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Autore: Assasymphonie    09/06/2012    2 recensioni
«Il vostro nome?», chiese lei piena di meraviglia.
{ Lovino centric. }
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo del capitolo: Casanova.
Personaggi: Lovino Vargas ( Sud Italia )
Rating: Verde
Note dell'autore: Introspettivo / Malinconico / Misterioso / AU
Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.



.Casanova.


Le luci si riflettevano sulle immobili acque del canale, fittizie eppure dotate di una luminescenza ultraterrena; rendevano la luce liquida, così come tutta la città si specchiava sull'acqua che la teneva a galla, la cullava e la lasciava lontana dai problemi del mondo.
Fu questa immobilità apparente che la prua della gondola fendette, laccata di nero e decorata con pesante oro modellato a guisa di leoni. Uno sciabordio leggero nel silenzio precedente alla notte di Carnevale, ove i demoni di Venezia lasciano le loro case dentro edifici diroccati per mascherarsi e girare nelle luci degli esseri umani senza poter essere individuati.
Il rumore di un remo che si fa strada nel liquido torbido e scuro ora, cuscini di seta rossa ad ornare le assi marrone chiaro.
E sopra, solitario, un gondoliere.
Percorreva la strada che lo separava da piazza San Marco, gremita di gente, vestiti e nobili, maschere e donne pronte a concedersi per l'unica notte di perdizione conosciuta nella fierissima Repubblica. Colori e baluginii di ori e argenti danzavano sui mattoni grigi della piazza donando alla città una dimensione magica, lontana, irreale, eretica e blasfema.
Risa e denti di perla, labbra rosse e acconciature complicate.
Egli apprezzava tutto quello come un felino si accosta alla preda; coperto da un manto nero come la notte di Ognissanti andava, sciabordando, accostandosi in un angolo buio del canale dei Sospiri. Nessuno sarebbe venuto a cercarlo là.
Un tonfo lieve annunciò che la gondola ricca e sontuosa si era accostata alla banchina, il fruscio di vesti indicava la discesa del gondoliere della stessa.
Uno scatto, una spilla gemmata che cade nelle acque e porta via la stoffa pregiata, ma cosa ha rivelato agli occhi umani che si affacciavano dalle povere case, incuriositi e sbilenchi di fronte ai nobili?
Passi scattanti e il rumore di scarpe eleganti e laccate sulle scalette; rumori di seta e di campanelli d'oro, odore di profumo e di peccato dietro ad una maschera di pizzo argentato.
Un uomo, un ragazzo forse. Alto, sicuro di ogni passo, dal sorriso irriverente che il lieve rossetto non riusciva a nascondere del tutto. Dietro la maschera e sotto al cappello piumato si scorgevano capelli color del rame e occhi dell'ambra più pura, pieni di alterigia e di orgoglio sotto lunghe ciglia scure.
Un neo donava un punto di bellezza al viso fine, situato appena sotto l'occhio sinistro.
La giacca bianca sfavillava come quella di un principe di altri tempi, le mani calzate in guanti di pizzo di pura luce, anelli alle sue dita.
Non si curava di coloro che lo osservavano, lanciando occhiate cupe agli uomini là attorno, le dame ai suoi piedi per soddisfarlo.
Ma lui ne cercava una sola.
La più bella.
Seduta solitaria, in un abito azzurro come il cielo d'inverno e i morbidi capelli scuri raccolti alla sommità del capo, faceva vagare gli occhi blu per la piazza, cercando di inviduare chi andava attendendo struggendosi così su una panca di fredda pietra.
Non vederlo era impossibile, il ciuffo alto e ribelle e il sorriso sempre più ampio, spavaldo e giovane e fiero.
Si fermò di fronte alle gonne della bella, chinando una mano ingioiellata per prendere la sua.
«Il vostro nome?», chiese lei piena di meraviglia.
Lui sorrise beffardo e lanciò una risata degna di mille e mille violini, luccicante di due fila di perle perfette quali erano i denti. In quella Venezia dei Dogi, lui rideva. Rideva arrabbiato e confuso, felice e sprezzante di chiunque avesse osato interromperlo.
«Casanova.»


.Fine.

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Scritta per noia, scritta perché oggi ho giocato ad ACII.
Scritta per voi, e anche per qualcun'altro.
Spero vi piaccia, chù!
   
 
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