Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: CowgirlSara    10/05/2004    2 recensioni
Un giovane re che aspetta una sposa. Una principessa dall'apparenza timida e remissiva. E, intorno a loro, una strana ed eterogenea "famiglia" legata da viaggi, battaglie, dolori e gioie condivise, che li aiuterà a percorrere la strada verso la comprensione reciproca.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Faramir, Legolas
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
11

11. L'attesa

 

Una rapida sera era calata sul ventidue dicembre, mentre la neve cadeva copiosa sul Riddermark. Gli ospiti di Meduseld cenarono insieme allegramente e, dopo le solite chiacchiere, si ritirarono nei loro alloggi, pronti ad affrontare la notte prima delle nozze.

Lothìriel, in piedi davanti alla finestra, osservava la nevicata, che era così fitta da non riuscire a vedere oltre il proprio naso; era la prima volta che vedeva la neve, era uno spettacolo affascinante, soprattutto per via del suggestivo silenzio che la accompagnava.

"Il bagno è pronto." Le annunciò la voce della madre.

"Grazie, vengo." Rispose lei, continuando a fissare le bianche spirali fuori dal vetro.

"Hai intenzione di usare quella fialetta dell'elfo?" Le domandò Etheldred.

"Certo." Dichiarò voltandosi verso di lei.

"Non comprendo questa tua inspiegabile simpatia per quella tizia..." Affermò la donna con la sua solita espressione altezzosa.

"E' una mia amica." Spiegò semplicemente Lothìriel.

"Sì, ma si veste da uomo..."

"Trovo i suoi abiti molto comodi."

"E poi ha un comportamento scandaloso, non riesce a stare lontano da quell'altro, e li ho sorpresi più di una volta a baciarsi in maniera sconveniente nei corridoi..."

"Sono molto innamorati." L'interrupe nuovamente la figlia; lei le lanciò un'occhiata indispettita.

"E' un elfo."

"Non capisco davvero la vostra scarsa fiducia in loro, io li trovo un popolo meraviglioso, e anche mio padre ha sangue elfico..."

"Ah, tanto è inutile discutere con te!" Sbottò Etheldred. "Vieni a fare il bagno, l'acqua si raffredda." Aggiunse facendo per precederla.

"Vi posso chiedere una cosa, madre?" La domanda fermò i passi della donna, che tornò a voltarsi verso la figlia; la incitò a parlare con un gesto. "Voi, volete bene a mio padre?" La madre assunse un'espressione al limite del sorpreso, quanto gli permetteva il fatto di continuare a tenere il suo tipico broncio.

"Che domande... Ho molto rispetto per lui." Rispose infine, dopo un attimo di silenzio; forse era imbarazzata, ma certo il suo volto di pietra non lo dava a vedere.

"Ma, come uomo, vi piace?" Insisté la ragazza.

"Tuo padre è un uomo molto bello." Disse, fissandola.

"Lo sapevo, evitate di rispondere, una delle cose che vi riescono meglio..." Affermò sconsolata Lothìriel, scuotendo il capo.

"L'acqua si fredda, sbrigati." Le ordinò la madre, allontanandosi; la fanciulla si voltò di nuovo verso la finestra, la neve, ora, cadeva molto più lentamente. Afferrò la fialetta che le aveva dato Celediel e raggiunse la stanza da bagno.

 

Eomer si stava slacciando la vestaglia, pronto ad immergersi nella vasca da bagno, quando bussarono alla porta della sua camera; sbuffò, poi, riallacciandosi la veste, si decise ad aprire.

Il visitatore non era altro che Celediel, con i capelli sciolti e addosso una vestaglia, da uomo, che le calava da una parte, lasciando scoperta una perfetta spalla candida; quella sua finta trascuratezza nel vestire era parte integrante della sua sensualità inconsapevole, ed Eomer la adorava.

"Mi fai entrare, o hai intenzione di rimanere imbambolato sulla porta?" Gli chiese ironica; lui si riscosse e le fece cenno di entrare.

"Ma tu hai un sesto senso, per beccarmi sempre quando faccio il bagno?" Le domandò, quando fu entrata.

"Beh, ora non sei in vasca, e, l'ultima volta, a bagno avevi solo i piedi, tutto il resto era fuori..." Gli rispose maliziosa, guardandolo negl'occhi.

"Hai guardato, allora..."

"Hai una... grossa cicatrice..."

"Osservato attentamente, direi..."  Continuò compiaciuto lui, sedendosi; lei sorrise e si avvicinò. "Che sei venuta a fare?" Le domandò, cambiando discorso.

L'elfo sollevò la mano sinistra, mostrandogli una fialetta di vetro, contenente un liquido di colore azzurrino; lo agitò leggermente.

"A che serve?" Chiese Eomer, indicandola con un gesto; Celediel si sedette sul suo ginocchio, guardandolo negl'occhi.

"Domani ti manterrà fresco e vigoroso per tutto il giorno." Gli sussurrò a pochi centimetri dal volto; quella sua voce profonda, quasi maschile (in senso elfico) aveva una carica di erotismo spaventosa, almeno alle orecchie di Eomer.

"Celediel..." Solo un pavido tentativo di scrollarsela di dosso.

"Ne metti metà nell'acqua del bagno, e l'altra la usi per i capelli..." Gli carezzò la testa, scostandogli i ciuffi che gli cadevano sulla fronte.

"Celediel..." Lei continuava a muoversi, senza accorgersi che la vestaglia, così, mostrava più del dovuto. "Non sono di legno!" Esclamò alla fine l'uomo; lei lo guardò, spalancando gli occhi, sorpresa.

"Oh, scusa..." Mormorò l'elfo alzandosi. "Non volevo essere... invadente."

"Non è esattamente la parola che avrei usato io, ma..." Commentò lui, risistemandosi sulla sedia. "Però... posso farti un appunto?"

"Dimmi." Lo incitò lei, sorridendo tranquillamente.

"Ma una camicia da notte, là sotto..." Indicò la vestaglia, che le lasciava scoperte le spalle ed una gamba fino al ginocchio; Celediel si guardò.

"Camicia da notte?" Rialzò gli occhi su Eomer. "Non la uso, io e Legolas dormiamo nudi." Aggiunse senza scomporsi.

"Chissà perché, non mi meraviglia." Affermò l'uomo; l'elfo rise, e lui la imitò.

"Dimmi..." Riprese lei, poco dopo. "...sei molto emozionato?" Gli chiese.

"Hmm..." Ci pensò un momento, alzando gli occhi al soffitto. "Ora sono abbastanza tranquillo, te lo confermo domani mattina, comunque."

"Allora tornerò a chiedertelo!" Ribatté lei ridendo.

"Quello che posso dire è che sento molta aspettativa, il matrimonio ci permetterà, finalmente, di conoscerci bene senza fastidiosi formalismi." Continuò Eomer, allargando le mani.

"E non hai paura di scoprire dei difetti che non ti piaceranno?" Domandò allora l'elfo, incrociando le braccia; lui le sorrise.

"Credo che sia parte determinante dell'unione di due persone, quella di scoprire pregi e difetti del proprio compagno, ed apprezzarli e accettarli, tu non credi?" Le rispose.

"Lo credo." Affermò lei, più seria. "Ora devo andare, buonanotte Eomer." Gli porse la fialetta e lui la prese.

"Buonanotte Celediel." Le augurò anche lui, mentre raggiungeva la porta.

"Ah..." L'elfo si voltò. "Sai una cosa? Tu mi piaci molto..."

"Questo credo di averlo capito." La interruppe lui sorridendo sornione.

"Lothìriel è una ragazza fortunata." Riprese Celediel, con un sorriso sereno. "Vi auguro tanta felicità."

"Questo diccelo domani, quando saremo insieme, ora vai, non far aspettare il tuo elfo." Le disse lui, incitandola con un gesto; lei gli sorrise ancora una volta ed uscì.

 

Aragorn stava steso sul letto, rilassato, osservava il fuoco scoppiettare nel camino; Arwen lo abbracciava, posando il capo sulla sua spalla e, con la mano, gli carezzava l'addome all'altezza dell'ombelico. Lui, ogni tanto, passava delicatamente la mano tra i suoi capelli morbidi; era bello stare così.

"Abbiamo fatto bene a non dirglielo?" Le chiese, rompendo il silenzio; lei gli baciò il collo.

"Lo sai, avrebbe distratto dalla cerimonia, e poi sei stato tu a proporlo." Gli rispose poi.

"Sì, e penso ancora che sia meglio, quei due si meritano tutta l'attenzione domani." Affermò l'uomo, carezzando la schiena della moglie.

"Lo annunceremo dopodomani, in fondo giorno più, giorno meno, l'erede di Gondor non vedrà la luce che tra qualche mese..." Aragorn la guardò dolcemente.

"Sarà bello, o bella, come te." Le disse sulle labbra.

"Ma con i tuoi occhi." Replicò Arwen, lasciandosi poi baciare.

"Tutto quello che vuoi, stella mia, ma ti prego non fermare quella mano..." Bisbigliò sul suo collo, quando smise di baciarla; lei rise piano.

"Tranquillo, mio re, ho intenzione di andare molto oltre..." Gli rispose nell'orecchio.

"Bene, almeno mi si scalderanno i piedi..."Arwen scoppiò a ridere contro il suo petto, mentre lui, tenendola tra le braccia, si girava andandole sopra.

"Ti amo perché sei un uomo spiritoso." Gli disse, carezzandogli la schiena.

"Ma io dicevo sul serio." Ribatté Aragorn, calandole la camicia da notte; lei gli prese il viso tra le mani, per guardarlo negl'occhi.

"Allora ti amo perché sei un uomo serio." Insisté con tono scherzoso; lui la osservò languidamente.

"Esploriamo un altro dei lati per cui mi ami..." Annunciò l'uomo; l'ultima risata dell'elfo fu soffocata da un profondo bacio.

 

Legolas, seduto nel letto e con le gambe sotto le coperte, stava leggendo un libro, quando la porta Si aprì; era Celediel, aveva una faccia strana, lui la guardò con espressione interrogativa. L'elfo gli sorrise, rassicurandolo.

"Ci hai messo tanto." Le disse posando il libro.

"Ho dovuto respingere le sconvenienti proposte di Eomer." Rispose lei, mentre si sfilava la vestaglia; lui sorrise ironico.

Celediel s'infilò sotto le coperte, rannicchiandosi subito contro Legolas; il principe elfo la strinse a se, carezzandole i lunghi capelli.

"Hm... sei caldo e profumato come una torta appena sfornata..." Mormorò lei, affondando il viso tra i suoi capelli.

"Tu invece sei gelata." Le disse lui. "Dove sei stata?" Le chiese; la fanciulla elfo non alzò il viso dalla sua pelle calda.

"Dopo aver parlato con Eomer sono andata a prendere una boccata d'aria..." Legolas stava per rimproverarla. "...era così bello guardare la neve... non nevica a Lòrien..." Il suo tono era così triste che non ebbe il coraggio di dirle nulla.

"Che cosa c'è?" Si decise a domandarle, dopo qualche minuto di silenzio.

"Niente." Rispose lei, continuando a celargli il viso.

"Nei nostri momenti difficili hai detto troppi 'niente' che significavano tutt'altro, ora dimmi che cosa hai." Insisté l'elfo silvano; Celediel sollevò lentamente il capo.

"Non posso proprio nasconderti nulla, eh?" Legolas negò, ma poi le sorrise, quel suo sorriso dolcissimo che le faceva mancare i battiti del cuore.

"Io ti amo, completamente, e ti conosco, so quando hai qualcosa che non va..."

"E' proprio questo." Lo interruppe lei.

"Cosa?" Chiese stupito; Celediel aveva riabbassato gli occhi.

"Li invidio, un po'..." Legolas aggrottò le sopracciglia, continuando a guardare, stupito, la sua compagna accucciata contro di lui.

"Chi?"

"Eomer e Lothìriel..." Il principe spalancò gli occhi, ecco una risposta che non si aspettava. "...loro devono ancora conoscersi, scoprire ogni lato del proprio compagno..."

"Scusa, ma non riesco a capire." Intervenne lui; Celediel sollevò gli occhi nei suoi e gli carezzò il viso.

"Hai mai pensato che, se un giorno noi ci sposeremo, non avremo più nulla da scoprire, che conosceremo a menadito le nostre menti..." Gli carezzò la fronte. "...i nostri corpi..." La sua mano scivolò lungo la guancia, fino al collo. "...i nostri cuori." Si fermò, col palmo contro il suo petto.

"Mi spiace, ma non credo." La stupì Legolas. "Tu continui a sbalordirmi, sei imprevedibile, e tra mille anni sarà ancora così." Aggiunse sorridente, sistemandole una ciocca di capelli.

"E tra duemila, cinquemila, diecimila?"

"Shhh..." Le posò l'indice sulle labbra aperte. "Non pensare, oggi è già passato, domani è già presente." Le sussurrò dolcemente, portandola su di se.

"Che cosa devo fare, allora?" Chiese tristemente.

"Baciami come se fosse la prima volta." Rispose lui; vide il volto di Celediel rasserenarsi all'improvviso, anzi sembrava quasi commossa.

"Il nostro primo bacio è stato molto speciale." Affermò lei, con gli occhi fissi nei suoi.

"Ricorda quelle sensazioni, e provale di nuovo." Le consigliò Legolas; Celediel sorrise, poi si chinò sulle sue labbra, baciandolo.

E fu difficile recuperare la gioia ed il dolore, il pudore e la paura, la particolare eccitazione di quel primo bacio, ma per un elfo ritrovare i sentimenti non è così improbabile, e comunque questo bacio fu davvero speciale, soprattutto per la volontà dei due partecipanti.

"Hannon le, meleth nîn..." Gli bisbigliò all'orecchio Celediel, quando si lasciarono le labbra; lui sorrise stringendola teneramente a se. "Posso chiederti una cosa?"

"Certo." Annuì Legolas.

"Stanotte possiamo restare così, semplicemente abbracciati, e riposare?" Gli disse, con sul viso un'impagabile espressione ingenua.

"Ogni tuo desiderio è un ordine, vita mia." Le rispose sorridendo. "Ti cullerò nei miei sogni..."

"Amin mela lle..." Mormorò impercettibilmente Celediel, prima di accomodarsi tra le sue braccia; Legolas sentì perfettamente, e le baciò con dolcezza la fronte.

 

La porta si aprì improvvisamente sul corridoio, facendo sussultare Eomer; lo spostamento d'aria fece tremolare i lumi più vicini. L'uomo si girò lentamente verso la porta che si era aperta, sospirando di sollievo quando, nel suo vano, vide la sorella.

"Ma che diavolo ti è saltato in mente, Eowyn? Volevi farmi venire un colpo?" Le disse a bassa voce.

"Ho sentito dei rumori, non potevo immaginare che eri tu." Protestò lei, posando le mani sui fianchi. "Piuttosto, che ci fai qui a quest'ora?" Eomer sollevò gli occhi al soffitto, cercando rapidamente una scusa plausibile.

"Stavo andando a dormire..." Biascicò senza guardarla.

"La tua camera è dall'altra parte." Gli indicò lei, con un sorrisetto sarcastico.

"Facevo due passi."

"Ma raccontamene un'altra."

"Oh, insomma, vado dove mi pare, questo è il mio palazzo!" Sbottò il fratello alzando la voce. "Tu, piuttosto, perché non vai a scaldare tuo marito." Aggiunse.

"Senti..."

"Giusto!" La interruppe una voce dall'interno della stanza. "Eowyn, vieni a letto." Era Faramir.

"Sentito?" Eomer le indicò la camera. "Se lo trascuri così, dovrà trovarsi un'amante." Continuò ironico, con un sorriso canzonatorio.

"Antipatico!" Gli gridò, lanciandogli una pantofola; lui la scansò abilmente.

"Ahahah, non mi hai preso!" La prese in giro Eomer.

"Io ti o..." Non poté finire la frase poiché apparve Faramir, che la prese in braccio; lei lo guardò allibita.

"Ci vogliono le maniere forti con te, ragazzina." Le disse dolcemente, poi si girò verso l'esterno. "Buonanotte Eomer." Augurò il sovrintendente, afferrando la maniglia.

"Buonanotte Faramir." Rispose il re del Mark, sorridendo soddisfatto.

Eomer, rimasto solo, sospirò forte, scuotendo i capelli, poi percorse ancora qualche metro lungo il corridoio; si fermò davanti alla porta di Lothìriel, titubando un attimo prima di bussare, non voleva certo disturbarla. La ragazza aprì quasi subito, e assunse un'espressione molto stupita, nel vedere il promesso sposo.

"Scusa se ti disturbo a quest'ora, ma devo chiederti una cosa, e... se non lo faccio ora, non lo faccio più." Affermò, tutto d'un fiato.

"Entra." Lo invitò lei, divertita.

"Perdonami ancora, ma... è importante per me." Riprese Eomer, girandosi verso di lei che stava chiudendo la porta.

"Stavo andando a dormire, ma non ho molto sonno." Ribatté Lothìriel sorridendogli. "Dimmi." Lo incitò; lui si avvicinò e le prese le mani.

"Lothìriel tu, vuoi sposarmi?" Le chiese fissandola negl'occhi; la fanciulla rimase esterrefatta, alzando le sopracciglia.

"Ma... ma Eomer, domani c'è la cerimonia..." Balbettò preoccupata.

"No, aspetta..." Negò l'uomo, lasciandole le mani. "Forse non hai capito... Io voglio sapere se tu desideri, davvero, sposarmi." Lothìriel fece una deliziosa O con la bocca.

"Credo di aver compreso." Affermò la ragazza, annuendo.

"Allora?" Insisté Eomer, tornando a prenderle le mani.

"Se devo essere sincera, qualche mese fa, sposarti non era esattamente in cima ai miei desideri, non ti conoscevo, non sapevo chi eri..." Eomer corrucciò le sopracciglia. "...ma adesso, che ho scoperto che uomo sei..." Continuò dolcemente. "...io posso dire sì, Eomer re di Rohan, io voglio davvero sposarti." Terminò la frase sorridendo.

"Grazie..."

"E tu, desideri sposarmi, Eomer?" La domanda parve coglierlo di sorpresa; si allontanò di qualche passo dalla fanciulla, chinando il capo.

"Voglio anch'io essere sincero con te, come lo sei stata tu." Annunciò poco dopo, risollevando la testa e guardandola negl'occhi. "Era un momento difficile della mia vita, avevo perso persone che amavo, ero distrutto, non pareva vero che la guerra fosse finita, ed ho accettato di sposarti solo per compiacere tuo padre..." Confessò. "...ma non era quello che volevo, non ci pensavo nemmeno al matrimonio, e anche quando ti ho conosciuta non c'era niente di più lontano dalla mia mente, devo ancora imparare a fare il re..." Continuò con espressione sincera. "Ma Lothìriel..." Le posò le mani sulle spalle. "...tu sei una gran donna, e in questo momento desidero soltanto che tu divenga mia moglie, perciò anch'io rispondo sì alla domanda." Concluse con un sorriso impagabile.

"Adesso che ci siamo chiariti, è tutto a posto?" Domandò la ragazza, inclinando leggermente il capo; i suoi capelli d'oro liquido luccicavano nella calda luce delle candele.

"Oh, sì." Rispose Eomer abbracciandola.

Rimasero così per qualche minuto, l'uno tra le braccia dell'altra, davanti al camino. Lothìriel trovava il corpo di Eomer così caldo e accogliente che avrebbe potuto addormentarsi lì, così, in piedi; l'uomo affondava il viso tra i folti capelli della ragazza, perdendosi nel loro dolcissimo profumo.

"Che buon profumo..." Sussurrò Eomer, piegandosi per raggiungere il collo.

"Anche tu..." Replicò Lothìriel, posando la guancia dove i risvolti della vestaglia e della veste lasciavano spazio alla pelle.

Si fermarono, sciolsero le braccia e si guardarono in viso, sorpresi e divertiti; lei lo incitò con un gesto a parlare.

"Celediel mi ha dato un... qualcosa, da mettere nell'acqua del bagno." Le spiegò l'uomo; lei sorrise.

"Anche a me." Ammise tranquillamente. "Dice che si manterrà per tutta la giornata di domani."

"E questo non mi dispiace per niente..." Mormorò Eomer, stringendola di nuovo a se.

"Nemmeno a me..." Confermò Lothìriel, assecondandolo. "Però..."

"Cosa?" Le stava baciando il collo.

"E' tardi, e non voglio essere uno straccio domani." Gli disse; lui la osservò, chiaramente deluso. "E' ora che tu vada." Aggiunse spingendolo verso la porta.

"Sei crudele..." Si lamentò l'uomo, ritrovandosi appoggiato al legno. "Almeno il bacio della buonanotte me lo merito..." Continuò, con una faccina triste.

"Se me lo chiedi così..." Mormorò languidamente la fanciulla, passandogli le braccia intorno al collo e lasciandosi andare ad un appassionato saluto.

 

CONTINUA…

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: CowgirlSara