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Autore: Marco1989    28/12/2006    8 recensioni
La pace non può durare per sempre. E a volte, quando la guerra torna a farla da padrona, anche gli eroi possono non essere sufficienti...
Genere: Triste, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku, Goten, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Dragon Ball: The Last Fight

CAPITOLO TRE: ATTACCO A TRADIMENTO

- Si hai capito bene, Yamcho; Goku ha detto che l'appuntamento sarà domani quì alla Capsule Corporation. Non sappiamo se questi alieni siano ostili, ma lui preferisce prepararsi all'eventualità peggiore. Va bene, ci vediamo domani. Ciao.

Vegeta, seduto sul divano in salotto, sbuffò sentendo la moglie attaccare e subito comporre un altro numero. Mentalmente stava maledicendo Kaaroth per quell'idea. Il Sayan più giovane aveva detto di avere una brutta sensazione riguardo a quei misteriosi extraterrestri, e subito la moglie si era buttata a capofitto nell'organizzazione di quella specie di consiglio di guerra; il Sayan era disgustato dall'idea di avere di nuovo in casa tutti quegli idioti che l'avevano invasa il giorno prima.

Nonostante tutto però, per quanto detestasse ammetterlo, per una volta era d'accordo con Kaaroth: anche se non sentivano aure pericolose, si sentiva inquieto, e sentiva che in quei misteriosi visitatori si nascondeva un pericolo immane. Da quando erano comparse quelle astronavi uno strano sentimento albergava nel suo cuore, un senso di malessere che non lo faceva stare tranquillo; sembrava incredibile, ma il Principe dei Sayan dovette ammettere a se stesso di avere paura; molta paura. Lui, che era andato incontro alla morte senza tremare, in quel momento era terrorizzato. Si voltò verso le scale, che portavano alla camera dove Trunks e Bra dormivano tranquilli; Vegeta, oltre che per se, temeva per loro, e anche se ancora non si erano manifestate minacce si sentiva come incapace di proteggerli. Quello strano timore lo faceva infuriare, perché secondo lui un vero Sayan non avrebbe dovuto avere paura, ma non riusciva in alcun modo a mandarlo via.

All'improvviso, mentre la moglie parlava al telefono, un lampo attraversò la mente di Vegeta: aveva avvertito qualcosa; il Sayan si alzò in piedi e tese al massimo i suoi sensi per identificare quella sensazione; pochi secondi dopo non aveva più dubbi: tre potentissime aure erano appena comparse, e per quel che riusciva a capire arrivavano dallo spazio e si stavano dirigendo rapidamente verso la casa di Kaaroth; troppo velocemente.

"Si comincia!" pensò Vegeta, quasi sollevato. Preferiva di gran lunga un nemico da affrontare faccia a faccia a quella strana paura che si era impadronita di lui; mentre si dirigeva verso l'ingresso però non poté fare a meno di rabbrividire sentendo quanto potenti fossero quelle tre creature che si dirigevano verso l'abitazione dell'altro Sayan, e un tremito lo attraversò mentre si chiedeva cosa avrebbe fatto se avesse scoperto che quel senso di inquietudine era fondato.

Vedendolo piombare nell'ingresso e aprire la porta di casa Bulma gli chiese, sorpresa:- Vegeta? Dove...?

- Non ho tempo.- rispose secco il Sayan,- Richiama tutti. Dì a quegli inutili di venire quì subito; la riunione si fa stanotte. Lascia perdere Kaaroth; a chiamare lui ci penso io. Sbrigati!- e uscì di corsa nel cortile.

- Ma insomma!- esclamò contrariata Bulma, che però era in realtà molto preoccupata per l'espressione tesa che aveva letto sul volto del compagno, un'espressione che era del tutto nuova sul volto di Vegeta,- Si può sapere cosa sta succedendo?

Vegeta si voltò, e con voce seria disse:- I guai sono già arrivati, e sono molto, molto grossi.

E detto questo si trasformò di colpo in Super Sayan, e spiccò il volo, scomparendo in pochi secondi e lasciando dietro di se una scia dorata e una Bulma terrorizzata dalla paura che aveva, per la prima volta nella sua vita, letta negli occhi di Vegeta.

 

 

Goku, incapace di stare tranquillo, continuava a passeggiare avanti e indietro nel salotto della sua casa, troppo nervoso anche per mantenere i sensi all'erta. Probabilmente se in quel momento qualcuno gli avesse messo una mano su una spalla lo avrebbe fatto schizzare fin sulla luna.

Per un attimo, passando dietro il divano, invidiò Goten, che dopo i primi momenti di timore si era messo tranquillo sul divano accanto alla madre a guardare il telegiornale, che continuava a trasmettere gli ultimi aggiornamenti sulla situazione.

Non era riuscito in nessun modo a scrollarsi di dosso quella tremenda sensazione di inquietudine; era come se sentisse avvicinarsi un pericolo, e avesse una tremenda impressione di non poterlo affrontare. Temeva per quelle due persone che in quel momento sedevano sul divano, per Gohan e la sua famiglia, che forse ancora neppure sapevano cosa stesse accadendo, e per tutta l'umanità; Goku si era sempre sentito in debito verso quel mondo che lo aveva adottato, e il fatto di non sentirsi in grado di difenderlo per l'ennesima volta lo sconvolgeva.

Si bloccò davanti alla porta e si portò le mani alla testa: doveva calmarsi; in fondo per il momento non si era palesata alcuna minaccia; forse stava esagerando, forse non sarebbe accaduto nulla. Forse...

Accadde tutto in pochi secondi: in quell'istante di calma avvertì all'improvviso tre aure terrificanti vicine alla sua casa, poi un colpo in arrivo, ed ebbe a stento il tempo di urlare:- Goten!!! Chichi!!! A TERRA!!!- prima che i muri della sua casa esplodessero in mille pezzi, ed una montagna di detriti crollasse addosso a lui e alla sua famiglia.

 

 

- Buon colpo, capo.- disse Rabrax, rivolto a Xabaras, che teneva ancora alzato il braccio dal quale, pochi secondi prima, aveva fatto partire la sfera di energia che aveva sbriciolato la casa dove il computer dell'astronave ammiraglia aveva riscontrato la presenza del Sayan più potente e di uno di quelli più deboli. Benché non temesse affatto quel guerriero, sapendo grazie al computer di essere molto più potente di lui, il guerriero alieno aveva cercato di evitare il combattimento, e aveva tentato di colpirlo di sorpresa.

- Però non è stato sufficiente.- borbottò Wriden, armeggiando con uno strano apparecchio simile ad un orologio che teneva al polso,- Il rileatore indica che la potenza del Sayan è ancora al massimo.

Un istante dopo, come a conferma delle sue parole, le macerie esplosero, e un uomo dai capelli neri, vestito con una tuta arancione, che sosteneva per un braccio un ragazzo simile a lui, con una faccia stordita; il suo volto era contratto in una smorfia di rabbia.

Goku squadrò quei tre mostruosi esseri per un istante, e fu ancora una volta spaventato dalla potenza che emanavano, ma sapeva che c'era un problema più immediato di loro; si voltò perciò verso il figlio e gli disse:- Goten? Stai bene? Ti reggi in piedi?

Il ragazzo si massaggiò la testa e mormorò:- Credo di si...dov'è la mamma?

- Non lo so...- mormorò Goku, tenendo sempre un occhio fisso su tre alieni,- Deve essere ancora sotto le macerie. Aiutami, dobbiamo tirarla fuori!

I due Sayan iniziarono subito a scavare, e Goku cercava disperatamente di avvertire l'aura della moglie per trovarla, ma un isante dopo fu interrotto dalle parole di uno degli aggressori:- Credi di poterci ignorare, Sayan? Voltati ed affronta il tuo destino!

Goku si voltò verso di loro, con la tremenda tentazione di passare all'attacco per primo, ma riuscì a contenersi e chiese, con una voce dura come l'acciaio:- Perché? Perché l'avete fatto?

- Perché tu sei l'essere più forte del pianeta, e per noi che lo vogliamo conquistare sei il nemico più pericoloso. Fatto fuori te, le cose per il nostro esercito saranno molto più semplici. Non negherò comunque che per me fare fuori un Sayan sarà un vero piacere!

Goku non lo diede a vedere, ma quelle parole lo avevano colpito duramente: probabilmente era stato il timore, ma aveva sperato che ci fosse un'altra spiegazione a quell'improvviso attacco, soprattutto perché questo significava dover affrontare quei tre strani alieni, e lui sentia che non sarebbe stata una cosa semplice.

- Ma voi chi siete? Perché volete conquistare la terra?- chiese ancora Goku, nel tentativo di guadagnare tempo per permettere al figlio di trovare Chichi.

- Questo non ti interessa, Sayan. Tanto qualsiasi cosa ti potremmo dire non ti servirebbe a molto, tra poco non sarai più in questo mondo.

Quella risposta, data con una voce talmente gelida da sembrare un ghiacciaio, colpì ancora più duramente Goku: lo scontro era inevitabile, a quanto pareva, e lui per la prima volta nella sua vita aveva una paura terribile.

- Papà! L'ho trovata!

Il Sayan si voltò di colpo verso il figlio, dimentico dei nemici; Goten stava febbrilmente scavando per estrarre la madre dalle macerie; Goku fu subito al suo fianco, e lo aiutò ad estrarre il corpo di Chichi dalle macerie; il suo cuore saltò un battito: il petto della moglie era attraversato da un pezzo di ferro, che entrava da davanti e usciva dalla schiena. Il sangue aveva formato una pozza sotto il suo corpo, e la donna respirava a fatica.

- No...- mormorò Goku, senza riuscire a staccare gli occhi dalla moglie; la prese in braccio e le disse, con voce tremante:- Chichi ti prego svegliati! Ti prego...

- Mamma...- mormorò Goten, sulle cui guance iniziavano a scorrere le lacrime.

- G...Goku...- mormorò la donna, aprendo lentamente gli occhi.

- Chichi! Chchi, stai tranquilla, ora ci sono io con te!- esclamò il Sayan, che sembrava stare trattenendo a stento il pianto. Non poteva credere che quella moglie che aveva sempre amato tanto ora giacesse morente fra le sue braccia. Perché lo aveva capito fin dal primo istante, e il tremore della sua aura lo confermava: a Chichi restava poco da vivere.

- Goku...ho tanto freddo...- mormorò la donna.

- Tranquilla, Chichi. Ci penso io...- e si tolse la camicia, distendendola sul corpo della moglie, stando attento a non toccare il ferro.

- G...Goku...ho paura...

- Stai tranquilla, Chichi! Te la caverai...te la caverai...- balbettò Goku, che si sentiva disperato come mai nella sua vita.

- Mamma...ti prego...non lasciarmi!- esclamò Goten, abbracciando la madre.

- Ma che bel quadretto!- ghignò Xabaras,- Mi spiae interrompervi, ma temo proprio che il vostro tempo sia scaduto.

Goku si alzò: attraverso le lacrime Goten poté vedere uno strano fuoco ardere nei suoi occhi; il Sayan disse al figlio, con voce dura:- Goten, stai vicino alla mamma.

Goku si voltò verso i tre alieni e disse:- Io non so chi voi siate, e sinceramente non mi importa; non dovevate fare del male a mia moglie. Spostiamoci di quì, e vi farò vedere quanto sia pericoloso toccare la famiglia di un Sayan!

- Combattivo, eh?- disse Xabaras rivolto agli altri due,- Proprio come raccontavano le leggende, questi scimmioni non sanno mai quando non possono vincere. E va bene, spostiamoci pure. Tu vai, noi ti veniamo dietro.

Goku non se lo fece ripetere: si levò in volo e si allontanò verso sud, seguito dai tre guerrieri alieni, lasciandosi dietro le rovine della sua casa e il figlio accanto al corpo della madre morente. Non poté evitare di chiedersi se li avrebbe più rivisti.

 

 

 

Ecco a voi anche il terzo capitolo! Dal prossimo si comincerà davvero a fare sul serio; sarà uno dei capitoli migliori che abbia mai scritto, ve lo prometto! Spero che per ora questo ultimo parto della mia mente psicotica vi piaccia!

Commentate numerosi per favore!!! Altrimenti mi sento abbandonato!!!

A prestissimo!

 

  
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