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Autore: Looking at the Rainbow    10/06/2012    5 recensioni
Eleonor Thompson ha sessant'anni e una storia che preme per uscire.
Eleonor ha un segreto che alla fine, tra pergamena e calamaio, inizia a venir fuori.
Dal testo: "La pergamena bianca mi guarda, spazientita, invitandomi ad intingere la piuma e iniziare.
Ed io, debole come sempre, l’assecondo.
Non so dirti, Harry, quando vidi tuo padre per la prima volta.
Mi piacerebbe descriverti una sua entrata in scena che mi colpì, ma la mia mente, allora bambina, non ha trattenuto nessuna immagine di quel momento."
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Mary MacDonald, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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C'era una volta un eroe, ma anche due o tre.



Ho sessant’anni.
Me lo dice lo specchio che vede il mio volto ogni mattino, con le rughe che vi si fanno spazio sopra, come a voler incidere i ricordi anche sulla pelle.
Me lo dice la mia mente, ormai anziana, che non può far a meno di rimuginare sul passato e sugli errori commessi.
I bivi che si incontrano per la strada e che spesso, troppo spesso, ci portano senza saperlo a imboccare la svolta sbagliata.
Ho sessant’anni e mi chiamo Eleonor Thompson.
Ho cercato per tanto tempo di assumere un’altra identità, ho tentato di convincermi che la mia gioventù in Inghilterra fosse stata soltanto il frutto della mia mente affaticata.
Eppure il cuore non conosce bugie.
Non sono nata in Francia, non ho studiato a Beauxbatons come la maggior parte delle persone che oggi riempiono la mia vita.
Io, Eleonor Thompson, sono cresciuta in Gran Bretagna, ho frequentato Hogwarts, ho conosciuto l’orgoglio di essere una Grifondoro, ma soprattutto sono stata per anni, per tanti anni, la migliore amica di James Potter.
Vorrei iniziare a raccontare la storia di un eroe, di un uomo che per amore ha combattuto ed è morto, ma prima voglio chiedere scusa.
Voglio chiedere scusa perché, oggi che Voldemort è stato definitivamente sconfitto, io sono qui viva, e non sottoterra con gli altri.
Se la mia storia spiegherà perché fui costretta ad andarmene quando ero soltanto una diciassettenne, non c’è niente, tuttavia, che chiarirà perché non sono tornata quando ne avevo la possibilità.
Perché non lo so neppure io, e non capisco come potrei dirlo a voi.
Non so cosa mi abbia spinta, durante l’infanzia di Harry, a non tornare in Inghilterra per cercarlo, per cercare colui che dalle foto avevo riconosciuto come una piccola copia di suo padre.
Un’impronta, lasciata da James nella sabbia del mondo.
Ma con gli occhi di Lily, certo.
Non conosco quella vigliaccheria che mi impedì di cercare Remus, quando Sirius venne accusato di assassinio.
Non so perché, allora, non mi presentai alla sua porta per confortarlo, per ricordargli che il suo migliore amico era innocente.
Che Sirius era stato Malandrino fino alla fine, come il Mondo Magico ha scoperto troppo tardi.
Di nuovo ebbi la tentazione di tornare da Harry qualche tempo fa, quando è stato finalmente accolto come il salvatore.
Certo, qui le notizie sono giunte attutite, modificate, ma sono riuscita a ricostruire la storia e posso affermare, senza per questo rischiare di sbagliare, che egli è un eroe come suo padre, anche e soprattutto perché non ha mai avuto la presunzione di diventarlo.
Non tornai quella volta, tentai come sempre di cambiare identità.
Fino ad oggi.
Oggi ho deciso di lasciare che la mente di una vecchia signora si abbandoni docilmente alla corrente dei ricordi.
E prima che questo avvenga, lascio le ultime righe per te, Harry Potter.
Se mai leggerai ciò che sto scrivendo sappi che, un po’ lontano da casa tua, c’è qualcuno che non ti conosce, ma che conosce la tua storia.
Una storia che meriti di sentire, finalmente.
Questo qualcuno ti vuole bene, ma è troppo debole per cercarti,
Sii fiero delle tue origini, Harry.
Sii fiero delle tue azioni.
E soprattutto non dare ascolto a chi vuole toglierti il piacere e il diritto di fantasticare.
Cresci i tuoi figli come avrebbero voluto fare James e Lily con te.
Non lasciare che diventino eroi, ragazzo, perché soltanto la dolcezza della quotidianità potrà farti dimenticare gli orrori da cui io, codarda, sono fuggita, ma che tu hai affrontato a testa alta.
C’è un’ultima cosa che devo chiederti.
Se puoi, non odiarmi per quello che ho fatto.
Se puoi, non odiarmi perché sono viva.
Ti voglio bene, Harry.

Eleonor.



Note: Sono una folle, perché non dovrei iniziare questa long, ma non posso farne a meno. Ha deciso di venir fuori così, all'improvviso, e l'ho dovuta assecondare. Non racconterò ovviamente ogni passaggio della vita di James, diciamo che mi concentrerò sui tratti salienti dei primi sei anni e più dettagliatamente sul settimo.Scoprirete poi qual'è la storia di Eleonor Thompson, cosa ha significato per lui, per i Malandrini e per Lily. Spero di riuscire ad aggiornare con una certa regolarità, soprattutto i primi capitoli che mi servono per avviare la storia. Ci tengo a portarla a termine, credetemi. Non è semplice creare un nuovo personaggio di questo spessore, ma spero di riuscire nell'impresa.  So che di questi tempi circolano talmente tante versioni dei Malandrini che probabilmente questa finirà dimenticata tra le pagine di Efp, ma mi farebbe piacere ricevere un parere, fosse anche un "vai a casa, non sai scrivere!".So anche che, continuando a parlare, probabilmente finirò con l'annoiarvi, quindi me la svigno. Alla prossima, gente! :)
  
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