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Autore: eleblack    29/12/2006    3 recensioni
I Malandrini ad Hogwarts: come si sono conosciuti e voluti bene, avventura dopo avventura..con qualche nuova conoscenza!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“Allora, cos’hai deciso

“Allora, cos’hai deciso?” mormorò Sirius, accasciato sul proprio banco, e proteso verso James. Lui sbadigliò profondamente e girò la testa di lato.

“Si farà” disse con voce piuttosto ferma “D’altronde dovrebbe essere ora”.

Ma hai un piano?”.

James guardò Sirius, allungato sul suo banco: le lezioni di Storia della Magia facevano quell’effetto un po’ a tutti.

“Certo che ce l’ho, Sis!”.

“bene” sbadigliò lui “Spero che sia anche funzionante…e non campato per aria come al solito”.

“Sfotti, sfotti…ma presto mi ringrazierai…e mi daranno il Nobel per la scoperta del secolo”.

James si rizzò a sedere un po’ più composto – ma mai del tutto – e guardò alla sua destra con occhi sognanti. Lupin era uno dei pochi a non mostrare segni di sonnolenza alle lezioni soporifere di Ruf.

Un altro sbadiglio sconvolse il volto del giovane Grifondoro dai capelli spettinati, ed egli guardò alla finestra. Anche la neve, che scendeva lenta e oscillava, gli conciliava il sonno. Dunque si accasciò di nuovo sul banco.

 

***

 

“Allora…radice di artemisia per…pensa, Sirius, pensa” Sirius si martellava le tempie, mentre lì accanto James giaceva stravaccato su una sedia.

“Non capisco perché ti fai tutti questi problemi” gli disse l’amico.

perché lo scorso scadente che ho preso non era nei miei programmi, Potter” sbottò Sirius infastidito, posando piuma e calamaio “Non ho intenzione di trascinarmelo fino a giugno…”.

“Chiedi aiuto a Lupin”.

“Facile…” disse l’altro sarcastico “Soprattutto se non lo vedo da oggi pomeriggio”.

“Non era a pranzo?” questa notizia ridestò di colpo James dalla sua stasi.

“Sì, e da allora è sparito”.

“neanch’io l’ho visto” Peter comparse al loro fianco, con delle merendine alla marmellata in mano. Era appena entrato dal buco del ritratto.

“Buon appetito, eh Minus” lo squadrò James, poi si protese di scatto verso Sirius “Dobbiamo trovarlo, Black, me lo sento…è la nostra sera!”.

“Già..ma dove vai a trovarlo???”.

“Anche questa è una bella domanda” constatò stancamente James “Ma da qualche parte deve pur essere”.

“Su, scendiamo a cena” propose Sirius “E se non lo incontriamo in Sala Grande, prometto che lo andiamo a cercare”.

Detto, fatto. I tre ragazzi – Minus stava ancora finendo le sue merendine – scesero a cena, ma Lupin non si vide per tutta la serata.

“Se mi preoccupo non credo di essere troppo apprensivo, giusto?”.

“Sì che lo sei” fece James cupo; lo stomaco gli si era chiuso, e quella sera c’era rimasta un po’ di torta sul vassoio “ Fa sempre così. Sparisce sempre. Ma diamine! Dove può essere?”.

“Chi cercate?” disse improvvisamente Remus comparendo alle loro spalle. Sorrideva, ma il suo era un sorriso nervoso, e camminava zoppicando un po’, sotto il peso della sua borsa straripante di libri.

“TE!” esclamarono all’unisono Sirius, James e Peter.

James apparve un po’ sollevato:”Forza, Lupin, mangia! Ti ho lasciato un po’ di torta!”.

“No, grazie, non ho fame” disse lui visibilmente schifato anche solo dalla visione.

“Ti senti male?”  si alzò in piedi Sirius.

“NO, no” lo bloccò Lupin, facendolo sedere “Sto bene. Sono solo venuto a dirvi che probabilmente starò in biblioteca fino a tardi, stasera…il tema per Lumacorno non è così facile come credevo”.

“Ecco, proprio di questo volevo parlarti, Lupin” Sirius gli fece segno di avvicinarsi con la mano “Siediti e spiegami cosa devo scriverci”.

“Ehm, Sirius, vado proprio di fretta…prometto che domattina ti aiuto” accennò Remus.

James scoccò in quel mentre un’occhiata delle più eloquenti a Sirius, che ricambiò e disse subito dopo:”Almeno mangia una di queste” e sventolò davanti alla faccia di Remus una delle merendine di Peter – che lo guardò malevolo.

“No, ti giuro che non- “.

“Dai, Lupin, non fare lo schizzinoso” disse a voce alta Sirius “Non devi mica pensare alla linea”.

Un paio di persone della tavola si girarono e ridacchiarono. Lupin, arrossendo, si protese per un secondo dalla parte opposta del tavolo e afferrò la merendina dalle mani di Sirius.

“grazie Sis. A domani”.

“A domani” fece James tranquillo.

Lupin aveva fatto una decina di passi che Sirius, Peter e James avvicinarono i loro visi in modo sospettoso.

“Allora?” domandò Sirius.

“Fatto! La mia mano malandrina non si smentisce mai” rispose James con un guizzo soddisfatto.

“Fatto cosa?” chiese Peter che cascava dalle nuvole.

“hai presente i nostri specchietti, Minus?” gli spiegò James “Beh, il mio si trova ora nella borsa di Lupin…ce l’ho gettato mentre si stendeva a prendere la tua merendina…perdonami, abbiamo dovuto sacrificarne una…”.

“AH WOW!” esclamò Peter, frenato subito dagli “SHH” di Sirius e James.

“L’ho messo rivolto verso l’alto, e la borsa era semiaperta” spiegò James a Sirius con dovizia di particolari.

“bene, così vediamo dove va!”.

Peter guardava frenetico dall’uno all’altro.

“venite, andiamo” li incitò Sirius.

Corsero veloci fino al corridoio del primo piano, deserto, e si accucciarono tutti e tre per terra contro un muro.

“Dai, dai, dillo” incitava Sirius. James teneva tra le mani (per una volta, anche le sue erano sudate, non solo quelle di Peter) lo specchietto dell’amico.

“Ok” mormorò James, e subito dopo disse “Lupin”.

Attesero e videro che lo specchio non rifletteva più il volto di James, bensì era diventato più scuro.

“Allora?” borbottò Sirius, cambiando angolazione allo specchio per cercare di vedere qualcosa.

“Non si vede niente”.

“Forse è ancora nella borsa” disse Peter guardandosi attorno nervosamente.

“Probabile” disse cupo James “Ma prima o poi dovrà aprirla”.

“Già” rispose Sirius, poi disse “Dai, riprova riprova”.

“Lupin” disse James, ma lo specchio rimaneva buio e non c’era modo di farlo cambiare.

“Credevo che avrebbe funzionato” borbottò Sirius accasciandosi accanto a James, mentre Peter si era seduto già da un po’, in attesa.

Anche io” rispose in modo altrettanto triste James.

“Forse dovremmo semplicemente…chiederglielo” disse inaspettatamente Peter. Gli altri due si voltarono a guardarlo.

“Hai ragione, Peter…ma come?” disse Sirius.

“Con quali parole?” chiese Potter.

“N-non lo so” scosse la testa Minus “Ma così non va…”.

Sirius dette un colpo al muro con la testa, e tornò a guardare lo specchietto che James aveva abbandonato a terra.

E non c’era più oscurità completa, ma un piccolo, visibile, nebbioso…segno luminoso.

“Guardate!!” esclamò Black gettandosi avanti a prendere lo specchio.

James e Peter si resero presto conto del cambiamento e guardarono avidi.

Ma è…”.

“La luna, Peter” commentò James speranzoso “Ciò significa che Lupin ha aperto la borsa…ed è all’aperto”.

“No, James” disse piano Sirius, prestando attenzione allo specchio “Io credo…che lo specchio gli sia caduto”.

“Ah, beh è probabile…” rispose James “Ma perché parli pian…-“

Udirono un rumore inaspettato, una specie di ringhio sommesso, che li fece sobbalzare e voltare.

Peter si avvicinò a Sirius, mentre James si guardò intorno.

Ma chi…”.

“CHI VA LA’?” disse Sirius ad alta voce.

Ma non c’erano altre forme di vita (visibili) nel corridoio.

Cosa diamine…”.

“R-ragazzi…” balbettò Peter, diventando bianco in volto “Qui non c’è nessuno…ma…ma Lupin…”.

Gli altri due tornarono subito a guardare nello specchio, e in breve capirono, con orrore, che il verso proveniva dallo specchio…

“NO!” urlò James.

Sirius ammutolì, e sobbalzò quando vide comparire nel riquadro un paio di occhi gialli, ridotti a fessure.

“MERDA! E’ in pericolo!”.

“Andiamo”.   E come razzi, Sirius e James, seguiti a ruota da Peter, scesero le scale.

Attraversarono la Sala d’Ingresso, muovendosi controcorrente alla folla di studenti che tornava da cena.

“presto, presto!” incitò James, correndo velocemente attraverso tutta la Sala Grande, per arrivare al tavolo dei professori sotto lo sguardo severo della loro Direttrice di Casa, la McGranitt, e quello incuriosito del preside e degli altri professori.

“Signor…” iniziò la McGranitt, ma James non perse tempo “Professoressa, Remus è in pericolo! Remus Lupin, è..”.

Che cosa succede, ragazzi?” domandò allora il preside con un certo cipiglio.

“Signore, credo che il nostro amico sia in pericolo!” rispose Sirius.

ne avete le prove?” continuò Silente placido, aggiustandosi gli occhiali sul naso aquilino.

“Beh…noi…” mormorò James. Era disposto a tutto pur di salvare Lupin, e si rendeva conto che stavano perdendo tempo inutilmente, ma non sapeva se gli specchietti stregati erano del tutto..insomma…legali.

“Noi crediamo di sì, signore” disse Sirius “La prego, può venire a controllare…”.

“Provvederò” annuì Silente dopo averli guardati in silenzio “Ora recatevi nei vostri dormitori…sono sicuro che il vostro compagno sta bene”.

“E’ all’aperto, signore” precisò James, mentre la McGranitt li spingeva avanti nel corridoio, sotto gli occhi degli studenti rimasti a cena.

I tre furono scortati fino all’uscita della Sala Grande; dopodichè la McGranitt disse loro: “Immagino conosciate la strada”. E li fissò salire le scale con aria mesta.

Subito dopo girato l’angolo, appena scomparsi dalla vista della professoressa, James iniziò a correre e Sirius e Peter con lui. Ansimanti, raggiunsero la Sala Comune e poi james continuò da solo fino al dormitorio; tornò giù dopo una trentina di secondi e riiniziò a correre, seguito ancora dai due. Peter era visibilmente a corto di fiato, e aveva il viso rosso, ma non disse nulla e continuò a seguire i due amici.

“Ecco perché mi piace il Natale” commentò James all’indirizzo di Sirius, quando furono usciti dalla Sala Comune “Forza, tutti sotto”. Aveva preso il Mantello dell’Invisibilità che suo padre gli aveva procurato per Natale: una chicca bella grossa che girava come voce tra tutti i Grifondoro, ma nessuno tranne Sirius, Lupin e Peter poteva vantarsi di averlo visto almeno una volta.

Con la stessa fretta con cui erano arrivati, uscirono dalla Sala Comune e attraversarono i corridoi che li separavano dal portone d’ingresso.

Di fuori faceva un freddo glaciale…erano stati degli idioti a non prendere il cappotto, pensò Peter, le cui mani stavano però sudando, a dispetto di ogni più bassa temperatura. Sirius sbuffò quando vide i prati deserti e bui, e una nuvoletta bianca uscita dalla sua bocca si disperse nell’aria.

“Andiamo” disse James, con voce tremante. Lui stesso non sapeva se fosse per il freddo..o perché era davvero in pensiero per Remus.

Era tutto iniziato come un gioco, e anche come una sfida per James: svelare un mistero poteva rivelarsi un passatempo molto interessante. Ma il disinteresse dei professori lo rendeva sospettoso: neanche se fosse stato uno studente mille volte più “malandrino” l’avrebbero liquidato così. E se poi pensava che Sirius era sì combinaguai quanto lui, ma aveva dei buonissimi voti, la faccenda si faceva ancor più complessa.

“Da dove cominciamo?” domandò Sirius insicuro. Al buio il parco sembrava ancora più grande, forse perché non se ne vedeva la fine.

“Dai luoghi meno sicuri, Black” rispose James come se fosse ovvio. Naturalmente Peter non era d’accordo, ma prima che potesse ribattere i due amici si erano già avviati…

Raggiunsero in fretta le rive del lago, guardandosi intorno di tanto in tanto per vedere se avessero compagnie indesiderate oppure no.

“REMUS!!” sbraitò ad un tratto Sirius.

“Ehi ma che fai sei impazzito!” James gli disse in un sussurro, e gli diede uno spintone “Se  ci scoprono siamo fritti”.

“Come speri di trovare Remus al buio? A  tentoni?” ribadì un sarcastico Sirius, e urlò di nuovo il nome dell’amico.

“REEEMUS!!!” fece allora anche James, e Peter fu colto da uno spasmo e guardò impaurito nella sua direzione, chiedendosi se anche lui fosse impazzito.

“R-ragazzi, v-vi prego!” li implorò, guardandosi attorno con ansia.

“REMUUUUUS!!!” urlò Sirius.

E finalmente giunse una risposta, ma purtroppo capirono che non si trattava di Remus: era infatti qualcosa di molto peggio, davvero molto peggio. Peter, abituato a tremare per un nonnulla, lo percepì a pelle e si aggrappò a James, il quale, all’udire l’ululato che sembrava provenire dalla Foresta Proibita, dall’altra parte del parco, aveva scambiato cn Sirius uno sguardo preoccupato.

Che voi sappiate vivono lupi nella Foresta?” mormorò Sirius, la mano sulla tasca in cui teneva la bacchetta.

“Beh..forse sì…ma era di certo un lupo molto grosso…”.

James si sentiva lo stomaco rovesciato e la sua cena non era mai stata così vicina ad essere rigettata fuori.

“ragazzi, rientriamo..vi prego” ora Peter strattonava la manica di James, la voce ormai acutissima.

James scosse la testa: “Ma Lupin…”.

Se tu vuoi rientrare, vai Peter…E se non ci vedi tornare tra un’ora, chiama la McGranitt” Sirius diede disposizioni con prontezza incredibile e, tirando avanti James, si spostò sotto il Mantello, lasciando Peter allo scoperto.

“v-va bene” mormorò lui, e scattò subito in direzione del portone d’ingresso.

“Forza” animò James, e i due si diressero verso la buia Foresta, non propriamente convinti di cosa fare, ma convinti di doverlo fare.

“Giuro che appena trovo Lupin lo riduco a pezzetti..borbottò James, guardingo.

“…Sempre che non lo faccia prima la bestiola” commentò Sirius “Sai, forse non è stata una buona idea mettersi ad urlare”.

“no, no, infatti”.

Erano a pochi metri di distanza dai primi arbusti della Foresta, neanche troppo lontani dalla capanna del guardiacaccia Hagrid, quando udirono dei movimenti poco lontani da loro.

Estrassero le bacchette e rimasero immobili sotto il Mantello, cercando persino di non respirare.

Ma dopo neanche tanti secondi abbassarono la guardia. Chissà, poteva essere stato anche un animale innocuo – se ce n’erano, nella Foresta – o un effetto della loro immaginazione..la stanchezza poteva giocare brutti scherzi…

Una folata di vento gelido li investì, facendoli stringere al Mantello, che in quanto a tenere caldo, lasciava parecchio a desiderare; le fronde degli alberi si mossero molto rumorosamente, e James vide ondeggiare persino i robusti rami del Platano Picchiatore, alla loro sinistra.

“Guarda!!” esclamò Sirius, proprio vicino al suo orecchio destro. Il suo braccio si tese ad indicare il Platano Picchiatore.

“Ho visto, Sis” annuì James “Ma non mi va di cacciarmi nei guai proprio ora..piuttosto, sono più preoccupato da ciò che si stava muovendo nella Fores- “.

“No, no, James, davvero, guarda!”. E Sirius lo trascinò avanti, con sé, sempre più vicino al gigantesco albero. Altre folate mossero pericolosamente i rami, mentre James tratteneva il mantello per evitare che volasse via, e Sirius avanzò febbrilmente.

“guarda lì per terra!” disse ancora, ma non ce n’era bisogno: James aveva già notato quella che sembrava la borsa di Remus a terra, qualche libro sparso attorno e spaginato violentemente dal vento.

“Ma dov’è?!?” sbraitò allora James, sbattendo i piedi per terra e guardandosi attorno.

“Dovevamo dire a Peter di venire prima” constatò Sirius, ora veramente teso “Così avrebbe portato rinforzi”.

“Quella cosa avrà preso Remus” disse James “Andiamolo a prendere”.

“Dove?”.

Cosa?”.

“Dove? Dove vai a prenderlo?” disse Sirius cinico.

“Beh, dovunque sia” disse James con naturalezza, e guardò avanti a sé.

 

  
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