.
*°*°*°*°*
Il cellulare
squillò ad un orario che Kurt riteneva improponibile - e non aveva importanza
che fossero già le undici, in realtà. La prima cosa che realizzò, una volta
aperti gli occhi, fu che la sua testa era probabilmente occupata da un
centinaio di bulldozer.
Prese il
telefono dal comodino e rispose, sole per far cessare la suoneria di Lady Gaga che gli sembrava più che altro un raduno di scimmie
urlatrici.
'Pronto?'
'Ehi amore'.
A differenza
della sua voce, tremante, insicura e impastata dal sonno, quella del suo
ragazzo sembrava troppo sveglia.
'Ciao amore,
come stai?'
'Io sto bene, tu piuttosto? Non sono io ad
essere tornato a casa circa alle tre del mattino e ad aver mandato messaggi
deliranti al mio ragazzo'.
Non seppe
giudicare con esattezza il tono di Blaine. Gli sembrò
di cogliere un misto di fastidio e preoccupazione; ma lui non era in possesso
di tutte le proprie facoltà mentali e Blaine era
convinto di dover essere sempre composto, di non poter dire o fare nulla che
esprimesse i suoi veri pensieri e, dunque, potesse infastidire gli altri.
'Oddio scusa
amore. Che ti ho scritto? Dovrebbe essere dichiarato illegale usare qualsiasi
mezzo di comunicazione ad una festa con una quantità decisamente eccessiva di
alcool'.
'Qualcosa di strano, tipo scusami, ti amo,
sono una persona orribile e non ti merito. Ma non importa, probabilmente eri
nel pieno di una sbronza triste. Ti vedo già a piangere sulla spalla di Rachel
o di Mercedes. Allora, che cos'hai fatto ieri sera?'
Kurt tentò di
sforzarsi, di concentrarsi, di cercare i frammenti che galleggiavano nella sua
testa, intontita dai residui dell'alcool di quella notte. I suoi ricordi si
fermavano al primo gioco alcolico che avevano fatto. Si ricordava il primo
bicchiere, il secondo, un duetto con Rachel e poi il vuoto più totale.
'E' grave se
non me lo ricordo?'
Blaine dall'altra parte rise e quel suono,
solitamente così piacevole, sembrò trafiggerlo come un trapano conficcato in
una delle sue tempie.
'No, non penso. Almeno, spero di no.
Significa che non hai fatto nulla di importante. Non penso si dimentichi così
facilmente qualcosa di davvero grosso. Soltanto che non capisco proprio il
motivo di quei messaggi'.
'Probabilmente
hai ragione tu, ero solo triste per colpa dell'alcool e ho dovuto fare le cose
in modo melodrammatico com'è mio solito'.
'Più tardi ti va se passo a trovarti?'
'Certo,
quando vuoi!'
'Allora dopo pranzo sono da te. A
dopo, Kurt'.
'A dopo Blaine, ti amo'.
Blaine riattaccò e Kurt tornò a spremersi le
meningi per cercare di recuperare i pezzi della sera precedente.
Sconfortato, decise di utilizzare il tempo in modo più proficuo con il suo
rituale mattutino di idratazione.
Sentì il suo iPhone vibrare sul comodino e si affrettò a controllare chi
altri avesse urgente bisogno di parlare con lui.
Era un
messaggio di Rachel e la cosa, stranamente, non lo rassicurò in alcun modo.
'Kurt, sei sveglio?'
'Si
Rachel. Che succede?'
'Volevo solo sapere come
stai e se ti ricordi di ieri sera.'
'No! Ho un
vuoto totale! L'ultima cosa che mi ricordo è il nostro strepitoso duetto di Defying Gravity! Sono proprio
contento di non aver sbagliato la nota finale, questa volta.'
'Sìsì,
grandioso grandioso. Non ti ricordi altro?'
Che Rachel
non volesse parlare di una sua performance era strano. Che stessa allontanando
il discorso da Wicked - tipo il suo secondo musical
preferito da sempre - era ancora più
strano.
Kurt si fece
sospettoso.
'Rachel,
ti giuro di no! Mi sa che ho bevuto troppo. Se c'è qualcosa che muori dalla
voglia di dirmi, dimmela e basta.'
'Nono, non era nulla di
importante. Tranquillo. Se ricevi messaggi sospetti fatti vivo. Buona giornata
Kurt :)'.
Rachel non
puoi piantarmi così! Dimmi che è successo!'
'Rachel?'
'Dannazione
Rachel, rispondi! Tanto lo so che hai il cellulare vicino. Sento Finn russare nella stanza di fianco la mia, ciò significa
che non state dormendo insieme e che tu non perdi di vista il cellulare perché
lui potrebbe chiamarti. '
' Fai un
po' come vuoi, tanto lo sai che prima o poi ti farò parlare. Buona giornata
anche a te, piccola vipera.'
Il tono misterioso
dei messaggi di Rachel non fece altro che incuriosire Kurt maggiormente,
spingendolo a ricercare con insistenza nella sua testa qualsiasi frammento che
potesse fornirgli una risposta. Il blackout totale del suo cervello lo esasperò
tremendamente, rendendolo nervoso e facilmente irritabile.
Il pomeriggio
con Blaine non fu dei migliori.
Il suo
ragazzo continuava a guardarlo con sospetto, Kurt continuava a sentirsi in
colpa senza riuscire ad avere un motivo reale per farlo ed entrambi trovarono
utile tenersi occupati in qualcosa - qualsiasi cosa - pur di non dar nuovamente
inizio ad una litigata colossale.
Ultimamente
sembravano non essere capaci di far altro.
Kurt sapeva
di non potersi davvero lamentare, perché Blaine
possessivo e arrabbiato era una cosa inusuale; amava i suoi baci aggressivi, i
morsi sulle labbra, i morsi sul collo, le sue mani che vegano sotto i vestiti
alla scoperta di ogni centimetro di pelle.
«Lo sai che
ti amo, vero?» gli soffiò Blaine sulle labbra
arrossate.
«Lo so Blaine. Ti amo anche io, lo sai. Sei tutto».
E non era più
come una volta.
Sembrava che
dovessero ripeterselo per rimanere aggrappati l'uno all'altro, per rimanere
aggrappati a qualcosa. Perché la loro storia era stato tutto, il loro amore era stato la loro unica ancora mentre tutto il
resto delle loro vite sembrava affondare. Perché era passato poco meno di un
mese da quando Kurt aveva ricevuto la lettera dalla NYADA e Blaine
l'aveva salvato. Blaine l'aveva tenuto ancorato alla
realtà e a se stesso con i suoi baci, con il suo amore, con la sua presenza
costante.
Però il senso
di colpa - e il blackout - che pungolava Kurt sembrava volergli ricordare che
non era più così, che quel tutto stava diventando una prigione soffocante.
Blaine rotolò al suo fianco e Kurt ne approfittò
per prendere un respiro profondo e regolarizzare il battito del suo cuore,
momentaneamente impazzito.
Inspira.
Espira.
Non sarebbe dovuto risultare così
difficile farlo.
Poi il cellulare
sul suo comodino vibrò e Kurt, memore delle parole di Rachel e dei possibili
'messaggi sospetti', cadde in preda al terrore.
No. No. Nononononno!
«Kurt, ti è
arrivato un messaggio. Non guardi di chi è?»
Il tono del
suo ragazzo era calmo, però Kurt lo conosceva. Era di una calma apparente,
tagliente. Dopo tutta la storia di Chandler Blaine
non si fidava più di lui.
«Sì, hai
ragione. E' solo che ero così rilassato...»
Allungò una
mano sul comodino e bastarono le prime parole, ed il numero sconosciuto, ad
allarmarlo.
'Buongiorno signorina'.
Quasi sperò
che il mittente avesse sbagliato destinatario, però una vocina dentro di sé gli
diceva che gli stava sfuggendo qualcosa, che gli mancava un pezzo davvero
grosso. Enorme.
'Mi sa che
hai sbagliato destinatario, non sono una donna e non riconosco il tuo numero.'
Rimase un
attimo titubante prima di inviarlo, perso nei suoi pensieri.
«Allora, chi
è?»
Il tono di Blaine era spaventosamente calmo.
«Rachel. Mi
ha chiesto come va col mal di testa.»
Kurt sapeva
di percorrere una strada davvero pericolosa. Sapeva che stava rischiando
terribilmente tanto a mentire - di nuovo - a Blaine,
per altro apparentemente senza una ragione. Tuttavia qualcosa gli diceva che
quel messaggio era proprio destinato a lui, era intenzionato a scoprire che
cosa fosse successo la sera prima e non aveva alcuna voglia di litigare con Blaine.
«E come
stai?» gli chiese Blaine, accarezzandogli
delicatamente le tempie.
Kurt chiuse
gli occhi mentre la mano del suo ragazzo gli percorreva pigramente il viso -
prima le palpebre, poi il naso, poi le labbra - e si abbandonò ad un sospiro
soddisfatto.
«Sei così
adorabile quando ti trasformi in un micione pigro.»
Poteva
sentire la dolcezza ad ammorbidire il tono di Blaine
e la cosa lo fece sentire orribile.
Il cellulare
vibrò di nuovo e Kurt si affrettò a coprire lo schermo prima che Blaine potesse leggere che non era Rachel il mittente.
«Ho sete,
vado in cucina a prendere qualcosa. Vuoi da bere?» chiese, come ultima via di
fuga, sperando vivamente di essere in grado di capire chi fosse il mittente
prima di tornare in camera.
«Una Diet Coke, grazie amore!»
Kurt si uscì
dalla stanza e scese le scale con un occhio sullo schermo e l'altro sui
gradini.
'No principessa. Ti posso assicurare che
so benissimo a chi sto scrivendo e che non sono mai stato interessato ad una
donna.'
Kurt
trattenne un attimo il respiro, dannandosi per l'ennesima volta nella ricerca
di una risposta all'interno del suo cervello vuoto.
'Io non
aspettavo che mi scrivesse nessuno. Vuoi, dunque, dirmi cortesemente chi sei?'
Ebbe il tempo
di aprire il frigo e versarsi una generosa quantità di tè al limone in un
bicchiere prima che la vibrazione lo avvertisse di aver ricevuto nuovamente una
risposta dall'altro.
'Neanche per idea, preferisco
piuttosto mostrartelo. Ieri sera sembravi così entusiasta della mia presenza.'
'Va al
diavolo. Non ho idea di chi tu sia e non ho voglia di scoprirlo. Sparisci'.
Premette
'invio' ferocemente, desiderando ardentemente prendere a pugni quel tipo che
sembrava così fastidioso, Rachel per la sua dannata festa alcolica e anche se
stesso, perché sembrava incapace di far andare bene anche una sola cosa nella
sua vita.
'Rachel cara,
tesoro, un tipo mi ha appena contattato parlando a vanvera di ieri sera. Se hai
qualcosa da raccontarmi direi che sarebbe il momento adatto.'
Il suo
cellulare vibrò nuovamente e il messaggio ricevuto finì con l'essere eliminato
senza alcuna pietà. Quel giochetto gli avevo decisamente rotto le palle e non
aveva alcuna voglia di continuare a leggere delle battutine maliziose ed
idiote.
La chiamata
della sua migliore amica fu accolta con un animo decisamente più benevolo.
'Ciao cara.'
Il tono di
Kurt era dolcemente minaccioso.
'Non odiarmi. Volevo davvero evitare
situazioni difficili per quanto fosse possibile, ma a quanto pare non lo è.
Stasera se sei libero vieni da me e ti racconto un paio di cose, cercando di
colmare i tuoi vuoti di memoria magari.'
'Non so a che
ora va via Blaine, comunque ti avverto quando sto per
arrivare. A dopo.'
'Ciao Kurt'.
«Amore che
stai facendo?» gli urlò Blaine dalle scale.
«Mi ha
chiamato Rachel per organizzarci per stasera, quindi ho perso tempo. Sto
arrivando!»
Kurt si affrettò
su per le scale, trovando il suo ragazzo appoggiato sul corrimano.
In quei
momenti - vedendolo con i capelli leggermente scombinati, le maniche della
camicia svoltate che lasciavano intravedere le sue splendide braccia - Kurt
sentiva il cuore fare un saltello buffo e improvvisamente Blaine
smetteva di essere il ragazzo con cui stava da più di un anno e con cui non
riusciva a smettere di litigare, tornava ad essere il ragazzo più bello che lui
avesse mai visto in vita propria.
Blaine gli sorrise e nella sua testa al
sorriso del suo fidanzato si sovrappose quello storto e arrogante di Sebastian Smythe.
Saltò in aria
per la sorpresa, imprecando tra sé
perché si stava comportando in modo stupido e avrebbe fatto insospettire
l'altro.
«Che
succede?» gli chiese, infatti, questi.
«Niente. E'
solo che a volte la tua bellezza mi sembra troppo. Sei splendido e mi sembra
incredibile averti qui con me».
Si sentì in
colpa per quelle parole, ma giusto un po'; perché in fondo stava pensando
proprio a quello prima che il criceto malefico disturbasse i suoi pensieri.
Blaine circondò i suoi fianchi con le
braccia in una presa salda e lo baciò con irruenza, senza esitare prima di
fargli schiudere le labbra con la propria lingua. E Kurt capì che entrambi
stavano lottando, entrambi si stavano aggrappando disperatamente a quella cosa,
alla ricerca di quello che li aveva spinti ad innamorarsi e che adesso sembrava
così lontano.
Un flash si
fece largo prepotentemente fra i suoi pensieri offuscati dal corpo, dal tocco e
dalla lingua di Blaine. Di colpa la bocca del suo
ragazzo aveva un retrogusto alcolico e il suo corpo gli sembrava più longilineo
e affilato.
Aprì gli
occhi di scatto perché quei pensieri estranei stavano diventando ingombranti.
Si strinse
più forte contro il corpo di Blaine per assicurarsi
della sua presenza, per aggrapparsi a quell'unica certezza, che Blaine era ancora lì e che era lì con lui, per lui.
La porta
d'ingresso si aprì rumorosamente, spingendoli ad allontanarsi controvoglia.
«Forse è
meglio che vada.»
L'affermazione
di Blaine ruppe quel silenzio che li stava
accompagnando da ore, ormai.
«Sono già le
sette e non vorrei far preoccupare i miei. Buona serata Kurt».
Blaine gli posò un bacio delicato sulle
labbra e Kurt gli prese il viso tra le mani.
Gli occhi
color miele dell'altro erano lucidi e malinconici.
Quello
sembrava un addio. Non lo era - Kurt lo sapeva - non aveva alcun senso, ma
qualcosa gli fece sentire che in quel momento entrambi stavano diventando
consapevoli di una nuova verità.
«Ciao amore».
Kurt ricambiò
il bacio cercando di trasmettere all'altro calore, amore e tenerezza. Nulla gli era mai sembrato più difficile.
Blaine scese le scale di corsa, senza
guardarsi indietro. Kurt lo sentì salutare educatamente i suoi e chiudersi la porta
alle spalle.
Si accasciò
stancamente sul pavimento chiedendosi per l'ennesima volta che stesse
succedendo loro, che fine avessero fatto quei due ragazzi orgogliosi, ostinati
e innamorati.
Forse stava
scoprendo il senso delle parole di tutti, delle frasi intelligenti e sensate
degli altri.
Perché 'le
storie adolescenziali non durano in eterno' e Kurt
non era mai riuscito a capirlo.
Perché loro
si amavano e non aveva mai accettato il fatto che un giorno, semplicemente,
avrebbero smesso.
'Sto
arrivando'.
Un unico
messaggio alla sua migliore amica, per parlare, per capire e forse - alla fine
- per rimettere insieme tutti i pezzi.
La porta di
casa Berry gli fu aperta da Rachel in persona.
La sua
migliore amica aveva uno sguardo serio in viso, non sembrava esaltata né
elettrizzata dalla sua visita. Non prevedeva una serata all'insegna di Brodway e dei duetti e questo terrorizzò Kurt ancor di più
del loro scambio di messaggi precedente.
«Ciao Kurt. -
lo abbracciò con forza, strano, molto
strano - Saliamo in camera mia così da poter parlare senza che nessuno ci
disturbi».
Rachel lo
prese per mano e lo trascinò su per le scale, nonostante entrambi sapessero che
lui era perfettamente in grado di raggiungere la stanza della ragazza.
Senza
indugiare un attimo Rachel si sedette a gambe incrociate sul letto e lo invitò
a sedersi di fronte a lei.
«Cosa ti
ricordi di ieri?» cominciò.
E Kurt,
improvvisamente, si sentì terrorizzato. Poteva risultare un po' paranoico - si
sentiva così lui stesso - però da tutto il giorno il suo inconscio stava
continuando a mandargli messaggi e lui non aveva mai, mai, mai dubitato di se stesso.
Il suo
cellulare vibrò prima che potesse rispondere a quella domanda.
'Non mi arrenderò così facilmente. E
appena ti avrò riportato alla mente la nostra serata di ieri neanche tu vorrai
farlo.'
Kurt chiuse
il messaggio, ignorandolo deliberatamente, posò il cellulare sul comodino di
Rachel e cercò di focalizzare nuovamente l'attenzione sulla ragazza seduta di
fronte a lui.
«Più o meno
niente. L'inizio della serata, te l'ho già detto al telefono, il nostro duetto
e poi è come se non fossi esistito fino a stamattina. A proposito, come sono
arrivato a casa?»
«Ti ha
accompagnato Finn. Non aveva bevuto e neanche io ho
bevuto tanto, quindi mi ricordo tutto.»
«Bene, allora
parla! E' tutta il giorno che la mia mente mi ripropone flash indesiderati e
che non dovrebbero esistere. Ho bisogno di risposte!»
Rachel prese
un respiro profondo, come se quel discorso costasse più a lei che a Kurt, e
finalmente si decise a parlare.
Con una calma
apparente e terrorizzante.
«Ieri, non so
come, alla festa è riuscito ad imbucarsi Sebastian. Nessuno si è accorto del
suo arrivo. E' sgattaiolato dentro insieme a qualcuno e di colpo me lo sono
trovato di fronte, nel salotto di casa mia, e non sono più riuscita a dirgli di
no. Dannazione, mi stava corrompendo col suo sorriso dannatamente sexy. Una
persona come lui non dovrebbe essere affascinante! Lo utilizza senza scrupoli
per i suoi fini malefici.»
«Ok Rachel,
Sebastian è affascinante almeno quanto è stronzo, dobbiamo ammetterlo. Però non
divagare.»
«Ok, ok! Ha
cominciato a bere e io all'inizio lo tenevo d'occhio, giusto per capire che
intenzioni avesse, però ho notato che non voleva infastidire nessuno, che stava
facendo ridere un paio di persone e che sembrava, per la prima volta, quasi a
suo agio, rilassato. Ho smesso di tenerlo d'occhio. Forse l'ho sottovalutato.
Non so quando è cambiata l'atmosfera, però ad un certo punto vi ho visti seduti
vicini sul divano. Le vostre gambe si sfioravano e lui teneva una mano sulla
tua coscia. Tu stavi ridendo, mentre gli circondavi il polso con la tua, di
mano. Siete stati così per un bel po', ridevate, e io non ti vedevo così sereno
da tempo. Poi siete spariti. Gli altri hanno cominciato ad andarsene e io sono
entrata in cucina soltanto parecchio tempo dopo. Lui era seduto su una sedia e
tu eri seduto a cavalcioni su di lui. Dio, non ti avevo mai visto così. Vi
stavate baciando o, per meglio dire, letteralmente divorando. Tu sospiravi, sospiravi un sacco e nessuno dei due mi ha
notato perché non avevo acceso la luce.»
Rachel pensò
bene di prendersi una pausa, perché colori poco sani si stavano avvicendando
sul volto di Kurt ad un ritmo spaventosamente accelerato e la tonalità
cadaverica che aveva assunto la sua pelle non sembrava promettere nulla di
buono.
«Continua.
Continua! Oddio, non ci posso credere. Perché Sebastian è finito seduto accanto
a me? Per lui ero solo una faccia di checca e andava più che bene. Che ho
fatto? Continua, voglio sapere tutto.»
Kurt si alzò
dal letto e prese a vagare per la stanza come un'anima in pena.
Non sapeva
che pensare. Non aveva mai, mai, mai tradito Blaine.
E non si ricordava nulla - tranne il sorriso di Sebastian e il sapore della sua
bocca, e forse era già troppo - quindi non aveva motivo di sentirsi in colpa.
Ma aveva tradito Blaine, e questo sembrava essere un
dato di fatto.
«Sono andata
a chiamare Finn e lui ha fatto casino sulla porta
della cucina. Voi vi siete staccati, siete tornati di là e poi Finn ti ha accompagnato a casa. Sebastian è sparito mentre
tu eri a prendere il cappotto e io stavo salutando Finn.»
«Oddio
Rachel. Che ho fatto? Come ho potuto?»
Kurt crollò
sul pavimento, con i gomiti sulle ginocchia e le mani tra i capelli.
E Kurt non si
scombinava mai i capelli.
«Può capitare
Kurt, eri ubriaco! L'ultima volta che è capitato a me ho limonato con Blaine!»
«No Rachel.
Non capita semplicemente. Non con il
ragazzo che fino a due mesi prima tentava di rubarti il tuo di ragazzo. E ho
mandato dei messaggi stupidissimi a Blaine, oddio.
Che ho fatto?»
Rachel si
chinò di fronte a lui e gli afferrò il viso con decisione.
«Guardami.
Guardami negli occhi, Kurt! Non è successo nulla, non hai fatto nulla. Vedi
perché non volevo dirtelo? Tu non ti ricordavi nulla ed era come se non fosse
accaduto niente di quello che avevo visto.»
«Ma è
successo e non potevo semplicemente non ricordarlo. Devo pensare, devo fare
qualcosa.»
Rachel gli
strinse con decisione le mani tra le sue, impedendogli di torturarsi i capelli
- lui non scompigliava mai i suoi capelli perfetti - e guardandolo negli occhi.
«Tu non devi
fare nulla! E chiaro? Ora andiamo giù, ordiniamo una pizza vegana, guardiano un
bel musical e vedrai che sarà tutto a posto. Ignorerai i messaggi di Sebastian,
domani ti vedrai nuovamente con Blaine e sarà tutto
ok prestissimo.»
Kurt respirò
profondamente.
Quel giorno
il suo cuore sembrava aver preso la fastidiosa abitudine di galoppare
selvaggiamente.
Rachel lo convinse ad alzarsi e lo spinse senza tanta grazia verso il bagno.
Sciacquarsi
il viso fu un sollievo.
Gli schiarì le idee e improvvisamente tutta quella storia orribile non sembrava
più la fine del mondo.
Tornato in
camera la prima cosa che fece fu prendere il cellulare e digitare un messaggio
con le mani tremanti.
'Ho
parlato con Rachel. Io non mi ricordo niente e voglio continuare a non farlo.
Io amo Blaine, sto con lui e quello di ieri sera è
stato tutto un errore. Lasciami in pace'.
Quella sera
il suo cellulare non vibrò mai e, anche se avrebbe dovuto, quella non gli
sembrò una vittoria.
Sebastian gli
lasciò la possibilità di riprendere fiato giusto per un paio di giorni.
Kurt si concentrò sul meraviglioso ragazzo che aveva al proprio fianco. Si
impegnò con tutto se stesso per rimettere a posto le cose con lui.
Ricominciò a
mandargli il messaggio del buongiorno e della buonanotte - quando avevano
smesso di farlo? - gli sorrise di più, sempre,
con le labbra e con gli occhi.
Lo riempì di
baci, di attenzioni, di coccole.
Ricominciarono
a fare tutto insieme e le cose tra loro sembravano essere tornate come una
volta, senza i baci arrabbiati e aggressivi, senza i silenzi per non litigare.
E Kurt pensò di poter sistemare ogni cosa, che in fondo era solo colpa sua se
le cose con Blaine stavano andando a rotoli, perché
pensava solo a se stesso, prima a New York, poi alla delusione per non esser
stato ammesso alla NYADA e non stava facendo altro che creare terra bruciata
attorno al suo ragazzo, tenendolo lontano senza alcun motivo.
E Blaine non aveva fatto nulla per cambiare le cose perché
lui era sempre così.
Non parlava mai e se le cose andavano male si chiudeva in una stanza piccola e
soffocante a tirar pugni contro qualsiasi sacco disponibile.
«Ti amo» gli
disse Blaine quella sera.
E forse non
c'era più la malinconia nei suoi occhi, forse le cose potevano tornare come
quando non volevano far altro che tenersi per mano e baciarsi e guardarsi negli
occhi. Come quando le stanze si illuminava solo grazie all'ingresso di Blaine e Kurt si sentiva il ragazzo più fortunato del
mondo.
Il cellulare,
quella sera, vibrò alle undici in punto e Kurt lo prese tra le mani con un
sorriso perché era la prima volta che Blaine gli
mandava per primo il messaggio della buonanotte - dopo troppo tempo - e gli era mancato dannatamente tanto.
'Non è stato stupido. E non è stato un
errore. E' vero, io avevo bevuto, però mi ricordo tutto. Mi ricordo che abbiamo
cominciato a dirci cattiverie, soltanto che questa volta l'abbiamo fatto solo
per ridere e nessuno voleva ferire l'altro. Poi tu hai bevuto un poco di più e
hai cominciato a parlare di Blaine. Non volevo che
gli altri ti vedessero così, allora ci siamo alzati e siamo andati in cucina. E
tu hai pianto sulla mia spalla e io ti ho abbracciato, perché mi sembravi indifeso
e davvero infelice, e improvvisamente
non avevo più voglia di offenderti. Ti sei sporto tu per baciarmi e io
te l'ho lasciato fare perché in fondo non sei così orribile e anche se vorrei
ancora bruciare il tuo intero guardaroba forse tutto il resto di te è
sopportabile.'
'Che vuoi
da me, Sebastian?'
E Kurt era
stanco mentre lo scriveva, perché quelle parole gli avevano fatto sentire
qualcosa di strano e lui non aveva mai provato nulla di diverso dall'indifferenza
per qualsiasi ragazzo al di fuori di Blaine.
'Niente. Voglio solo parlarti. Mi fa
sentire vivo litigare con te perché mi rispondi per le rime e non rimani
incantato di fronte alla mia bellezza. Al massimo cominci a baciarmi come se
non ci fosse un domani.'
'Non
succederà più. E puoi scordartelo che io riconosca in alcun modo la tua
bellezza. Sei solo un criceto con i dentoni e i capelli che sembrano usciti
direttamente da una rivista.'
'Vedi Hummel?
Non fare la signorina. Se davvero ami Blaine non devi
aver paura di un paio di messaggi innocenti. Se ci pensi anche lui per un
periodo si è sentito con me, non è successo niente, e in questo modo anche tu
potresti pareggiare i conti.'
'Non ho
conti in sospeso con Blaine. Tu volevi provarci con lui,
hai provato a farci lasciare ma non ci sei riuscito. Non ti permetterò di
provarci nuovamente, da un'altra direzione.'
'Vedremo Hummel.
Forse hai ragione, forse no. Sappi solo che se mi va di fare qualcosa io non
mollo. E per tua fortuna al momento le tue risposte da checca isterica e il tuo
pessimo abbigliamento sono l'unica sfida che offre Lima. Portarsi a letto un
ragazzo sempre diverso allo Scandals sta diventando
noioso.'
'Tremo
davvero, Smythe. Il tuo sex appeal non ha eguali. E
ora sparisci. Notte'.
Kurt rise,
perché era divertente giocare con qualcuno solo per il piacere di farlo, senza
paura di ferirlo, di perderlo o di trovarlo chiuso in una stanza puzzolente
intento a prendere a pugni un sacco.
La mattina
successiva Kurt si svegliò presto perché aveva promesso che avrebbe aiutato suo
padre all'officina. Ma prima aveva disperatamente bisogno di un cappuccino del
Lima Bean.
Si sedette ad
un tavolo, in attesa di Blaine, quando una cameriera
si avvicinò a lui con un cappuccino grande in mano.
«Te lo offre
quel bel ragazzo laggiù.»
Kurt seguì il
suo sguardo e la vista di Sebastian intento a sorridergli lo terrorizzò. Il Warbler gli fece l'occhiolino e lo salutò con un cenno
della mano.
Kurt tornò a
fissare l'uscio con insistenza, ringraziando il cielo che Blaine
non fosse ancora arrivato.
L'ultima cosa
di cui aveva voglia era litigare col suo ragazzo fin da subito, ancor prima
della sua dose mattutina di caffeina.
Poi Blaine entrò dalla porta d'ingresso del locale e lo colpì
con un sorriso luminoso.
Il sorriso di
Sebastian era arrogante e presuntuoso, i suoi modi erano lusinghieri in un modo
sgradevole. Sembrava sapere ogni mossa giusta e attuarle, una dopo l'altra, con
la certezza che avrebbe raggiunto il suo obiettivo, alla fine.
Kurt non
voleva essere la sfida - o il premio - di nessuno.
Voleva solo
continuare a stare col suo ragazzo prima di dover partire per trovare un posto
per sé nel grande e spaventoso mondo della moda.
Blaine si sedette di fronte a lui e lo
salutò con un bacio sulla guancia.
Kurt sapeva
che aveva soltanto paura delle reazioni degli altri, che non aveva perso la
voglia di baciarlo.
Però si
ritrovò a chiedersi se magari qualcun altro avrebbe preferito far sentire lui bene, piuttosto che il resto del mondo tranquillo.
Il suo cellulare
vibrò e il nome del mittente non lo sorprese affatto .
'E' stato un piacere Porcellana. Alla
festa ho sentito questo nomignolo e lo trovo davvero azzeccato'.
Si affrettò
ad eliminarlo mentre il vero Sebastian li oltrepassava, non notato.
Ignorare Sebastian
stava diventando sempre più difficile. Non aveva fatto nulla per incoraggiarlo,
continuava ad ignorarlo quando
possibile però l'altro sembrava non demordere.
Kurt era con
la testa tra le nuvole e le cose con Blaine non
sembravano andar meglio.
La loro oasi
momentanea sembrava esser stata risucchiata nel deserto e aggrapparsi a quello
che rimaneva stava diventando più difficile ogni giorno.
Kurt non
aveva smesso di impegnarsi, di sorridergli, di chiedergli di uscire, però Blaine continuava ad essere scostante e diffidente e la cosa
stava diventando estenuante.
Quella
mezz'ora di colazione passò tra discorsi banali, silenzi sconfortanti e parole
- troppe parole - non dette. Quando
dovettero salutarsi sembrò quasi un sollievo e tutto ciò non era giusto, perché
non era mai stato così e non avrebbe dovuto essere così.
La giornata
in officina si rivelò un miracolo.
Era sfiancante trasportare pezzi di ricambio ma esigeva il suo impegno e non
gli permetteva di distrarsi. Non gli era mai capitato di lavorare con suo padre
per più di un paio di ore al giorno; le otto ore di quel giorno lo privarono di
ogni energia, impedendogli di piangersi addosso, di rimuginare o qualsiasi
altra cosa.
Alle nove di
sera si buttò sul letto, esausto e incapace di pensare.
Una congiura
di ordine superiore, probabilmente, sembrava intenzionata a non dargli il tempo
neanche di respirare.
Dieci minuti
di silenzio e poi l'ennesima, dannatissima vibrazione del cellulare.
'Com'è
andata in officina? Ti ha fatto bene sporcarti un po' le mani di grasso? E'
così che funziona per i veri uomini, non con le creme idratanti e le fette di
cetriolo'.
Sbuffò,
nevoso; solo Sebastian aveva il potere di infastidirlo con una singola e
semplice domanda.
'Non credo
che tu possa parlare. Probabilmente esaurisci ogni mese tutte le scorte della
l'Oreal. Comunque sì, è stato davvero bello. Aiuta un
sacco a sfogarsi.'
'Ci sono tanti altri modi più utili e
meno rischiosi di sfogarsi. Pensavo che Blaine te ne
avesse insegnati almeno un paio.'
'Non ho
intenzione di parlare con te della mia vita sessuale con il mio ragazzo.'
'Allora se vuoi parliamo un po' della
mia. Stasera vado allo Scandals. Un paio di sere fa
ho visto un ragazzo troppo fico, ma stava ballando con un altro e quindi ho lasciaro perdere. Stasera spero di essere più fortunato.'
'Va e
conquista, allora. Non sia mai che Sebastian si lasci soffiare qualcuno da
sotto il naso.'
'Veramente non mi sembra di essere molto
fortunato con te e Blaine. Continuate a distruggere i
poveri sogni di questo ragazzo che vorrebbe solo donare il proprio amore.'
'Amore,
sì? Si chiama così adesso? Sono sicuro che allo Scandals
sarà pieno di ragazzi che non vedono l'ora di affondare nel tuo strepitoso
amore. Divertiti criceto ;D'
'Ahahaha XD
Non esiste che qualcuno affondi da nessuna parte. Io sono sempre al comando!'
Kurt non
rispose, spense il cellulare e si addormentò con l'ombra di una risata ancora
sulle labbra.
***************************************************************************
NdA Salve a tutti! Questo è
il mio ufficiale debutto nel fandom di Glee! Sono circa tre settimane che cerco di scrivere
qualcosa ma questa è l'unica che ha un, seppur minimo, accenno di coerenza e di
sensatezza. Non è betata perché mi sembra davvero
cattivo imporre a qualcuno di leggere qualcosa del genere. Però l'ho riletta
sei o sette volte, quindi spero di essermi accorta degli errori più e meno grossi
:) Io sono tendenzialmente una Klainer ma mi è sempre
piaciuto rendere le cose difficili ai miei OTP e trovo molto più interessanti,
divertenti e adatti Kurt e Sebastian piuttosto che quest'ultimo con Blaine e la sua aria da scolaretto^^
Penso di aver detto tutto quello che c'è da sapere sulla storia già nello
specchietto iniziale quindi se qualcuno è arrivato fino alla fine nonostante
gli avvertimenti scoraggianti potrebbe fare un passo successivo e tirarmi
apertamente vegetali vari nei commenti XD
Al prossimo capitolo :)