Darling,
she’s no longer a baby
“Io
vado, ciao!” gridò Strawberry,
salutando i genitori e correndo verso la porta d’ingresso.
“Come mai oggi si è svegliata così
presto?
Di solito è sempre in ritardo” chiese il padre,
sorseggiando il proprio caffè
con aria stupita.
“Semplice: oggi va in gita con la scuola”
spiegò sua moglie, prendendo posto accanto a lui.
“Dato che andranno altre
classi oltre alla sua, vuole essere sicura di arrivare presto,
così potrà
sedersi vicino a Mark”
Al solo udire quel nome Shintaro si
rabbuiò. Strawberry era la sua unica figlia ed era
terribilmente geloso del
fatto che avesse un fidanzato, non la riteneva abbastanza matura per
innamorarsi e, come se non bastasse, odiava Mark. Quel ragazzo non gli
piaceva
affatto, era molto educato e gentile ma, secondo lui, quella era una
facciata e
non avrebbe tardato a mostrarsi per ciò che era veramente e,
a quel punto, la
sua bambina lo avrebbe lasciato, ascoltando finalmente i consigli di
suo padre
– altrimenti avrebbe sofferto terribilmente, e lui questo non
lo voleva.
“Quindi sta ancora con lui?” chiese.
“Sì, sono praticamente inseparabili”
rispose Sakura, portandosi le mani al volto con aria estasiata.
“Proprio come
lo eravamo io e te quando ci siamo conosciuti, ricordi,
tesoro?”
“Certo, come fosse ieri. Tu eri la ragazza
più bella che avessi mai incontrato e non vedevo
l’ora di passare i pomeriggi
insieme a te” commentò, sorridendo beato a sua
volta.
“Appunto, non credi che per nostra figlia
sia lo stesso?”
“Non direi, è soltanto una ragazzina, cosa
vuoi che ne sappia lei dell’amore?”
“Ma caro, ti ricordo che quando ci siamo
innamorati avevamo la sua stessa età…”
“E allora? C’è una grossa differenza,
quelli erano altri tempi, la gente aveva ancora dei valori e i giovani
non
erano così sfacciati come sono oggigiorno, si prendono e si
lasciano
continuamente come se nulla fosse, senza vergogna”
“D’accordo, la situazione è un
po’
cambiata, ma non credi che Strawberry sia una ragazza di sani principi?
L’abbiamo cresciuta ed educata con tutto l’amore
possibile, mi fido di lei e so
che, nonostante l’età, è seria e
responsabile”
“Sì, cara, ma ciò non toglie che il
problema sia quel Mark. Non mi sembra sincero”
“E da cosa lo deduci?”
“Non lo so, ma sento che è così, me lo
dice
il mio sesto senso”
“E da quando in qua hai un sesto senso,
caro?”
“Da sempre e mi dice che di lui non ci si
può fidare”
Sakura si lasciò sfuggire una risatina e
Shintaro la guardò stralunato.
“Cosa c’è da ridere?”
“E’ che quando fai il papà geloso
diventi
così buffo…”
“Buffo? Non direi, ti assicuro che sono
serio” poi salì in piedi sulla sedia e, puntando
le bacchette verso l’alto,
gridò: “Strawberry non preoccuparti, il tuo
papà veglierà sempre su di te e ti
proteggerà!”
La moglie fece l’impossibile per soffocare
le risate ma con scarsi risultati.
“Oh, caro, sei davvero buffo, ti dico! Ma
rimani sempre bellissimo”
“Oh, cara, le tue parole mi rendono felice.
Vogliamo dare un fratellino o una sorellina a Strawberry?”
Si strinsero le mani, gli occhi sognanti al
pensiero di un secondo pargoletto da amare.
“Sarebbe bello ma non dimentichi qualcosa?”
“Cosa?”
“Sono quasi le otto, se non vai rischi di
arrivare tardi a lavoro”
“Me n’ero dimenticato!”
L’uomo saltò giù dalla sedia,
afferrò il
pranzo, baciò sua moglie e uscì di casa in fretta
e furia.
“Buona giornata, fa’ attenzione” lo
salutò,
allegra come sempre.
‘Povero
caro, l’amore che prova per
Strawberry gli fa vedere una minaccia in ogni ragazzo che le si
avvicina, così
perde di vista la cosa più importante: la
felicità di nostra figlia’
Si
sollevò e allungò la mano verso una
delle cornici riposte su una vicina mensola, la prese e
guardò la foto
contenuta all’ interno. Sorrise dolcemente al ricordo. Lei e
Shintaro avevano
portato la loro bimba di tre anni al parco e si erano fatti fotografare
da un
passante. Strawberry era seduta sulle spalle di suo padre e si teneva
alle sue
orecchie, tirandole, e l’uomo, nonostante il dolore, si
sforzava di sorridere
all’obiettivo, sorreggendo amorevolmente la sua piccola.
Accanto a loro Sakura
le accarezzava un piedino nudo con una mano e con l’altra
abbracciava il
marito, con un sorriso smagliante sulle labbra, lo stesso che
illuminava il
volto della bambina.
“Sono
a casa, cara” disse Shintaro entrando
in salotto e facendola sobbalzare.
“Oh,
bentornato” salutò.
“Com’è andata in
ufficio?”
“Bene.
Cosa guardavi?”
“Questa
foto. Ricordi quando l’abbiamo
scattata?”
Prese la
cornice dalle mani della donna e
si sedette a sua volta sul divano.
“Certamente,
è uno dei ricordi più belli
che ho. Strawberry era una vera peste ma, nonostante tutto, conservava
sempre
la sua dolcezza, un po’ come fa anche adesso”
Sakura
appoggiò una mano sulla spalla del
marito e lo abbracciò, tornando ad osservare la foto.
“Il
tempo è volato ma dobbiamo farcene una
ragione, Shintaro. Strawberry è cresciuta ed è
arrivato il momento che inizi a
scegliere qualcosa da sé” sussurrò.
“Lo
so che il tempo è passato ma Strawberry
non è ancora in grado di fare le sue scelte, che esperienza
vuoi che abbia?”
“Ecco,
caro, credo che tu sia finalmente
arrivato al punto. Non ha alcuna esperienza di vita e mai ne
avrà se continui
ad opprimerla perché non approvi ciò che
fa”
“Opprimerla?
Io cerco solo di aiutarla”
“Questo
lo sappiamo sia tu che io, ma non
lei. Il tuo modo di fare la porta a credere che i tuoi non siano
suggerimenti
ma vere e proprie imposizioni ed è ovvio che non accetti di
seguirli”
“E
allora come dovrei comportarmi? Smettere
di preoccuparmi per lei e lasciarla fare tutto quello che vuole? Non se
ne
parla!”
“Non
dico questo, caro, semplicemente
dovresti lasciarle un po’ più di
libertà, non invadere i suoi spazi, così
potrà
fare le sue esperienze e noi potremmo dimostrarle che ci fidiamo di
lei”
Shintaro
aprì la bocca, pronto a ribattere,
ma poi la richiuse subito. Sakura aveva ragione, volente o nolente
doveva
ammetterlo, Strawberry era cresciuta e non poteva più
comportarsi come aveva
sempre fatto, doveva darle fiducia.
“E’
vero, cara, di sicuro sbaglio e posso
rimediare. Però una cosa è certa: quel ragazzo
non mi va a genio”
“Perché
angosciarti? Forse non starà per
sempre con questo ragazzo, magari cambierà idea, oppure no;
ma comunque la cosa
non ci riguarda. E’ la vita di Strawberry, lei deve scegliere
con chi
condividerla e noi, a meno che lui non si comporti male nei suoi
confronti, non
abbiamo il diritto di dirle cosa fare o con chi stare, non
più. Comunque
andranno le cose in futuro, sia che si tratti di Mark che di altre
questioni,
noi non dovremo più interferire, deve incominciare a fare le
sue scelte, giuste
o sbagliate che siano”
“Ma
non voglio che faccia scelte
sbagliate…”
“Nemmeno
io e questo perché siamo i suoi
genitori. Nessun genitore vorrebbe che i suoi figli facciano scelte
sbagliate,
ma arrivati a un certo punto è necessario dar loro maggiore
autonomia,
altrimenti quando arriverà il momento che se ne andranno di
casa saranno persi”
Shintaro
guardò sua moglie con aria
sbigottita, Sakura era sempre allegra, sorridente ed accondiscendente
ma in
quel momento era seria e risoluta. Si abbandonò fra le sue
braccia, colpito
dalle sue parole, così veritiere che gli facevano anche
un po’ male.
“Non
è più una bambina” sussurrò
dolcemente
la donna.
Lui diede
un ultimo sguardo alla foto prima
di appoggiare la cornice sul pavimento.
“Sakura…”
si tirò su e abbracciò la moglie,
facendole appoggiare la testa sul suo petto.
“Sono
a casa!” esclamò un attimo dopo
Strawberry, facendo il suo ingresso in salotto.
“Ciao,
tesoro, ti sei divertita?” chiese la
madre, sorridendole.
“Sì
sì, sono stata benissimo” rispose. “Ma
quella foto…”
“La
stavamo guardando” si aggregò Shintaro,
cercando di normalizzare il tono della voce, passandole la cornice.
“Ricordi
quella giornata?”
“Ne
ho solo un vago ricordo ma so per certo
che mi ero divertita, già allora vi volevo bene e adoravo
stare in vostra
compagnia”
‘Oh,
Strawberry’ pensò suo padre con gli
occhi lucidi.
“Anche
noi ti vogliamo bene, non è vero,
caro?”
“Certo,
cara, e molto anche”
“Ne
sono felice” sorrise, schioccando un
bacio sulle guance di entrambi. “Vado a cambiarmi ora, a
dopo” e corse al piano
di sopra, lasciando cadere la cornice sul divano.
“Quello
che dici è vero, cara, tristemente
vero. Non è più una bambina”
sussurrò all’orecchio di Sakura con un sorriso,
non riuscendo però a trattenere una lacrima solitaria che
gli rigò una guancia.
Ciao gente,
come ve la passate?
^^
Allora, ecco qui un
capitolo dedicato ai Momomiya e alla gelosia, tipica di molti
papà, mostrata da
Shintaro, non è tenero alla fine? Che ve ne pare? Io li
trovo carini, adoro
soprattutto Sakura, la trovo una mamma adorabile ^^
In teoria il
dodicesimo capitolo (cioè quello che avete appena letto)
avrebbe dovuto essere
l’ultimo capitolo e invece no, dopo questo credo che ne
scriverò altri due… lo
so, a questo punto potete darmi della pazza ma l’ispirazione
con me è
imprevedibile XD Se però preferite che la concluda con
questo capitolo, fatemi
sapere, non voglio annoiarvi!
Grazie mille a chi ha
recensito il capitolo di Mark, cioè: TheDreamerGirl, Emmy_Nerisse, Curoicinalove92 e Gely_9_5 (a proposito Gely, grazie per
avermi ispirato questo capitolo con la
tua storia) e a chi preferisce, ricorda e segue, grazie
davvero! ^^
Recensite please, un
abbraccio e a presto!
Amy