UNA AMORE SEGRETO
CAPITOLO 1
L’estate
era finita ormai; con lei si erano infranti anche i sogni di Chidori di passare
un momento romantico col suo amato sergente.
Sosuke
si aspettava di riprendere la sua missione senza troppi problemi. Che le loro
giornate sarebbero state le solite; i litigi divertenti che rappresentavano la
loro unica forma di dialogo, ma comunque significativi per entrambi…
Invece
non andò così…
Chidori
al solo vederlo si sentiva bruciare dentro, le venivano in mente solo i
peggiori ricordi che poteva pensare, la tristezza la invadeva completamente,
stava malissimo. Era distaccata da tutti, ignorava persino la sua migliore
amica. Questa volta se l’era presa sul serio!
Sosuke,
benché la conoscesse da poco, si era fatto una certa idea di Chidori e
mai avrebbe pensato di vederla abbattuta, senza forza di volontà,
completamente vuota…
Continuava
a chiedersi cosa le fosse successo, preoccupandosi più di quanto
richiesto dalla missione. Cominciava a rendersi conto che forse era lui il
responsabile, scoprendo quanto in realtà si era fatto coinvolgere da
quella ragazza.
Lei
stava seduta sul suo letto mentre con il piede muoveva la palla che inglobava
il suo criceto. Aveva uno sguardo perso nel vuoto, solo ogni tanto riprendeva
coscienza e osservava la sua grande casa in cui abitava da sola e ripiombava
nella tristezza. Ma in fondo nel suo mondo di solitudine stava bene, si sentiva
protetta… era lontana da lui…
Lui
dal suo appartamento osservava con falsa indifferenza la finestra che dava sulla
camera di Chidori. Vedeva la luce spenta; una piccola lampada illuminava
quell’oscurità mostrando la fievole ombra del suo corpo seduto sul
letto immobile…
Sudava…
La preoccupazione lo assaliva…
Kurz
vedendolo immobile davanti alla finestra gli si era avvicinato, gli aveva tirato
un pugno amichevole alla spalla per distoglierlo e gli aveva sussurrato:
“
Va da lei…”
Lui lo aveva guardato, dicendogli con la
sua solita aria da grande militare:
“
Vado a controllare che sia tutto a posto; questo è il nostro compito. Ti
terrò informato per eventuali interventi ”
“
Sì sì, fa pure l’indifferente ” prendendolo un
po’ in giro “ … e trattala bene! ”
Uscì
in fretta. Non sopportava la sfacciataggine di Kurz! Raggiunse velocemente la
porta di Chidori e tentò di bussare, poi uno strano timore lo aveva
fermato. Si sentì strano: lui, abituato alle guerre più
terrificanti, si faceva intimorire da una porta? Fece un respiro grosso e
bussò; nessuna risposta…
Lei,
persa nella sua solitudine, sentì bussare. Si alzò dal letto lentamente
ed andò ad aprire. Quando arrivò davanti alla porta, però,
sentì un brivido freddo scorrerle lungo la schiena; provò quasi
ribrezzo a guardare dal foro… temeva che fosse lui…
I
suoi timori diventarono realtà.
Dopo
molto tempo la porta si aprì; lei aveva un viso freddo, distaccato.
“
Sono venuto per controlli ” disse frettolosamente lui.
Nessuna
risposta, solo un cenno della testa gli indicò che aveva il permesso di
entrare. La seguì ed insieme raggiunsero il soggiorno. Si sedettero al
tavolo, lei accese
Andarono
avanti così per tutta la sera e, dopo che lei aveva cambiato
l’ennesimo canale scocciata, lui finalmente prese l’iniziativa e le
chiese:
“
Si può sapere cosa hai? ” stupendosi lui stesso di una domanda
così diretta
“ultimamente sei triste, distaccata, quasi assente. È
qualcosa che ho fatto io? ”
Non
riconosceva più sé stesso, mai aveva abbandonato il suo gergo
militare; non c’è che dire, la sua vicinanza gli faceva scoprire
lati nascosti di lui che non conosceva…
Lei
non rispose ed, anzi, si alza e si diresse verso la cucina. Lui, non sopportando
più la sua indifferenza e, preso da un attacco d’ira,
l’aggredì, spingendola contro il muro.
“
Dimmi cosa ti è successo! Non capisci che sono preoccupato per te?
” le urla con tutta la rabbia accumulata.
Lei
era pietrificata, non l’aveva mai visto così. Tutta quella rabbia
però l’aveva aiutata a reagire e con la ritrovata tenacia gli aveva
risposto per le righe, rivelandogli i suoi problemi:
“
Lo vuoi proprio sapere? Allora sappi che ce l’ho con te! Non so se hai
notato che non mi sei indifferente…” in quel momento si era pentita
di essersi scoperta ma era il momento della verità!
“
Ogni volta che nel nostro rapporto sembra esserci una svolta, tu mi fai capire
che per te sono solo un’altra missione e che, una volta conclusa, ti
scorderai completamente di me…” in quel momento gli occhi le
cominciarono a diventare lucidi. Intanto lui continuava a stringerle le braccia
facendole male; ascoltava tutto quello che diceva senza reagire, era sorpreso
di quelle rivelazioni, nonostante se le aspettasse…
“…
e come se non bastasse sembra proprio che provi un’attrazione particolare
per Telethe… non è così? Ho visto con quanta voglia speravi di
vincere il bingo il giorno della festa! La volevi baciare, dì la
verità! Sono proprio un’idiota: come ho fatto ad innamorarmi di un
fissato di roba militare, oltretutto già perso in partenza?! Ehi…
ma… perché non reagisci…? ”
In
quel momento si era resa conto che lui non la stava più ascoltando, la
guardava con uno sguardo mai visto prima, quasi ipnotizzato.
“
Allora non dici niente?! ” affermò lei con una paura addosso che
cresceva sempre più. Quegl’occhi la spaventavano; lui intanto
continuava a stringerle le braccia con forza sempre maggiore; lei ormai
piangeva copiosamente.
Lui
improvvisamente le si era avvicinato e nell’orecchio le aveva sussurrato.
“
Vuoi che ti dimostri tutto l’affetto che provo per te? ”
A
quella domanda non sapeva rispondere, era troppo spaventata per la sua
espressione.
“…
e allora te lo dimostrerò! ” disse lui; intanto l’aveva
trascinata per un braccio, facendole sempre più male; la portò in
camera e la buttò sul letto; le fermò le braccia sopra la testa
con una mano, come se fosse una prigioniera di guerra da interrogare, e con
l’altra si stava preparando per compiere la sua crudeltà.
Ormai
non capiva più cosa stesse facendo; era spinto da un desiderio forse
represso in lui per troppo tempo: era incoraggiato dall’attrazione reciproca.
Lei
spaventata gli urlò:
“
No, non è così che doveva andare… mi fai male alle
braccia!… Lasciami!… Mi stai spaventando!…”
Quando
poi con lo sguardo aveva seguito la strada che aveva percorso l’altra
mano di lui verso i suoi pantaloni, si era agitata cercando di sottrarsi alla
sua forte presa; finalmente riuscì a liberare un braccio e gli diede uno
schiaffo ben assestato, poi lo spinse lontano con tutta la forza; lui era
caduto per terra con la schiena appoggiata contro l’armadio di lei; aveva
lo sguardo perso nel vuoto finalmente si era reso conto
dell’oscenità che stava per compiere.
Con
il viso arrossito dalla vergogna si nascondeva con il braccio, massaggiandosi
la guancia colpita dallo schiaffo; era sconcertato; non riusciva a pensare ad
una soluzione: l’errore era stato troppo grande!
Cominciò
a piangere intensamente, copiosamente, come un bambino. Non l’aveva mai
fatto, neanche nella sua giovane vita di mercenario…
Lei,
rimasta immobile e sedere sul suo letto, ripensava all’accaduto e non
sapeva che cosa fare se non piangere; era terrorizzata…!
Improvvisamente
sentì un altro pianto diverso dal suo. S’interruppe e vide il suo
amato e crudele Sosuke in uno stato pietoso: ne gioì da una parte, ma
dall’altra provò compassione per lui… Un sergente come lui
che si abbassava a piangere, a mostrare la sua debolezza…
In
quel momento, spinta da una forza a lei sconosciuta, si alzò dal letto,
s’incamminò verso il suo aggressore, si chinò su di lui,
con due dita gli prese il mento, girò il suo volto verso di lei e lo
baciò con tutta la dolcezza che poteva trasmettergli. Lui si
rianimò e rispose al bacio con delicatezza che una ragazza come lei si
meritava. Dal bacio passarono velocemente agli abbracci e poi al letto, ma
questa volta era diverso: era dolce e voluto da entrambi…
Le
carezze di lui la eccitavano tantissimo e allo stesso tempo la facevano sentire
protetta. Era un emozione indescrivibile che mai aveva provato e che giudicava
irripetibile… Tutta la passione di lui, ed ogni suo movimento, le
confermava tutto l’amore che provava per quel ragazzo e che ad ogni
momento cresceva… Non si era mai sentita così vicina ad una
persona prima.
Il
gesto spontaneo di lei aveva alimentato il desiderio incontrollato di
accarezzarla, di toccarla, di possederla… Le sue azioni erano guidate da
un’esperienza che mai avrebbe creduto di avere. Non avendo mai pensato a
queste cose, credeva che sul momento si sarebbe sentito impacciato; invece
vedere la sua amata Chidori nuda, completamente nelle sue mani, gli dava coraggio.
Una
volta finito si addormentarono abbracciati e, poco prima di chiudere gli occhi,
Sosuke le sussurrò:
“
Ti amo tanto… ”
A
scuola finalmente Chidori era tornata sé stessa e anche il suo rapporto
con Sosuke era tornato quello di sempre, ma con in più l’amore che
nascondevano abilmente.
Mentre
lei stava tornando a casa con la sua amica, questa le aveva chiesto chiarimenti
sul suo rapporto ristabilito con Sosuke:
“
Tutto risolto con quel pagliaccio. ” e tra sé “… il
mio adorabile pagliaccio…”