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Autore: Notperfect    08/06/2012    9 recensioni
(...)Non potevo credere alle mie orecchie. Non potevo credere a ciò che riuscivo a vedere dinnanzi a me: l'essere umano più bello che avessi mai visto. Ero confusa, spaesata e allo stesso tempo sicura di ciò che avrei detto. Non volevo più nascondermi, non volevo più tenere tutto dentro. Il mio momento era appena arrivato.
-Zayn...-. Dissi in tono dolce e del tutto naturale, come se quello che aveva appena detto non mi avesse scombussolata affatto. -Ho imparato che nella vita devi amare affinché qualcuno ti ami. Io ti amo, e tu?-.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-È una femminuccia!-. Esclamò felice il dottor Trend.
Aveva appena spalmato del gel appiccicoso sulla mia pancia per poi passarci sopra un aggeggio che vedevo sempre nei film, quello che trasferiva su di un monitor l'immagine di cosa vigeva all'interno del corpo femminile.
-Una femminuccia?! Una femminuccia!-. Urlò Trisha.
-Oh Mio Dio! Davvero? È fantastico! Sono...dire che sono felicissimo è poco!-. Zayn mi abbracciò istintivamente mentre io ero ancora sdraiata sul lettino dello studio. Ne rimasi un po' stupita, in fondo non avevamo ancora parlato bene per quanto riguardava ciò che era accaduto tra di noi. Ma comunque stavamo condividendo quell'esperienza insieme e le emozioni di quel momento così bello e intenso mi portarono a ricambiare quell'abbraccio e quel sorriso che si increspò sul suo volto, quello che mi era mancato di più in assoluto, quello che mi faceva letteralmente morire.
-Si, una femminuccia. Guardate, questa è la testa, questo è un piedino...-. Il dottor Trend ci indicò sullo schermo del computer tutte le parti del corpo della mia bambina, cioè, mia e di Zayn.
-È incredibile...Sono senza parole, una femminuccia. Sarà bellissima-. Disse Zayn incredulo e meravigliato, scuotendo la testa da destra a sinistra, tenendo le mani unite sotto il mento, appoggiate sulla scrivania accanto al lettino. Il suo sguardo era rivolto nel vuoto ma era pieno di gioia e felicita, quasi fosse in estasi.
Io non dissi nulla, non solo perché quella notizia che aveva comunicato il dottore era stata una sorpresa che mi aveva completamente resa felice, ma anche perché non sapevo cosa dire. Ero...sconvolta.
-Ma è...sana?-. Chiese Trisha preoccupata quasi fosse stata lei soggetta a quella gravidanza.
L'attesa per la risposta che avrebbe seguito, mi rese nervosa ed agitata; avevo paura che sarebbe stata negativa. Ma anche se lo fosse stata, io avrei accettato la mia bambina così come sarebbe nata. Anzi, per me sarebbe stata perfetta, proprio come lo era quella situazione.
-Si, per ora sembra che sia sana. Semmai ci fosse qualcosa che non va, ve lo farei sapere il prima possibile. State tranquilli-.
Il dottore ci accompagnò all'uscita e noi lo ringraziammo ancora una volta per il tempo passato curandomi.
-Wow, una femminuccia. È una notizia fantastica-. Era Zayn il quale continuava a dire frasi di stupore e gioia allo stesso tempo, mentre muoveva le mani sul manubrio dell'auto. Andava avanti così da ormai dieci minuti ed io ne ero abbastanza divertita, perché Faceva ridere ciò che diceva, in quanto alcune volte erano frasi senza senso e molto ripetitive.
Eravamo diretti a casa, dove Doniya, Waliyha e Safaa ci aspettavano, impazienti di ricevere notizie sulla mia gravidanza. Niall, Harry, Liam e Louis invece, avevano deciso di stare con le loro famiglie per tutto il periodo in cui non avrebbero avuto concerti, interviste o eventi di ogni tipo, così come aveva deciso di fare Zayn, mandando all'aria la piccola festa privata e intima citata quel giorno stesso da Harry. Ma in fondo, sapevo già che non avremmo 'festeggiato' quella sera, in quanto tutti i componenti di quella band erano buoni solo a chiacchiere. Per qualche minuto avevo pensato che anche Zayn lo fosse, ma fui costretta a ricredermi, senza dubbio.
Proprio come avevamo immaginato, le tre sorelle urlarono di gioia e di felicità dinnanzi a quella notizia.
-Una femminuccia è proprio quello che ci vuole!-. Scherzò Doniya, dato che la sua era una famiglia composta da sole donne, ad eccezione di Yasef e Zayn; tuttavia Zayn era un maschio a tutti gli effetti e ricopriva così il ruolo di cinque e più uomini.
Amavo condividere momenti del genere con loro perché sapevano sempre come trattarmi e come comportarsi.
-Le faremo i capelli e la vestiremo come una principessa!-. Esclamò Safaa.
-Non è una delle tue bambole-. Ribatté Waliyha.
-Andate ad avvisare papà di questa notizia, su!-. Incitò Doniya, la quale aveva soltanto trovato la giusta scusa per rimanere da sola con me.
-Hai parlato con Zayn?-. Chiese poi, con aria quasi furtiva e misteriosa. Aveva paura che qualcuno la sentisse.
-Non ancora, ma spero di farlo a breve. Voglio togliermi questo peso da dosso-.
-Tu lo ami ancora, vero?-. Nella fermezza del suo tono di voce c'era la totale consapevolezza e sicurezza che la mia sarebbe stata una risposta positiva.
Ed era così; infatti Zayn era sempre stato il mio punto fisso, anche quando ero completamente assente dalla realtà, perché, vedete, lui era con me anche nelle situazioni impossibili e questo rendeva il nostro amore possibile e veritiero.
Esitai un attimo. Volevo rispondere affermando il contrario perché volevo passare per quella dura, quella a cui avevano spezzato il cuore ed ora voleva vendicarsi, facendo la bastarda. 'Bastarda'. Mi faceva ridere quel termine. Io non mi avvicinavo minimamente a quell'aggettivo, e definendomi così mi rendevo e mi sentivo ridicola. Di bastardo nel mio corpo c'erano soltanto le parole, quelle che non uscivano mai nei momenti opportuni; proprio come stava accadendo in quel momento. Volevo dire a Doniya una cosa quasi sbagliata, dicendo che non l'amavo, ma facendolo, avrei mentito non solo a lei, ma anche a me stessa.
-Diamine, certo che lo amo! Anche se mi avesse tradita realmente e poi fosse ritornato, l'avrei amato, forse più di prima. Il fatto è che sono completamente dipendente da lui, dal suo amore e questo non mi porterà mai ad allontanarmi da lui neanche con la mente. È come se fossi legata a lui da un qualcosa che neanche io sarei capace di spiegare. So solo che è più forte di qualsiasi altra cosa al mondo-.
Doniya sorrise dolcemente e aveva un'aria compiaciuta come se si fosse giá aspettata una risposta del genere. In effetti i miei occhi esprimevano un mai confessato bisogno d'affetto da parte di Zayn, che però era ben riconoscibile; ma io non facevo mai il primo passo, questo lo sapeva già.
-Perché non provi a dirlo a lui tutto questo? Ne rimarrebbe felicissimo perché lui ti ama tantissimo! E...si, lo dico perché è mio fratello e lo conosco benissimo, per questo ti consiglio di non lasciarlo andare, proprio come ho suggerito a Zayn di non lasciare andare te-.
-Cosa? Hai detto questo a Zayn?-.
-Si, ma è stato inutile perché lui già non era intenzionato a farlo. Nicole, lui ti ama così tanto...non farlo soffrire, per favore. Lui l'ha fatto, ma è stata inutile la tua sofferenza perché non aveva fatto nulla di male e anche tu, se lo lasciassi andare, finiresti per farlo soffrire inutilmente perché tu lo ami-.
-...non è che non voglia parlarci, è che sono imbarazzata-.
-Ne ero sicura!-. Commentò Doniya seguita da una risata.
-Ma devo farmi coraggio, quindi...posso parlargli?-.
Doniya mi guardò con aria un po' perplessa e meravigliata per il cambiamento di intenzioni che volevo fare nel giro di un minuto.
-Non devi chiederlo a me. Va' da lui e basta! Su, corri!-. Mi esortò.
Sorrisi e l'abbracciai; ancora una volta mi aveva compresa e si era comportata come una vera amica, come una mia sorella.
Corsi immediatamente di sopra in camera sua. Bussai prima di entrare. Era sdraiato sul letto e guardava il soffitto. Sembrava che fosse in uno stato di beatitudine pur avendo un sorriso debole sul viso; forse non si era neanche accorto di averlo. Aveva un'espressione gioiosa e guardandolo, anche sul mio viso si posò un'aria allegra. Si voltò lentamente verso di me non appena sentì lo scricchiolio della porta.
-Nicole!-. Si rizzò immediatamente vedendo la mia figura sull'uscio della porta per poi appoggiare la schiena sullo schienale bianco del letto in vimini. Di colpo, la sua espressione mutò diventando più seria e quasi preoccupata. Sorrisi lievemente al fine di fare sorridere anche lui. Funzionò.
-Possiamo parlare?-. Chiesi timidamente.
Lui annuì, invitandomi a sedere accanto a lui battendo le mani sul posto vuoto sul letto. Mi sedetti e poi seguì un minuto di silenzio. Più che di silenzio fu di tranquillità perché era come se, sia lui che io, sapessimo già perfettamente cosa volessimo dirci l'un l'altro e ce lo stessimo urlando in faccia giusto in quell'istante.
-Zayn, penso che ti debba delle scuse-.
-Spero che tu stia scherzando-. Disse incredulo. -Non devi dirmi proprio niente, anzi...-. Accostò delicatamente il suo viso al mio per poi iniziare a sfiorarmi le labbra; sapeva già che l'avevo perdonato e avevo compreso la gravità del suo errore. Suonerebbe strano, ma era stato proprio dopo aver capito l'immensità dello 'sbaglio' che i giornali gli avevano attribuito, che capii che lui non l'avrebbe mai fatto, non ne sarebbe mai stato capace.
-No, lasciami parlare...-. Lo allontanai, non con disgusto o rabbia come invece avrei fatto precedentemente, bensì con dolcezza. Lui annuì, curioso di cosa avrei detto nei minuti successivi. -Io ho creduto ad un articolo di gossip su internet; sono stata così stupida da cascarci in pieno. Non ho dato retta a te, al mio cuore. Dovevo immaginare che tu non l'avresti mai fatto, dovevo sapere sin dall'inizio che non mi avresti mai tradita. Sono stata così stupida e ingenua che me ne vergogno. Perciò l'unica cosa che voglio dirti prima che dirai qualcosa, è semplicemente scusa-. Finii il mio breve ma profondo discorso, per poi scoppiare in lacrime. Quelle c'erano sempre durante situazioni del genere. Avevano paura che il mio viso si sarebbe sentito solo. Ignoranti.
Mi strinse a sé più forte di quanto avesse mai fatto, facendo sprofondare il suo viso tra i miei capelli; mi lasciò uno, due, tre baci dietro al collo e sulla guancia sinistra per poi ritornare a guardarmi negli occhi. Anche i suoi erano lucidi, segno che mi aveva perdonata.
Era così bello guardare dritto nei suoi grandi occhi color cioccolato; mi trasmettevano migliaia di emozioni che mi facevano contrarre le pareti dello stomaco, fino a terminare con un buco nel basso ventre, che sapevo sarebbe stato colmato solo dalla sua presenza.
-È per questo che ti amo così tanto! Sono io quello che deve chiederti scusa e non tu. Tu hai soltanto sofferto a causa mia e per poco non mi hai lasciato solo, completamente. Farei di tutto per te, giuro. Devo dirti anche grazie perché è grazie a te se sono ciò che sono. Mi basta guardarti per sorridere e mi basta parlarti per diventare più forte e camminare a testa alta. Io mi sento felice con te al mio fianco. Penso di non aver mai provato sensazioni del genere, anzi, ne ho la certezza, e penso che non abbia mai parlato così esplicitamente ad una persona, forse perché è solo con te che provo amore, senza nessun altro sentimento. Penso che tu sia l'unica di cui mi sia innamorato per davvero fino ad ora, Nicole. Prima non era amore ciò che mi legava ad una ragazza, ma solo attrazione fisica, anche se comunque penso che tu sia la ragazza più bella del mondo, e rimarrò fermo su quest'affermazione per tutta la vita-.
-Per tutta la vita è un periodo di tempo troppo grande, non credi?-.
-Si, ne sono consapevole ed è per questo che lo attribuisco a noi, alla nostra storia-.
Sorrisi a trentadue denti, mentre le lacrime mi tappezzavano il viso, scivolando come l'acqua di una cascata e lasciando il rossore sulle mie guance. Portò la sua mano sul mio volto, asciugando delle lacrime con un solo gesto. Afferrò il mio mento delicatamente e accostò il suo viso al mio. Eravamo naso a naso e il suo viso a pochi millimetri dal mio era la visuale più bella che avessi mai ammirato. Adoravo i suoi occhi nei miei e quel sorriso nato con il mio. Ci bastava essere in quella posizione e tutto intorno a noi scompariva e ciò che ci rendeva più felice era sapere che stessimo insieme e che lo saremmo stati per sempre. L'avevamo promesso.
Un bacio passionale non sarebbe stato in grado di compensare quell'abbraccio. Il semplice tocco tra il mio e il suo corpo mi faceva stare bene.
-Questo momento è perfetto-. Sussurrò ed io riuscii a sentire il suo respiro sul mio collo. Chiusi gli occhi e cercai di memorizzare tutto ciò che stava succedendo in quel momento, come se avessi voluto fotografarlo e custodirlo nella mia memoria. Ma non serviva a nulla perché Zayn sarebbe stato il mio futuro e averlo accanto ogni giorno mi avrebbe fatto ricordare ogni singolo attimo passato con lui. D'un tratto sentii nuovamente un contatto tra le sue labbra e le mie. Premeva con pressione, per paura di ricevere un altro rifiuto.
Paura inutile.
-Mi sei mancato così tanto, Zayn. Spero non capiti mai più-. Dissi, liberandomi da quel bacio, che aveva suscitato in me un mix di emozioni capaci di aver creato il perfetto equilibrio nel mio corpo, per poi incastrare il mio viso nel suo collo. Profumava di vaniglia.
-Te lo prometto-.
Resi più stretta la presa al suo corpo e lui fece altrettanto, reagendo alla mia azione. Iniziai a massaggiare lentamente e con forza il suo cuoio capelluto mentre avevo la dannata voglia di urlare 'Ti amo', ma quel momento mi aveva letteralmente stravolta; era come se tutto fosse diventato calmo, leggero, trasparente ed io avevo perso tutte le forze che avevo. Come quando ci si svegliava di mattina presto e si era così debole da non riuscire ad aprire gli occhi completamente o magari di alzarsi dal letto e iniziare le proprie attività. Inoltre, quel momento era troppo profondo ed emozionante, e una frase del genere sarebbe risultata banale. Non c'era niente e nessuno che poteva rovinare quello che stava accadendo; ero l'unica bionda capace di spezzare quell'atmosfera ma preferii non farlo.
-Vuoi vivere l'attimo con me?-. Chiese improvvisamente.
-Cosa intendi?-.
-Cogliere l'attimo e fare ciò che si vuole fare, senza scuse, senza vincoli-.
Annuii e sorrisi, divertita da ciò che aveva appena detto che mi risultò essere un po' strano.
-Bene, andiamo-.
Mi prese per mano e ci dirigemmo al piano di sotto, dove Trisha, Waliyha e Doniya stavano discutendo su una domanda che avevano appena chiesto in un Talk-Show in tv e Safaa giocava, come suo solito, con le bambole. Queste ci guardarono felici e meravigliate di vederci mano nella mano e con il sorriso stampato su entrambi i nostri volti.
-Dove andate?-. Chiese Trisha quasi titubante, vedendo la fretta che Zayn metteva nei suoi passi.
-Non posso dirtelo, rovinerei la sorpresa a Nicole-.
Guardai le quattro donne con aria di chi non poteva far nulla per soddisfare la domanda appena chiesta da Trisha, la quale fu comunque felice di sapere che Zayn ed io eravamo di nuovo...No, aspettate. Io e Zayn non avevamo mai smesso di amarci. L'affetto che ci legava era immenso e l'amore non prendeva pause. Almeno il nostro seguiva questa regola.
Raggiungemmo in men che non si dica l'auto nel viale di fronte casa.
-Dai, sali!-. Mi ordinò. A differenza degli ordini che si davano di solito, nel suo non c'era cattiveria o autorità, bensì la voglia di farmi stare bene. Perché lui sapeva che quello che stava per fare non avrebbe fatto altro che portarmi felicità.
-Dove stiamo andando?-.
Perché l'avevo chiesto? Sapevo già che non mi avrebbe risposta. E così fu.
Per tutto il tragitto lo esortai a parlare ma invano. Continuava a ridere su ciò che dicevo e chiedevo. In effetti diventai molto monotona e ripetitiva; ma lui non voleva rispondere e quello era il risultato.
Dieci minuti dopo l'auto parcheggiò di fronte all'aeroporto.
Perché io e Zayn ci ritrovavamo sempre all'aeroporto?
-Su, vieni!-. Mi esortò a muovermi porgendomi la mano e incitandomi a correre. Avevo visto scene del genere solo nei film, quelle scene in cui mano nella mano, i due innamorati cercavano di non perdere l'aereo della loro luna di miele; l'unica differenza era che io ero costretta a mantenere la pancia che traballava su e giù seguendo il ritmo della mia camminata. Ultimamente tutta la mia vita assomigliava ad un film e non sapevo se era un vantaggio o meno, perché alla fine, ciò che si imponevano ad ogni essere vivente erano sogni e obbiettivi da raggiungere, i quali alla fine si trasformavano in pure e semplici illusioni. Ma io ero l'unica eccezione, l'aveva detto Zayn, e anche in quel caso era così.
Non mi apprestai a fare domande in quanto sapevo già perfettamente che non mi avrebbe risposta. Così lo seguii sapendo...nulla. Non sapevo un bel niente di cosa avrei fatto nelle ore successive e questo un po' mi metteva ansia, come al solito. Perciò decisi di metterlo alle strette.
-Zayn!-. Urlai fermandomi di sbotto con tono autoritario e infuriato. Di conseguenza anche lui smise di camminare. -...o mi dici dove stiamo andando o, giuro ritorno da tua madre!-.
Preso e affondato.
Assunse un'espressione scocciata e divertita al tempo stesso, quasi sapesse già che l'avrei fatto ed ora ne aveva avuta la conferma. Sorrise maliziosamente poi iniziò a parlare.
-Londra-.
-Andiamo a Londra?-. Chiesi stupita.
Cosa voleva andare a fare a Londra? Gli altri ragazzi non ci sarebbero stati e... Oh, voleva me, non loro. Naturale.
Assunsi un'espressione soddisfatta e così ritornammo a correre a più non posso.
-Perché stiamo correndo?-.
-Non lo so. In fondo dovremmo andare con l'aereo privato che usa la band per le situazioni d'emergenza, ma non vedo l'ora di stare da solo con te-.
Quel che aveva appena detto mi fece sorridere e arrossire. Intanto il braccio iniziò a farmi male; in effetti dovevo cambiare la medicazione.
Arrivammo ad un'uscita dello stabilimento che affacciava su una pista aerea privata. Zayn mostrò tutti i documenti necessari ad accedere a quell'aereo, così dopo pochi minuti eravamo seduti su delle comodissime e lussuose poltrone in pelle lavorate a mano, bevendo coca-cola come fosse champagne e chiacchierando come fossimo persone mondane e illustri. O meglio, quella era la nostra convinzione.
-Dovremmo dire a tua madre che stiamo partendo. Si preoccuperà-.
-Sta' tranquilla. Manderò un messaggio a Doniya e le spiegherò tutto-.
-Bene-. Seguì una pausa, poi ripresi. -Perché stiamo andando a Londra?-.
-Ho intenzione di farti una sorpresa-. Rispose in tono ovvio.
-Ma mi hai svelato il luogo in cui ci stiamo dirigendo-. Dissi un po' confusa e con tono scontato.
-La sorpresa non risiede nel posto in cui stiamo andando, ma in che cosa stiamo andando a fare-.
-Oh...quindi presumo che non debba sapere ciò che andremo a fare perché è una sorpresa-. Dissi con tono di chi in realtà non era soddisfatta della risposta appena ricevuta, ma voleva dare a vedere il contrario. -...una sorpresa-. Ripetei girando lo sguardo dall'altro lato come se fossi stata infastidita. In realtà volevo farlo ridere. Ci riuscii.
-Già, è una sorpresa-.
Zayn rise ingentemente per poi poggiare il suo braccio intorno al mio collo, fino a sfiorare il braccio destro, quello fasciato.
Gemetti per il dolore. Nonostante fosse solo una distorsione, a me faceva un gran male.
-Scusami, Nicole! Ti ho fatta male, aspetta...-.
-Zayn...-. Lo chiamai, ma lui continuava a parlare dicendo cose senza senso con una velocità incredibile. -Zayn...-. Mi guardò e smise di parlare.
Finalmente.
-...non fa niente, davvero. Non preoccuparti-. Dissi, cingendo il suo viso con le mani, e accarezzando lentamente le sue guance. Sentivo con il tatto la barba che tendeva a crescere, ma non mi dava fastidio; anzi, era una bella sensazione.
Lui annuì e riacquistò un'aria più serena, ma non del tutto tranquilla.
-Devi cambiare la fasciatura?-. Chiese preoccupato.
-Già...magari potrei farlo appena arriveremo a Londra. Li comprerò tutto il necessario-.
-No, qui sull'aereo c'è tutto il set ospedaliero-. Si voltò verso l'unica hostess che era a bordo e la chiamò, invitandola a raggiungerci, senza aver sentito prima una mia risposta. Non era maleducato, era solo un po' veloce nel fare le cose. Magari sapeva già cosa avrei risposto.
-Tracy, potresti prendere il kit del pronto soccorso?-.
Questa acconsentì e due minuti dopo aveva già portato a termine l'ordine.
Zayn tolse la benda sporca e avvolse il mio braccio con quella nuova e pulita.
-Grazie-. Dissi al termine di quell'azione, che per lui era stata una vera e propria impresa. Era così maldestro.
-Questo ed altro-. Rispose con tono ironico.
-Pff...-. Sbuffai, inarcando il sopracciglio.
-Che c'è?-. Chiese divertito.
-Perché devi essere sempre così...così...RUFFIANO?!-.
Rise leggermente.
-Ti infastidisce?-.
-No, anzi...-.
-Allora perché reagisci in questo modo?-.
-Perché...non lo so!-.
Su entrambi i volti c'era stampato un sorriso da ebeti, quello che si aveva quando non si capiva niente, quando si dicevano cose senza un filo logico; quel sorriso che di solito assumevano i bambini piccoli quando vedevano qualche bacio o qualche scena passionale in tv. Come se da grandi loro non lo avessero fatto!
-Mi hai mai sognato?-.
-Sei serio?-. Chiesi divertita da quella domanda postami a sua volta, voltandomi verso di lui.
Annuì.
Ritornai ad appoggiare la testa e la schiena sullo schienale della poltrona, guardando sopra di me, come chissà quale meravigliosa visuale ci fosse.
-No, mai. In effetti non c'è bisogno che io ti sogni perché ciò che sto vivendo con te è come se fosse un sogno stesso-. Lui rise. -Sono seria. Ti sembrerà un po' banale questa frase, ma è davvero ciò che penso. Mi sembra di non vivere nella realtà rischiando di potermi svegliare da un momento all'altro e non trovarti più al mio fianco e vedere ciò che abbiamo passato insieme solo come un ricordo. Se fosse così per davvero, sarebbe la fine di ogni cosa per me, della mia felicità, delle mie speranze, della mia vita-.
-Nicole, voglio che da questo momento in poi la tua mente non sia neanche lontanamente attraversata da questo pensiero. Io e te siamo una cosa sola; in un certo senso, è come se fossimo in simbiosi. D'accordo?-. Mi disse, lanciandomi uno sguardo in cerca di approvazione.
-D'accordo-.
Un bacio seguì a quelle parole, dopodiché crollammo entrambi in un sonno profondo, anzi, profondissimo.

-Signor Malik, signor Malik...-. La voce dell'hostess che ci aveva assistito precedentemente mi fece riemergere dal mondo che più di sogni, fu del nulla. Non avevo sognato nulla.
Peccato.
La donna alta, bruna e dai capelli lunghi e ricci, stava scuotendo Zayn con il fine di svegliarlo. Sfortunatamente non sapeva che Zayn andava in letargo quando dormiva e non era facile risvegliarlo, e il suo esortarlo non avrebbe concluso niente.
-Lasci, ci penso io. Tra due minuti staremo fuori da quest'aereo-. Dissi, mentre mi stiracchiavo e ritornavo ad avere una posizione dritta e più decente. Insomma cercavo di ritornare ad avere una posizione da vertebrato; ero letteralmente sprofondata tra i cuscini di quelle comode poltrone.
La ragazza accennò un finto sorriso per poi raggiungere la postazione del pilota.
-Zayn, Zayn...-. Poggiai delicatamente le mie labbra sulla sua guancia e lo accarezzai dolcemente più volte.
-Amore...-. Sussultò per poi aprire gli occhi e voltarsi verso di me.
Amore? Non mi aveva mai chiamata in quel modo seppure ormai stessimo insieme da tanto tempo. Risultava difficile chiamarci con quella parola per entrambi, anche se rappresentavamo quel termine in pieno l'un l'altro.
Era come se stare sotto il suo sguardo penetrante e così profondo, fosse una sofferenza, mi metteva in soggezione, e la mia timidezza non riusciva a sorreggere il peso dell'immensità e della bellezza dei suoi grandi occhi color nocciola. Ogni volta che si posavano su di me, io mi scioglievo dentro. In effetti era come se tutti i miei organi e i miei muscoli, compreso il cuore, soprattutto il mio cuore, si liquidassero. Una vampata di calore e un brivido incredibile, contrastanti tra di loro, mi percorrevano il corpo, dai piedi alla testa. Perché mi faceva quell'effetto? Ormai era da tanto che avevo il piacere e la possibilità di essere una delle sue visuali.
-Starei a guardarti per ore, giuro-. Mi disse con aria imbambolata, dovuta non so se dalla mia presenza o dal sonno.
-Anche io, credimi...Ma dobbiamo andare. L'hostess ci sta guardando con rabbia già da un po'-. Dissi rivolgendo lo sguardo alla ragazza bruna e riccia che intanto era ritornata nella stessa sala dov'eravamo noi.
Si alzò e ci dirigemmo verso la scala che portava alla pista. Non avevamo valigie, borse, bagagli; non avevamo nulla perché dovevamo 'cogliere l'attimo'. Tuttavia entrambi disponevamo dell'immenso amore che provavamo reciprocamente.
Da lì ci dirigemmo, tramite un taxi, ad High Street Kensigton. Via molto familiare.
Ma trovavo strano che Zayn volesse farmi una sorpresa portandomi nella casa in cui avevo vissuto per due settimane circa. Tuttavia lui aveva sempre idee stravaganti e innovative infatti, non a caso era una delle star più famose e idolatrate al mondo.
-Aspettami qui-. Mi impose con delicatezza e modo di fare sbrigativo, mentre si dirigeva al piano di sopra.
Aspettai cinque o sei minuti circa nel salotto di casa. Fu un'attesa molto snervante perché era davvero strano ciò che Zayn stava facendo e aveva fatto fino a quel momento, e questo faceva suscitare in me molto interesse e curiosità. Insomma, 'cogli l'attimo', 'la sorpresa risiede in cosa faremo lì'...tutte quelle parole precedentemente riportate da Zayn, mi gironzolavano in mente, fin quando qualcuno mi arrivò da dietro, mi arrecò un bacio pieno d'amore sul collo e iniziò ad accarezzarmi la pancia gonfia e piena di vita.
-Vieni, andiamo-. Sussurrò per poi afferrarmi la mano e iniziare a salire le scale.
Gradino dopo gradino, sentivo l'agitazione e l'ansia di Zayn. Sembrava aver paura di qualcosa, forse che non mi sarebbe piaciuto ciò che avrei trovato in terrazzo, perché era proprio lì dove ci stavamo dirigendo.
-Zayn, c'è qualcosa che non va?-.
-No, niente, è solo che...-. Sospese quella frase non appena arrivammo alla porta che dava sul terrazzo. Mi fece prima scrutare attentamente ciò che mi circondava: una coperta rosso fuoco ricopriva un pezzo di pavimento, due bicchieri, una bottiglia di un qualcosa a me sconosciuto -io non bevevo molto- ,appoggiati a terra in maniera molto teatrale. Eravamo ancora mano nella mano e riuscivo a sentire la pressione che Zayn metteva nella sua stretta, come se fosse stato costretto a mettere forza dall'ansia che predominava in lui.
-Hai pensato di fare le cose in grande eh, Malik?!-. Dissi sarcastica, dandogli un leggero schiaffo sulla guancia. Volevo alleggerire la situazione; non mi andava che stesse in quello stato d'agitazione.
Lui mi guardò divertito e rise. Mi scortò fino al centro del terrazzo dove vi era la coperta, il cui colore era simile a quello di ciò che avevo dentro: fuori sembravo circoscritta, quasi domata, ma dentro me c'era un fuoco ardente, caldo e luminoso, determinato forse dalla presenza di Zayn.
Ci adagiammo su quel comodo pezzo di stoffa massiccia e iniziammo a guardare il cielo. Era notte inoltrata, in realtà erano le quattro e cinquanta del mattino, e l'azzurro sereno giornaliero era sostituito da un blu intenso tendente al cobalto, caratterizzato da tanti punti luminosi in escandescenza. In escandescenza era anche il mio cuore in quel momento.
-Qui è dove tutto è cominciato, ricordi?-. Prese a parlare d'un tratto.
-Già, non dimenticherò mai quel momento. È stato uno dei più belli della mia vita-.
-Quali sono stati gli altri?-.
-Sicuramente quando ho scoperto di essere incinta e quando ho rivisto il tuo viso al mio risveglio ieri mattina-.
-Davvero è stato bello rivedermi? Anche quando non sapevi ciò che era successo realmente negli Stati Uniti?-.
Annuii e lui sorrise.
-Io non sarei mai stata capace di non amarti più. Ciò che ci lega è più forte di ciò che potrebbe dividerci-. Presi una pausa per guardarlo meglio; strizzai gli occhi come se volessi metterlo a fuoco, per poter gioire e provare piacere ammirando la bellezza che lo caratterizzava. Aveva dei lineamenti fini e delicati; i suoi occhi esprimevano dolcezza e tenerezza, anche se lui stesso voleva dare a vedere altro. Zayn voleva che apparisse come uno duro, autoritario, forte, ma in realtà, dietro quella finta faccia da stronzo, c'era una delle persone più belle che avessi mai conosciuto, anzi, la più bella in assoluto. Ed io avevo avuto il piacere si sfilargli quella maschera e conoscerlo per quello che era realmente: un uomo dall'animo dolce e gentile che non avrebbe fatto mai del male a nessuno e che, al contrario, avrebbe passato la sua vita aiutando gli altri. In quel momento stava assistendo me e l'avrebbe fatto fino alla fine della mia vita. Ma era stata solo la sua volontà che mi aveva portata a vedere dietro quella finta facciata e questo voleva significate che intendeva essere nudo, in senso metaforico, dinnanzi a me. Ed io l'apprezzavo moltissimo perché anche io avevo fatto in modo che conoscesse la vera Nicole. -E i tuoi momenti più belli?-. Ripresi.
-Quando ho conosciuto i ragazzi, quando ho conosciuto te, quando mi hai detto di essere incinta, quando ti ho vista sveglia da quella lunga assenza-.
-E' la sorpresa più bella che potessi mai farmi-. Sussurrai con aria sognante.
-In realtà non è una vera e propria sorpresa, ma volevo solo rimanere solo con te, lontano da tutti e tutto. Perchè tutto è perfetto se quel tutto sei tu e, fortunatamente, tu sei il...tutto-.
Sorrisi per poi accoccolarmi tra le sue braccia.
-Hai pensato al nome da dare alla bambina?-. Chiesi.
Si, non era molto opportuna quella domanda in quel momento, ma ero troppo sconvolta per dire qualcos'altro.
-Non ne hai mai voluto parlare-. Disse, cercando di imitare la mia voce, ma senza successo.
-Si, lo so. Ho cambiato idea-.
-Beh, allora...a me piace Ermione. Ci ho pensato molto e alla fine sono uscito a questa conclusione-.
-Ermione?! Davvero? Zayn, senza offesa, è un nome orribile. Hai visto troppe volte Harry Potter e ti si è fuso il cervello. Non chiamerò mai nostra figlia in quel modo. Sembrerà chiamare un cane-.
Zayn rise rumorosamente e questo fece ridere anche me.
-A te piace molto guardare le stelle, giusto?-.
-Già...-.
-...ed è stata la sera in cui ci siamo...ehm...dichiarati quando mi hai rivelato la tua 'passione' per le stelle-. Dissi imbarazzata.
Lui acconsentì con il capo.
-...quindi hanno una certa importanza nella tua e nella mia vita, paradossalmente-.
Ancora una volta annuì, divertito e curioso del fine che avrei raggiunto con quel giro di parole.
-...quindi, se ti va, potremmo chiamarla Stella; naturalmente solo se piace anche a te-. C'era molta insicurezza nel mio tono di voce e Zayn riuscì a notarlo. Sorrise per poi darmi un bacio sulla fronte.
-Bene, che Stella sia-.
Acquistai un'aria serena e felice, di beatitudine e piena di speranze.
Durante quell'estate Zayn mi aveva fatta stare bene, mi aveva fatta gioire, soffrire, stupire, emozionare, urlare, parlare come mai avevo fatto; durante quell'estate, che ormai volgeva al termine, mi aveva salvata completamente da ogni male, da ogni dolore, da ogni sofferenza.


Questo è quello che accadeva cinque anni fa. Oggi sono una donna di ventitrè anni. Io e Zayn viviamo insieme; abbiamo comprato un loft in Oxford Street. Stella è la bambina più bella che potesse nascere al mondo. D'altronde non potevo aspettarmi di meglio, in quanto Zayn è...una favola. Quando sarà più grande, ho deciso di volerle raccontare la mia storia e la nostra, mia e di Zayn;le racconterò anche per quale motivo è stata chiamata in quel modo. Zayn è un padre premuroso e attento, molto geloso alcune volte, anzi, gelosissimo. Ha soli cinque anni e le ha fatto un discorso sui 'ragazzi'. Patetico. Ah, tra due settimane mi sposo, contente?

Eravamo in sala da pranzo esattamente un anno fa. La casa era vuota e io e Zayn avevamo propositi molto...sdolcinati. Stella era a scuola e tutto era tranquillo e calmo. D'un tratto Zayn si alzò dal divano e cautamente si diresse verso lo stereo appoggiato sul mobile in legno intagliato a mano. Iniziai a sentire una melodia, o meglio, una canzone: 'Just the way you are' di Bruno Mars. Era da tanto che non l'ascoltavo e fece riaffiorare nella mia mente tutte le passate esperienze con Zayn, ricordi bellissimi e indelebili nel mio cuore.
-Hai detto che avresti sposato chiunque te la dedicasse, ricordi?-.
Nicole, sta' calma.
Annuii, e iniziai a guardarlo confusa e spaesata ma anche un po' divertita, pensando che stesse scherzando.
-L'hai ricordato?-.
-Non l'ho mai dimenticato...stavo aspettando solo il momento giusto-.
Di colpo il mio stomaco divenne una sorta di burrone all'interno del quale scivolavano migliaia di particelle di gioia, insicurezza, agitazione...per poi schiantarsi al suolo e sollevare dei polveroni di ansia ed altre emozioni, indecifrabili in quel momento.
-Zayn, non hai davvero intenzione di chieder...-.
-Nicole, penso di amarti nella maniera più completa in cui si possa amare una persona e tu mi fai sentire amato. Essere amato e la sensazione più bella che abbia mai provato, mi fa sentire felice. Ed io voglio essere felice per tutta la vita-. Fece una pausa. -...quindi, Nicole, vuoi...-.
-No, non dirlo, ti prego!-. Lo interruppi.
Iniziò a guardarmi perplesso, quasi dispiaciuto.
-Zayn, io ti amo con tutta me stessa, farei e darei di tutto per te...Ma siamo giovani, troppo-.
Perchè l'avevo detto? Io ero sempre stata contro quei principi ristretti e conservatori e per me l'età era solo un numero.
-Io voglio te, solo te. Voglio passare il resto della mia vita con te, voglio vivere le esperienze che la vita mi pone con te, voglio crescere nostra figlia con te e voglio morire al tuo fianco, tra le tue braccia. Voglio sposarti, Nicole-.
Oh Santo Cielo! Nicole sta' calma. Avevo davvero udito quelle parole che sentivo pronunciare solamente nei film da uomini maturi e ormai trentenni, e che venivano rifiutate da donne cresciute e mature?!
Mi prese per mano e mi invitò ad alzarmi. Lo feci. Eravamo faccia a faccia; lui era di qualche centimetro più alto di me e riuscivo a captare l'irregolarità del suo battito cardiaco.
-Anch'io lo voglio, Zayn. Voglio vivere il resto della mia vita con te. Ma siamo davvero pronti?-. Insomma, mi aveva chiesto di sposarlo, non era una sciocchezza.
Annuì, portando la sua mano sul mio viso e la mia sul suo petto. A quel contatto chiusi gli occhi, quasi come se volessi che lo stampo della sua mano rimanesse per sempre sulla mia pelle.
-Nicole, sposami-. Nel suo tono vigeva fermezza e sicurezza, la il suo sguardo era contraddittorio: emanava preoccupazione e speranza.
-Si-. Pronunciai in un soffio di voce.
-Cosa?-.
-Si, Zayn, voglio sposarti-.
Sul suo viso si increspò un sorriso enorme, il quale fu ben presto imitato dal mio.Mi cinse i fianchi per poi finire in un lungo e passionale bacio. Era un bacio diverso quello, in quanto c'era la consapevolezza e la sicurezza che saremmo stati insieme per sempre e nulla ci avrebbe separati.Era tutto così bello, così perfetto, così giusto.
Io e Zayn ci eravamo promessi amore eterno e così sarebbe stato, in quanto noi vivevamo nel mondo reale, ma con gli occhi e il cuore miravamo all'eternità.





Spero che con questo finale non vi abbia deluse:)
Se vi interessa queste sono due mie fanfiction, date un'occhiata se vi va!

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1111242&i=1
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1099921&i=1
 

   
 
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