-
Tratto dal decimo capitolo
- <<
Amore avrei qualcosa da dirti.>> << Ti
ascolto.>>
- Feci un respiro, mi chinai e raccolsi i fogli, presi una sedia e mi sedetti vicino a lui, seguiva ogni mio gesto, fermò lo sguardo sulle mie mani:
- <<
Che cosa
sono?>>.
- <<
Andiamo con ordine, in questi giorni, ho cercato il miglior di centro
di
neurochirurgia della California e con sorpresa mi sono accorta che
è il
Cedars-Sinai.>>
- Si
era irrigidito improvvisamente ed aveva appoggiato la schiena sulla
spalliera,
aveva incrociato le braccia sul petto, puntando lo suo sguardo su di
me, mi
schiarii la voce e ripresi:
- <<
Ho chiamato il reparto e ho fissato un appuntamento.>>
- <<
Cosa mi hai fissato un appuntamento?>>.
- << No, ho deciso che prima volevo parlare io con lo specialista,
- chiarirmi
le
idee.>>
- <<
Sei andata al Cedars e quando?>>
- <<
Oggi pomeriggio.>>, lo dissi d’un fiato e lo
guardai.
- Edward
scattò in piedi, il suo viso cambiò espressione:
- <<
Come oggi! Ma avevi detto…. avevi…>>
- Mi
ero alzata anch’io e avevo allungato il braccio verso di lui:
- <<
Edward ti prego fammi finire, io e Jasper…>>
- <<
Jasper! Hai trascinato anche lui in questa storia?>>, si
avvicinò al mio
viso.
- <<
Edward ti prego!>>.
- << Perché mentirmi?>>, il suo tono era sempre più concitato,
- <<
non
son un bambino.>>
- <<
Edward... Lasciami finire! Ti prego!>>.
- << Non voglio più ascoltarti! Vattene!>>, mi disse con tono fermo,
- mi
diede
le spalle.
- <<
Edward.>> Mi ero avvicinata a lui, le avevo poggiato la
mani sulla
schiena.
- <<
Ho detto vattene! Non voglio più vederti! Sono stato un vero
stupido a fidarmi
di te… non toccarmi!>>, si era voltato era
furente, mi spinse via.
- Indietreggiai,
inciampai nel muretto dell’aiuola e caddi.
- Sentì
la testa batter contro qualcosa e poi fu il buio.
CAPITOLO 11
-
Una ragione per vivere
- BELLA
- Mi
svegliai
molto presto, avevo la testa leggera, alzai il viso e mi
sembrò di sognare, due
occhi color smeraldo mi fissavano, la sua mano tra i miei capelli, il
suo braccio
a cingermi le spalle, stupendo come sempre, sembrava un angelo con i
capelli
arruffati, allungai la mano e gli sfiorai il viso, chiuse gli occhi:
- <<
Buongiorno amore.>>, disse.
- <<
Buongiorno.>>, un bacio.
- <<
E’
uno spettacolo vederti dormire, immaginavo fossi bellissima, ma non
così. Sai
che quando dormi parli?>>.
- <<
Chissà
cosa mai sarà scappato dalla mia bocca.>>,
dissi arrossendo.
- <<
Più che altro mi chiamavi, mi volevi, volevi delle risposte
da me, è stato
molto istruttivo.>>, rispose ridendo.
- <<
Non
avrai riposato per niente?>>.
- <<
Mi
è bastato averti tra le braccia.>>
- Allungai
ancora la mano, gli passai le dita sulle evidenti occhiaie:
- <<
Sarai
distrutto.>>
- <<
Sempre a preoccuparti per me, lascia, per una volta, che mi prenda cura
di te.>>
- <<
Dovrei
andare in bagno.>>
- <<
Ecco, in questo non posso proprio aiutarti, avrò
già le mie difficoltà per
camminare.>>, fece un mezzo sorriso.
- <<
Esistono le infermiere per questo.>> usai il campanello,
mentre Edward,
con attenzione si sedeva accanto al letto.
- Mi
sollevai
piano, la testa girava vorticosamente, la ferita mi dava fastidio, ma
non
volevo farlo preoccupare.
- <<
Potrebbe accompagnarmi in bagno?>> chiesi
all’infermiera, << non
credo di riuscire a centrare neanche la porta in questo momento, la
stanza gira
in maniera vorticosa.>>
- <<
Vado
a prendere una sedia.>>.
- Vidi
Edward
alzare lo sguardo verso di me e mi affrettai a dire:
- <<
Non occorre, basterà che mi sostenga fino al bagno, posso
farcela.>>
- Passai
il
braccio intorno alla sua spalla e scesi dal letto, camminai, cercando
di essere
più disinvolta possibile. Mi sciacquai il viso e ripresi un
po’ di presenza di
spirito, mi guardai la benda così vistosa e storsi la bocca,
cercai anche
capire quanto fosse esteso il danno ai miei capelli, ma rinunciai.
- <<
Tutto
a posto lì dentro?>>, chiese
l’infermiera.
- <<
Sì,
arrivo.>>
- Mi
riaccompagnò al letto, Edward armeggiava con il cellulare.
- <<
Speriamo mi facciano uscire già stamattina, voglio tornare a
casa.>>
- <<
Non
avere fretta, meglio esser sicuri che tutto sia a posto.>>
- <<
Non voglio stare un minuto in più del necessario, in
ospedale.>>
- <<
Fobia da stanze asettiche?>>, disse ridendo.
- <<
Confesso
di non amarle.>>, chiusi gli occhi e mi passò
l’immagine di Jacob dinanzi
agli occhi, ma poi pensai di essere stata indelicata con Edward.
- Lui
alzò lo
sguardo dallo schermo del cellulare e disse:
- <<
Allora dovrò rinunciare alla tua compagnia, per tutto il
tempo che sarò
ricoverato per gli interventi e dopo per la
riabilitazione.>>, disse
sorridendo sornione.
- <<
Cosa
c’entra. In quel caso, avrai la nausea di avermi intorno, non
riuscirai a
staccarmi da te nemmeno per un istante. Tutto questo riguarda
direttamente me,
ho avuto la fortuna di star sempre bene, quindi non sono abituata,
tutto
lì.>>
- Entrò
il
medico, si avvicinò lesse la cartella, mi
controllò:
- <<
Ti
medico, ti cambio la fasciatura e posso firmare le dimissioni, dovrai
farti
medicare ogni due giorni, ma questo può farlo anche in
ambulatorio e verrai tra
una decina di giorni per togliere i punti.>>
- <<
Potrebbe mettermi qualcosa di meno vistoso di questo?>>.
- <<
Vedrò cosa posso fare.>>
- <<
Le
donne.>>, disse Edward sorridendo.
- <<
Immagino solo cosa scapperà dalla bocca ad Emmett non appena
mi vedrà.>>,
dissi.
- <<
Lo
minaccerò. A proposito dottore mi dia delle indicazioni
precise su ciò che questa
signorina deve o non deve fare nei prossimi giorni, sa è un
po’
ribelle.>>
- <<
Non
deve stare al sole, non deve guidare per qualche giorno, niente alcool,
deve
riposare e mangiare bene.>>
- Si
aprì la
porta:
- <<
Buongiorno.>>, disse Alice entrando.<< Come
stai?>>.
- <<
Bene.>>, risposi, << voglio uscire alla
svelta.>>
- <<
Siamo qui per questo. Andremo a casa tua e poi se ve la sentite, nel
pomeriggio
vi aspetteremmo
- da
Emmett.>>,
aggiunse Jasper.
- <<
Bella
deve riposare.>>, disse Edward.
- <<
Non
penso proprio, mi possa stancare distesa su di una sdraio in mezzo ai
miei
amici… corretto dottore?>>.
- <<
Non
fa una piega, ti prescrivo degli antidolorifici, avrai il mal di testa
ancora
per qualche giorno.>>
- <<
Bella prospettiva, lunedì dovrei essere a
lezione.>>
- <<
Vede dottore,>>, disse Edward, << non
è ragionevole.>>
- <<
Valuta la situazione in maniera obiettiva, senza forzature, considera
che stare
un giorno in più a casa, potrebbe farti riprendere
prima.>>
- <<
Valuterò
io per te.>>, disse deciso Edward, << e
anche i tuoi genitori hanno
voce in capitolo.>>
- <<
Ok
a proposito dei miei, ne avete notizie?>>.
- <<
Ho
detto loro che ti avrei riportato a casa.>>, disse Jasper.
- <<
Per il pomeriggio vedremo.>>, disse Edward.
- Misi
il
broncio.
- <<
Ho
detto vedremo, non ho detto no. Jasper hai pensato anche a me,
spero?>>.
- <<
Sì,
è fuori dalla porta.>>
- Il
ragazzo
tornò con la sua sedia a rotelle, si avvicinò a
Edward e lo aiutò a sedersi.
- Arrivati
a
casa, mia madre mi attendeva sulla porta, abbracciata a mio padre,
aveva il
viso un po’ tirato.
- <<
Amore mio.>>, mi corse incontro e mi
abbracciò.<< Grazie Edward.>>
- <<
Ci
rivedremo dopo pranzo.>>, disse Edward e Jasper aggiunse:
- <<
Fatemi
sapere se devo venirvi a prendere.>>
- <<
Vediamo come mi sento dopo pranzo e ti farò
sapere.>>
- <<
Stia
tranquilla signora Renèe questi due staranno sotto il mio
strettissimo
controllo. >> rispose Jasper ridendo.
- <<
Guarda
che non ho bisogno di essere controllata, sono assolutamente
responsabile delle
mie azioni.>>
- <<
Sempre
a far polemica.>> disse Alice, << il
dottore ha detto controllo e
coccole.>>
- Edward
era
rimasto in macchina, mi avvicinai al finestrino e lui mi
sussurrò:
- <<
Sarà solo per pochi giorni e penserò io sia al
controllo, ma soprattutto alle
coccole.>>
- Mio
padre
mi accompagnò in camera e si sedette, dinanzi al letto,
sapevo bene cosa
volesse dire il suo atteggiamento, voleva parlarmi e rimandare sarebbe
stato
inutile, con lui era difficile temporeggiare.
- Mi
tolsi le
scarpe, mi distesi di fianco, poggiando con attenzione la testa sui
cuscini.
- <<
Su
parla.>>, gli dissi.
- <<
Stai bene?>>
- <<
Sì
papà, compatibilmente con una ferita che mio pulsa
costantemente da ieri sera e
un mal di testa da guinness dei primati.>>
- <<
Ieri
ho fatto il padre progressista, che comprende, ma dentro di me, non ho
digerito
per niente questa storia. Sono preoccupato per te.>>
- <<
In
che senso?>>
- <<
Edward
ha agito in maniera sconsiderata.>>
- <<
Papà dove vuoi arrivare?>>
- << Secondo me lui non riesce a controllare le sue reazioni oppure ha tanta rabbia repressa per la sua condizione, da sfociare in un atto aggressivo, se qualcosa non gli va a genio! Quindi quello che accaduto ieri potrebbe
- ripetersi.
>>
- <<
Che
dici!>>.
- <<
Ne
sei invaghita a tal punto che probabilmente, non ti accorgi degli
aspetti
negativi di Edward!>>.
- <<
Stai vaneggiando! Innanzitutto non sono invaghita ma innamorata di lui,
è un
ragazzo dolcissimo e controllato, non ha per niente rabbia repressa e
ciò che è
accaduto ieri è stato solo uno sfortunato incidente, nel
quale io ho la mia
parte di colpa.
- E’
la
seconda volta che giudichi la mia relazione con Edward e non te lo
permetto.
- Attento
papà, così rischi di allontanarmi da
te.>>
- Misi
una
mano sulla fronte, comprimendomi le tempie, il mal di testa si era
amplificato
in maniera esponenziale, mio padre si era alzato e aveva allungato una
mano
verso di me, lo allontanai dicendo:
- <<
Hai già fatto abbastanza, non voglio più
parlarti. Chiama la mamma per favore.>>
- Uscì
a capo
chino e dopo pochi secondi entrò mia madre con un bicchiere
d’acqua e una
pillola, fece per parlare, ma la interruppi subito:
- <<
Ti
prego non sono in condizione di affrontare altre discussioni e sappi
che non
m’interessano nemmeno le sue scuse. Devo riposare e
riprendermi prima che torni
Edward, altrimenti sarei costretta a spiegare perché sono in
queste condizioni
e mi vergogno tremendamente delle illazioni di papà su di
lui.>>
- Mi
rimisi
distesa chiusi gli occhi e cercai di assopirmi.
- EDWARD
- Entrai
piano dalla finestra che Renèe mi aveva aperto, mi avvicinai
al letto, la vidi
ancora addormentata, la mano sul viso, le labbra un po’ tese,
la ferita doveva
farle male.
- Rimasi
seduto sulla mia sedia a fissarla, aspettando con ansia che quegli
occhi di cioccolato,
si aprissero.
- Si
mosse,
non appena mi vide, sorrise.
- <<
Amore mio, sei già qui.>>
- <<
Come ti senti?>>
- <<
Molto meglio.>>
- Mi
baciò:
- <<
Sono
così felice quando sei con me, chissà se finirai
con lo stufarti della mia
possessività.>>, mi disse.
- <<
Stufarmi? Impossibile. Ti vorrei sempre vicino. I tuoi genitori e anche
i miei,
forse non riescono a capire a fondo, quanto sia diventato intenso, in
così poco
tempo, il nostro rapporto.>>, le presi le mani, le portai
al petto, il
cuore mi batteva così forte dall’emozione,
continuai, << Bella tu non
puoi immaginare quali pensieri terribili faccio a volte, mi dispiace e
me ne
vergogno anche, vorrei ricacciarli, vorrei aver più fiducia
nella vita che mi
aspetta, perchè adesso ci sei tu, ma non è sempre
facile, ecco perché spesso
sono poco sereno. In considerazione di questo fatto, spero tu sarai
sempre
comprensiva con me, anche quando ti sembrerò diverso, quando
forse non mi
riconoscerai.
- Dammi
un
po’ di tempo, per rasserenarmi, per abituarmi a tutto questo
che è per me
straordinario, mi
hai cambiato
totalmente la vita, sei stata come una stella, sì una stella
in una notte buia,
piena d’incertezza e di affanni, mi hai illuminato
l’esistenza, rendendola veramente,
degna di essere vissuta.
- Dopo
vent’anni di trascinarmi, convivendo stancamente con dolori e
umiliazioni, ti
assicuro che ero forse in procinto di cedere, lasciarmi andare, dire
basta, in
fondo non mi sentivo né indispensabile né
essenziale per nessuno, ma amarti e
sentirmi amato, mi ha fatto cambiare completamente la prospettiva! Sei
riuscita
a darmi una speranza, più che una speranza, una ragione per
vivere! >>.
- Mi
mancava
il respiro, lei aveva chiuso gli occhi e sottovoce mi disse:
- <<
Io
ringrazio mille volte Dio per avermi portato da te, ti amo Edward, ti
amo
tanto!>> mi baciò, mi abbracciò, mi
lasciai cullare da tutta questa dolcezza.
- Sentimmo
un
clacson, poco dopo Renèe entrò:
- <<
Ragazzi c’è Jasper.>>
- <<
Digli
di avere solo qualche minuto di pazienza, arriviamo.>>
- Si
alzò, si
preparò, sotto il mio sguardo vigile, quindi aprì
un cassetto, tirò fuori una
bandana:
- <<
Che pensi di farci con quella?>>, le chiesi.
- <<
Mettimela, per favore.>>
- <<
Non credo proprio sia una buona idea.>>
- <<
Mettila e non legarmela troppo stretta, ma nascondi
quell’insopportabile
cerotto.>>
- Mi
alzai e
feci come mi aveva chiesto.
- <<
Odi farti vedere vulnerabile?>>
- <<
Può darsi… o sono solo un po’ vanitosa,
opinabile come atteggiamento forse… >>
- <<
Lo
dici per me? Non devi io ho accettato la mia condizione, ci convivo da
una
vita, so di essere debole e fragile ed è solo accettandolo
che ho mantenuto,
sia pure tra tante difficoltà, un equilibrio mentale. Tu hai
avuto solo un
incidente che ti rende temporaneamente più delicata, se vuoi
nasconderlo, per
non dare a vedere questa tua condizione, non ci trovo niente di
sconvolgente.>>
- <<
Hai una filosofia di vita così lineare e sensata... sei davvero speciale, amor
mio.>>
- Si
girò
verso di me, mi passò le braccia ai fianchi, il suo viso
contro il mio:
- <<
Non
lasciarmi mai.>>, mi soffiò sul viso.
- <<
Come?
È questo pensiero da dove viene?>>, le risposi.
- <<
Dalla mia insicurezza cronica… e dal fatto che sei
innegabilmente troppo bello.>>
- <<
Io
troppo bello? Sei sempre troppo buona, l’amore ti annebbia la
vista… sicuramente
sono stato molto fortunato
ad averti
incontrata, amore mio.>>
- Le
presi il
viso e la baciai.
- Entrammo
in
auto e andammo via.
- BELLA
- Fummo
letteralmente presi d’assalto, mi accompagnarono sotto il
gazebo, Angela mi
fece sdraiare, mi aiutò a levare il vestitino e si sedette
accanto a me, volle
raccontato tutto, mi guardai bene di scendere in particolari inutili,
mentre Edward
venne trascinato in piscina.
- <<
Come farai con l’università?>>, mi
chiese Angela.
- <<
Vorrei
riprendere già lunedì, il medico non mi ha detto
di restare a casa, ma Edward
non è molto d’accordo, dice che devo riposare,
prendermi qualche giorno.
- Deciderò
domani sera, ma in accordo con lui, non voglio dargli preoccupazioni
inutili… piuttosto
se non dovessi sentirmi bene e non potrò essere
all’università, ci penserete
voi a lui vero?>>.
- <<
Naturalmente.>>
- <<
Angela
vi raccomando però massima discrezione, in questo momento
è così sensibile,
entra facilmente in crisi.>>
- <<
Sì
vede sai, ha un viso così teso.>>
- <<
Quello
che mi è successo, lo ha reso molto nervoso e per quanto io
abbia cercato di
ridimensionarne l’importanza, lui ancora ci ripensa e si
colpevolizza.>>,
mi passai la mano sulla bandana, avevo un po’ di fastidio e
l’emicrania stava
riprendendo vigore.
- Alzai
gli
occhi e vidi Edward che mi fissava. Uscì subito
dall’acqua, si asciugò
leggermente, si sedette accanto a me:
- <<
Stai male?>> chiese.
- <<
Niente
di cui preoccuparsi.>>, dissi sorridendo.
- Angela
gli
passò la mano tra i capelli e disse:
- <<
Il
mio sensibile amico, è un piacere vedervi così
visceralmente in sintonia!>>,
lo baciò sulla fronte e si allontanò.
- <<
Ho
un leggero fastidio, ma voglio restare qui. Sono tutti fantastici, mi
sento
accolta e benvoluta, come se ci conoscessimo da sempre.>>
- <<
È
merito tuo, ti fai amare subito, sei così trasparente e
diretta che è impossibile
non volerti bene.>>, si era disteso accanto a me, aveva
messo la testa
sul mio petto, i suoi meravigliosi capelli mi sfioravano il viso.
- <<
Così
vicino scateni fantasie che non posso soddisfare in
pubblico!>>, gli
dissi ridendo.
- <<
Cosa
scateno? Bella tu non hai idea, quanto facilmente riesco ad immaginarti
tutta
nuda tra le mie braccia, non sai cosa
farei su questo corpo mozzafiato.>>
- <<
Ci
stiamo lasciando andare… eh Cullen!>>, risposi
seria.<< Mi è venuto
un gran caldo, farei volentieri un bagno!>>. risi
- <<
Possiamo
provarci stando attenti a non bagnare la ferita.>>
- Non
appena
fui dentro l’acqua, Jasper si avvicinò e disse:
- <<
Sei proprio sicura di poterlo fare?>>.
- <<
Oddio ne convinco uno e ne spunta subito un altro super
apprensivo!>>.
- <<
Dovresti
essere felice di ricevere tutte queste attenzione.>>,
disse Emmett.
- <<
Attenzioni?
Eccesso di preoccupazione, vorrai dire. Guardate che mi hanno dato solo
qualche
punto in testa, non ho subito una lobotomia!>>, Jasper e Edward si
guardarono, mi voltarono di
spalle e si allontanarono.
- <<
Ehi voi due.>>, dissi ancora, << dove
andate?>>.
- <<
Non vogliamo più assillarti e ci concentreremo su
altro.>>
- <<
Dai come siete permalosi. Venite qui ho bisogno di
entrambi.>>, dissi, facendo
gli occhi dolci e attirandoli verso di me con un gesto della mano.
- Non
appena furono
a tiro, cominciai a schizzarli in faccia e gridai:
- <<
Non
potete reagire, mi si bagna la ferita e saranno guai, subite
belli!>>
- Edward
si avvicinò
a me si avvinghiò ai miei fianchi e cominciò a
baciarmi, Emmett disse:
- <<
Ecco già finito in momento goliardico, torniamo alla
passione frenata.>>
- <<
Sei geloso Emmett?>>, rispose Edward.
- <<
Geloso! Scherzi, siete così melensi da far venire le
carie.>>
- EDWARD
- Voleva
uscire, anche la sera, con gli altri, si sentiva bene, non vedevo il
motivo di
negarle questo piacere. Avevamo più di un motivo, per
festeggiare, pensai con
una punta di amarezza.
- Avevamo
deciso di andare in un locale molto di moda a Malibù l’
“Executive”, i ragazzi ne parlavano da un
po’, certo sapevamo che il sabato era un vero delirio, ma in
fondo un po’ di
confusione, non ci avrebbe di certo spaventato.
- Squillò
il
cellulare, era lei, c’eravamo appena lasciati, mi spostai
davanti alla finestra,
mi fece un cenno con la mano:
- <<
Sono in crisi.>>, mi disse al telefono con voce
concitata. << Forse
è meglio che resti a casa.>>
- <<
Dolcezza sei tu che hai insistito per uscire, ma se non ti
senti...>>
- <<
No, non è questo, non so cosa mettermi e poi questo cerotto
lo odio, non so
come nasconderlo.>>
- <<
Che
t’importa dei vestiti, possono andar bene un paio di jeans e
la bandana, a me
piaci tanto. >>
- <<
Jeans e bandana per l’Executive…
sì… sì mi sembra una grande idea,
forse è
meglio che resto a casa … vai da solo.>>
- <<
Io
senza di te non vado da nessuna parte, resteremo a casa
insieme.>>
- <<
No…
perché? Oh accidenti, ci sentiamo tra un
po’.>>, mi salutò con la mano e
mise giù, sparendo dietro le tende.
- Chiamai
Alice:
- <<
Puoi
andare subito dalla mia ragazza, l’ho sentita adesso ed
è in una crisi da
scelta di vestito e acconciatura, puoi risolvere il
problema?>>.
- <<
Considerami già dietro la sua porta.>>
- Mi
sedetti
spossato, vivevo ogni giorno due situazioni terribilmente contrastanti,
ero
debole e non riuscivo ad abbandonare la sedia, quando stavo in giro, ma
quando
potevo mettermi in piedi magari in casa o in situazioni più
controllate, ci restavo
fino a quando il dolore diventava così intenso da non
riuscire a sopportarlo,
conseguenza diretta, ero stato costretto a ridurre il tempo di
somministrazione
tra una compressa di antidolorifico e l’altra. Stavo
combinando un vero casino.
- Mi
distesi,
chiusi gli occhi e cercai di rilassare la schiena. Sentì
aprire la porta, alzai
la testa, era mia madre, si avvicinò e mi carezzò
la fronte:
- <<
Stanco?>>.
- <<
Un
po’, ma molto felice.>>
- <<
Lo
vedo, hai gli occhi che ti brillano. Sei bellissimo figlio
mio.>>
- <<
Cuore di mamma!>>, sorrisi.
- <<
Stare con lei ti ha trasformato ed io sono talmente contenta di questo
pezzetto
di paradiso che riesce a darti, che non so cosa darei,
perché tutto rimanesse
così.>>
- <<
È vero
che sto vivendo in uno stato di grazia ed è solo merito suo,
ma non la
condannerò a starmi accanto in queste
condizioni.>>
- <<
Non
capisco.>>
- <<
Non fraintendermi, non voglio lasciarla, ma devo fare qualcosa per
migliorare
questo mio stato.>>
- <<
Devi avere pazienza, vedrai che tutto andrà meglio, ho
notato che è un bel po’
di tempo che non hai più crisi respiratorie?>>
- <<
Anche
questo è merito di Bella, erano crisi di panico e tu lo sai,
adesso raramente
mi sento in ansia, lei mi ha dato serenità, mi rende tutto
così perfetto, cosi
organizzato, ma le compressioni non spariscono da sole, così
come non posso
guarire dalla miastenia, senza trovare una cura risolutiva.
- Ho
bisogno di
soluzioni… radicali.>>
- <<
Aspetto
comincio a capire… no Edward lo sai che noi non siamo
d’accordo.>>
- <<
La
vostra scelta di questi anni è stata assurda e soprattutto
papà ha sbagliato,
lui doveva prendere in considerazione l’ipotesi di farmi
operare. >>
- <<
Assolutamente
no! Non voglio neanche pensarci!>>
- <<
Invece
è bene che cominciate a farlo, le tecniche chirurgiche si
sono evolute in
maniera esponenziale, le operazioni al canale vertebrale non sono
più così
rischiose e papà dovrebbe saperlo bene. Lui mi ha condannato
a vivere una vita a
metà, sapendo bene che esisteva una soluzione definitiva,
con buonissime
possibilità di riuscita, ma adesso è bene
consideriate il fatto che ho
vent’anni anni e posso decidere da solo, se ritengo opportuno
affrontare un
percorso diverso da quello che voi avete deciso per me.
- Rifletti
mamma non avete il diritto di costringermi su una sedia per tutta la
vita!>>,
dissi lasciandomi sfuggire un sospiro.
- Emmett
arrivò puntuale, presi la rosa che Mark aveva preparato per
Bella e andai da
lei, con una consapevole pace interiore. Trovai
Alice sulla porta con un sorriso
tronfio, piena di sé:
- <<
Questa volta, mio signore e padrone, ho superato me stessa, sono stata
veramente formidabile, stenterai a riconoscerla!>>
- <<
Impossibile nonostante tutto quello che tu possa avere fatto, la mia
Bella è
bella di suo! Ma grazie, per la tempestività, hai idea
quanto ti voglio bene?>>,
l’abbracciai e la baciai.
- <<
Io
di più mio diletto principe.>>
- Si
scostò e
aprì la porta, Bella apparve, rimasi davvero senza parole,
scesi dall’auto, la
raggiunsi, le porsi la rosa:
- <<
Tesoro, sei un incanto.>>
- Aveva
un mini
abito con il corpetto panna, velato dal tulle nero e la gonna rossa,
stretto
alla vita,una spalla scoperta, Alice aveva acconciato i suoi
capelli con tante chiocche lasciate ad arte
scombinate, così da camuffarle la rasatura e
nascondere
il cerotto.
- <<
Ti
piaccio davvero?>>
- <<
Non trovo le parole.>>
- <<
E’
stata grande.>>, disse indicando il folletto, che con
aria birichina, si
inchinava facendo finta di raccogliere applausi.
- <<
Ehi voi due.>>, interruppe Emmett, <<
dobbiamo raggiungere gli
altri o faremo tardi, continuerete a scambiarvi complimenti e
sdolcinatezze in
macchina… su!>>
- Mi
sedetti
e Bella appoggiò la testa sulla mia spalla, la carezzai, si
rilassò e chiuse
gli occhi, la sentii finalmente serena.
- Arrivati
a
Malibù, mi ritrovai catapultato in un ambiente che non
frequentavo da un po’,
incontrai molti ragazzi, figli di amici di famiglia, che non vedevo da
tempo. Con
fierezza, presentavo a tutti la mia ragazza, lei restava timidamente
accanto a
me, si vedeva che non era proprio a sua agio, ma sorrideva e non
sembrava
dispiaciuta della serata. Ogni tanto mi lanciava un’occhiata,
alla quale io
rispondevo con un bacio, era un buon modo, oltre che a farle sentire
che la mia
presenza costante, di affermare, qualora ve ne fosse bisogno, che
quella
meraviglia era mia.
- <<
Sei stanca?>>, le chiesi, facendola sedere sulle mie
ginocchia.
- <<
Per
niente e poi vederti così sereno e felice, non ha pari,
forse stai bevendo
troppo, ma in fondo oggi è sabato riuscirai a riprenderti
prima di lunedì!>>,
rise.
- <<
Se
non te l’avesse vietato il dottore, sono certo che tu mi
avresti fatto
compagnia in questi giri alcolici!>>
- <<
È
vero, non ho il godimento della sbronza, ma l’emicrania
sì.>>
- <<
Hai mal di testa? Perché non l’hai detto, ci
facciamo riportare subito a casa?>>.
- <<
È
sopportabile, restiamo e divertiamoci.>>
- Emmett
arrivò abbracciato a due ragazze, una delle quali era Tanya.
- <<
Visto chi ho pescato in questo posto.>>, disse lui
ridendo.
- <<
Ciao Edward tutto bene… Bella.>>,
trillò lei.
- <<
Sei finita proprio in buone mani.>>, dissi sorridendo,
<< il mio
buon amico Emmett è re del divertimento, ti
trascinerà in una spirale dalla
quale sarà veramente difficile per te uscirne, prima
dell’alba.>>
- <<
Vedremo chi capitolerà prima.>>, disse
mettendogli la mano dentro la
camicia.
- Si
allontanarono, io mi volsi verso Bella che li fissava con uno sguardo
perplesso:
- <<
La
panterona ha cambiato preda.>>, esclamò alla
fine.
- <<
Eh!>>
- <<
Tu
credevi che non fosse a caccia, forse ha capito che
quest’uomo, non sarebbe
stato un pasto facile e ha cambiato temporaneamente bersaglio. Dovrei
sentirmi
sollevata, ma credo che una come lei, non si faccia scrupoli a provarci
con più
uomini.>>
- <<
Mi
metti a disagio, quando dici queste cose.>>
- <<
E
tu tendi a sottovalutarti, sei appetibile, eccitante, hai uno sguardo
quasi
magnetico, così attraente che è impossibile non
essere affascinati. Fidati ad Tanya,
piaci tanto e se tu abbassassi la guardia, ne approfitterebbe
senz’altro.>>
- <<
Non
ho motivo di abbassare la guardia, sono follemente innamorato di
te!>>.
- <<
Sicuro che non sei compiaciuto da tutto questo
interesse?>>, mi disse, con
tono provocatorio.
- <<
Questa storia comincia ad annoiarmi, non mi piace quando pensi che mi
possa
interessare ad un altra.>>
- << Sto dicendo solo che magari chi la dura la vince…>>
- Cambiai
espressioni, palesai il mio fastidio.
- <<
La
situazione m’incuriosisce.>>, disse ancora lei.
- <<
Curiosità
per cosa? Non capisco.>>, la guardai.
- <<
I
meccanismi che portano una donna sfrontata e sicura di sé ad
interessarsi ad un
uomo, anche se impegnato e le tecniche che mette in pratica, per
tentare di
catturare la sua attenzione, possono essere molto
interessanti.>>
- << Hai intenzione di litigare?>>, il mio tono era serio.
- Non
rispose, fissava un punto poco lontano da noi, Tanya che si strusciava
su Emmett
e poi ogni tanto rivolgeva il suo sguardo ammiccante verso di me. Lei
mi fece
un segno, come per dirmi “Hai visto.” poi sorrise e
mi baciò con una foga:
- <<
No,
non voglio litigare.>>, disse staccandosi e riprendendo
fiato, <<
ma mi rendo conto che se continuo con questi stupidi discorsi
finirò con
l’irritarti davvero!
- Tu
non
capisci, io sono molto insicura ed inesperta, penso che se una
più bella, più
navigata e più sexy di me, continuerà a starti
addosso, alla fine ti farà
notare la differenza e potrebbe anche conquistarti.>>
- Si
era
alzata e mi dava le spalle, le presi la mano e l’attirai su
di me:
- <<
Io
voglio e amo solo una donna, non ho esitazioni né
indecisioni. Da quando ho
posato gli occhi su di te, il mio unico desiderio era averti e sono
stato e
sono ancora io a non considerarmi all’altezza.
- Ho,
comunque, la speranza che le cose possano migliorare ed io possa
diventare il
tuo uomo per sempre.>>, l’abbracciai e la
baciai.
- Sembrò
sciogliersi
finalmente, il suo sguardo finì di vagare per il locale,
rimanendo fisso su di
me e la sua mente finì di immaginare piani di conquista da
parte di giovani pantere.
- Ci
appartammo dietro un piccolo separé e scacciammo anche gli
ultimi residui di
una tensione ingiustificata e inutile, le sue labbra sulle mie, sul mio
collo,
le sue mani carezzarmi, il petto, il suo profumo lasciarmi
completamente
stordito, un continuo contatto tra di noi.
- Pensieri
sconvenienti popolavano la mia mente e il mio corpo le inviava segnali
inequivocabilmente erotici,
ma come è
giusto che fosse, rimasero pensieri e segnali, almeno per questa sera.
- Alle
prime
luci dell’alba, ero del tutto ubriaco, grazie anche a Ben,
Bella riuscì a farmi
rientrare nella mia stanza, senza che mia madre, lo scoprisse. Una
volta assicuratasi
che stessi bene, silenziosamente tornò a casa sua.
- Mi
rimasero
sulla pelle, scie profumate, segni del passaggio delle sue labbra e
sensibili
ricordi delle sue mani e del suo corpo contro il mio.
- Perso
in un
sonno profondo, la sognai, ancora una volta, la sognai, splendida
accanto a me,
pronta a donarsi, a darmi l’ultimo regalo, che ancora restava
celato, il più
prezioso per lei, ma anche per me, il completamento di
un’unione, che io già
consideravo perfetta.
- Ciao
amate
lettrici! (ogni tanto è bene cambiare l’incipit mi
ha suggerito qualcuno)
- Vi
è piaciuto
questo capitolo?
- Il
modo in cui è
tornato il sereno tra i due, ci ha svelato altri aspetti del loro
carattere, del loro intimo, le fobie e le insicurezze di Bella, la
logorante
paura di Edward di essere sempre non all’altezza del suo
amore, il suo sforzo
nel cercare le soluzioni e poi il gruppo di amici che saranno una
costante
piacevole ed affettuosa attorno alla coppia.
- Ancora
una volta
il toccarsi, lo sfiorarsi, il desiderarsi, ma non arrivare alla logica
conseguenza… continuare a conoscersi. Abbiate ancora un
po’ di pazienza.
- Un
appello. Avrete capito che adoro mettere alcune immagini, ma
andando avanti so già che avrò
difficoltà a reperirle, chi di voi appassionate
di Edward e Bella, sapesse disegnare, anche seguendo un modello che io
ho già
in mente, quindi in un certo senso ricopiare, e avesse voglia di
postare i
propri disegni all’interno della mia storia, pubblicizzarli
su di un blog, mi
contatti, grazie tante.
- E
per ultimo, a
voi lettrici romantiche, appassionate, che si lasciano scappare una
lacrimuccia
o che si fanno battere forte il cuore davanti ai tumulti
dell’animo dei nostri
personaggi amati, vi consiglio una ff che sto leggendo in questo
momento “INSIDE
OUT” di
flom. (leggete senza preclusioni i primi
capitoli, vedrete che vi
prenderà)
- Grazie!!!
- A
presto (posterò
presumibilmente venerdì prossimo) e commentate numerose,
fatemi sapere se ancora vi tengo legate a questa storia ,
datemi consigli e suggeriementi.
- Bacionissimi
- Cloe
J