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Autore: Rosmary    10/06/2012    13 recensioni
Tutto ha inizio l'ultimo giorno di vacanza: è un mix esplosivo! Immaginate un gruppo di ragazzi delle più svariate età, aggiungete un gioco pestifero e un'ignara ragazza che ha solo commesso l'errore di far amicizia con il suddetto gruppo di ragazzi.
Hogwarts sarà teatro di una piccola sfida sentimentale: tra professori esigenti e maghi oscuri, ci sarà anche qualcuno alle prese con guai ben diversi da questi.
«Ragazzi, ragazzi! Frenate! Siete sicuri di volerci giocare?»
«Dai, Charlie, hanno detto di sì»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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È trascorsa una settimana da quando “Il Contratto” ha sancito il destino dei due Weasley. È trascorsa una settimana e ancora nessuno dei due può annunciare d’essere addivenuto a una conclusione, o punto di svolta o qualsiasi altro passo in avanti. A dispetto dei primi due giorni, senz’ombra di dubbio laboriosi, i successivi hanno visto la gara subire un arresto. Tra docenti impazziti, problematiche varie e una caterva di compiti, non c’è stato proprio modo e tempo per avvicinarsi alla studiosa Hermione. Hermione, dal canto suo, se i primi giorni si era dimostrata piuttosto disponibile con entrambi, appare ora abbastanza distaccata, si contraddistingue, ormai, per i suoi rifiuti. Rifiuti a qualsiasi cosa, persino ad accomodarsi accanto a Fred o accanto a Ron. Apparentemente tutto procede come dovrebbe. Ma, agli occhi dei coinvolti, è chiaro che qualcosa non vada; motivo per cui, non appena si ha modo, ambedue le fazioni si dilungano in elucubrazioni volte a interpretare qualcosa più complesso di un saggio di Rune Antiche: la mentalità della Granger. E anche quest’oggi, tra una punizione e qualche invenzione, Lee, Fred e George si ritrovano a confabulare, sdraiati comodamente sui poveri e un tempo immacolati tappeti della Sala Comune.

«Fred» Un mugolio assonnato risponde al richiamo di Lee «Non starai dormendo?!»

«Lee, taci» Il dire impastato di George, sdraiato con un bel braccio a coprirsi gli occhi.

«Ragazzi, siamo in Sala Comune»

«E allora?» All’unisono l’esordio. Ma è George che prosegue. Fred ormai è arrivato alla duecentesima pecorella, non può rinunciare proprio ora «Siamo sfiniti! Oggi abbiamo mandato in Infermeria tredici ragazzini» Sbuffa «Ed è faticoso mandarne al creatore tredici alla volta!»

«Ma non sono morti!»

«Dettagli»

«Ma se voi dormite, io quando prendo in giro tuo fratello?!»

«Ronnie?! Sempre!»

«No, no. Parlo della tua dolcissima e zuccherosissima metà!»

«Jordan. Definiscimi ancora a quel modo e ti faccio inghiottire l’unticcio dei capelli di Piton!» Qualcuno ha smesso di contare pecorelle «E giusto per fartelo sapere... a causa tua ho perso la duecentoquattordicesima!» Persino stizzito lo dice. George e Lee, nel frattempo, ridacchiano incerti.

«Fred, unticcio di Piton a parte, di cosa stai parlando?!»

«La pecorella, George» Una pausa. Si mette seduto, rendendosi conto che vi sono pochi presenti in sala a osservarlo; la consapevolezza sembra infastidirlo. È un egocentrico professionista «Perché dovresti prendermi in giro?»

«Vero! Perché?» Anche George si mette seduto. Guarda la Sala Comune e viene assalito dallo stesso disappunto del gemello.

«Ma per la Granger! Che domande!» Lee, restando sdraiato, li osserva con aria sghemba «Io ve l’avevo detto!»

«Sciocchezze. È solo impegnata con i compiti. Sai quanto è fissata» Stranamente, Fred appare alquanto infastidito.

«Infatti. E poi nemmeno Ron ha avuto fortuna. Fred ce la farà!»

«Ma se ha rifiutato persino la cioccolata!»

«Ma che c’entra? Non gliel’ho potuta preparare!» Lo sdegno di Fred.



«Abbiamo finito!»

«Dovrei sentirmi in colpa» Hermione, che ha versato gli ultimi granelli di polverina verde nelle pietanze destinate alla Cooman.

«Ma quale senso di colpa! Noi stiamo facendo un favore alla collettività!» L’ilarità di Fred fa sorridere anche lei «E ora ci dedichiamo al nostro affare!»

«Quale affare?»

«La cioccolata. Cos’è? Paura d’ingrassare, Granger?!» Ridacchia divertito, mentre le gote della strega s’accendono.

«Non essere sciocco. E ricorda, bollente e…»

«…dolcissima. Sì!»

«Lo ricordi» Perplessità.

«Certo» Ovvietà.

Peccato che i buoni propositi siano spazzati via da vocine infastidite. I due ragazzi strabuzzano gli occhi, guardandosi. Fred appare persino divertito dalla situazione. Hermione è a dir poco terrorizzata.

«Non ti sembrano delle voci… di Elfi?» Al sibilo incredulo della strega risponde un assenso di Fred. Le afferra il polso e senza aspettare oltre la porta via, ridendo divertito.

«Ti devo una cioccolata»



Lee ridacchia, mettendosi a sedere, esattamente come i due «Quella volta, sì. Ma che mi dici della sera dopo?!»

«Già! La sera dopo ti ha dato buca!» E ora anche George s’accoda, sghignazzante.

«Ho ancora tre settimane! La Granger sarà mia!» La convinzione di Fred non ha prezzo.

«Stai attento, Fred, o finirai per cadere, tu, vittima della Granger!»

George a queste parole non può far altro che ridere, senza il minimo ritegno «Sai che scena!»

«Se, se! Comunque non è male la sua compagnia» Seppure detta in tono ilare, l’affermazione richiama l’attenzione allucinata di George e Lee «Sì, è simpatica. Lontana dai libri, da Harry e da Ron, non è male!»

«Ah ecco. Quindi se la prendi e la isoli dal mondo, non è male! Bene! Geniale, fratello!» Una spallata complice e un sorriso sghembo.

«E comunque non mi ha mai detto no» Lo precisa alzandosi. Nessuno dice no a Fred Weasley. Lui accetta un forse, un vedremo, può persino tollerare un ti farò sapere, ma un no mai.



«Ehi, Granger!»

«Weasley» Freddo e distaccato il tono della ragazza. Il sorriso di Fred s’attenua. È così diversa.

«Successo qualcosa?»

«No» Un monosillabo. E lui sempre più stranito.

«Cosa fai dopo la ronda?»

«Dormo»

Sogghigna Fred, afferrandole il gomito, costringendola ad arrestare quel passo da soldatessa «Abbiamo una cioccolata in sospeso, non l’ho dimenticato»

«Molto carino da parte tua» Si divincola, continuando a mostrarsi distaccata e anche un po’ risentita «Ma non ho tempo»

 

****



«Ehi, Ron!» Seamus e Dean, si alzano celermente, abbandonano la Sala Grande e s’apprestano a raggiungere Ron. Accanto al rosso vi è Harry, salutato da un cenno di Dean e ignorato dall’irlandese.

«Ci facciamo una partita a scacchi, venite anche voi?»

«Io voto per le gobbiglie!» Dean, il quale, notando l’occhiataccia di Seamus, porta gli occhi al cielo spazientito.

«Veramente, volevamo sapere di Hermione. Com’è andata?»



«Hermione! Com’è andata Rune?»

«Molto bene, grazie» Il tono duro, distaccato, incolore.

«Che hai?»

«Niente»

Boccheggia «Ah» Ma la segue Ron. La segue, nonostante le orecchie pulsanti, il battito accelerato e il timore «Che ne dici di una passeggiata al parco?»

«Un’altra?» Un sorriso stizzito, nervoso.

«Beh…» Ѐ in evidente difficoltà, ma Hermione gli giunge in aiuto. Semplicemente lo guarda, scuote il capo e devia in direzione del bagno delle ragazze, lasciandolo solo.



«Malissimo» Riprendono a camminare tutti e quattro. Il tono di Ron è abbastanza sconsolato, il Prescelto, per chissà quale ragione, assume un’aria colpevole, portando lo sguardo al pavimento «Ormai neanche mi parla più, è assurdo»

«Forse ci sei andato troppo pesante col bacio…» Fa spallucce Dean «Oppure sono state le scuse»

«Comunque anche Fred è a zero. Non parla neanche più con lui»

«Harry, tu che ne pensi?»

Con l’aria persa e colpevole, l’occhialuto Grifondoro si volta in direzione di Ron «Non lo so, forse ha capito che c’è qualcosa sotto»

«Neanche lei è così sveglia»

«Seamus… parliamo di Hermione Granger»

Deglutisce l’irlandese «In effetti…» Harry, nel mentre, trae un invisibile respiro di sollievo.



«Ginny!» Lo ripete Harry. Neville al suo fianco è un fascio di nervi. Non doveva seguirli. Loro hanno una “missione” importante da portare a termine.

«Sì. È il mio nome» Il tornado dai capelli rossi s’avvicina ai due, studiandoli sapientemente «Allora? Cosa state combinando?»

«Ginny, per favore, lascia perdere»

«No, Neville. Non lascio perdere. Ron bacia Hermione, Fred la porta in giro… e ora voi! Non sono stupida. Che state combinando?» Braccia conserte e sguardo furioso. Dov’è finita la docile Ginny Weasley dei primi anni? Forse è stata – effettivamente – divorata dal Basilisco e quella lì è Tom Riddle, versione adolescente con nevrosi cronica.

«Ginny…» La monotonia del Prescelto. Il suo sguardo da cucciolo maltrattato e il sospiro delle grandi occasioni... «Vieni con noi. Non abbiamo tempo per spiegarti» ...E il suo polso fermo, esistente su un diverso piano astrale, sicuramente.

 

****



Intanto, nei pressi del lago, una quindicenne se ne sta in silenzio. Seduta sul terriccio, intenta a ripassare la lezione di Storia della Magia. I capelli crespi raccolti in una disordinata crocchia, la divisa cade, invece, impeccabile.

«Sei qui» La voce dolce di un’amica distrae Hermione.

«Ciao» Il tono del Prefetto emana una certa tristezza.

«Come stai?» La voce rassicurante di Ginny. Si accomoda accanto alla compagna.

«La verità?» Ma non aspetta un consenso «Male» Una risatina amara accompagna la rivelazione.

«Mi dispiace tanto» Poggia la testolina rossa sulla spalla dell’amica, come a darle conforto «Loro non capiscono, sono degli idioti»

«Sai cos’è che mi fa più male?» Ancora una volta non aspetta la risposta, e prosegue «Mi piaceva. Mi piaceva che mi stessero intorno, mi piaceva ridere con Fred, con lui mi sono divertita… tanto»

«Lui ti ha detto della scommessa…»

«Ha dimenticato di dirmi il premio, però» Ammette stizzita, facendo annuire Ginny «Poi anche Ron. Per due giorni sono stata trattata come una ragazza…»

«Hermione! Tu sei sempre trattata come una ragazza!»

«Non dire sciocchezze» China lo sguardo «In quattro anni, solo Viktor lo ha fatto» Sbuffa «E io non lo accetto. Guarda come sto a causa loro. Mi detesto! Ma tanto cosa mi importa?! Vogliono giocare con me? Lo facciano! Ron è gentile solo per un gioco? Bene! Fred mi offre la cioccolata solo per un gioco? Meglio ancora!» Enfatizza Hermione. Stizzita e angosciata dalla situazione. Ferita, come lo sarebbe qualsiasi ragazza al suo posto.

«Hermione, adesso basta» La risolutezza di Ginny richiama l’attenzione dell’altra «Ѐ una settimana che parli a monosillabi, una settimana che stai male. Ora basta, devi reagire!»

«Io avrei reagito subito! Tante belle fatture, a loro due e ai loro complici!»

«No! Te l’ho già detto. Così non risolvi niente!» Ridacchia «Se vuoi fargliela pagare davvero…»

«Fermati! La risposta è NO!»



Neville, Harry e Ginny hanno trovato Hermione. Ѐ nei pressi dell’aula ancora chiusa, in attesa che la lezione abbia inizio.

«Cosa ci fate qui?» Ѐ stranamente allegra. Il ricordo della pazzia messa in atto con Fred illumina il suo viso.

«Dobbiamo parlarti» Ma la serietà di Harry e degli altri due spegne il suo sorriso. Si appartano. Neville guarda colpevole Hermione. Ginny attende spiegazioni. Harry comprende che è giunto il momento «Mi dispiace dirtelo solo ora. Mi dispiace tantissimo… ma io pensavo fosse una buona idea. Non so cosa mi sia preso…»

«Harry» La gomitata di Ginny.

«L’ultimo giorno di vacanza, io, Ron e gli altri Weasley abbiamo giocato al “Contratto”» Gli occhi di Hermione si strabuzzano «Lo conosci?» Lei annuisce «Fred e Ron sono capitati nella casella verde…» Anche Ginny strabuzza gli occhi: ha capito «…il gioco ha dato loro una cosa da fare» La mano di Ginny si posa sulla spalla di Hermione. Neville porta lo sguardo al pavimento, non riesce a guardarla «Dovevano conquistare una ragazza, in un mese. Charlie doveva fare il nome della ragazza… e…»

«Sono entrata io»

«Sì…»

«Perché me lo dici ora? Perché non me l’hai detto subito?» I pugni si serrano. La presa di Ginny sulla spalla di Hermione diviene più salda. Harry boccheggia. Neville non ha neanche il coraggio di respirare «Harry! Perché?»

«Perché… Hermione! Tutta questa situazione mi ha preso come un fiume in piena… io sono riuscito a distrarmi, a pensare ad altro. Seamus mi ha persino parlato alle volte. E poi…» Ma non ha modo di terminare il suo discorso, perché Hermione lo ha già abbracciato.

«Oh, Harry. Mi dispiace, tu sei sotto pressione. Non importa» Il tono comprensivo, come quello di una madre. Perché lei per lui c’è sempre. Qualsiasi cosa Harry faccia, Hermione, puntualmente, lo perdona. È la storia che si ripete, va avanti dal primo anno e, probabilmente, andrà avanti sino a quando esisteranno. Neville sorride, rincuorato. Ginny, invece, sembra un vulcano pronto a eruttare.

«D’accordo, ma ora dobbiamo pensare a quegli idioti!»

«Ginny» Il rimprovero di Neville. Hermione si distacca da Harry, mostrando degli occhi lucidi e feriti.

«Dopo le lezioni li cerco, li fermo e li affatturo»

«No! Devi fargliela pagare sul serio»

«GINNY» Lo hanno urlato assieme Neville e Harry.

«E come pensi potrei farlo?» Il sorriso amaro di Hermione.

«Colpendoli nell’orgoglio»



«Ancora no? E vuoi continuare a ignorarli? Questa faccenda ti fa male, devi reagire»

«Ginny, devo solo ignorare e aspettare che il mese finisca. Così io avrò salvato la mia dignità e tutto tornerà normale»

«No! Devono penare!» Più risoluta che mai Ginny «Pensaci, due ragazzi che ti corteggiano per gioco. Quale sarebbe lo smacco più grande?»

«Perdere il gioco?»

«No! Perdere il gioco perché tu preferisci un altro!» L’aria allibita di Hermione è già una risposta «Credimi, li conosco! Ron sarebbe uno straccio e Fred letteralmente morto!»

«No, è fuori discussione. Tu sei matta»

«Ma perché? Cos’hai detto a me? Frequenta altri, lasciati andare, sii te stessa e sarà lui a venire da te! Vedi? È un po’ la stessa cosa!»

Il capo di Hermione continua a scuotersi «No, non è la stessa cosa. Io posso fare due cose: ignorarli e aspettare oppure fare una scenata e dirgli che so benissimo cosa combinano»

«NO!» Ormai il volto di Ginny è accalorato. Crede in quel che dice «Segui il mio consiglio e saremo noi a ridere di loro!»

«A me sembra una pazzia…»

«Già. Peccato che io non risponda al nome di Fred Weasley, altrimenti l’avresti già fatta!» Il tono malizioso di Ginny fa imporporare le gote di Hermione, la quale sorride in direzione dell’amica, arrendevole.

«E cosa dovrei fare? Convincere qualcuno ad essere il mio ragazzo?»

«Oh no!» L’aria pestifera e il ghigno, è davvero la sorella dei gemelli «Ѐ sufficiente mostrarti interessata»

«E chi sarebbe la vittima?»

«Dimmi, Hermione, quanto vuoi fargliela pagare?»

«Moltissimo» La risposta sincera della strega.

«George, allora, andrà più che bene!» Un sogghigno di Ginny e un’imprecazione di Hermione. Ma quand’è che la sfortuna ha deciso di perseguitarla?

   
 
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