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Autore: StrangerAlien    09/06/2012    0 recensioni
2046:
la popolazione mondiale si riunisce sotto un solo governo,il quale,per ricominciare una nuova vita,brucia l’intero patrimonio mondiale culturale,e stabilisce una nuova lingua universale.
Un piccolo gruppo si riunisce segretamente in ogni nazione,preservando ciò riescono a nascondere al governo e cercando di far sopravvivere le vecchie lingue.
Si chiamano Sognatori.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Christina era sdraiata sul letto, nella sua camera color crema. Le sue mani erano posate sulle grandi cuffie a casco bianche, che rilasciavano delicate note nelle sue orecchie. I suoi occhi verdi, contronati da una sottile striscia di eyeliner, erano chiusi. La sua mente cercava di immaginare un mondo diverso, a lei sconosciuto, diverso, con tantissime “culture”, come il ragazzo le aveva chiamate. La sua famiglia e Wilh erano a letto ormai da un pezzo, ma lei non riusciva a prendere sonno. Allungò indietro la mano, accendendo la lunga lampada a muro dietro di sé. Si alzò, afferrando il suo Ipod, e si avvicinò alla finestra. I lampioni dalla luce fioca illuminavano la strada deserta. Christina alzò lo sguardo verso la luna. Da sempre era attirata da quel piccolo satellite. Era sempre la stessa, fin dall’origine della terra. Quante cose la luna aveva visto, quanti cambiamenti, nascite, morti, quante vite erano passate sotto gli occhi della luna, eppure era sempre lì, fredda, gelida, immutata, immobile, che osservava l’umanità tutte le notti, quando le vere persone uscivano fuori. Christina era troppo presa dai suoi pensieri per accorgersi che Wilh era entrato nella sua stanza. Lui picchiettò sulla sua spalla, e lei sobbalzò. La bionda di scatto si tolse di scatto le cuffie, posandole sul collo.
“Scusa se ti ho spaventata..”
“Fa nulla.” Sussurrò lei, tirandosi ancora più giù la maglia già lunga fino alle cosce, mentre sorrideva imbarazzata. Il ragazzo era a petto nudo sopra i grigi pantaloni elasticizzati. La parte superiore del ragazzo era magra come il resto del corpo, la carnagione era molto chiara. Sopra il suo pettorale destro, inciso a piccole lettere, vi era una scritta in corsivo, Freedom. Christina alzò la mano, carezzando con la punta delle dita il tatuaggio e sussurrando lievemente “Cosa vuol dire?”.
“Libertà.”
Lui la guardava, affatto infastidito dal gelido tocco della mano della ragazza, che era ancora adagiata sul suo petto nudo e caldo.
“Lo vuoi vedere ciò che ti ho detto oggi?”disse lui con un sorriso che incurvava le sue labbra. Lui le aveva parlato di un magazzino inutilizzato nei paraggi, dove vi erano conservati alcuni oggetti antichi. Lei annuì.
“Vestiti.” Il ragazzo uscì dalla stanza prima che Christina potesse replicare. Era incuriosita da morire, gettò l’Ipod sul letto, aprì l’armadio e velocemente si infilò un pantalone blu e una maglia a maniche lunghe bianca.  Prese il giacchetto ed uscì dalla stanza, Wilh la guardava con già addosso i suoi abiti. Uscirono silenziosamente, andando per strada. Era circa l’una del mattino.
Arrivarono davanti un grande edificio, sporco e consumato dal tempo. Le luci lì non arrivavano, perciò erano quasi completamente al buio. Wilh tirò fuori dalla tasca un mazzo di chiavi, ne scelse una ed aprì la grande porta arrugginita. Quando entrarono, era spaventosamente buio.Wilhelm andò ad alzare la leva piatta e le luci si accesero lungo tutto l’edificio.Christina sgranò gli occhi.
  
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