CAPITOLO 1: SOGNO
(POV AYLA)
Come ogni mattina mi alzai e
mi diressi in cucina ancora rintronata dal sonno. Erano alcuni giorni che
facevo sempre lo stesso sogno e ogni volta mi alzavo sempre più stanca di
quando andavo a letto. La cosa strana era che non era un incubo o un sogno che
mi lasciava angosciata, ma non era neanche un sogno felice e allegro. Era solo
un sogno, un sogno normale che di normale non aveva nulla.
Avevo provato a parlarne con
i miei ma neanche loro sapevano cosa dirmi.
Mentre facevo colazione mi ritrovai a pensare al sogno. Questa
volta era un po’ diverso.
Inizio sogno
Mi trovavo nel bosco attorno alla casa e stavo
cacciando. Essendo una mezzovampira avevo bisogno sia di cibo umano sia di
sangue, ma quello umano mi era precluso quindi dovevo accontentarmi di quello
animale. Capivo perché non dovevo cacciare gli umani, ma un paio di volte avevo rischiato di cedere alla tentazione. Per fortuna i
miei me lo avevano impedito.
Stavo cacciando un alce quando mi ritrovai davanti un
ragazzo.
Era alto, magro e abbronzato. Aveva i capelli scuri e
sembrava non avere paura di me.
Mi sorrideva tranquillo.
<< Chi sei? >>
chiesi ma non ottenni risposta.
Continuava a
sorridere.
Poi, all’improvviso, cominciò a mutare.
Lo vidi cambiare forma e diventare un lupo enorme
color sabbia.
Mamma e papà mi avevano parlato dei mutaforma di La Push, ma non capivo cosa volesse da me.
Mi avvicinai cercando di capire se mi avrebbe
attaccato oppure no.
In attimo prima che riuscissi a toccarlo lui si voltò e
se ne andò, ma, a differenza delle altre volte, una parola risuonò nel bosco.
Era un nome: Seth.
Fine sogno
Finii la colazione
rimuginando sul sogno. Che Seth fosse il nome del
lupo? Oppure aveva un altro significato?
Non ci capivo più niente.
In aggiunta alle
preoccupazioni fra un po’ sarebbe stato il mio sedicesimo compleanno e avrei
dovuto scegliere se tenere il mio potere o rinunciarvi.
Ancora non sapevo cosa fare a
questo riguardo.
Ero una mezzovampira con i capelli
ramati e gli occhi verdi smeraldo. Ero la fotocopia di mio padre, ma avevo la
cocciutaggine di mia madre. In aggiunta, se toccavo un
oggetto o arrivavo in un luogo che conteneva un ricordo importante di
una persona, potevo vedere quel ricordo e vedere le ripercussioni che quell’evento
aveva avuto su quella persona.
Qualche volta era una
seccatura, ma se riguardava i miei genitori o i miei nonni non era poi così
male.
Nonno Charlie lo conoscevo
solo attraverso questi flash, mentre dei Cullen non avevo bisogno di questo, ma
la soddisfazione di far tacere zio Emmett era veramente grande.
In pratica non sapevo se
rinunciarvi o no.
Possibile che solo io avessi
problemi così grandi a soli sedici anni?
<< Ayla, tutto bene?
>> mi chiese mio padre facendomi sobbalzare.
Possibile che, nonostante non
fosse più un vampiro, fosse così silenzioso?
<< Sì papà, solo il
solito sogno. >> risposi.
<< Va bene. Adesso però
è meglio andare o facciamo tardi a scuola. >> disse.
<< Uffa. >>
sbuffai.
La scuola, altro grande problema. Noiosa, piena di rompiscatole e di vipere.
Ma perché dovevo andarci?
<< Andiamo. >>
disse papà.
<< Arrivo, arrivo.
>> risposi svogliata.
Beata la
mamma che non poteva venire. Nonostante fosse passato del tempo da quando era stata “rapita”
da papà, c’era ancora gente che la ricordava e la sua comparsa a scuola avrebbe
creato dello scompiglio non proprio ben voluto.
Stavo per cominciare un altro
giorno d’inferno.
Possibile che capitassero
tutte a me?
Ecco qui il primo capitolo. Spero vi sia
piaciuto e che qualcuno di voi lasci un commentino anche breve. Che ne pensate del sogno? Non sapevo come introdurre Seth
nella storia e questo mi è sembrato un modo interessante per farlo.
Indovinate che incontra a scuola?
Ora vi lascio nella speranza che il
capitolo vi sia piaciuto.
Iaele