CAP 4:
Il mese passò in fretta:il lavoro alla locanda di certo non mancava e sempre più spesso Isabelle tornava al suo
alloggio distrutta,tanto che non si rese conto che erano già a fine ottobre.
Una sera uscendo sul retro, Isabelle vide il castello tutto illuminato.
“E’ bello, vero?”le chiese
Madama Rosmerta, apparendo dietro di lei.
Isabel annuì: ”Perché è
così illuminato?”
“Oggi è Halloween, al
castello organizzano sempre una grande festa!”disse
l’anziana donna ridendo.
Isabelle si fermò a guardarlo ancora per un po’, poi tornò dai clienti.
Quella sera non riusciva a
dormire. Hogwarts . Quante volte da bambina aveva sognato di
trovarsi li. Nessuno le aveva mai parato della
vita al castello e lei si era fatta una strana idea su come doveva essere. Le
sarebbe piaciuto vedere il castello, ma quello era
destinato ad essere un sogno. Nei giorni seguenti Isabel ebbe un gran da fare, ma
non era l’unica. Harry aveva, anche lui, molti problemi. Da quando era tornato ad Hogwarts tutti gli studenti lo fissavano stupiti. Non era
la prima volta: già quando erano a scuola le cose non erano diverse. La prima
lezione(Corvonero,terzo
anno)
Era andata abbastanza bene,
anche se aveva fatto un po’ di confusione. Aveva preso spunto dalle lezioni dell’ E.S. e aveva ottenuto buoni
risulti. Trovarsi dall’altro lato della cattedra era senza dubbio un’esperienza
interessante. Ora era lui a togliere e mettere punti, e questo lo esaltava.
“Non te n’approfittare!” gli
aveva scritto Hermione in una lettera “Fatti amare dai
tuoi studenti! Non diventare un nuovo Piton!”
Questo paragone lo aveva
offeso, ma in fondo aveva ragione ,come sempre.
Un giorno, che sembrava
come gli altri, Isabelle fu chiamata da Madama
Rosmerta. Bussò alla porta della sua stanza ed entrò. Rosmerta era alla
scrivania china su alcune carte.
“Vieni Isabelle”disse.
Lei si fece avanti.
“Come promesso ecco il tuo
stipendio” e indicò un sacchetto di velluto rosso sul tavolo.
Isabel lo
prese e la ringraziò.
“Tu sei una mia dipendente,
è ovvio che ti paghi!”
Rosmerta si alzò, prese una
bottiglia d’idromele e gliela porse.
“Devi farmi un favore: porta
questa bottiglia al prof. Lumacorno, a Hogwarts. Me
l’ ha ordinata due settimane fa, ma non ho avuto il tempo di portargliela!”
Isabelle prese la bottiglia
e la portò giù nel locale vuoto. Finalmente avrebbe visto Hogwarts!
Prese il mantello e la
bottiglia e si avviò verso il castello. Le strade erano quasi deserte, tranne
qualche rara passante. Quando arrivò al castello si
fermò di botto. Dopo tanti anni il castello si stagliava alto davanti a lei.
Era bellissimo. Non riusciva a muoversi intimidita da quell’imponente vista. Si
fece forza e s’incamminò sul sentiero che conduceva verso il grande portone di quercia.
Harry stava conversando con
il prof. Lumacorno, o meglio lui parlava e Harry
annuiva educatamente, facendogli credere che ascoltava
il suo monologo sulle proprietà della pianta di feltro.
“Come vedi, mio caro
ragazzo, questa proprietà è la più importante e la più difficile da preparare…”diceva
il professore.
“Ha ragione” affermava
Harry.
Erano arrivati all’ingresso
e Harry stava per staccarsi dal professore, quando il portone si aprì ed entrò
una ragazza. Una bellissima ragazza!
Isabelle si guardò intorno senza vedere nessuno. Poi sulle scale comparve
un ragazzo alto, con i capelli neri e gli occhi verdi incorniciati da un paio d’occhiali
tondi. Isabel non lo conosceva eppure sentiva di averlo già visto.
Harry studiava la ragazza
da lontano: i suoi lunghi capelli biondi erano legati in una coda di cavallo, i suoi occhi grigio-azzurri e il suo portamento
regale li ricordavano vagamente una persona conosciuta in passato. Scese velocemente le scale me si fermò al secondo gradino.
Isabelle guardava
fisso il bel giovane sulle scale. Non aveva mai provato una sensazione
simile. Poi i loro occhi s’incrociarono e fu come se tutto attorno a loro
scomparisse. I loro cuori cominciarono a battere all’unisono. Le gambe d’Isabel
tremarono. Harry non riuscì a staccare gli occhi dall’esile figura nera. Era da
molto, molto tempo che non si sentiva cosi. Sorrise.
Isabel era persa nello
sguardo espressivo del giovane ,ma quel sorriso sicuro
,quello sguardo forte e dolce aveva
qualcosa di familiare. D’istinto distolse lo sguardo e l’incontro finì.
Harry scese gli ultimi gradini e lei i avvicinò.
“Salve, cosa posso fare per
lei signorina?”le disse.
Isabelle lo squadrò da capo a piedi. Qualcosa sulla sua fronte catturò la
sua attenzione. Ma i capelli
la coprivano quasi completamente.
“Sto cercando il prof. Lumacorno. Ho una cosa da dargli da parte
di Madama Rosmerta ”disse, mostrando la bottiglia.
“E’ fortunata il professore
è proprio qui!”rispose Harry indicando il professore che stava scendendo in
quel momento.
“Professor Potter non mi
presenta la sua affascinante amica ?”scherzò il professore.
Isabelle guardò il giovane inorridita :”Potter ha detto? Quell’Harry Potter?
Ma non è possibile!”
Harry notò lo sguardo della
giovane. Ormai c’era abituato
“Posso presentarmi?”disse
porgendole la mano: ”Harry Potter”.
Isabelle prese la mano con
riluttanza.
“Molto piacere”rispose
dura. Poi prese la bottiglia e la mise nelle mani di Lumacorno.
“Con tanti saluti dalla
signora e tante scuse per il ritardo! Ora se volete
scusarmi”cosi dicendo aprì il portone ed uscì.
Harry rimase impietrito
dalla sua reazione. Sembrava gentile eppure…c’era qualcosa di strano in quella
giovane. Harry la guardò allontanarsi con aria nobile e fiera.
“Sa chi è, professore?”chiese
al suo collega.
“Oh, è la giovane cameriera
dei Tre manici di scopa. Mi pare si chiami …Isabelle, sì, Isabelle!”
“Isabelle”sussurrò Harry ”Isabelle”.
E senza saperlo serbò quel nome nel suo cuore.