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Autore: DanilaCobain    11/06/2012    1 recensioni
Mark e Danila sono una coppia felice, belli come il sole, entrambi tipi duri, militari. Tutto sembra scorrere per il verso giusto fino a quando Danila non viene chiamata per una missione ed è costretta a partire. Solo sei mesi, ma a causa della guerra rimane bloccata lì per molto e quando torna...
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Danila era in viaggio da più di quarantotto ore, ma non era stanca, era contenta di essere in Italia, contenta di poter finalmente rivedere Mark. Non era passata nemmeno a casa a cambiarsi e non lo aveva avvertito del suo ritorno perché voleva fargli una sorpresa. Erano quasi le undici di sera, fuori diluviava e faceva abbastanza freddo, ma lei era talmente tanto felice che tutto le sembrava bellissimo. Canticchiava in macchina mentre raggiungeva il capannone di Mark dove era solito allenarsi e dove teneva a volte qualche corso di addestramento. Sicuramente lo avrebbe trovato lì. Trascorreva praticamente intere giornate in quel posto, spesso anche le notti, infatti aveva una camera anche lì. Quando entrò nel cancello e vide la sua macchina parcheggiata lì sorrise tra sé. Per fortuna non aveva fatto un viaggio a vuoto. Le luci al piano di sotto erano spente, guardò in direzione della piccola finestra al piano di sopra e… Mark stava baciando un’altra donna. Era nudo. Lei era nuda. E non si stavano soltanto baciando. Premette i palmi delle mani sugli occhi. Non era possibile. No. Non stava succedendo per davvero. Il suo uomo non stava scopando con un’altra donna. Improvvisamente l’abitacolo della macchina divenne troppo stretto e soffocante, spalancò lo sportello ed uscì, sotto la pioggia scrosciante. Scendeva giù talmente forte da farle male, ma non era assolutamente nulla in confronto al dolore che provava il suo cuore. Rotto. Completamente distrutto in mille pezzi e non si sarebbe più riparato. Il suo primo istinto fu quello di dare fuoco all’intero capannone e vederli bruciare vivi. Il suo secondo pensiero fu quello di sfasciargli la macchina, ma non fece nulla. Niente di niente. Rimase lì, immobile, sotto l’acqua gelida a piangere disperatamente e ad osservare Mark. Il modo in cui baciava l’altra donna, come le accarezzava la pelle e come la possedeva…la desiderava ardentemente e forse non aveva mai desiderato nemmeno lei con quella intensità. La donna aveva i capelli bagnati, dunque avevano fatto anche la doccia insieme…chissà quante altre volte avevano fatto l’amore… L’aveva dimenticata. L’aveva dimenticata con una facilità impressionante. Come sempre. Come avevano fatto tutti. Tra lei e Mark era stato, per così dire, amore a prima vista. Era stato tutto così veloce, bello, intenso, inaspettato. Poi era arrivata la chiamata e lei era stata costretta a partire. Sei mesi, solo sei mesi. Non era la prima volta che partiva in missione, ma era la prima volta che lo faceva da quando aveva Mark. I primi periodi si sentivano spesso, lei cercava di chiamarlo tutti i giorni, ma ben presto la situazione si era aggravata e i continui bombardamenti li costringevano a stare lunghi periodi isolati, senza nessun tipo di collegamento con l’esterno. I mesi, da sei erano diventati nove, poi dieci, poi undici…e alla fine era tornata. Undici mesi erano tanti, lo sapeva bene, magari se lo sarebbe dovuta aspettare che Mark… Ma loro si amavano, doveva pur contare qualcosa, no? Evidentemente lui non l’amava. Cosa c’era di sbagliato in lei? Perché nessuno mai si innamorava di lei? Perché tutti riuscivano a dimenticarla con estrema facilità? Era il suo destino. Nessuno si sarebbe innamorato di lei. Nessuno. Doveva mettersi l’anima in pace. Che patetica che era. Si dava sempre la colpa di tutto. Non era stata capace di tenersi un uomo. Certo, poi c’era sempre la scusa che se non l’amavano significava che non la meritavano, che non erano le persone giuste, ma questa era una fottutissima stronzata. Si odiava, si odiava all’ennesima potenza. Così forte e combattiva all’esterno e così tremendamente fragile e insicura all’interno. Cosa sarebbe successo ora? Mark l’avrebbe sicuramente lasciata per l’altra… non poteva sopportare anche questo. No. Sarebbe scomparsa. Lui non sapeva che fosse tornata dalla missione e non lo avrebbe mai saputo. Oramai aveva un’altra. Non gli importava più di lei. Non voleva che la vedesse in questo stato, non gli avrebbe dato anche la soddisfazione di fargli vedere che stava soffrendo come un cane. Sarebbe ripartita presto, se i capi le avessero dato il permesso. Lontano da lui, dove la guerra distruggeva ogni cosa e dove non c’era tempo di pensare alle sofferenze del cuore. Lì lo avrebbe dimenticato. Si domandava perché Dio l’avesse risparmiata quando era laggiù. Perché non aveva preso lei invece di prendere i suoi compagni con una famiglia, una moglie, dei figli. Lei non avrebbe lasciato nessuno. Nessuno a cui importasse realmente qualcosa. Si rese conto di essere seduta a terra, nell’acqua. Quanto tempo aveva trascorso lì? Non se lo ricordava, ma aveva smesso di piovere e la finestra della stanza di Mark era spenta. Aprì lo sportello della macchina e si sedette. "Spero che quella donna ti spezzi il cuore e che passerai il resto della tua vita a soffrire come un cane" disse guardando in direzione della finestra. Poi ingranò la retro marcia e scomparve nella notte. Come se non fosse mai stata lì, come se non fosse successo niente.
   
 
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