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Autore: MartinaPausiniCullen    08/06/2012    3 recensioni
Tutti abbiamo letto e ci siamo appassionati alla saga Twilight, quella raccontata da Bella, che ci ha fatto sognare... ma se invece provassimo a vederla dal punto di vista di Edward?
Penso che la cosa cambierebbe.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
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Capitolo 11: Un tavolo per due.

Le lezioni finirono in fretta, le seguii con poca attenzione perchè avevo un'unica cosa in testa: il pranzo con Bella.
Alice appoggiava totalmente la mia idea, mi aveva detto di non aver paura di niente e di stare attento a ciò che poteva uscirmi dalla bocca, anche perchè loro mi terranno d'occhio.  Ma comunque io continuavo ad angosciarmi con domande stupide del tipo "e se mi coglie alla sprovvista con qualche domanda o curiosità che le rispondo?", che poi alla fine così stupide non sono se ci ripenso.  Avrei improvvisato, come al solito.
Al termine della lezione di inglese mi avviai verso la mensa, fui uno dei primi ad uscire dall'aula e uno dei primi ad arrivare a mensa.  Volevo godermi il momento, l'emozione di sentire i suoi passi e il suo odore avvicinarsi mano a mano alla mensa, e poi chiederle di venirmi a fare compagnia per pranzo e vedere la sua reazione.  Quando la mensa si incominciò a popolare vidi anche i miei fratelli sedersi al nostro solito tavolo con vassoi pieni di roba che non avrebbero mangiato.  Io invece mi ero limitato a prendere una mela, sarebbe stato più facile nasconderla e fingere che non avessi molta fame.
Mi avvicinai al loro tavolo per dirgli che non sarei rimasto a pranzo con loro, ma che avevo preso un tavolo nella direzione opposta, più vicino a quello di Bella e i suoi amici, in modo di poterla invitare a sedersi con me. 
-Ciao ragazzi!- dissi
-Qual buon vento Edward?- disse sarcastico Emmett
-Che ci fai ancora qui? Vai, lei sarà qui a momenti!- mi disse con aria di rimprovero Alice.
-Scusa Alice, dove deve andare?- chiese Jasper, non ci stava capendo niente.
-Hai un appuntamento Edward?- mi chiese Rosalie. 
Mi stavano tempestando di domande senza nemmeno darmi il tempo di rispondergli.
-Se vi state zitti magari vi spiego!- dissi. -Oggi non vi farò compagnia perchè ho deciso di invitare Bella a pranzo.- 
-ahhh ecco cosa nascondevi!! Hai capito Edward!!- ridacchiò Emmett, scambiandosi occhiate divertite con gli altri.
-La volete smettere?- disse Alice. -Edward, noi ce ne staremo qui buoni e calmi, stai tranquillo, ora vai che sta per arrivare.-
-Vuoi un aiuto per calmarti fratello?- chiese Jasper che aveva percepito la mia ansia.
-No Jasper, grazie.- dissi. -Vi prego non dite o pensate cazzate, se mi metto a ridere è la fine!-  e guardai Emmett.  Lui era un casino.
"ti farò vedere i sorci verdi" pensò. -non è la fine, è solo l'ennesima figura di merda che fai!- disse.
-Cretino.- dissi ridendo sotto i baffi.  Rosalie gli diede uno schiaffo sulla nuca e lui la guardò con aria innocente.  Decisi allora di andarmi a sedere in quel tavolino vuoto che mi aspettava, e che specialmente, aspettava lei.  Appena vista la mia decisione Alice sussurrò: -Buona fortuna!- tutta gioiosa.
Mi sedetti e aspettai cinque minuti, poi iniziai a percepire il suo odore e a sentire i suoi passi.  Tutto fu confermato dai pensieri di Jessica, Eric e Mike, che la stavano accompagnando.  
Mi illuminai quando vidi il suo volto.  Però la vedevo agitata, si guardava intorno come se si fosse smarrita e prese solo una limonata. Perchè questo comportamento?
-Guarda che faccia da pesce lesso che ha Edward, pare che ha avuto un'apparizione!- disse agli altri Emmett ed io lo fulminai con uno sguardo.
Il mio sguardo tornò al tavolo dove era seduta Bella, seguii il suo sguardo e vidi che puntava proprio verso il tavolo dei Cullen.  Dopo un pochino distolse lo sguardo e si rabbuiò.  Insomma, era chiaro che era delusa.  E in quel momento capii anche il perchè: non mi aveva visto.
Decisi allora di mettere in atto il mio piano ed iniziai a fissarla.  In attesa che qualcuno mi vedesse iniziai ad origliare fra i pensieri e i discorsi che si facevano in quel tavolo.  L'argomento del giorno era il ballo, dove tutti andavano tranne Bella, che cercavano inutilmente di convincere ad andare. Invece i ragazzi stavano pensando di fare una gita alla spiaggia di La Push.  Ma i pensieri che più mi colpirono furono quelli di Jessica, continuava a dire che Bella era strana da stamattina, da quando le avevo parlato.  Era sognante e distratta, solitaria più del solito. Anche lei si era accorta che non ero al tavolo con i miei fratelli (possibile che davo così tanto nell'occhio da far accorgere la gente che avevo cambiato posto?) e mi cercava con lo sguardo.  Quando mi vide, mi scrutò per qualche minuto e si accorse che stavo fissando Bella, e non perse un minuto in più per dirglielo.
-Edward Cullen ti sta fissando di nuovo. Chissà perchè oggi se ne sta da solo.- sussurrò al suo orecchio.  Vidi Bella girarsi di scatto per controllare dov'ero e la vidi arrossire quando incontrò il mio viso.  Chissà a cosa stava pensando.  Posso solo dire che il suo umore era cambiato d'improvviso, improvvisamente era diventata felice. Io sorrisi sotto i baffi.  Quando i miei occhi incontrarono i suoi, le feci segno col dito di raggiungermi.  La vidi immobile, come se fosse stupita dal mio gesto. Non aveva tutti i torti visto che ero molto lunatico e strano con lei.  Allora le feci l'occhiolino per rassicurarla.  
-Ce l'ha con te?- chiese Jessica, invidiosa.
-Boh. Gli servirà aiuto con biologia. Vado a sentire cosa vuole.- esclamò Bella, non togliendomi mai gli occhi di dosso. Sii!! Ce l'avevo fatta!!  Adesso bisognava solo riuscire a parlare un pò.  
"dai che ha accettatoo!" pensò felice Jasper, ma non lo guardai nemmeno, mi ero perso di nuovo in quegli occhi che a poco a poco si stavano avvicinando sempre di più a me.  Si fermò esitante davanti la sedia, non sapeva cosa fare.  Presi l'iniziativa: - Ti andrebbe di farmi un pò di compagnia oggi?-
Annuì e si mise seduta davanti a me.  Il suo odore era forte, quasi mi ubriacava, ma non avevo la tentazione di azzannarla.  
-Così cambia tutto....- disse lei, riferendosi all' "appuntamento" improvviso.
-Già.  E se devo andare all'inferno almeno ci andrò in gran stile.- le dissi.  Sapevo che le dovevo stare lontano, che prima o poi l'avrei fatta soffrire.  Ma sapevo anche che senza di lei non sapevo stare.  Meglio provarci, avrei saputo cavarmela in un modo o nell'altro.  Lei alzò un sopracciglio, segno che non aveva capito cosa volessi dire
-Lo sai che io non ho la più pallida idea di ciò che hai detto?- disse, più che altro per fare un'affermazione.
-Si, lo so.- le risposi sorridendo.  Avevamo gli sguardi della scuola addosso, specialmente degli amici di Bella, i quali non si dimostrarono molto favorevoli all'idea che gliel'avessi rapita per un pranzo.  Mike Newton continuava a lanciarmi imprecazioni. Quanta gelosia che c'è in giro!  - Sai, credo che i tuoi amici non siano contenti che io ti abbia rapita.- sbottai
-Non importa, sopravvivono anche senza di me.-  rispose lei.  Bel caratterino!
-Si ma non è detto che ti restituisca...- scherzai.  Oddio, insomma, non era uno scherzo vero e proprio!  La vidi deglutire molto fortemente... l'avevo fatta preoccupare? -Sbaglio o sei preoccupata?-
-No, in verità sono solo sorpresa. Perchè tutta questa confidenza ora? A cosa lo devo?- mi chiese un pò acida.
-Ti ho già detto che sono stanco di starti lontano per forza. Quindi ci rinuncio.- dissi. Era la verità. Mi incupii un pò. Per soddisfare un mio desiderio stavo mettendo a repentaglio la sua vita. Che razza di stronzo.
-Da ora in poi infrangerò un pò le regole, farò quello che mi va e mi prenderò quel che verrà.- dissi. Non potevo andar contro a ciò che voleva il mio cuore: se diceva che il mio posto era accanto a lei, io le sarei stato accanto in un modo o nell'altro.
-Ma perchè spara cazzate?- disse Alice agli altri "Smettila Edward, sembri un poco di buono così!" pensò.  In effetti stavo dicendo delle cose che potevano far capire altro.
-Mi sono persa un'altra volta.- disse Bella, facendomi tornare al presente.  Sorrisi.  In effetti non ero stato molto chiaro.
-La verità è che mi lascio scappare troppe cose quando sto con te.-. Vero. Rischiavo di farmi scoprire o di intimorirla.
-Non fa niente, tanto non ne capisco una!- mi rispose.
-Vero.- dissi sarcastico.  Mi fece una smorfia molto attraente.
-Ma... tutto questo vuol dire che ora siamo... amici?- mi chiese.  
-mmm, amici direi che è una parola grossa. Ci potremmo provare ma ti avviso che non sarò un buon amico per te.- la avvisai, mascherando il tutto con un sorriso.
-Continui a ripeterlo e io continuo a non capire...-
-Si, tu non mi dai mai ascolto. Se solo sapessi ciò che fai mi eviteresti. Sto ancora aspettando che arrivi quel momento.- Per lei sarebbe stato di gran lunga più prudente lasciarmi stare visto che sono un vampiro,
-ah, se questa è l'opinione che ti sei fatto sulla mia intelligenza.. bravo, complimenti.- disse lei.  Pensava che io la prendessi per stupida.  Lei non lo era affatto. Tranne quando parlavamo di amicizia fra me e lei, li si che è stupida.  Cazzarola, mi dovrebbe evitare non adorare!
Sorrisi per scusarmi, lei accettò.
-Senti, metti caso che io ora non sappia quello che sto facendo o a cosa stia andando incontro, possiamo provare ad essere amici?- chiese, arrivando al punto.
-Mi sembra una proposta sensata.- le risposi. Più che altro era attraente, un passo avanti.  La vidi fissare la bottiglietta di limonata. Intervenni: - A cosa pensi?-.  Mi guardò stupita, non capita spesso che uno ti chieda a cosa pensi così tanto spesso.  Ma io sono un caso a parte.
-Sto cercando di capire cosa sei.- Sussultai a quelle parole.  Merda, sospettava di me, sospettava qualcosa.  Fui invaso da una calma improvvisa, era Jasper che si era accorto della reazione che avevo avuto con la pronuncia di quelle parole.  Mi ricomposi.
-E hai fatto qualche passo avanti?- chiesi, provando a capire cosa sospettava.
-No, non molti.- 
Risi sotto i baffi: -hai una teoria?-.  La vidi arrossire all'istante.  Chissà che stava pensando! -Non me la vuoi dire?- continuai.
-E' imbarazzante.- disse.  Io ero sempre più curioso.
-E' frustrante, lo sai?- dissi. Mi stava tenendo sulle spine, la cosa non mi piaceva.
-Ah si? Io non capisco cosa ci sia di frustrante nel non conoscere i pensieri di altra gente! Io invece trovo frustrante il fatto che qualcuno ti svia mentre provi a trovare un senso ad alcuni avvenimenti o gesti molto strani, come un giorno salvarti la vita in circostanze incredibili moentre il giorno dopo ti tratta come un'emarginata, invisibile. Mettiamo pure che ti dica che ti spiegherà il suo comportamento quando in realtà non lo fa mai.  Per me questo è estremamente frustrante.-  
"Fanculo tu e la frustrazione" pensò Emmett, che seguiva con grande interesse la nostra conversazione.  Aveva ragione: con la faccenda della frustrazione avevo fatto arrabbiare Bella, che era scoppiata come un non sò cosa, ma che almeno aveva detto tutto ciò che pensava di me. Ero uno stronzo, si è vero. Ammazza se lo ero.  Le promettevo cose, non rispettavo mai niente.
"Cambia atteggiamento Edward! Con una ragazza, con la TUA ragazza non ci si deve comportare così!" mi rimproverò Alice.
-Sei un pò arrabbiata?- chiesi a Bella, sarcastico, lei mi fulminò con uno sguardo.  Intanto guardai alle sue spalle verso Mike Newton, il ragazzo pensava infatti che io stessi facendo perdere la pazienza a Bella, e stava decidendo se venire a riprendersela o lasciarla perdere.   Mi venne da ridere a quel pensiero stupido.  Bella se ne accorse e si insospettì.
-Che c'è da ridere?- chiese a mò di interrogatorio.  Date le circostanze una risata non ci stava molto bene.
-No, niente, c'è un tuo amichetto che pensa che io ti stia importunando e sta decidendo se venire a riprenderti o no.- dissi ridendo.
-Io... non so di chi tu stia parlando, ma sicuramente ti sbagli.- disse lei per difendersi.  Non le piaceva avere pretendenti a quanto pare.
-No, sei tu che ti sbagli.  Ti ho già detto che sono molto bravo a leggere le persone.- dissi.
-A parte me.- disse colpevolizzandosi, come se lei avesse qualche problema.
-Già, tranne te.  Chissà perchè...- esclamai, perdendomi fra i miei pensieri.  Perchè non potevo sentire i pensieri dell'unica persona di cui mi importava sentirli?
La vidi bere un pò della sua limonata che fino ad ora non aveva toccato, ed iniziare a giocare col tappo.  
-Non hai fame?- le chiesi
-No.- . Strano.  -tu?- mi colse alla sprovvista con quella domanda, ma sapevo già come risponderle.
-No, sono pieno, ho mangiato prima.-
-Senti, mi faresti un favore?- chiese lei dopo qualche minuto.
-Dipende da ciò che vuoi.-
-Mi avvisi quando decidi di non parlarmi più? Così posso prepararmi.- disse. Oh wow.  Vuol dire che ci rimaneva male quando non le parlavo. Mi sentii uno schifo.
-Va bene, mi sembra giusto.- dissi soffocando una risata. -In cambio me la puoi dire tu una cosa?- volevo strapparle di bocca una teoria.
-Una e basta.-. Menomale, non aveva specificato niente, potevo chiedergliela.
-Dimmi una teoria.- le dissi dolcemente.
-NO!-
-e dai, me l'hai promesso!-
-anche tu hai una promessa in sospeso con me...- si riferiva all'incidente.  La differenza era che lei nascondeva una cagata, io la mia natura.
Decisi allora di usare uno sguardo che li faceva cadere tutti.  Prima lo abbassai e poi le feci degli  incredibili occhi dolci: -Ti pregoo-.  La vidi perdersi nel mio sguardo.  Aveva funzionato.
-Ehmmm... sei stato punto da un ragno radioattivo?- disse.  Si, come no, Spyderman.
-Poco originale.- sbottai.
-Non riesco a fare di meglio... niente ragni?- mi chiese
-Nah...-
-Radioattività?-
-No.-
-Merd.... ops.- disse arrossedo.
-nemmeno la kriptonite mi fa niente.- le dissi ridendo.
-Tanto prima o poi lo scoprirò.- disse sfidandomi.  Diventai serio.
-Meglio che non ci provi.-
-Perchè?
-E se  non fossi il supereroe? e se fossi il cattivo?- dissi, portandola su una strada più vicina.
-Ah... Capisco...- disse.  Cosa? Come? Che aveva capito?
-Cosa?- chiesi
-Tu sei pericoloso....- disse : -ma non cattivo, non ci credo.-.  Quanta fiducia aveva in me?
-Io non ci giurerei.-
"Noi andiamo, evita di farti uscire parole del cavolo dalla bocca.  A dopo." pensò Rosalie.
Io presi il tappo della limonata di Bella ed iniziai a giocarci sotto i suoi occhi che mi fissavano non proprio increduli, ma una roba del genere.   La mensa si era svuotata, il pranzo era passato molrto velocemente in sua compagnia.  Davvero una bella esperienza, da ripetersi assolutamente.  In quel momento suonò la campanella e Bella si accorse che non c'era più nessuno a mensa.
-Dai andiamo che sennò facciamo tardi!!- esclamò, incitandomi ad andare con lei alla lezione di biologia.  Ma io non potevo andarci.  Anzi, me ne dovevo stare il più lontano possibile da quell'aula. Si parlava di sangue.
-Oggi non vengo a lezione.- dissi
-perchè?- mi chiese incuriosita e dispiaciuta
-saltare qualche lezione di tanto in tanto fa bene alla salute!- risposi, sorridemmo entrambi.
-Allora.. a più tardi!- mi rispose lei e si allontanò.  Prima di uscire definitivamente si girò a vedere dov'ero, ma io ero rimasto immobile, seduto nel tavolino.
"Ciao Bella, amore mio." pensai.  Mi avviai verso il parcheggio e mi rinchiusi dentro la mia macchina, almeno lì non poteva penetrare quell'odore.  Lì avrei aspettato l'uscita degli altri, ma specialmente che uscisse lei.  Misi un cd con della musica rilassante e praticamente caddi in una specie di sonno.

  
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