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Autore: soxy88    28/12/2006    3 recensioni
Sosuke si aspettava di riprendere la sua missione senza troppi problemi. Che le loro giornate sarebbero state le solite... Invece non andò così…
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaname Chidori, Sousuke Sagara, Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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L’estate era finita ormai, con lei si erano anche infranti i sogni di Chidori di passare un momento romantico col suo amato se

UNA AMORE SEGRETO

 

CAPITOLO 1

L’estate era finita ormai; con lei si erano infranti anche i sogni di Chidori di passare un momento romantico col suo amato sergente.

 

Sosuke si aspettava di riprendere la sua missione senza troppi problemi. Che le loro giornate sarebbero state le solite; i litigi divertenti che rappresentavano la loro unica forma di dialogo, ma comunque significativi per entrambi… 

Invece non andò così…

 

Chidori al solo vederlo si sentiva bruciare dentro, le venivano in mente solo i peggiori ricordi che poteva pensare, la tristezza la invadeva completamente, stava malissimo. Era distaccata da tutti, ignorava persino la sua migliore amica. Questa volta se l’era presa sul serio!

 

Sosuke, benché la conoscesse da poco, si era fatto una certa idea di Chidori e mai avrebbe pensato di vederla abbattuta, senza forza di volontà, completamente vuota…

Continuava a chiedersi cosa le fosse successo, preoccupandosi più di quanto richiesto dalla missione. Cominciava a rendersi conto che forse era lui il responsabile, scoprendo quanto in realtà si era fatto coinvolgere da quella ragazza.

 

Lei stava seduta sul suo letto mentre con il piede muoveva la palla che inglobava il suo criceto. Aveva uno sguardo perso nel vuoto, solo ogni tanto riprendeva coscienza e osservava la sua grande casa in cui abitava da sola e ripiombava nella tristezza. Ma in fondo nel suo mondo di solitudine stava bene, si sentiva protetta… era lontana da lui…

 

Lui dal suo appartamento osservava con falsa indifferenza la finestra che dava sulla camera di Chidori. Vedeva la luce spenta; una piccola lampada illuminava quell’oscurità mostrando la fievole ombra del suo corpo seduto sul letto immobile…

Sudava… La preoccupazione lo assaliva…

Kurz vedendolo immobile davanti alla finestra gli si era avvicinato, gli aveva tirato un pugno amichevole alla spalla per distoglierlo e gli aveva sussurrato:

“ Va da lei…”

 Lui lo aveva guardato, dicendogli con la sua solita aria da grande militare:

“ Vado a controllare che sia tutto a posto; questo è il nostro compito. Ti terrò informato per eventuali interventi ”

“ Sì sì, fa pure l’indifferente ” prendendolo un po’ in giro “ … e trattala bene! ”

 

Uscì in fretta. Non sopportava la sfacciataggine di Kurz! Raggiunse velocemente la porta di Chidori e tentò di bussare, poi uno strano timore lo aveva fermato. Si sentì strano: lui, abituato alle guerre più terrificanti, si faceva intimorire da una porta? Fece un respiro grosso e bussò; nessuna risposta…

 

Lei, persa nella sua solitudine, sentì bussare. Si alzò dal letto lentamente ed andò ad aprire. Quando arrivò davanti alla porta, però, sentì un brivido freddo scorrerle lungo la schiena; provò quasi ribrezzo a guardare dal foro… temeva che fosse lui…

I suoi timori diventarono realtà.

 

Dopo molto tempo la porta si aprì; lei aveva un viso freddo, distaccato.

“ Sono venuto per controlli ” disse frettolosamente lui.

Nessuna risposta, solo un cenno della testa gli indicò che aveva il permesso di entrare. La seguì ed insieme raggiunsero il soggiorno. Si sedettero al tavolo, lei accese la TV senza parlare, quasi come se lui non ci fosse.

Andarono avanti così per tutta la sera e, dopo che lei aveva cambiato l’ennesimo canale scocciata, lui finalmente prese l’iniziativa e le chiese:

“ Si può sapere cosa hai? ” stupendosi lui stesso di una domanda così diretta         “ultimamente sei triste, distaccata, quasi assente. È qualcosa che ho fatto io? ”

Non riconosceva più sé stesso, mai aveva abbandonato il suo gergo militare; non c’è che dire, la sua vicinanza gli faceva scoprire lati nascosti di lui che non conosceva…

 

Lei non rispose ed, anzi, si alza e si diresse verso la cucina. Lui, non sopportando più la sua indifferenza e, preso da un attacco d’ira, l’aggredì, spingendola contro il muro.

“ Dimmi cosa ti è successo! Non capisci che sono preoccupato per te? ” le urla con tutta la rabbia accumulata.

Lei era pietrificata, non l’aveva mai visto così. Tutta quella rabbia però l’aveva aiutata a reagire e con la ritrovata tenacia gli aveva risposto per le righe, rivelandogli i suoi problemi:

“ Lo vuoi proprio sapere? Allora sappi che ce l’ho con te! Non so se hai notato che non mi sei indifferente…” in quel momento si era pentita di essersi scoperta ma era il momento della verità!

“ Ogni volta che nel nostro rapporto sembra esserci una svolta, tu mi fai capire che per te sono solo un’altra missione e che, una volta conclusa, ti scorderai completamente di me…” in quel momento gli occhi le cominciarono a diventare lucidi. Intanto lui continuava a stringerle le braccia facendole male; ascoltava tutto quello che diceva senza reagire, era sorpreso di quelle rivelazioni, nonostante se le aspettasse…

“… e come se non bastasse sembra proprio che provi un’attrazione particolare per Telethe… non è così?  Ho visto con quanta voglia speravi di vincere il bingo il giorno della festa! La volevi baciare, dì la verità! Sono proprio un’idiota: come ho fatto ad innamorarmi di un fissato di roba militare, oltretutto già perso in partenza?! Ehi… ma… perché non reagisci…? ”

In quel momento si era resa conto che lui non la stava più ascoltando, la guardava con uno sguardo mai visto prima, quasi ipnotizzato.

“ Allora non dici niente?! ” affermò lei con una paura addosso che cresceva sempre più. Quegl’occhi la spaventavano; lui intanto continuava a stringerle le braccia con forza sempre maggiore; lei ormai piangeva copiosamente.

Lui improvvisamente le si era avvicinato e nell’orecchio le aveva sussurrato.

“ Vuoi che ti dimostri tutto l’affetto che provo per te? ”

A quella domanda non sapeva rispondere, era troppo spaventata per la sua espressione.

“… e allora te lo dimostrerò! ” disse lui; intanto l’aveva trascinata per un braccio, facendole sempre più male; la portò in camera e la buttò sul letto; le fermò le braccia sopra la testa con una mano, come se fosse una prigioniera di guerra da interrogare, e con l’altra si stava preparando per compiere la sua crudeltà.

Ormai non capiva più cosa stesse facendo; era spinto da un desiderio forse represso in lui per troppo tempo: era incoraggiato dall’attrazione reciproca.

 

Lei spaventata gli urlò:

“ No, non è così che doveva andare… mi fai male alle braccia!… Lasciami!… Mi stai spaventando!…”

Quando poi con lo sguardo aveva seguito la strada che aveva percorso l’altra mano di lui verso i suoi pantaloni, si era agitata cercando di sottrarsi alla sua forte presa; finalmente riuscì a liberare un braccio e gli diede uno schiaffo ben assestato, poi lo spinse lontano con tutta la forza; lui era caduto per terra con la schiena appoggiata contro l’armadio di lei; aveva lo sguardo perso nel vuoto finalmente si era reso conto dell’oscenità che stava per compiere.

Con il viso arrossito dalla vergogna si nascondeva con il braccio, massaggiandosi la guancia colpita dallo schiaffo; era sconcertato; non riusciva a pensare ad una soluzione: l’errore era stato troppo grande!

Cominciò a piangere intensamente, copiosamente, come un bambino. Non l’aveva mai fatto, neanche nella sua giovane vita di mercenario…

 

Lei, rimasta immobile e sedere sul suo letto, ripensava all’accaduto e non sapeva che cosa fare se non piangere; era terrorizzata…!

Improvvisamente sentì un altro pianto diverso dal suo. S’interruppe e vide il suo amato e crudele Sosuke in uno stato pietoso: ne gioì da una parte, ma dall’altra provò compassione per lui… Un sergente come lui che si abbassava a piangere, a mostrare la sua debolezza…

In quel momento, spinta da una forza a lei sconosciuta, si alzò dal letto, s’incamminò verso il suo aggressore, si chinò su di lui, con due dita gli prese il mento, girò il suo volto verso di lei e lo baciò con tutta la dolcezza che poteva trasmettergli. Lui si rianimò e rispose al bacio con delicatezza che una ragazza come lei si meritava. Dal bacio passarono velocemente agli abbracci e poi al letto, ma questa volta era diverso: era dolce e voluto da entrambi…

 

Le carezze di lui la eccitavano tantissimo e allo stesso tempo la facevano sentire protetta. Era un emozione indescrivibile che mai aveva provato e che giudicava irripetibile… Tutta la passione di lui, ed ogni suo movimento, le confermava tutto l’amore che provava per quel ragazzo e che ad ogni momento cresceva… Non si era mai sentita così vicina ad una persona prima.

 

Il gesto spontaneo di lei aveva alimentato il desiderio incontrollato di accarezzarla, di toccarla, di possederla… Le sue azioni erano guidate da un’esperienza che mai avrebbe creduto di avere. Non avendo mai pensato a queste cose, credeva che sul momento si sarebbe sentito impacciato; invece vedere la sua amata Chidori nuda, completamente nelle sue mani, gli dava coraggio.

 

Una volta finito si addormentarono abbracciati e, poco prima di chiudere gli occhi, Sosuke le sussurrò:

“ Ti amo tanto… ”

 

A scuola finalmente Chidori era tornata sé stessa e anche il suo rapporto con Sosuke era tornato quello di sempre, ma con in più l’amore che nascondevano abilmente.

 

Mentre lei stava tornando a casa con la sua amica, questa le aveva chiesto chiarimenti sul suo rapporto ristabilito con Sosuke:

“ Tutto risolto con quel pagliaccio. ” e tra sé “… il mio adorabile pagliaccio…”

  

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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