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Autore: Zawa chan    11/06/2012    1 recensioni
Eccoci tornate con il continuo della nostra storia "Promises. The beginning of a dream". La saga riprende dalla fine della scorsa storia, la ciurma di Cappello di Paglia, Ace compreso, naviga nelle acque del Nuovo Mondo, senza sapere che un nemico potente incombe su di loro. Chi sarà questa misteriosa persona? E sopratutto, come andranno a finire le disavventure della ciurma con l'aggiunta delle nostre protagoniste?
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Buonasera.
Quest'oggi sono io, Mangetsu chan, ad aggiornare la storia. Chiedo venia per il ritardo ma entrambe siamo state molto impegnate e abbiamo avuto diversi imprevisti. Ringrazio Hinata per la recensione allo scorso capitolo.
Detto questo, buona lettura.

CAPITOLO 10
L’ultima battaglia. L’ultimo segreto
Chapter Soudtrack: Dragons and Demons



La ragazza si alzò meccanicamente in piedi, quasi non avesse più il controllo del suo corpo. Una strana aura azzurrina le girava vorticosamente intorno ma si espanse velocemente quando questa aprì gli occhi. Percepì lei stessa che il suo potere, poco prima ridotto al minimo, era aumentato in modo vertiginoso e, si ritrovò a dover ammettere, riusciva a malapena a controllarlo. Durante il combattimento di prima non si era accorta di essersi avvicinata involontariamente al mare: ora aveva addirittura un’altra fonte di energia da cui attingere il suo elemento. Un’onda gigantesca si avvicinò minacciosa alla scogliera ma, poco prima che si infrangesse sulla roccia, si arrestò a mezz’aria, venne trasportata in avanti e cadde sul terreno, come fosse un’immensa nuvola di pioggia. Preoccupata per la sua incolumità l’incantatrice del vento cominciò a scagliare lame del suo elemento contro la sua avversaria che, puntando solamente lo sguardo per terra, materializzò una solida barriera d’acqua che la difese dalla nemica. Kage pensò allora di dirigersi verso la ragazzina e di immobilizzarla ma, quando riuscì a prenderla per un braccio, pensando di avercela fatta, si sentì sollevare e si ritrovò a vari metri dal terreno. Dov’era finito tutto il potere che era riuscito a farla resistere al macchinario di Set? Dov’era la sua determinazione che le aveva permesso di non morire quando l’avevano sottoposta a tutti quegli esperimenti? Quella ragazzina li aveva annientati tutti in un solo istante…

“No! Non posso perdere, non io! Chi perde viene ucciso, questa è la regola del capitano, e io non posso tirare le cuoia proprio adesso, non ora che sono così vicina alla verità!”, pensò la donna e, attingendo a tutte le sue forze, materializzò sulla propria schiena delle ali, capaci di individuare le correnti del vento e di sfruttarle per rimanere in aria. Fu così che a velocità impressionante si diresse verso la bionda e, colpendola alla sprovvista, infierirle un colpo con una lama di vento. Osservò il suo operato soddisfatta, mentre la timoniera si premeva le mani contro la ferita. Gli sguardi delle due si incrociarono e, immobili, si fissarono, stufe di combattere e, soprattutto, desiderose di vincere. Corsero l’una verso l’altra e cominciarono a tirarsi una serie di calci e pugni, incrementati dal loro elemento, nel tentativo di sfinire la propria nemica.
L’albina spiccò il volo ancora una volta e, concentrando la maggior parte del suo potere, evocò una grossissima ascia dalla lama di vento affilatissima, tanto che anche solo un tocco sarebbe bastato a porre fine all’esistenza di una persona comune. La scagliò con tutta la forza che possedeva verso Hikari, che cercò di attutire il colpo con una nuova barriera che, però, venne completamente distrutta e lei dovette subire l’attacco direttamente: un grido acuto uscì dalle sue labbra sanguinanti.
Quando si ritrovò a terra, scattò in piedi e fissò l’avversaria con uno sguardo indescrivibile, a metà tra l’impaurito e il preoccupato. Poi quello sguardo lasciò posto a degli occhi ed un sorriso sicuri. L’incantatrice del vento fece appena in tempo a girarsi che una grossa mano color acquamarina la intrappolo e, quando questa riuscì a liberarsi, la mano si disperse in molteplici stalattiti ghiacciate che colpirono la donna, anche se non le procurarono ferite troppo gravi. Questa dovette comunque appoggiarsi alla prima cosa che trovava per reggersi in piedi, poi a sua volta fu circondata da un’aura grigiastra e si rialzò in piedi, scattante, come se le ferite fossero completamente sparite. Ma erano ancora lì, belle e visibili e ad ogni suo movimento un po’ di sangue fuoriusciva macchiando il terreno di rosso. La ragazza si rese conto di cosa stava succedendo, anche se pareva inverosimile: aveva già sentito parlare di altre persone che subivano lo stesso effetto e lei controllava Susanoo da molto prima che la bionda controllasse Leviathan. « Tu… ti stai sforzando di muoverti anche se le tue ferite non lo permetterebbero?! Stai solo ingannando il tuo corpo, che senza la forza che emani non riuscirebbe a reggersi in piedi? Non è la prima volta che usi questo trucco, vero? Quante volte è successo prima d’ora? », non sapeva nemmeno lei come l’avesse capito, ma era una cosa inaudita. L’albina non la guardò nemmeno e le lanciò contro uno dei suoi tornadi, che l’incantatrice dell’acqua non evitò e prese in pieno. Aveva rimediato un paio di ferite in più, ma non se ne preoccupava, continuava a fissare il corpo dell’avversaria sfinito, la paura di aver combinato qualcosa al di fuori della sua portata era palpabile. La vide avvicinarsi velocemente, mentre una scia di sangue cadeva al suolo. « Smettila per favore! », gridò la timoniera, non riuscendo a sopportare di vedere cose così.
Era nel suo carattere preoccuparsi per tutti e non sopportare la vista di sangue e quant’altro, pur non avendo problemi a farsi male da sola. Era troppo, troppe persone stavano soffrendo per colpa di questo stupido gioco! L’unico modo per fermare questa continua carneficina era sconfiggere Kage e lei sapeva benissimo come riuscire nel suo intento. Lo aveva capito tempo prima, quando si era ritrovata da sola nel labirinto, poco prima di incontrare sua sorella, che cosa celava la nemica. E questo piccolo combattimento confermava la sua teoria che, seppur strampalata e un po’ troppo strana per essere associata al comportamento dell’incantatrice del vento, sembrava essere veritiera. Prima però di verificare quest’idea, doveva renderla inoffensiva, e sperava di farlo il più presto possibile. Caricò un pugno d’acqua e si diresse verso di lei, “O la va o la spacca!” si ritrovò a pensare e tirò un destro dritto in faccia all’avversaria, mandandola a diversi metri di distanza. Prima che si potesse rialzare piombò su di lei e le sferrò un’altra scarica di pugni, tutti ricoperti da uno spesso strato azzurrino. Avvertì un colpo allo stomaco e si ritrovò lanciata all’indietro, colpita da un calcio della piratessa. La bionda corse allora verso di lei e, poco prima di scontrarsi, balzò in aria e da un paio di metri da terra ricoprì la gamba sinistra d’acqua per poi sferrare un sonoro calcio sul suolo, spaccandolo in pezzi giganteschi e formando una voragine, che ben presto si riempì della materia di cui è composto il mare, la stessa da cui lei può trarre beneficio.
E così fece, evocando una grossa ondata che ben presto si divise in decine di spadoni affilati che volavano da una parte all’altra, colpendo ripetutamente l’albina e riducendola in fin di vita, facendola accasciare a terra sfinita.
Nello stesso istante in cui ciò avveniva, si udì la voce fuori campo commentare incredibilmente stupita: « INCREDIBILE, GLI ULTIMI DUE COMPONENTI DELLA CIURMA DI CAPPELLO DI PAGLIA CHE NON AVEVANO ANCORA TERMINATO LO SCONTRO, SONO USCITI ENTRAMBI VINCITORI DALLE LORO BATTAGLIE!!! AVEVETE CAPITO BENE, SET HA PERSO CONTRO IL CAPITANO RUFY, MENTRE KAGE È STATA SCONFITTA DA HIKARI! ». Quest’ultima sospirò sollevata: era ancora preoccupata per il suo migliore amico dopotutto. Il suo sguardo felice si spostò sulla sua ormai ex avversaria.
Con le ultime forze che le restavano stava evocando un pugnale di vento e mormorò sommessamente: « Ormai ho perso, non mi resta che farla finita >>, dopodiché avvicinò l’arma alla gola, dove si bloccò improvvisamente.
Alzò lo sguardo stupefatta, pur sapendo perfettamente chi era stato ad impedirle il suicidio. Hikari le aveva afferrato il braccio e non desisteva dal mollarlo, lo sguardo serio e furioso che non si addiceva per niente all’immagine da principessina viziata sempre dolce e composta che si era scavata nella mente di Kage. « E da quando uccidersi pone fine ad un combattimento? Morire è solo da codardi. Non vale la pena che il mondo si privi di una persona buona come te per la paura verso il tuo capitano ». Lentamente l’evocazione si dissolse e la ragazza mollò la presa, mentre si sedeva davanti alla donna.
« Cosa? Ho ucciso un sacco di persone in questa battaglia, figuriamoci in tutta la vita! », esclamò lei, a metà tra l’arrabbiato e il commosso. Era la prima volta da quando era nata che qualcuno vedeva qualcosa di bello in lei, proprio ora che uccideva donne e bambini senza proferir parola, le bastava un solo comando del suo superiore.
Un piccolo sorriso si fece strada tra le labbra dell’incantatrice dell’acqua, mentre la testa andava a destra e sinistra per sottolineare un “no”: « Lo so, ma in realtà non hai mai voluto uccidere, non è così? ». Per tutta risposta ci fu solo uno sguardo esterrefatto, che la fece ridere un po’. « Ho notato che ogni volta che scagli un attacco, che sia per uccidere, ferire o intrappolare, finisci per chiudere gli occhi. Probabilmente è qualcosa di involontario ma la tua mente ti impedisce di vedere atrocità… forse perché ne hai visto troppe ». Lo sguardo stupito non accennava ad andarsene, anzi, alcuni lacrimoni cominciarono a rigarle le guance, e inavvertitamente partì il racconto di cosa le era avvenuto.

Facevo parte di una parte del governo di Oceana che si basava sulla ricerca. Scientifica, storica e quant’altro. I bambini dovevano essere istruiti in tutti i campi e poco dopo si introdusse anche il combattimento, per la quale non ero portata, anzi, si può dire che fossi negata. Nonostante ciò dovevo per forza studiare tutto e combattere, prestare servizio alla corte reale, in modo da fornirgli tutti i bisogni di cui avessero bisogno. A quel tempo tu eri appena nata, mentre io avevo già cinque anni e spesso mi veniva chiesto di farti da guardia, visto che molte persone avrebbero volentieri attentato alla tua vita. Un giorno, mentre tua madre faceva uno dei discorsi ai compaesani, pensai per la prima volta alla tua situazione: non avevi un padre e nessuno sapeva chi fosse. Io scoprii la sua identità in seguito.
Passarono gli anni e, quando arrivarono i Draghi Celesti ed avvenne lo sterminio, io ero già stata rapita dai pirati che sarebbero diventati i miei compagni. Per verificare se ero adatta a sopravvivere mi mandarono per un mese in una città di assassini con una spada e con poca esperienza nei combattimenti e nell’evocazione del vento. Sopravvivere caricandosi di vite umane o morire immacolata, ero continuamente di fronte a questa scelta anche se il più delle volte scappavo impaurita. Poi capì che nessuno può rimanere candido per sempre e da quel momento cominciai a combattere. Ci impiegai esattamente una settimana e sei giorni per uccidere tutti, centoventisei assassini. In quel frangente mi ero allenata sui miei poteri e, all’età di dodici anni cominciarono a sottopormi ad esperimenti per rafforzarmi e diventare imbattibile.
Passò il tempo e mi permisero di continuare a studiare e fare ricerche:  dopo aver scoperto che la mia città natale era stata sterminata, volevo capire cos’era successo. Non potevo credere che solo per qualche capriccio fosse stata distrutta una cittadina dall'enorme forza e che la nostra regina fosse morta. E circa due mesi fa, scoprì la verità. So chi era la persona responsabile di tutto, anche se non so ancora spiegare bene il perché lo abbia fatto, ma ciò che più mi fa paura è il metodo con cui ha sterminato tutti.
Come premio per la tua vittoria ti concedo il privilegio di conoscere uno dei due misteri da me risolti, l’identità di tuo padre o lo sterminio di massa di quattordici anni fa?


Durante la spiegazione gli occhi azzurri della ragazza erano stati attenti e non avevano tolto lo sguardo dagli occhi rossi della donna. All’ultima domanda posta la ragazza era decisamente sconcertata, la verità sullo sterminio? Non l’aveva già scoperto due mesi fa quando era scesa nella sua isola natale? « So già chi ha combinato questo: era stato l’ultimo re, Crowely, ad uccidere mia madre perché lavorava per i Draghi Celesti, ora lo ha succeduto Shara, una dei Dieci Saggi, nonchè mia ex maestra », esclamò, anche se, se ne rese conto lei stessa, non era del tutto convinta. Quelle parole si insinuavano nella sua mente come le zanzare si intrufolano nelle case nella stagione estiva.
Uno sguardo interrogativo comparve sull’altra faccia che conduceva la conversazione, cominciando a parlare: « Re? Oh, tu intendi il maggiore. No, la verità è che sta coprendo qualcun altro. Tu eri presente e hai visto come si è scatenato l’attacco oltre alle bombardate delle navi da guerra, quindi dovresti almeno averlo intuito. Vuoi saperlo no? Quindi il fatto di tuo padre non ti interessa, meglio così: non dovrò rompere la promessa fatta a Sayoko-sama. La persona che ha provocato il pandemonio di quattordici anni fa è… », il nome le morì sulle labbra, mentre uno sonoro sparo partiva da una pistola situata chissà dove.
In quel momento la giovane Mizuki spalancò gli occhi, vedendo l’ormai sfinita ex nemica accasciarsi al suolo, il sangue sgorgare copiosamente dal suo petto. La scosse violentemente, mentre le praticò il massaggio cardiaco come le avevano insegnato alla scuola per incantatori. Gocce bagnate cominciarono a cadere dagli occhi, mentre cominciava ad urlare come una forsennata: « Non azzardarti a chiudere gli occhi, non proprio ora! Non dovevi rivelarmi cosa successe ad Oceana quel giorno?! Non puoi morire, se provi a smettere di respirare giuro che ti riempio di sberle finché non rinvieni! Non devi morire, devi vivere! Per favore, non chiudere gli occhi! NON PUOI FARE DI TESTA TUA, FA COME TI DICO DANNAZZIONE! ».
Inutili furono i tentativi di salvataggio della ragazza e, mentre Kage cominciava a chiudere gli occhi e il respiro cominciava ad affievolirsi, mentre le grida cominciavano a diventare sempre più forti, la donna alzò lentamente la mano e la posò sulla solare e bionda testolina della principessa, che si bloccò immediatamente, e con le sue ultime parole, le disse una cosa che probabilmente era quello che voleva sentirsi dire di più in quel momento: « Non è colpa tua, sono stata io a proporti una specie di premio. Sei un’incantatrice straordinaria, capace persino di superare Sayoko-sama se solo lo volessi, sei riuscita a vedere il meglio in un’assassina  come me. Sono io ad avere sbagliato, sapevo perfettamente che mi avrebbero scoperto, loro sono dappertutto. Non importa dove tu sia, loro ti troveranno, stai attenta di chi fidarti. La vostra prossima isola è completamente tropicale, vi chiedo di comprare immediatamente un Eternal Pose per un luogo desertico, non importa quanto ci metterete ad arrivarci. Perché loro ti troveranno, loro assieme a quelle odiose creature loro succubi. Queste ultime sono così oscure da non essere comprensibili nemmeno per i demoni, stai attenta soprattutto a loro: le Ombre! », queste furono le parole in punto di morte dell’incantatrice del vento, che dopo anni di torture fisiche e psicologiche poteva concedersi l’eterno riposo ed andare nell’aldilà, che sia inferno o paradiso. La mano cominciò a perdere le forze e si accasciò a terra, ormai completamente priva di un’anima che la controllasse, mentre Hikari scoppiava in un pianto dirotto.

Nota uno: Crowely è il cognome di… bhè Crowely (non so come altro chiamarlo!), quindi Kage non sa con precisione di chi Hikari stia parlando. Come avrete capito infatti, l’ex re non è l’unico in famiglia.
  
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