Ci vediamo in
fondo al chapter!
Buona
lettura!
Capitolo
18
Waiting
for You under the Mistletoe
(Ti
aspetto sotto il vischio)*
Era giunto,
finalmente.
Lo si sentiva
nell’aria, assieme al profumo dei dolci alla cannella appena sfornati, lo si
vedeva tutt’attorno, con le ghirlande d’agrifoglio che ornavano i lunghi
corridoi, con i piccoli abeti addobbati nelle aule e con
Anche
nell’ufficio di Piton era comparso a sorpresa un pinetto tutto rinsecchito e
striminzito, a mo’ di alberello.
Si cantava, si
brindava e si giocava.
Una serie di
pupazzi di neve animati avevano colonizzato i prati attorno al castello,
nascondendosi dagli studenti e tirando loro delle palle di neve a
tradimento.
Ovunque si
percepiva il Natale.
O meglio,
ovunque eccetto che in una particolare zona del dormitorio femminile Grifondoro,
una zona da cui provenivano vibrazioni molto, molto negative.
Signore e
signori, ladies and gentlemen, prestate orecchio a quel che ho da dirvi: Bella
Bothwell era in profonda crisi.
Ma questa
volta, a eccezione delle altre, di quasi
tutte le altre, non si poteva darle completamente
torto.
Dopo la
semi-dichiarazione di Malfoy di volerla tutta per sé (e minacce più o meno
velate a qualunque ragazzo che si fosse azzardato ad avvicinarla con ragioni
poco meno che innocenti), e giorni passati a camminare a tre metri da terra, era
bastato un sabato mattina con la luna in transito nel suo segno che, insieme al
Natale, era giunta anche la catastrofe.
Da quel
momento, Bella si era rifiutata di avere un qualsiasi contatto con ogni
Serpeverde che calcasse il suolo di Hogwarts ‘ con i suoi indegni
piedacci’.
Che si fossero
armati fino ai denti per riconquistare la dignità perduta, assillando i
Grifondoro, insultando i Tassorosso e lanciando sfide ai Corvonero (quelli che
avevano osato alzare troppo la cresta si erano trovati in infermeria in men che
non si dica), poteva anche starci.
In effetti i
Serpeverde capeggiati da Malfoy e Zabini stavano piano piano riguadagnando il
terreno perduto.
A Bella non
interessavano affatto quelle lotte di potere: si era presa o no una cotta per
Malfoy quando era ancora all’apice della sua crudeltà, arroganza e
strafottenza?
Niente e
nessuno avrebbe potuto farle cambiare idea.
Però, come si
suol dire, quel che è troppo è troppo.
Fu con una
nuvoletta grigia sopra la testa che si alzò dal letto, quella domenica mattina
di metà dicembre. Chiunque manifestava la propria felicità di fronte a lei, si
beccava un’occhiataccia di rimando. Risate, scherzi, bacini e baciotti non erano
concessi.
E quando i suoi
compagni la videro sparire oltre il portone d’entrata e incamminarsi verso
Hogsmeade con l’espressione torva e il mantello nero svolazzante dietro di
lei, come le ali di un pipistrello, non poterono fare a meno di chiedersi come
sarebbe andata a finire.
Malfoy quella
volta l’aveva fatta grossa, veramente
grossa.
-Eeetciùùùùùùùù!!!
-Blaise!
-Che
c’è?!
Con uno sguardo
di disapprovazione che la diceva tutta, Draco si alzò con calma dalla sua
poltrona preferita, avvicinandosi elegantemente al camino.
-Se mi attacchi
il raffreddore, giuro che te le faccio pagare cara. Stai spargendo germi
ovunque.
-Oh. Bi scusi,
eh, bi scusi, Sua Eccellezza. E cobuqque, vista l’aria che tira, fossi id te ci
rifletterei bede priba di uscire da qua.
Draco si voltò
di scatto verso l’amico, rintanato in un angolo del divano e infagottato in una
calda coperta di lana.
Verde.
-Se pensi che
io, Draco Malfoy, abbia paura di un piccolo pusillanime senza spina dorsale come
quel- cominciò a dire, le labbra arricciate con sdegno.
-Do, do..dod bi
riferisco a Roberts. Ieri l’hai besso al tappeto. Sodo bolto fiero di te. Dod
coddivido il botivo della faida, ba..hahaaatciù!!
Draco arretrò
inconsciamente di un passo, con un’espressione schifata, sorvolando sul commento
appena fatto da Blaise, accompagnato da un sospiro rassegnato di Pansy, intenta a farsi la manicure e a
osservare la lima, sospesa a mezz’aria e guidata dalla sua
bacchetta.
-Ba…
-Ba..che stavo
diceddo? Ah sì, certo. Dod coddivido…
-See, see, ho
capito, procedi. Non abbiamo tutta la mattina. - disse Draco, incitando il
compagno a continuare il discorso con un gesto della mano.
-Beh, Draco,
dopo la scedata di ieri…
-E soprattutto
dopo quello che hai detto
ieri…-s’intromise Pansy, calcando su quel ‘hai detto’ con un’occhiata di
rimprovero all’amico, tornando poi a occuparsi della sua
manicure.
-Mmmhhhhh…sta a
vedere che devo sorbirmi pure voi adesso!
Draco si lasciò
cadere di malavoglia sulla poltrona più lontana da Blaise, facendo sloggiare con
una pedata un ficcanaso del terzo anno.
-Beh…Dray..
-Allora,
mettiamo in chiaro le cose qua. Diciamo pure che non me ne può fregar di meno se
offendi
-E
allora?
-Allora…
-Debbedo a be
frega diette, Passy.
-Mmh, no, ti
prego, Blaise, evita, evita di dire il mio nome con il raffreddore, perchè mi
fai rabbrividire.
-Ba!! Dod ho
capito!!!!! È colpa bia adesso se tu e le tue abiche bi avete sotterrato sotto
cubuli di deve??????
-Sì, Blaise!!!
È colpa tua e di Draco!!! Perché mi avete ignorato per un’intera settimana,
presi com’eravate dai vostri loschi segretucci!!!! – esclamò Pansy, scuotendo il
caschetto di capelli scuri con aria altezzosa.
-Oh Satto
Berlino, perché??? E perché solo io???? E Draco??? Perché dod avete sotterrato
acche lui???
-Ehi!!!!!
-Perché,
perché…beh, perché sì!!! Tu sei capitato a tiro!
-Brava, brava!!
Copplibetti!
-Eh??
-Ho
det-
-Lascia
perdere, Blay, nemmeno io capisco quello che dici, ridotto in questo stato. E
comunque…
-Esatto,
torniamo a te, Dray. Io lo dico per il tuo bede, abico. Issobba, dici che ti
itteressa quella ragazza e poi spari di quelle cazzate…
-Non
esageriamo!!-sbottò il biondino, tirato in causa e accusato così
crudelmente.
-Sì, Draco, sì.
Hai esagerato.
-Pansy, dai,
che non te ne frega niente.
-No, infatti,
non me ne frega niente della Bothwell. Ma mi frega del biglietto per il concerto
che, tra parentesi, non ho ancora
visto.
-Ohhh..-Draco
si coprì il volto con le mani, gemendo.
-Perché??
Perché a me??!!
-Perché te la
sei cercata, caro mio! E adesso, vedi
di rimediare al danno che hai fatto. E cerca di imparare come si trattano le
donne…
-Ippara da
be…
-Zitto Blaise.
-Passyyy…
-No, ho detto
zitto!! Non storpiare il mio nome in quella maniera orrenda!! E in quanto a te
Draco, Dra..Draco, Draco!!Dove vai? Torna qui!!
Ma Draco aveva
già abbandonato i suoi “amici” a scannarsi nella Sala Comune.
Si rintanò in
camera sua, buttandosi sul letto.
Il problema era
che lui si sentiva davvero in colpa, anche se non lo dava a vedere.
Aveva fatto
veramente una gran cazzata.
Ma non avrebbe
potuto fare altrimenti.
Si girò su un
fianco, nervoso come non mai e tirando un pugno al materasso sotto di
lui.
Ripensò alla
giornata precedente.
Roberts che si
avvicinava a Bella, facendola arretrare fino a una
colonna.
Lui che, non
visto, tendeva l’orecchio per origliare.
Roberts che la
invitava a fare il tifo per lui alla partita Corvonero-Tassorosso nel
pomeriggio.
Bella che, con sommo disappunto di Draco, non
mandava al diavolo Roberts, no, no, quella sciagurata…gli
diceva…
“Ci
penserò”.
‘Ci
penserò’????????????
Lei ci avrebbe
pensato.
Brava.
Ma che cavolo
di risposta è?????? La cara signorina Bothwell, sentiamo, quale parte della
frase “voglio l’esclusiva” non ha ben capito?? Perchè c’è da
chiederselo.
Ad ogni modo
poi, tutto si era svolto da copione.
Roberts che ci
provava spudoratamente.
Draco che
usciva allo scoperto.
Draco che
saltava subito alle conclusioni.
Draco accecato
dalla gelosia e dalla rabbia.
Draco che
tirava un pugno a Roberts. Facendosi male alla mano, per
giunta.
Draco che,
furioso, si voltava verso Bella e le diceva…
Le ho
detto...oh.mio.Dio.
-Sei un’idiota.
Credi veramente che Edward Roberts, uno che è ambito da tutte le ragazze di
questa scuola, che è stato con il fior fiore femminile di Hogwarts possa essere
interessato a una come te? Non farmi
ridere. Sei solo un’illusa. Avanti, ma guarda in faccia la realtà. Vuole solo
trovare il pretesto per mettersi contro di me – Draco ripetè le parole dette da
lui il giorno prima, in tono piatto questa volta.
Senza l’enfasi
che aveva fatto indietreggiare Bella di due passi, poi tre, con lo sguardo
ferito, gli occhi lucidi e il labbro tremulo.
Che l’aveva
fatta scappare di corsa.
Che le aveva
fatto urlare parole di disprezzo contro di lui.
Quali, di
preciso?
Ah
sì.
“Ti odio,
Malfoy. Sei solo uno schifoso bastardo”.
Stop.
“Stammi
lontano”.
Stop.
-Bene, bravo.
Un’ottima interpretazione Draco Malfoy.
Si fece un
applauso da solo.
L’aveva fatta
grossa.
E ora doveva
convincere B.B. a perdonarlo.
-Capisci?????
-No, Bells, non
capisco. Non posso farlo se continui ad agitarti così. E soprattutto, evita di
uccidere il tuo budino al cioccolato, per favore. Mi fa una gran pena,
davvero.
Bella
polverizzò, letteralmente, il bel
ragazzo moro che le stava di fronte e che la guardava con un’espressione
divertita e rassegnata allo stesso tempo.
I lunghi
capelli erano legati in un codino sulla nuca, ma qualche ciocca più corta era
riuscita a sfuggire al cordino di pelle di drago e ora gli accarezzava la
guancia destra a ogni movimento del capo.
Il tatuaggio
era bene in vista, ma non c’era molta gente in giro, con la neve e tutto il
resto.
La maggior
parte degli studenti di Hogwarts aveva preferito rimanere al
castello.
Ma Bella no,
lei aveva un appuntamento.
Will si
appoggiò comodamente allo schienale della poltroncina rossa su cui stava seduto,
allungando le lunghe gambe, avvolte in un paio di pantaloni neri all’ultima
moda, fino a sfiorare quelle di Bella.
Il maglione,
anch’esso nero, con il collo a V, contrastava con il pallore del ragazzo, i cui
occhi chiarissimi si specchiavano in quel momento nella loro identica copia,
dall’altra parte del tavolo.
-E così…siamo
alle prese con i primi tormenti d’amore, o sbaglio?
-Sbagli,
sbagli. Come sempre – rispose la ragazza, acida.
Will fissò sua
sorella e scosse la testa, ridacchiando divertito.
Poi però,
aggrottò le sopracciglia, pensieroso.
La sua
sorellina era cresciuta.
E, considerato
che era la sua copia al femminile, era cresciuta anche
bene.
E i ragazzi
iniziavano ad accorgersene.
Mamma era
estasiata all’idea di poter parlare alle amiche del ‘fidanzatino’ della figlia,
non vedeva l’ora di poterlo conoscere e coccolare e
viziare.
Papà aveva
borbottato qualcosa e si era eclissato.
E lui…beh,
doveva ammetterlo.
La situazione
lo divertiva molto.
-Ma Bells. Devi
capire che la gelosia fa dire e fare cose che non si vorrebbero né dire, né
fare.
-Voi ragazzi
siete degli idioti stratosferici.
-Sì, certo.
Come vuoi.
Non era il caso
di ribattere a tono. La visione di Bella che rimestava il povero budino, per poi
infilarsene una gran cucchiaiata in bocca, con un grugnito, era veramente il
massimo.
-Dico, era il
caso di prendersi a pugni??
-Bells, la
mamma andrà in visibilio, vedrai. Lascia che le racconti della rissa che hai
scatenato…
-Punto primo!
Io non ho scatenato un bel niente. Punto secondo! Will, lascia fuori la mamma,
per favore.
-Ma non se ne
parla nemmeno. Me la vedo già: “ohhh, due ragazzi che fanno a botte per la mia
bambina..”
Bella non potè
fare a meno di ridacchiare all’imitazione della madre, fatta da Will con una
vocetta ridicola.
-E
papà?
-Cosa vuoi che
dica? “Sophia, cerca di non esagerare…a botte…poco serio…bla bla bla”, come una
pozione in ebollizione.
-Ahahah!!!
Già!! Me lo vedo, me lo vedo…
-E poi la mamma
tirerà fuori la storia del papà e di Charles Ferguson che fecero a botte per
lei…
-Sì!!! E papà
che si ostina a negare!!!
-Bells..
-Eh?
-Dammi un po’
di budino.
-Noo, il tuo
l’hai già mangiato. Questo è mio.
-Daiiii.
-Mmh…tè, dai,
va bene. Ma poco. Devo affogare i miei dolori nel cioccolato,
io.
Will si sporse
in avanti e agguantò il cucchiaio di Bella, portandosi una gran quantità di
budino alla bocca.
-Ladro! È
troppo!!!
-Ohhohohoh!!!Bells,
ti giuro, mi fai morire…Non prendertela a male per quello che ti ha detto il tuo
amichetto…
-Will, ti
avverto…non mi distrarrai dal budino con questi discorsi…
-Perché è
quello che ti rogna, no? La rissa un po’ ti lusinga, ammettilo.-continuò il
ragazzo, incurante delle mani della sorella, che tentavano di riagguantare la
coppetta di budino.
Bella guardò
suo fratello dritto negli occhi.
-Ha detto delle
cose brutte, è stato cattivo.
-Non lo metto
in dubbio, però era accecato dalla gelosia! Dai, non deludermi…le mie canzoni
non ti hanno insegnato proprio nulla, allora?
-Uff.
…
-Cosa dovrei
fare secondo te?
-Siamo a
Natale, Bells. Tutti sono più buoni a Natale…persino tu, se ti ci metti di
impegno.
-Scemo!!
E poi, pensò
Will un’oretta più tardi, guardando la sorellina avviarsi verso la scuola, se
qualche ragazzo avesse calcato un po’ troppo la mano con Bella, ci avrebbe
pensato lui a rimetterlo al suo posto.
Erano ormai le
cinque del pomeriggio quando Bella giunse in prossimità del castello. L’aria
gelida le feriva le guance e il ghiaccio rischiava a ogni passo di farla cadere
a terra.
Fu con grande
sollievo che scorse il portone d’entrata, illuminato dalle
torce.
Al calduccio,
finalmente.
Salì le scale
di corsa, i gradini due a due, con una gran voglia di un bel bagno
caldo.
La sala comune
era ‘sonnacchiosa’.
Al suo
ingresso, parecchia gente si voltò a guardarla, chi bisbigliando, chi
ridacchiando.
-Che
c’è??
-Niente Bella.
– si affrettò a dirle Ginny, prendendola per un gomito e spingendola verso il
loro dormitorio. – C’è che se non ti fai una doccia, morirai
assiderata.
-Sì, infatti. È
quello che avevo in mente e…ma che avete tutti???
Ma Bella non
potè preoccuparsi ulteriormente per lo strano atteggiamento dei suoi compagni,
perché Ginny la spinse letteralmente dentro alla stanza, chiudendole la porta
alle spalle.
Fu solamente in
prossimità del letto che Bella lo notò. Si bloccò a metà del gesto di togliersi
la sciarpa. Un pacchettino dalla carta argentata posato sul suo cuscino.
Era un regalo
di Natale ovviamente.
Ma non fu il
contenuto a incuriosire Bella.
Le bastò
leggere il biglietto per scattare fuori dal ritratto della Signora Grassa ancor
prima che i suoi compagni si rendessero conto del suo
passaggio.
Alla
più bella ragazza di Hogwarts.
D.M.
p.s:
ti aspetto fuori dall’aula di Incantesimi
Non si fermò
nemmeno quando rischiò di travolgere un gruppetto di Tassorosso del secondo
anno.
Corse, corse,
con il biglietto stretto nella mano destra.
Scale, secondo
corridoio a destra, poi a sinistra e infine ancora a
destra.
Eccolo.
La guardò
avvicinarsi lentamente, guardinga, con il suo biglietto stretto nella
mano.
L’aveva cercata
per tutto il giorno, ma nessuno dei suoi compagni gli aveva voluto dire dove si
fosse cacciata.
Era almeno
riuscito a convincere
Ad
aspettarla.
Era lì da più
di un’ora, ormai.
Non ci sperava
più.
E invece era
venuta.
Erano a pochi
passi.
-Dove sei
stata? – le chiese, non riuscendo a trattenersi.
-Ti
interessa?
Okay, piede
sbagliato.
Ricominciamo.
-Sì.
Lei arrossì,
colta alla sprovvista.
-Mi interessa
sempre sapere dove sei.
Colpo basso,
molto basso.
-Oh.
Draco la guardò
attentamente negli occhi e si concesse un sospiro di sollievo: l’aveva già
perdonato. Stava solo facendo la preziosa.
T’è andata
bene. Si sentì dire
dalla sua vocina interna.
-Perché mi hai
detto di venire proprio qui? – chiese Bella, guardandosi
intorno.
-Non volevo
correre rischi.
-Rischi? Che
rischi?- lo guardò senza capire.
Lui non le
rispose.
Le prese una
mano, invece, tirandola a sè.
-Draco,
ma…
-Draco? Siamo passati ai nomi, B.B.?-
scherzò lui.
Lei
ridacchiò.
-Ehm…mi spieghi
cosa ci facciamo abbracciati, fuori dall’aula di
Incantesimi?
Lui le fece un
cenno con il capo, verso l’alto.
Bella alzò gli
occhi e arrossì.
Un rametto di
vischio volteggiava leggero sopra le loro teste.
-Oh.
Poi si rese
conto che, a distanza regolare l’uno dall’altro, c’erano rametti di vischio che
volteggiavano ovunque.
Solo in una
direzione del corridoio, però.
Il soffitto
della parte di corridoio che aveva percorso lei per giungere lì era
libera.
-Ma…
-Li ho
eliminati io.
-Cosa?
-Te l’ho detto,
B.B. Non volevo correre rischi.
-Vuoi dire
che?
-Sì, dal
corridoio della vostra Casa a qui ho eliminato tutti i rametti di vischio. Non
volevo correre il rischio che qualcuno si sentisse in dovere di baciarti mentre
venivi qui.
Bella si sentì
oltremodo lusingata da quel gesto.
-Un Malfoy non
lascia nulla al caso, eh?
-Già.
-B.B. – le
disse, colto dall’impazienza.
-Eh?
-Devi
baciarmi.
-Devo?
-Sì. È la
tradizione.
-Oh beh,
allora…
-…ma solo
perché la tradizione…- sussurrò poi
a fior di labbra.
Draco sorrise,
prima di baciare la ragazza più bella di Hogwarts.
* La tradizione
vuole che nel periodo di Natale, se ci si trova sotto a un rametto di vischio,
bisogna baciarsi…^__-…Siamo ancora in tempo….
Eccoci qua
ç___ç…che carini!
Veramente!!
Okay, una
piccola nota. Il titolo in english fa tutto un altro effetto e crea anche un po’
la rima…la traduzione non regge il confronto, ma mi pareva giusto
metterla…^__^
Un caloroso
ringraziamento a tutti coloro che leggono questa ff e a quelli che lasciano
anche un segno del loro passaggio, in special modo alle meravigliose fanciulle
che hanno commentano the last chapter:
_ayly_;
Untitled, Nathalie_S, nicodora, schumi95, costy black, talpy,
carmilla1324
Tanti
Auguri di Buone Feste a tutti!!!!!!!
Tess