Innanzitutto
grazie 1000 per i commenti!! Davvero!! Sono commossa…grazie a stellina, a sery
black, e soprattutto a Francy!! Sono strafelice che ti sia piaciuta così tanto e
spero di non deluderti…
Emh, come
vi accorgerete questo chap è subito ambientato al secondo anno…un gran passo in
avanti, direte, dato che nello scorso chap eravamo
appena all’inizio del primo..ma è mia intenzione racchiudere in questa ffict gli
spezzoni più importanti dei sette anni trascorsi ad Hogwarts dai Malandrini…spero
vi piacerà lo stesso!! Bacioni
Un sole
dai raggi caldi e luminosi riscaldava le loro testoline assonnate, tutti e
quattro distesi sull’erba del parco, sulle rive del lago, ad assaporare
l’estate che si allontanava sempre di più, e a cui, semplicemente rimettendo
piede a Hogwarts per il loro secondo anno, avevano detto addio.
“A me non
mancherà affatto” commentò Sirius “Non vedevo l’ora di tornare”.
“Cos’è successo con i tuoi?” domandò James.
“Un
inferno ragazzi…la peste…! Non mi hanno lasciato mai uscire di casa, a parte quando
è venuta Andromeda…e non ho potuto neanche vedere Jennifer…”.
“Significa
che la prossima estate verrai da me! Dobbiamo vederci, ragazzi, anche
d’estate!”.
“Tu credi
che i miei mi manderanno, Potter?” disse Sirius scettico.
“Beh, anche solo per la colazione della domenica…e per qualche partita
a Quidditch….vedessi come ne abbiamo fatte con mio padre, quest’estate…E
poi lo sai che sono persuasivo”.
“Decisamente anch’io non vedevo l’ora di tornare…” ammise
Peter “Mi mancavate, ragazzi”.
“E tu Remus…?” fece Sirius. Poi, quando vide di non ottenere
risposta, aprì gli occhi e si tirò su a sedere.
“Remus”.
“Eh?”. Il
ragazzo era disteso a pancia in giù, i gomiti a terra e le mani che sostenevano
il volto, e guardava in lontananza qualcosa che Sirius riconobbe subito essere il grande albero piantato l’anno prima a Hogwarts –
apparentemente senza nessun motivo.
“Cosa guardi?”.
“Mah, decisamente niente”.
“Quell’albero
non ha proprio niente di interessante” commentò Minus
con un brivido “Ho sentito dire che chiunque si avvicini non ne esce vivo”.
“Sciocchezze”
fece James spavaldo, voltandosi anche lui a guardare il Platano Picchiatore, o
come chiamavano quell’arbusto troppo cresciuto.
“Sai
James, mio padre mi ha comprato una scopa” disse allora Remus “Mi sono esercitato
a Quidditch in questi mesi”.
“Davvero?
Bene!” esclamò James, con gran sollievo di Remus nel vedere che già non pensava
più al Platano “Vorrà dire che potrai partecipare alle selezioni per la
squadra…”.
“Beh non
saprei…” riflettè Remus.
“Saresti
troppo occupato con i tuoi libri eh!” disse Sirius con un sorriso.
“E anche a sparire, come facevi ogni mese l’anno scorso!”
fece James.
“Ma no…” borbottò Remus, di nuovo nella cacca “Non era ogni
mese…”.
“Oh sì che
lo era!” ribattè James “Tu ci scherzi, ma il Quidditch
richiede impegno!”.
“Sei tu
che lo prendi troppo sul serio” disse una voce.
James alzò
gli occhi verso l’alto e vide il sole della sua vita. Beh, veramente – evento
straodinario – ce n’erano due di soli…uno, quello che
vedevano tutti, e l’altro…
“Bentrovata,
Evans!” scattò lui in piedi, sistemandosi i capelli che non avrebbe mai potuto
domare.
“Ciao
Potter” disse lei annoiata “Non sono venuta per te, quindi puoi anche sederti”.
“Non
potrei mai, non in tua presenza…”.
“Certo” fece Lily, poi si rivolse a Sirius “Jennifer ti ha mandato
un regalino…te l’ho lasciato in Sala comune”.
“Un
regalino?” ripeté Sirius, mentre James faceva “oooh”.
“Già…non
sapeva quando ti avrebbe rivisto, o come fare a dartelo, e l’ha affidato a me”
Lily fece l’occhiolino a Sirius “Non te l’ho portato qui perché immaginavo volessi un po’ di privacy per aprirlo!”.
“Ah,
certo, grazie mille Lily” Sirius le lanciò un gran sorriso “Sei
molto gentile, davvero”.
“Ci
vediamo”.
“Ciao
Evans!” sbraitò James.
“Sei davvero
un gran bastardo” soffiò James quando Lily si fu allontanata, e Sirius rise,
scuotendo la sua chioma color ebano: “Ma io so come comportarmi con le donne”.
“Già, già,
le donne…ehi, a proposito!” a Potter sembrarono aprirsi nuove prospettive “Il
regalino…chissà cosa c’è dentro…”.
In un
secondo Sirius capì le intenzioni di James…ma ci mise anche troppo: il ragazzo
aveva già iniziato a correre verso il portone della scuola.
“POTTER
FEEERMATIII!”.
“Ahiahiahi”
disse Lupin alzandosi “Vieni, Minus, seguiamoli”.
“Ok”.
E così
i quattro iniziarono a correre, uno dietro l’altro, in particolare Sirius
facendo un gran casino – con le urla di minaccia che lanciava a James.
“Dai non
prendertela tanto!” gli urlò James mentre finiva di salire la rampa di scale dell’ingresso.
“Tu
provaci ad aprirlo e sei morto!” rispose Sirius facendo i gradini a due a due.
“Almeno
posso dirle se mi è piaciuto o no!” sghignazzò James.
“JAAMEES!”
sbraitò Sirius mentre voltavano l’angolo.
“Magari
c’è anche un bigliettino coi cuoricini!” fece ancora
l’altro, oltrepassando l’arazzo che introduceva alla via più breve per il
dormitorio.
Sirius,
infuriato, scansò l’arazzo dal suo passaggio e…
“Aguamenti!”
E come se
fosse stato il miglior pattinatore sul ghiaccio, James oltrepassò di gran lunga il ritratto della signora Grassa con un
“aaaaaaaaaaaahhhh”, scivolando sull’acqua che Sirius aveva fatto comparire a
terra.
“Api Frizzole” disse Sirius con il
fiatone, sbrigandosi ad entrare prima che James si rialzasse.
Una volta
dentro, guardò in giro, sopra i tavoli, sui divani, ma non vedeva niente che
potesse assomigliare ad un pacchetto.
“Ehi,
Black, cerchi qualcosa?” gli disse Frank Paciock da una poltrona.
“C’è un
pacchetto per me in giro?” chiese Sirius lanciando occhiate nervose al buco del
ritratto, sicuro che James sarebbe entrato non appena si fosse ripreso dalla
sederata.
“Sì” fu la
risposta “Lily Evans mi ha chiesto di mettertelo in dormitorio; è lassù”.
Sirius
sfrecciò su per le scale proprio mentre sentiva James varcare la soglia della
Sala Comune con passi pesanti.
Il
pacchetto era argentato, e proprio lì sopra il suo letto.
Con un
sospiro, Sirius si sedette e lo prese in mano.
C’era un
biglietto.
Ciao Sirius! E’ un po’ insolito che
ti mandi un biglietto, lo so, ma mi sei mancato talmente tanto quest’estate…e
non ho potuto neanche darti il tuo regalo di compleanno…Auguri, anche se in
ritardo!
Jenny
Sentendosi
un po’ accaldato in viso – probabilmente per la corsa… - Sirius scartò il suo regalo
e ammutolì:c’erano due specchietti, non più grandi del
palmo della sua mano, ma non c’era modo di capire come usarli. Poi,
rigirandoseli tra le mani, Sirius trovò delle scritte sul retro, ancora di
Jennifer.
Gli
spiegava che erano specchietti incantati, tramite i quali si poteva comunicare.
Bastava dire il nome della persona che si voleva contattare.
“Ho pensato che facesse comodo a te e James Potter…ne ho
incantato un terzo in modo che noi possiamo comunicare…lo porterò sempre
con me!”
Sirius
sorrise estasiato e portò i due specchietti con sé giù in Sala Comune.
Vide che
James parlava con altre persone e li ripose in tasca.
“Ehi Black
il tuo era proprio un colpo basso!” protestò James, di fronte al sorriso
soddisfatto di Sirius; poi James si rivolse ad un ragazzo dai capelli rossi e
molte lentiggini che Sirius non aveva mai conosciuto
di persona:”Weasley, avresti dovuto insegnarmi quell’incantesimo, lo sai?,
quella volta! Almeno l’avrei usato per primo!”.
Sirius
sovrastò le risate dei due, oltre che quelle di Peter e Remus, a cui James
aveva raccontato tutto: ”Weasley hai detto?”.
Il ragazzo
lo guardò e annuì:”Tu sei Sirius, vero?”.
“Io ti
conosco!” esclamò Sirius “Beh, veramente…mia madre ti ha
tolto dal nostro albero genealogico proprio il mese scorso…”.
Le
orecchie di Arthur Weasley arrossirono, e lui annuì
ancora senza dire niente.
“Perché mai?” fece Remus indignato.
“Sostiene
che i Weasley non siano dei veri Purosangue perché sono Babbanofili…” continuò
Sirius pensieroso.
“E’ così”
disse allora Weasley alzando il capo “Sì, è così”.
“Beh, la
penso come te, amico” Sirius gli tese amichevolmente la mano “Non come
quell’idiota di mia madre, mio padre e tutti quelli come loro”.
L’altro,
sorpreso, alzò un sopracciglio e tese la propria: “Arthur Weasley”.
“Tanto
piacere” disse Sirius stringendogli la mano con convinzione “Sei benvenuto come
parente”.
Anche
Remus e Peter si presentarono, e in quel mentre Sirius allontanò James.
“Guarda
qua” gli disse. Poi estrasse gli specchietti dalla tasca e gliene diede uno.
“Cos’è?
Non ti facevo vanitoso!”.
“Ma che hai capito! E’ incantato, serve per tenersi in
contatto dovunque si vada!”.
“Aaahh…fammi capire, te l’ha mandato Bloode eh!”.
“Già”.
“Beh, in
ogni caso ho avuto anch’io la mia parte di profitto” riflettè James, soppesando
il proprio specchietto “Sarebbe il regalo ideale per Remus…almeno sapremmo
sempre dove va quando sparisce!”.
I due
ammutolirono e si guardarono.
“Già…”
fece Sirius penserioso.
“Ragazzi,
scendiamo a cena?” chiese Lupin.
“Voi
andate avanti, noi scendiamo dopo!” rispose James, dopodichè
si allontanò con Sirius con aria cospiratrice.
***
Assonnati
e sbadiglianti – non erano più abituati a svegliarsi così presto, dato che per tutta
l’estate avevano oziato – gli alunni di Grifondoro del
secondo anno, la mattina dopo, si avviarono alla lezione della prima ora:
Pozioni.
Il
professor Lumacorno era pimpante come sempre, e avanzò davanti agli studenti di
Grifondoro e Serpeverde con il suo pancione immenso, bordato di una veste di
velluto verde.
“Salve,
salve, cari ragazzi” li salutò “passato una bella estate?”.
Mormorio
generale di assenso.
“Passato
una bella estate, cara Elizabeth?” domandò poi,
scoccando un’immancabile occhiata benevola alla sua allieva prediletta, Lily
Evans.
“Sì,
grazie, professore”.
James
crollò sul proprio tavolo senza staccare gli occhi di dosso dalla ragazza; a
lui Lumacorno stava molto simpatico – non si poteva dire altrettanto della sua
materia – e non c’è bisogno di spiegare perché: era come se il professore fosse
l’unico altro uomo sulla faccia della terra ad apprezzare le doti e le virtù di
Lily allo stesso modo di James.
“Davvero
Lily? Sono contento per te...!” le sussurrò quando il
professore si fu girato.
“Grazie” rispose lei fredda, distogliendo subito lo sguardo.
“No,
davvero…certo, sapessi che divertimento se c’ero io” ammiccò ancora James.
“Immagino”.
“Io sono
sempre divertente, lo sai sì?” precisò il ragazzo.
“Per
favore!” implorò Remus, con evidenti occhiaie.
“E dai,
Lupin…” fece James, mentre Lily lo guardò con gratitudine e disse:”ha ragione”. Poi prese i libri e si spostò dall’altro capo
del tavolo, vicino a Jennifer Bloode.
“Ma guarda te…”. Sirius rise di fronte alla faccia di James,
ma poi guardò Lupin:”Sembri stressato, Lupin”.
“No che
non sono stressato” rispose lui, copiando gli appunti che il professore aveva
scritto alla lavagna.
“Ma guarda che occhiaie…già il primo giorno sei stanco?”.
“Non
preoccuparti, davvero, Sirius…sto bene” tagliò corto lui, anche perché
Lumacorno si girò e iniziò a
spiegare
loro come preparare la pozione. Sirius si voltò e lanciò un’occhiata eloquente
a James, che però guardava ancora in direzione di Lily. Jennifer e lei stavano prendendo appunti e ogni tanto si scambiavano
sorrisi sereni.
Ma, notò
James, non era esattamente la stessa cosa che gli altri Serpeverde, alle loro
spalle, facevano: più di uno storse il naso di fronte
alle due, Grifondoro e Serpeverde, che socializzavano, alcuni bisbigliavano con
smorfie sul viso e altri lanciavano occhiate per niente benevole. Lo sguardo di
James s’indurì: sapeva perché. Era un comportamento che aveva notato sin dal
primo giorno, al suo primo anno. Lily non era Purosangue, e per di più
Grifondoro: la peggiore combinazione per chi finiva a Serpeverde.
“James, mi
passi il calderone?” gli disse Peter, e lui glielo diede senza distogliere lo
sguardo dai Serpeverde. Aveva visto Piton, un secchione
untuoso e appiccicaticcio solo a guardarlo, guardare male Lily quando lei
l’aveva urtato involontariamente nell’andare a prendere il materiale
nell’armadio; questo nonostante lei avesse chiesto scusa.
Anche
James e i suoi compagni raggiunsero un armadio.
“Quel
Piton mi piace sempre di meno” confidò James a Sirius mentre prendevano radice
di mandragola in abbondanza.
“Jenny
dice che va bene in tutte le materie” rispose l’altro con una smorfia “Il
solito secchione figlio di papà”.
“Si crede di essere superiore!” borbottò ancora James mentre tornava
indietro.
“Allora…”
esordì il professore, ma in quel momento bussarono alla porta “Sì?”.
Entrò la
professoressa Campbell, di Erbologia, e teneva per le
orecchie (ormai vistosamente arrossate) due ragazzi neanche troppo piccoli – ma
d’altronde anche lei era una donnona.
“Sì, Orchid
cara?” disse Lumacorno stupito dalla scena, mentre alcuni ridacchiavano. James
vide Peter toccarsi nervosamente le orecchie.
“Questi
due – sono di Serpeverde, no? – stavano frugando illegalmente tra le mie
riserve! Ritengo necessario che tu li punisca all’istante!” spiegò
la donna con vocetta acuta.
“Emh…beh…Tiger
e Goyle…sì, sì, sono di Serpeverde…ehm” Lumacorno si guardò intorno e disse
“Voi continuate pure, ragazzi, e mi raccomando, fate
attenzione mentre sono via…faccio in un secondo…emh…arrivo, Orchid!”.
Quando
il professore uscì, molti risero dei due studenti sfortunati.
“Che stupidi! Rubare dalle dispense della Campbell! Lo sanno
tutti che è spietata!” disse Lily a Jennifer mentre
ridevano.
“Ehi” fece
un Serpeverde, parandosi tra le due “Vacci piano con le parole”.
Lily
ammutolì per un attimo, poi disse:”Come?”.
“Lestrange,
levati” fece Jennifer infastidita alle spalle del ragazzino.
“Non
provare a offendere, ragazzina…” disse allora Piton,
sollevando i suoi capelli unti dal libro, che, chissà perché, continuava a
riempire di appunti dall’inizio della lezione “Una mezzosangue come te non si
deve permettere!”.
“Tu non ti
devi permettere” disse una voce. James e Sirius in poco tempo avevano raggiunto
l’altro capo del tavolo.
“Perché sennò che fate? Chiamate la
mamma?” rispose Piton.
“Ma no, Black non può! Altrimenti la mamma lo sculaccia!” fece Lestrange, e tutti i Serpeverde risero.
“Ti ho
detto di spostarti!” esclamò allora Jennifer, spingendo pesantemente Lestrange.
“Sta’
attenta anche tu, Bloode!” reagì quello. Sirius estrasse la bacchetta.
“Io faccio
quello che mi pare!” ribattè lei, puntando un dito vicino al naso del compagno
“E frequento chi mi pare!”.
“Anche gentaglia simile, vedo” disse ancora Piton, tornando a
scrivere.
“Gentaglia
che non è inferiore a te, Piton” disse James.
“Continua
a vivere nella tua illusione, Potter” rispose l’altro tornando a scrivere.
“e guardami quando ti parlo!!” sbottò James, protendendosi in
avanti: con un colpo alla mano di Piton gli fece cadere la piuma. L’altro reagì
molto velocemente ed estrasse la bacchetta al suo posto.
“Fermo,
ragazzino” gli consigliò Sirius, puntandogli la propria in faccia.
“Fermi
tutti, dico io” sopraggiunse Lupin “Lumacorno sta tornando”.
“Non
finisce qua” promise James con sguardo duro, mentre le ragazze fissavano lui e
Piton in silenzio.
“Sempre
qualcuno a pararti le spalle, eh Potter? Non sarà sempre
così, ricordatelo”.
“Ne avresti bisogno anche tu, Piton” gli disse Sirius a denti
stretti.
“Cos’è,
una minaccia?”.
“Eccomi,
ragazzi miei…” disse Lumacorno alle loro spalle, e quando li vide così
aggregati si bloccò “Tutto a posto? Che succede?”.
“Niente,
professore” fece James, tornando al suo posto. Mentre Lumacorno controllava che
facessero tutti così, Rabastan Lestrange accese il proprio fornelletto, e poi
urtò il piano di legno su cui Jennifer e Lily avevano
raccolto le loro radici di mandragola accuratamente tagliuzzate. Queste
volarono sulle fiamme.
“Oh!” fece
Jennifer.
“Cosa…oh, peccato…” disse Rabastan, portandosi una mano alla
bocca, per evitare di far vedere che rideva. Lumacorno accorse
per controllare l’entità dei danni.
“Peccato
davvero, le avevate già tagliate, no?” disse lui dispiaciuto.
“Sono
desolato, signore” disse Lestrange.
“Ti toglierei
dei punti, per la tua sbadataggine, signor Lestrange, ma così facendo
danneggerei anche la signorina Bloode…quindi, ahimè, ho paura che dovrete
tagliarle ancora”.
Lily annuì
e si sbrigò a tornare all’armadio, seguita da
Jennifer.
“Mi
dispiace tantissimo” le disse la Serpeverde mentre prendevano nuove radici
dallo scaffale.
“Figurati,
non è colpa tua” disse Lily, tirando su col naso “Mi ci abituerò, vedrai”.
“Non devi
abituarti, Lily” rispose Jennifer “Loro non sono meglio di te, davvero”.
“Mi fa piacere
che lo pensi”. Jennifer le sorrise:”Potter è stato
molto gentile ad intervenire, vero?”.
“Già”
sorrise anche Lily, tirando ancora su col naso. Le due risero maliziosamente e
poi tornarono al tavolo, evitando accuratamente di tornare vicino
a Lestrange e Piton.
“E’
davvero uno stupido moccioso, me la pagherà…” fece James all’uscita dalla
lezione.
“Tranquillo,
lo sistemiamo con poco quello” rispose Sirius.
“Roba da
matti che gente c’è in giro…” commentò Remus, sbadigliando.
“Non ti
sei ancora svegliato del tutto, eh?” notò James.
“Non ho
dormito bene, stanotte” disse Lupin.
“Come no?
Eri a stomaco pieno del miglior banchetto desiderabile, nel posto che ti è più caro al mondo…cosa ti mancava, scusa?”.
“Non ne ho
idea, James…sarà stato l’inconscio”.
A volte sei proprio strano, Lupin, gli avrebbe detto James. Ma in
quel mentre si accorse che Lily Evans veniva verso di lui – e, forse per la
prima volta nella vita, gli sorrideva. Lui ricambiò al sorriso e attese,
impalato lì dov’era.
“Volevo
ringraziarvi” disse lei una volta vicina.
“Di
niente” fece spallucce Sirius.
“Figurati,
Evans” a James brillarono gli occhi “Dovere”.
“Piton è
uno sciocco, lascialo stare” consigliò Remus amichevole, e Peter annuì
vigorosamente.
“grazie,
davvero” fece lei arrossendo.
“Senti,
Evans, non sarebbe il caso che tu frequenti gente
più…giusta? Insomma…” l’espressione di Lily mutò tanto velocemente quanto cambia il tempo in montagna: ma Potter non perdeva mai
occasione di fare il cretino?
“…gente
come Bloode e compagnia danno solo problemi…”.
“Potter..”
iniziò Sirius infastidito.
“te l’ho
detto tante volte che la rivalità tra Casa non serve a niente” intervenne
Lupin, beccandosi in risposta una pistata abbastanza
scontata di James.
“…invece
noi…”.
“invece
voi siete la creme de la creme, vero?”. Jennifer era
comparsa accanto a Lily.
“Eemh”.
James la guardò stupito, credendo che lei non fosse nelle vicinanze.
“Jennifer,
lascialo stare” intervenne Sirius cauto.
“Già,
lascialo stare” disse Lily dura “E’
solamente…spregevole. Andiamo”.
Prese
Jennifer per mano e la condusse via senza salutare.
“Ma…”.
“Ben ti
sta, Potter” commentò Sirius, poi, rivolto agli altri due “Andiamo, sennò la
McGranitt s’incacchia”.
***