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Autore: Giuacchina    08/06/2012    1 recensioni
"But Angie, Angie, you can't say we never tried."
Il nostro strano legame nacque talmente in malo modo che sentirsi dire quelle parole mi faceva pensare che dopotutto ero io quella strana e non quel tizio che mi faceva stare sempre bene.
Si, ero decisamente io quella che non credeva che potesse succedere tutto quel gran casino.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Keith is here!


Bene, bene, bene. Non sapevo quale fosse la cosa peggiore, che io mi sia dimenticata del mio compleanno o che il mio fidanzato lo avesse fatto. Fatto sta che saltai su tutte le furie.
Insomma, si era ricordato solo del primo giorno di lavoro? Aveva preparato tutto quel cibo per uno stupido primo giorno alla radio? Se così fosse stato, era davvero un insensibile.
Quando salii ai piani superiori, feci finta di niente. Se avesse tenuto a me se lo sarebbe ricordato, altrimenti lo avrei fatto pentire di esser nato.
Pauline continuava a darci consigli e istruzioni, Jim chiamava spesso Harry per spiegargli qualche regola di dizione data la sua voce roca e John, il primo tizio che Pauline ci presentò, non faceva altro che chiedermi se mi andava un po’ d’acqua, perché secondo lui ero tesa.
Beh, tesa un corno! Non lo ero affatto, ero solo infuriata.
Il mio compleanno, che diamine!
Ed era anche il giorno della scadenza della telefonata misteriosa! Chissà cosa sarebbe successo. Chissà se sarei sopravvissuta, chissà se qualcuno aveva davvero intenzione di uccidermi.
Alla fine, la giornata finì, Harry non mi degnò nemmeno di una parola riguardo il mio compleanno e io continuai a fingere finchè potei, ergo fin quando non entrammo in auto.
Prima che potesse svoltare l’angolo, iniziai a sbraitare.
«Davvero non sai che giorno è?»
«Si. Il 18 settembre»
«E quindi?»
«Quindi cosa?»
«Cosa succede oggi?»
Mi guardò torvo. «Ti riferisci alla chiamata?» rise.
Sospirai a lungo, cercando di calmarmi.
«Harry, sii serio.»
«Ma sono serio!»
Lo mandai gentilmente a quel paese, senza rivolgergli più né parola né sguardo. Aveva oltrepassato il limite.
Nonostante le sue suppliche e i suoi tentativi di scusa non lo perdonai né gli permisi di toccarmi. Mi aveva totalmente delusa.
Nell’atrio davanti casa calciai una bustina di caramelle facendola finire in strada. Che razza di maleducato aveva osato gettare della spazzatura in casa mia?
Notai che la casa aveva la luce del bagno accesa, probabilmente Harry l'aveva lasciata accesa. Infilai una decina di chiavi nella serratura, non riuscendo a trovare mai quella giusta. Harry corse in mio soccorso, trovando al primo colpo quella che ci sarebbe servita ad aprire quella maledetta porta.
«Grazie» sussurrai, sperando che non mi avesse sentita. Ce l'avevo con lui, avrei dovuto essere meno flessibile alla sua gentilezza.
«Angie, scusami» si affrettò a dirmi non appena chiudemmo la porta di casa.
Nemmeno lì cedetti. Sbraitai per l'ennesima volta.
Le mie urla erano davvero forti, forse non mi ero mai arrabbiata così tanto nella mia vita. Nonostante lui cercasse di intrappolarmi tra le sue braccia non esitai un attimo nel dirigermi in cucina per cercare qualcosa di duro da buttargli in testa (si, in quel momento ero fin troppo impulsiva).
«Angela, stai calma!» urlò lui implorandomi pietà.
«No, non mi calmo! Harry, hai dimenticato il mio compleanno!» e lì caddi.
Oltre al mio grido di dolore sentii un mugugno proveniente dallo scatolo nel quale ero appena inciampata.
Mi alzai di scatto, nascondendomi dietro Harry.
«Ecco, e sono passati sette giorni! Potrebbe essere una bomba, o un mostro, o qualcosa che può ammazzarmi!» esclamai spaventata.
«'sta zitta e va ad aprire» rise lui.
Che aveva tanto da ridere?
«Ma Harry, la chiam-» mi bloccò, porgendomi la scatola, invitandomi ad aprirla, sempre sorridente.
Lo fissai negli occhi per qualche minuto, cercando un punto sicuro su cui potermi “reggere”. Quel verde intenso mi rilassò a tal punto che dimenticai di litigi e morti imminenti. Allungai le braccia verso il pacco e qualcosa mi leccò la mano. Saltai spaventata, vedendo sbucare una testolina marrone con un musetto tenerissimo. Lanciai un urlo che stava ad indicare la mia allegria nel vedere qualcosa di così tremendamente tenero.
Ora stringevo un cucciolo di York-shire tra le braccia, sognante. Era la cosa più bella che avessi mai visto, ed era grande quanto la mia mano. Superava anche la bellezza di Harry, accidenti!
«Allora non te ne sei dimenticato» sorrisi avvicinandomi per baciarlo.
Il nostro romanticissimo momento venne interrotto da quattro voci acute che cantavano "tanti auguri". Ebbi un sussulto nel vedere i miei grandissimi amici ballare con tanto di cappellino a punta e trombetta alla bocca. Mi corsero incontro per abbracciarmi ma mi ritrassi.
«Che succede?» chiese con un finto broncio Niall.
«Ho la cosa più preziosa del mondo tra le braccia, non potete ucciderla in così poco tempo!» sentenziai allegra, poggiando delicatamente il cucciolo sul divano, senza perderlo mai d'occhio.
Saltai addosso a Louis e di conseguenza tutti si buttarono su di me. Stranamente Harry fece lo stesso, senza allontanarli dopo un po'.
«Angie tantissimi auguri!»
«Aspettate un attimo, devo risolvere un mistero» dissi seria acchiappando il cucciolo per accarezzarlo e sedendomi sul divano. Fissai tutti e cinque quegli schianti davanti a me, uno ad uno, finchè Harry non iniziò a ridere.
«Avanti, diteglielo ragazzi» disse infine.
Strabuzzai gli occhi, odiando il fatto di non poter sapere cosa passava nella mente di ognuno di loro in quel momento.
«Allora» iniziò Liam «innanzitutto, ti aspettavi tutto questo?»
Scossi il capo.
Fu il turno di Zayn. «La settimana scorsa hai ricevuto una strana chiamata, giusto?»
Feci per alzarmi, ma Harry fu più veloce di me e mi bloccò abbracciandomi teneramente.
«Beh, è stata una mia idea» urlò contento Louis.
«E il cagnolino?» chiesi fissando quella creaturina così bella.
«Idea mia» disse con voce bassa Harry, scoccandomi un bacio sulla guancia «Ti ricordi della mia idea geniale?»
Annuii. «Voilà!» sorrise mozzandomi il fiato.
«E voi avete fatto tutto questo per me?»
I ragazzi iniziarono ad urlare e buttarsi a terra. Strana reazione, quando avrebbero potuto semplicemente rispondere "si".
«Grazie»
«E' la prima volta che ti vedo sorridere oggi, scusa se ti ho fatta stare con il broncio, speravo che la sorpresa ti sarebbe piaciuta» mi baciò finalmente Harry.
Poi mi rivolsi ai miei amici. «Dormite qui ovviamente, no?»
E ancora le urla e il giocare a terra.
«Come chiamerai il cagnolino?» chiese Liam tornando – come al solito – serio per primo.
Ci pensai su un attimo, poi presi un lungo respiro.
«Keith» annunciai solenne.
Nessuno capì il perché, tranne Harry.
«Mi vorresti tradire con un cagnolino?»
«In realtà starei tradendo Keith con te, Mick.»
Tutti ci guardarono interrogativi ed Harry dette loro una veloce spiegazione ridendo di gusto.
«Mick Jagger aveva un'amante, Angie. Quest'ultima era la moglie del suo compagno di band, Keith Richards. È una sorta di menage a trois.»
 
  
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