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Autore: marrymezayn    12/06/2012    32 recensioni
Storia in fase di REVISIONE. Scusate per il fastidio!
Estratto dal 3° capitolo:
Strinse di più le braccia al suo collo, e le uscì un sospiro mentre si staccava quel poco per dar fastidio alle sue labbra. «certe notti ho pensato seriamente di impazzire senza di te!» quel sussurro, appena udibile all’orecchio di qualsiasi essere umano ma non quello di Keyra, ebbe la facoltà di far bloccare il cuore della ragazza che lo guardava con gli occhioni fuori dalle orbite. Le vennero gli occhi lucidi e percepì un sorriso sulle sue labbra. «mi sei mancato!» ammise mormorando, ma sapeva che lui l’aveva sentita. Sentì la sua presa spingere la sua schiena verso di sé e si lasciò trasportare, finendo direttamente tra le sue braccia. Percepiva il delicato respiro di Zayn tra i suoi capelli, e si appoggiò al suo petto, con un sorriso. Il cuore di Zayn batteva all’impazzata. Chissà come mai. «Mi sa che l’unica cosa giusta che ho fatto in vita mia è stata quella di nasconderti la verità.»
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E' il "futuro" di questa storia.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=868289&i=1 spero che vi piaccia. Enjoy! ♥
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Se non ti perdi, non trovi strade nuove.'
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true love never ends ♥
(il vero amore non finisce mai!)

Quel giorno gli aspettava la giornata spezzata. Non c’era cosa che odiasse di più, perché per due ore rimaneva senza fare niente. Non poteva neanche tornare a casa per pranzare, perché era troppo lontano dal suo posto di lavoro. Così andava a mangiare una cosa ad un pub, per poi farsi una camminata al centro e una sigaretta nel parco. Aveva voglia di una svolta, ma non c’era assolutamente nessun incrocio per poter svoltare e decidere di cambiare vita. Uscì dalla metro mezza piena, per poi salire le scale due a due. Entrò nel locale e impercettibilmente tirò un sospiro di sollievo, sentendo quel calduccio. Fuori non faceva freddissimo, ma neanche caldo. Salutò con un gesto della testa il moro dietro al bancone, per poi dirigersi verso lo spogliatoio. Si tolse il giacchetto e indossò la divisa da lavoro.
Quando tornò nel bar, si affiancò a Brian. «grazie a dio sei arrivato. Ho un bisogno dannato di una sigaretta» sorrise a quelle parole. «vai, ti sostituisco io!» il moro annuì. «Ah, Ian.. dovrebbe uscire a momenti un’ordinazione per il tavolo 3.» annuì, sfogliando il libricino delle prenotazioni, per poi alzare lo sguardo quando sentì il numero del tavolo. Il suo tavolo. Odiava che quel tavolo fosse occupato da altra gente. Si bloccò di colpo quando vide che era una ragazza che se ne stava seduta al tavolo.. al suo tavolo. Dava le spalle alla vetrina e bastò un piccolo sguardo per capire che era lei. Lei, quella che si bloccava a guardare leggere o semplicemente a studiare. Quella ragazza andava lì una volta alla settimana, in passato. Erano mesi che non la vedeva più e quando si era reso conto che non tornava più nel locale, si era dato dell’imbecille perché di quella ragazza non sapeva poi così tanto. Ricordava un giorno in cui aveva detto ‘se torna, ci parlo seriamente’ . Era tornata e il suo cuore faceva le capriole vedendola lì, di nuovo al suo tavolo a leggere un libro.
I boccoli castani le ricadevano da una parte, mentre le sue mani piccole ci giocavano delicatamente. Lo sguardo castano passava da una riga all’altra, molto velocemente come se leggesse avidamente le parole impresse in quel libro. Ci si incantava a guardarla leggere, perché sembrava che quella ragazza non venisse colpita da nulla di quello che succedeva intorno a lei. Non sembrava toccata minimamente da quello che le succedeva intorno, come se staccasse del tutto il cervello ed entrasse in un mondo tutto suo. Sentì che l’ordine era pronto e si girò a prenderlo. «tavolo 3.» annuì delicatamente e tenendo la fettina di torta in una mano, con l’altra tirò fuori il block notes piccolo. Si fermò dinnanzi il tavolo, guardando la testa della ragazza piegata sul libro. Il cuore gli batteva così forte che aveva seriamente paura che Keyra lo sentisse. Si schiarì la voce, delicatamente, come se avesse paura di disturbarla. In effetti sembrò così, perché alzò la testa e gli lanciò uno sguardo quasi di fuoco, ma che crollò subito quando vide il suo ordine. «Ian! Ciao!» Oh! Il suo nome pronunciato da lei era ancora più bello, se possibile. «ciao Keyra, come stai?» domandò dolcemente, piegandosi per posare il piatto e prese la penna, pronto a chiederle se voleva qualcosa da bere. «bene bene, grazie! E tu?» “una meraviglia, ora. Pensavo di averti perso per sempre!” «anche io, ti ringrazio!» si scambiarono un sorriso. «posso portarti qualcosa da bere?» domandò, con garbo. «no, grazie. Sto a posto così.» annuì e rimise il block notes dentro la tasca della parananza. «ok, allora buona fettina di torta!» in risposta la mora gli donò un sorriso a trentadue denti, che per qualche secondo gli fece perdere la cognizione del tempo. Quando tornò dietro il bancone, si dovette appoggiare per riprendere fiato. Mio dio! Ma quella ragazza ogni giorno che passava, possibile che era sempre più bella? «ehi amico! Grazie per avermi sostituito! Ti senti bene?» annuì debolmente, prendendo un goccetto di acqua fresca e sorridendo verso Brian. «si, tutto a posto!» sussurrò, sistemando alcuni piatti e poi prese un bicchiere di tea freddo alla pesca, segnandolo su un foglietto. «Brian.. Ora che Elijah non c’è, dammi 5 minuti di pausa. Devo fare una cosa.» Si diresse di nuovo verso Keyra, che aveva temporaneamente chiuso il libro che stava leggendo, trafficando con i due cellulari. «tieni!» la vide alzare la testa e rimanere incredula per qualche secondo. «offre la casa!» subito la vide tirarsi su, mettendosi meglio seduta e togliendo i piedi dalla sedia. Quando leggeva assumeva le peggio posizioni. La solita che usava, era quella di appoggiare i piedi sulla sedia, portare le ginocchia al petto, buttare in avanti un po’ il sedere e infilare il libro tra il suo petto e le ginocchia. Tutta rannicchiata. Poi, quando si rendeva conto che stava in una posizione poco femminile, si rimetteva seduta bene, ma neanche dieci secondi dopo, ristava in qualche posizione stramba. Ogni volta che si era fermato a guardarla, si faceva le migliori risate. Era dolce, dava proprio l’immagine di una persona dolce. Arrossiva senza un vero motivo, bastava poco per farla arrossire. «cosa? Ma no, davvero! Non serve!» il tono che usò era timido. «allora se te lo offro io, lo accetti?» la vide boccheggiare per qualche secondo, rossa come un pomodoro. «però questo dovrebbe portare me a fare qualcosa per te, o no? Per ripagarti di questa cosa.» sorrise, scuotendo la testa. «mhm.. vediamo!» la vide pensarci seriamente, ma non stava trovando nessun modo per ripagarlo. «che ne dici di invitarmi a sedere?» la vide scendere dal suo mondo fantastico, guardare la sedia dove stava appoggiato con la mano e poi sorridere. «ok. Prego, siediti! Vuoi un pezzo di torta?» scosse la testa mentre si sedeva. Non era un tipo sicuro di sé, ma non si poteva neanche dire di Ian che fosse un ragazzo poco sveglio. Appena si sistemò, alzò gli occhi azzurri nei suoi e le sorrise. «mangia in tranquillità!» la vide sorridere e prendere a mangiare la sua torta, sorseggiando di tanto in tanto il tea. «mi sono reso conto che in fondo conosciamo solo i nostri nomi..» lo guardò dritto dentro gli occhi, incredula. Poi si riprese. «in effetti hai ragione. Vuoi ampliare la conoscenza?» annuì debolmente. «si, perché in fondo tu sei stata tante volte in questo bar. Quando mi sono accorto che non tornavi più, mi sono dato dell’imbecille. Perché in fondo sei sempre stata dolce!» la vide arrossire leggermente e si ritrovò a pensare che quel colorito sulle sue guance fosse poetico. Keyra sembrava una ragazza dura all’inizio, perché lanciava certi sguardi freddi e vuoti, ma aveva capito dal primo sorriso che non era poi così dura. «ehm.. si! Sono partita.» inclinò leggermente la testa. «per lavoro!» annuì, divertito. «cosa ti piace in questo posto che ci vieni almeno una volta alla settimana?» Fu troppo divertente vedere passare l’incredulità nei suoi occhi, come se fosse stranita da tutte quelle attenzioni. «ma che fai, mi spii?» chiese tra l’infastidito e il divertito. Rise da quelle parole. «no, assolutamente! Ma mi piace osservare. E tu dopo un po’ sei diventata interessante. Sempre lo stesso tavolo, sempre a leggere o studiare.» Keyra lo guardò in modo strano, poi si pulì la bocca e sorseggiò il suo tea. «mi piace questo posto. Non è mai troppo affollato, la musica non è troppo forte da distrarmi dalla mia lettura. Le sedie sono comodissime e il cibo favoloso. Nella mia vita cerco la calma, e qui la riesco a trovare. Così, al tempo, quando in casa c’era casino, venivo qui a rifugiarmi per un po’ di calma. Ora, anche se in casa non vi è lo stesso casino, mi sono così abituata a questo ritmo che continuo a venire qui, per un po’ di pace.» chissà qual’era la sua storia. Da come parlava, sembrava quasi che la sua famiglia si fosse divisa. Prima in casa c’era casino, poi forse i genitori si erano lasciati. Boh, non poteva saperlo. «interessante!» giocò con il tovagliolo, mentre pensava a qualche altra cosa da dire. «e tu, come mai lavori qui?» alzò le spalle, a quella domanda. «così, perché mi serve staccare la spina dentro casa e questo lavoro fa per me.» la vide fissarlo, per qualche secondo. «capisco! Ti capisco bene.» si fecero una risata, per il tono depresso che usò lei. «e tu che lavoro fai?» guardò attentamente il labbro che si stava mordendo, forse in ansia per quella domanda. «manager.» lo disse quasi con tono forzato, come se non glielo volesse dire. «manager? Ma quel tipo di manager?» annuì delicatamente, rossa sulle guance. «ma non sei troppo piccola?» alzò un sopracciglio a quella domanda. «perché tu quanti anni mi dai?» chiese divertita. «sedici?» la sentì ridere di cuore a quella risposta, facendogli capire che non ne aveva sedici. Ian, invece rimase palesemente imbambolato a sentirla ridere. Aveva una risata così contagiosa, delicata ma al tempo stesso forte. «ne ho quasi diciannove.» allargò leggermente gli occhioni azzurri, scrutandola. «davvero?» Keyra annuì, delicatamente. «si, me ne danno sempre qualcuno in meno! Meglio per me!» rimase piacevolmente spiazzato da quella risposta. Era anche più grossa di lui. «Ian.. mi serviresti!» si girò e annuì verso Brian. «il lavoro chiama! E’ stato un piacere!» sussurrò, alzandosi. «grazie per il tea!» sorrise in sua direzione, tornando al bancone.
 
 
«stai sempre affondata con quel cazzo di naso dentro ai libri!» alzò la testa e guardò il ragazzo nascosto sotto al cappuccio. «sembri un topo da biblioteca, sai?» altro sguardo bruto verso di lui, poi tornò a leggere. «perché non crepi e torni nella tua lurida vita da personaggio famoso?» lo sentì ridere e, senza rendersene conto si ritrovò a sorridere anche lei. Chiuse il libro e lo posò sul tavolino, mentre Zayn si toglieva il cappuccio e si piegava a darle un bacio a fior di labbra. «venti minuti di ritardo. Per questo dovresti andare in punizione, sai?» lo ribeccò, facendolo ridacchiare mentre si alzava per cedergli il posto. Almeno erano sicuri che se fosse stato di spalle, avrebbe attirato di meno l’attenzione. «oh si, fustigami!» lo guardò male, sedendosi nella sedia dove poco prima c’era Ian. «sei un pervertito del cazzo, lo sai, vero?» Zayn si fece una risata, mentre lei lo guardava con gli occhi a cuoricino. Zayn rimaneva sempre Zayn. Il suo primo amore. «cos’è successo che hai fatto venti minuti di ritardo?» si aspettava come minimo un “mi hanno assalito, mi hanno violentato” o cose simili. «il ciuffo, non voleva rimanere su!» o lo ammazzava subito, oppure aspettava una decina di minuti! Lo vide spostare una sedia al suo fianco e indicargliela. Sbuffando si alzò e si mise seduta al suo fianco, girandosi poi a guardarlo. Quando anche Zayn si girò a guardarla, da serio si lasciò andare in uno di quei sorrisi che le toglievano ancora il fiato. «possibile che il tuo ciuffo stia sempre davanti a me?» sfoderò un sorrisetto divertito, mentre lui passava il braccio sullo schienale della sua sedia. «ma io mi faccio bello per te!» «cazzate! Lo sai che anche se hai un brufolo sulla fronte a me poco mi interessa!» si sentì stuzzicata su un fianco e lo guardò male, saltando sulla sedia. «mi stai dicendo che sono sempre bello ai tuoi occhi?» era così, ma Keyra era tutto tranne una che la dava vinta così facilmente. «no, ti pare?» borbottò guardandolo di sbieco. Lui le lasciò un bacio sulla guancia, dopo aver sorriso. Ian si avvicinò poco dopo, scrutando Zayn, seduto al suo fianco. «salve!» sussurrò in direzione di Zayn, ma fece un sorriso a lei. Ovviamente, gli occhi allenati di Zayn non si persero quel sorriso e lo sentì muoversi nervosamente sulla sedia al suo fianco, e la mano appoggiarsi sulla sua spalla. Abbassò la testa, nascondendo le labbra con una mano per nascondere il sorriso. «cosa ti porto?» chiese Ian, delicatamente. «un sandwich con pancetta e bree, con una cioccolata calda!» Keyra si girò a guardarlo, disgustata. Sentendosi osservato, la guardò. «che c’è?» chiese, stranito. «sono le quattro di pomeriggio. E mischi insalata, pancetta e bree con la cioccolata?» domandò leggermente disgustata da quell’insieme. «tanto nello stomaco va tutto mischiato!» alzò una mano, facendo una smorfia. «non commento!» rispose, facendolo ridere. «ti stupisci tanto dopo Niall?» si girò di nuovo a guardarlo. «e anche tu hai ragione!» - «io ho sempre ragione.» Scoppiò a ridere. «boom! L’hai sparata grossa oggi eh, Malik! Complimenti, finisci nel guinness dei primati per la cazzata del secolo!» Tornò a guardare Ian e annuì. Il ragazzo se ne andò, come era venuto. Attese, perché sapeva che Zayn aveva qualcosa da dire. Lo conosceva troppo bene. «regali sorrisi così a gratis?» ecco, appunto. Si disegnò sulle labbra un sorriso e si girò a guardarlo. «sei per caso geloso?» chiese, alzando un sopracciglio. «ti piacerebbe, vero?» sorrise in risposta, vedendolo così serio. «quanta deficienza c’è in te, Zayn?» chiese mentre Ian tornava con l’ordine del moro, posando il piatto e le posate di fronte a lui. «Keyra, tu vuoi qualcos’altro?» chiese Ian e lei, con un sorriso scosse la testa. «no grazie. Sono a posto così!» rispose, facendolo annuire. Zayn guardò malissimo Ian, poi prese a mangiare. «mastica almeno, Zayn! Prima o poi ti ci strozzi!» sussurrò mentre tirava fuori la carta di credito e la dava a Ian. «pago entrambi!» il biondino annuì e se ne tornò dietro al bancone, mentre lei si girava a guardare Zayn masticare velocemente il suo panino. «che fame che avevo!» «sto notando!» sussurrò, divertita. «sembra che non mangi dal 1518.» ridacchiarono mentre Ian tornava con il macchinario trasportabile e lei inserì il pin, riconsegnando il piccolo macchinario a Ian e tornando a guardare Zayn. Era sexy pure mentre mangiava così velocemente, dannato lui.
Riprese il suo libro e decise di leggere fino alla fine della pagina, tanto Zayn era così impegnato a mangiare che non aveva il tempo neanche di parlare tra un boccone e l’altro. Si riappoggiò allo schienale, alzò le gambe e posò il libro su di esse, cominciando a leggere velocemente, per non perdere tempo. Era un buon libro, la prendeva abbastanza da non riuscire a staccare gli occhi dal libro e da quelle parole.
Ad un tratto sentì delle urla e si girò a guardare una mandria di ragazze che si avviavano verso di loro. Zayn, che sentì come lei le urla di quelle ragazze, rimase con il panino a mezz’aria e si girò a guardarle, aprendo leggermente gli occhioni castani. «ohmmioddio!» ecco, si! Stavano andando proprio da loro. Chiuse il libro alla velocità della luce e le guardò. Avevano la fascetta del fan club e quasi non si sentì male. Ma proprio il giorno che c’era lo street dovevano uscire loro due? Santa pazienza. Il gruppo di ragazze accerchiò Zayn che poverino le guardava incredulo e con quello sguardo da cucciolo bastonato, ancora con il panino a mezz’aria. Keyra era dolce e coccolosa, se voleva, ma se vedeva che le cose cambiavano aria, ci metteva zero a prendere in mano le redini della situazione. Quando vide Zayn fare una smorfia di dolore, spostò lo sguardo sulle braccia nude e notò che vi erano dei graffi. «ragazze, calmatevi!» sussurrò, alzandosi in piedi. Vedendo però che non si calmavano, si girò verso Zayn che spostò lo sguardo su di lei, quasi impaurito. E ce ne voleva per far mettere paura a Zayn. Si alzò, sgusciò via un secondo e andò da Ian e l’altro cameriere, che guardavano le ragazze impazzite. «avete un’uscita secondaria?» Ian si riscosse e annuì. «possiamo usarla se serve?» ancora annuì, guardandola con quello sguardo pieno di domande. «grazie!» tornò dal gruppo e notò che tutti erano girati verso di loro. Stavano rovinando la calma di quel posto. Senza tante cerimonie si mise due dita dentro la bocca e fece un fischio che non era proprio da principessa. Subito tutte si calmarono. «ragazze, state buone! Più urlate e più lo impaurite. Zayn è disposto a fare autografi a tutte, ma dovete rimanere calme e soprattutto non lo aggredite.» Prese il cellulare e scrutando la situazione un po’ più calma, chiamò un autista dicendogli la strada dove si trovavano e di arrivare il prima possibile, portando anche una guardia del corpo. A volte non capiva come potevano le ragazze diventare così manesche. Insomma, si capisco che sei emozionata di essere riuscita a trovare una delle persone famose, ma aggredendolo lo impaurivi solamente. Una ragazza provò anche a chiedere un autografo a lei, ma incazzata com’era disse con tono freddo ‘non sono compresa negli autografi’. Rimase tutto il tempo dietro a Zayn, in piedi, mentre lui rimaneva seduto a fare gli autografi in silenzio. Si vedeva lontano un miglio che si era innervosito anche lui da quell’aggressione. Si, le cose si erano calmate un po’, ma il fatto di essere toccato da tutte così rumorosamente non gli faceva piacere. Quando vide un macchinone arrivare, si girò a guardare fuori dalla vetrina e notò Mark scendere da quel macchinone ed entrare poco dopo. Lasciò il posto a Mark, per proteggere Zayn.
Appena terminò di fare gli autografi, Mark batté sulla spalla di Zayn che alzò la testa e annuì. Si alzò poco dopo, accerchiato subito dalle fan. Gli impossibilitavano di uscire da quel bar e Zayn si stava innervosendo sempre di più. Mark spinse Zayn, che non si mosse finché non prese per mano Keyra e se la tirò dietro, cercando di uscire da quel bar, lottando con quel gruppo di fan. Ecco perché a volte odiava essere una fan. Che serviva essere così manesche ma soprattutto così impossibili? Avevano avuto i loro autografi, no? Che serviva ancora stargli così appiccicate? Appena misero piede dentro la macchina, Zayn si guardò i graffi e lo sentì gemere. «vi porto a casa?» annuì all’autista, mentre scrutava quei graffi. «che cazzo di unghie avete voi donne?» chiese con tono incazzato. Keyra cercò di sdrammatizzare. «quando ti graffio io non fai tutte ‘ste storie.» Zayn alzò lo sguardo nel suo, poi scoppiò a ridere per il tono malizioso che usò.
 
 
Dopo aver disinfettato i graffi, Zayn si andò a mettere un po’ sul letto, stanco morto. Niall era andato a trovarla, pure per rimediarci qualcosa da mangiare. «mi dispiace! Zayn non si merita di essere trattato così!» si girò a guardarlo, mentre stava preparando le crepes. «perché tu e Liam ve lo meritavate? Non capisco perché hanno questa indole da manesche. Che cazzo! Siete pur sempre umani!» Niall annuì, dispiaciuto per il suo amico. Qualcuno suonò il campanello di casa e andò ad aprire, si ritrovò tutta la famiglia Malik di fronte. Nessuno escluso. C’era anche il padre. Patricia la guardò, sorridendo. «l’hai ammazzato?» alzò un sopracciglio. «come scusa?» chiese, tornando sul mondo dei vivi, dopo aver guardato il padre di Zayn. Più lo guardava e più ci sbavava. Chissà se da grande Zayn sarebbe diventato così, no perché se fosse stato così non le dispiaceva affatto. «dico: l’hai ucciso? Posso prendere il suo testamento?» sbatté le ciglia, spostandosi di lato. «non capisco di cosa parli, lo ammetto!» ammise, mentre Patricia le dava un abbraccio e stringeva la mano di Yaseer. Guardò Doniya e Waliyha, quest’ultima le diede un bacio sulla guancia e poi salutò la piccola Safaa che con quegli occhioni azzurri le toglieva il fiato. «non hai visto Alan?» eh? Oddio, erano diventati pazzi. Niall si fece avanti, sorridendo alla famiglia di Zayn. «no, ancora non ho avuto modo di vederlo.» sussurrò, chiudendo la porta. «no, ancora non l’ha visto, ringraziando il cielo. Siete in tempo per salvare il vostro secondogenito. E tutti noi!» sbatté le ciglia, passando lo sguardo da Niall alla famiglia di Zayn. Il moro l’aveva avvisata che sarebbe arrivata sua madre, ma non pensava di ritrovarsi tutta la famiglia Malik in casa. Scrutò tutte le sorelle, vedendo Doniya farle un sorriso timido e ricambiò. «mi devo preoccupare?» Patricia scoppiò a ridere, annuendo. «ok, preparo il Bazuka! Vado a svegliare Zayn.. o ci vuoi andare tu?» Patricia annuì, e Keyra le indicò le scale, che conducevano al piano superiore. Tornò a cucinare dopo aver detto a tutti di sedersi sui divani. Niall fece compagnia alla famiglia, mentre lei terminava le crepes e, dopo aver messo la nutella dentro e una spolverata di cocco, le portò sul tavolino della sala da pranzo, proprio mentre Zayn scendeva, grattandosi la testa e biascicando un “buongiorno”. Mentre lui chiacchierava con la sua famiglia e Niall, lei preparava il caffè e cioccolata calda. Da brava donna di casa. A volte si ritrovava a pensare quanto le cose erano cambiate. Ora era una perfetta moglie, anche se non era sposata. E alle volte si ritrovava a pensare che Niall fosse suo figlio, per il modo in cui lo riempiva di cibo e attenzioni. Si stava totalmente preoccupando della piega che aveva preso la sua vita.  
Sentì qualcuno tossicchiare e si girò a guardare chi fosse. Doniya. La guardò, in attesa di capire cosa volesse e la vide torturarsi le mani. La mora si girò a guardare sua madre, seduta al fianco di Zayn che annuì come ad incitarla. «volevo..» alzò lo sguardo.. «volevo chiederti scusa!» inclinò la testa ed entrambe guardarono Patricia, che sorrise. «per cosa?» chiese, non capendo. «per come mi sono comportata quando Zayn ti ha portato a casa!» divennero rosse tutte e due, mentre si guardavano. «oh.. scuse accettate!» rimasero in silenzio per qualche secondo. «posso..?» chiese, indicando lo sgabello dietro al bancone all’americana. «oh, si.. certo! Prego!» stava attendendo che il caffè si preparasse, e si avvicinò al bancone all’americana. «spero davvero che tu accetti le mie scuse. Ma devi capire che per me Zayn è tutto! Sono molto gelosa di lui, perché ha avuto tante cadute e avevo paura che fosse così anche con te. Invece mi sono dovuta ricredere.» sorrise debolmente. «non ti preoccupare. Anche io sono molto gelosa di mio fratello Julian.» ammise, sorridendole. «ho cercato qualche notizia su di te.» alzò un sopracciglio. «e da quello che ho letto, mi sono proprio sbagliata di grosso!» alzò ancora di più il sopracciglio, se possibile. «ma perché, ci sono notizie di me, su internet?» la mora annuì, divertita. «oh! Adesso si, che mi vergogno!» sbottò, rossa come un peperone. «addirittura c’è un tuo fan club!» sbarrò gli occhioni castani, facendo ridere Doniya. «poi vedendo il programma di Alan.» di nuovo Alan. Ma che.. ci mise poco a capire. «mi scusi un secondo?» spense il fuoco e salì in camera, andando su youtube e cercando la puntata di Alan dove erano stati poche settimane prima i ragazzi. Andò avanti, avanti avanti e.. Le uscì un gemito. Quando scese di sotto, era bianca come un cecio. «scappate!» Niall e Zayn si girarono a guardarla. Vedendo la sua faccia incazzata e bianca, si alzarono lentamente. «possiamo spiegare..» sussurrò Zayn, con le mani davanti. «che cosa? Che siete cinque perfetti imbecilli insieme a Paul, che mi fate pensare che le telecamere sono spente e invece sono accese?» ringhiò. Ma ringhiò davvero, con i denti stretti, tanto da far quasi paura. «scappate, prima che la mia rabbia arrivi a livello 100 e vi massacro di botte.» si fece avanti, mentre Patricia e Doniya se la ridevano allegramente, accompagnate da Yaseer. «se al mio tre non siete usciti da questa casa.. all’uno vi meno!» e come promesso, si fece avanti, prendendo un cuscino dal divano e vide quei due urlacchiare, aprendo la porta di casa e scappando alla velocità della luce. Li inseguì, ancora inforcando in mano il suo amato cuscino che tante volte aveva dato le peggio cuscinate a Zayn, mentre loro correvano verso casa di Harry e Louis. Bussarono, con foga mentre Keyra li rincorreva. «APRITE CAZZO! KEYRA HA SCOPERTO TUTTO!» urlò Niall, impaurito. «come v’è venuto in mente di farmi questo scherzo? Brutti bastardi!» Louis e Harry, sentendo le grida, mica avevano aperto la porta. Si godevano tutto lo spettacolo dalla finestra, ma tanto Keyra avrebbe dato una scarica di botte e tutti e cinque, pure a Paul. Lì colpi ripetutamente con il cuscino, facendoli gemere e ridere al tempo stesso. «Keyra.. E’ Alan che macchinato tutto. Noi non abbiamo fatto niente.» provò Zayn, proteggendosi con le braccia. «e questo dovrebbe bastare a farmi calmare? Stupidi imbecilli che non siete altro!» continuò a massacrarli di botte e, quando la porta si aprì, massacrò di botte anche Louis e Harry pensando che Keyra si era calmata un pochino. Ma a quanto pare ancora non conoscevano bene la piccola di casa Smith. Perché, anche se aveva smesso di massacrare di cuscinate Niall e Zayn, quando vide Louis e Harry la rabbia risalì come se n’era andata. Sulla porta di casa loro, la famiglia Malik si faceva le peggio risate vedendo la scena che stava a pochi metri da casa loro.
 
 
Le due grandi macchine con i finestrini neri si bloccarono di fronte il bowling al centro di Londra. Sabato sera e non si poteva passare il sabato sera a casa. Così, inforcandosi di buona pazienza, avevano deciso che una partita a Bowling avrebbe movimentato la serata. C’erano tutti. I cinque, Keyra, Mary, Eleanor, Danielle, Doniya, Waliyha e anche Safaa, più qualche amico dei cinque. Certo, decidere di uscire di sabato sera era come puntarsi addosso i riflettori, ma era anche vero che non si potevano bloccare solamente perché avevano gli occhi puntati addosso. Appena tutti furono usciti dai due macchinoni, si diressero dentro, scortati come al solito dalle guardie che controllavano il posto con dei semplici sguardi. Ovviamente il bowling era pieno zeppo, ma non si fecero abbattere. Visto che erano in tanti, deciso di prendere due piste. Squadre miste. Keyra, Mary, Niall, Liam, Safaa e Doniya. I restanti nell’altra squadra. Poi c’era sempre qualcuno che non giocava. Ovviamente anche quella sera c’era qualcuno che non giocava. Come Ed, che era a Londra per qualche giorno e si era incontrato con Harry, che l’aveva subito invitato a quella serata. Stan stessa cosa.
In attesa che arrivasse il loro turno per entrare nelle piste, presero due tavoli vicini, per mangiare e chiacchierare un pochino. Keyra si mise vicino a Mary, per chiacchierare un pochino. Usando il tovagliolo sul tavolino, le due si misero a giocare a tris. Poi, stufe di quel gioco e dopo aver riempito tutto il tovagliolo, si misero a dar fastidio a Harry e ai suoi ricci, mentre quest’ultimo giocava con Louis a “chi si prende prima il pollice”. Quando Harry si mise ad urlare perché praticamente lo stavano massacrando quelle due, si misero a chiacchierare. «senti, domani hai da fare?» ci pensò. «dipende.. quale parte della giornata?» domandò, di rimando. «sera!» scosse la testa. «no, andiamo a pranzo fuori io, Zayn e la famiglia. Ma la sera no, perché?» chiese ancora, incuriosita. «c’è la cena di classe!» quando vide Keyra arricciare le labbra e pronta ad inventarsi una scusa, alzò una mano. «tu domani vieni. Hai detto che non hai niente da fare! Eddai!» la guardò con i suoi occhioni dolci, facendo sciogliere la piccola di casa Smith. Sospirò, depressa. Si girò verso Liam, pregandolo di dare uno schiaffo sul braccio a Zayn. Lo guardò male quando si girò a guardarla, dopo che Liam gli aveva detto che era da parte sua. «hai insegnato a troppe persone il “si, guardami sono dolce e coccoloso!” Anche Mary ora lo usa con me. Ti castrerò per questo!» scoppiarono tutti a ridere, mentre tornava a guardare Mary, che la guardava ancora con quegli occhioni dolci. «ti odio. Mi hai tratto in inganno! Non ci voglio venire a quella cena. Non ho voglia di vederli!» sbottò con un musetto tanto. «beh, troppo tardi. Ho dato l’ok già da una settimana e tu non mi farai fare brutta figura vero?» ancora quello sguardo. Con un sospirò, acconsentì. «ti odio, ripeto! A che ora?» chiese, con un tono da funerale, mentre Mary batteva le mani entusiasta. «ti vengo a prendere alle otto. Non osare provare a dire che vieni da sola. Ti scorterò fino alla cena! Ti conosco, sai?» la guardò male, molto male poi venne annunciato i loro numeri e quindi significava che potevano andare sulle piste.
Non era semplice cercare di essere normali, quando intorno a te c’era la folla di gente che ti guardava bramosa, attendendo che tu facessi un passo falso per poi spiattellarlo in giro per il web. Non che le interessasse molto, ma essere normali con le guardie del corpo che accerchiavano le due piste per non far passare sconosciuti era impossibile. Era più che altro stressante. Dopo essersi messi le dovute scarpe, iniziò la sfida tra le due squadre. Keyra, che era una delle prime volte che giocava, fece strike al primo colpo. Ci mise davvero poco a rompersi le palle e quando arrivò il momento di Mary di tirare, le andò dietro e, dopo un perfetto tiro che sicuramente sarebbe finito come Strike, Keyra mise il piede sulla linea che dava il nullo. La palla colpì tutti i birilli, che caddero sulla pista. Mary saltò, euforica, ma notando Keyra al suo fianco, la guardò e poi abbassò lo sguardo sul suo piede, dopo aver visto il suo sorrisetto divertito. Ridendo come una pazza, tornò da Niall che rise con gusto insieme a Keyra. E poco dopo, mentre lei lottava per dare il nullo all’altra squadra, Niall pensava alla loro di squadra. Insomma, stavano cazzeggiando allegramente e questo non le dispiaceva affatto. Mentre Louis teneva fermo Niall, Harry pensò a caricarsi in spalla Keyra, che scalciò come una matta. Ma riuscì, almeno una volta a testa, a dare il nullo a tutti. Si fecero le migliori risate, mentre cercavano di lottare uno contro l’altro. Aveva scatenato una terza guerra mondiale e quando videro il tabellone a fine partita, scoppiarono a ridere. Praticamente avevano fatto solo un tiro che era andato a segno. Tutti gli altri erano nulli.
Decisero di cambiare le squadre e farsi un’altra partita, ma questa volta giocando seriamente. Si divertirono parecchio a mandare maledizioni all’altra squadra, fu divertente vedere come Keyra e Niall si scambiavano i posti, anche essendo di due squadre diverse. Quando, prendendo il posto di Niall e facendo strike, e Niall sbagliò dando lo 0 al punto di Keyra, Mary le urlò contro che doveva rimanere in squadra sua e non dare punti all’altra. Terminata la partita, i vincitori e il vincitore – l’altra squadra e quindi Louis – offrì da bere a tutti. Dopo essersi fermati a fare qualche foto e qualche autografo, si diressero al pub poco distante dal bowling e, visto che nessuno doveva guidare, la maggior parte della gente alzò il gomito. Peccato che lei era mezza astemia e le cose troppo forti non le piacevano. Si, per dimenticare andava bene, ma.. non aveva niente da dimenticare. La sua vita andava alla grande quindi non aveva bisogno di ubriacarsi.
Verso le tre, tornarono tutti a casa. La situazione era drammatica, per fortuna che non guidavano loro. Niall era partito per la tangente, con lui Harry. Zayn era mezzo ubriaco e anche Doniya. Ma capivano ancora. Mary faceva “ciao ciao” alla sua salute mentale. Per fortuna che avevano detto ai genitori di Zayn che le ragazze dormivano da loro. Arrivati a casa, sballottando un pochino Zayn e Doniya si andarono a mettere a dormire, mentre lei si assicurava che Niall e Mary arrivassero sani e salvi in casa del biondo. Liam camminava tenendo per mano Danielle. Liam, come lei non aveva bevuto nulla, in quanto non poteva. Louis e Harry, non voleva neanche immaginare come stavano ridotti, insieme ad Eleanor. Appena vide che Niall e Mary erano entrati in casa, scortati da Liam, chiuse la porta e si girò a guardare Safaa, ferma poco distante da lei. «dove dormiamo?» sorrise con delicatezza e fece strada alle più piccole di casa, portandole nella stanza degli ospiti. Quando entrò in stanza vide che Zayn e Doniya dormivano nel loro letto. Prendendo il pigiama, coprì i due ancora tutti vestiti, per poi scendere in sala da pranzo e buttandosi sul divano. Rimase a guardare un po’ la televisione e verso le cinque e mezza si addormentò, non prima di aver controllato la sua email e cose varie sul pc.
Sorrise quando, spegnendo la tv, sentì il leggero russare al piano di sopra. Aveva lasciato le porte accostate e percepiva benissimo che tutti e quattro se la russavano bellamente. La famiglia Malik al completo, se la russava in casa Smith-Malik!
In fondo fu contenta che Doniya le aveva chiesto scusa e si era pentita di come si era comportata. Sapeva che prima o poi, dopo essersi conosciute meglio, poteva nascere una bell’amicizia tra di loro. Dovevano solo imparare a mettere da parte la gelosia che entrambe provavano verso lo stesso ragazzo e imparare a comunicare. Doniya sembrava tutto, tranne che una stronza. Era certa che prima o poi sarebbero diventate buone amiche. 
Quando Zayn si era svegliato, verso le otto di mattina e, svegliandosi, trovò Doniya al suo fianco e non Keyra, si alzò contro voglia. Scese le scale, dopo essere entrato nella stanza degli ospiti per vedere dove si trovasse Keyra, ma non c'era neanche lì. Così scese di sotto e la vide dormire sul divano, stretta dentro se stessa e con la faccia affondata nel divano. La guardò con un sorriso dolce e sbadigliando allegramente si avvicinò al divano, mettendosi al suo fianco. Appoggiò un braccio sui suoi fianchi e la sentì girarsi nel sonno. La vide anche aprire gli occhi, per guardarlo, ma troppo stanca non parlò. Lui era strano forte. Se si svegliava e non trovava Keyra nel letto, non riusciva più a riaddormentarsi. Così la cercava come un pazzo dentro casa e, se la trovava sul divano a dormire come tante volte era successo, si metteva al suo fianco e dopo essersela stretta al fianco, si riaddormentava felice e contento.
Poteva sembrare stupida come cosa, ma senza il calore corporeo della sua ragazza, non riusciva a dormire bene come quando Keyra dormiva al suo fianco. Era come se il suo sonno fosse disturbato. Si era così abituato alla presenza di Keyra al suo fianco che ormai la sua essenza gli serviva per stare bene. Era più forte di lui. Era la sua droga e, anche se stavano ormai insieme da quasi un anno, le cose non cambiano. Keyra sarebbe rimasta la sua droga. Per sempre. 


Ecco il capitolo. Dai 61 commenti (WTF? O___O Non avrò la forza di rispondere a tutti, ma ci proverò) a quanto pare vi piacerebbe avere una terza storia Zayra. Così vi accontento. Anzi, tutto va a finire all'ultimo capitolo. Lì deciderete se seguire o no la storia. Che ne dite? Mai ricevute tante recensioni come nello scorso capitolo. AHAHAHA. Ma io vi amo anche se non recensite. Certo, mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate, ma non mi offendo se non lo fate. Io continuo a ringraziarvi per le belle parole che mi dite, che mi avete detto in tutte quelle recensioni. Davvero, non mi merito tutti questi complimenti. Vi ringrazio, davvero! Siete dolcissimi. Proprio oggi pensavo che credevo non avesse successo questa FF. Mi sbagliavo, di grosso. Perché voi la leggete e mi dite quanto la amate. Io da persona che la scrive purtroppo non riesco a capire cosa provate voi, ma mi fa tanto piacere che vi sta piacendo. Per questo vi amo, perché se Zayra è qui, è solo grazie a voi! (: 
Ecco, dopo questo momento dolciotto, vi lascio per andare ( o almeno ci provo) a rispondere alle 61 recensioni. Ripeto, vi amo! ♥

   
 
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