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Autore: Holly Rosebane    11/06/2012    11 recensioni
«Avete ventiquattrore di tempo per arrivare a conoscervi di nuovo, come quattro anni fa.
Per tornare a capire chi siano veramente Harry Styles e Billie Donovan.
Se entro la mezzanotte non ci sarete riusciti, allora rimarrete così per sempre.»

~
Mi toccai i capelli. Morbidi, corti, ricci.
No.
Doveva essere un incubo. Stavo ancora sognando.
Non avevo mai creduto al fantasy soprannaturale, perché iniziare quella mattina?
Ma non c’era altra spiegazione, se non che... sì, per forza.
Ero finita nel corpo di Harry Styles.
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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V
 
 
Non sappiamo quali saranno i giorni che cambieranno la nostra vita. Probabilmente è meglio così.
(S. King)
 
 


Harry
 
 

Entrammo a scuola prima di tutti gli altri studenti.
Appena varcato l’ingresso, cercammo Aisha con lo sguardo. La trovammo seduta al suo posto, intenta a limarsi le unghie, canticchiando un motivetto a me sconosciuto. Sembrava tranquillissima, come se fosse stata una giornata come tutte le altre. Probabilmente per lei lo era davvero.
Guardai Billie, e lei ricambiò l’occhiata d’intesa. Avanzammo verso di lei, tenendoci ancora per mano. Quando le fummo davanti, sentii il mio corpo tossicchiare educatamente per richiamare la sua attenzione. Allora, la bidella alzò lo sguardo. E ci sorrise.
«Ciao Billie,» esordì, indicando il mio corpo con la limetta, «ciao Harry.» concluse, spostando l’oggetto verso di me, nelle fattezze femminili. Sapeva?!
«Che cosa?!» esclamò Billie, con voce strozzata. Rimasi in silenzio, osservando la reazione della donna. Sorrideva sorniona, con le sue mille treccine color miele tenute su in una grossa cipolla, e gli abiti con colori sgargianti, larghi e ariosi. Pareva il ritratto della tranquillità. Iniziò a darmi sui nervi.
«Hai capito benissimo, Billie. So che lì dentro ci sei tu.» le rispose, posando la limetta. Vidi il mio corpo rovesciare la testa in avanti e spettinarsi i riccioli con una mano. Era nervosa.
«Quindi è tutta colpa tua.» le dissi, prendendo parola per la prima volta. Aisha spostò il suo sguardo su di me.
«No, Harry, il punto è un altro.» commentò, sistemandosi sulla sedia, come a volersi mettere comoda. Il resto degli studenti cominciò a riempire l’atrio e i corridoi, rumoreggiando e camminando svogliatamente. Vidi Louis, Niall, Zayn e Liam passarmi accanto, con la coda dell’occhio.
Avrei voluto anche loro accanto a me, per sostegno morale, ma sapevo che sarebbe stato inutile. Dovevo affrontarla da solo.
«E allora illuminaci, Aisha. Perché non è nemmeno un’ora e io già sono stufa di essere Harry!» sbottò Billie, mettendosi una mano sul fianco.
Che posa femminile, gentile, da donna! Mi venne da piangere, osservando gli altri studenti lanciare occhiate divertite al mio corpo, immaginando chissà che cosa.
«Se è per questo, non credere che trovarsi nei tuoi panni sia semplice! Hai idea di quanto facciano male i tacchi? Per non parlare del tuo davanzale, non posso vedermi i piedi!» esclamai, prendendo le mie difese. Billie mi guardò, arrossendo oltraggiata.
«Ah, sì? E chi ti ha dato il permesso di…»
«Basta, ragazzi!» ci redarguì la bidella, alzando la voce. Tacemmo di colpo, lasciandoci le mani e incrociando le braccia.
«Non lo capite? È proprio per questo che ho preparato quei biscotti, ieri!» disse, guardandoci apprensiva. «Sono quattro anni che non vi vedo fare altro all’infuori di litigare! Vi attaccate per qualsiasi sciocchezza, insultandovi anche pesantemente!»
«Ma io…» tentò Billie, ma Aisha la zittì.
«All’inizio delle superiori eravate così amici… perché ridurvi in questo stato?» ci chiese.
Sperai che volle essere una domanda retorica. Perché io non avrei risposto. Billie taceva.
«In ogni caso, non importa.» commentò. «Tuttavia, quei biscotti erano fatti con una ricetta segreta, che la mia famiglia si tramanda da generazioni. E non dovremo mai usarla, se non in casi veramente eccezionali.» spiegò.
«Ragion per cui, ieri li ho portati qui, sicura che tu» m’indicò, riferendosi al corpo di Billie, «ne avresti preso uno, e che poi avresti convinto anche lei» passò alla ragazza, nelle mie fattezze, «a mangiarlo.»
Ero shockato. Aveva calcolato tutto, fin nei minimi dettagli. Vidi Billie sbarrare gli occhi, scuotendo i riccioli. Eravamo così prevedibili?
Ma, ad ogni modo, perché arrivare a tanto? Cosa le avevamo fatto di male per meritarci una punizione simile?
Scavai nella memoria, cercando di trovare un episodio spiacevole per Aisha, di cui potessi esserne la causa… ma niente. Era l’unica con cui mi divertivo anch’io, che faceva sempre battute divertenti e ci passava le sigarette sottobanco. Forse era stata colpa di Billie, ma stentavo a crederci.
«Perché?» le chiese semplicemente la ragazza, con la mia voce. Aisha sospirò.
«Vi siete completamente persi, Billie. Ed è un peccato. Ecco perché ho voluto darvi una seconda possibilità.» disse, seria.
«Avete ventiquattrore di tempo per arrivare a conoscervi di nuovo, come quattro anni fa. Per tornare a capire chi siano veramente Harry Styles e Billie Donovan. Se entro la mezzanotte non ci sarete riusciti, allora rimarrete così per sempre.»  

 
 
 
 
 
 

Billie

 
 
 
«Cosa?!» esclamammo entrambi, shockati.
Ventiquattrore per conoscerci… di nuovo?! Era impazzita?
«Avete capito benissimo, ragazzi.» concluse, iniziando a riordinare alcune carte sparse sulla cattedra. Assurdo. « E dovreste sbrigarvi, le lezioni staranno per cominciare a momenti. Non vorrete finire in punizione anche oggi, che non avete nemmeno un minuto da perdere?» chiese, sorridendo dolcemente.
«Ma conoscere in che senso, Aisha?» provai a chiederle, per avere chiarimenti. Era stata troppo vaga e laconica, non avrei mai saputo come interpretarla!
«Vai, Billie, le risposte dovresti averle già tutte in pugno! Ci vediamo!» sventolò una mano e si alzò, lasciandoci lì come due cretini. Mi voltai a guardare Harry.
«Non è possibile.» commentai, iniziando ad indispettirmi. Lui si strinse nelle spalle, corrugando la fronte.
«Beh, è successo, quindi a quanto pare sì. È possibile.» rispose, stupidamente. Mi venne voglia di prenderlo a schiaffi, ma mi trattenni perché si trattava del mio corpo.
«Che avevamo in prima ora?» domandò, grattandosi la testa distrattamente.
«Chimica.» risposi, senza pensare. Oh, accidenti.
«L’interrogazione!» urlai, in preda al panico. «Forza, corri, andiamo in classe! Oggi quella comincia i colloqui!» dissi, fiondandomi su per le scale, sentendo Harry ticchettare sui miei stiletto, lentamente e di malavoglia. Quando arrivai in cima alla prima rampa di scale, e lo vidi arrancare sul terzo scalino, pallido per il dolore ai piedi, mi spazientii.
«Guarda tu se adesso devo anche fare palestra a scuola!» sbottai, passandogli un braccio sulle spalle e uno dietro l’incavo delle ginocchia, sollevandolo. Porca miseria, non mi ricordavo di pesare così tanto…
«Avresti anche potuto lasciarmi lì, eh…» commentò, stringendosi alla mia maglietta, mentre correvo per arrivare in tempo. Roteai gli occhi. «Devo ricordarti che sei dentro il mio corpo? E che la nota la metterà a Billie Donovan, se farai tardi?» gli dissi, sarcastica. Fece un verso sprezzante.
«Che sarà mai, una stupido ritardo… certo che sei proprio una secchiona.» disse, prendendomi in giro. Che simpatico, si permetteva anche di giudicare!
«E tu sei proprio un arrogante.»
 
 
 
 
Arrivammo in classe giusto in tempo per l’appello. Aprii la porta d’impeto, proprio nel momento in cui stavano chiamando “Donovan”.
«Presente, prof! Eccola!» esclamai, tirando Harry per un braccio, che entrò di malavoglia, con una smorfia. La Andrews si abbassò gli occhiali da lettura, trafiggendoci con lo sguardo.
Aveva sicuramente più di sessant’anni, il volto solcato dalle rughe vicino ai lati della bocca e sulla fronte, lisci e voluminosi capelli a caschetto pari, color mogano.
Vestiva sempre come mia nonna, con quegli orribili pantaloni di ciniglia che le stringevano i fianchi larghi, e aveva una passione smodata per le spille con gli animali. Quella mattina, ne esibiva una a forma di rana. Che cattivo gusto. Ed era solo la punta dell’iceberg.
Non avevo mai conosciuto una professoressa più acida, puntigliosa ed esigente di lei, non faceva mai battute, né tantomeno rideva. Ogni giorno si svegliava, indossava la sua maschera di presunzione e, impugnata la sua ventiquattrore in pelle da scienziata pazza, s’incamminava verso scuola.
La chiamavo “AndRacchia”, e avevo i miei buoni motivi. Anche perché era l’unica che mi dava sempre B, B+, B++. Mai che si fosse sperticata a scrivere una schifosissima “A” su quel suo inutile registro. Mi faceva venire i travasi di bile solo a guardarla.
Le sorrisi, amabilmente – per quanto potessi esserlo con la faccia di quello scemo di Harry –. Styles la fissò con astio, facendo assumere al mio corpo un’aria tremendamente antipatica.
Ma che gli prendeva? Era tutto l’anno che cercavo di piacere a quella docente, e lui mandava tutto in fumo per un’occhiata?! Gli diedi una gomitata, continuando a sorridere.
«Beh? Le lezioni cominciano alle otto e dieci. Siete esattamente due minuti in ritardo.» commentò l’arpia, inforcando gli occhiali e scribacchiando sul suo registro. La guardai, sconvolta.
«Ma prof, eravamo giù con Aisha…» tentai di giustificarci, ma guadagnai un’occhiata torva.
«E quindi? Sareste dovuti salire immediatamente, non intrattenervi a fare salotto con la custode.»
«Dio, sono solo due minuti… non muore nessuno per centoventi secondi.» disse Harry, sfilandosi lo zaino dalla spalla e ticchettando fino al suo solito posto, all’ultimo banco.
Che?!Cos’era quella rispostaccia?!
«Donovan, non permetterti più di parlarmi a quel modo.» lo redarguì, posando la penna sulla cattedra. Harry si strinse nelle spalle, sedendosi sguaiatamente e appoggiando la testa al muro. Oh, santa madre.
«La scusi, prof… stamattina è un po’ nervosa.» dissi, e mi fiondai accanto a lui, posando con calma lo zaino a terra e scostando la sedia.
Racchia Andrews ci lanciò un’ultima occhiata truce, poi tirò fuori  il suo adorato libro di testo dalla borsa di tela, sprofondandovi dentro. Il resto della classe iniziò a mormorare, facendo commenti sul mio aspetto e sui modi gentili di Harry. Ovviamente, non potevano sapere la realtà.
Vidi Brooke e Mona sporgersi dal loro banco, alla seconda fila di sinistra. Mi individuarono, e sorrisero solidali. Feci loro una smorfia di disperazione. Niall si girò, dal suo posto avanti a noi. Squadrò prima me, poi fissò Harry. E arrossì, voltandosi di scatto. Allora trasalii.
«Harry! Siediti composto, hai una minigonna!» sbottai, a mezza voce.
Styles, nel mio corpo, aveva mantenuto i suoi atteggiamenti molto liberi e tranquilli. Infatti, sedeva leggermente sprofondato sulla sedia, con le gambe aperte alla maschiaccio, la testa contro il muro, fissando da sotto in su il resto della classe.
Mi stava facendo sembrare una pornostar di bassa lega, in pausa dalle riprese per un nuovo film osceno! Che vergogna!
Si rianimò grazie alla mia gomitata, e chiuse di scatto le gambe, raddrizzandosi con la schiena. Presi un gran respiro, augurandomi che nessuno l’avesse visto. Ecco perché Niall si era voltato di scatto, prima.
«Billie, posso chiederti un favore?» mi domandò, avvicinandosi e sussurrandomi nell’orecchio. Alzai un sopracciglio, passandomi distrattamente la mano fra i riccioli. Però, erano davvero morbidi…
«Smettila di avere atteggiamenti così femminili. Mi farai passare per gay, e nessuna ragazza vorrà più uscire con me.» scandì, per poi tornare tranquillamente al suo posto. Arrossii di colpo.
In effetti, sedevo un po’ troppo compostamente per essere un ragazzo virile. Ma che diamine, ero pur sempre una donna, mi piacevano i tacchi e le cose carine! Tuttavia, cercai di sforzarmi, e a non essere troppo ingessata.
Allargai le gambe, poggiando un braccio sul banco, e uno sullo schienale della sedia. Imbastii uno sguardo strafottente, fissando la prof. Poi, però, me ne vergognai, e mi misi a cincischiare con l’astuccio.
Sentivo Harry trattenere le risate, accanto a me. E io avrei dovuto conoscerlo di nuovo, entro quella giornata? Mi ritrovai a sperare nei miracoli.



Holls' Corner!!:

Quinto capitolo, yeah!! Beh, ora avete scoperto com'è che Harreh s'è svegliato nel corpo di Billie, e viceversa, hahahah!!
Da qui in poi, cominceranno i "dolori" per entrambi! Cosa si prova ad essere una secchiona nei panni dell'ultimo della classe?? Lo scoprirete nel prossimo capitolo, dove vedrete un Harry un po' diverso da come l'ho descritto fino ad ora... ebbene sì, anche lui ha un cuore!!!
Che dirvi? Scusatemi il ritardo, ma ho avuto parecchi impegni ultimamente, e non sono proprio riuscita a postare prima...! Ma adesso cercherò di rimediare ;)! Vorrei subito ringraziare tutti coloro che leggono la storia, recensiscono e l'hanno inserita fra i seguiti/ricordati/preferiti! Grazie davvero, a tutti!!
Beh, stasera non c'è molto da dire, perciò vi lascio con la mia consueta gif... sono davvero contenta che vi piacciano, comunque!! Ormai mi sto impratichendo ben bene, hahahahah!!
Come al solito, ci terrei a sapere le vostre impressioni sul capitolo, o i vostri pareri, mi farebbe molto piacere!
Allora alla prossima, un bacione a tutti!!


   
 
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