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Autore: Nerospirito    10/06/2012    2 recensioni
L'universo di Kingdom Hearts è vasto e frammentato,quindi può succedere di trovare mondi dove la realtà è stravolta e le storie di chi vi abita si svolgono in modo diverso.
In una città che è nata sullo stampo di Crepuscopoli e che porta il nome di Sunset City, i personaggi di Kingdom Hearts si muovono e vivono tra i banchi di scuola, con annessi e connessi, come amori, trinagoli, scherzi e guai con preside e professori! Non anticipo molto, ma la storia sarà ordinata secondo le vicende dei vari personaggi principali: Ventus e Roxas sono gemelli,Sora e Vanitas sono fratelli,i vari membri dell'Organizzazione 13 disposti tra studenti,professori e bidelli, e poi vedremo anche qualche conoscenza di Final Fantasy. Prometto anche qualche scena un po' più ... "carica".
Spero vi piaccia,grazie ancora a chi segue le mie storie!
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco, Altro contesto
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CAP.1 - Vanitas, il boss!

Quella mattina Vanitas si svegliò carico come non succedeva da molto tempo.
Balzò giù dal letto e aprì la finestra per illuminare la camera e cambiare l’aria.
la sua stanza era molto ampia,ma stipata di ogni genere di oggetti:
CD, libri, fumetti e un sacco di vestiti buttati in giro a casaccio.
Le pareti erano tappezzate di poster punk o da metallaro,di supercar e ovviamente di belle ragazze; una libreria troneggiava vicino alla finestra,carica di vecchi dischi rock e vinili di ogni tipo e un paio di amplificatori ingombravano un angolo della stanza assieme a una chitarra e a un basso scordato,era parecchio che non suonava seriamente.
Nel complesso la stanza rappresentava in pieno Vanitas,tant’è che i colori dominanti erano il nero e il rosso,i suoi preferiti.

Van restò per un paio di minuti a godersi il fresco frizzante del mattino di un metà maggio già estivo e afoso.
Bussarono alla porta.
- Entra, sono sveglio – disse Vanitas ad alta voce, un po’ infastidito. Con un cigolio irritante Sora spalancò la porta,lo guardò e represse una risatina.
- Già sveglio fratellone? Non è che per caso sei rimasto sveglio tutta notte a pensare alla tua ragazza? -
il ragazzo diede una piccola gomitata al fratello con un sogghigno sul volto.
- Coff! Coff! Che?! – esclamò Vanitas tossendo, perché si era quasi strozzato con dell’acqua che stava bevendo.
Sora ridacchiò e uscì dalla stanza dicendo – Guarda guarda chi si è preso una cotta … - Piccolo stronz ... Se lo dici un’altra volta ti appendo a testa in giù in cantina!! -
Gli urlò dietro il ragazzo, ma poco dopo si mise a ridacchiare anche lui – Io con una cotta..che idea assurda eh eh -
Sora e Vanitas erano fratelli e tra loro c’erano due anni di differenza,oltre che il colore di capelli e occhi.
Sora difatti era castano con gli occhi blu e Vanitas moro con gli occhi dorati,per il resto erano identici.

Dopo una colazione e una doccia veloce erano pronti a uscire.
La divisa della scuola era formata da una camicia bianca e da un paio di pantaloni celesti che secondo Vanitas facevano a pugni con la cravatta rossa, ma le regole le faceva il preside, ed era molto intransigente: la divisa doveva sempre essere in ordine e ogni studente era obbligato a iscriversi a un club scolastico, inoltre bracciali, collane, anelli e ovviamente il cellulare o qualsiasi apparecchio elettronico erano proibiti.
In ogni caso nessuno rispettava quelle regole, erano così all’antica, e Vanitas era ormai un ospite fisso in presidenza, tant’era che gli avevano praticamente riservato una sedia col suo nome.

Ventus e Roxas suonarono al campanello, come ogni mattina.
Erano proprio uguali: biondissimi,con gli occhi azzurri e entrambi vestivano con un look metropolitano dominato dal bianco e dal nero, ma Ventus aveva un ciondolo a forma di stella in vetro verde e in argento al collo, mentre Roxas indossava una giacca dall’interno rosso sopra la divisa scolastica.
più che altro si differivano per carattere, difatti Ventus era molto più sciolto di Roxas e quindi finiva per essere trascinato più facilmente nei guai di Vanitas.
- Ehi ragazzi! – salutò l’amico dei gemelli.
- Ciao Van – risposero i due all’unisono,scambiando con lui un pugno fraterno.
- Oggi fuga? – rise Vanitas buttandola lì con noncuranza.
- Quasi quasi.. – mormorò Ventus allettato, e stava quasi per accettare quando Roxas si intromise – Ma nemmeno per sogno! -
- E dai Roxy, non essere sempre così rigido, sciogliti un po’ ! – ridacchiò Vanitas punzecchiandogli il fianco.
- No e no! Ricordate cosa è successo l’ultima volta che ti abbiamo dato ascolto? –
- Ehm … - Vanitas si grattò la tempia imbarazzato, ricordando quello che era successo il mese scorso : lui e Ven si erano infiltrati nel club di nuoto per fare un piccolo scherzo, cioè prendere la biancheria delle ragazze e nasconderla nella borsa di Terra e Riku, ma prima che potessero filarsela erano stati beccati da Namine, la ragazza di Roxas, che tra l’altro faceva pure parte del consiglio studentesco. Risultato? Due settimane di sospensione, anche a causa della ripicca di Vanitas,che aveva vandalizzato l’auto del preside.
- Già,ma stavolta sarà diverso! – disse Vanitas trionfante.
- E in cosa sarà diverso? Dovremmo comunque infrangere le regole della scuola!- .
-AaahRoxy, l’influenza della tua ragazza si fa sentire … – Sospirò Vanitas – Alle medie te la spassavi come noi, ora invece sei una palla -
- Già, che bei ricordi – rise Ventus mentre si incamminavano verso la scuola.

E ridendo e scherzando giunsero ai cancelli del loro liceo Sembrava una mattinata come tante di una giornata come tante … o forse no?
- Woah! Chi è quella?! – Vanitas si bloccò,fissando incantato una ragazza splendida : era probabilmente sui diciotto, capelli blu con un taglio da maschietto che le stava troppo bene e un fisico invidiabile. Era davvero graziosa, e dai modi di fare e dal suo sorriso così dolce si intuiva che era davvero una ragazza tenera.
- Porta la divisa della nostra scuola, quindi deve essere anche lei una studentessa … – mormorò Ventus stregato
– Ma quanto è bella ... - .
Roxas tossicchiò,richiamando l’attenzione dei due amici – è nuova, credo si chiami Aqua … me ne aveva parlato Namine qualche giorno fa… Frequenta tutti i club sportivi e ha già ottimi voti, è una specie di idolo per metà della scuola -
- Davvero? Ma è proprio il mio tipo – ridacchiò Vanitas con uno sguardo malizioso – Signori, è Mia! – E detto questo raggiunse la ragazza.
Aqua stava chiacchierando con due sue compagne : una era una ragazza orientale,dal viso tondo e grazioso,ma con gli occhi neri molto orgogliosi, che celavano uno spirito combattivo; mentre l’altra, che sembrava uscita dalle “Mille e una notte”, appena più giovane.
Van interruppe i loro discorsi con un saluto amichevole.
- Eilà ragazze- esordì allegro - Come va? -
- Ciao, ehm … Ci conosciamo? – Rispose Aqua un po’ incerta : non l’aveva mai visto.
- No, non credo - Ridacchiò il ragazzo guardandola con i due profondi occhi dorati,inquietanti e con una intensa malizia nel profondo. – Mi chiamo Vanitas - .
Lei rimase interdetta un istante, colpita da quegli occhi così strani e magnetici.
- I - io sono Aqua … - disse Aqua arrossendo leggermente.
Le sue amiche si scambiarono uno sguardo di divertita intesa e si allontanarono senza farsi notare.
Van e Aqua rimasero a chiacchierare ancora qualche minuto,poi lei si scusò dicendo che era in ritardo per un compito in classe.
- Ehi! Ci incontriamo qui dopo scuola? - chiese il ragazzo speranzoso.
- Eh? Ma certo! – rise lei prima di voltarsi e correre in classe.
Van la guardò andare via e poi tornò dai gemelli con un sorriso trionfante.
- Sono o non sono il migliore? – Ridacchiò guardando Ventus e Roxas.
- Certo, certo, un grande seduttore … - Sogghignò Ventus mollando una pacca sulla spalla dell’amico.
- Intanto entriamo, che il prof della prima ora non aspetta altro che un ritardo per punirci  - disse Roxas con un sorriso.
- Uhg … non dirmi che c’è Lui …? – mormorò Vanitas deglutendo.
- Lo “Spezza –Studenti”… -  disse Roxas, annuendo rassegnato.
- Sephiroth Shinra! – conclusero con un brivido correndo in classe.
Lo “Spezza – Studenti”, Sephiroth Shinra, era un giovane insegnante di venticinque o ventotto anni, con i capelli argentati lunghi fino al bacino che incorniciavano un viso affilato, quasi femminile, su cui spiccavano due occhi verde acqua che avevano un che di maligno .
Riscuoteva un grande successo nella parte femminile del corpo studentesco, forse a causa del suo aspetto così particolare e, anche qualche ragazzo lo ammetteva con invidia, fico.
Comunque, la ragione maggiore del suo successo forse era la sua innata predisposizione alla disciplina : non permetteva nemmeno uno sgarro nelle sue lezioni, perfino le mosche rimanevano immobili fino a che non era uscito dalla classe.
era spietato, sia con gli studenti,sia con i genitori, a volte perfino con gli altri professori . Insegnava Storia e Filosofia, e adorava i ragionamenti dei filosofi nichilisti .
- Ah, Ventus e Roxas Heart, insieme al teppista … Perché la cosa non mi sorprende? Siete in ritardo, quindi starete fuori dall’aula fino alla prossima ora. – commentò seccamente il professore quando vide i tre amici entrare in classe col fiato corto, spedendoli subito fuori .
- Ufff … quel Bastardo, non lo sopporto! – sbottò Vanitas appoggiandosi al muro con le braccia incrociate.
- E dobbiamo stare qui fino alla prossima ora, che rottura ... – sospirò Ventus .
Intanto Roxas si lamentava con il fratello e l’amico, che non lo ascoltavano minimamente .
- Che facciamo ora? – chiese Ventus guardando l’amico .
- Facile,si gioca a poker col bidello! – rise Vanitas. – Ehy, Luxord! Ti va un pokerino? – esclamò poi, rivolto a un uomo sulla quarantina,biondo e col pizzetto.
Luxord era uno sfaticato dongiovanni che sbavava dietro a Tifa, la professoressa di educazione fisica, non che campionessa di arti marziali miste; infatti il povero bidello aveva sempre qualche livido violaceo da qualche parte.
In ogni caso,se c’era da buttare un po’ di tempo senza annoiarsi era il tipo giusto.
Luxord si voltò verso i tre con un sorriso,felice di poter scampare alla pulizia dei corridoi.
- Certo ragazzi,venite qui! – disse l’uomo aprendo la porta di un’aula vuota, inutilizzata da tempo.
In teoria inutilizzata da tempo,in pratica quella stanza era diventata la loro sala da poker clandestina,con tanto di chips nell’armadio: tre set interi, se Vanitas non ricordava male.
I giocatori si sedettero e Luxord prese a mischiare un mazzo di carte dal dorso bianco e grigio, che portava sempre nascosto nelle tasche dei pantaloni o della giacca.
- Allora amico,ti ha rifiutato di nuovo? – ridacchiò Vanitas,sgomitando l’uomo con maliziosa curiosità.
- Eh sì! A tempo di record, tra l’altro, ma non mi arrendo! -
- Ma non ti vuole! – rise Roxas.
- Embè? Non mi frega, e poi ha … -
- Un gran bel culo,lo sappiamo – risero i ragazzi prendendo le carte.
- Ah! Ah! Ah! Ve ne intendete allora – ridacchiò Luxord,soddisfatto.
- Vuoi mettere? – ridacchiò Vanitas – Allora,che si punta? -
- Non guardate me, ho finito la moneta - Roxas mise avanti le mani,con un sorrisetto di scuse.
- Già,anch’io – rise Ventus.
- Io pure – fece eco Luxord.
Vanitas sbuffò – Mamma che disadattati … Facciamo come al solito allora,cinque mani e chi perde paga il pranzo? -
Si trovarono tutti d’accordo e iniziarono a giocare.
Tra una chiacchiera e l’altra ci misero poco a finire sull’argomento “Ragazze”e tra conquiste e due di picche, inutile dire che Luxord aveva le storie più interessanti, Vanitas finì per parlare della ragazza incontrata la mattina.
Da come la descriveva, agli amici sembrava chiaro che il ragazzo aveva appena preso la prima grande cotta della sua vita.

 

  
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