Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
Segui la storia  |       
Autore: Amy Dickinson    08/06/2012    4 recensioni
Ma ciao ^^
quella che vi apprestate a leggere è una raccolta di brevi componimenti dedicati ai personaggi di questa serie, ogni capitolo tratterà un personaggio (o una coppia, se si legge con attenzione) e sarà a sé, generalmente slegato rispetto agli altri, pertanto andrebbero recensiti singolarmente. Spero che li leggerete e mi lascerete le vostre opinioni in merito, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, davvero ^^
Eccovi l'elenco dei capitoli e fra perentesi trovate il personaggio trattato così vi sarà più facile trovare il riferimento alle vostre coppie preferite:
* Friends or enemies? * (Tart)
* Why can't you see? * (Lory)
* Memories * (Kyle)
* Broken * (Mina)
* A nice game * (Paddy)
* Birthday party * (Ryan)
* Frozen * (Pie)
* Howling at the moon * (Pam)
* Sympathy for the devil * (Strawberry)
* Secretly staring at you * (Ghish)
* How we met * (Mark)
* Darling, she's no longer a baby * (Sakura & Shintaro)
* Friends will be friends * (Mimi & Megan)
* What's friendship? * (Mash)
Grazie dell'attenzione e buona lettura!
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Darling, she’s no longer a baby

Io vado, ciao!” gridò Strawberry, salutando i genitori e correndo verso la porta d’ingresso.
“Come mai oggi si è svegliata così presto? Di solito è sempre in ritardo” chiese il padre, sorseggiando il proprio caffè con aria stupita.
“Semplice: oggi va in gita con la scuola” spiegò sua moglie, prendendo posto accanto a lui. “Dato che andranno altre classi oltre alla sua, vuole essere sicura di arrivare presto, così potrà sedersi vicino a Mark”
Al solo udire quel nome Shintaro si rabbuiò. Strawberry era la sua unica figlia ed era terribilmente geloso del fatto che avesse un fidanzato, non la riteneva abbastanza matura per innamorarsi e, come se non bastasse, odiava Mark. Quel ragazzo non gli piaceva affatto, era molto educato e gentile ma, secondo lui, quella era una facciata e non avrebbe tardato a mostrarsi per ciò che era veramente e, a quel punto, la sua bambina lo avrebbe lasciato, ascoltando finalmente i consigli di suo padre – altrimenti avrebbe sofferto terribilmente, e lui questo non lo voleva.
“Quindi sta ancora con lui?” chiese.
“Sì, sono praticamente inseparabili” rispose Sakura, portandosi le mani al volto con aria estasiata. “Proprio come lo eravamo io e te quando ci siamo conosciuti, ricordi, tesoro?”
“Certo, come fosse ieri. Tu eri la ragazza più bella che avessi mai incontrato e non vedevo l’ora di passare i pomeriggi insieme a te” commentò, sorridendo beato a sua volta.
“Appunto, non credi che per nostra figlia sia lo stesso?”
“Non direi, è soltanto una ragazzina, cosa vuoi che ne sappia lei dell’amore?”
“Ma caro, ti ricordo che quando ci siamo innamorati avevamo la sua stessa età…”
“E allora? C’è una grossa differenza, quelli erano altri tempi, la gente aveva ancora dei valori e i giovani non erano così sfacciati come sono oggigiorno, si prendono e si lasciano continuamente come se nulla fosse, senza vergogna”
“D’accordo, la situazione è un po’ cambiata, ma non credi che Strawberry sia una ragazza di sani principi? L’abbiamo cresciuta ed educata con tutto l’amore possibile, mi fido di lei e so che, nonostante l’età, è seria e responsabile”
“Sì, cara, ma ciò non toglie che il problema sia quel Mark. Non mi sembra sincero”
“E da cosa lo deduci?”
“Non lo so, ma sento che è così, me lo dice il mio sesto senso”
“E da quando in qua hai un sesto senso, caro?”
“Da sempre e mi dice che di lui non ci si può fidare”
Sakura si lasciò sfuggire una risatina e Shintaro la guardò stralunato.
“Cosa c’è da ridere?”
“E’ che quando fai il papà geloso diventi così buffo…”
“Buffo? Non direi, ti assicuro che sono serio” poi salì in piedi sulla sedia e, puntando le bacchette verso l’alto, gridò: “Strawberry non preoccuparti, il tuo papà veglierà sempre su di te e ti proteggerà!”
La moglie fece l’impossibile per soffocare le risate ma con scarsi risultati.
“Oh, caro, sei davvero buffo, ti dico! Ma rimani sempre bellissimo”
“Oh, cara, le tue parole mi rendono felice. Vogliamo dare un fratellino o una sorellina a Strawberry?”
Si strinsero le mani, gli occhi sognanti al pensiero di un secondo pargoletto da amare.
“Sarebbe bello ma non dimentichi qualcosa?”
“Cosa?”
“Sono quasi le otto, se non vai rischi di arrivare tardi a lavoro”
“Me n’ero dimenticato!”
L’uomo saltò giù dalla sedia, afferrò il pranzo, baciò sua moglie e uscì di casa in fretta e furia.
“Buona giornata, fa’ attenzione” lo salutò, allegra come sempre.  


Nel tardo pomeriggio, sbrigate le faccende domestiche, Sakura andò in salotto, accese la tivù e si sdraiò sul divano per riposare un momento. Ma il programma era noioso e dopo qualche minuto smise di guardarlo e iniziò a pensare ad altro.
‘Povero caro, l’amore che prova per Strawberry gli fa vedere una minaccia in ogni ragazzo che le si avvicina, così perde di vista la cosa più importante: la felicità di nostra figlia’
Si sollevò e allungò la mano verso una delle cornici riposte su una vicina mensola, la prese e guardò la foto contenuta all’ interno. Sorrise dolcemente al ricordo. Lei e Shintaro avevano portato la loro bimba di tre anni al parco e si erano fatti fotografare da un passante. Strawberry era seduta sulle spalle di suo padre e si teneva alle sue orecchie, tirandole, e l’uomo, nonostante il dolore, si sforzava di sorridere all’obiettivo, sorreggendo amorevolmente la sua piccola. Accanto a loro Sakura le accarezzava un piedino nudo con una mano e con l’altra abbracciava il marito, con un sorriso smagliante sulle labbra, lo stesso che illuminava il volto della bambina.
“Sono a casa, cara” disse Shintaro entrando in salotto e facendola sobbalzare.
“Oh, bentornato” salutò. “Com’è andata in ufficio?”
“Bene. Cosa guardavi?”
“Questa foto. Ricordi quando l’abbiamo scattata?”
Prese la cornice dalle mani della donna e si sedette a sua volta sul divano.
“Certamente, è uno dei ricordi più belli che ho. Strawberry era una vera peste ma, nonostante tutto, conservava sempre la sua dolcezza, un po’ come fa anche adesso”
Sakura appoggiò una mano sulla spalla del marito e lo abbracciò, tornando ad osservare la foto.
“Il tempo è volato ma dobbiamo farcene una ragione, Shintaro. Strawberry è cresciuta ed è arrivato il momento che inizi a scegliere qualcosa da sé” sussurrò.
“Lo so che il tempo è passato ma Strawberry non è ancora in grado di fare le sue scelte, che esperienza vuoi che abbia?”
“Ecco, caro, credo che tu sia finalmente arrivato al punto. Non ha alcuna esperienza di vita e mai ne avrà se continui ad opprimerla perché non approvi ciò che fa”
“Opprimerla? Io cerco solo di aiutarla”
“Questo lo sappiamo sia tu che io, ma non lei. Il tuo modo di fare la porta a credere che i tuoi non siano suggerimenti ma vere e proprie imposizioni ed è ovvio che non accetti di seguirli”
“E allora come dovrei comportarmi? Smettere di preoccuparmi per lei e lasciarla fare tutto quello che vuole? Non se ne parla!”
“Non dico questo, caro, semplicemente dovresti lasciarle un po’ più di libertà, non invadere i suoi spazi, così potrà fare le sue esperienze e noi potremmo dimostrarle che ci fidiamo di lei”
Shintaro aprì la bocca, pronto a ribattere, ma poi la richiuse subito. Sakura aveva ragione, volente o nolente doveva ammetterlo, Strawberry era cresciuta e non poteva più comportarsi come aveva sempre fatto, doveva darle fiducia.
“E’ vero, cara, di sicuro sbaglio e posso rimediare. Però una cosa è certa: quel ragazzo non mi va a genio”
“Perché angosciarti? Forse non starà per sempre con questo ragazzo, magari cambierà idea, oppure no; ma comunque la cosa non ci riguarda. E’ la vita di Strawberry, lei deve scegliere con chi condividerla e noi, a meno che lui non si comporti male nei suoi confronti, non abbiamo il diritto di dirle cosa fare o con chi stare, non più. Comunque andranno le cose in futuro, sia che si tratti di Mark che di altre questioni, noi non dovremo più interferire, deve incominciare a fare le sue scelte, giuste o sbagliate che siano”
“Ma non voglio che faccia scelte sbagliate…”
“Nemmeno io e questo perché siamo i suoi genitori. Nessun genitore vorrebbe che i suoi figli facciano scelte sbagliate, ma arrivati a un certo punto è necessario dar loro maggiore autonomia, altrimenti quando arriverà il momento che se ne andranno di casa saranno persi”
Shintaro guardò sua moglie con aria sbigottita, Sakura era sempre allegra, sorridente ed accondiscendente ma in quel momento era seria e risoluta. Si abbandonò fra le sue braccia, colpito dalle sue parole, così veritiere che gli facevano anche un po’ male. “Caro, il bene che le vogliamo è immenso e non si esaurirà mai, ci saremo sempre per lei e non l’abbandoneremo mai, ma dobbiamo accettare la verità, devi accettarla” dicendo ciò prese ad accarezzargli la testa. Sebbene quelle parole suonassero severe alle sue orecchie, Shintaro colse comunque l’amore con cui sua moglie le pronunciava. 
“Non è più una bambina” sussurrò dolcemente la donna.
Lui diede un ultimo sguardo alla foto prima di appoggiare la cornice sul pavimento.
“Sakura…” si tirò su e abbracciò la moglie, facendole appoggiare la testa sul suo petto.
“Sono a casa!” esclamò un attimo dopo Strawberry, facendo il suo ingresso in salotto.
“Ciao, tesoro, ti sei divertita?” chiese la madre, sorridendole.
“Sì sì, sono stata benissimo” rispose. “Ma quella foto…”
“La stavamo guardando” si aggregò Shintaro, cercando di normalizzare il tono della voce, passandole la cornice. “Ricordi quella giornata?”
“Ne ho solo un vago ricordo ma so per certo che mi ero divertita, già allora vi volevo bene e adoravo stare in vostra compagnia”
‘Oh, Strawberry’ pensò suo padre con gli occhi lucidi.
“Anche noi ti vogliamo bene, non è vero, caro?”
“Certo, cara, e molto anche”
“Ne sono felice” sorrise, schioccando un bacio sulle guance di entrambi. “Vado a cambiarmi ora, a dopo” e corse al piano di sopra, lasciando cadere la cornice sul divano.
“Quello che dici è vero, cara, tristemente vero. Non è più una bambina” sussurrò all’orecchio di Sakura con un sorriso, non riuscendo però a trattenere una lacrima solitaria che gli rigò una guancia.  

       

L’angolo di Amy
Ciao gente,
come ve la passate? ^^
Allora, ecco qui un capitolo dedicato ai Momomiya e alla gelosia, tipica di molti papà, mostrata da Shintaro, non è tenero alla fine? Che ve ne pare? Io li trovo carini, adoro soprattutto Sakura, la trovo una mamma adorabile ^^
In teoria il dodicesimo capitolo (cioè quello che avete appena letto) avrebbe dovuto essere l’ultimo capitolo e invece no, dopo questo credo che ne scriverò altri due… lo so, a questo punto potete darmi della pazza ma l’ispirazione con me è imprevedibile XD Se però preferite che la concluda con questo capitolo, fatemi sapere, non voglio annoiarvi!
Grazie mille a chi ha recensito il capitolo di Mark, cioè:
TheDreamerGirl, Emmy_Nerisse, Curoicinalove92 e Gely_9_5 (a proposito Gely, grazie per avermi ispirato questo capitolo con la tua storia) e a chi preferisce, ricorda  e segue, grazie davvero! ^^
Recensite please, un abbraccio e a presto!

Amy  

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Mew Mew / Vai alla pagina dell'autore: Amy Dickinson