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Autore: Maricuz_M    08/06/2012    5 recensioni
Sospirai, posando la penna accanto al foglio pieno di frasi appena scritte. Ero su una baita in montagna, ed era la Vigilia di Natale. In quel periodo, forse per la neve che vedevo cadere aldilà della finestra della mia camera o per una semplice casualità, sentivo particolarmente la rinomata atmosfera natalizia, e chissà perché, ne traevo ispirazione inconsciamente. Sentivo il bisogno di scrivere qualcosa di magico e fatato, e quella sera, prima di andare a dormire, mi ero decisa. Non avevo un computer con me, ma carta e qualcosa con cui sporcare il foglio sì.
Piegai leggermente la testa di lato, riprendendo fra le mani la pagina e rileggendo. Non avevo ancora ideato la trama, a dir la verità. L’unica cosa certa era che da quel prologo sarebbe uscito qualcosa di incantato e straordinario. Straordinario nel senso di non ordinario, ovviamente.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18


I giorni erano passati fin troppo velocemente.
Avevo cercato di non pensare al momento in cui avrei dovuto lasciare tutti, vedendola semplicemente come la fine di una grande avventura e l’inizio di un’altra, nel mondo reale. In fondo quello che volevo l’avevo avuto, cioè vivere nei panni di me stessa ma in condizioni completamente diverse, con magia intorno e vari personaggi fantastici. Iniziavo a ritenermi più fortunata che altro, ma ero consapevole che avrei pianto come un’idiota nel momento in cui avrei guardato tutti gli altri in faccia.
Comunque, avevo trovato un ottimo modo per non pensare troppo, ovvero non stare mai sola. Tra Kevin, Yvone, Brandon o Desmond –che per fortuna avevo visto di nuovo- ero stata sempre in compagnia. Gli unici due a conoscenza della mia partenza, se così si poteva definire, non avevano più tirato fuori l’argomento del momento, e di questo ero grata loro profondamente. Altrimenti, tanto valeva rimanere a rimuginare senza nessuno attorno.
In quella settimana non avevo fatto niente di troppo particolare, tranne per il fatto che Kevin mi aveva aiutato ad imparare ad usare un po’ dei miei poteri. Non avevo mai avuto modo di affinare la mia tecnica, inesistente, per cui ne approfittavo per essere più fata e per stare insieme a lui. Inutile dire che ogni giorno passato con lui, ogni bacio, ogni sguardo, ogni contatto, aumentava il sentimento che provavamo entrambi nei confronti dell’altro.
E in quel momento, nel letto, pensavo a quanto mi sarebbero mancati quegli attimi, con qualsiasi irrazionalità mi ritrovassi nella mente, e che il giorno seguente avrei salvato il fratello di Brandon.
 
“Ruth..” mi sentii scuotere la spalla da qualcuno. Chiunque sia stato colui che osava disturbare il mio sonno, lo stavo odiando.
“Andiamo, honey, non abbiamo tutta l’eternità.. Oh, aspetta. Io sì.” Sghignazzò il nemico del mio letargo. Mi lamentai mugolando per due motivi: punto primo, mi aveva chiamata come faceva sempre Brandon e non andava affatto bene, punto secondo, stavo dormendo, perché cavolo rompeva le scatole? Un borbottio, poi un’altra scrollata. Basta.
“Fottiti.” Mugugnai. Tra l’altro era l’unica cosa che riuscivo a dire. Eppure dentro di me ne stavo pensando veramente tantissime.
“Gentile pure mentre dorme, ‘sta ragazza..” se ne uscì sarcastico “Ruth, dai, non ho più voglia.”
“Mmmh..” Le risposte intelligenti facevano parte della mia persona.
“Oh Cristo! Kevin, cosa ci fai nudo in camera di Ruth?” urlò, facendomi spalancare gli occhi e tirare su a sedere come una molla. Mi guardai intorno velocemente, ma vidi solo Brandon con espressione scandalizzata “Incredibile, non si ha più pudore.” Continuò.
Lo guardai, con espressione confusa. Lui scoppiò a ridere “Ah, Ruth. Sei una pervertita. Ma ancora non l’avete fatto?” chiese, tra le risate.
“Cosa?”
“Shopping, honey. Shopping.” Scosse la testa “Non avete fatto.. ehm.. fiki fiki?” lo guardai dubbiosa.
“Ti vergogni a dirlo, Brandon?”
“Non volevo essere volgare, non mi vergogno di certo.” Si difese immediatamente. Annuii. Ci sto credendo.
“Ok.. Comunque no, ho sedici anni e stiamo insieme da poco. E buongiorno.”
“Buongiorno. Sto cercando di svegliarti da circa venti minuti, e non scherzo. Forza, preparati, lavati, mangia, vestiti, se preferisci vieni nuda, comunque tra mezz’ora ti voglio qui fuori. Chiaro?”
“Cristallino..” sbadigliai.
“Perfetto.” Si voltò per andare alla finestra, ma si rigirò all’ultimo momento “Muoviti.” Ribadì, poi scomparve. Scossi il capo. Tutto quel movimento, appena svegliata, non mi faceva affatto bene. Per fortuna avevo dalla mia parte il ciondolo, che mi dava la forza. Più velocemente che potei, mi preparai e volai giù per strada, letteralmente. Ecco una cosa che mi aveva insegnato Kevin. Appena atterrai, me lo ritrovai davanti e con un sorriso orgoglioso sul viso.
“Complimenti, hai eseguito tutto a dovere..”
“Ehm.. Grazie.” Ero leggermente spiazzata, per essermelo ritrovato già lì, in attesa di partire per la missione. Parve notarlo, perché aggrottò lievemente la fronte “Tutto ok?”
“Sì, sì, solo che non mi aspettavo di vederti qui.”
“Faccio parte anche io del salvataggio.”
“Eh, ma io intendevo qui,” indicai il marciapiede “adesso, in questo esatto momento. Mi sarei aspettata di più un tuo arrivo da lì, che ti vedevo girare l’angolo” distolsi lo sguardo immaginandomi meglio la scena “avvicinarti verso di noi, sorridendo, per poi afferrarmi i fianchi come fai sempre e..”
“Ruth, stai fantasticando su una persona e glielo stai dicendo dal vivo e in faccia.” Brandon rovinò quell’epico momento e mi fece render conto che, ahimè, aveva pure ragione. Arrossii immediatamente e iniziai a borbottare, mentre Kevin cercava in tutti i modi di non ridere, pure baciandomi. Oh, avrei assunto un giullare e un cecchino. Il giullare avrebbe detto le sue stronzate, il cecchino l’avrebbe ucciso se Kevin avesse riso. Ed io? Io sarei stata lì a sopprimere ogni sua risata. Sì, sì! Avrebbe funzionato.
“Cazzo!” sbottai finemente, stampandomi una mano sulla faccia.
“Cosa?” chiesero entrambi, il biondo quasi scocciato e l’altro con gli occhi lucidi dal divertimento di poco prima.
“Niente, niente.. Andiamo.” Mormorai, strofinandomi gli occhi. Va tutto bene, Ruth. Non stai diventando una maniaca.
“Ok, adesso io schioccherò le dita e ci ritroveremo davanti alle cascate.” Spalancai gli occhi alla spiegazione di Brandon, lui quindi mi guardò alzando un sopracciglio “Ti aspettavi di prendere un treno e poi l’autobus? Non è meta turistica, mi dispiace. E comunque come mezzo di trasporto sono più funzionale, più veloce e meno inquinante degli altri.”
“Ti stai paragonando a delle macchine?”
“Ti stavi facendo un film mentale con il tuo ragazzo?” mi rinfacciò “Vivitelo! Ah, le nuove generazioni..”
“Ok,” Kevin fece terminare quel momento di prese per il culo reciproche, anche perché molto probabilmente avrebbe cominciato a ridere ripensando alle mie imbarazzanti affermazioni di poco prima “andiamo allora.”
“Andiamo, allora.” Ripeté Brandon, d’accordo con lui. Uno schiocco di dita.
 
“Mi viene da vomitare.”
“Non è colpa mia se hai lo stomaco delicato. Cristo, Ruth, sei particolarmente rompicoglioni oggi, hai dormito male?”
“No, non ho dormito male, ma un vecchio decrepito mi ha praticamente buttata giù dal letto.”
“Vecchio posso anche accettarlo, ma decrepito non mi sembra proprio. Ma possibile che mi devi incolpare per qualsiasi cosa? Prima che tu me lo chieda, non sono stato io ad uccidere il gatto della tua vicina.”
“La mia vicina non ha nessun gatto.”
“Mi stai prendendo in giro, vero?”
“Senza offesa, ma state attentando al mio autocontrollo e vi state comportando da bambini.” Per la seconda volta in circa cinque minuti, il mio ragazzo mise fine ai battibecchi fra me e Brandon, quel giorno più frequenti del solito. Sbuffai, gonfiando le guance “Ha iniziato lui.”
Cosa? Che colpa e ho io se hai mangiato jogurt scaduto a colazione? E mi riferisco sia alla tua voglia di vomitare che alla tua acidità.”
“L’unica cosa scaduta con cui sono stata a contatto sei tu.”
“Ragazzi..”
“Scaduto io? Non ho una scadenza. Sono immortale, ignorante.”
“Ignorante? Io sarei ignorante? Senti da che pulpito viene la predica! Se io sono ignorante, sappi che tu se-”
BASTA, PER FAVORE!” dopo l’urlo di Kevin, non volò più una mosca.
Stavamo camminando in una specie di foresta e neanche me ne ero resa conto, troppo presa dal litigio con Brandon, e proprio i quel momento ci eravamo fermati di fronte ad una specie di laghetto, dove in fondo c’era l’imponente presenza di una cascata. Presi a guardarmi intorno, incantata da quella location tipicamente fantasy. Notai che il moro aveva la mia stessa espressione, mentre l’altro.. L’altro fissava insistentemente quel flusso d’acqua che cadeva verso il basso con uno sguardo strano: trepidante, ansioso, sollevato, felice. Un misto di emozioni che gli avevo mai visto tutte in una volta. Sembrava umano.
“Come oltrepassiamo la cascata?” chiesi, dopo un po’.
“Ti preoccupi di ‘ste stronzate?”
“Scusami se io sono solo una semi-fata e non ho i tuoi poteri!” ribattei indispettita.
“Non ricominciate..” cantilenò Kevin, che si guardava ancora intorno.
“Forza, grande mago. Apri un varco e facci entrare.”
“Che mi hai preso, per un portinaio?” se ne uscì, per poi ridacchiare da solo. Cominciò a complimentarsi sotto il mio sguardo allibito e quello compiaciuto di Kevin, che evidentemente aveva apprezzato la battuta, poi tornò serio per concentrarsi e fare il suo dovere. Alleluia. Come se ci fosse stato qualcosa in cima a bloccare l’ascesa dell’acqua, si crearono due flussi che crearono a loro volta un’apertura che dava su una grotta. Fu il primo ad arrivare lì, col suo fantastico teletrasporto, mentre io e il mio ragazzo lo seguimmo volando.
Tornai a toccare il terreno e diedi una pacca sulla spalla a Brandon “Bravo, Mosè. Ora?”
“Ora, come vedi, c’è un corridoio solo. Indovina, indovinello: quale strada prederemo?” chiese sarcasticamente, lanciandomi un’occhiataccia “Ma che razza di domande fai?”
“Ancora?!” Scoppiò esasperato Kevin “Ma che avete?”
Sbuffammo entrambi e cominciammo a camminare, sempre più nell’oscurità “Mh.. Carino il posto. Illuminato, soprattutto.”
“Senti, Kuzko, mi hai preso per una lucciola? Toh, eccoti la luce.” Il biondo mi accontentò e il percorso si fece più distinguibile.
“Grazie.”
“Prego.” Borbottò.
Camminammo per un minuto, poi sentii la soave voce di Kevin alla mia destra “Brandon, ma tu l’hai più visto tuo fratello?”
“Cioè?” chiese lui, guardando davanti a sé.
“Cioè.. Sei mai tornato qui, dopo che è stato rinchiuso?”
“Un po’ di volte, all’inizio, poi ho smesso perché non riuscivo più a guardarlo senza poter fare niente, così mi sono messo d’impegno per trovare una soluzione a tutto.” Si fermò, poi ghignò “Mio fratello è troppo socievole per stare lì dentro da solo.”
Poco dopo, ci ritrovammo davanti a delle sbarre di ferro, che dividevano il resto del corridoio dalla parte finale. Ci fermammo, in silenzio e con gli occhi fissi sulla figura stesa a terra, supina, con un braccio davanti agli occhi e praticamente nuda, se non per uno straccio intorno al suo bacino. Deglutii, inquietata dalla completa mancanza di qualsiasi cosa in quella sottospecie di cella, a disagio per la semi-nudità del più che centenario ragazzo sul pavimento e incuriosita dal suo stesso corpo sporco e dai capelli biondi, esattamente come quelli di Brandon.
“Fratellino..” sospirò Alexander, ancora con gli occhi coperti “Era tanto che non ti facevi vedere.”
Il diretto interessato fece un paio di passi in avanti, poi afferrò con le mani due sbarre e si appoggiò ai suoi polsi con la fronte, quasi stanco “Lo so. Offeso?”
“Annoiato.” Specificò tranquillo, togliendo finalmente il braccio dal viso e tirandosi su a sedere, permettendoci di vederlo in faccia. Sì, erano decisamente simili. Anche gli occhi erano gli stessi, l’uniche differenze erano nei tratti, più marcati di quelli del fratello minore. Rimaneva comunque bellissimo “Come mai di ritorno?” domandò, ma non rinfacciandogli la sua assenza fino a quel momento, semplicemente curioso di sapere cosa l’avesse portato lì. Spostò i suoi pozzi neri su me e Kevin, osservandoci, sempre con quella strana vivacità nello sguardo “Tuoi amici?”
“Nah, una ragazzina acida e il suo ragazzo.” Rispose, facendo spallucce. Alexander tornò a fissarlo, con un sorrisetto divertito che cercava di nascondere la risata che spingeva per uscire. Lo stava prendendo in giro. Ok, mi stava simpatico.
“Capisco.” Affermò, annuendo lievemente “E la ragazzina acida e il suo ragazzo perché sono qui?”
“La ragazzina acida è figlia di una fata e di un’umana.” Lo informò Brandon, staccandosi dalle sbarre “E lui è una fata.”
Il maggiore spalancò gli occhi e alzò le sopracciglia, mostrando la sua sorpresa “Ah!”
“Già. Ah.” Annuì il suo interlocutore. Io mi schiarii piano la voce, nervosa, e sentii Kevin afferrarmi la mano come per tranquillizzarmi. Fortunatamente, ci riuscì.
“E li hai portati qui perché.. si amano?”
“Esattamente.” Sorrise soddisfatto, poi si avvicinò ad una parete con una sporgenza. Sopra di essa, una cavità con qualche simbolo strano intorno “E’ qui che va il sangue?”
“S.. Sì ma..” Alexander si alzò di scatto e si precipitò verso le barre della cella, dalla parte in cui era il fratello “Vuoi liberarmi?”
“No, macché. Volevo solo invitarti al loro matrimonio.” Roteò gli occhi, poi si girò verso di lui “E’ ovvio che voglio liberarti, Alex. E’ quello che cerco di fare da secoli, perché sei così stupito?”
“Pensavo.. Boh, che ne so. Mi ero quasi abituato.”
“Tu sei completamente andato. Ti fa male la solitudine, dammi retta.” Scosse il capo “Sii consapevole che pure se ti trovi bene qui, me ne fotto altamente e ti libero lo stesso.”
“No, no. Fai pure. Ma loro sono d’accordo?”
“Certo che sono d’accordo, devono essere d’accordo.”
“Ma non sanno neanche chi sono! Perché dovrebbero farsi ferire per uno che..”
“Che si è innamorato di una persona ritenuta sbagliata dagli altri?” Brandon alzò le sopracciglia, completando il discorso per lui “Alex, sono cambiati i tempi, le persone intanto si sono fatte più altruiste e meno ottuse e tradizionaliste. Non a caso il tasso di amori considerati immorali sta aumentando, ho visto dei sondaggi interessanti.” Esistevano? Figo. “E comunque li ho aiutati per un’altra storia, anche se dubito che avrebbero rifiutato di liberarti..”
Il biondo più grande sospirò “Va bene, allora..” Brandon ci fece un cenno con la mano per avvicinarci, ma subito dopo la voce di Alexander “No, aspetta!”
“Cosa c’è adesso?” si lamentò l’altro fratello.
“Voglio prima conoscerli!”
“Alex, non ci devi scopare!”
“Voglio conoscere chi mi libererà dall’eterna prigionia, se permetti! Accidenti, come sei diventato scorbutico.” Borbottò infine, ed io non seppi fare altro se non dargli mentalmente ragione. Certo, non sapevo come fosse prima, ma che adesso fosse intrattabile lo sapevo bene. Guardai Kevin, che se ne stava di fianco a me in tutta calma a godersi il siparietto familiare, poi lanciai un’occhiata agli altri due, che ci fissavano. Deglutii ancora.
“Come vi chiamate?”
“Lui è Ke-”
“Non ho chiesto a te, egocentrico.” Sentii uno sbuffo, poi la risposta di Kevin.
“Io sono Kevin, lei è Ruth”
“E quanti anni avete?”
“Sedici e diciassette.”
“Che carini.” Ridacchiò Alexander, facendoci arrossire entrambi come due poveri idioti “Mi raccontate un po’ della vostra storia?”
“Seh, facciamo notte.” Tornò all’attacco Brandon “Dai, prima ti liberiamo, poi parlate quanto vi pare. Magari ti do anche qualcosa da metterti, visto che sei nudo. Non hai freddo? Anzi, non ti vergogni?”
“Brandon, non avevo nessuno con cui vergognarmi, e poi di cosa? E no, non ho freddo. Sto bene.”
“Ok, ok. Fatto sta che un paio di jeans ti farebbero comodo.”
“Un paio di che?”
“Niente, te lo spiegherò.” Sventolò una mano per aria “Dai, venite qui.”
Ci avvicinammo a lui, inizialmente incerti, e guardammo la lama magicamente comparsa nella mano destra di Brandon. Un po’ impaurita, respirai profondamente, affiancandomi maggiormente al moro.
“Quanto sangue serve?” chiesi.
“Oh, che bella voce che hai, Ruth!” esclamò sorridendo candido Alexander, sentendola per la prima volta. Abbozzai un sorriso per ringraziarlo, poi diedi attenzione a Brandon, che mi stava rispondendo studiando attentamente la cavità “Devo riempire questo buco con il sangue di entrambi. Non sembra molto.. Vedo di limitarvi il dolore, comunque.”
Dopo l’ennesima e profonda analisi, sospirò e ci guardò “Porgetemi le mani.”




Buon Pomeriggio! :D
Spero con tutto il cuore che siate della mia stessa idea, perchè.. Io ho amato questo capitolo.
Vi prego di dirmi cosa ne pensate e, più in particolare, cosa ne pensate di Alexander. :3

Il prossimo (ed ultimo) capitolo è in programma per il 13 Giugno. :)
Preparatevi, davvero, perchè io scrivendolo mi sono quasi commossa.
Epilogo, poi, penso proprio che sarà pubblicat il 18!

Grazie a tutti per il solito sostegno, davvero non finirò mai di ringraziarvi.
Siete.. speciali. :')

Alla prossima!!

Maricuz 

   
 
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