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Autore: MissAliceLiddle    11/06/2012    1 recensioni
Questa è la storia di Valerie e Sophie. Due ragazze, una francese e una inglese, che si incontrano casualmente a New York. Il loro primo incontro durerà poco, ma da lì nascerà un’amicizia che le accomunerà e le legherà per sempre. Perché il destino ha intrecciato un filo rosso, un filo che unirà le loro vita in un’indimenticabile amicizia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Al mio 3 saltiamo e scendiamo ok?”

“o-ok”

“1-2-3 salta!”

Con un balzo Sophie e Valerie scesero dal cornicione e toccarono in contemporanea il pavimento del terrazzo dell’ultimo piano. Sophie guardò la biondina e vide che era assolutamente tranquilla e non aveva le gambe tremolanti come lei. Forse aveva scalato decine di grattacieli e si era messa su un miliardo di cornicioni a urlare e a cantare come una matta, o forse era proprio come aveva detto prima, si fidava così tanto di lei da non avere paura di niente.

“certo che sei strana lo sai?” disse la mora squadrandola da capo a piedi: le ricordava Luna Lovegood di Harry Potter.

“Si, che lo so. La mia amica Juliet dice che io vengo dal Paese delle meraviglie, ma poco importa perché non posso essere diversa, quindi faccio del mio meglio e vado avanti per la mia strada.”

Sophie restò piacevolmente colpita da quella frase, avrebbe dovuto pensarci anche lei invece di farsi mille complessi su ogni cosa. “Comunque io sono Sophie, piacere.” La ragazza allungò dolcemente la mano verso di lei.

“Io sono Valerie, piacere di conoscerti Sophie” La ragazza mostrò un sorriso luminosissimo, un sorriso capace di illuminare l’universo, del resto lei era la ragazza-sole, non dimentichiamolo. “Ehi, tu sei del posto? Io sono appena arrivata da Parigi, conosci qualche buon hotel o un qualcosa di simile?”

Sophie guardò per qualche istante i movimenti che faceva Valerie: sembrava perfettamente tranquilla e a suo agio, e soprattutto, non aveva paura di essere sola in una grande città, come poteva essere possibile tutto ciò? “Beh c’è la butterfly inn, è una bella locanda, certo non un hotel a 5 stelle, ma lì fanno i migliori muffin al mondo, o almeno i migliori muffin di tutta NY”

“Aaah davvero Soph? Oddio ti adoro, hai trovato proprio il posto che fa per me!” replicò la biondina in un fremito di gioia.

Soph, le piaceva il nome Soph, le piaceva l’allegria di quella buffa ragazza. “Di nulla Val” Ecco, ora anche Sophie aveva iniziato con i diminutivi, significava che si stava affezionando davvero. “Senti..se mai non volessi spendere tutti quei soldi alla locanda, che ne dici di venire a casa mia? La mia coinquilina è in vacanza, e quindi non c’è nessuno in casa a parte me. Certo, se lei dovesse tornare prima dovremmo condividere il letto, ma non c’è problema, ho il lettone grande e..” Ma come le era venuto in mente? Ospitare una sconosciuta in casa? E se fosse una ladra? Una maniaca? Una terrorista? Una chissà cosa? E lei aveva appena deciso di ospitarla a casa sua, era semplicemente fuori di testa.

Valerie notò la faccia che fece Sophie dopo aver fatto l’invito e sorrise nuovamente. “Ehi grazie, non c’è bisogno che ti disturbi, e poi non mi sembra il caso, ci siamo appena conosciute. Ehi ho un’idea: scrivimi l’indirizzo della locanda e di casa tua, ti passerò a trovare in questi giorni. Hai la parola di Valerie Violet Duprèè, e la parola di Valerie Violet Duprèè è legge.” Disse la biondina, soddisfatta di sé.

Sophie ridacchiò dolcemente mostrando alla ragazza la sua buffissima e dolcissima risata ad ultrasuoni. “ok, ok, va bene, ti prendo in parola, Violet” Disse ridacchiando, come se sapesse che Val odiava essere chiamata Violet. Sembrava che fossero amiche da sempre, e invece appena 20 minuti fa Sophie aveva visto Valerie in piedi su un cornicione, a chissà quanti metri da terra, e ora invece la stessa timida e insicura Sophie si apprestava a scrivere indirizzi vari, contatti e numeri telefonici sul foglietto azzurro strappato dalla sua agendina. “Ecco a te” La mora porse il fogliettino azzurro alla bionda e lei di rimando scrisse i suoi dati su un foglietto viola, scrivendo alla fine Peace, Love e vintage.

Sophie guardò la scritta “Peace, love e vintage? Ma..? Sei davvero strana, sai?

“me lo hai già detto” ridacchiò Valerie, poi lesse il fogliettino: “alloora, per arrivare alla locanda devo prendere un autobus verde, di quelli che passano ogni ora e mezza, e il prossimo c’è circa…ORA! OMMIODDIO SANTISSIMO SONO IN RITARDO! DEVO RECUPERARE LE VALIGIE E ARRIVARE SUBITO AL PIANO TERRA, SONO IN RITARDO RITARDISSIMO, AAAAH!” Ecco, Valerie quando andava in crisi sbroccava di brutto e sembrava semplicemente una pazza squinternata. “Val respira su, su” la bionda cominciò ad inspirare e ad espirare mentre Sophie rotolava letteralmente dal ridere, la scena era troppo buffa.

“Ma scendi no! Altrimenti perdi il bus per davvero!”

“Giusto! Ora vado, alla prossima Soph.” Abbracciò velocemente la ragazza e cominciò a correre per le scale.

“Ciao piccola, ti aspetto” disse Sophie in tono materno.

Appena Valerie se ne andò, Sophie restò sorpresa dal vedere che le era scesa una lacrimuccia. Si affezionava troppo presto alle persone, e piangeva davvero troppo spesso. Ma quelle lacrime erano un misto di gioia per le risate appena fatte e di tristezza nel vedere quella biondina tutta pepe andare via, senza sapere se quella ragazza avrebbe mantenuto o meno la promessa…

 

All’improvviso sentì il suo cellulare vibrare.

V: Mi sento sola in questo pullman verde, mi fai compagnia?

  
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