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Autore: MikaCullen    10/06/2012    0 recensioni
In questa storia troverete di tutto e di più. La romantica storia fra due vampiri che uniti dal destino affronteranno pericoli e gioie insieme ai loro amici.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO otto: La luna di miele
Arrivammo all’ aereo porto e Robert mi mise una benda nera sugli occhi. < Scusa amore, ma voglio che sia una sorpresa. > gli sorrisi. Mi trasportò avanti e indietro per i vari terminal, e anche se avevo molta memoria, ormai ero disorientata. Ad un certo punto mi fece sedere e mi tolse la benda dagli occhi. < Finalmente. Pensavo che ti fossi perso per l’ aeroporto. > lui mi fece l’ occhiolino. < Ovviamente prima dovevo disorientarti, e poi ho preso la strada giusta. Non potevo rischiare che la tua memoria fotografica mi rovinasse la sorpresa. > lo baciai. < Grazie di tutto. Non so cosa farei senza di te. Ti amo. > < Anch’ io ti amo. >. Ero stanchissima, nel giro di pochi minuti mi addormentai sulla sua spalla.
Quella notte sognai di essere ancora a Magenta. Ashley era seduta su una panchina, in un bosco, e baciava Simon. Nikkie e Jacob stavano mangiando un gelato in piazza. Jade e Alex erano su due altalene e Oscar con Federicah erano in piscina, sdraiati a prendere il sole. Era una cosa davvero bizzarra. Io mi muovevo per Magenta ad una velocità altissima, e vedevo tutti i miei amici in giro. La cosa ancora più strana era che non camminavo o correvo per strada, ma mi muovevo a dieci centimetri sopra la terra. Mi guardai sotto i piedi, ma non c’ era niente. Poi mi guardai dietro il collo, era stato un impulso, e trovai una cosa davvero strana. AVEVO UN PAIO D’ ALI!! Erano uguali a quelle che avevo visto in sogno a mia cugina, solo che erano tutte colorate, come se fossero delle ali fatte di petali di fiori al posto delle piume. Wow! Erano davvero bellissime, allora erano quelle le mie ali da fata? La nonna aveva ragione! Ero davvero metà fata! Ma Robert non c’ era. Mi rattristai. < Amore mio, dove sei? Perché non sei qui? Amore? Ti prego vieni qui. Devo dirti una cosa! Ti prego… > ma lui non rispondeva, ero sola. Avevo paura, di solito quando lui non era con me nei sogni facevo incubi terribili. Mi rannicchiai su me stessa e avvicinai la testa alle ginocchia. Tutto diventò buio. Ecco, lo sapevo, ora iniziava l’ incubo. All’ improvviso sentii una mano fresca sulla spalla. < Ahhhhhh!!!!! > gridai. Il Diavolo mi aveva preso. < Amore! Amore! Cos’ hai?! Sono io. Stai calma, non è successo niente. Calmati. > mi abbracciò. Era Robert. Io avevo gridato pensando che il Diavolo mi avesse presa, e invece era arrivata la mia unica ragione di vita a salvarmi da quell’ incubo. < Amore! > gridai. Lo strinsi forte. Stavo tremando dalla testa ai piedi. Lui mi strinse ancora più forte. < Calma, amore. Non è successo niente. Sono qui. Non avere paura amore. > respiravo affannosamente. < Per un attimo ho temuto il peggio. Tu non venivi e tutto è diventato buio. > mi calmai. Fra le sue braccia mi sentivo al sicuro. Ora stavo bene. < Amore, sono una mezza fata… > < Lo so. Il tuo bisnonno me l’ha detto al matrimonio. Hai delle ali splendide . > e io gli sorrisi. < Che ne dici di cambiare un po’ il clima, qui? Fa piuttosto freddo. > < Non potrei esserne più d’ accordo. > ed in un puff  dal buio venne fuori una notte stellata con la luna piena. Noi eravamo vestiti eleganti. Con i vestiti da ballo. Ed eravamo in una pista da ballo. < Vuole concedermi quest’ onore, madame? > gli sorrisi < Ma certo, mio signore. >. Partì una canzone latino americano, una bachata, adoravo ballare latino americano, e le bachate  in particolare. Era Perdidos (persi), di Monchy e Alessandra. Quella canzone l’ adoravo, parlava di due persone che si amavano, che erano dispersi in una nave in mare, e vivevano amandosi, erano felici e vivevano insieme con passione. Era una delle bachate che preferivo. < Sai ballare la bachata? > gli chiesi, mi sorrise < E’ ovvio. Con un’ insegnante così brava. >. Iniziammo a ballare. Era bravissimo. Sapeva fare un sacco di figure.  Non avevo mai ballato così con qualcuno. Era una delle esperienze più belle della mia vita. Lo amavo, lui mi amava, e stavamo ballando insieme. Passammo la notte a ballare. Mi fece anche ballare un tango. Bellissimo. L’ avevamo concluso con un bacio appassionato.
Mi svegliai, era mattina. Robert mi sorrise e mi diede un bacio sulla fronte. < Buon giorno, amore. Hai dormito bene? > mi chiese. Annuii sbadigliando. In quel momento mi accorsi che sull’ aereo eravamo soli. < Cos’ è successo? Si sono buttati tutti giù dall’ aereo? >gli chiesi insospettita, lui mi sorrise.< Ma no, sciocchina. Non ti sei accorta ieri notte che sull’ aereo non c’ era nessuno a parte noi? Anzi, non aereo, jet. >. Mamma mia, la scorsa notte non mi ero accorta di nulla, probabilmente ero stata troppo stanca per accorgermene. < Non me n’ ero proprio accorta. Ero troppo stanca, e stordita dal sonno. > mi accarezzò dolcemente una guancia. < E’ normale. Di sicuro il matrimonio ti avrà sfinito. Di sicuro il tuo essere fata non aiuta in questo. Le fate, in quanto a cose necessarie, sono come gli umani. Conosco una fata dormigliona, l’ ho anche baciata. >. Io lo guardai storto. < E chi sarebbe questa fata? Spiegami. >. Lui sorrise e mi disse < Tu. > io gli feci una smorfia. < Scommetto che lo eri anche tu, quando potevi dormire. > < Non è affatto vero. Io avevo gli allenamenti di nuoto prima di scuola. Mi svegliavo alle cinque meno un quarto. Ma ti rendi conto di che ore sono? > io scossi la testa. Lui mi fece uno sguardo di sfida. < Beh, allora ti conviene prepararti, perché sono le sei e mezza del pomeriggio. E atterriamo fra venti minuti. > COSA!!! ERANO LE SEI E MEZZA? NON PUO’ ESSERE. Non potevo aver dormito dodici ore e mezza. Mi stava prendendo in giro, di sicuro. < Seeee. Molto divertente. > gli dissi con sarcasmo. < Guarda che non ti sto prendendo in giro. Sono le sei e mezza veramente. Guarda tu stessa. > mi mostrò l’ orologio. < Oh, cavolo! Io ci metto una vita a prepararmi! Non ce la farò mai! > < Calmati Kris. Hai “i super poteri”, no? Desidera di essere già pronta. Non ci vorrà niente. >. La fa’ facile lui! Io non avevo avuto tanto tempo per esercitarmi nella mia capacità. Lui, invece, aveva avuto almeno quattro anni! Robert aveva la capacità di cambiare il clima e la temperatura dell’ aria. Me l’ aveva detto in piscina. Mi aveva detto che aveva usato le sue “capacità”, per farci passare la giornata con un clima estivo, quando avrebbe dovuto diluviare. Calma Kristen. Devi solo concentrarti. Chiusi gli occhi e pensai: voglio essere pronta adesso. Voglio essere pronta adesso. Voglio essere pronta adesso. Aprii gli occhi. Wow! Ero pronta davvero! E mi piacevano molto i vestiti che avevo addosso. Dovevo ricordarmi più spesso di usare questo trucco. < Vedi, ci hai messo un attimo. Come avevo previsto io. > < Se, previsto. Non sei mica Ashley! > e mi misi a ridere. Dopo poco lui si unì alla mia risata.
Il jet atterrò. < Si può sapere dove siamo? Tanto ormai siamo arrivati, no? > < Errato mia cara Watson. Siamo in Tierra Del Fuego. > < Ah, ah spiritoso. > commentai con sarcasmo. < In Argentina, cos’ hai capito? Comunque in un certo senso hai ragione. Questa terra appartiene alla tua famiglia. L’ hanno conquistata i tuoi antenati. Si chiama così, perché era della tua famiglia, ma poi hanno usato la scusa che la terra è rossa, eccetera. Sai che è stata la tua trisnonna a far diventare la terra così? Un’ anno, quando era una giovane quindicenne, si arrabbiò molto con i suoi genitori, perché le avevano combinato il fidanzamento. Lei però era innamorata di un altro uomo, e così abbatté la sua ira sulla terra, bruciandola con i suoi poteri. La terra invece di diventare nera, diventò del colore della sua ira, rosso fuoco, appunto. >. Ero sbalordita. < Wow. Non lo sapevo. Sai più cose tu del mio passato che io stessa. > < Lo so, perché l’ ho visto con i miei occhi. Non ti scandalizzare. Non sono così vecchio. Quando il Diavolo s’ impossessò del mio corpo, io vidi la sua vita passata. Era lui il ragazzo che era stato proposto dai genitori alla tua trisnonna. In un certo senso, la tua famiglia l’ha sempre avuto nei paraggi. Anche se sempre sotto aspetti fisici differenti. >. Solierta! Accidenti! Ma allora era proprio un chiodo fisso con noi Del Fuego. Tanto prima o poi l’ avrei incontrato di persona… mi faceva molta rabbia. E se io avessi avuto una figlia? L’ avrebbe perseguitata? Non credo proprio. Io non glielo avrei permesso. L’ avrei fermato molto tempo prima, non l’ avrebbe neanche sfiorata. Aviertum. ‘Scusa, pensieri troppo malinconici.’ ‘Mmm.’
Scendemmo dal  jet. C’ era un taxi giallo ad aspettarci. Restammo sul taxi per circa un’ ora e mezza. Quando scendemmo, eravamo davanti al mare, su un porto. Ed andammo verso le barche.
Mi portò su una piccola barca, con motore elettrico. Favoloso, io soffrivo terribilmente la nave. < Non ti preoccupare. Guiderò io la nave. >mi disse con un sorriso. Io deglutii. Oh, no. < Ehi! Mamma mia, Kris. Stai tranquilla! Prometto che non ti farò venire il mal di mare. Guido le barche da quando ho quindici anni. > ‘Speriamo’ pensai. Mi fece una smorfia. E fece partire la barca. Era davvero carina: sedili di pelle, vela con la bandiera argentina e rifiniture dorate. < Chi ti ha insegnato a guidare una barca? > chiesi, mentre una leggera brezza mi soffiava sul viso, facendomi evitare il mal di mare. < Mio padre. Quando ero piccolo, d’ estate, mi faceva girare il mare della Sardegna in barca. Mi piaceva molto, così mi ha insegnato a guidarla, ed ora ho la patente nautica. > wow! Aveva tutto, ma proprio tutto! < Questa non me la sarei mai aspettata. So che ti piace il mare, l’ acqua in generale, ma proprio non avrei mai immaginato che avessi anche la patente nautica. Non so quasi niente di te, mentre tu mi conosci alla perfezione. E’ terribilmente ingiusto! > lui rise. < Non ti preoccupare, amore. Hai tutta l’ eternità per conoscermi… > ed il suo sguardo sembrò dissolversi e diventare lontano. < Amore… > gli dissi e gli carezzai il viso. < Non ti preoccupare. E’ solo che non riesco a non pensarci… lasciamo perdere. Siamo in luna di miele, no? > gli sorrisi.
Ci avvicinammo ad un’ isola che sembrava nera. < Amore, è quell’ isola il posto della nostra luna di miele??? > lui mi sorrise.  < E’ un’ isola nera. > scosse la testa. < Affatto. Quando arriveremo vedrai. >. Uffa! Era davvero cattivo a non dirmi niente di niente! Lo sapeva che ero stracuriosa! Ho sempre odiato dover aspettare e ancora di più la tensione. < E poi dici che io sono geloso, eh? Non riesci neanche ad aspettare dieci minuti. Comunque ci siamo quasi. Guarda il profilo dell’ isola. > ora riuscivo a vederlo meglio. Aveva una forma strana. Sembrava…un cuore! < Amore! E’ un’isola a forma di cuore! > gli diedi un bacio. Neanche nei miei sogni mi sarei sognata di andare su un’isola a forma di cuore. Dopo cinque minuti eravamo vicinissimi all’ isola. C’ era un piccolo porto, noi gli andammo dentro e Robert legò la barca. Scese e prese le valige e le posò sulla passerella del porto. Poi mi prese le mani e mi aiutò a scendere dalla barca. < Altro che isola nera! Qui è tutto bianco o trasparente! > era favoloso. Non avevo mai visto la sabbia di questo colore. Nonostante ci fosse il tramonto, il colore della sabbia si vedeva perfettamente. < Wow… > stavo guardando in tramonto. Era bellissimo, arancione con sfaccettature rossastre. Si affacciava sul mare, donandogli un colore viola. Non avevo mai visto una cosa simile. Neanche i film davano giustizia a questo spettacolo. Mi girai a guardare se anche Robert stava guardando questa meraviglia, ma lui non c’ era. Mi guardai intorno, ma di Robert non c’ era traccia. < Robert? > non rispose nessuno. Ero confusa, ma dov’ era andato? Sentii dell’ aria soffiarmi attorno. < Buh! >  < Ahhhhhh!!!!!!!! > gridai. Mamma mia che colpo. < Robert! Mi hai fatto venire un infarto! > lui era vicino a me e rideva. Che babbo. Mi aveva fatto un colpo. < Scusa…ma sembravi sinceramente spaventata…non ti sei accorta che sono entrato in casa? > mi disse fra una risata e l’ altra. < Sinceramente…no! Ma sei matto? Potevo restarci secca! Ero distratta e tu sparisci. Non è il modo migliore per far restare tranquilla una persona. > risposi acida. Avevo il cuore che martellava. Non si fermava più. Feci dei respiri lunghi, ma proprio, il mio cuore, non ne voleva sapere di fermarsi. < Scusa. Non ho saputo resistere, sembravi così spaventata e disorientata. Non lo farò più prometto. >. Mi tranquillizzai, ma il mio cuore ancora batteva forte. < Ora spiegami. Dove siamo, esattamente? > lui mi sorrise < Sull’ isola di Angels. Appartiene alla mia famiglia dai tempi dei tempi. Ed ora è mia, cioè nostra. >. COSA??? POSSEDEVA UN’ ISOLA???!!! < Possediamo. Sì, certo. Ce l’ hanno data i miei genitori come regalo di nozze. E’ una tradizione. >. Ero sbalordita. Mi diede la mano e mi portò verso l’ unica casa dell’ isola, o dovrei dire reggia. Era tipo cinque volte casa mia. Era tutta bianca, con rifiniture dorate. Arrivai davanti alla porta e l’ aprii. In quel momento Robert mi prese in braccio. < Che fai? > gli domandai cercando di scendere dalle sue braccia. < E’ mio dovere coniugale. > rispose tranquillo. < Fammi scendere! Peso troppo! Fammi scendere! > gridai. < Ma stai scherzando? Sei leggera come una piuma, quanto pesi? Mi sembri un po’ mal nutrita. > io lo guardai in cagnesco. < Non sono affatto mal nutrita. Peso sessantaquattro chili! Sono una botte, fammi scendere! >, ma lui non mi ascoltò. Mi fece entrare dalla porta imbraccio a lui e mi portò a vedere la casa. < Questa me la paghi. > farfugliai. Mi portò in cucina. Era immensa, aveva il piano cottura in ceramica, la pareti erano di ceramica, decorata con un mosaico gigante. Era colorate di bianco, a parte il mosaico, che era azzurro, blu, indaco, e di altre sfumature blu. Poi mi portò in sala da pranzo. Era bianca, con finiture rosse, la tavola, lunghissima, aveva una tovaglia di velluto rosso, e i piatti erano d’ argento. Poi mi portò a vedere il bagno. La vasca sembrava una piscina, il fondale era fatto da un mosaico blu, azzurro e indaco. Le pareti erano azzurre con disegni dorati. Ed infine mi portò nella camera da letto. Era nera e bianca, con disegni floreali grigio fumo. C’ era un enorme letto bianco col baldacchino grigio. Era una villa/reggia bellissima, non avevo mai visto niente di simile. Robert mi lasciò andare.  Mi sedetti sul letto, che era comodissimo, e dopo poco mi sdraiai. Ero stanchissima. E non riuscii a resistere, mi addormentai in un secondo. Cavolo! Era la prima notte di luna di miele e io mi addormentavo appena toccato il letto. Che deficiente che sono. Maledetto letto comodissimo! Avrei dovuto bere un sacco di caffè, come Ashley, allora sì che sarei rimasta sveglia! Ecco che iniziava un sogno. Ero sulla spiaggia dell’ isola, seduta su un altalena fra due alberi e c’ era il tramonto. Come inizio non era male, di certo non sembrava un incubo. Ma non sarei stata tranquilla finché non avrei visto Robert. Certo che era davvero bello quel posto, specialmente al tramonto. Mi guardai, avevo un vestito attillato bianco, che mi arrivava fino a metà coscia. Dietro, c’ era una striscia di tulle bianco che sventolava alla brezza fresca. E avevo delle ballerine bianche con striature verde acqua. Chiusi gli occhi. Sentivo la brezza soffiarmi sul volto. Sentii una mano sulla mia, aprii gli occhi. Al posto di Robert, c’ era……IL DIAVOLO!!! Balzai giù dall’ altalena e lo guardai impaurita. < Presto, molto presto, sarai mia per sempre, mia piccola Del Fuego. > mi disse con voce piatta e sparì. Io rimasi lì a tremare. Dopo un po’, tornai sull’ altalena, cercando di calmarmi. Ritornò la brezza. Avevo gli occhi sbarrati. Questa volta il mio corpo si sentiva al sicuro. E involontariamente chiusi gli occhi. Dopo poco, sentii delle labbra sulla spalla. Qualcuno mi stava dando un bacio. Aprii lentamente gli occhi. Era Robert, sospirai. Gli baciai la fronte. < Stavo cominciando a preoccuparmi. Cos’ è successo? > gli dissi mentre gli accarezzavo il viso. < Beh, hai toccato il letto e ti sei addormentata. Poi, nel sonno, mi hai preso una mano, e mi hai detto “Dove sei?” e allora ho cercato di entrare nel tuo sogno, ma c’ era come una barriera. Poi hai iniziato a dire “Aiuto! Ti prego, aiutami!” e allora ho usato un incantesimo per entrare nel sogno. E ti ho trovato sull’ altalena. Cos’ hai sognato? > io risposi calma. < Uno dei miei soliti incubi. Solo che questa volta è stato veloce, ma terrorizzante, come sempre. >. Mi abbracciò. < Chiunque ti perseguiti, presto la smetterà, non ti tormenterà più, adesso ci sono io. > io deglutii. Il mio incubo non avrebbe smesso finché non fossi morta. Cercai un altro argomento, per togliermi dalla mente il mio incubo. < Rob, ti piace questo tramonto? > chiesi sciogliendo l’ abbraccio. Lui si mise dietro l’ altalena, ed iniziò a farmi dondolare. < Niente male. > io mi girai e lo guardai scettica. < “Niente male”?  Perché dici così? E’ mozzafiato! Non ho mai visto niente del genere. Non ho mai visto niente di così bello, a parte te. > lui mi diede un bacio sulla guancia. < Vedi, di tramonti ce ne sono tanti. Ti concedo che questo è uno fra i più belli. Ma, c’ è qualcosa di più bello, qualcosa di meraviglioso su quest’ isola. C’ è una cosa che al confronto, tutti i tramonti non valgono niente. La cosa più bella che ci sia in questo mondo. > io lo guardai con sospetto. < E si può sapere cos’ è questa cosa meravigliosa, che oscura i tramonti? >. < Tu. > e mi baciò sulla bocca. Poi fermò il bacio e continuò a farmi dondolare. Poi scesi dall’ altalena, diedi la mano a Robert e andai sulla riva del mare. Mi tolsi le ballerine e camminai sulla riva a piedi nudi. L’ acque era tiepida, a volte fresca, a volte calda. Appoggiai la testa al braccio di Robert. Stavo benissimo, ero tranquilla e rilassata. Mi venne in mente che, quando suonavo pianoforte ero di quell’ umore. Pensando, mi era venuta voglia di suonare. Come per magia, apparì un pianoforte bianco. < Suona. Me lo devi. Ti ricordi? > mi disse spezzando il silenzio. Io gli sorrisi e andai al piano. Quanto tempo che non suonavo per qualcuno…iniziai a muovere le dita sui tasti. Mi ritrovai a suonare una canzone di Chopin, ma non mi ricordavo il nome……fantasia,……fantasie…fantasie impromptu! Ecco! Significava fantasia improvvisata. Quando ero più piccola, mi piaceva molto suonarla. Quando smisi di suonare, Robert mi fece un applauso. < Brava. Sei brava come allora. Conosco questa canzone. La suonavi sempre, ti piaceva l’ andamento veloce delle note. Ma questa non è quella dei Muse. Me la fai sentire? >  < Ma se l’ hai ascoltata già mille volte quando la suonavo da più piccola. > < No, non è vero. Non te l’ ho mai sentita suonare…. > sorrise < Ho iniziato a spiarti a quattordici anni e mezzo…. tu ne avevi dodici quando la suonavi, no? > sospirai e iniziai a suonare. Sunburn era molto più facile di fantasie impromptu. La finii in pochissimo tempo. < Wow, la suoni uguale a Matthew. Sei bravissima. > mi disse compiaciuto. Arrossii.
Tornammo a camminare sul lungomare. Ormai si era fatta sera, ed il mare sembrava ancora più scuro di quanto lo era il realtà. Eravamo arrivati dall’ altra parte dell’ isola. C’ era una scogliera. Io mi sedetti con le gambe a penzoloni nel vuoto. < Stai attenta, Kris. Sono già consapevole del tuo equilibrio precario, e non voglio una fata/vampira morta. > gli sorrisi. < Non ti preoccupare mister non- preoccuparti- ti-proteggo- io, so badare a me stessa. > mi alzai e gli andai davanti. Gli misi le braccia intorno al collo e iniziai a baciarlo.
Poco dopo mi svegliai, Robert era sveglio e mi guardava. Io mi avvicinai a lui e continuai da dove il mio sogno si era fermato. E facemmo l’ amore.
Alla fine,  avevo avuto una vera luna di miele, con l’ amore dalla mia vita, con il mio neomarito: Robert White.

ciao a tuttiii ^.^ era tanto che non postavo un capitolo, anche se questo era già finito da un pezzo ^/////^ beh............. penso ke sia uno dei capitoli più dolcerrimi ke io abbia mai scritto mi vergogno da morire ma ai tempi..... ero + dolce ke sarcastica, credo ke se dovessi scrivere un altra storia magari non fantasy vi spaventereste dellla mia cinnicità (? ma si dice? O.o) ahahhahah vabbèèè spero chè il capitolo e la storia fino ad ora vi siano piaciuti, recensite mi raccomandooo xxx xoxo ciaaaaaaaaaaaaaaaaaoooooooooooooooo
  
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