Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: jehan du moulin    26/12/2006    3 recensioni
James Billius Potter è il figlio 13enne del famoso Harry James Potter, sposato con Ginny Weasley. Agli occhi di tutti sono una famiglia normale, e anche, a parere di James, piuttosto noiosa, fino a quando, una sera, la sorellina di James, Allison, non apre per sbaglio la posta super segreta del padre... e il passato, inizia a tornare a galla.
***
-Lise… aspetta un secondo…- mormorò all’amica.
Nomi, nomi e ancora nomi.
Gente che mai aveva sentito nominare, e indirizzi dai nomi strampalati come: mivervamcgranitt@hogwarts.co.uk
Minerva??
Che nome era Minerva?
E quel dominio poi… mai sentito…
Genere: Romantico, Triste, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise, Zabini, Draco, Malfoy, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Neville, Paciock, Nuovo, personaggio, Pansy, Parkinson, Ron, Weasley, Seamus, Finnigan, Theodore, Nott | Coppie: Draco/Harry, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hanna non avrebbe saputo mai descrivere il posto in cui si trovava.
Era una stanza circolare, stretta e dal soffitto basso.
In alto, a destra vi era una piccola finestrella che dava su una superficie marina (almeno così sembrava) dalla quale entravano frammenti di luce.
Non sapeva da quanto si trovava lì, aveva perso il conto dopo le prime ore, in quanto, in quel luogo, il tempo sembrava assolutamente immobile.
Un cielo dal colore grigiastro rimaneva impassibile, senza sfumare.
L'unico rumore che rompeva quel silenzio quasi innaturale era l'infrangersi dell'acqua sugli scogli sottostanti, lanciando schizzi che ogni tanto raggiungevano la mora testolina della bambina.
Avvolta in una sudicia coperta era rimasta in silenzio a qualsiasi domanda le era stata posta.
Dalla parte opposta della finestrella c'era una porta. Era a forma ovale con stipiti di ferro e rinforzata con un lucchetto, ovviamente la bacchetta le era stata sottratta e totalmente impotente rimaneva nella penombra del loco.
Il socchiudersi della superficie di legno l'aveva convinta ad aprire gli occhi, ma lentamente, senza alcuna fretta, attendendo che quel qualcuno che la stava disturbando si facesse avanti.
Sapeva che non le avrebbero fatto del male, almeno, non ora.
Avevano bisogno di lei per fare sì che James li raggiungesse, e arrivasse a salvarla, quello che sarebbe successo dopo le era stato tenuto oscuro.
Certo, un po' la lusingava il fatto che fosse stata scelta lei e non quella odiosa di una Lise, il che significava che almeno un po' ci teneva a lei, ma allo stesso tempo avrebbe preferito che ci fosse quella babbana a subire quell'umiliazione, dell'essere così spesso schernita dai Mangiamorte.
L'odore di salsedine sembrava essere ogni attimo più forte, si strinse nella coperta, umida, come tutto l'ambiente lì intorno, attendendo qualche secondo, per mettere meglio a fuoco il nuovo visitatore.
Udì la porta richiudersi pesantemente e qualcuno avanzare.
Zoppicava, osservò, ma non fiatava.
Passò qualche istante, prima che si decidesse a vedere chi fosse il nuovo inquilino.
Era un ragazzo.
Non tanto grande, qualche anno più di lei di sicuro.
Una folta massa di capelli scuri, scompigliati dal viaggio probabilmente travagliato.
Probabilmente era un prigioniero come lei, rubato da qualche posto, per avere qualcun' altro indietro.
Chissà, magari figlio di qualche Mangiamorte fuggito. Un ostaggio.
Si sistemò qualche metro da lei, nascondendo il viso fra le mani sporche di terra, sospirando qualcosa, ma in modo così flebile che Hanna non lo poté udire.
Nessuno dei due aprì più bocca per un tempo che parve infinito, il ragazzo misterioso appoggiò la testa ai duri mattoni, con gli occhi chiusi dava parvenza di sonno.
Per quanto riguardava lei, non aveva alcuna intenzione di disturbarlo, così decise che una dormita non le avrebbe fatto male.
Si distese come meglio poté sul pavimento, ricoperto da un sottile strato di paglia, sistemandosi la coperta e chiudendo gli occhi anch'essa.
Quanto sognò le provocò un certo dolore, una fitta malinconica al cuore, che si propagò per lo stomaco, trasformandosi in fame.
James, fra le braccia di quella che lo consolava per la sua scomparsa.
Sbarrò gli occhi, cercando un punto di riferimento per la stanza, qualcosa che la distogliesse da quell'amarezza che ora sentiva fra le labbra.
Fu forse il suo alzarsi di scatto, o forse il destino, che le fece scoprire gli occhi di un morbido argento fissarla come si osserva una farfalla o un fiocco di neve.
Delicato e discreto lo sguardo del ragazzo era un sussurro nella nebbia.
Colta alla sprovvista la ragazzina sorrise appena, abbassando gli occhi color nocciola, senza sapere esattamente cosa dire.
Ma fu lui a prendere la parola.

-Mi chiamo Stephan- accennò.
Probabilmente stava cercando di instaurare un qualsiasi tipo di rapporto amichevole con lei, qualcosa che li facesse sentire meno soli, o disperati.

-Hanna- rispose.
La voce uscì roca, subito seguita da un breve colpo di tosse.
Stephan corrucciò la fronte, senza però alzarsi.
Dal suo angolino la osservava, con le braccia lasciate ricadere vicino al corpo, cercava di capire se stesse bene oppure no, appurato che non era in punto di morte continuò.

-Come mai sei qui?- il tono era gentile, formale.

-Potrei chiederti la stessa cosa- al contrario qualcosa in lei le diceva di non fidarsi troppo, e di conseguenza il tono schivo e diffidente sembrava d'obbligo.

-Mmh.. vediamo... mia madre diciamo che si è spinta un po' oltre con i suoi articoli di cronaca, mandando alcuni cari Mangiamorte ad Azkaban. Quando si è resa conto che non era stata una mossa furba è partita per la Birmania e loro hanno preso me- concluse. C'era qualcosa nel suo tono di voce che faceva sorgere il dubbio che stesse scherzando, ma effettivamente una storia così complicata non si inventa su due piedi. - E tu?-

-Il mio migliore amico è James Potter- certo, magari la storia non reggeva il confronto.
Ok. Sicuramente la storia non reggeva il confronto, ma perchè inventare?
Infondo o sarebbero morti entrambi, oppure sarebbero usciti entrambi e quel giorno sarebbe stato dimenticato.

-James Potter. Wow. Beh.. aspetto che tu me lo presenta- sorrise.
Stranamente la ragazzina rispose al sorriso, sedendo al suo fianco e passandogli un lembo di coperta.
Le gambe incrociate ad indianina mentre il loro parlottio si faceva più fitto.

-----------------------------------------------------------------------

La stanza chiusa era il riparo di James.
Per ore e ore gente era giunta, aveva bussato, chiedendo di entrare per poterlo consolare, ma silente era rimasto ad ogni preghiera.
Era inginocchiato, vicino alla finestra, dalla quale si intravedeva la luna.
Da bambino Ginny lo prendeva sulle ginocchia, per far sì che vedesse meglio, mentre gli sussurrava le parole di una canzone.
Lo sguardo azzurro si abbassò sul legno del pavimento, chiedendosi cosa avrebbe fatto suo padre, al suo posto.
Suo padre aveva combattuto tutta la vita contro qualcuno infinitamente più potente di lui e aveva perso.
Suo padre, il Bambino – Che – E' – Sopravvissuto era stato ucciso da Colui – Che – Non – Dev'Essere – Nominato, e ora toccava a lui.
Al figlio incapace di Harry Potter.
Suo fratello, il fratello che mai aveva conosciuto, aveva combattuto anch'egli, e aveva perso.
E lui?
Perché lui? Insomma... cos'aveva in più degli altri?
Lo sguardo vagò perso nel velluto blu scuro qual'era il cielo in quel momento.

-Hanna- un sussurro così simile ad un'esclamazione.
Ecco cos'aveva più degli altri.
Hanna, la sua migliore amica.
Quella che gli era stata sottratta.
Fu come un lampo che gli attraversò gli occhi, quando si alzò dal freddo pavimento, spalancando la porta e trovandosi al centro della Sala Comune.
Vi erano gruppetti di ragazzi, che ora lo osservavano straniti.
Fra i loro sguardi notò quello che per la prima volta l'aveva accolto a scuola, con quell'aria da sbruffoncello, da idiota.
Discese i gradini due a due, arrivandogli davanti.
Ancora lo osservavano sorpresi da quella reazione così improvvisamente strana.
James conosceva il suo nome, l'aveva sentito nominare qualche volta e ora non contava essere amici o nemici, ma soltanto solidali.

-Ehy Parker sai usare una scopa?-

-Sì, perchè?-

-Niente. Non vedi com'è perfetta la notte per volare?-

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

Chiedo sorry x il capitolo corto [come al solito] ma questo è un periodo decisamente brutto per me, anche se fra poco tornerò a dedicarmi col giusto impegno alla storia.
Un ringraziamento speciale a:
-Marty_rurulove
-FRANCI92
-Christine Black
-Hiromi
-Darklight92
-ketty [ti chiami come mia sorella ^^]
-Master Ellie [contenta ora? Hanna sta bene!]
-Matthew
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: jehan du moulin