Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: EclipseOfHeart    09/06/2012    2 recensioni
La J.T.P. è orgogliosa di presentare la prima grande serata dedicata interamente all’investigazione!
La sfida è aperta!
Noi abbiamo ideato il delitto perfetto, qualcuno sarà in grado di scoprire la verità? Di trovare l’indizio che non esiste?
Unitevi a noi nel Gran Galà del Crimine!

Cosa succede quando una sfida del genere si presenta nelle vite dei detective di Tokyo?
Leggete per scoprirlo! :D
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kogoro Mori, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il delitto perfetto

 

 

Capitolo III

 

 

 

Dopo pochi minuti il presidente Takayama salì sul palco, seguito dalla moglie e da Kogoro. Una piccola teca di vetro, con molti bigliettini colorati era stata salita vicino al presidente.

«Buonasera a tutti! Vi do ufficialmente il benvenuto al Gran Galà del Crimine! Spero che il buffet che sarà servito sia di vostro gradimento e che il divertimento di questa serata sia davvero grande. Invito tutte le coppie non ancora iscritte ad andare subito a farlo poiché alle 22 inizierà la prima parte della nostra sfida. Per riempire questo tempo procederemo all’estrazione della fortunata donna che, questa sera, farà coppia con il grande detective Mouri Kogoro! Un bell’applauso, signori!» dichiarò Takayama mentre Kogoro ringraziava e non vedeva l’ora di conoscere la vincitrice.

«Prego la mia carissima moglie di estrarre lei il numero.»

«Certo, con molto piacere.» confermò Kayoko.

Seguirono momenti di attesa mentre la moglie infilava la mano nella teca e la girava tra i vari fogli. Alla fine tirò fuori un bigliettino rosa che consegnò al marito.

«E la nostra fortunata vincitrice è la donna con il numero 32!» esclamò Takayama. «La prego di salire sul palco, gentilmente.»

Dal brusio della folla una donna cominciò ad attraversare la sala, andando verso il fondo.

Salì accanto al presidente e a Kogoro e la faccia del detective sarebbe bastata per sapere se fosse stato contento o meno della scelta compiuta dal destino.

La donna, che Kogoro classificò quasi della sua età, indossava un lungo vestito nero che si chiudeva con una sola spallina sul lato destro, al collo aveva un semplice punto luce e dalle orecchie pendevano due orecchini d’oro bianco; portava i capelli marroni sciolti che cadevano morbidi appena oltre le spalle. L’unico dispiacere di Kogoro fu nel constatare che la donna portava una maschera dai colori argentei a punte nere che le copriva tutto il viso, lasciando scoperti unicamente gli occhi che erano azzurri con una sfumatura tendente al violetto.

Kogoro ne fu conquistato al primo sguardo, come spesso gli capitava con ogni bella donna.

«Salve signora! E’ la fortunata! La numero 32, sarà in coppia con il detective Kogoro Mouri! Abbiamo fatto l’estrazione prima della sfida così mentre le coppie saranno impegnate nelle qualificazioni, avrete tempo di iniziare a conoscervi.» annunciò Takayama.

Negli minuti di pausa che mancavano affinché il presidente comunicasse le modalità del gioco, Kogoro ovviamente si avvicinò per fare la conoscenza della sua partner.

«Buonasera. Sono davvero felice che sia uscita lei dal sorteggio in quanto non ricordo davvero l’ultima volta che ho visto una donna bella come lei. Piacere, il mio nome è Mouri Kogoro.» si presentò il detective facendo un elegante baciamano.

«Oh grazie del complimento, ovviamente io la conosco benissimo e sono una sua grande ammiratrice! Il mio nome è Akiki Ires

«Ires

«Sì, vede io sono giapponese ma ho delle discendenze straniere e per questo motivo il mio cognome non è giapponese, a differenza del mio nome.» spiegò subito Akiki.

«Il suo paese straniero non poteva fare regalo migliore al Giappone se non donandoci la sua bellezza ed eleganza.» disse Kogoro esprimendosi ai livelli massimi delle sue tecniche di corteggiamento.

«Ma lei mi fa arrossire Mouri-san

«Ma quale Mouri, mi può tranquillamente chiamare Kogoro! Non amo molto i formalismi nei miei confronti.»

«D’accordo Kogoro-san. Allora lei può chiamarmi Akiki.» disse distogliendo lo sguardo come imbarazzata dalle parole del detective.

«Sarà un onore Akiki-san

Dopo pochi minuti dall’elezione ci fu però un piccolo incidente con la musica. Da lenta e soffusa per creare atmosfera nella sala diventò fortissima e acuta.

Takayama si diresse immediatamente verso i tecnici dell’impianto audio per sapere cosa stesse succedendo e loro lo informarono che le casse avevano subito un guasto e gli sarebbero occorsi almeno cinque minuti per ripararlo.

Dopo un’attesa che per le orecchie degli invitati sembrò eterna, però, il guasto fu aggiustato e la quiete tornò nella stanza.

 

«Benissimo, gentili signori, sono le 22 esatte! Chiedo umilmente scusa per il piccolo contrattempo con la musica ma, a volte, queste macchine tecnologiche fanno i capricci! Chiudo ufficialmente le iscrizioni delle coppie, ora vi spiegherò brevemente le regole delle qualificazioni. Ad ogni coppia è stato dato un braccialetto con un numero proprio come era stato prima per il sorteggio. A turno andrete in quei due banchetti e ad ogni coppia saranno due bigliettini. Questi fogli contengono due indovinelli che vi indicheranno la locazione dei due dobloni d’oro che dovrete, appunto, trovare e riportare qui. Le 5 coppie che saranno più veloci, nel riportare i due dobloni passeranno le qualificazioni e potranno accedere all’investigazione finale! I dobloni d’oro sono tutti all’interno dell’Hotel oppure al massimo nei giardini, potete andare in qualsiasi luogo dell’Hotel, ovviamente evitando le stanze dei clienti in cui non abbiamo certamente nascosto nulla. Se qualche guardia vi fa qualche domanda circa i vostri spostamenti, basterà che farete vedere il braccialetto. Ora andate a ritirare i foglietti, al mio via, partirete tutti allo stesso tempo.» spiegò Takayama che era sempre più euforico poiché notava che la sua serata stava iniziando ad avere consensi nel pubblico.

Le coppie fecero come ordinato dal presidente e iniziarono a prendere le note.

Dopo aver presto le loro due Ran e Shinichi si erano avvicinati a Kogoro che stava ancora parlando con la donna appena conosciuta.

«Oh Ran! Vieni ti presento, la vincitrice si chiama Akiki Ires! Non la trovi davvero incantevole?» disse Kogoro continuando a guardarla come estasiato.

Ran replicò un “piacere” stizzito, non sopportava quando il padre si comportava da cascamorto con tutte le donne belle che vedeva! Addirittura quella sera gli sembrava ancora più preso del solito dalla nuova conoscenza.

Shinichi, dal canto suo, sorrise leggermente.

«Andiamo, hanno quasi finito di distribuire gli indovinelli.» disse iniziando a tirare l’amico verso la porta.

«Papà è completamente affascinato da quella Akiki! Non le toglieva gli occhi di dosso!»

«Non me ne stupisco affatto, anzi.» replicò il giovane detective.

«Perché? Che vuoi dire?»

«Ehm… no niente! Lascia perdere,» disse grattandosi la testa imbarazzato «fammi vedere questi famosi indovinelli.» continuò prendendole dalle mani i biglietti.

Dopo qualche secondo sospirò profondamente, seguito dal borbottio di Heiji che era spuntato dietro di loro.

«Se il delitto è difficile come gli indovinelli, il colpevole avrà lasciato scritto nome e cognome nella stanza.» commentò irritato il detective dell’Ovest.

«Perfino gli enigmi del dottor Agasa sono più facili di questi…» continuò Shinichi tornando i fogli a Ran.

Dopo qualche secondo li raggiunsero Sonoko e Yusuke che, al contrario dei due detective, non erano ancora riusciti a decifrare i loro indovinelli.

«Forza Sukuzi-san, dobbiamo impegnarci!»

«Giusto Yamamoto-san! Vedrai che ce la faremo.» rispose Sonoko mentre Heiji e Shinichi li fissavano increduli.

«Bene, cari partecipanti, tutti hanno ritirato gli indovinelli. Potete partire! Vi auguro buona fortuna e buon divertimento.» concluse Takayama, scendendo dal palco e andando dalla moglie.

I quattro bambini erano seduti insieme al dottor Agasa e, mentre Genta mangiava, Ayumi e Mitsuhiko discutevano di uno dei loro brillanti piani.

«Insomma non è giusto che noi non possiamo partecipare al gioco finale! Facciamo investigazioni migliori di molti adulti qui dentro!» iniziò Ayumi prendendo tra le mani la loro spilla.

«Concordo,» replicò Mitshiko congiungendo le mani come in segno di preghiera «ecco perché ho un’idea! Ai bambini non si fa mai caso, quando saranno uscite le coppie per investigare, usciremo anche noi!»

«E’ un’idea geniale!»

«Ma dove ci nascondiamo?» chiese Ai divertita dai loro piani.

«Ehm… veramente Haibara-san, a questo non ho ancora pensato, però sono sicuro che troverò una soluzione!» rispose il bambino imbarazzato ma determinato.

«Su questo non ho dubbi.» rispose lei rassicurandolo.

 

Le coppie si separarono e Shinichi disse a Ran che dovevano scendere nelle cucine per trovare il primo doblone. Heiji e Kazuha furono i primi che si mossero con loro, gli altri infatti erano ancora nella sala, intenti nella decifrazione.

«Noi prendiamo l’ascensore.» dichiarò subito Hattori alzando il pugno.

«Pigro.» replicò Shinichi, iniziando a scendere le scale con Ran che chiedeva dell’indovinello.

«Leggilo, lo capirai in cinque secondi.»

Ran aprì la nota e lesse:

Il tesoro che cercate lo troverete

Proprio in mezzo ad una rete

Dove si trovano belle e rotondette

Tante sorelle abbracciate strette! Il loro colore?

Non posso dir come si chiamano, nel colore c’è anche il loro nome…”*

«Mmm… ma certo deve essere un frutto! Hai detto che dobbiamo andare verso la cucina.» dichiarò Ran dopo averci pensato qualche secondo.

«Che frutto?»

«E’ difficile… ci sono così tanti frutti!»

«Ma non molti hanno il colore nel nome,» insisté Shinichi sapendo che presto sarebbe arrivata alla soluzione «su, pensaci.»

Ran restò ancora in silenzio per qualche minuto, mentre scendevano le scale.

«Le arance!» gridò infine esultante mentre lui le sorrideva.

«Che brava detective.»

«Ho il più bravo dei maestri.» replicò lei fissandolo con intensità. Shinichi arrossì mormorando un “grazie” imbarazzato.

«Ma cosa hai capito? Io parlavo di mio padre!» scherzò lei facendogli la linguaccia.

Lui fece il finto risentito e Ran si sentì piena di gioia nel condividere ancora quei piccoli momenti.

Arrivarono nella cucina e mostrarono il braccialetto per poter entrare.

Si guardarono intorno e Ran individuò un cesto dove c’erano delle arance, chiuse dentro una retina. Si avvicinarono e, proprio sotto di esse, c’era il doblone d’oro.

Sorrisero e uscirono dalla cucina mentre Ran si apprestava a leggere il secondo biglietto e Shinichi sperava che quella serata avesse investigazioni migliori da offrire.

“Sedici guerrieri bianchi contro sedici guerrieri neri

Si fanno la guerra oggi proprio come ieri.

Non si sparano, non si feriscono con spade d’oro,

non sono cannibali ma si mangian tra di loro

Combattono molte volte, ormai da una vita

non appena inizia la prossima partita.”

«Oh ma questo è ancora più facile! Parla degli scacchi.» disse Ran immediatamente dopo la lettura.

«Migliori a vista d’occhio,» si complimentò Shinichi ironicamente «la scacchiera sarà in qualche sala svago, vicino alla hall.»

Ran annuì e insieme si diressero a chiedere al portiere dove fosse una stanza del genere. Come previsto da Shinichi ovviamente si trovava dietro la hall.

Entrarono e videro alcune scacchiere, posate sopra dei tavolini.

«Sarà sotto una di queste,» disse iniziando ad alzarne una. «Ma come hai fatto a capire l’indovinello? Tu non giochi a scacchi.» chiese Shinichi dopo aver constatato che aveva in mano quella sbagliata.

Ran si fermò di colpo, in mezzo alla stanza.

«Una ragazza me lo sta insegnando a scuola.» rispose meccanicamente mentre lui non dava segni di aver percepito che il suo umore era improvvisamente mutato.

«Noi non parliamo più,» proruppe la ragazza mentre il detective si girò a guardarla interrogativa «noi due non ci diciamo più niente. Tu non sai più niente di me, per quanto io tenti di tenerti informato. Io non so assolutamente più nulla di quello che ti succede. Una volta credevo di conoscere ogni cosa che ti riguardasse… Ora non ne sono convinta… Quanto sei cambiato? Quante cose non so di te?

Quanto sei cresciuto senza di me?» concluse Ran sentendo le lacrime pizzicarle gli occhi. Di colpo, aveva sentito colpirla tutta la nostalgia e la preoccupazione che sentiva per Shinichi da mesi.

Gli mancava così tanto.

E le uniche volte che si vedevano era sempre per motivi di investigazione o in situazioni di estremo pericolo. E poi lui spariva di nuovo, come sempre.

«Non voglio perderti e sentire, un giorno, che siamo diventati due estranei. Ti prego, Shinichi, non te ne andare più…» supplicò iniziando a piangere.

Shinichi alzò una mano e tentò di asciugarle le lacrime, carezzandole la guancia.

«Non posso prometterti questo… Dovrò ripartire presto. Ma io ti giuro che non mi perderai mai Ran, quindi non piangere.

So che ci vediamo poco, ma a me basta guardarti anche per poco per stare meglio.» replicò Shinichi rosso come un pomodoro mentre Ran smetteva di piangere e, imbarazzata, andava di nuovo verso i tavoli.

Alzò una scacchiera, trovando sotto il secondo doblone.

«Andiamo a vincere la spilla!» disse mostrandola a Shinichi insieme a un sorriso raggiante.

 

 

~

 

 

Kazuha, mentre l’ascensore scendeva lentamente, tentava di risolvere il primo indovinello.

Questo recitava:
“Due gemelle affusolate

spesso stanno separate

se s’incontran tra di loro

stanno unite di sicuro

mentre l’ospite incontrato

resta invece… separato.”

«Mmh…» iniziò a mormorare «ci sono! Potrebbe essere che l’indovinello si riferisca ad un paio di forbici?» concluse poi esultante.

«Esatto Kazuha. Per questo dobbiamo andare alla reception e chiedere se hanno questo oggetto.»

«Sono sicura di sì!»

Arrivati al piano terra andarono subito verso il luogo pensato ed Heiji chiese subito all’impiegato, mostrando il braccialetto, se avesse da dare loro un paio di forbici. Egli sorrise leggermente e dette loro un astuccio rosso.

Kazuha lo aprì e, appena sotto un righello ed una gomma, c’era la forbice a cui era stato attaccato un doblone.

«Eccolo!» dichiarò mostrandolo all’amico.

«Beh l’indovinello era così semplice che sbagliarsi era davvero impossibile.» disse Heiji avviandosi verso un’altra stanza, poco distante dalla hall.

«Dove vai?»

«A prendere l’altro doblone, quest’altro enigma, se possibile, è ancora più semplice.» le disse porgendole la nota.

“Il doblone che cercate lo custodiscono tre sorelle

che corrono sempre come tre gazzelle.

Una è grassoccia, una snella, l’altra stretta stretta

vanno sempre in tondo, non hanno mai fretta.

Si inseguono, si superano, tutta la notte e il dì

e alla fine del giorno, sono sempre lì…

«Questo non lo capisco.»

«Ma come? E’ facilissimo!»

Kazuha si sforzò ma non riusciva proprio a venire a capo dell’enigma: «E’ inutile,» sospirò infine «dimmi la soluzione.»

«Ma che vergogna Kazuha! Come può il detective migliore del Kansai avere una partner tanto tonta?» chiese lei con l’intento di prenderla in giro.

La ragazza però non colse la provocazione come al solito, sentì in quelle parole più di quanto realmente ci fosse.

In fondo lui era veramente intelligente e deduttivo come diceva di essere, che la sua presenza lo facesse in qualche modo sfigurare?

Kazuha scosse la testa, lei sapeva benissimo quello che valeva e sicuramente non sarebbero state due prese in giro di Heiji a farle crollare quelle certezze.

Riguardò l’indovinello e sussurrò: «L’orologio.» come colta da improvvisa folgorazione.

Heiji notò che l’amica aveva uno sguardo strano e non capì se le sue parole l’avessero fatta arrabbiare o l’avessero in qualche modo ferita.

«Dove pensi che sia l’orologio?»

«Qui… Entrando ne ho visto uno a pendolo in questa stanza. Ehi, tutto bene?» chiese il detective non riuscendo a capire.

Kazuha aveva tentato di tornare ad un atteggiamento normale ma, pur non comprendendo appieno il motivo, quelle parole l’avevano scossa più di quanto lei stessa realizzava. E la sua voce non voleva saperne di tornare la vispa di sempre.

«Certo, prendiamo il doblone.» concluse avvicinandosi all’orologio e prendendo il doblone, incastrato nelle lancette.

Dopo aver concluso la loro caccia tornarono nell’ascensore, mentre un silenzio un po’ imbarazzante era calato tra i due.

Heiji non sapeva cosa dire e Kazuha non capiva neanche cosa voleva sentirsi dire.

«Devi aver qualcosa. Sai che io ti conosco meglio di qualsiasi altra persona.» dichiarò infine il detective sperando di aver fatto la mossa giusta.

«Non so spiegarti cosa mi sia preso.» replicò innocentemente la ragazza in risposta.

«Ma che significa?»

«Quello che ho detto. Quando lo capirò te lo dirò.» concluse uscendo dall’ascensore appena arrivato all’ottavo piano.

Vide che Ran e Shinichi erano da poco ritornati e, ovviamente, non si stupì notando che erano state le prime due coppie a trovare i dobloni.

Heiji si ritrovò nuovamente a fissare l’amica continuando a dirsi che il più grande mistero del mondo sarebbe stata sempre la mente di Kazuha. Era incomprensibile, imprevedibile, non sapeva mai cosa aspettarsi né come reagire.

Le aveva detto qualcosa di male? Il suo improvviso cambio di umore non era da imputare a lui? Cosa era successo nei suoi pensieri nel giro di cinque secondi?

La osservò attentamente entrare nella sala da ballo, arrossendo leggermente dovendo ammettere che con quel vestito era terribilmente carina.

Kazuha, sentendo lo sguardo dell’amico addosso, si girò e vide l’occhiata intensa che questi gli rivolgeva. Lo fissò mentre Heiji si ritrovò un po’ perso in quegli occhi verdi che gli lanciavano sempre sentimenti così contrastanti.

Ci aveva visto dentro ogni emozione possibile: la rabbia, la gioia, la paura, il dolore, la confusione, l’imbarazzo e quanti altri il cuore potesse concepirne.

Si morse leggermente un labbro quando Kazuha si voltò, interrompendo il contatto visivo. Respirò, accorgendosi solo in quel momento che aveva trattenuto il fiato fin tanto che Kazuha lo aveva guardato in quel modo.

E non capiva perché ma doveva ritrattare quello che aveva appena pensato. Quella sera, con quel vestito, era semplicemente bellissima.

 

 

 

Fine del III capitolo.

L’asterisco si riferisce al fatto che dovete perdonarmi se ho messo degli indovinelli tanto facili x°D Ho fatto una piccola ricerchina su Internet e questi ho trovato u.u

Beh, vi sta piacendo la storia? Povera Ran, mi dispiace per lei ç_ç infatti ho fatto in modo che Shinichi le dicesse qualche frase di conforto, in fondo se vuole sa dirle ù_ù

Heiji è tonto, queste povere donne devono avere sempre a che fare con uomini tonti x°D

Un bacio u.u

P.S. commentate!

 

EclipseOfHeart

 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: EclipseOfHeart