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Autore: eleblack    28/12/2006    2 recensioni
I Malandrini ad Hogwarts: come si sono conosciuti e voluti bene, avventura dopo avventura..con qualche nuova conoscenza!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Un sole dai raggi caldi e luminosi riscaldava le loro testoline assonnate, tutti e quattro distesi sull’erba del parco, sulle

Innanzitutto grazie 1000 per i commenti!! Davvero!! Sono commossa…grazie a stellina, a sery black, e soprattutto a Francy!! Sono strafelice che ti sia piaciuta così tanto e spero di non deluderti…

Emh, come vi accorgerete questo chap è subito ambientato al secondo anno…un gran passo in avanti, direte, dato che nello scorso chap eravamo appena all’inizio del primo..ma è mia intenzione racchiudere in questa ffict gli spezzoni più importanti dei sette anni trascorsi ad Hogwarts dai Malandrini…spero vi piacerà lo stesso!! Bacioni

 

 

 

Un sole dai raggi caldi e luminosi riscaldava le loro testoline assonnate, tutti e quattro distesi sull’erba del parco, sulle rive del lago, ad assaporare l’estate che si allontanava sempre di più, e a cui, semplicemente rimettendo piede a Hogwarts per il loro secondo anno, avevano detto addio.

“A me non mancherà affatto” commentò Sirius “Non vedevo l’ora di tornare”.

“Cos’è successo con i tuoi?” domandò James.

“Un inferno ragazzi…la peste…! Non mi hanno lasciato mai uscire di casa, a parte quando è venuta Andromeda…e non ho potuto neanche vedere Jennifer…”.

“Significa che la prossima estate verrai da me! Dobbiamo vederci, ragazzi, anche d’estate!”.

“Tu credi che i miei mi manderanno, Potter?” disse Sirius scettico.

“Beh, anche solo per la colazione della domenica…e per qualche partita a Quidditch….vedessi come ne abbiamo fatte con mio padre, quest’estate…E poi lo sai che sono persuasivo”.

Decisamente anch’io non vedevo l’ora di tornare…” ammise Peter “Mi mancavate, ragazzi”.

E tu Remus…?” fece Sirius. Poi, quando vide di non ottenere risposta, aprì gli occhi e si tirò su a sedere.

“Remus”.

“Eh?”. Il ragazzo era disteso a pancia in giù, i gomiti a terra e le mani che sostenevano il volto, e guardava in lontananza qualcosa che Sirius riconobbe subito essere il grande albero piantato l’anno prima a Hogwarts – apparentemente senza nessun motivo.

Cosa guardi?”.

“Mah, decisamente niente”.

“Quell’albero non ha proprio niente di interessante” commentò Minus con un brivido “Ho sentito dire che chiunque si avvicini non ne esce vivo”.

“Sciocchezze” fece James spavaldo, voltandosi anche lui a guardare il Platano Picchiatore, o come chiamavano quell’arbusto troppo cresciuto.

“Sai James, mio padre mi ha comprato una scopa” disse allora Remus “Mi sono esercitato a Quidditch in questi mesi”.

“Davvero? Bene!” esclamò James, con gran sollievo di Remus nel vedere che già non pensava più al Platano “Vorrà dire che potrai partecipare alle selezioni per la squadra…”.

“Beh non saprei…” riflettè Remus.

“Saresti troppo occupato con i tuoi libri eh!” disse Sirius con un sorriso.

E anche a sparire, come facevi ogni mese l’anno scorso!” fece James.

Ma no…” borbottò Remus, di nuovo nella cacca “Non era ogni mese…”.

“Oh sì che lo era!” ribattè James “Tu ci scherzi, ma il Quidditch richiede impegno!”.

“Sei tu che lo prendi troppo sul serio” disse una voce.

James alzò gli occhi verso l’alto e vide il sole della sua vita. Beh, veramente – evento straodinario – ce n’erano due di soli…uno, quello che vedevano tutti, e l’altro…

“Bentrovata, Evans!” scattò lui in piedi, sistemandosi i capelli che non avrebbe mai potuto domare.

“Ciao Potter” disse lei annoiata “Non sono venuta per te, quindi puoi anche sederti”.

“Non potrei mai, non in tua presenza…”.

“Certo” fece Lily, poi si rivolse a Sirius “Jennifer ti ha mandato un regalino…te l’ho lasciato in Sala comune”.

“Un regalino?” ripeté Sirius, mentre James faceva “oooh”.

“Già…non sapeva quando ti avrebbe rivisto, o come fare a dartelo, e l’ha affidato a me” Lily fece l’occhiolino a Sirius “Non te l’ho portato qui perché immaginavo volessi un po’ di privacy per aprirlo!”.

“Ah, certo, grazie mille Lily” Sirius le lanciò un gran sorriso “Sei molto gentile, davvero”.

“Ci vediamo”.

“Ciao Evans!” sbraitò James.

“Sei davvero un gran bastardo” soffiò James quando Lily si fu allontanata, e Sirius rise, scuotendo la sua chioma color ebano: “Ma io so come comportarmi con le donne”.

“Già, già, le donne…ehi, a proposito!” a Potter sembrarono aprirsi nuove prospettive “Il regalino…chissà cosa c’è dentro…”.

In un secondo Sirius capì le intenzioni di James…ma ci mise anche troppo: il ragazzo aveva già iniziato a correre verso il portone della scuola.

“POTTER FEEERMATIII!”.

“Ahiahiahi” disse Lupin alzandosi “Vieni, Minus, seguiamoli”.

“Ok”.

E così i quattro iniziarono a correre, uno dietro l’altro, in particolare Sirius facendo un gran casino – con le urla di minaccia che lanciava a James.

“Dai non prendertela tanto!” gli urlò James mentre finiva di salire la rampa di scale dell’ingresso.

“Tu provaci ad aprirlo e sei morto!” rispose Sirius facendo i gradini a due a due.

“Almeno posso dirle se mi è piaciuto o no!” sghignazzò James.

“JAAMEES!” sbraitò Sirius mentre voltavano l’angolo.

“Magari c’è anche un bigliettino coi cuoricini!” fece ancora l’altro, oltrepassando l’arazzo che introduceva alla via più breve per il dormitorio.

Sirius, infuriato, scansò l’arazzo dal suo passaggio e…

Aguamenti!

E come se fosse stato il miglior pattinatore sul ghiaccio, James oltrepassò di gran lunga il ritratto della signora Grassa con un “aaaaaaaaaaaahhhh”, scivolando sull’acqua che Sirius aveva fatto comparire a terra.

Api Frizzole” disse Sirius con il fiatone, sbrigandosi ad entrare prima che James si rialzasse.

Una volta dentro, guardò in giro, sopra i tavoli, sui divani, ma non vedeva niente che potesse assomigliare ad un pacchetto.

“Ehi, Black, cerchi qualcosa?” gli disse Frank Paciock da una poltrona.

“C’è un pacchetto per me in giro?” chiese Sirius lanciando occhiate nervose al buco del ritratto, sicuro che James sarebbe entrato non appena si fosse ripreso dalla sederata.

“Sì” fu la risposta “Lily Evans mi ha chiesto di mettertelo in dormitorio; è lassù”.

Sirius sfrecciò su per le scale proprio mentre sentiva James varcare la soglia della Sala Comune con passi pesanti.

Il pacchetto era argentato, e proprio lì sopra il suo letto.

Con un sospiro, Sirius si sedette e lo prese in mano.

C’era un biglietto.

 

Ciao Sirius! E’ un po’ insolito che ti mandi un biglietto, lo so, ma mi sei mancato talmente tanto quest’estate…e non ho potuto neanche darti il tuo regalo di compleanno…Auguri, anche se in ritardo!

Jenny

 

Sentendosi un po’ accaldato in viso – probabilmente per la corsa… - Sirius scartò il suo regalo e ammutolì:c’erano due specchietti, non più grandi del palmo della sua mano, ma non c’era modo di capire come usarli. Poi, rigirandoseli tra le mani, Sirius trovò delle scritte sul retro, ancora di Jennifer.

Gli spiegava che erano specchietti incantati, tramite i quali si poteva comunicare. Bastava dire il nome della persona che si voleva contattare. “Ho pensato che facesse comodo a te e James Potter…ne ho incantato un terzo in modo che noi possiamo comunicare…lo porterò sempre con me!”

Sirius sorrise estasiato e portò i due specchietti con sé giù in Sala Comune.

Vide che James parlava con altre persone e li ripose in tasca.

“Ehi Black il tuo era proprio un colpo basso!” protestò James, di fronte al sorriso soddisfatto di Sirius; poi James si rivolse ad un ragazzo dai capelli rossi e molte lentiggini che Sirius non aveva mai conosciuto di persona:”Weasley, avresti dovuto insegnarmi quell’incantesimo, lo sai?, quella volta! Almeno l’avrei usato per primo!”.

Sirius sovrastò le risate dei due, oltre che quelle di Peter e Remus, a cui James aveva raccontato tutto: ”Weasley hai detto?”.

Il ragazzo lo guardò e annuì:”Tu sei Sirius, vero?”.

“Io ti conosco!” esclamò Sirius “Beh, veramente…mia madre ti ha tolto dal nostro albero genealogico proprio il mese scorso…”.

Le orecchie di Arthur Weasley arrossirono, e lui annuì ancora senza dire niente.

Perché mai?” fece Remus indignato.

“Sostiene che i Weasley non siano dei veri Purosangue perché sono Babbanofili…” continuò Sirius pensieroso.

“E’ così” disse allora Weasley alzando il capo “Sì, è così”.

“Beh, la penso come te, amico” Sirius gli tese amichevolmente la mano “Non come quell’idiota di mia madre, mio padre e tutti quelli come loro”.

L’altro, sorpreso, alzò un sopracciglio e tese la propria: “Arthur Weasley”.

“Tanto piacere” disse Sirius stringendogli la mano con convinzione “Sei benvenuto come parente”.

Anche Remus e Peter si presentarono, e in quel mentre Sirius allontanò James.

“Guarda qua” gli disse. Poi estrasse gli specchietti dalla tasca e gliene diede uno.

“Cos’è? Non ti facevo vanitoso!”.

Ma che hai capito! E’ incantato, serve per tenersi in contatto dovunque si vada!”.

“Aaahh…fammi capire, te l’ha mandato Bloode eh!”.

“Già”.

“Beh, in ogni caso ho avuto anch’io la mia parte di profitto” riflettè James, soppesando il proprio specchietto “Sarebbe il regalo ideale per Remus…almeno sapremmo sempre dove va quando sparisce!”.

I due ammutolirono e si guardarono.

“Già…” fece Sirius penserioso.

“Ragazzi, scendiamo a cena?” chiese Lupin.

“Voi andate avanti, noi scendiamo dopo!” rispose James, dopodichè si allontanò con Sirius con aria cospiratrice.

 

***

 

Assonnati e sbadiglianti – non erano più abituati a svegliarsi così presto, dato che per tutta l’estate avevano oziato – gli alunni di Grifondoro del secondo anno, la mattina dopo, si avviarono alla lezione della prima ora: Pozioni.

Il professor Lumacorno era pimpante come sempre, e avanzò davanti agli studenti di Grifondoro e Serpeverde con il suo pancione immenso, bordato di una veste di velluto verde.

“Salve, salve, cari ragazzi” li salutò “passato una bella estate?”.

Mormorio generale di assenso.

“Passato una bella estate, cara Elizabeth?” domandò poi, scoccando un’immancabile occhiata benevola alla sua allieva prediletta, Lily Evans.

“Sì, grazie, professore”.

James crollò sul proprio tavolo senza staccare gli occhi di dosso dalla ragazza; a lui Lumacorno stava molto simpatico – non si poteva dire altrettanto della sua materia – e non c’è bisogno di spiegare perché: era come se il professore fosse l’unico altro uomo sulla faccia della terra ad apprezzare le doti e le virtù di Lily allo stesso modo di James.

“Davvero Lily? Sono contento per te...!” le sussurrò quando il professore si fu girato.

“Grazie” rispose lei fredda, distogliendo subito lo sguardo.

“No, davvero…certo, sapessi che divertimento se c’ero io” ammiccò ancora James.

“Immagino”.

“Io sono sempre divertente, lo sai sì?” precisò il ragazzo.

“Per favore!” implorò Remus, con evidenti occhiaie.

“E dai, Lupin…” fece James, mentre Lily lo guardò con gratitudine e disse:”ha ragione”. Poi prese i libri e si spostò dall’altro capo del tavolo, vicino a Jennifer Bloode.

Ma guarda te…”. Sirius rise di fronte alla faccia di James, ma poi guardò Lupin:”Sembri stressato, Lupin”.

“No che non sono stressato” rispose lui, copiando gli appunti che il professore aveva scritto alla lavagna.

Ma guarda che occhiaie…già il primo giorno sei stanco?”.

“Non preoccuparti, davvero, Sirius…sto bene” tagliò corto lui, anche perché Lumacorno si girò e iniziò a

spiegare loro come preparare la pozione. Sirius si voltò e lanciò un’occhiata eloquente a James, che però guardava ancora in direzione di Lily. Jennifer e lei stavano prendendo appunti e ogni tanto si scambiavano sorrisi sereni.

Ma, notò James, non era esattamente la stessa cosa che gli altri Serpeverde, alle loro spalle, facevano: più di uno storse il naso di fronte alle due, Grifondoro e Serpeverde, che socializzavano, alcuni bisbigliavano con smorfie sul viso e altri lanciavano occhiate per niente benevole. Lo sguardo di James s’indurì: sapeva perché. Era un comportamento che aveva notato sin dal primo giorno, al suo primo anno. Lily non era Purosangue, e per di più Grifondoro: la peggiore combinazione per chi finiva a Serpeverde.

“James, mi passi il calderone?” gli disse Peter, e lui glielo diede senza distogliere lo sguardo dai Serpeverde. Aveva visto Piton, un secchione untuoso e appiccicaticcio solo a guardarlo, guardare male Lily quando lei l’aveva urtato involontariamente nell’andare a prendere il materiale nell’armadio; questo nonostante lei avesse chiesto scusa.

Anche James e i suoi compagni raggiunsero un armadio.

“Quel Piton mi piace sempre di meno” confidò James a Sirius mentre prendevano radice di mandragola in abbondanza.

“Jenny dice che va bene in tutte le materie” rispose l’altro con una smorfia “Il solito secchione figlio di papà”.

“Si crede di essere superiore!” borbottò ancora James mentre tornava indietro.

“Allora…” esordì il professore, ma in quel momento bussarono alla porta “Sì?”.

Entrò la professoressa Campbell, di Erbologia, e teneva per le orecchie (ormai vistosamente arrossate) due ragazzi neanche troppo piccoli – ma d’altronde anche lei era una donnona.

“Sì, Orchid cara?” disse Lumacorno stupito dalla scena, mentre alcuni ridacchiavano. James vide Peter toccarsi nervosamente le orecchie.

“Questi due – sono di Serpeverde, no? – stavano frugando illegalmente tra le mie riserve! Ritengo necessario che tu li punisca all’istante!” spiegò la donna con vocetta acuta.

“Emh…beh…Tiger e Goyle…sì, sì, sono di Serpeverde…ehm” Lumacorno si guardò intorno e disse “Voi continuate pure, ragazzi, e mi raccomando, fate attenzione mentre sono via…faccio in un secondo…emh…arrivo, Orchid!”.

Quando il professore uscì, molti risero dei due studenti sfortunati.

Che stupidi! Rubare dalle dispense della Campbell! Lo sanno tutti che è spietata!” disse Lily a Jennifer mentre ridevano.

“Ehi” fece un Serpeverde, parandosi tra le due “Vacci piano con le parole”.

Lily ammutolì per un attimo, poi disse:”Come?”.

“Lestrange, levati” fece Jennifer infastidita alle spalle del ragazzino.

“Non provare a offendere, ragazzina…” disse allora Piton, sollevando i suoi capelli unti dal libro, che, chissà perché, continuava a riempire di appunti dall’inizio della lezione “Una mezzosangue come te non si deve permettere!”.

“Tu non ti devi permettere” disse una voce. James e Sirius in poco tempo avevano raggiunto l’altro capo del tavolo.

Perché sennò che fate? Chiamate la mamma?” rispose Piton.

Ma no, Black non può! Altrimenti la mamma lo sculaccia!” fece Lestrange, e tutti i Serpeverde risero.

“Ti ho detto di spostarti!” esclamò allora Jennifer, spingendo pesantemente Lestrange.

“Sta’ attenta anche tu, Bloode!” reagì quello. Sirius estrasse la bacchetta.

“Io faccio quello che mi pare!” ribattè lei, puntando un dito vicino al naso del compagno “E frequento chi mi pare!”.

Anche gentaglia simile, vedo” disse ancora Piton, tornando a scrivere.

“Gentaglia che non è inferiore a te, Piton” disse James.

“Continua a vivere nella tua illusione, Potter” rispose l’altro tornando a scrivere.

e guardami quando ti parlo!!” sbottò James, protendendosi in avanti: con un colpo alla mano di Piton gli fece cadere la piuma. L’altro reagì molto velocemente ed estrasse la bacchetta al suo posto.

“Fermo, ragazzino” gli consigliò Sirius, puntandogli la propria in faccia.

“Fermi tutti, dico io” sopraggiunse Lupin “Lumacorno sta tornando”.

“Non finisce qua” promise James con sguardo duro, mentre le ragazze fissavano lui e Piton in silenzio.

“Sempre qualcuno a pararti le spalle, eh Potter? Non sarà sempre così, ricordatelo”.

Ne avresti bisogno anche tu, Piton” gli disse Sirius a denti stretti.

“Cos’è, una minaccia?”.

“Eccomi, ragazzi miei…” disse Lumacorno alle loro spalle, e quando li vide così aggregati si bloccò “Tutto a posto? Che succede?”.

“Niente, professore” fece James, tornando al suo posto. Mentre Lumacorno controllava che facessero tutti così, Rabastan Lestrange accese il proprio fornelletto, e poi urtò il piano di legno su cui Jennifer e Lily avevano raccolto le loro radici di mandragola accuratamente tagliuzzate. Queste volarono sulle fiamme.

“Oh!” fece Jennifer.

Cosa…oh, peccato…” disse Rabastan, portandosi una mano alla bocca, per evitare di far vedere che rideva. Lumacorno accorse per controllare l’entità dei danni.

“Peccato davvero, le avevate già tagliate, no?” disse lui dispiaciuto.

“Sono desolato, signore” disse Lestrange.

“Ti toglierei dei punti, per la tua sbadataggine, signor Lestrange, ma così facendo danneggerei anche la signorina Bloode…quindi, ahimè, ho paura che dovrete tagliarle ancora”.

Lily annuì e si sbrigò a tornare all’armadio, seguita da Jennifer.

“Mi dispiace tantissimo” le disse la Serpeverde mentre prendevano nuove radici dallo scaffale.

“Figurati, non è colpa tua” disse Lily, tirando su col naso “Mi ci abituerò, vedrai”.

“Non devi abituarti, Lily” rispose Jennifer “Loro non sono meglio di te, davvero”.

“Mi fa piacere che lo pensi”. Jennifer le sorrise:”Potter è stato molto gentile ad intervenire, vero?”.

“Già” sorrise anche Lily, tirando ancora su col naso. Le due risero maliziosamente e poi tornarono al tavolo, evitando accuratamente di tornare vicino a Lestrange e Piton.

“E’ davvero uno stupido moccioso, me la pagherà…” fece James all’uscita dalla lezione.

“Tranquillo, lo sistemiamo con poco quello” rispose Sirius.

“Roba da matti che gente c’è in giro…” commentò Remus, sbadigliando.

“Non ti sei ancora svegliato del tutto, eh?” notò James.

“Non ho dormito bene, stanotte” disse Lupin.

“Come no? Eri a stomaco pieno del miglior banchetto desiderabile, nel posto che ti è più caro al mondo…cosa ti mancava, scusa?”.

“Non ne ho idea, James…sarà stato l’inconscio”.

A volte sei proprio strano, Lupin, gli avrebbe detto James. Ma in quel mentre si accorse che Lily Evans veniva verso di lui – e, forse per la prima volta nella vita, gli sorrideva. Lui ricambiò al sorriso e attese, impalato lì dov’era.

“Volevo ringraziarvi” disse lei una volta vicina.

“Di niente” fece spallucce Sirius.

“Figurati, Evans” a James brillarono gli occhi “Dovere”.

“Piton è uno sciocco, lascialo stare” consigliò Remus amichevole, e Peter annuì vigorosamente.

“grazie, davvero” fece lei arrossendo.

“Senti, Evans, non sarebbe il caso che tu frequenti gente più…giusta? Insomma…” l’espressione di Lily mutò tanto velocemente quanto cambia il tempo in montagna: ma Potter non perdeva mai occasione di fare il cretino?

“…gente come Bloode e compagnia danno solo problemi…”.

“Potter..” iniziò Sirius infastidito.

“te l’ho detto tante volte che la rivalità tra Casa non serve a niente” intervenne Lupin, beccandosi in risposta una pistata abbastanza scontata di James.

“…invece noi…”.

“invece voi siete la creme de la creme, vero?”. Jennifer era comparsa accanto a Lily.

“Eemh”. James la guardò stupito, credendo che lei non fosse nelle vicinanze.

“Jennifer, lascialo stare” intervenne Sirius cauto.

“Già, lascialo stare” disse Lily dura “E’ solamente…spregevole. Andiamo”.

Prese Jennifer per mano e la condusse via senza salutare.

Ma…”.

“Ben ti sta, Potter” commentò Sirius, poi, rivolto agli altri due “Andiamo, sennò la McGranitt s’incacchia”.

 

***

 

  
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